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Cosa stiamo facendo al cibo?

Ultimo Aggiornamento: 22/02/2021 15:02
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22/02/2021 15:02
 
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MANIPOLARE gli alimenti non è un’idea nuova. In effetti, è da molte generazioni che l’uomo ha imparato a manipolare le fonti di cibo. Grazie ad accurate tecniche di ibridazione sono state ottenute molte nuove varietà di prodotti agricoli nonché di bovini e ovini. Un rappresentante della FDA (l’Ente americano per l’Alimentazione e i Farmaci) ha dichiarato addirittura che “praticamente qualsiasi alimento si compri è stato alterato attraverso le tecniche tradizionali di allevamento selettivo”.

Queste tecniche non sono l’unico sistema per alterare gli alimenti. L’industria alimentare ha messo a punto molte tecniche per trattare gli alimenti, allo scopo di migliorarne il sapore o il colore oppure di standardizzarli e conservarli. La gente è abituata a mangiare cibi che in un modo o nell’altro sono stati alterati.

Sempre più consumatori, però, sono preoccupati per il modo in cui oggi si manipolano gli alimenti. Perché? Alcuni temono che le tecniche moderne attualmente in uso mettano in pericolo la sicurezza del cibo. Si tratta di un allarme giustificato? Esaminiamo tre campi che destano preoccupazione.*

Ormoni e antibiotici

Sin dagli anni ’50, in certi paesi, vengono aggiunte piccole dosi di antibiotici al mangime di polli, maiali e bovini. Lo scopo è quello di ridurre il rischio di malattie, soprattutto laddove gli animali sono concentrati in spazi ristretti. In certi paesi al mangime si aggiungono anche ormoni per accelerare la crescita degli animali. Ormoni e antibiotici proteggerebbero gli animali dalle infezioni e renderebbero più proficuo l’allevamento intensivo, con il vantaggio per il consumatore di avere prezzi più bassi.

Fin qui tutto bene. Ma la carne degli animali a cui vengono somministrati questi additivi rappresenta qualche rischio per il consumatore? Secondo un rapporto del Comitato economico e sociale delle Comunità Europee, alcuni batteri potrebbero sopravvivere agli antibiotici ed essere trasmessi al consumatore. Il rapporto affermava: “Alcuni di questi batteri, per esempio Salmonella e Campylobacter, possono essere causa diretta di gravi malattie nell’uomo attraverso la catena alimentare”. Inoltre, che dire se nella catena alimentare entrano non solo batteri ma anche residui di antibiotici? C’è chi teme che, come conseguenza, i germi che provocano malattie negli esseri umani potrebbero pian piano sviluppare una resistenza agli antibiotici.

Che dire della carne di animali a cui sono stati somministrati ormoni? Heinrich Karg, docente universitario di Monaco, in Germania, afferma: “Tutti gli esperti concordano nel sostenere che la carne di animali sottoposti a trattamenti ormonali non nuoce alla salute, a patto che le sostanze vengano somministrate in armonia con le normative”. Il settimanale Die Woche, però, riferisce che sulla questione della sicurezza delle carni di animali a cui sono stati somministrati ormoni “negli ultimi 15 anni i ricercatori non sono riusciti a raggiungere un accordo”. E in Francia sulla questione degli ormoni nella carne la risposta è stata un secco ‘No! Gli ormoni non si devono usare!’ È chiaro che la controversia è ben lungi dall’essere risolta.

Cibi irradiati

I primi esperimenti iniziarono in Svezia nel 1916, e da allora almeno 39 paesi hanno approvato la tecnica di sottoporre cibi come patate, mais, frutta e carne a bassi livelli di radiazioni. A che scopo? L’irraggiamento ucciderebbe la maggior parte dei batteri, degli insetti e dei parassiti, riducendo così per il consumatore il rischio di contrarre malattie attraverso gli alimenti. Inoltre questa tecnica allunga il periodo di conservazione del prodotto.

Naturalmente, gli esperti dicono che l’ideale sarebbe mangiare cibi freschi e non contaminati. Ma chi si prende il tempo di far da mangiare ogni giorno con ingredienti freschi? Stando alla rivista Test, la persona media dedica al mangiare “10 minuti per la prima colazione e 15 minuti per il pranzo e per la cena”. Non è strano, dunque, che molti consumatori optino per cibi preconfezionati e a lunga conservazione. Ma gli alimenti irradiati sono sicuri?

Nel 1999 l’Organizzazione Mondiale della Sanità pubblicò i risultati di uno studio effettuato da una commissione internazionale di esperti. La conclusione era che gli alimenti irradiati sono “sia esenti da rischi che adeguati dal punto di vista nutrizionale”. I fautori dell’irraggiamento degli alimenti paragonano questo processo alla sterilizzazione delle bende per uso sanitario — anch’essa effettuata con l’irraggiamento — o al passaggio dei bagagli attraverso un rivelatore all’aeroporto. I critici, tuttavia, sostengono che l’irraggiamento riduca le proprietà naturali degli alimenti e possa comportare rischi ancora sconosciuti.

Cibi geneticamente modificati

Da tempo i genetisti sono in grado di trasferire un gene dal DNA di un organismo a quello di un altro all’interno della stessa specie. Oggi, però, possono fare molto di più. Ad esempio, esistono fragole e pomodori che sono stati modificati inserendovi un gene preso da un pesce perché fossero più resistenti alle basse temperature.

Molto è stato detto sia a favore che contro i cibi geneticamente modificati.* I fautori di questo tipo di biotecnologia dicono che è più prevedibile e controllabile dei metodi tradizionali di selezione e incrocio delle piante, che aumenterà le rese agricole e ridurrà il problema della fame nel mondo. Ma i cibi transgenici sono sicuri?

Un’équipe di scienziati in rappresentanza di istituti di ricerca di Inghilterra e Stati Uniti nonché di Brasile, Cina, India, Messico e altri paesi in via di sviluppo ha stilato un rapporto sull’argomento. Questo è stato pubblicato nel luglio 2000, e diceva: “Fino ad oggi sono stati coltivati prodotti transgenici su un’estensione di oltre 30 milioni di ettari e non è stato rilevato nell’uomo nessun problema di salute specificamente associato all’ingestione di prodotti transgenici o di loro derivati”. In certe zone i prodotti alimentari derivati da OGM (organismi geneticamente modificati) sono considerati sicuri quanto quelli convenzionali.

Altrove, però, c’è diffusa incertezza. In Austria, Francia e Gran Bretagna c’è chi guarda gli OGM con sospetto. Un uomo politico olandese ha detto a questo riguardo: “Ci sono certi tipi di cibo che non ci piacciono e basta”. Chi critica questi alimenti solleva anche interrogativi di natura etica e indica possibili rischi ambientali.

Alcuni scienziati ritengono che i tempi non siano ancora maturi per i cibi transgenici, e che si dovrebbero studiare meglio i possibili rischi per i consumatori. La British Medical Association, ad esempio, ritiene che l’ingegneria genetica prometta grossi vantaggi per la popolazione. Tuttavia afferma che alcune preoccupazioni, come quelle relative alle reazioni allergiche ai cibi geneticamente modificati, indicano che “sono necessarie ulteriori ricerche”.

Fare scelte personali equilibrate

In certi paesi ben l’80 per cento degli alimenti subiscono qualche tipo di trattamento. Spesso si usano additivi per intensificare o standardizzare sapore e colore, nonché per allungare il tempo di conservazione. Un’opera di consultazione osserva che “molti prodotti moderni, come gli alimenti ipocalorici, le merendine e i cibi preconfezionati, non potrebbero esistere se non fosse per gli additivi alimentari”. Inoltre, è più probabile che questi alimenti contengano ingredienti geneticamente modificati.

Per anni l’agricoltura in tutto il mondo ha utilizzato tecniche che molti considerano nocive. Uno dei tanti esempi che si potrebbero fare è l’uso dei pesticidi tossici. Inoltre, da tempo l’industria alimentare usa additivi che in certi consumatori possono aver dato luogo a reazioni allergiche. Le nuove tecnologie in campo alimentare sono sostanzialmente più pericolose di queste tecniche? Nemmeno gli esperti sono d’accordo sulla risposta. In effetti esistono ponderosi rapporti scientifici a sostegno sia di una tesi che di quella opposta, il che sembra contribuire a polarizzare l’opinione pubblica.

Oggi molti, o perché ritengono difficile evitare i cibi manipolati con tecnologie moderne o perché ritengono che gli eventuali pericoli passino in secondo piano rispetto ad altre considerazioni, decidono di non darsi pensiero di questo argomento. Altri, invece, sono alquanto preoccupati. Cosa potete fare se voi e la vostra famiglia avete dubbi circa l’opportunità di mangiare cibi che vi sembrano troppo manipolati dalla tecnologia moderna? Ci sono degli accorgimenti pratici che potreste adottare, e il prossimo articolo ne prenderà in esame alcuni. Prima di tutto, però, potrebbe essere saggio accertarsi di avere un punto di vista equilibrato sull’argomento.

Il campo della sicurezza degli alimenti è come quello della salute. Non esiste al presente nessun sistema per arrivare alla perfezione. Stando alla rivista tedesca natur & kosmos, persino chi usa la massima cautela nella scelta e nella preparazione degli alimenti deve continuamente scendere a compromessi. Ciò che fa bene a una persona può far male a un’altra. Non è quindi saggio mantenere un atteggiamento equilibrato ed evitare di andare agli estremi?

Naturalmente, la Bibbia non ci dice che decisione prendere in merito agli odierni alimenti “ad alta tecnologia”. Ci insegna però a coltivare una qualità che ci torna utile a questo riguardo. Filippesi 4:5 dice: “La vostra ragionevolezza divenga nota a tutti gli uomini”. La ragionevolezza ci può aiutare a prendere decisioni equilibrate e a non diventare estremisti. Ci può trattenere dall’imporre ad altri quello che dovrebbero o non dovrebbero fare al riguardo. E ci può far evitare inutili discussioni e attriti con chi la pensa in maniera diversa da noi.

Va detto, tuttavia, che molti dei pericoli legati agli alimenti non sono così controversi. Quali sono alcuni di questi, e quali precauzioni potete prendere?

[Note in calce]

Le scelte in campo alimentare sono in gran parte una questione personale. Svegliatevi! non raccomanda di mangiare né di evitare i vari alimenti menzionati in questi articoli, a prescindere dalle tecnologie impiegate nella loro preparazione. Lo scopo di questi articoli è informare i lettori dei fatti così come sono noti oggi.

Vedi Svegliatevi! del 22 aprile 2000.

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