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La Bibbia e la Chiesa

Ultimo Aggiornamento: 02/05/2009 18:16
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02/04/2009 17:57
 
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Storia di persone che pagarono con la morte la loro devozione per la Bibbia.

Jan Hus:

Jan Hus nacque nel 1369 ca. a Husinec, nella Boemia meridionale. Suo padre morì quando egli ancora giovane, perciò fu cresciuto dalla madre, e poi mandato a studiare all'università di Praga, dove H. frequentò con pieno successo i corsi di teologia e filosofia, studiando con Stanislao di Znojmo. Nel 1393 H. conseguì il titolo di Baccelliere in arti, nel 1396 la relativa laurea, nel 1400 fu ordinato sacerdote ed infine nel 1402 diventò decano dell'università di Praga.
Nello stesso tempo egli fu nominato predicatore nella Cappella di Betlemme, una comunità religiosa fondata nel 1391, per un auspicato ritorno all'originale Chiesa di Cristo e degli Apostoli, da Mathis di Janow, allievo, a sua volta, dei riformatori Jan Milic Kromerìz (fondatore della comunità "Nuova Gerusalemme") e Conrad Waldhouser.
Inoltre in quegli anni H. fu fortemente influenzato dagli scritti, tradotti in ceco, di John Wycliffe, il riformatore inglese, e riportati in patria da un gruppo di studenti boemi della facoltà di teologia di Oxford, recatisi in Inghilterra al seguito della principessa Anna di Boemia, promessa sposa a re Riccardo II d'Inghilterra (1377-1399).
Nel 1403 l'università di Praga condannò 45 tesi contenute negli scritti di Wycliffe: H., tuttavia, tradusse ugualmente il suo Trialogus in ceco e lo fece circolare in patria. Oltretutto egli era un eccellente predicatore e favoriva l'uso della lingua ceca, al posto del latino, e questo lo rese molto popolare presso i boemi che stavano sviluppando sempre più il senso di "nazione".
Nonostante le sue idee abbastanza eterodosse, fino al 1408, H. poté godere della protezione dell'arcivescovo di Praga, Zbynek (o Sbinko) von Hasenburg. In quell'anno l'alto prelato ricevette una lettera di Papa Gregorio XII (1406-1415), preoccupato del diffondersi delle idee di Wycliffe in Boemia, e soprattutto della possibilità che il re Venceslao IV, detto il Pigro (1378-1419), potesse mostrare simpatie verso esse.
Tutto ciò si complicò nel 1409 con la decisione del re stesso di favorire la componente ceca dell'università di Praga, di cui H. era il massimo esponente, permettendo ad essa di avere, nelle assemblee, tre voti, mentre alle altre nazionalità presenti in Boemia fu concesso solo un voto ciascuno. Questo portò ad una crisi senza precedenti: i docenti e studenti tedeschi (forse 20.000 persone) lasciarono Praga per emigrare a Lipsia o in zone a loro etnicamente più affini. Poiché Gregorio XII mostrò segni di voler intervenire nella complessa diatriba, re Venceslao proibì ogni contatto tra il clero locale ed il Papa: quest'ultimo reagì interdicendo Praga attraverso l'arcivescovo Zbynek.
La situazione, già così articolata, venne ulteriormente complicata dai vari interventi dei candidati Papi (non solo Gregorio XII, ma anche gli antipapi Benedetto XIII, Alessandro V e il suo successore Giovanni XXIII), che in quel momento nero per la Chiesa, si stavano scannando per il seggio pontificio. Infatti in una bolla del Dicembre 1409 l'antipapa Alessandro V proibì la predicazione in Boemia all'infuori dei luoghi consacrati e la diffusione degli scritti di Wycliffe.

Segue..........



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Alla luce dei fatti, gli apostati delle nuove religioni non possiedono gli standard di
obiettività personale, competenza e comprensione informata richiesti a testimoni esperti.

Lonnie D. Kliever
02/04/2009 17:59
 
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Jan Hus

Contro questa decisione H., forte dell'appoggio del re, si appellò, inviando al successore di Alessandro, l'antipapa Giovanni XXIII, i suoi compagni di fede Stanislao di Znojmo e Stefano di Pàlec, ma Zbynek, oramai diventato suo nemico, lo bandì nel 1410: re Venceslao reagì molto male a questo affronto e fu probabilmente il mandante dell'assassinio dell'arcivescovo nel Settembre 1411.
Nel 1412 H. prese una posizione molto polemica, assieme all'amico Girolamo di Praga, nei confronti di Giovanni XXIII, il quale faceva vendere le indulgenze con lo scopo molto terreno di finanziare la guerra contro il papa Gregorio XII. Questa posizione critica scatenò la reazione di Giovanni XXIII con la scomunica del predicatore ceco. La bolla papale di scomunica fu bruciata in piazza durante una manifestazione popolare a Praga, ma tre seguaci di H. furono arrestati e decapitati per ordine del re, che mostrò quindi di aver ritirato l'appoggio a H. in quanto si dice il sovrano fosse stato indispettito dal suo atteggiamento: infatti anche Venceslao stesso avrebbe potuto usufruire delle entrate derivate dalla vendita delle indulgenze.
H., a questo punto, osteggiato da più parti e con un ordine papale di cattura sulla testa, pensò bene di lasciare Praga nel 1412, rifugiandosi nelle campagne della Boemia meridionale per predicare fra i contadini e scrivere le sue opere più importanti, come Interpretazione del credo, dei dieci comandamenti e della preghiera del Signore e Della simonia, in ceco e De ecclesia in latino.
Rientrato a Praga nel 1414, fu invitato dal re di Germania Sigismondo di Lussemburgo (sovrano dal 1410) a partecipare, munito di un salvacondotto, al Concilio di Costanza del 1415 per chiarire le sue idee. Purtroppo, essendosi recato a Costanza con l'amico fraterno Girolamo di Praga, H. fu proditoriamente arrestato, nonostante il salvacondotto, e minacciato di morte se non avesse ritrattato le sue idee ritenute eretiche. H. rimase coraggiosamente sulle sue posizioni e dichiarò che lo avrebbe fatto, se si fosse dimostrato che egli era in contrasto con le Sacre Scritture.
Hus fu quindi condannato per eresia e bruciato sul rogo il 6 Luglio 1415 e le sue ceneri gettate nel fiume Reno. La stessa sorte toccò a Girolamo di Praga l'anno successivo e perfino Wycliffe, morto oramai da 30 anni, fu condannato postumo per eresia, ma solo nel 1428 e dietro pressioni di Papa Martino V (1417-1431): il suo corpo fu riesumato e bruciato sul rogo e le ceneri sparse nel fiume Swift.
La condanna sul rogo di H., da parte del re tedesco Sigismondo, fu un colossale errore politico, che fece assurgere la figura di H. a martire della riforma in Boemia e del nazionalismo ceco. Già quattro anni dopo, nel 1419, le truppe hussite scatenarono una guerra che durò fino alla pace di Jihlava del 1436 e alla fondazione nel 1467 dell'Unione dei fratelli boemo-moravi.
Più recentemente, la figura di Hus è stata riabilitata da Papa Giovanni Paolo II in un suo viaggio pastorale a Praga il 28 Aprile 1997.



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02/04/2009 18:03
 
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Re: Jan Hus
operman, 02/04/2009 17.59:



Hus fu quindi condannato per eresia e bruciato sul rogo il 6 Luglio 1415 e le sue ceneri gettate nel fiume Reno.



operman, 02/04/2009 17.59:


Più recentemente, la figura di Hus è stata riabilitata da Papa Giovanni Paolo II in un suo viaggio pastorale a Praga il 28 Aprile 1997.



Dopo 582 anni la figura di uno studioso viene riabilitata dalla Chiesa.
Chi era il vero successore di Pietro?
Quello che lo ha messo al rogo o quello che lo ha riabilitato?

[Modificato da operman 02/04/2009 18:04]



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08/04/2009 17:22
 
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William Tyndale
William Tyndale (circa - 6 ottobre 1494 – 1536) è stato un riformatore religioso del XVI secolo e uno studioso che tradusse la Bibbia nell'inglese dei suoi giorni.

Sebbene fossero state fatte numerose traduzioni parziali e complete a partire dal VII secolo, Tyndale fu il primo ad avvantaggiarsi dal nuovo mezzo della stampa che consentiva larghe tirature. Nel 1535 Tyndale venne incarcerato per eresia e tradimento per poi essere strangolato e bruciato sul rogo.

Divenne cappellano nella casa di Sir John Walsh in Little Sodbury nel 1521 circa. Le sue idee lo misero in difficoltà a causa di una disputa con i suoi colleghi e, intorno al 1522, venne convocato dal Cancelliere della Diocesi di Worcester in quanto accusato di eresia. Già allora era determinato a tradurre la bibbia in inglese essendo fermamente convinto che la strada per giungere a Dio fosse quella delle sue parole e che tale strada avrebbe dovuto essere disponibile anche per l'umile contadino che aveva maggiore familiarità con l'aratro che con i libri. Così lasciò tutto per trasferisti a Londra.

A Londra Tyndale fu fermamente respinto dal vescovo Cuthbert Tunstall quando gli chiese un supporto. Il cardinale, al pari di molti alti prelati, era molto a disagio al pensiero di una bibbia in vernacolo. Tyndale, con l'aiuto di un mercante, Humphrey Monmouth, fuggì dall'Inghilterra sotto pseudonimo e sbarcò ad Amburgo nel 1524. Aveva già iniziato la traduzione del nuovo testamento, dopo un visita a Lutero in Wittenberg, l'anno seguente, terminò la traduzione.

In seguito alla pubblicazione del nuovo testamento il cardinale Wolsey condannò Tyndale come eretico e ne domandò l'arresto.

Tyndale cercò di evitare l'arresto nascondendosi, probabilmente per un certo periodo di tempo adAmburgo, continuando la sua attività. Egli revisionò la sua versione del Nuovo Testamento ed iniziò a tradurre il Vecchio Testamento, scrivendo anche diversi trattati. Nel 1530 scrisse The Practyse of Prelates, che gli attirò l'appoggio del fronte Cattolico a causa della sua opposizione al divorzio di Enrico VIII d'Inghilterra. Ciò però provocò l'ira del re contro di lui: Enrico infatti chiese formalmente all'imperatore Carlo V l'arresto di Tyndale ed il suo ritorno in Inghilterra.

Alla fine fu denunciato alle autorità. Fu arrestato ad Anversa nel 1535 e rinchiuso nel castello di Vilvoorde nei pressi di Bruxelles. Venne processato con l'accusa di eresia nel 1536 e condannato al rogo, nonostante il tentativo di Thomas Cromwell di intercedere in suo favore. Il 6 ottobre 1536 fu misericordiosamente strangolato prima del rogo ed in seguito il suo corpo ormai senza vita venne bruciato. Si narra che le sue ultima parole furono: " Oh Signore, apri tu gli occhi al Re d'Inghilterra !""

it.wikipedia.org/wiki/William_Tyndale
[Modificato da operman 08/04/2009 17:24]



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08/04/2009 17:42
 
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altra vittima di Enrico VIII


Thomas More, italianizzato in Tommaso Moro (Londra, 7 febbraio 1478 – Londra, 6 luglio 1535), è stato un umanista, scrittore e politico inglese.

Nel corso della sua vita si guadagnò fama a livello europeo come autore umanista e occupò numerose cariche pubbliche, compresa quella di Lord Cancelliere d'Inghilterra tra il 1529 e il 1532 sotto il re Enrico VIII. Cattolico, il suo rifiuto di accettare l'Atto di Supremazia del re sulla Chiesa in Inghilterra mise fine alla sua carriera politica e lo condusse alla pena capitale con l'accusa di tradimento. La Chiesa cattolica e la Chiesa anglicana lo venerano come santo; nel 2000 papa Giovanni Paolo II lo proclamò patrono dei governanti e dei politici.

bello questo suo aforisma

« Se l'onore fosse redditizio, tutti sarebbero onorevoli. »



08/04/2009 22:06
 
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Crociata contro gli albigesi

Nel genocidio contro i Catari furono numerose le stragi avvenute nel sud della Francia ad opera della Chiesa. Si ricordano - fra le tante - la strage di Béziers, dove furono massacrate circa 20.000 persone, sia cattolici che catari, uomini, donne, bambini, anziani, e il massacro di Marmande nel 1219, descritto così nella Chanson de la Croisade Albigeoise:

"Corsero nella città (le armate dei Cattolici), agitando spade affilate, e fu allora che cominciarono il massacro e lo spaventoso macello. Uomini e donne, baroni, dame, bimbi in fasce vennero tutti spogliati e depredati e passati a fil di spada. Il terreno era coperto di sangue, cervella, frammenti di carne, tronchi senza arti, braccia e gambe mozzate, corpi squartati o sfondati, fegati e cuori tagliati a pezzi o spiaccicati. Era come se fossero piovuti dal cielo. Il sangue scorreva dappertutto per le strade, nei campi, sulla riva del fiume".
Il cronista cistercense Cesario di Heisterbach riporta che - durante il massacro di Béziers - dei Catari trovarono rifugio con dei Cattolici in una chiesa. Il legato pontificio Arnaud Amaury, non potendo distinguere gli eretici ma risoluto a non porre fine al massacro, ordinò quindi: Caedite eos! Novit enim Dominus qui sunt eius ("Uccideteli tutti! Dio riconoscerà i suoi"). Alcuni pensatori cattolici contemporanei negano che ciò sia mai successo.


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nel precedente post ho dimenticato di inserire Rivelazione 18:24

Sì, in lei fu trovato il sangue ... di tutti quelli che sono stati scannati sulla terra.

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12/04/2009 15:07
 
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JOHN WYCLIFFE

Questo filosofo francescano, docente presso l'Università di Oxford, recependo l'ostilità dei cittadini inglesi contro lo strapotere della chiesa cattolica feudale del proprio paese, ebbe il coraggio di criticare la pretesa del papato di riscuotere le imposte in Inghilterra, difendeva il diritto del re inglese di secolarizzare le terre ecclesiastiche, dichiarava che lo Stato non poteva dipendere dalla chiesa e che anzi era la chiesa a dover dipendere dallo Stato nelle questioni di carattere civile. Per questa ragione il papa Gregorio XI lo accusava degli stessi errori di Marsilio da Padova.

Chiedeva addirittura l'eliminazione dell'episcopato, in quanto il capo della Chiesa non poteva essere il papa, ma solo Gesù Cristo. Respingeva la dottrina delle indulgenze, la remissione dei peccati da parte dei sacerdoti, ovvero il loro potere di "salvare le anime", la confessione auricolare, il dogma della transustanziazione, nonché il culto dei santi, proclamava la Bibbia come unica fonte della rivelazione (e la tradusse in inglese).

Le sue idee ebbero grandissima influenza su tutti i riformatori di estrazione borghese della chiesa inglese (in Boemia furono riprese da Jan Huss). I feudatari e la stessa corona lo appoggiarono, perché i papi di Avignone avevano sostenuto la Francia durante la guerra dei Cento Anni (1337-1453).

Nel 1377 fondò l'ordine dei Poveri Predicatori (successivamente soprannominati Lollardi), ma dopo la rivolta contadina del 1381 l'Università di Oxford contestò le sue tesi sulla povertà evangelica e sul carattere puramente simbolico dell'eucarestia. Subì dal tribunale ecclesiastico due processi, ma non fu condannato perché protetto dalla corona.

Il Concilio di Costanza nel 1414 lo condannerà invece per eresia, insieme a Jan Huss e Girolamo di Praga. Pur essendo già morto, il corpo di Wycliffe fu riesumato e arso sul rogo nel 1428 dal vescovo di Lincoln.


www.homolaicus.com/storia/moderna/riforma_protestante/wycl...



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Lonnie D. Kliever
12/04/2009 15:12
 
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JOHN WYCLIFFE: Il suo pensiero sulla Bibbia
La Bibbia non è solo il fondamento della fede, ma anche l'unica vera e assoluta verità. È parola di Dio, vera in se stessa, che contiene tutta la verità che si può conoscere (anche nella sua espressione letterale): essa perciò va presa così com'è. È il parametro di ogni conoscenza e di ogni condotta: da qui la conseguenza che solo ciò che è conforme alla Bibbia è vero.

Cremazione dei resti di John Wyclif.
[Modificato da operman 12/04/2009 15:13]



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18/04/2009 10:33
 
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La Bibbia proibita

Sembra paradossale che un sistema come quello cattolico, che dovrebbe essere basato proprio sulla Bibbia, parli di questo libro come di un testo chiuso, nascosto, inavvicinabile dalla maggioranza delle persone e che solo ora, grazie a qualche casa editrice, esso sia finalmente sciolto da catene secolari.

Come credenti e semplici cristiani, siamo indubbiamente lieti di tale evento, anche se non possiamo fare a meno di rilevare come sia stata la stessa chiesa cattolica romana a diffidare per lunghi secoli della lettura della Bibbia, perseguitando coloro che desideravano accostarvisi senza l'indispensabile imprimatur cattolico (1).

1) Nota: Fino ai primi del '900 diversi papi si sono espressi contro la diffusione della Bibbia. Nel 1849, inoltre, la prima iniziativa di papa Pio IX una volta ripreso il potere fu di bruciare tutte le copie "evangeliche" del Nuovo Testamento (versione Diodati) introdotte in Roma. Ancora negli anni '30 dello scorso secolo furono frequenti i roghi di Bibbie evangeliche.


Un po' di storia

In genere, le repressioni e persecuzioni citate vengono giustificate asserendo che "erano altri tempi e che ora la chiesa cattolica è profondamente cambiata".

Tuttavia ci domandiamo perplessi: la chiesa Romana che produsse quelle azioni, non fu forse guidata da papi "infallibili" proprio come oggi? A tale domanda Giovanni Paolo II risponde affermativamente. Nell'introduzione al Nuovo Catechismo si legge che la chiesa Romana custodisce "in ogni tempo" il deposito della fede. Diamo uno sguardo alla Storia per averne conferma.

Il Dictatus Papae di Gregorio VII (1075) e più tardi la bolla Unam Sanctam di Bonifacio VIII (18-11-1302) asserivano l'autorità assoluta del papa, la sua santità e l'impossibilità per chiunque a criticarne l'operato. È singolare che tale custodia, tale santità, tale infallibilità, siano state esercitate scoraggiando e proibendo la lettura del testo biblico.


Persecuzioni

Un primo atto ufficiale contro la lettura biblica risale al secolo XIII. Il Concilio di Tolosa (1229), d'accordo con papa Gregorio IX, decretò nel canone 14 la proibizione per i laici di possedere copia della Bibbia. Nel 1234 il Concilio di Tarragona ordinò che tutte le versioni della Bibbia nelle lingue parlate venissero, entro 8 giorni, consegnate ai vescovi per essere bruciate!

Divieti simili furono emanati in tutta Europa da vescovi e da Concili provinciali fino al XVI secolo. Un'attività intensissima si ebbe soprattutto tra il XVI e XVII secolo, volta a frenare la diffusione della riforma protestante in Europa. La nuova Inquisizione romana, istituita da papa Paolo III con la bolla “Licet ab initio” del 1542, aveva tra i suoi compiti anche quello di controllare la produzione, la vendita e la diffusione degli stampati. Il primo Indice dei libri proibiti fu compilato nel dicembre del 1558 sotto il pontificato di Paolo IV. Vi erano elencate, tra l'altro, 45 edizioni proibite della Bibbia e del Nuovo Testamento e i nomi di 61 stampatori responsabili della pubblicazione di libri eretici.

Persino il Concilio di Trento, pur non pronunciandosi apertamente sulla lettura della Bibbia, compose un catalogo di libri di cui veniva proibita la lettura (sess. 18, 26-2-1562). Un paio di anni più tardi, il 24 marzo 1564, quel catalogo fu pubblicato in una bolla papale (Index librorum prohibitorum). Questo documento introduceva dieci Regole, la quarta delle quali proibiva la lettura della Bibbia in lingua volgare, se non dietro particolare licenza del vescovo.

Gregorio XV, nel 1622, eliminò anche questa remota possibilità revocando tutte le licenze concesse dai suoi predecessori. Nel 1631, Urbano VII ingiunse di nuovo a tutti i possessori di copie della Bibbia di consegnarle alle autorità per bruciarle, pena la denuncia alla "santa" Inquisizione. Più recentemente, Pio VII (1820) condannò con decreto la traduzione italiana della Bibbia, ivi inclusa quella di mons. Antonio Martini (1776), arcivescovo di Firenze. E la Bibbia fu nuovamente posta all'indice dei libri proibiti!

Oggi, a 30 anni dal Concilio Vaticano II, ci pensano degli editori a consentire la distribuzione della Bibbia. Un'apertura che appare tardiva e che rimane macchiata del sangue di molti cui la chiesa Cattolica Romana ha chiuso per secoli il testo biblico. Di quel sangue non s'è mai chiesto perdono.
Ci auguriamo che reclamizzare oggi la Bibbia come un bel romanzo affascinante non serva ad addolcirne il messaggio, e che la voglia di leggerla non passi con la rapidità di un consiglio per l'acquisto.


camcris.altervista.org/bibbiaproib.html



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22/04/2009 15:05
 
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molto interessante.............

1Corinti 13; 4 L’amore è longanime e benigno. L’amore non è geloso, non si vanta, non si gonfia, 5 non si comporta indecentemente, non cerca i propri interessi, non si irrita. Non tiene conto del male. 6 Non si rallegra dell’ingiustizia, ma si rallegra della verità. 7 Copre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa.
8 L’amore non viene mai meno.
27/04/2009 23:44
 
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Re: La Bibbia proibita
operman, 18/04/2009 10.33:


Il primo Indice dei libri proibiti fu compilato nel dicembre del 1558 sotto il pontificato di Paolo IV. Vi erano elencate, tra l'altro, 45 edizioni proibite della Bibbia e del Nuovo Testamento e i nomi di 61 stampatori responsabili della pubblicazione di libri eretici.




Tra le edizioni proibite della Bibbia vi erano incluse tutte
le edizioni della Bibbia di Robert Estienne, (Robertus Stephanus),
tipografo e traduttore parigino, benchè scritte in latino.
La sua storia si può leggere sulla Torre di Guardia del 14 aprile 1995
Un tipografo che lasciò la sua impronta
QUI
si può vedere la pagina del titolo della Bibbia d'Estienne
stampata a Parigi nel 1546 (biblioteca privata bruciolis), e
QUI
si può vedere l'INDICE DEI LIBRI PROIBITI, dove si legge, tra gli altri, anche il nome di Estienne.
(Biblia Parifiis per Robertú Stephenum 1 5 2 8. 1 5 3 2. 1 5 3 4.
1 5 4 0. 1 5 4 5. 1 5 4 6).







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Robert Estienne
bruciolis, 27/04/2009 23.44:



Tra le edizioni proibite della Bibbia vi erano incluse tutte
le edizioni della Bibbia di Robert Estienne, (Robertus Stephanus),
tipografo e traduttore parigino, benchè scritte in latino.
La sua storia si può leggere sulla Torre di Guardia del 15 aprile 1995
Un tipografo che lasciò la sua impronta




Per chi vuol conoscere la storia della sua traduzione.

Con il diffondersi in tutta Europa delle idee di Lutero e di altri riformatori, la Chiesa Cattolica cercò di tenere sotto controllo la mente delle persone decidendo quello che si poteva o non si poteva leggere. Il 15 giugno 1520 papa Leone X aveva pubblicato una bolla con cui si vietava in tutti i paesi cattolici la stampa, la vendita e la lettura di qualsiasi libro contenente “eresie” e si richiedeva alle autorità secolari di far rispettare la bolla nei loro domini. In Inghilterra il re Enrico VIII affidò la censura al vescovo cattolico Cuthbert Tunstall. In quasi tutta l’Europa, però, l’autorità indiscussa in campo dottrinale dopo il papa era la facoltà teologica della Sorbona, a Parigi.
La Sorbona era la voce dell’ortodossia cattolica. Da secoli era considerata il bastione della fede cattolica. I censori della Sorbona erano contrari a tutte le edizioni critiche e alle traduzioni della Vulgata in lingua comune, che secondo loro ‘non erano utili alla Chiesa, bensì nefaste’. Non c’è da sorprendersi, visto che in quel periodo i riformatori stavano mettendo in discussione dottrine, cerimonie e tradizioni ecclesiastiche che non si basavano sull’autorità delle Scritture. Tuttavia molti teologi della Sorbona consideravano le riverite dottrine della chiesa più importanti di un’accurata versione della Bibbia stessa. Un teologo disse: “Una volta che le dottrine sono state acquisite, le Scritture sono come l’impalcatura che si toglie dopo aver costruito il muro”. I membri della facoltà erano perlopiù digiuni di ebraico e greco, eppure disdegnavano gli studi di Estienne e di altri eruditi rinascimentali che cercavano di comprendere meglio i termini biblici originali. Un professore della Sorbona arrivò a dire che “la diffusione della conoscenza del greco e dell’ebraico avrebbe causato la distruzione di ogni religione”.

Segue.....
[Modificato da operman 28/04/2009 18:23]



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Robert Estienne

Segue....

Le prime edizioni della Vulgata di Estienne avevano superato il vaglio dei censori della facoltà, ma non senza controversie. Nel XIII secolo la Vulgata era stata dichiarata Bibbia ufficiale dell’università e per molti il suo testo era infallibile. La facoltà aveva addirittura condannato un erudito di tutto rispetto come Erasmo per il suo lavoro sulla Vulgata. Per alcuni, il fatto che uno stampatore laico avesse l’audacia di correggere il testo ufficiale era motivo di allarme.
Forse ciò che più preoccupava i teologi erano le note marginali di Estienne. Esse mettevano in dubbio la legittimità del testo della Vulgata. A causa del suo desiderio di chiarire certi passi, Estienne fu accusato di intromettersi nel campo della teologia. Egli respinse l’accusa, sostenendo che le sue annotazioni erano solo brevi riepiloghi o commenti filologici. Per esempio, la sua nota a Genesi 37:35 spiegava che lì la parola “inferno” (latino: infernum) non poteva essere intesa come luogo di pena dei malvagi. La facoltà lo accusò di negare l’immortalità dell’anima e l’intercessione dei “santi”.
Estienne, però, godeva del favore e della protezione del re. Francesco I mostrò grande interesse per gli studi rinascimentali, in particolare per il lavoro del tipografo regio. Si dice addirittura che una volta Francesco I, recatosi a far visita a Estienne, attese pazientemente che questi correggesse una bozza di stampa urgente. Forte dell’appoggio del re, Estienne poté resistere alla Sorbona.
I teologi mettono al bando le sue Bibbie
Nel 1545, però, certi eventi attirarono su Estienne tutte le furie della facoltà della Sorbona. Comprendendo i vantaggi del presentare un fronte unito contro i riformatori, le università cattoliche di Colonia (Germania), Lovanio (Belgio) e Parigi avevano precedentemente convenuto di collaborare per condannare gli insegnamenti non ortodossi. Quando i teologi dell’Università di Lovanio scrissero alla Sorbona dicendosi meravigliati che le Bibbie di Estienne non comparissero nell’elenco parigino dei libri proibiti, la Sorbona, mentendo, rispose che li avrebbe sicuramente messi all’indice se li avesse visti. I nemici di Estienne all’interno della facoltà erano ora fiduciosi che l’autorità congiunta delle facoltà di Lovanio e Parigi fosse sufficiente per convincere Francesco I degli errori del suo tipografo.
Frattanto, avvertito delle intenzioni dei suoi nemici, Estienne andò dal re prima di loro. Estienne propose che se i teologi avessero fatto una lista degli errori che avevano trovato, egli sarebbe stato disposto a stamparli insieme alle correzioni dei teologi e a inserirli in ogni Bibbia venduta. La soluzione piacque al re, che chiese a Pierre du Chastel, lettore reale, di interessarsi della cosa. Nell’ottobre del 1546 la facoltà scrisse una lettera di protesta a Du Chastel, dicendo che le Bibbie di Estienne erano “alimento per quelli che negano la nostra Fede e sostengono le attuali . . . eresie” e che erano così piene di errori da meritare di essere “completamente distrutte ed eliminate”. Per nulla convinto, il re ordinò personalmente alla facoltà di esibire la lista degli errori affinché potesse essere stampata con le Bibbie di Estienne. I teologi promisero che avrebbero preparato una lista dettagliata dei presunti errori, ma in realtà fecero di tutto per sottrarsi a questa incombenza.


Segue....




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Alla luce dei fatti, gli apostati delle nuove religioni non possiedono gli standard di
obiettività personale, competenza e comprensione informata richiesti a testimoni esperti.

Lonnie D. Kliever
28/04/2009 18:23
 
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Robert Estienne

Segue...

Francesco I morì nel marzo del 1547, e con lui scomparve il più potente alleato di Estienne nella lotta contro la Sorbona. Quando Enrico II ascese al trono rinnovò l’ordine del padre alla facoltà di esibire la lista degli errori. Ciò nonostante, notando che i principi tedeschi approfittavano della Riforma per fini politici, Enrico II era più interessato a mantenere la Francia cattolica e unita sotto di sé che ai presunti pregi o demeriti delle Bibbie del tipografo regio. Il 10 dicembre 1547 il Consiglio della Corona decise di vietare la vendita delle Bibbie di Estienne fino a quando i teologi non avessero esibito la lista degli errori.
Accusato di eresia
A quel punto la facoltà cercò di trovare il sistema per sottoporre il caso di Estienne alla speciale commissione da poco istituita per esaminare i casi di eresia. Estienne sapeva benissimo a quale pericolo andava incontro. A due anni dalla sua istituzione, questa corte era già nota come chambre ardente, “camera ardente”. Una sessantina di vittime furono mandate al rogo, fra cui alcuni tipografi e librai che vennero bruciati vivi nella Place Maubert, a pochi minuti di strada dalla casa di Estienne. La sua abitazione fu ripetutamente perquisita alla ricerca di qualche prova contro di lui. Vennero interrogati più di 80 testimoni. Agli informatori fu promesso un quarto dei suoi beni se fosse stato condannato per eresia. Nonostante ciò, la sola prova che avevano era ciò che Estienne aveva stampato apertamente nelle sue Bibbie.
Ancora una volta il re ordinò ai censori della facoltà di consegnare al Consiglio della Corona l’elenco degli errori. Con ostinazione la facoltà rispose che ‘i teologi non hanno l’abitudine di mettere per iscritto ciò che giudicano eretico, ma lo fanno solo a voce, e bisogna credere loro, altrimenti non si finisce più di scrivere’. Enrico si arrese. Fu imposto il bando definitivo. Quasi tutte le opere bibliche pubblicate da Estienne furono condannate. Pur essendo sfuggito alle fiamme della Place Maubert, egli decise di lasciare la Francia, visto che tutte le sue Bibbie erano state messe al bando e che probabilmente avrebbe subìto ulteriori angherie.
Tipografo all’estero
Nel novembre del 1550 Estienne si trasferì a Ginevra, in Svizzera. La facoltà aveva reso illegale in Francia la pubblicazione di qualsiasi Bibbia che non fosse la Vulgata. Finalmente libero di pubblicare quello che voleva, nel 1551 Estienne ristampò il suo “Nuovo Testamento” greco, con due versioni latine (la Vulgata e quella di Erasmo) disposte su colonne parallele. A questo fece seguito, nel 1552, una traduzione francese delle Scritture Greche col testo latino di Erasmo a fronte. In queste due edizioni Estienne introdusse il suo sistema di divisione del testo biblico in versetti numerati, lo stesso adottato universalmente oggi. Benché in precedenza ci fosse stato chi aveva provato altri metodi di divisione in versetti, il sistema di Estienne si impose. La sua Bibbia francese del 1553 fu la prima Bibbia completa ad adottare quella divisione in versetti.
La Bibbia latina di Estienne con le due versioni del 1557 è degna di nota anche per l’uso del nome proprio di Dio, Jehova, che compare in tutte le Scritture Ebraiche. In margine al secondo Salmo egli annotò che la sostituzione del Tetragramma ebraico (יהוה) con ’Adhonài si basava esclusivamente su una superstizione giudaica e doveva essere respinta. In quella edizione Estienne riportò in corsivo le parole latine aggiunte per completare il senso dell’ebraico. Questa convenzione, seguita poi da altre Bibbie, spesso lascia perplessi i lettori di oggi, abituati all’uso del corsivo per dare risalto alle parole.
Deciso a usare la sua erudizione a vantaggio degli altri, Estienne dedicò la sua vita alla pubblicazione delle Sacre Scritture. Coloro che oggi apprezzano la Parola di Dio possono essere riconoscenti a lui e ad altri che con grandi sforzi e pazienza si adoperarono per ricostruire accuratamente il testo biblico originale. Il lavoro da loro avviato continua, man mano che si conoscono meglio le lingue antiche e si scoprono manoscritti della Parola di Dio più antichi e più accurati. Poco prima della sua morte, avvenuta nel 1559, Estienne stava lavorando a una nuova traduzione delle Scritture Greche. A chi gli chiedeva: “Chi la comprerà? Chi la leggerà?”, rispondeva con fiducia: ‘Tutti gli uomini istruiti di santa devozione’.

Fine.



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Re: Robert Estienne
operman, 28/04/2009 18.23:


La Bibbia latina di Estienne con le due versioni del 1557 è degna di nota anche per l’uso del nome proprio di Dio, Jehova, che compare in tutte le Scritture Ebraiche. In margine al secondo Salmo egli annotò che la sostituzione del Tetragramma ebraico (יהוה) con ’Adhonài si basava esclusivamente su una superstizione giudaica e doveva essere respinta.



a sostegno di quanto soprariportato, nella figura sottoriportata si notano per l'appunto le due versioni
di Estienne del libro dei Salmi del 1557 e la nota marginale riguardante il nome Jehova (biblioteca privata bruciolis)



dice la nota marginale:
Geova YHWH, questo nome, i giudei superstiziosi stabilirono da molto tempo che non si potesse pronunciare,
leggendo ADONAI , ovvero SIGNORE, laddove nelle Scritture si
ha YHWH; in seguito i greci e i latini seguirono il loro esempio. In realtà, il Signore stesso volle
che questo nome fosse conosciuto, fu chiaro, quando interrogato da Mosè a riguardo
del nome, rispose: « Sarò chi sarò, e in seguito dirai ai figli d’Israele: YHWH mi mandò a voi » Es.3:14.
Con queste parole il nome significa chiaramente Colui che esiste da se e in
riguardo solo a se e perciò sempre esisteva ed esistendo produce eccellenza in tutte le cose.
Questo è quanto non rappresentava il nome SIGNORE; perchè, non si vede? ( )






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Re: Re: Robert Estienne
bruciolis, 4/29/2009 2:04 AM:



a sostegno di quanto soprariportato, nella figura sottoriportata si notano per l'appunto le due versioni
di Estienne del libro dei Salmi del 1557 e la nota marginale riguardante il nome Jehova (biblioteca privata bruciolis)



dice la nota marginale:
Geova YHWH, questo nome, i giudei superstiziosi stabilirono da molto tempo che non si potesse pronunciare,
leggendo ADONAI , ovvero SIGNORE, laddove nelle Scritture si
ha YHWH; in seguito i greci e i latini seguirono il loro esempio. In realtà, il Signore stesso volle
che questo nome fosse conosciuto, fu chiaro, quando interrogato da Mosè a riguardo
del nome, rispose: « Sarò chi sarò, e in seguito dirai ai figli d’Israele: YHWH mi mandò a voi » Es.3:14.


Con queste parole il nome significa chiaramente Colui che esiste da se e in
riguardo solo a se e perciò sempre esisteva ed esistendo produce eccellenza in tutte le cose.
Questo è quanto non rappresentava il nome SIGNORE; perchè, non si vede? ( )








Quande' grossa sta bibloteca di Brucioli? [SM=x1408417]

Mia moglie chiama la mia bibloteca! La bibloteca, di Bin Ladin [SM=x1408442] [SM=x1408403] [SM=x1408403


02/05/2009 18:16
 
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Traduzione della Bibbia imposta dal Papa di turno

SISTO V

La versione latina della Bibbia, la Vulgata, era opera di San Gerolamo nel quarto secolo ed aveva avuto un posto significativo nel corso del Medioevo.
Il Concilio di trento (1546) aveva stabilito che la "Vulgata" era la versione autentica della Bibbia ed essa sola doveva essere usata nei sermoni, discussioni o letture.
Purtroppo il lavoro di riporto dei copisti aveva prodotto molti errori e la stampa moltiplicò il numero degli sbagli. Con la Riforma i Protestanti produssero la loro personale versione della Bibbia e diventava imperativo che anche i cattolici potessero fruire di un testo affidabile della Vulgata in tutte le discussioni.
Dopo tre anni di pontificato, nel 1588, gli venne presentato (a Sisto) il testo finale predisposto dalla commissione di studiosi a cui aveva dato l'incarico. Secondo il pontefice c'era troppo lavoro di ricerca, troppe variabili interpretative. Il papa scacciò il capo della Commissione, il cardinal Carafa, fuori dalla stanza urlando che avrebbe provveduto lui personalmente.
In una Bolla di 300 parole dichiarò che lui, il papa, era l'unico soggetto in grado di produrre una "autentica Bibbia" per la Chiesa.

E lo fece.
Lavorando giorno e notte (soffriva d'insonnia), operando su di un testo popolare e provvedendo ad aggiunte personali dove gli sembrava fosse opportuno, completò l'opera in circa diciotto mesi. Cambiò radicalmente il sistema di riferimenti. Cambiò i capitoli, che erano stati strutturati abilmente da Roberto Stefano nel 1555 ed erano universalmente adottati. Dimenticò addirittura interi versi e cambiò i titoli dei Salmi.

Tutte le vecchie bibbie e tutti i testi scolastici divennero di colpo obsoleti.
Nel 1590 gli furono presentate le prime copie "in folio". "Splendido" disse il papa, finché non si accorse delle centinaia di errori di stampa. Per non perdere tempo provvide personalmente alla correzione delle bozze (ci mise sei mesi) passandole poi alla stampa, mentre la sua Bolla "Aeternus ille" era già pronta da tempo e recitava autoritativamente: "Nella pienezza del potere Apostolico, Noi dichiariamo e decretiamo che questa edizione....approvata per l'autorità conferitaCi da Dio, deve essere ricevuta e tenuta come vera, legittima, autentica, ed inquestionabile in tutte le discussioni, letture, preghiere e spiegazioni pubbliche e private". A nessuno era permesso, editore o libraio, di deviare di una virgola da questa finale ed autentica versione della Bibbia latina. Chiunque contravvenisse alla Bolla papale doveva ritenersi automaticamente scomunicato e solo il papa poteva assolverlo. Erano previste anche punizioni materiali e temporali.

Verso la metà di aprile furono distribuite copie a cardinali ed ambasciatori. Quattro mesi dopo il papa era morto.


Il seguito di questa "storia":
www.capurromrc.it/papato/papato18.html



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Lonnie D. Kliever
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