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La nascita del Purgatorio

Ultimo Aggiornamento: 11/04/2009 18:03
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11/04/2009 00:20
 
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La nascita del Purgatorio

Titolo Originale La nassaince du Purgatoire
© 1981 Edition Gallimard, Paris
© 1982 e 1996 Giulio Einaudi editore s.p.a, Torino


Progetto storiografico

Il proposito del libro è chiaro fin dalle prime pagine : studiare la formazione secolare di quel "terzo luogo" a partire dal giudeo-cristianesimo e, di mostrarne la nascita nell'Occidente medioevale nella seconda metà del secolo XII, e il rapido successo nel corso del secolo seguente.

Studiare la storia di una credenza significa metterne in rilievo i possibili aspetti di continuità con il passato (presenti soprattutto nella tradizione giudaica, egizia, e in misura minore nella cultura pagana), ma anche comprenderne la specificità . L'emergere e il costituirsi attraverso i secoli della credenza nel Purgatorio presuppone e comporta una modifica sostanziale dei quadri spazio-temporali dell'immaginario cristiano. In una società intrisa di religiosità come quella medioevale, scegliere fra lasciare vagare o far riposare i morti significa optare per due modi alternativi di vita.

È dunque necessario analizzare anche le dinamiche sociali soggiacenti, spiegare come mai il secolo XII sia stato il vero creatore del Purgatorio. Bisogna sottolineare come Le Goff rimanga fedele a quel suo credo metodologico espresso insieme con Toubert riguardo alla funzione del documento/monumento. Nell'articolo "È possibile una storia totale del Medioevo?" si sottolineava come il lettore non dovesse essere posto davanti a fredde conclusioni, frutto della ricerca dello storico, ma come dovesse anch'egli penetrare le tensioni esistenti nello studio, in modo tale da comprendere quali fossero le difficoltà presenti nel confermare (o smentire) un'ipotesi, e quale indirizzo lo studioso aveva voluto dare alla sua ricerca. Date queste premesse, e visto la grande padronanza della scrittura da parte dell'autore, il libro è avvincente, mai noioso, mai propenso alla ricostruzione delle sole idee riguardanti il Purgatorio, ma sempre attento nel mettere in relazione il contributo della speculazione di grandi monaci e teologi, con quello "dell'immaginario collettivo" che anima un'idea e rende possibile una sua accettazione a livello sociale.

D'altronde non furono univoche le soluzioni proposte e il risultato finale non può essere spiegato attraverso la sola storia delle idee del Purgatorio, ma si rende necessario una contestualizzazione del discorso che comprenda tanto il ruolo politico-teologico svolto dalla Chiesa quanto la rappresentazione che la gente comune aveva dell'aldilà (gli exempla monastici, straordinari mezzi di propaganda del Purgatorio, si basavano il più delle volte su racconti popolari e tradizioni folkloriche).

Storia delle mentalità dunque, dove la funzione del Purgatorio non è solo di aggiunta ad un sistema di dogmi, ma è piuttosto il paradigma di come la morte fosse rappresentata nell'Occidente cristiano. Credere nell'esistenza del Purgatorio significa innanzitutto credere in un giudizio sulle anime dei morti (cosa piuttosto diffusa in qualsiasi tipo di religione), ma tale giudizio è di tipo particolare : non definitivo, ma momentaneo, fino al momento in cui non ci sarà il definitivo trapasso verso il Paradiso. In sostanza all'alternativa tra salvezza o dannazione si insinua quel "terzo luogo" che tante controversie genererà prima con la chiesa orientale poi con quella protestante, entrambe unite nel contestare la mancanza di riferimento nelle Scritture. La Chiesa, quando sancirà dogmaticamente la nascita del Purgatorio nel Tridentino, sarà comunque attenta a non presentare descrizioni troppo particolareggiate : il Purgatorio sarà uno stato, non un luogo.

Troppe in effetti erano state le controversie all'interno della stessa cristianità sulla geografia del Purgatorio : dove si situava ? Era un luogo terrestre o meno ? Era di tipo infernale oppure la sua natura era quella di essere piuttosto un Paradiso mancato ? Che tipo di proporzionalità vigeva tra pene commesse quaggiù e tempo trascorso a purificarsi ? Dopo il capitolo riguardante la sistemazione scolastica e la nascita di quella "contabilità del Purgatorio" che sarà alla base del fenomeno delle indulgenze, il libro termina con l'analisi della seconda cantica della Divina Commedia ; la scelta è quasi obbligata poiché Dante fu sicuramente il più grosso teologo del Purgatorio dato che raccolse tutti gli elementi precedentemente proposti e offrì un modello esaustivo che rispondeva a tutte le domande sopracitate.

Esiste ancora uno spazio per il Purgatorio ?
La risposta va trovata nell'evoluzione intercorsa tra il Medioevo e i nostri giorni. Il Purgatorio nacque in una società fortemente comunitaria, in cui la morte e il peccato non erano questioni individuali riguardanti l'uomo e Dio, ma coinvolgevano una pluralità di rapporti difficilmente immaginabili per noi moderni. L'apparizione di un defunto che richiedeva suffragi veniva puntualmente raccolta e trascritta da qualche ecclesiastico colto per essere inserita in quadro di rapporti sociali che non coinvolgevano mai due persone, ma sempre, e almeno, tre : il morto, colui che riceve la visione, l'intermediario che la trascrive. Ci si può chiedere, nella nostra prospettiva, se quei meccanismi fossero soltanto funzionali a mettere in giro una credenza, ma quello di cui bisogna tener conto è che difficilmente un alto ecclesiastico, persona colta e difficilmente "credulona", "inventava" apparizioni, visioni, ma, anzi, si premurava di trascrivere soltanto ciò che aveva potuto accertare personalmente. Tutta la società spingeva a credere che dovesse esistere un luogo in cui il peccatore poteva redimersi, in cui il peccato non coincidesse tragicamente con la dannazione dell'anima.

Noi viviamo dopo l'Illuminismo ed è da qui bisogna partire. Tutto l'apparato di credenze elaborato dal Medioevo è stato considerato pura superstizione che la Ragione poteva facilmente comprendere e criticare, in prospettiva della costruzione di una società basata su rapporti razionali. Certo c'era già stata la Riforma Protestante che aveva considerato il Purgatorio non conforme alla Scrittura e quindi solo invenzione umana, tanto più deprecabile perché alimentava il fenomeno delle indulgenze, e ancor prima il Rinascimento, che aveva elaborato una nuova visione dell'uomo (secondo la classica interpretazione burckardiana). Ma è soltanto nell'Età dei Lumi che elités intellettuali cercano nuovi paradigmi per comprendere il mondo circostante : il primo scossone al "sistema Purgatorio" è avviato. A metà dell'Ottocento poi inizia la Rivoluzione Industriale che cambierà definitivamente il modo di vivere degli uomini. La fabbrica con le sue rigide regole, i suoi pesanti vincoli, il suo lavoro ripetitivo, in cui l'operaio fa parte di un complesso processo che non riesce a capire, chiudono definitivamente le porte ad una società comunitaria e danno il via ad un modo di vita prettamente individualistico.

È chiaro che questa può sembrare un ricostruzione piuttosto semplicistica (ed ineffetti lo è), ma mi sembra che le due tappe che abbiano contribuito maggiormente a segnare il declino del Purgatorio siano state l'Illuminismo e la Rivoluzione Industriale : la prima ha distrutto un apparato di credenze, la seconda ha cambiato profondamente il modo di vita che alimentava.
Il nostro secolo che si sta concludendo poi ha visto per molti la materializzazione dell'Inferno sulla Terra : le due Guerre Mondiali, il genocidio di Ebrei e Zingari, l'età delle divisione del mondo in due blocchi, prima Est-Ovest, adesso Nord-Sud, la bomba atomica, simbolo del male incarnato, ci hanno rimandati in una prospettiva dualistica, Inferno-Paradiso, cancellando quella ternalizzazione dei rapporti che era nata nel Basso Medioevo.

Mi sembra dunque che alla domanda "ancora il Purgatorio ?" si possa rispondere negativamente. D'altronde la mia esperienza personale di fronte alla lettura della seconda cantica della Divina Commedia mi fa pensare di come ormai ci muoviamo in un quadro concettuale totalmente diverso in cui il Purgatorio non può più svolgere quei compiti per il quale era nato. Il 2 Novembre non è più il giorno in cui si celebrano messe per affrettare la fuoriuscita delle anime dal luogo di transizione, ma è il giorno del ricordo dei propri cari : segno evidente che il rapporto uomo-Dio è diventato troppo individualistico per il Purgatorio.


gilda.it/gandalf/italiano/lab_storico/medioevo/purgatorio.htm

Qui il libro da scaricare, in formato .zip:
gilda.it/gandalf/italiano/lab_storico/medioevo/purgatorio.zip

Ciao
Claudio
11/04/2009 09:45
 
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È chiaro che questa può sembrare un ricostruzione piuttosto semplicistica (ed ineffetti lo è)



Nulla di più vero...quindi lasciamo pure questi scritti ai sempliciotti. [SM=g7566]

Evvai di apologetica...


apologetica.altervista.org/purgatorio.htm

Medioevo?? ma va...




Le opere di Tertulliano

Un’altra preziosa testimonianza ci giunge da Tertulliano (ca 155 – ca 222) un pagano, convertito al Cristianesimo; divenne uno strenuo apologeta del cattolicesimo prima di cadere, purtroppo nell’eresia montanista.

Nel suo De Corona, Tertulliano scrive: “Nel giorno anniversario facciamo preghiere per i defunti”.

Nel suo De monogamia, scrive: “La moglie sopravvissuta al marito offre preghiere per la gioia di suo marito nei giorni anniversari della sua morte”, dove si intende bene che la moglie prega perché l’anima del defunto giunga presto alla gioia del Paradiso.

La testimonianza di Sant'Agostino

Sant’Agostino attesta la fermissima fede della Chiesa dei primi secoli nella esistenza del Purgatorio. Scrive: “Non si può negare che le anime dei defunti possono essere aiutate dalla pietà dei loro cari ancora in vita, quando è offerto per loro il sacrificio del Mediatore (qui sant’Agostino sta parlando del sacrificio della Santa Messa), oppure mediante elemosine” (De fide, spe, et caritate).

La testimonianza di Sant'Efrem di Siro

Scrive sant’Efrem di Siro, vissuto nel IV secolo (306-373) nel suo testamento: “Nel trigesimo della mia morte ricordatevi di me, fratelli, nella preghiera. I morti infatti ricevono aiuto dalla preghiera fatta dai vivi” (Testamentum). San Girolamo (ca 347 – 419 o 420) attesta che gli scritti di sant’Efrem erano letti pubblicamente in Chiesa, dopo la Sacra Bibbia.
11/04/2009 10:01
 
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Caro MauriF,


Nulla di più vero...quindi lasciamo pure questi scritti ai sempliciotti. Evvai di apologetica...



Parlare di "apologetica" nel caso di LeGoff a me sembra un pò azzardato...

Per quanto riguarda Tertulliano le sue affermazioni vanno prese cum grano salis, inserite in un certo contesto. Che dica di pregare per i defunti non mi pare che possa provare che si credesse ad un purgatorio dove le anime dei defunti attendevano di andare in paradiso.

Shalom
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11/04/2009 10:07
 
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Re:
barnabino, 11/04/2009 10.01:

Caro MauriF,


Nulla di più vero...quindi lasciamo pure questi scritti ai sempliciotti. Evvai di apologetica...



Parlare di "apologetica" nel caso di LeGoff a me sembra un pò azzardato...

Per quanto riguarda Tertulliano le sue affermazioni vanno prese cum grano salis, inserite in un certo contesto. Che dica di pregare per i defunti non mi pare che possa provare che si credesse ad un purgatorio dove le anime dei defunti attendevano di andare in paradiso.

Shalom



Non vedo il motivo delle preghiere se non ci fosse un purgatorio.
11/04/2009 10:16
 
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Non vedo il motivo delle preghiere se non ci fosse un purgatorio



Che tu non lo veda non mi sorprende, leggiti bene Tertulliano per comprendere la sua concezione e forse diventa più chiaro, certamente non leggo mai in Tertulliano né la parola purgatorio né vedo mai esposto lo stesso concetto di purgatorio, partire da un'affermazione di quel tipo per immaginare che credesse al purgatorio con tutti gli annessi e connessi di leggende di immaginario medievali che lo accompagnano, capisci bene, che è cosa risibile.

Per me... contenti voi di crederci.
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11/04/2009 10:40
 
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barnabino, 11/04/2009 10.16:


Non vedo il motivo delle preghiere se non ci fosse un purgatorio



Che tu non lo veda non mi sorprende, leggiti bene Tertulliano per comprendere la sua concezione e forse diventa più chiaro, certamente non leggo mai in Tertulliano né la parola purgatorio né vedo mai esposto lo stesso concetto di purgatorio, partire da un'affermazione di quel tipo per immaginare che credesse al purgatorio con tutti gli annessi e connessi di leggende di immaginario medievali che lo accompagnano, capisci bene, che è cosa risibile.

Per me... contenti voi di crederci.



Mi hai preceduta di dieci minuti...

Ho letto la risposta di Mauri e ho pensato la stessa identica cosa [SM=g8335]

Si fa presto a estrapolare frasi dal contesto e fargli dire ciò che si vuole per negare l'evidenza.

Ma in tutto quello che ha riportato Mauri la parola Purgatorio NON ESISTE, è chiaro che lui può far dire a Tertulliano quello che vuole, compreso il fatto che quando gli conviene é Cristiano, e poi diventa eretico.

E non dimentichiamoci che Tertulliano era pagano e anche i pagani pregavano per i defunti.

Poi sappiamo come la Chiesa sia stata abile nel trasformare le usanze pagane assorbendole e trasformandole. C'è più paganesimo nel Cristianesimo, che nel Paganesimo stesso.

Ciao
Kelly



La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno.
Apocalisse Laica
Le religioni dividono. L'ateismo unisce


Il sonno della ragione genera mostri (Goya)


11/04/2009 13:35
 
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Interessante articolo:

Purgatorio: l'anticamera del Paradiso di Roberto Beretta

Nota de moderatore: Evitiamo di postare copia-incolla lunghissimi, al massimo cita i pasi che ti sembrano importanti. Grazie.

[Modificato da barnabino 11/04/2009 13:44]
11/04/2009 13:42
 
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Re:
barnabino, 11/04/2009 10.01:

Caro MauriF,


Nulla di più vero...quindi lasciamo pure questi scritti ai sempliciotti. Evvai di apologetica...



Parlare di "apologetica" nel caso di LeGoff a me sembra un pò azzardato...

Per quanto riguarda Tertulliano le sue affermazioni vanno prese cum grano salis, inserite in un certo contesto. Che dica di pregare per i defunti non mi pare che possa provare che si credesse ad un purgatorio dove le anime dei defunti attendevano di andare in paradiso.

Shalom




Lo si può fare eccome, perchè nessuno è esente dalla soggettività dei propri ideali...neppure LeGoff.
Che infatti fa la sua gaffe, come spiegato bene da Cardini nell'articolo precedentemente riportato.

Per quanto riguarda la patristica da me citata, tralascio la cavolata che cerca di farle passare per una sua fase "pagana" (si rifà, infatti, ad una tradizione che è ben radicata nell'ebraismo e, di conseguenza, nel cristianesimo..vedi libri dei Maccabei).... e rimando a quanto affermato da Cardini in merito.

Ciao

11/04/2009 13:51
 
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Caro MauriF,


perchè nessuno è esente dalla soggettività dei propri ideali...neppure LeGoff.



Che Le Goff abbia uno sguardo soggettivo è ovvio, quello che non capisco è come farebbe "apologetica"? Il suo studio si limita ad analizzare lo sviluppo del concetto di Purgatorio nel corso della storia.


Che infatti fa la sua gaffe, come spiegato bene da Cardini nell'articolo precedentemente riportato



Sai, anche Cardini ha fatto le sue gaffe... ma non ci vedo nulla di "apologetico" in eventuali gaffe di un autore. Cosa c'entrano gli errori con l'apolegetica? [SM=g8152]


si rifà, infatti, ad una tradizione che è ben radicata nell'ebraismo e, di conseguenza, nel cristianesimo..vedi libri dei Maccabei)



Ti ripeto, questa tradizione di "pregare per i morti" anche se confermata non prova l'esistenza di un concetto simile al Purgatorio nel II-III secolo come si è sviluppato in seguito. La tradizione ebraica crede in un purgatorio come descritto nel medioevo dalla tradizione cristiana? [SM=g8152]


e rimando a quanto affermato da Cardini in merito



Perché? Cardini è un esperto di giudaismo?

Shalom




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11/04/2009 13:53
 
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tralascio la cavolata che cerca di farle passare per una sua fase "pagana"



Non è una "cavolata". COsa ti fa pensare che Tertulliano come altri cristiani del II-III secolo non fossere entro un certo limite influenzati dalle concezioni da cui provenivano, magari non percepite come "pagane" da essi?

Shalom
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11/04/2009 18:03
 
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Se mi lasciate i post continuerò a discutere...se me li editate (non era lungo), parlate pure da soli.

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