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CEI Riveduta

Ultimo Aggiornamento: 25/05/2009 18:47
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16/10/2008 20:57
 
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Lo credo bene, pensa che i cattolici si meritano di veder tradotto Atti 20:28 come la TNM con almeno 30 anni di ritardo... chissà che la CEI4 non traduca altri passi come la TNM!





oh siiiiii....e prima o poi verrà anche il tempo di Giovanni 1:1! Mi ci gioco le mie azioni Intesa-SanPaolo (solo se non risalgono [SM=g8161] )
16/10/2008 22:17
 
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Non penso di avere altro da aggiungere, peraltro non ho nessuno che mi paga per stare h24 su ogni forum del pianeta a fare propaganda, né sono l'avvocato della CEI. Sta attento solo a non fare la fine di Franz, che mamma WTS non si interessa di chi si sbatte tutta la vita per lei. Se un giorno per caso ti accorgi di qualcosa potrebbe essere tardi per rifarsi una vita.
A presto,

16/10/2008 23:12
 
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Caro Teodoro,


Non penso di avere altro da aggiungere



E fai bene, potresti solo peggiorare e rendere ancora più ridicola la situazione. Le sciocchezze che hai scritto nel tuo libro resteranno una macchia indelibile nel tuo curriculum.


sta attento solo a non fare la fine di Franz



Certo amico mio, questi sono l'unico il genere di argomenti filologici che ti puoi permettere di fare: i pettegolezza da portinaia.

Shalom




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16/10/2008 23:52
 
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Re:
Teodoro Studita, 16/10/2008 22.17:

Sta attento solo a non fare la fine di Franz



Beh, se non arriva prima armaghedon la farà si la fine di Franz...Frederick [SM=g7566] [SM=g8298]
16/10/2008 23:56
 
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Teo, prima di andartene un ultima domanda.

tra queste 3 quale preferisci e quale scarteresti del tutto?

Vegliate su voi stessi e su tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha posti come vescovi a pascere la

Chiesa di Dio,
Chiesa del Signore,
Chiesa del Signore e Dio

che egli si è acquistata con il suo sangue.

Ciao
17/10/2008 00:49
 
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Io protendo per "La chiesa di Dio", che sembrerebbe la lezione più difficile e appoggiata da B e S, ma non è così semplice derimere la questione.

Come rende la CEI3?

Shalom
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17/10/2008 10:01
 
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Qualcuno è così gentile da fare uno schemino con i più importanti cambiamenti apportati alla CEI in relazione alla TNM?

Ho visto che ce n'è gia qualcuno in giro..
17/10/2008 12:41
 
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17/10/2008 13:42
 
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quindi mi consigli il libro "come cambia la bibbia"?

Ci sono i riferimenti alla TNM?
17/10/2008 15:18
 
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per studioso

se ti accontenti, ecco le variazioni più
significative, altrimenti se devi spendere in altri libri tanto vale che te la compri

A cura di Giuseppe Betori
Segretario Generale della C.E.I.


La Bibbia CEI si caratterizza per una più fedele aderenza al testo
originale e nello stesso tempo per uno stile italiano più scorrevole. Si è
cercato, tra l’altro, di semplificare anche l’onomastica, rendendola per
quanto possibile omogenea nelle sue corrispondenze fonetiche con i testi
originali. Tuttavia per alcuni passi maggiormente noti e consacrati da un
uso linguistico ormai divenuto patrimonio comune del lessico o del
linguaggio religioso italiano, si è preferito rimanere fedeli alla tradizione.
Al medesimo intento di una fedeltà maggiore agli originali si ispira
anche la decisione di offrire per il libro di Ester una traduzione del testo
greco (come avviene nelle Bibbie tradizionali) e una versione del testo
ebraico (che ovviamente è quello trasmesso dalla Bibbia ebraica),
anch’esso considerato ispirato dalla tradizione ecclesiale. Al di là dei
problemi testuali relativi alla situazione testuale di questo libro, che
presenta un testo greco notevolmente più lungo rispetto a quello ebraico,
nella nostra traduzione ad esempio in 2,9 il brutto «entrò nelle buone grazie
di lui» della vecchia traduzione CEI (che in fondo era un ibrido) ora è
sdoppiato in “trovò grazia presso di lui” nella versione dal greco e in
«conquistò il suo favore» in quella dall’ebraico; così pure, in 2,11 il poco
elegante «che cosa succedeva di lei» è ora «che cosa fosse accaduto a
Ester» (greco) e «come la trattavano» (ebraico).
Anche per il libro del Siracide si è scelto di tradurre il cosiddetto
testo greco lungo delle edizioni critiche (Ziegler), ormai riconosciuto
autorevole per via della sua utilizzazione nella tradizione patristica e
liturgica, indicando in corsivo le sue aggiunte rispetto al testo breve.
Poiché da un lato si è tradotto dai testi degli originali e dall’altro la
traduzione deve poter essere utilizzata nel contesto liturgico in cui fanno
fede le scelte della Nova Vulgata, si è aggiunto nei libri di Tobia, Giuditta,
Ester e Siracide un apparato di note che segnalano le varianti di maggior
rilievo presenti nella traduzione della Nova Vulgata.
Il testo biblico rispecchia un mondo culturale diverso dal nostro, che
in qualche modo deve essere fatto conoscere anche solo attraverso una
semplice traduzione linguistica; spetta poi all’esegesi e alla predicazione
saper cogliere in quel linguaggio i significati culturali, teologici e spirituali
11
che a loro volta devono esser posti a confronto con la nostra sensibilità
contemporanea. Così si è scelto volutamente di conservare l’appellativo
divino «Signore degli eserciti» (p.e. Is 2,12 e 3,1), nel quale è racchiuso un
contenuto teologico che non va giudicato immediatamente in base ai nostri
criteri moderni (si veda nel commento la nota a Sal 24,10).
Questo rispetto del contesto culturale originario ha permesso di
restituire il significato proprio di heloìm in Sal 8,6 senza attenuazioni
timorose, come già fa invece la Settanta, per cui dove prima si leggeva:
«Eppure l’hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai
coronato”», mentre ora si legge: «Davvero l’hai fatto poco meno di un dio,
di gloria e di onore lo hai coronato».
Fedeltà al testo originale significa anche rispetto dei valori semantici
del lessico ebraico. Così ad esempio per il termine hesed si è cercato di
attenersi il più possibile al suo significato di “amore” o “bontà”, superando
quello troppo restrittivo di “misericordia”, riservato invece alla traduzione
del vocabolo rahamim. Nel Sal 136 il ritornello è diventato: «Perché il suo
amore è per sempre» e in Sal 51,3 (il famoso Miserere) si legge ora più
propriamente: «Pietà di me, o Dio, nel tuo amore (hesed); nella tua grande
misericordia (rahamim) cancella la mia iniquità» (prima era: «Pietà di me,
o Dio, secondo la tua misericordia, nella tua grande bontà cancella il mio
peccato»). In Sal 130,7 (De profundis) si è preferito tuttavia conservare il
tradizionale: «Poiché presso il Signore è la misericordia (hesed) e grande è
con lui (prima: presso di lui) la redenzione», in quanto in questo caso il
contesto connotava il vocabolo come “amore misericodioso”.
Un paio di ulteriori esempi di più aderente traduzione del testo
ebraico. In Is 50,4 ora si legge «Il Signore Dio mi ha dato una lingua da
discepolo», là dove leggevamo in modo un po’ oscuro «Il Signore Dio mi
ha dato una lingua da iniziati». E in Am 6,7 l’«orgia dei buontemponi»
diventa ora in modo più plausibile «l’orgia dei dissoluti».
Qualcosa di analogo per il Nuovo Testamento, magari a costo di
abbandonare un’espressione divenuta quasi proverbiale: in Mt 16,23
«Lungi da me Satana!» erano le parole con cui Gesù si rivolgeva a Pietro
che voleva dissuaderlo della passione; ma il testo greco non si riferiva a un
allontanamento di Pietro, bensì alla sua ricollocazione nella posizione del
discepolo, per cui oggi si legge: «Va’ dietro me, Satana!», con una resa
12
peraltro più vicina al «Vade post me» della Vulgata e della Nova Vulgata,
che anche nel testo parallelo di Mc 8,34 hanno «Vade retro me, Satana».
Molti sono i problemi addensatisi sulla formulazione del Padre
Nostro. Venendo incontro al desiderio di molti si è voluto superare le
difficoltà dell’attuale «non indurci in tentazione», dove il calco del latino
non offriva un’esatta visione dell’agire di Dio nei confronti dell’uomo.
«Indurre» in italiano si è sovraccaricato di una connotazione volitiva
(«introdurre», «spingere dentro») che non gli fa più dire la stessa cosa
dell’«inducere» latino o dell’«eisfèrein» greco nel passo biblico, dove era
implicito un senso concessivo («non lasciar entrare», «fa’ che non
entriamo»). Tra le molte traduzioni possibili si è scelta un’espressione,
«non abbandonarci alla tentazione», che lascia aperta l’interpretazione sia
alla richiesta di essere preservati dall’entrare nella tentazione sia di essere
soccorsi quando si è nella tentazione, evitando quindi di lasciar pensare che
la tentazione possa essere opera di Dio, il che contraddirebbe Gc 1,13:
«Nessuno, quando è tentato, dica: “Sono tentato da Dio”; perché Dio non
può essere tentato al male ed egli non tenta nessuno».
Per restare al Nuovo Testamento mi piace ricordare ancora alcune
novità. In Mt 28,19 il pesante «Andate e ammaestrate tutte le nazioni» ora è
più fedelmente, e direi anche in modo più ricco, «Andate dunque e fate
discepoli tutti i popoli». «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te»
dice ora l’angelo a Maria in Lc 1,28 con il recupero del sottofondo
anticotestamentario di Sof 3,14 e Zac 2,14 rispetto al vecchio «Ti saluto, o
piena di grazia». Il rispetto del dettato sintattico ha portato a cambiare la
finale del Magnificat, per cui invece di «come aveva promesso ai nostri
padri, ad Abramo e alla sua discendenza per sempre», ora più correttamente
leggiamo «come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua
discendenza per sempre». (Lc 1,55).
Per restare ai cantici evangelici, merita annotare che in Lc 1,69 ora si
legge più correttamente: «e ha suscitato per noi un salvatore potente / nella
casa di Davide, suo servo», laddove si leggeva: «e ha suscitato per noi una
salvezza potente / nella casa di Davide, suo servo»; e al v. 78 invece di:
«grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, / per cui verrà a visitarci
dall`alto un sole che sorge», ora leggiamo: «grazie alla tenerezza e
misericordia del nostro Dio, / ci visiterà un sole che sorge dall’alto». Per il
cantico si Simeone, invece, le novità stanno all’inizio e alla fine. Non più
13
l’imperativo « Ora lascia, o Signore, che il tuo servo / vada in pace secondo
la tua parola», ma il concessivo ««Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo
servo / vada in pace, secondo la tua parola». In conclusione, invece, « per
illuminare le genti» diventato con maggiore precisione filologica e
teologica « per rivelarti alle genti».
A un suggerimento dello stesso Pontefice, contenuto nell’omelia
tenuta ancora da Cardinale nella Messa “pro eligendo Pontifice”, si deve il
cambiamento di Ef 4,13 Aveva infatti osservato il Card. Joseph Ratzinger:
«Il primo è il cammino verso “la maturità di Cristo”; così dice, un po’
semplificando, il testo italiano. Più precisamente dovremmo, secondo il
testo greco, parlare della “misura della pienezza di Cristo”, cui siamo
chiamati ad arrivare per essere realmente adulti nella fede». Ecco allora che
da «finché arriviamo tutti all’unità delle fede e della conoscenza del Figlio
di Dio, allo stato di uomo perfetto, nella misura che conviene alla piena
maturità di Cristo» si è passati a un più corretto filologicamente e
teologicamente «finché arriviamo tutti all’unità della fede e della
conoscenza del Figlio di Dio, fino all’uomo perfetto, fino a raggiungere la
misura della pienezza di Cristo».
Di rilevanza teologica è pure il cambiamento di At 20,28 dovuto al
cambiamento del Nestle-Aland, il testo critico ora seguito in luogo di
quello sottostante alla precedente traduzione: il passaggio da idìou aimatos
a aimatos tou idìou, porta tradurre non più: «pascere la Chiesa di Dio, che
egli si è acquistata con il suo sangue», ma: «essere pastori della Chiesa di
Dio, che si è acquistata con il sangue del proprio Figlio».
E per toccare un altro testo al centro di larghe discussioni anche nella
pubblicistica corrente, in Gv 20,29 la parola di Gesù a Tommaso non è più
tradotta: «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non
avendo visto crederanno!», bensì come sosteneva il grande esperto
giovanneo p. Ignace De La Potterie: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto;
beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Se per il “coperchio” dell’arca dell’alleanza nella precedente
traduzione CEI si diceva solo in Es 27,17 che era il “propiziatorio”,
aggiungendo in quel passo un termine che ne indicava la funzione, ora lo si
traduce direttamente secondo questa sua valenza semantica di
“propiziatorio”, rendendo così più comprensibile il significato che
14
quell’oggetto assume attraverso il rito di espiazione/purificazione descritto
in Lv 16 e secondo quanto afferma Paolo in Rm 3,25 (vedi anche Eb 9,5).
Un maggior rispetto per la tradizione ebraica ha indotto anche a
tradurre lo shofar con “corno” anziché con l’impropria “tromba” (p.e. Gl
23,15). E anche per gli strumenti musicali in genere si è cercata un maggior
precisione tecnica: i “timpani” sono ora “tamburelli” (cfr. Sal 150,4), come
pure “cimbali” ha sostituito l’improbabile “cembali”.
Talvolta sono sufficienti piccole varianti nella traduzione, dovute
appunto a una maggiore fedeltà all’originale, per far cogliere una diversa
concezione ad esempio della sapienza. In Pr 8,22 prima si era tradotto: «Il
Signore mi ha creato all’inizio della sua attività», mentre ora la sapienza
dice di sé: «Il Signore mi ha creato come inizio della sua attività». La
sapienza non è la prima realtà creata attraverso o dopo la quale Dio crea il
mondo, ma è insita nel mondo dal momento in cui Dio interviene con il suo
atto creativo. Similmente, in Gb 28,27 si diceva prima che Dio, nei
confronti della sapienza, «la comprese e la scrutò appieno», seguendo un
testo poco testimoniato, mentre una lettura del testo ebraico dell’edizione
critica comunemente usata richiede di tradurre «la fondò e la scrutò
appieno»: la sapienza non viene prima compresa intellettualmente e poi
utilizzata come modello, ma è fondata con il mondo, che quindi risulta
armonico perché “sapienziale”.
Ancora il rispetto della esatta valenza semantica dei singoli vocaboli
ebraici conduce a rivedere traduzioni di testi come Sal 19,3-5 in cui ora si
può apprezzare meglio la varietà del vocabolario del linguaggio lì utilizzato
con grande maestria. Nella vecchia traduzione si leggeva:
3 Il giorno al giorno ne affida il messaggio
e la notte alla notte ne trasmette notizia.
4 Non è linguaggio e non sono parole,
di cui non si oda il suono.
5 Per tutta la terra si diffonde la loro voce
e ai confini del mondo la loro parola.
Ora invece leggiamo:
3 Il giorno al giorno ne affida il racconto
e la notte alla notte ne trasmette notizia.
4 Senza linguaggio, senza parole,
senza che si oda la loro voce,
15
5 per tutta la terra si diffonde il loro annuncio
e ai confini del mondo il loro messaggio.
Infine, nei punti in cui non ci si è potuti allontanare da una
terminologia ormai tradizionale, il commento provvede a chiarirne il senso:
si veda soprattutto Is 7,14 e anche Pr 8,36. Il commento, pur ridotto
all’essenziale, vuole facilitare anche l’utilizzazione del testo indicando i
paralleli (1-2Re e 1-2Cr, i Sinottici), per i quali si è posta particolare
attenzione a rendere uniforme la traduzione di quei testi che sono
perfettamente uguali nell’originale.


17/10/2008 15:44
 
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[SM=g8925]
17/10/2008 15:50
 
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In Mt 28,19 il pesante «Andate e ammaestrate tutte le nazioni» ora è più fedelmente, e direi anche in modo più ricco, «Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli»



Anche qui si è avvivinata alla TNM che rendeva "persone di tutte le nazioni" e non "nazioni".


In Is 50,4 ora si legge «Il Signore Dio mi ha dato una lingua da
discepolo»



Anche qui si avvicina alla TNM, che dice "lingua degli ammaestrati" (io preferisco la TNM, discepoli ricorda troppo in senso che ha nel NT).


Così si è scelto volutamente di conservare l’appellativo
divino «Signore degli eserciti» (p.e. Is 2,12 e 3,1)



Anche qui come la TNM, che conserva Geova degli eserciti!


Lc 1,69 ora si legge più correttamente: «e ha suscitato per noi un salvatore potente / nella casa di Davide, suo servo»



La TNM ha "“Un corno di salvezza”: o, “un potente salvatore”.

Ehi... ma non è che hanno consultato la TNM per tradurre?

[SM=g7574]

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17/10/2008 16:23
 
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Per Barnabino

“Ehi... ma non è che hanno consultato la TNM per tradurre?”

Dici? Dopo dieci (o più?) anni di lavoro, con quel po’ po’ di nomi, fra prima stesura, revisione ecc, che sottoscrivono l’opera?
Personalmente non entro nel merito delle traduzioni, non ne sono in grado, a me interessa sapere se le variazioni possono in qualche punto incidere sulla dottrina della Chiesa. Su questo attendo lumi.
Tu però sei un esperto e come tale ti chiedo:
Cosa cambia, per un cattolico, dal punto di visto cattolico, la nuova traduzione?

Grazie e saluti

Pavel
17/10/2008 17:27
 
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Caro Pavel,


Dici? Dopo dieci (o più?) anni di lavoro, con quel po’ po’ di nomi, fra prima stesura, revisione ecc, che sottoscrivono l’opera?



Beh, secondo Teodoro la CEI è una pessima traduzione... potrebbe essere un indizio del plagio! [SM=g7574]

Comunque era una battura... anche se sembra che dopo dieci anni questi traduttori siano arrivati alle conclusioni a cui era arrivata la TNM più di trent'anni fa.


Cosa cambia, per un cattolico, dal punto di visto cattolico, la nuova traduzione?



A sentire Teodoro nulla, perché i cattolici studiano solo sui testi orginali, gli altri sentono solo la lettura per edificazione e nient'altro. A sentire Polymetis ancora di meno, perché la dottrina cattolica non è basata sulla Bibbia, che è stata creata dalla Chiesa.

Shalom
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FORUM TESTIMONI DI GEOVA
17/10/2008 19:00
 
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Ma se 30 anni fa noi eravamo già così avanti... io mio chiedo cosa succederà quando uscirà la nuova TNM ... talmente veloci da infrangere il muro del suono?

X Barnabino: quando dovrebbe uscire la TNM 2 ?
17/10/2008 19:09
 
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Post: 67.472
Chissà... credo che sia in progetto, ma ci vorrà tempo perché a quanto ho capito a livello sintattico sarà un cambiamento radicale, i passi troppo letterali (che i nostri detrattori scambiamo stupidamente per anglicismi) verranno limati e resi alla portata di tutti.

Amici che parlano altre lingue mi hanno detto che le versioni uscite recentemente sono già profondamente mutate, al punto che spesso nelle riviste inglesi i versetti citati dalla NWT sono differenti da quelli della loro versione più aggiornata in base alle nuove direttive. Se conosci l'arabo, l'albanese, il russo e simili puoi rendertene conto.

Shalom

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FORUM TESTIMONI DI GEOVA
17/10/2008 19:19
 
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Re:
barnabino, 17/10/2008 15.50:



Ehi... ma non è che hanno consultato la TNM per tradurre? [SM=g7574]



Nella prefazione si legge: Tradotta dai testi originali ma con la fedele consultazione della TNM [SM=x1408403] [SM=x1408403] [SM=x1408403]
[Modificato da jwfelix 17/10/2008 19:19]
17/10/2008 22:55
 
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1 Pietro 3:19


E in spirito andò ad annunziare la salvezza anche agli spiriti che attendevano in prigione (CEI)

E nello spirito andò a portare l'annuncio anche alle anime prigioniere (CEI 2008)
17/10/2008 23:37
 
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Post: 36.979
TdG
Per Teodoro
Teo, tra queste 3 quale preferisci e quale scarteresti del tutto?

Vegliate su voi stessi e su tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha posti come vescovi a pascere la

Chiesa di Dio,
Chiesa del Signore,
Chiesa del Signore e Dio

che egli si è acquistata con il suo sangue.

Ciao
18/10/2008 00:11
 
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Felix, fai un post ad hoc, ora non ho tempo, forse nei prox giorni
Ciao,
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