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La mente è un fenomeno elettrico

Ultimo Aggiornamento: 08/08/2008 22:57
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07/08/2008 08:55
 
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Liberamente tratto da: 'Io, robot. Di Eando Binder'.

'...Sei un mostro, una cosa creata, ma sei fondamentalmente come un essere umano. In te non agisce l'ereditarietà. L'ambiente ti sta formando. Sei la prova che LA MENTE E' UN FENOMENO ELETTRICO, modellato dall'ambiente. Negli esseri umani, i corpi, prodotti dall'ereditarietà, non sono che l'ambiente...'
...I suoi occhi sembravano ardere di una strana fiamma, che tuttavia si addolcì quando riprese a parlare...

Posto questo piccolo estratto, tratto da un noto racconto di Science Fiction, per sottolineare una grande verità. Di evidenza scientifica. L'io, il nostro essere, è qualcosa di sommario, di costruito. In pratica un'illusione.
La psicologia, che come fine di indagine comprende il funzionamento della psiche umana, ha cercato di rispondere a grandi quesiti che sempre l'uomo si è fatto. Alcuni tra questi, fin dal tempo dell'antica Grecia, è quello dell'esistenza separata tra mente e corpo. I greci solevano definire meglio la mente come espressione dello spirito. Quest'ultimo era visto come qualcosa di materiale. Ma molto più sottile. Qualcosa di simile al vento. Piuskè significava soffio e derivava da psiukein, soffiare, insufflare. Quindi lo spirito animava il corpo che senza di esso moriva. Indi corpo o soma era diviso da psiche, mente.
La psicologia ha invece definito che la mente è espressione del corpo. In quanto non esiste processo mentale, che sia di natura cognitiva od emotiva, senza il corpo. Il complesso neuronale del nostro cervello non fa altro che dare vita ad un'espressione complessa, articolatissima, che noi chiamiamo mente. Pensieri, azioni, emozioni: una giostra di psico-eventi che si manifestano ed hanno vita nella rete neuronale. Si sta parlando di un fenomeno elettrico. Lo stesso a cui accennava Binder nel suo splendido romanzo. Si sta parlando di un analisi dell'ambiente, ove il corpo, anch'esso facente parte del sistema in cui è immerso, viene vissuto come esperienza, come facente parte di un mondo. La mente è l'ambiente, quindi. E' il corpo. O meglio: è l'idea del corpo che ha, è l'idea dell'ambiente che lo circonda. La mente è, quindi, un'idea. Un sistema talmente complesso, come quello che verrà definito anche dal noto scrittore, Isaac Asimoov, col nome di 'cervello positronico', riferendosi ai robot, ove alcune reti neuronali artificiali, in merito alla loro complessità, incominciano ad auto osservarsi. A definirsi ambiente. A chiamarsi e sentirsi: 'Io'.
In realtà lo scrittore si avventura in una riflessione sulla mente umana. Una macchina umana, biologica, un'insieme di macchine utili a vivere ed iscriversi nel proprio ambiente che, con la sua complessità, si auto osserva. E vive l'illusione dell'io.
Per concludere, il riferimento all'ereditarietà è di natura psicologica. In questa materia si tendono a definire la caratteristiche dell'individuo partendo da alcune variabili immodificabili, leggi ereditarietà, ed altre ambientali. Ecco perché due gemelli omozigoti non assumeranno mai lo stesso comportamento nel corso della vita. Pur avendo corredi genetici simili il loro ambiente non sarà mai identico. Il loro vissuto differirà, anche solo fosse, per esagerare, perché visto da un punto diverso. E', comunque, sempre la reazione all'ambiente che forma sostanzialmente l'individuo.
Per rendere ancora più semplice il concetto ho pensato a due computer. Immaginate che vengano acquistati due PC sostanzilmente identici. Con lo stesso assemblaggio. Con gli stessi software. L'unica differenza sta nell'acquirente: due persone diverse.
Dopo un certo periodo di tempo le macchine presenteranno aspetti sostanziali che li distingueranno.
Uno degli acquirenti potrebbe essere un manager di un'azienda. Quindi installerà software propedeutici al suo lavoro. Scaricherà file, stamperà parecchio, scriverà numerose lettere piene di conti ai clienti riempendo la directory documenti con sottocartelle con nomi tipo: clienti, fornitori, etc..
Mettiamo che l'altro cliente sia, invece, un ragazzo di 14 anni. Magari scriverà anche lui. Ma più sulle chat. Scaricherà tanti file di carattere musicale tramite un programma di file sharing, film e chatterà tramite qualche istant messeger. E volete che non installerà tanti videogiochi per PC? E, magari, collegherà altri hardware, tipo un joy-stick o una scheda video più potente per godere meglio degli effetti tridimensionali dei giochi acquistati...
Insomma: è l'ambiente che forma. La mente è un fenomeno elettrico.



Siamo macchine evolute, talmente evolute che proviamo sentimenti, siamo capaci di ingannare gli altri e noi stessi... Ma di fondo siamo macchine biologiche. La comprensione di questo, quando ci arriva, non porta l'individuo a vivere in modo diverso. E' naturale che sia così. Ed è futuribile che un domani potranno esserci macchine differenti da noi solo a causa dell'involucro metallico che le avvolge invece che di carne che arriveranno a processi simili ai nostri fino a quello che in psicologia si chiama: illusione dell'ego. Cioè un ente assemblato di funzioni e macchine che incomincia ad osservarsi e si dà delle spiegazioni automaticamente in base a ciò che vede. Insomma che si chiede: ma io sono io? Cosa sono io? Da dove vengo? Anche il corpo umano è un insieme di macchine. Leve, processi biochimici di produzione energetica(si pensi all'ATP e la liberazione energetica da parte dei mitocondri e al metabolismo), processi rigenerativi(processo di mitosi), cognitivi ed emotivi(costruzioni e ricostruzioni che girano intorno ai numerosi conflitti che girano intorno all'ambiente e all'esperienza che la psiche fa di esso).
E magari, quelle macchine di ferro, simili a quelle di carne, incomincieranno a parlare di Dio, magari del Dio dei cyborg... Nel senso che non accetteranno mai di essere 'solo 'un essere limitato e che la sua consapevolezza sia frutto di illusione. Diranno: penso dunque sono, esisto! Io ci sono, sono vivo!
E qualche uomo gli potrebbe rispondere: non vedi che è l'uomo che assembla i tuoi componenti?
E loro potrebbero rispondere: sì, anche se questo è vero, la mia coscenza viene da Dio, io ho un'anima. Esattamente i processi che sono alla base del nostro essere e sentirci vivi. Del tutto futuribile.
Anche perché è già successo un caso in natura: si chiama uomo.
07/08/2008 10:02
 
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TdG

siamo macchine biologiche


No. La differenza tra una macchina e noi è profonda.

Da un punto di vista fisico potremmo parlare del mancato rispetto del IV principio della termodinamica (legge dell'entropia) per gli esseri viventi, dall'altra che a volte scegliamo modelli di comportamento autodistruttivi, completamente fuori da ogni logica se incastoniamo la nostra realtà in una mera filosofia evoluzionistica...


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«Una mente debole è come un microscopio: ingrandisce le piccolezze, ma è incapace di comprendere le cose grandi.»

Lord Chesterfield
07/08/2008 13:55
 
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Nel mio breve momento che riesco a trovare, vorrei dire che l'uomo ha il libero arbitrio se divenire come una macchina pensante oppure no.
Tutte le scritture sono protese per allontanare le creature umane da questa condizione creata e amata da esseri ribelli...creatori di statue metalloide...
Per questo motivo nella bibbia si trovano i tre principali divieti morali: cioè x idolatria, x fornicazione, e x antropofagia..sono le basi della religione scientifica odierna..il quale è propensa a far dell'uomo una macchina, una statua pensante..fin dall'antichità di tali sistemi di cose determinati dalla trinità primordiale edenica.
08/08/2008 13:26
 
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Non è un idea incompatibile con il nostro credo ufficiale, quello che proponi è un concetto molto vecchio che troviamo descritto anche in Platone quando parlando dell'anima si dice che è come il suono creato dalle corde di uno strumento musicale, esso esiste solo in virtù della materia vibrante ed allo stesso modo l'anima è il risultato della "vibrazione" del corpo che una volta morto non emana più alcuna anima.
08/08/2008 15:33
 
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Pur usando spesso metafore legato al mondo sensibile il pensiero di Platone si discosta decisamente dalle considerazioni fino qui postate .

I problemi più importanti della filosofia ( ci dice Platone ) risultano strettamente legati al problema della generazione , della corruzione e dell'essere delle cose , e in particolare al problema di fondo del perchè esse nascono , perchè si corrompono , e perchè sono . Ebbene Platone dice di essere partito da giovane proprio da questi problemi di fondo e di aver cercato di risolverli sulla scia delle indagini condotte dai filosofi naturalisti . Ma , rimanendo nell'ambito dell'indagine della natura propria di questi filosofi , le risposte a questi problemi risultavano di carattere puramente fisico-naturalistico . Il pensiero deriverebbe dal sangue , o dall'aria , o dal fuoco o dal cervello come organo fisico ?
. Ebbe così inizio la " seconda navigazione " , assai più faticosa ed impegnativa , quella condotta con il nuovo metodo dei ragionamenti che portano al trascendimento della sfera del sensibile e alla conquista del soprasensibile . Questo passo é per molti " una pietra miliare nella storia del pensiero occidentale " , in quanto ne segna una svolta decisiva , perchè costituisce " la prima dimostrazione razionale dell'esistenza di un essere oltre quello sensibile , ossia di una realtà soprasensibile e trascendente "
Naturalmente l’anima per Platone ha una natura affine a questa realtà trascendente
Nulla a che fare con fenomeni fisico-chimici del cervello

Pavel
08/08/2008 16:08
 
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pavel43, 08/08/2008 15.33:


Pur usando spesso metafore legato al mondo sensibile il pensiero di Platone si discosta decisamente dalle considerazioni fino qui postate .



E quindi? Non ho mica detto che avrei espresso le opinioni "di" Platone, ma solo quanto da lui scritto...

Se invece non era una critica rivolta a me allora hai fatto bene a chiarirlo.
[Modificato da Wiki NT 08/08/2008 16:48]
08/08/2008 16:34
 
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FEDONE

XXXVI
 
 
«Forse la tua impressione non è sbagliata,» ammise Socrate; «ad ogni modo, amico mio, dimmi cos'è precisamente che non ti ha soddisfatto.»
«Vedi, il tuo ragionamento, a mio avviso, potrebbe andar benissimo anche per quel che riguarda un accordo musicale, poniamo, di una lira; la melodia, infatti, che nasce dalle corde di una lira ben accordata è invisibile, incorporea, stupendamente bella, addirittura divina, mentre la lira e le sue corde sono cose materiali, corpi, di natura terrena e mortale. Ora, ammettiamo che uno rompa la lira, spezzi e strappi via le corde, da quanto hai detto, si potrebbe sostenere che la melodia, lungi dal dissolversi, continui a sussistere, poiché sarebbe impossibile che la lira continui ad esistere anche con le corde spezzate, che sono di natura mortale e che la melodia, invece, che partecipa del divino e dell'immortale, si dissolva, consumandosi prima di ciò che è finito. E, anzi, bisognerebbe affermare che è l'armonia che continuerà a sussistere in qualche parte, mentre il legno e le corde imputridiranno assai prima che ad essa capiti qualcosa. E io credo, Socrate, che anche tu abbia visto che noi, sull'anima, pensiamo press'a poco qualcosa di questo genere: dato che il corpo è armonicamente regolato e sorretto dal caldo e dal freddo, dal secco e dall'umido e da altri fattori analoghi, anche la nostra anima è costituita dalla combinazione e dall'armonia di questi stessi elementi convenientemente e proporzionatamente fusi tra loro. Se, dunque, l'anima è armonia, è chiaro che quando il nostro corpo, per una malattia o per altri malanni, subisce un rilassamento o un'eccessiva tensione, anche l'anima, necessariamente, verrà distrutta benché sia, in sommo grado, di natura divina, come del resto tutte le altre forme di armonia, quelle cioè che sono nei suoni o in ogni altra espressione d'arte, mentre i resti del corpo umano durano più a lungo e fino a quando non vengono cremati o non si decompongono. Vedi un po' tu, ora, cosa c'è da obbiettare se si sostiene che l'anima, dato che è formata da quegli stessi elementi di cui è fatto il corpo, quando giunge la cosiddetta morte, sarà essa la prima a morire.»
08/08/2008 22:33
 
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Effettivamente mentre non ci sono dubbi sull’opinione di Platone circa l’immortalità dell’anima, trattandosi di un dialogo tu accennavi all’obiezione mi pare di Cebete, che in qualche modo si rifa alle dottrine riconducibili a Democrito e ad Anassagora.

Pavel
08/08/2008 22:57
 
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[Modificato da Wiki NT 08/08/2008 22:57]
08/08/2008 22:57
 
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Re:
pavel43, 08/08/2008 22.33:

Effettivamente mentre non ci sono dubbi sull’opinione di Platone circa l’immortalità dell’anima, trattandosi di un dialogo tu accennavi all’obiezione mi pare di Cebete, che in qualche modo si rifa alle dottrine riconducibili a Democrito e ad Anassagora.

Pavel



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