Comminati 8 anni e 11 mesi di reclusione all’esponente della finanza cattolica lombarda e a Gabriele Liuzzo per riciclaggio e appropriazione indebita aggravata. 5 anni e due mesi a Lamberto Liuzzo
iacopo scaramuzzi
Pubblicato il
21 Gennaio 2021
CITTÀ DEL VATICANO. Il tribunale vaticano ha condannato l’ex presidente dello Ior Angelo Caloia per aver «svenduto» a proprio profitto parte del patrimonio immobiliare dello stesso Istituto per le Opere di Religione.
A conclusione di un processo avviato a maggio del 2018, il tribunale vaticano presieduto da Giuseppe Pignatone ha emanato oggi una sentenza che ha condannato – tutti assenti – Angelo Caloia e Gabriele Liuzzo, avvocato dell’istituto, a 8 anni e 11 mesi di reclusione per i reati di riciclaggio e appropriazione indebita aggravata, e a pagare una multa di 12.500 euro; Lamberto Liuzzo, figlio di Gabriele, è stato condannato a 5 anni e due mesi e al pagamento di una multa di 8mila euro; i tre imputati sono stati interdetti in perpetuo dai pubblici uffici. Il tribunale ha disposto anche la confisca delle somme già sequestrate sui conti correnti degli imputati, e ha disposto il risarcimento allo Ior e allo Sgir di circa 23 milioni.
Le parti civili (ossia gli avvocati di Ior e Sgir) avevano chiesto un risarcimento provisionale di circa 35 milioni di euro.
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