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Contribuzioni anonime

Ultimo Aggiornamento: 06/05/2021 09:28
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02/05/2021 18:32
 
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Larissa.76, 01/05/2021 12:31:


Bgiorno a tt, 😇
intervengo al vs variegato (x argomentazioni) dibattito - k seguo con interesse - x esporre riflessione su altro tema in cui xsonalmente riscontro contraddizione, e cioè sull’applicazione del principio enunciato in Matteo 6: 3: “Ma tu, quando fai doni di misericordia, non far sapere alla tua mano sinistra quello che fa la destra”, riguardo alla (recente) disposizione delle Donazioni (a favore dell’opera mondiale, delle rispettive Congregazioni di appartenenza ed altri beneficiari...) disposte tramite sito e, xtanto, da ca. un anno a questa parte, tracciabili e ‘nominative’ (pur essendomi avvalsa e avvalendomi ancora di tale sistema contributivo, scritturalmente nn lo condivido). 😏
Mi risulta si ribadisca da sempre l’importanza di attenersi scrupolosamente ai ‘principi’, ank in presenza di situazioni mutate e/o circostanze avverse, x cui, xsonalmente, ritengo in questo caso nn sia del tt rispettato il senso di tale dettame. 🤔




Quanto dici non è senza fondamento, è naturale infatti che con le donazioni online l'anonimato vada a farsi benedire. Si tratta di un limite intrinseco del mezzo di pagamento elettronico (bonifico o carta di credito), al quale deve essere associata una identità. Non è però una novità dato che in precedenza le contribuzioni fatte ad esempio tramite assegno non erano ovviamente anonime, e sia alle assemblee che nelle congregazioni si sono sempre accettati gli assegni. Inoltre se fai una contribuzione usando la funzione donate del sito solo la Betel può conoscere la tua identità e non gli anziani locali, ai quali arriva solo l'elenco delle contribuzioni elettroniche mensili senza alcuna ulteriore informazione. Sono anziano di congregazione, prima di diventare coordinatore del corpo degli anziani sono stato segretario e conosco bene questo meccanismo.



Incoerenza rispetto all’osservanza del summenzionato principio scritturale la riscontro altresì nella (datata) disposizione del rapporto di servizio individuale ‘nominativo’ (e nn anonimo) da compilare e consegnare/trasmettere mensilmente.
Partendo dal presupposto k i principi rimangono ‘immutabili’ e k nessuno dovrebbe erigersi a padrone e/o controllore delle ns vita e fede, avverto ank sotto questi aspetti una sorta di ‘adattamento’ e ‘adeguamento’ nn scritturale (con riferimento oltrett al principio contenuto in Luca 16: 10: “Chi è fedele nel minimo è fedele anche nel molto”) e ‘controllo’ (risulta visibile chi e quanto dà in termini di tempo, risorse materiali e quant’altro).



Si tratta di un banale mezzo di indagine statistica per determinare dove e come l'attività di una congregazione (e più in generale di una zona, di una circoscrizione, di un paese) possa essere migliorata. Ad esempio una carenza di studi biblici totali può essere indice di una certa saturazione (con minore necessità di inviare pionieri regolari e altri aiuti dall'esterno) o di un raffreddamento tendenziale nell'entusiasmo (con la necessità opposta di rafforzare la direttiva locale).

Quanto al fatto che i rapporti siano nominativi, anche questo è un semplice modo di misurare il grado di apprezzamento dei proclamatori per la teocrazia, in vista del conferimento di incarichi di servizio o al contrario per aiutare i più deboli. Ovviamente si tratta di un sistema imperfetto e, se preso da solo, riduttivo, dato che non si possono valutare le qualità spirituali di un individuo solo affidandosi a dei numeri. Ma non bisogna nemmeno esagerare questo argomento, dato che il rapporto, se correttamente letto, qualche indicazione te la da, eccome. Un ventiduenne disoccupato che ti fa due ore di servizio al mese è probabilmente un cristiano abulico che ha bisogno di supporto, ed il rapporto concorre a descriverne le condizioni spirituali.



Per nn menzionare la prassi, adottata x ogni singolo proclamatore, di aggiornare mensilmente una scheda (cartolina) xsonale di servizio (sulla base della quale il Corpo Anziani ed il Sorvegliante monitorizzano andamento annuale e livello di sxitualità) e di informare la Congregazione centrale, tramite rapporto scritto (nonostante l’introduzione di normativa in materia di privacy, dettagliatamente argomentato), su incorsi incidenti di xcorso (disassociazioni/dissociazioni, etc...). 🤨



Non v'è nessuna scorrettezza formale nell'uso dei dati personali per le attività di congregazione, dato che i nuovi proclamatori firmano un modulo che ne autorizza l'uso (il famoso S-135). Il modulo non è obbligatorio e se uno non lo firma può ottenere che il suo nome non sia usato nelle registrazioni, ma a tutt'oggi non mi è mai capitato che qualche proclamatore attivo si avvalesse di tale cavillo.

[Modificato da EverLastingLife 02/05/2021 18:37]
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