Caro Jonas,
Come ho già osservato tutto quello che scrivi sulla generazione, sull'essere della stessa natura, ecc... va parte di una lettura anacronistica, ingenuamente astorica. Non possiamo mettere in bocca, è soprattutto in testa, a Paolo concetti che rappresentano tentativi dogmatici di spiegazione della natura di Cristo sviluppati letteralmente secoli dopo. A noi interessa capire cosa intendeva Paolo, un fariseo ebreo del I secolo legato alla tradizione vetetotestanentaria e non a Platone quando usa termini e concetti ben noti al giudaismo ed ai suoi lettori che erano per lo più ancora proseliti e giudei della diaspora. Il resto possiamo riservarlo alla storia del dogma più che all'esegesi.
Shalom
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Sijmadicandhapajiee, gente per cui le arti stan nei musei - Paolo Conte
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