La nascita del Purgatorio
Titolo Originale La nassaince du Purgatoire
© 1981 Edition Gallimard, Paris
© 1982 e 1996 Giulio Einaudi editore s.p.a, Torino
Progetto storiografico
Il proposito del libro è chiaro fin dalle prime pagine : studiare la formazione secolare di quel "terzo luogo" a partire dal giudeo-cristianesimo e, di mostrarne la nascita nell'Occidente medioevale nella seconda metà del secolo XII, e il rapido successo nel corso del secolo seguente.
Studiare la storia di una credenza significa metterne in rilievo i possibili aspetti di continuità con il passato (presenti soprattutto nella tradizione giudaica, egizia, e in misura minore nella cultura pagana), ma anche comprenderne la specificità . L'emergere e il costituirsi attraverso i secoli della credenza nel Purgatorio presuppone e comporta una modifica sostanziale dei quadri spazio-temporali dell'immaginario cristiano. In una società intrisa di religiosità come quella medioevale, scegliere fra lasciare vagare o far riposare i morti significa optare per due modi alternativi di vita.
È dunque necessario analizzare anche le dinamiche sociali soggiacenti, spiegare come mai il secolo XII sia stato il vero creatore del Purgatorio. Bisogna sottolineare come Le Goff rimanga fedele a quel suo credo metodologico espresso insieme con Toubert riguardo alla funzione del documento/monumento. Nell'articolo "È possibile una storia totale del Medioevo?" si sottolineava come il lettore non dovesse essere posto davanti a fredde conclusioni, frutto della ricerca dello storico, ma come dovesse anch'egli penetrare le tensioni esistenti nello studio, in modo tale da comprendere quali fossero le difficoltà presenti nel confermare (o smentire) un'ipotesi, e quale indirizzo lo studioso aveva voluto dare alla sua ricerca. Date queste premesse, e visto la grande padronanza della scrittura da parte dell'autore, il libro è avvincente, mai noioso, mai propenso alla ricostruzione delle sole idee riguardanti il Purgatorio, ma sempre attento nel mettere in relazione il contributo della speculazione di grandi monaci e teologi, con quello "dell'immaginario collettivo" che anima un'idea e rende possibile una sua accettazione a livello sociale.
D'altronde non furono univoche le soluzioni proposte e il risultato finale non può essere spiegato attraverso la sola storia delle idee del Purgatorio, ma si rende necessario una contestualizzazione del discorso che comprenda tanto il ruolo politico-teologico svolto dalla Chiesa quanto la rappresentazione che la gente comune aveva dell'aldilà (gli exempla monastici, straordinari mezzi di propaganda del Purgatorio, si basavano il più delle volte su racconti popolari e tradizioni folkloriche).
Storia delle mentalità dunque, dove la funzione del Purgatorio non è solo di aggiunta ad un sistema di dogmi, ma è piuttosto il paradigma di come la morte fosse rappresentata nell'Occidente cristiano. Credere nell'esistenza del Purgatorio significa innanzitutto credere in un giudizio sulle anime dei morti (cosa piuttosto diffusa in qualsiasi tipo di religione), ma tale giudizio è di tipo particolare : non definitivo, ma momentaneo, fino al momento in cui non ci sarà il definitivo trapasso verso il Paradiso. In sostanza all'alternativa tra salvezza o dannazione si insinua quel "terzo luogo" che tante controversie genererà prima con la chiesa orientale poi con quella protestante, entrambe unite nel contestare la mancanza di riferimento nelle Scritture. La Chiesa, quando sancirà dogmaticamente la nascita del Purgatorio nel Tridentino, sarà comunque attenta a non presentare descrizioni troppo particolareggiate : il Purgatorio sarà uno stato, non un luogo.
Troppe in effetti erano state le controversie all'interno della stessa cristianità sulla geografia del Purgatorio : dove si situava ? Era un luogo terrestre o meno ? Era di tipo infernale oppure la sua natura era quella di essere piuttosto un Paradiso mancato ? Che tipo di proporzionalità vigeva tra pene commesse quaggiù e tempo trascorso a purificarsi ? Dopo il capitolo riguardante la sistemazione scolastica e la nascita di quella "contabilità del Purgatorio" che sarà alla base del fenomeno delle indulgenze, il libro termina con l'analisi della seconda cantica della Divina Commedia ; la scelta è quasi obbligata poiché Dante fu sicuramente il più grosso teologo del Purgatorio dato che raccolse tutti gli elementi precedentemente proposti e offrì un modello esaustivo che rispondeva a tutte le domande sopracitate.
Esiste ancora uno spazio per il Purgatorio ?
La risposta va trovata nell'evoluzione intercorsa tra il Medioevo e i nostri giorni. Il Purgatorio nacque in una società fortemente comunitaria, in cui la morte e il peccato non erano questioni individuali riguardanti l'uomo e Dio, ma coinvolgevano una pluralità di rapporti difficilmente immaginabili per noi moderni. L'apparizione di un defunto che richiedeva suffragi veniva puntualmente raccolta e trascritta da qualche ecclesiastico colto per essere inserita in quadro di rapporti sociali che non coinvolgevano mai due persone, ma sempre, e almeno, tre : il morto, colui che riceve la visione, l'intermediario che la trascrive. Ci si può chiedere, nella nostra prospettiva, se quei meccanismi fossero soltanto funzionali a mettere in giro una credenza, ma quello di cui bisogna tener conto è che difficilmente un alto ecclesiastico, persona colta e difficilmente "credulona", "inventava" apparizioni, visioni, ma, anzi, si premurava di trascrivere soltanto ciò che aveva potuto accertare personalmente. Tutta la società spingeva a credere che dovesse esistere un luogo in cui il peccatore poteva redimersi, in cui il peccato non coincidesse tragicamente con la dannazione dell'anima.
Noi viviamo dopo l'Illuminismo ed è da qui bisogna partire. Tutto l'apparato di credenze elaborato dal Medioevo è stato considerato pura superstizione che la Ragione poteva facilmente comprendere e criticare, in prospettiva della costruzione di una società basata su rapporti razionali. Certo c'era già stata la Riforma Protestante che aveva considerato il Purgatorio non conforme alla Scrittura e quindi solo invenzione umana, tanto più deprecabile perché alimentava il fenomeno delle indulgenze, e ancor prima il Rinascimento, che aveva elaborato una nuova visione dell'uomo (secondo la classica interpretazione burckardiana). Ma è soltanto nell'Età dei Lumi che elités intellettuali cercano nuovi paradigmi per comprendere il mondo circostante : il primo scossone al "sistema Purgatorio" è avviato. A metà dell'Ottocento poi inizia la Rivoluzione Industriale che cambierà definitivamente il modo di vivere degli uomini. La fabbrica con le sue rigide regole, i suoi pesanti vincoli, il suo lavoro ripetitivo, in cui l'operaio fa parte di un complesso processo che non riesce a capire, chiudono definitivamente le porte ad una società comunitaria e danno il via ad un modo di vita prettamente individualistico.
È chiaro che questa può sembrare un ricostruzione piuttosto semplicistica (ed ineffetti lo è), ma mi sembra che le due tappe che abbiano contribuito maggiormente a segnare il declino del Purgatorio siano state l'Illuminismo e la Rivoluzione Industriale : la prima ha distrutto un apparato di credenze, la seconda ha cambiato profondamente il modo di vita che alimentava.
Il nostro secolo che si sta concludendo poi ha visto per molti la materializzazione dell'Inferno sulla Terra : le due Guerre Mondiali, il genocidio di Ebrei e Zingari, l'età delle divisione del mondo in due blocchi, prima Est-Ovest, adesso Nord-Sud, la bomba atomica, simbolo del male incarnato, ci hanno rimandati in una prospettiva dualistica, Inferno-Paradiso, cancellando quella ternalizzazione dei rapporti che era nata nel Basso Medioevo.
Mi sembra dunque che alla domanda "ancora il Purgatorio ?" si possa rispondere negativamente. D'altronde la mia esperienza personale di fronte alla lettura della seconda cantica della Divina Commedia mi fa pensare di come ormai ci muoviamo in un quadro concettuale totalmente diverso in cui il Purgatorio non può più svolgere quei compiti per il quale era nato. Il 2 Novembre non è più il giorno in cui si celebrano messe per affrettare la fuoriuscita delle anime dal luogo di transizione, ma è il giorno del ricordo dei propri cari : segno evidente che il rapporto uomo-Dio è diventato troppo individualistico per il Purgatorio.
gilda.it/gandalf/italiano/lab_storico/medioevo/purgatorio.htm
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Ciao
Claudio