Il problema dei 3 corpi: Attraverso continenti e decadi, cinque amici geniali fanno scoperte sconvolgenti mentre le leggi della scienza si sgretolano ed emerge una minaccia esistenziale. Vieni a parlarne su TopManga.
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Emotività tolleranza e umanità

Ultimo Aggiornamento: 26/07/2008 14:09
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26/07/2008 14:09
 
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Pensando all'emotività umana cosa vi viene in mente?
Io penso a quanto essa è limitata ... non abbraccia talvolta nemmeno la compassione per un individuo che soffre...
Eppure la nostra esistenza deve avere una sua vita morale che si possa manifestare all'occorrenza, tuttavia quello che si può vedere è un circolo ristretto, una sorta di locus amenus ove a nessuno è concesso di entrare se non dopo aver fatto i conti con la burocrazia dei sentimenti per ottenere quindi un ruolo all'interno di questo giardino delle emozioni...
L'egoismo verso ciò che è nostro o che per qualche ragione reputiamo tale ci porta ad osservare tutto e tutti con un distaccamento educato senza curarci invece di allargare i nostri orizzonti etici e di tolleranza...

Freud nella sua psicologia della vita amorosa diceva "Finora abbiamo lasciato dipingere alla fantasia creativa dello scrittore le condizioni necessarie per amare (...). Diviene inevitabile che la scienza, anche se con mano delicata, si occupi della stessa materia che gli artisti hanno trattato in modo da procurare per secoli gioia all'umanità".
Questo per dire che spesse volte la razionalità...ineluttabilmente e improrogabilmente uccide l'emotività a favore di una ragione che si esprime poi nella scienza che dista dall'arte, dall'emozione del poetare, da tutto ciò che è creazione pura, anni luce...

Pensando alla limitatezza dell'esistenza umana nel suo essere fugace ed effimera...è normale l'affermazione secondo la quale non esiste l'eternità del sentimento inteso come idea platonica o come assoluto e immutabile proprio perchè la vita è un susseguirsi di situazioni molteplici e diversificate fra loro che si ripropongono a noi mutando le nostre opinioni e anche i sentimenti.......allora che senso ha dire che amiamo?
che senso ha ora parlarne?
che senso ha allora credere che siamo capaci di amare?
dunque dovremmo essere immobili automi distaccati dalla realtà e non curarci di essa poichè la vita in realtà non esiste...non esiste perchè è talmente difficile da cogliere che nemmeno noi che la stiamo vivendo...possiamo realmente dire "è la mia vita"...se poi voltandoci indietro abbiamo dei ricordi vacui oppure cancelliamo parte di essa e non la rammentiamo.....allora cosa è nostro?

Mi viene in mente Schopenhauer..."Tra le forme a priori la più semplice è il tempo, ed essa costituisce anche un modello delle altre. Il tempo è illusorio, perchè ogni momento sopprime il precedente e di per sè non esiste, divenendo subito passato, che non esiste in senso proprio. Anche le altre forme a priori sono illusorie e disegnano nel loro insieme una realtà fittizia, come il velo di Maya che, secondo l'antica sapienza indiana, copre la vera natura delle cose, dando loro un aspetto ingannevole".

Se la realtà è fittizia ed è governata da qualcosa che va oltre l'intelletto...se nulla è eterno nella nostra finitezza umana...allora perchè diciamo che viviamo?

forse non stiamo agendo proprio perchè non sappiamo quanto in realtà possiamo cogliere di ciò che siamo ... o che viviamo ... ma soprattutto viviamo?
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