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Hikikomori, è boom anche in Italia: migliaia di giovani si recludono in casa

Ultimo Aggiornamento: 22/09/2020 16:14
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22/09/2020 09:22
 
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Hanno tra i 14 e i 25 anni e non studiano né lavorano. Non hanno amici e trascorrono gran parte della giornata nella loro camera. A stento parlano con genitori e parenti. Dormono durante il giorno e vivono di notte per evitare qualsiasi confronto con il mondo esterno. Si rifugiano tra i meandri della Rete e dei social network con profili fittizi, unico contatto con la società che hanno abbandonato. Li chiamano hikikomori, termine giapponese che significa “stare in disparte”. Nel Paese del Sol Levante hanno da poco raggiunto la preoccupante cifra di un milione di casi, ma è sbagliato considerarlo un fenomeno limitato soltanto ai confini giapponesi.



“E’ un male che affligge tutte le economie sviluppate – spiega Marco Crepaldi, fondatore di Hikikomori Italia, la prima associazione nazionale di informazione e supporto sul tema – Le aspettative di realizzazione sociale sono una spada di Damocle per tutte le nuove generazioni degli anni Duemila: c’è chi riesce a sopportare la pressione della competizione scolastica e lavorativa e chi, invece, molla tutto e decide di auto-escludersi”.



Le ultime stime parlano di 100mila casi italiani di hikikomori, un esercito di reclusi che chiede aiuto. Un numero che è destinato ad aumentare se non si riuscirà a dare al fenomeno una precisa collocazione clinica e sociale.

Leggi anche: In Giappone è allarme Hikikomori, il disagio mentale che tiene chiuse in casa 500.000 persone

Un fenomeno dai contorni ancora poco chiari
bit.do/fJGte


[Modificato da Angelo Serafino53 22/09/2020 09:38]
22/09/2020 09:32
 
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Re:
Angelo Serafino53, 22.09.2020 09:22:



Hanno tra i 14 e i 25 anni e non studiano né lavorano. Non hanno amici e trascorrono gran parte della giornata nella loro camera. A stento parlano con genitori e parenti. Dormono durante il giorno e vivono di notte per evitare qualsiasi confronto con il mondo esterno. Si rifugiano tra i meandri della Rete e dei social network con profili fittizi, unico contatto con la società che hanno abbandonato. Li chiamano hikikomori, termine giapponese che significa “stare in disparte”. Nel Paese del Sol Levante hanno da poco raggiunto la preoccupante cifra di un milione di casi, ma è sbagliato considerarlo un fenomeno limitato soltanto ai confini giapponesi.

“E’ un male che affligge tutte le economie sviluppate – spiega Marco Crepaldi, fondatore di Hikikomori Italia, la prima associazione nazionale di informazione e supporto sul tema – Le aspettative di realizzazione sociale sono una spada di Damocle per tutte le nuove generazioni degli anni Duemila: c’è chi riesce a sopportare la pressione della competizione scolastica e lavorativa e chi, invece, molla tutto e decide di auto-escludersi”. ...



Adesso che me ne parli, conosco anch'io una persona cosi'!

Simon
22/09/2020 09:39
 
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è inutile (e un po' snob) utilizzare parole straniere quando la nostra bella lingua italiana annovera l'esatto equivalente.















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22/09/2020 10:04
 
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Re: Re:
(SimonLeBon), 22/09/2020 09:32:



Adesso che me ne parli, conosco anch'io una persona cosi'!

Simon




i miei genitori non mi avrebbero mai permesso di dormire durante il giorno

se ti alzavi tardi erano grida

forse i giovani anno bisogno di quelle grida (va fatic) vai a lavorare, muoviti fai qualcosa , [SM=g27987]
[Modificato da Angelo Serafino53 22/09/2020 10:10]
22/09/2020 11:36
 
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Anch‘io conosco qualcuno che si comporta cosí.Passa tutta l‘estate rinchiuso in casa a giocare online.Esce dalla sua stanza solo quando viene chiamato per mangiare.Dimentica perfino di bere.E quando decide finalmente di mettere il naso fuori di casa,sembra un asparago bianco. [SM=g7556]

Se lo incontri per strada non é più capace di spiccicare una parola.
Nessun lavoro.Nessun interssare a trovarne uno. [SM=x1408438]
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Re:
I-gua, 22/09/2020 09:39:

è inutile (e un po' snob) utilizzare parole straniere quando la nostra bella lingua italiana annovera l'esatto equivalente.















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Senti chi parla mi viene da dire
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"Perché il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all'azione" - Edmund Burke
22/09/2020 11:48
 
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Purtroppo questa è la realtà...

Inutile dire che ai nostri tempi gli svaghi erano meno tecnologici ma sicuramente più salutari. I giovani di oggi ridono solo a sentire i nostri racconti...

Inutile dire anche che conosco figli di fratelli che vivono realtà simili. Non siamo immuni (e non mi riferisco alla app 😬) ai fenomeni di massa e tutti viviamo nei difficili ultimi giorni, anche i nostri giovani.

La parte più difficile è (1) stabilire e (2) convincere i propri familiari a rispettare regole ragionevoli, incluse quelle sull'uso della tecnologia e sull'igiene del sonno.
22/09/2020 11:59
 
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Re:
M71, 22/09/2020 11:48:

Purtroppo questa è la realtà...

Inutile dire che ai nostri tempi gli svaghi erano meno tecnologici ma sicuramente più salutari. I giovani di oggi ridono solo a sentire i nostri racconti...

Inutile dire anche che conosco figli di fratelli che vivono realtà simili. Non siamo immuni (e non mi riferisco alla app 😬) ai fenomeni di massa e tutti viviamo nei difficili ultimi giorni, anche i nostri giovani.

La parte più difficile è (1) stabilire e (2) convincere i propri familiari a rispettare regole ragionevoli, incluse quelle sull'uso della tecnologia e sull'igiene del sonno.



le nostre pubblicazioni sempre all'avanguardia

www.jw.org/it/cerca/?q=Hikikomori
22/09/2020 12:13
 
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Re: Re:
Angelo Serafino53, 22/09/2020 11:59:



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E correva l'anno 2009 !
22/09/2020 15:34
 
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Io personalmente li capisco Alla fine oggi è davvero difficile e facile allo stesso tempo vivere in questa Società … Una società così piena di opportunità ma anche di enormi difficoltà.. Tutte le volte che c'è da raggiungere un obiettivo (anche relativamente facile) capita sovente che alcune persone facciano una fatica immensa .. senza contare le delusioni che si potrebbero avere durante il corso della vita che devastano in maniera molto grave lo spirito di una persona.
Io stesso quando ero più giovane assomigliavo a queste persone.. Nel mondo virtuale non sei giudicato e Il virtuale spesso prende quasi forma come se fosse “vivo”. Quando giocavo a simCity 3000 (gioco che emula la costruzione di una città) ci ho perso intere estati ed ero davvero preoccupato per i cittadini virtuali e per i loro bisogni anche se loro non sono mai esistiti realmente quando usciva la scritta la città non ha mai visto un sindaco così io ero davvero contento per questa gratificazione virtuale) …. anche altri videogame mi creavano una “dipendenza simile”
Le conversazioni e il recupero informazioni si limitavano Solo la ristrettissima nicchia che condivideva le mie passioni (spesso gli amici erano “fisici virtuali” nel senso che per me era come conoscerli da sempre senza averli mai visti un po come lo siete voi alla fine è quasi 10 anni che frequento questo forum) inoltre guardavo le serie tv “a nastro” Per esempio tutte e 5 le serie di Merlin le ho viste in una settimana ( e allora non cera netflix, amezon prime, tim vision, disney e tutti le tv via internet che ti forniscono tutte le serie a blocco) ma era presente meegapload, winmx, emule e altri dispositivi “pirati” che oggi non ha più senso avere in quanto le offerte delle tv via internet sono talmente convenienti e ti offrono talmente tanto materiale che la pirateria informatica è letteralmente morta da sola (o in ogni caso si è ridotta notevolmente..)

Il virtuale diciamo che è un ottimo passatempo e uno può vivere una vita li dentro senza sentire la mancanza di nessuno, è estremamente economico e ha dei vantaggi non indifferenti… c’è chi non ne può più di questa socetà e si rifugia in tibet e fa “il monaco buddista” c’è chi per scappare trova la sua felicità cercando dio e si rifugia in conventi di clausura (e su questo punto ho sentito il racconto di una suora prima di convertirsi a dio e chiudersi in un convento di clausura era un ex prostituta di professione) e c’è chi si rinchiude nel mondo virtuale.. e una fuga dai problemi, dalla competizione, dal fallimento e se usata moderatamente può essere una sorta di seconda casa felice perché si ha la possibilità di scambiare idee,di conoscere anche fisicamente nuove persone ecc.. insomma secondo me non è male anche solo per prendersi una pausa dalla vita reale.
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Dio non salva nessuno, ricordalo! L'unico ad essere in grado di salvarti sei tu stesso. Sei libero di morire, è una buona via di fuga, ma se tu morissi le cose rimarrebbero invariate se invece decidessi di vivere le cose potrebbero cambiare."
22/09/2020 16:14
 
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Re: Re:
Seabiscuit, 22.09.2020 11:41:


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