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Testamento biologico: il no dei chirurghi

Ultimo Aggiornamento: 04/04/2009 18:55
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01/04/2009 01:24
 
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ROMA - “Mi riprometto di fare una lettura molto attenta ma, soprattutto, molto serena del testo definitivo che sarà approvato anche dalla Camera e che, sicuramente, sarà oggetto di una prossima discussione all’interno del Collegio italiano dei chirurghi (Cic). La prima e personale sensazione è, tuttavia, quella di un profondo sconcerto”. Così Pietro Forestieri, presidente del Cic, a proposito del disegno di legge sul testamento biologico sul testamento biologico approvato dal Senato. “Su temi così delicati- prosegue il chirurgo- vi sarebbe bisogno di discussioni più articolate, arricchite dall’apporto di esperti, e non già di decisioni aprioristiche, ideologiche o, peggio ancora, politiche. Come chirurgo, poi, sono sconcertato”.

Forestieri si sofferma sulla vacatio legis italiana, proprio in campo medico, sostenendo che “l’Italia è uno dei pochissimi Paesi (insieme, e per di più parzialmente, a Polonia e Messico) in cui l’atto medico è perseguibile penalmente ed in cui manca la gradualità della colpa. Per l’assenza di leggi specifiche sulla colpa medica, in assenza di un opportuno consenso informato, l’atto medico, paradossalmente, potrebbe essere, e di fatto lo è, equiparato ad un atto di delinquenza comune”.

“Credo che questa legge- commenta amaro- non potrà non avere un riflesso negativo sul consenso informato che, trovando radici profonde negli articoli 2, 13 e 32 della Costituzione, garantisce due diritti fondamentali, autodeterminazione e salute che, in un Stato laico e di diritto, non possono e non debbono in alcun modo essere messi in discussione”.

In conclusione, il presidente del Cic si interroga sui possibili scenari che il ddl sul testamento biologico, così articolato, può aprire. “Per richiamare fatti di cronaca giornalieri o recenti, da domani in poi potremo o, peggio, dovremo amputare arti anche contro la volontà coscientemente e palesemente espressa dal paziente. Da domani in poi potremo o, peggio, dovremo trasfondere i pazienti testimoni di Geova anche contro la loro volontà coscientemente e palesemente espressa? Spiace, poi, constatare che opinioni scientifiche unanimemente condivise circa la nutrizione e l’idratazione artificiale siano state completamente disattese e sacrificate per esclusivi principi ideologici e per puri fini politici. Temo che questa legge- chiosa Forestieri- aprirà una serie di interrogativi, di contraddizioni, di lacerazioni e di conseguenze di cui, forse, oggi non ci rendiamo nemmeno conto”.

Fonte: tdgnews
04/04/2009 18:55
 
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Fine-vita, la rabbia dei medici: "Questa legge È una truffa". "L'ultima parola è del malato"

"Non c'è legge che possa impedire di continuare ad agire in scienza e coscienza nel rispetto del benessere dei pazienti e delle loro volontà". E ancora: "Il volere di una persona è sacrosanto e va rispettato, non ci si può erigere a giudici, come non può farlo il governo o la Chiesa". È pressoché unanime il parere espresso dai medici che hanno risposto all'appello lanciato da Repubblica. it, - centinaia gli interventi arrivati - per dare la loro opinione sul testo di legge sul biotestamento votato al Senato, che lascia al medico la decisione se applicare o meno la dichiarazione anticipata di trattamento. Una legge che molti definiscono una "beffa", una "truffa", "barbara", "ipocrita", sicuramente una profonda delusione.

Specializzazione o provenienza geografica non fanno alcuna differenza: è convinzione condivisa, da Aosta a Catanzaro, dal medico di base all'anestesista o al geriatria, che l'alleanza terapeutica - quel delicato percorso fatto di fiducia, ascolto, comprensione e dolore, che è alla base della medicina moderna - non si può tradire. E che prima di fare leggi che toccano da vicino qualcosa di così profondo, non sarebbe male passare qualche giorno in un reparto dove si curano i pazienti terminali: è questo l'invito che in moltissime lettere viene rivolto ai parlamentari.

Le testimonianze arrivate al sito di Repubblica raccontano di esperienze personali, accumulate in anni di lavoro. Casi difficili, ognuno con il proprio carico di sofferenza, di fronte ai quali il percorso da seguire si è sempre scelto insieme, medico ed assistito. E nessuno ha intenzione di cambiare, ora, per legge. "Mi comporterò come ho sempre fatto", si legge.

"Continuerò a consigliare ciò che ritengo più giusto, ma non andrei contro le volontà di un paziente. Farei in modo di rispettarle in ogni modo". Fra gli specialisti che hanno mandato la propria opinione rispondendo all'appello, tanti lavorano in strutture pubbliche. Ci sono dirigenti che si firmano con nome e cognome, numero di tessera dell'Ordine dei medici. E all'Ordine chiedono di prendere posizione contro questo disegno di legge, considerato inutile e lesivo delle libertà individuali, al di là delle convinzioni religiose personali, visto che fra chi scrive ci sono anche diversi medici cattolici. Il testo approvato in Senato è un provvedimento che "scarica il barile della responsabilità" su di loro, investendoli di una discrezionalità non richiesta. Quello che il legislatore dovrebbe favorire, gridano questi appelli preoccupati, arrabbiati, amareggiati, è il rapporto fra "l'uomo medico" e "l'uomo paziente", mai ostacolarlo.

www.repubblica.it/2009/03/sezioni/politica/testamento-bio-2/rabbia-medici/rabbia-med...

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Chi non conosce la verità è uno sciocco, ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente.
Bertolt Brecht
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