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Restaurata la casa di "Cesare" Augusto

Ultimo Aggiornamento: 09/03/2008 20:40
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2008-03-09 18:40
ARCHEOLOGIA, TUTTI ALLA CASA DI AUGUSTO
di Silvia Lambertucci

ROMA - Colori straordinari e splendenti, dal preziosissimo cinabro agli ocra dorati delle terre. E poi figure fantastiche, decorazioni raffinatissime, alla moda di Alessandria. Ormai ci siamo. Dopo l'inaugurazione a inviti della vigilia aprono finalmente al pubblico, lunedì, le sale mai viste della Casa di Augusto al Palatino. Per gli appassionati di arte un appuntamento da non perdere, anche se - complice l'impossibilità di prenotare - ci sarà da avere pazienza e prepararsi a un po' di fila. Ma tant'é. Scoperta tra gli anni '60 e '70 da Gianfilippo Carettoni, oggetto di scavi e poi minuziosi lavori di restauro, che tra un'interruzione e l'altra sono durati decenni, eccola, straordinaria nella sua 'domesticita', la casa dove viveva Augusto prima di diventare imperatore. In tutto sono quattro ambienti (sebbene la domus fosse naturalmente più grande), tre al piano di sotto, dove si è ricostruito un ingresso con una grande rampa, una sala da pranzo (oecus) e un cubicolo, uno al piano di sopra, accessibile attraverso un terrazzo, il cosiddetto studiolo, perché gli studiosi ritengono ospitasse lo studio privato di Augusto. L'epoca, ricostruiscono, deve essere quella tardo repubblicana, intorno al 36 a. C., quando Augusto non era ancora imperatore. Anni più tardi, proprio per costruirsi una dimora più ricca, fu lui a far seppellire questa casa, che forse proprio per questo si è conservata.

Chi si aspetta una dimora principesca potrebbe rimanere deluso: le stanze di questa dimora (Augusto teneva molto a dare un'immagine di sobrietà ) sono abbastanza piccole, collegate tra loro e prive di finestre. Prendevano luce solo dalla porta, con un affaccio allora su un grande giardino (oggi però sono chiuse da un muro d'epoca neroniana). Anche gli arredi, raccontano gli storici, erano modesti. Le decorazioni dei muri, in compenso, erano di grande qualità: affreschi ritenuti oggi "tra gli esempi più belli, insieme con quelli di Palazzo Massimo e della casa di Livia, del cosiddetto secondo stile". Pitture raffinate, probabilmente eseguite da un Maestro greco, anche se in qualche modo domestiche, che nel tempo erano cadute in terra, ridotte in frammenti anche piccolissimi. E che sono state ricostruite, in almeno dieci anni di lavoro (il tempo passato è molto di più, ma gli interventi si fermavano spesso per carenza di finanziamenti) e certosina pazienza dagli esperti della sovrintendenza, che si sono succeduti. "Il puzzle più affascinante dell'epoca contemporanea", secondo il ministro dei beni Culturali Franesco Rutelli. Per i restauri sono stati spesi in tutto 1 milione e 540 mila euro a cui si aggiungono altri 250mila euro per la casa di Livia, che si trova a poche centinaia di metri di distanza e che - dopo la chiusura alla fine degli anni '90 - sara' anch'essa riaperta al pubblico si prevede entro il 2008. In realtà proprio lo splendido studiolo, seppure non ancora restaurato, era stato già aperto al pubblico per un breve periodo nel 1985. Ma fu solo una parentesi. La vera apertura sarà lunedì, con il pubblico che dovrà essere accompagnato a gruppi di 5 da personale specializzato della soprintendenza.

Si pagherà anche un biglietto di 11 euro, che servirà però per entrare, oltre che in tutta la zona dei Fori (sino ad oggi libera), anche al Colosseo (dove in questi giorni c'é anche la mostra dedicata ai Trionfi) e al Palatino. Resterà invece chiusa ancora per qualche mese, l'ala nord della casa di Augusto, quella con le celeberrime sale delle maschere e dei pini, già aperte anni fa al pubblico. Qui i lavori sono ancora in corso, la riapertura sarà possibile alla fine del 2008, forse all'inizio del 2009. Per il momento c'é da godersi queste sale mai viste della Domus. Per la quale arriveranno anche i soldi di Maratonarte (3 milioni di euro da dividere nei sette siti per i quali è stata lanciata l'iniziativa) e i 300mila euro dell'americano World Monuments Found, che andranno a finanziare restauri pittorici.
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