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i morti sono morti ?

Ultimo Aggiornamento: 25/11/2009 16:59
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23/10/2009 17:27
 
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Re: Re: Re: Non esiste il concetto di UFFICIALITA', ma di POSIZIONE PRIORITARIA si che c'è.
x snob,



Che normalmente sono i più accreditati.



Ah si? e chi sarebbero e che cosa dicono relativamente a quanto stiamo discutendo? ;)


Però c'era bisogno di correggere quanto scritto nel libro di maccabei aggiungendo il verso 40 per specificare che in quel verso non si riferisce a tutti i morti, ma solo ad un numero specifico di persone.



LOL...che cosa stai dicendo?
Il verso 40 specifica l'occasione in cui si è pregato per quei precisi defunti...
Il verso 44 invece fa un'affermazione in valore assoluto:

2Maccabei 12:44 Perché se non avesse avuto ferma fiducia che i caduti sarebbero risuscitati, sarebbe stato superfluo e vano pregare per i morti.



Se non lo fai, dicendo che sostieni la canonicità di quel libro ad opera degli ebrei, a me sembra come se sostenessi che il loro pensiero discosta da quello dei tdG. Ma vabbè, dai per scontato che non è così, ma è sempre meglio precisare. Infatti ancora adesso non si sa che cosa vuoi sostenere con quel link, che l'ebraismo non ha una versione più accreditata delle altre e che soprime solo incertezza riguardo la morte ? Ma guarda che non c'è mica scritto in quel link senza bisogno di far notare le correzioni che occorrono.



Snob cerca di esprimerti in maniera più chiara, per favore...hehe.

Io non sostengo alcuna canonicità...il canone lungo dei libri dell'antico testamento contiene questo ed altri libri.

Do per scontato che voi siate distanti anni luce dalla teologia ivi espressa...

Relativamente al link, è da un po' che ti ho detto che cosa sostengo...e non te l'ho ripetuto solo io.
E se leggi quanto vi è discusso trovi tutte le argomentazioni a quanto sto sostenendo (per me non l'hai nemmeno letto).


Quel post non ha nulla a che vedere con la versione ebraica maggiormente certa ed accreditata, è incredibile il fatto che dici a me che credo di sapere, quando in quel link si discute più che altro di storia e tradizione ebraica. L'unico post dove esprime certezze è il primo, e dove non si dilunga. Qui in questo forum abbiamo parlato solo e spulciato le certezze che hanno riguardo la morte, punto.



LOL...ancora? e qual'è la "versione ebraica maggiormente certa ed accreditata"?? Chi sono i relativi sostenitori? nomi please...citazioni, riferimenti, argomentazioni..

Ti ho citato quella stessa Topsy della quale stavi parlando tu...e che mi dice qualcosa di assolutamente diverso rispetto a quanto mi hai riportato....ma secondo te andrebbe censurata, a quanto pare... [SM=g7566]

Ciao
Mauri




23/10/2009 18:39
 
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Mera non ha detto i nomi di chi eccetera, però dato che riporta di solito le versioni più accreditate, credo che anche in quella discussione sia così. Credo sia la discussione sull'anima, cmq ora so come cercare tutte le discussione dove ha scritto mera, così dopo la posto....e dove c'è anche topsy.


LOL...che cosa stai dicendo?
Il verso 40 specifica l'occasione in cui si è pregato per quei precisi defunti...
Il verso 44 invece fa un'affermazione in valore assoluto:

2Maccabei 12:44 Perché se non avesse avuto ferma fiducia che i caduti sarebbero risuscitati, sarebbe stato superfluo e vano pregare per i morti.



VAlore assoluto dell'affermazione è una cosa, morti ins enso assoluto è un'altra. Il verso 40, nell'occasione per cui si rpega si specifica quali morti sono, se assoluti o una cerchia ristretta.

40 Ma trovarono sotto la tunica di ciascun morto oggetti sacri agli idoli di Iamnia, che la legge proibisce ai Giudei; fu perciò a tutti chiaro il motivo per cui costoro erano caduti.

In questo libro si narra che un gruppo di giudei sono stati resuscitati tramite la preghiera.
[Modificato da snob. 23/10/2009 18:40]
23/10/2009 19:06
 
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Sono andato a rivedere la discussione, eccola.

testimonidigeova.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=852...

faccio una breve sintesi.

Dicono che l'ebraismo inizialmente vertiva sul considerare la morte uno stato di incoscienza, e solo successivamente c'è stata più libertà di pensiero.

Alla fine dicono che tutt'ora c'è libertà di scelta, in effetti questo non lo ricordavo....perché ricordavo come finisce il discorso, in effetti in un modo un po sospetto a pag. 4-5.

Io ho chiesto spiegazioni e la risposta che mi ha dato non si è rivelata esauriente, in pratica Topsy mi ha fatto un piccolo esempio di uno scritto che direbbe qualcosa di diverso...peccato che questo scritto invece non dica alcunché di diverso. Ora due sono le cose, o non ha intenzione di eprdere tempo e farmi l'elenco di tutti quei passi che lascierebbero intendere altro rispetto al "primo ebraismo", cosa plausibile...oppure visto il fallimento del primo esempio, misà che non ci siano poi così tanti motivi che spingano ad avere tutta questa libertà di scelta.
23/10/2009 19:38
 
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A me invece proprio sembra che sia confermato quanto ti continuo a dire fino ad ora...anzi Mera si sbilancia e risponde a Barnabino:

"Gesù non conosceva solo le Scritture, ma anche la vasta tradizione Ebraica che prevede la sopravvivenza della neshamà dopo la morte fisica.

Gesù dimostrò di condividere la credenza nel paradiso e nel ghe-hinnom ultra-terreni, una credenza che in quell'epoca era già molto diffusa.

Shalom."


Ciao
Mauri.
23/10/2009 19:44
 
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Re:




VAlore assoluto dell'affermazione è una cosa, morti ins enso assoluto è un'altra. Il verso 40, nell'occasione per cui si rpega si specifica quali morti sono, se assoluti o una cerchia ristretta.

40 Ma trovarono sotto la tunica di ciascun morto oggetti sacri agli idoli di Iamnia, che la legge proibisce ai Giudei; fu perciò a tutti chiaro il motivo per cui costoro erano caduti.

In questo libro si narra che un gruppo di giudei sono stati resuscitati tramite la preghiera.



AHHH??? LOL...

Non ci siamo.

1) Non resuscita proprio nessuno...si esprime la fede nella futura resurrezione della carne.
2) Quei poveretti sono "morti" nel senso che li hanno infilzati e non vivono più.
Hai presente come quando ci mettono dentro la bara e ci infilano nel loculo...dead, caput, morto.
3) Si è pregato per loro affinchè fosse perdonato il loro peccato.
4) Si è affermato, in valore assoluto, che NON E' VANO pregare per i morti (non solo quelli...TUTTI).

Ciao
Mauri.


23/10/2009 19:55
 
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Re:
"Io mi riferivo alla neshamà. Per voi tdG anche la parte intellettiva-spirituale dell'uomo non sopravvive alla morte fisica, mentre nell'Ebraismo la neshamà viene prelevata da Dio che la conserva fino alla Resurrezione."

La neshamà non sta dicendo che si trova in uno stato di coscienza, leggi bene tutta la discussione prima di parlare.

Stava parlando del concetto di sopravvivenza/mortalità dell'anima dei tdG dei tdG, non centra niente con lo stato post morte.


Poi il paradiso non ha nulla a che fare con l'inferno poiché per Gesù si può dire che esiste solo quello. Prova a dirlo tu a Barnabino anziché Mera e vedrai se ti risponde.

[SM=g7574]
[Modificato da snob. 23/10/2009 20:05]
23/10/2009 20:03
 
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Re: Re:
MauriF, 23/10/2009 19.44:





VAlore assoluto dell'affermazione è una cosa, morti ins enso assoluto è un'altra. Il verso 40, nell'occasione per cui si rpega si specifica quali morti sono, se assoluti o una cerchia ristretta.

40 Ma trovarono sotto la tunica di ciascun morto oggetti sacri agli idoli di Iamnia, che la legge proibisce ai Giudei; fu perciò a tutti chiaro il motivo per cui costoro erano caduti.

In questo libro si narra che un gruppo di giudei sono stati resuscitati tramite la preghiera.



AHHH??? LOL...

Non ci siamo.

1) Non resuscita proprio nessuno...si esprime la fede nella futura resurrezione della carne.
2) Quei poveretti sono "morti" nel senso che li hanno infilzati e non vivono più.
Hai presente come quando ci mettono dentro la bara e ci infilano nel loculo...dead, caput, morto.
3) Si è pregato per loro affinchè fosse perdonato il loro peccato.
4) Si è affermato, in valore assoluto, che NON E' VANO pregare per i morti (non solo quelli...TUTTI).

Ciao
Mauri.





[SM=x1408399]

MA LO=L COSA !!!!

LA PREGHIERA PER IL PERDONO DEI PECCATI, SI RIFERISCE IN SENSO ASSOLUTO AI MORTI !!!!!

Appunto proprio perché non resuscitano (oppure resuscitano solo i caduti) non ha senso la domanda di bohotes "i morti sono morti ?" riferita al tempo presente come ha voluto far illudere lui !!!
[Modificato da snob. 23/10/2009 20:04]
29/10/2009 11:41
 
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si, intendo che alla morte fisica non tutto muore, come risulta da vari passi della bibbia...ma l'anima o lo spirito o come lo vogliamo chiamare, continua a vivere, come DNA e garanzia della resurrezione finale.

Il capitolo 28 di 1Samuele è molto rivelante sulla continuità di vita dopo la morte....(....Saul si camuffò, si travestì e partì con due uomini. Arrivò da quella donna di notte. Disse: «Pratica la divinazione per me con uno spirito. Evocami colui che io ti dirò». )

oltre alla rivelazione: "il Dio di Isacco, di Giacobbe....Io sono il dio dei vivi e non dei morti" e alla promessa di Gesu al ladrone sulla croce..."oggi sarai con me in paradiso"...oltre alla comparsa di Elia e Mosè con Gesù sul Tabor...ecc ..ecc..
31/10/2009 12:00
 
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Per loro sono tutta una specie di "filmati"... [SM=g7566]


Poi il paradiso non ha nulla a che fare con l'inferno poiché per Gesù si può dire che esiste solo quello. Prova a dirlo tu a Barnabino anziché Mera e vedrai se ti risponde.



Si ma guarda che finchè Gesù non è morto e non è disceso agli inferi nessun giusto ha mai potuto accedere alla visione beatifica di Dio...condizione dell'anima(spirito) che noi consideriamo essere "il Paradiso".

Ai tempi di Gesù si credeva che le anime(spirituali) degli empi finissero nel profondo dello sceol...più lontane da Dio, mentre i giusti stavano più in superficie, nel seno d'Abramo.

Questo è quanto ha riportato anche Mera.



MA LO=L COSA !!!!

LA PREGHIERA PER IL PERDONO DEI PECCATI, SI RIFERISCE IN SENSO ASSOLUTO AI MORTI !!!!!

Appunto proprio perché non resuscitano (oppure resuscitano solo i caduti) non ha senso la domanda di bohotes "i morti sono morti ?" riferita al tempo presente come ha voluto far illudere lui !!!



Embè? Questo è il motivo per il quale si prega per i defunti...poichè, anche se sono morti in stato di peccato, si crede nella possibilità che tale peccato sia cancellato o affievolito.

Se si fosse creduto che i morti rimanessero morti...come si credeva inizialmente secondo l'antica teologia sull'aldilà...sarebbe stato vano pregare per la loro sorte ultraterrena, visto che non "erano" più.

Ciao
Mauri.


07/11/2009 09:15
 
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Re:
MauriF, 31/10/2009 12.00:

[SM=g7566]


.




Ai tempi di Gesù si credeva che le anime(spirituali) degli empi finissero nel profondo dello sceol...più lontane da Dio, mentre i giusti stavano più in superficie, nel seno d'Abramo.



MA LO=L COSA !!!!





Se si fosse creduto che i morti rimanessero morti...come si credeva inizialmente secondo l'antica teologia sull'aldilà...sarebbe stato vano pregare per la loro sorte ultraterrena, visto che non "erano" più.







Infatti a quel tempo il pensiero giudaico era già contaminato dal pensiero platonico,dici bene infatti quando dici........che i morti rimanessero morti...come si credeva inizialmente secondo l'antica teologia sull'aldilà. [SM=g7574]
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
forum Testimoni di Geova




Nella vita non ci sono problemi ma.....soluzioni.
07/11/2009 10:31
 
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Re: Re:
(Gladio), 07/11/2009 9.15:


Infatti a quel tempo il pensiero giudaico era già contaminato dal pensiero platonico,dici bene infatti quando dici........che i morti rimanessero morti...come si credeva inizialmente secondo l'antica teologia sull'aldilà. [SM=g7574]



Uhhh il pensiero di Gesù "contaminato dal pensiero platonico"...
Affermazione tremenda...

[SM=g7566]


"Gesù non conosceva solo le Scritture, ma anche la vasta tradizione Ebraica che prevede la sopravvivenza della neshamà dopo la morte fisica.

Gesù dimostrò di condividere la credenza nel paradiso e nel ghe-hinnom ultra-terreni, una credenza che in quell'epoca era già molto diffusa.

Shalom."


Cioè Gesù si è rifatto alla seguente tradizione:



Dio ha creato l'uomo per l'immortalità;
lo ha fatto a immagine della propria natura. (Sapienza 2,23)

Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio(...).
La loro speranza è piena di immortalità. (...)
Governeranno le nazioni,
avranno potere sui popoli
e il Signore regnerà per sempre su di loro. (Sap 3,1.4.8)

Allora il giusto starà con grande fiducia
di fronte a quanti lo hanno oppresso (...).
Costoro vedendolo saran presi
da terribile spavento (...).
Perchè ora è considerato tra i figli di Dio
e condivide la sorte dei santi? (...).
I giusti al contrario vivono per sempre,
la loro ricompensa è presso il Signore
e l'Altissimo ha cura di loro (Sap 5,1-2.5.15)

(...) nato da poco dalla terra
[il fabbricante di idoli],
tra poco ritornerà là dove fu tratto,
quando gli sarà richiesto l'uso fatto
dell'anima sua. (Sapienza 15,8)

Tu infatti hai potere sulla vita e sulla morte;
conduci giù alle porte degli inferi e fai risalire.
L'uomo può uccidere nella sua malvagità,
ma non far tornare uno spirito già esalato,
nè liberare un'anima già accolta negli inferi. (Sap 16,13-14)


Ciao!
Mauri.

07/11/2009 10:43
 
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Cioè Gesù si è rifatto alla seguente tradizione



Non mi pare che ci siano elementi per affermare che Gesù accettasse ceret tradizioni extrabibliche influenzate dal platonismo. Voglio dire, sei sicuro che il libro di Sapienza fosse conosciuto e rispettato in Palestina e da Gesù rispetto a questa idea?

Comunque nei passi da te citati dove si parlerebbe di "immortalità dell'anima" intesa in senso cattolico, cioè un essere spirituale cosciente che sopravvive e poi si ricongiunge al corpo glorificato??? A me non pare proprio...

Shalom
--------------------------------------------------------------------
Sijmadicandhapajiee, gente per cui le arti stan nei musei - Paolo Conte

FORUM TESTIMONI DI GEOVA
07/11/2009 11:28
 
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Re:


Non mi pare che ci siano elementi per affermare che Gesù accettasse ceret tradizioni extrabibliche influenzate dal platonismo. Voglio dire, sei sicuro che il libro di Sapienza fosse conosciuto e rispettato in Palestina e da Gesù rispetto a questa idea?



E' un po' anacronistico parlare di "tradizione extrabiblica" in tale contesto.
Il concetto di Bibbia e di "canone" erano qualcosa di ancora estraneo.

Noi non possiamo far altro che guardare al NT che filologicamente è collegato alla LXX ed ai deuterocanonici in essa contenuti (Libro della Sapienza compreso) ed ai chiari riferimenti a tale teologia sull'aldilà.

Mera, nella citazione che ho fatto, non fa altro che ribadire dal punto di vista ebraico, quest'evidenza.



Comunque nei passi da te citati dove si parlerebbe di "immortalità dell'anima" intesa in senso cattolico, cioè un essere spirituale cosciente che sopravvive e poi si ricongiunge al corpo glorificato??? A me non pare proprio...

Shalom



Da un lato c'è la fede nella resurrezione, vedi autore dei libri dei Maccabei.
Dall'altro c'è la fede nell'immortalità dell'anima, autore del Libro della Sapienza.

Non si è ancora giunti a collegare entrambe le idee teologiche.

Si parla di immortalità dell'anima, intesa nell'accezione moderna del termine (quindi non solo in senso cattolico), in tutti i testi che ho citato.

Le sofferenze e la morte violenta dei giusti sono stati percepiti come uno scandalo insostenibile...
E' sembrato che morissero e che i loro oppressori avessero ragione di loro, ma erano solo apparenze.
In realtà gli uomini sono resi immortali, incorruttibili dalla loro anima (spirituale).

L'anima (spirituale) al momento della morte scende nell'ade dal quale la potenza del Signore ha il potere di farla risalire perchè stia con lui e regni insieme a lui sulle nazioni.

Ciao
Mauri.


07/11/2009 12:00
 
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Caro MauriF,


E' un po' anacronistico parlare di "tradizione extrabiblica" in tale contesto. Il concetto di Bibbia e di "canone" erano qualcosa di ancora estraneo.



Infatti io non ho fatto un discorso di canone, ho solo detto se e quanto quello scritto, più tardi riconosciuto come extrabiblico dagli stessi rabbini del I secolo, poteva essere conosciuto, usato e condiviso da un ebreo palestinese del I secolo.

Voglio dire, abbiamo prove che la concezione antropologica gesuana si rifacesse a quel tipo di scritti? A me non sembra.


Noi non possiamo far altro che guardare al NT che filologicamente è collegato alla LXX ed ai deuterocanonici in essa contenuti (Libro della Sapienza compreso) ed ai chiari riferimenti a tale teologia sull'aldilà



Sapienza non è tutta la LXX e non ha senso parlare di una concezione teologica unitaria della LXX. Che cosa significa poi "teologia sull'aldilà"? Anche i TdG credono all'aldilà inteso come risurrezione dei morti.

Ti chiedo allora quali sarebbero comunque questi "chiari riferimenti" alla teologia di Sapienza.


Da un lato c'è la fede nella resurrezione, vedi autore dei libri dei Maccabei



Non è che Maccabei e Sapienza siano comparabili.


Dall'altro c'è la fede nell'immortalità dell'anima, autore del Libro della Sapienza



Si, ma non capisco bene cosa intendesse quello scrittore per "anima" e per "mmortalità" né quanto quella concezione, eventualmente, fosse condivisa dal mondo ebraico del suo tempo. Nel NT non vedo molte traccie di questa concezione, Gesà non cita mai Sapienza che io sappia.


Si parla di immortalità dell'anima, intesa nell'accezione moderna del termine



Francamente non mi sembra... i passi che hai citato possono essere tranquillamente accettati anche da chi non crede in un'anima immortale. E poi cosa vuol dire "moderna"? Sapienza rifletterebbe una concezione platonica dell'antropologia umana o una concezione "moderna"?

Mi è poco chiaro quello che intendi.


Le sofferenze e la morte violenta dei giusti sono stati percepiti come uno scandalo insostenibile...



E allora?


E' sembrato che morissero e che i loro oppressori avessero ragione di loro, ma erano solo apparenze



E allora? Questo è coerente anche con il concetto di risurrezione.


In realtà gli uomini sono resi immortali, incorruttibili dalla loro anima (spirituale)



Anche questo è coerente con la risurrezione, non è detto che l'anima sia intesa come un'entità cosciente ed immortale, non vedo un'affermazione chiara che gli uomini possiedano un'anima immortale di per sé, indipendentemente da Dio, dato che sarebero solo i buoni a non morire e non tutti gli esseri umani.


L'anima (spirituale) al momento della morte scende nell'ade dal quale la potenza del Signore ha il potere di farla risalire



Si, ma anche questo è coerente anche con la concezione precedente, che l'unima scenda nello Sheol indica solo la morte e il risalirne la risurrezione.

Shalom



--------------------------------------------------------------------
Sijmadicandhapajiee, gente per cui le arti stan nei musei - Paolo Conte

FORUM TESTIMONI DI GEOVA
08/11/2009 10:03
 
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Re:


Infatti io non ho fatto un discorso di canone, ho solo detto se e quanto quello scritto, più tardi riconosciuto come extrabiblico dagli stessi rabbini del I secolo, poteva essere conosciuto, usato e condiviso da un ebreo palestinese del I secolo.

Voglio dire, abbiamo prove che la concezione antropologica gesuana si rifacesse a quel tipo di scritti? A me non sembra.



A parte che ti meriteresti un warning perchè storpi il nome di Gesù scrivendo "gesuana"... [SM=x1408403]

Il "più tardi" perde di senso poichè le scelte dell'agiografo del NT non tengono conto del canone corto del I secolo ma del canone lungo della LXX.

La scelta dei libri del canone corto era delineata quasi esclusivamente dalla lingua nella quale erano scritti (ebraico-aramaico)...non era un rifiuto dell'ispirazione degli altri libri in greco.

Inoltre il concetto di "canone" in seno all'ebraismo è assolutamente particolare...e tu lo sai bene poichè se ne è già parlato.

Tuttavia il discorso si conclude guardando al fatto che il NT fa riferimento al canone lungo della LXX.
Visto ciò, sono queste le prove che la concezione antropologica gesuana si rifà a questo tipo di scritti.



Sapienza non è tutta la LXX e non ha senso parlare di una concezione teologica unitaria della LXX. Che cosa significa poi "teologia sull'aldilà"? Anche i TdG credono all'aldilà inteso come risurrezione dei morti.



MAI parlato di una "concezione teologica unitaria", anzi...quanto tempo è che vi dico che la teologia biblica NON E' UN MONOLITA?
Quindi non farmi dire ciò che non ho detto.

Il termine "teologia sull'aldilà" fa riferimento alle credenze sulla vita oltre la morte terrena.


Ti chiedo allora quali sarebbero comunque questi "chiari riferimenti" alla teologia di Sapienza.



Oh...più di citarteli e di spiegarteli non so che cosa fare. [SM=g7566]




Non è che Maccabei e Sapienza siano comparabili.



E perchè mai?
L'autore del libro dei Maccabei segue la linea della resurrezione della carne.
L'autore del libro della Sapienza prosegue in un'altra direzione, quella dell'immortalità dell'anima.

Perchè si cerca di procedere in queste due direzioni che, all'apparenza, sembrano divergere ma, alla fine (con il NT) si vede che completano un unico discorso teologico?

Perchè si giunge ad un vicolo cieco...
Il vicolo cieco sulla giustizia divina (o teodicea).
L'empio ed il giusto, siccome evidentemente non ricevono premio e punizione in questa vita...siccome Dio è giusto...li devono ricevere in altro modo.

Il discorso dei Maccabei procede nel senso della resurrezione della carne...dove l'empio risorgerà per una punizione eterna ed il giusto per un premio eterno.

Il discorso della Sapienza, invece, confida in una punizione ed in un premio già dopo la morte...introducendo l'idea di immortalità dell'anima.
Da qui la tradizione alla quale faceva riferimento Mera e che abbraccia anche Gesù (completandola con il discorso escatologico sulla resurrezione).



Si, ma non capisco bene cosa intendesse quello scrittore per "anima" e per "mmortalità" né quanto quella concezione, eventualmente, fosse condivisa dal mondo ebraico del suo tempo. Nel NT non vedo molte traccie di questa concezione, Gesà non cita mai Sapienza che io sappia.



Per "anima" intendeva "anima spirituale", ovvero quella parte spirituale dell'uomo che sopravvive alla morte fisica.

Per immortalità intendeva l'incorruttibilità di tale elemento della persona umana.

Nel NT ti sono già state evidenziati i punti in cui tale concezione viene condivisa ed anche da parte ebraica ciò è riconosciuto...come ti ho già fatto notare.

Solo voi, che non potete permettervi che tali elementi siano presenti nella teologia "gesuana", dovete mettervi il salame sugli occhi.



Francamente non mi sembra... i passi che hai citato possono essere tranquillamente accettati anche da chi non crede in un'anima immortale. E poi cosa vuol dire "moderna"? Sapienza rifletterebbe una concezione platonica dell'antropologia umana o una concezione "moderna"?

Mi è poco chiaro quello che intendi.



L'accezione moderna del termine "anima" è quella che intendiamo noi cristiani cattolici.
Cioè un "quid" spirituale incorruttibile che sopravvive alla morte fisica.

I passi che ho citato, se correttamente interpretati, non possono essere accettati da chi non crede in un'anima (quid spirituale) immortale poichè fanno riferimento, per l'appunto, all'anima (quid spirituale) immortale.



E allora?



E allora, come ho spiegato sopra, si sono cercate delle soluzioni teologiche...
Vedi spiegazione che ho fatto sopra relativamente ai libri dei Maccabei ed al libro della Sapienza...



E allora? Questo è coerente anche con il concetto di risurrezione.



Certo, quella è la soluzione trovata dal libro dei Maccabei.
Il libro della Sapienza ha, invece, percorso una strada differente.
Due strade che, poi, sono convenute in un'unica teologia sull'aldilà.



Anche questo è coerente con la risurrezione



Sicuramente...anche noi crediamo nella resurrezione della carne.


non è detto che l'anima sia intesa come un'entità cosciente ed immortale, non vedo un'affermazione chiara che gli uomini possiedano un'anima immortale di per sé, indipendentemente da Dio, dato che sarebero solo i buoni a non morire e non tutti gli esseri umani.



Si, nei versetti che ti ho citato è detto.
L'affermazione è chiara e fa riferimento a questo "quid spirituale" immmortale di ogni uomo.
E' questione di esegesi critico-storica...un metodo scientifico attraverso il quale si analizzano i testi antichi.

Il possedere qualcosa non è "indipendente da Dio", poichè è Dio che ci ha creati così.

Proprio in virtù di ciò OGNI uomo è destinato a non finire mai...e a trovare perdizione eterna (che non finisce mai) o gioia eterna (che non finisce mai).



Si, ma anche questo è coerente anche con la concezione precedente, che l'unima scenda nello Sheol indica solo la morte e il risalirne la risurrezione.

Shalom



No, non lo è, non si parla di resurrezione della carne.
E' un concetto estraneo al libro della Sapienza [SM=g7566]

Ciao
Mauri.


08/11/2009 16:20
 
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Caro MauriF,


A parte che ti meriteresti un warning perchè storpi il nome di Gesù scrivendo "gesuana"...



L'ho usato apposta, ma esiste... in realtà "gesuano" è un'espressione che viene utilizzata per designare una frase, un discorso attribuito a Gesù.


Visto ciò, sono queste le prove che la concezione antropologica gesuana si rifà a questo tipo di scritti.



Non capisco, da dove lo deduci? Gesù non mi pare che citi mai questo genere di scritti né vi faccia riferimento implicitamente. Inoltre non sono degli scitti "unitari" per quanto riguarda laconcezione antropologia dell'uomo. Cosa ti fa pensare che Gesù avesse sposato la concezioni di scritti di origine ellenistica dato che era palesinese?


Il termine "teologia sull'aldilà" fa riferimento alle credenze sulla vita oltre la morte terrena.



Ma questo può indicare anche la risurrezione, non è che l'AT e Gesù neghino la possibilità di una vita dopo la morte terrena, dopenda da cosa intendiamo con questo.


Oh...più di citarteli e di spiegarteli non so che cosa fare



Le citazioni che fai mi sembrano piuttosto generiche, parlano di un premio per i buoni, ma non capisco dove si evinca una concezione simile a quella cattolica, con uno stato intermedio in attesa del ricongiungimento con il corpo glorificato. In realtà quelle citazioni possono parlare solo di della riserrezione...


L'autore del libro della Sapienza prosegue in un'altra direzione, quella dell'immortalità dell'anima.



Non capisco bene dove Sapienza, nei passi che hai citato, parlerebbe di immortalità dell'anima...


Il discorso della Sapienza, invece, confida in una punizione ed in un premio già dopo la morte...introducendo l'idea di immortalità dell'anima.



Non si capisce bene in che senso e cosa c'entra il "premio" con limmortalità dell'anima, l'immortalità è una qualità che l'anima possiede indipendentemente dall'essere buoni o cattivi.


Da qui la tradizione alla quale faceva riferimento Mera e che abbraccia anche Gesù



Cosa intendi per "Mera" e in che senso è abbracciata da Gesù?


Per "anima" intendeva "anima spirituale", ovvero quella parte spirituale dell'uomo che sopravvive alla morte fisica



Vorresti dirmi dove Gesù parlerebbe di questa "parte spirituale" che sopravvivrebbe? E cosa sarebbe? Un fantasma? Un essere spirituale come un demone o un angelo? O solo una specie di energia impersonale? Non è ben chiaro...


Per immortalità intendeva l'incorruttibilità di tale elemento della persona umana.



Dunque indipendente da Dio, questa parte "spirituale" è già incoruttibile per natura, sfugge al controllo divino. Ma dove se ne parla nella LXX o nel NT? Non riesco a capirlo.


Solo voi, che non potete permettervi che tali elementi siano presenti nella teologia "gesuana", dovete mettervi il salame sugli occhi



Boh...


L'accezione moderna del termine "anima" è quella che intendiamo noi cristiani cattolici. Cioè un "quid" spirituale incorruttibile che sopravvive alla morte fisica



Definizione che vuol dire tutto e niente, se mi permetti, dato che il "quid spirituale" è qualunque cosa c passi per la testa! Comnque chiedo dove nella LXX e nel NT si faccia chiaro riferimento a questo quid spirituale incoruttibile piuttosto che alla risurrezione...


I passi che ho citato, se correttamente interpretati, non possono essere accettati da chi non crede in un'anima (quid spirituale) immortale poichè fanno riferimento, per l'appunto, all'anima (quid spirituale) immortale



Mi pare un ragionamento un pò tautologico: devi accetare che questi passi significano X perché questi passi significano X.


E allora, come ho spiegato sopra, si sono cercate delle soluzioni teologiche...



Ti ripeto: e allora? Da cosa deduci che Gesà accettasse e condividesse queste soluzioni visto che non cita mai un passo in proposito?


Il libro della Sapienza ha, invece, percorso una strada differente. Due strade che, poi, sono convenute in un'unica teologia sull'aldilà



O non piuttosto due strade che sono rimaste separate e unite solo dopo Gesù? Non mi pare che Gesù faccia riferimento alla sopravvivenza di una "quid" ma parla sempre di "risurrezione"?


L'affermazione è chiara e fa riferimento a questo "quid spirituale" immmortale di ogni uomo.



Mi fai vedere il passo in cui si parla di questo "quid spirituale"?


E' questione di esegesi critico-storica...un metodo scientifico attraverso il quale si analizzano i testi antichi



Certo, fanni vedere questo quid con il metodo "critico-storico" e coe e dove Gesù vi farebbe rifrimento o lo citerebbe.


Proprio in virtù di ciò OGNI uomo è destinato a non finire mai...



Dunque la durata di questo quid (che non si capisce bene cosa sia) è indipendente dalla volontà di Dio, una volta creato Dio non ha più controllo su di esso, può solo "assegnarlo" alla perdizione definitiva o alla salvezza definitiva?


No, non lo è, non si parla di resurrezione della carne. E' un concetto estraneo al libro della Sapienza



In base a quali passi lo puoi dedurre?

Shalom




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FORUM TESTIMONI DI GEOVA
08/11/2009 18:00
 
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Re:


L'ho usato apposta, ma esiste... in realtà "gesuano" è un'espressione che viene utilizzata per designare una frase, un discorso attribuito a Gesù.



Che esista o meno ha il medesimo carattere di "storpiatura" del quale parlavamo negli altri 3d.

Se non è storpiatura questa non lo sono nemmeno quelle altre.



Non capisco, da dove lo deduci? Gesù non mi pare che citi mai questo genere di scritti né vi faccia riferimento implicitamente. Inoltre non sono degli scitti "unitari" per quanto riguarda laconcezione antropologia dell'uomo.



Gesù non ha mai scritto NIENTE.
Noi abbiamo il NT secondo il canone stabilito alla fine del IV sec.d.C. dalla Chiesa.

Il NT fa riferimento e cita la LXX.

Inoltre l'intera Bibbia non è un insieme di scritti unitari per quanto riguarda la concezione antropoligica dell'uomo.


Cosa ti fa pensare che Gesù avesse sposato la concezioni di scritti di origine ellenistica dato che era palesinese?



A parte l'evidenza della quale parla anche Mera e l'intera tradizione ebraica contemporanea a Gesù Cristo....
A parte i brani del NT dove si ha piena evidenza di tale concezione (parabola del ricco epulone)...
Inoltre, come ho appena detto sopra, si sta facendo riferimento al NT che cita e si riferisce alla LXX ed al relativo canone lungo che comprende i deuterocanonici citati.



Ma questo può indicare anche la risurrezione, non è che l'AT e Gesù neghino la possibilità di una vita dopo la morte terrena, dopenda da cosa intendiamo con questo.



Ho spiegato che cosa si intende per "teologia dell'aldilà".

E che ci sono due idee teologiche che vengono percorse e che poi si ricongiungono.
Da un lato quella espressa nei libri dei Maccabei, cioè quella della resurrezione della carne.
Dall'altro quella espressa dal libro della Sapienza, cioè quella della punizione o della ricompensa dopo la morte, nell'immortalità dell'anima.



Le citazioni che fai mi sembrano piuttosto generiche, parlano di un premio per i buoni, ma non capisco dove si evinca una concezione simile a quella cattolica, con uno stato intermedio in attesa del ricongiungimento con il corpo glorificato. In realtà quelle citazioni possono parlare solo di della riserrezione...



Mi sembra anche di essere stato chiaro.
Nel libro della Sapienza NON ESISTE l'idea teologica della resurrezione della carne.
Viene invece sviluppata quella di un premio o di una pena dopo la morte fisica.
E qui, come indica chiaramente anche Mera nel punto che ho citato, la tradizione rabbinica lo spiega bene.



Non capisco bene dove Sapienza, nei passi che hai citato, parlerebbe di immortalità dell'anima...



Il problema è che tu credi che, nel libro della Sapienza, si dia per scontato il concetto di resurrezione della carne...invece non ce n'è traccia alcuna.

Quando trovi scritto:

"Dio ha creato l'uomo per l'immortalità"

"I giusti al contrario vivono per sempre,
la loro ricompensa è presso il Signore
e l'Altissimo ha cura di loro."

"quando gli sarà richiesto l'uso fatto
dell'anima sua"

"ma non far tornare uno spirito già esalato,
nè liberare un'anima già accolta negli inferi".

Si sta facendo riferimento all'immortalità che va oltre al corpo.



Non si capisce bene in che senso e cosa c'entra il "premio" con limmortalità dell'anima, l'immortalità è una qualità che l'anima possiede indipendentemente dall'essere buoni o cattivi.



L'anima(quid spirituale) immortale sopravvive alla morte del corpo e, dopo la morte, trova la punizione o il premio.

Se uno è stato buono in vita...troverà premio dopo la morte fisica (Lazzaro che sta nel seno d'Abramo...per intenderci).
Se uno è stato empio in vita...troverà punizione dopo la morte fisica (ricco epulone...che se ne sta fra i tormenti...per intenderci).



Cosa intendi per "Mera" e in che senso è abbracciata da Gesù?



Mera è quell'utente del forum al quale ha fatto riferimento snob qualche pagina prima di questa.

Ti ricito la sua affermazione:

"Gesù non conosceva solo le Scritture, ma anche la vasta tradizione Ebraica che prevede la sopravvivenza della neshamà dopo la morte fisica.

Gesù dimostrò di condividere la credenza nel paradiso e nel ghe-hinnom ultra-terreni, una credenza che in quell'epoca era già molto diffusa.

Shalom."

E dice bene MEra, poichè secondo l’autorevole testimonianza dello storico ebraico Giuseppe Flavio (37 d.C. –103 d.C.) “I Farisei …credono alla immortalità delle anime, e che sotto terra vi siano ricompense e punizioni per coloro che seguirono la virtù o il vizio: eterno castigo è la sorte delle anime cattive, mentre le anime buone ricevono un facile transito a una nuova vita. I Sadducei ritengono che le anime periscano come i corpi. …..Gli Esseni. considerano l’anima immortale e credono di dovere lottare soprattutto per avvicinarsi alla giustizia. [Giuseppe Flavio, Antichità Giudaiche, XVIII, 11-18]



Vorresti dirmi dove Gesù parlerebbe di questa "parte spirituale" che sopravvivrebbe? E cosa sarebbe? Un fantasma? Un essere spirituale come un demone o un angelo? O solo una specie di energia impersonale? Non è ben chiaro...



Ad esempio la parabola del ricco epulone.

L'anima spirituale non è qualcosa di materiale ma fa parte delle realtà invisibili, come ne fanno parte Dio, gli angeli ed i demòni.



Dunque indipendente da Dio, questa parte "spirituale" è già incoruttibile per natura, sfugge al controllo divino. Ma dove se ne parla nella LXX o nel NT? Non riesco a capirlo.



Il "controllo divino" è impartito nell'istante della sua creazione.
Così Dio ha voluto, così è.

Se ne parla nel libro della Sapienza e nel NT nei versetti che ti cito ripetutamente. ed in svariati altri punti della Bibbia.
Guarda, alla fine di questa pagina te ne vedi elencati alcuni fra quelli che testimoniano anche la speranza nella resurrezione:
digilander.libero.it/domingo7/Anima.htm

simpatico questo: 2 Maccabei 15,12-13

Fanno parte di quella tradizione ebraica della quale ho parlato appena qui sopra.



Boh...



Ripeto perchè sia chiaro: voi avete già la vostra teologia monolitica che, se sgarra di 1mm relativamente a ciò, si vede crollare tutto quanto come un castello di carte...
Quindi ci sono cose che non potete ammettere, tipo questa.

E' molto rigida la vosta teologia in merito a questo...e non accetta smentite, neppure plateali.



Definizione che vuol dire tutto e niente, se mi permetti, dato che il "quid spirituale" è qualunque cosa c passi per la testa!



E' l'essenza stessa della persona che è qualcosa di immateriale, cioè, di spirituale.
Così come lo è Dio, lo sono gli angeli ed i demòni.


Comnque chiedo dove nella LXX e nel NT si faccia chiaro riferimento a questo quid spirituale incoruttibile piuttosto che alla risurrezione...



Non mi ripeto, ho già fatto le dovute citazioni e spiegazioni più sopra.



Mi pare un ragionamento un pò tautologico: devi accetare che questi passi significano X perché questi passi significano X.



Nessuna tautologia è una questione di esegesi critico-storica e di evidenza scritturale.
Vedi digilander.libero.it/domingo7/Anima.htm



Ti ripeto: e allora? Da cosa deduci che Gesà accettasse e condividesse queste soluzioni visto che non cita mai un passo in proposito?



Come ho detto sopra GESU' NON HA MAI SCRITTO NIENTE.
A noi basta il NT che fa riferimento e cita i deuterocanonici della LXX.
E' il NT che ci garantisce l'ortodossia in tal senso.
NT il cui canone è stato stabilito solo alla fine del IV sec.d.C. dalla Chiesa.



O non piuttosto due strade che sono rimaste separate e unite solo dopo Gesù? Non mi pare che Gesù faccia riferimento alla sopravvivenza di una "quid" ma parla sempre di "risurrezione"?



Come ti ho mostrato sopra e come affermava anche Mera, la tradizione rabbinica ai tempi di Gesù...ed il NT stesso avvalorano la fede nel giudizio particolare, dopo la morte, che destina le anime al premo o alla pena.

Che poi il NT affermi anche la fede nella resurrezione della carne alla fine dei tempi mi pare cosa alquanto appurata e che condividiamo entrambi (seppur in forme differenti ed alquanto distanti).



Mi fai vedere il passo in cui si parla di questo "quid spirituale"?



digilander.libero.it/domingo7/Anima.htm

ne trovi parecchi alla fine della pagina...



Certo, fanni vedere questo quid con il metodo "critico-storico" e coe e dove Gesù vi farebbe rifrimento o lo citerebbe.



Vedi sopra.



Dunque la durata di questo quid (che non si capisce bene cosa sia) è indipendente dalla volontà di Dio, una volta creato Dio non ha più controllo su di esso, può solo "assegnarlo" alla perdizione definitiva o alla salvezza definitiva?



l'anima spirituale si capisce bene che cos'è...il problema è tuo poichè continui a rimanere legato alla tua teologia e non vuoi fare lo sforzo di pensarci su oggettivamente.

E' Dio che ha stabilito tutto sin dall'inizio.
Dio non vive nel tempo, lo trascende.
Per Dio ogni cosa...passata, presente e futura...è come tempo presente.
Ciò che ha stabilito rimane...se l'ha voluta così.

Dio forse non può prendere decisioni simili?
E' suo il potere e lo gestisce come vuole.



In base a quali passi lo puoi dedurre?

Shalom



In base al fatto che il concetto di resurrezione della carne non è espresso nè esplicitamente nè implicitamente nel libro della Sapienza.
Ed è ovvio...il libro della Sapienza segue un'idea teologica differente...come ti ho già spiegato. [SM=g7566]

Ciao
Mauri.


[Modificato da MauriF 08/11/2009 18:06]
08/11/2009 18:46
 
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Caro MauriF,


Che esista o meno ha il medesimo carattere di "storpiatura" del quale parlavamo negli altri 3d



Gesuano non è una storpiatura, esiste nella lingua italiana ed ha un significato ben preciso. Non l'ho certa usata in un contesto non appropriato per definire i discepoli di Gesù.


Gesù non ha mai scritto NIENTE. Noi abbiamo il NT secondo il canone stabilito alla fine del IV sec.d.C. dalla Chiesa



Si, evita le precisazioni inutili. Ti chiedevo dove, in base a quel canone, evinciamo che Gesù e i suoi discepoli condividessero la visione antropologica ellenistica piuttosto che quella tradizionale dell'AT palestinese.


A parte l'evidenza della quale parla anche Mera e l'intera tradizione ebraica contemporanea a Gesù Cristo....



Si, ma ripeto, le tradizioni potevano essere varie, i farisei ad esempio credevano alla risurrezione, i sadducei la negavano. Ora, ti chiedo dove troviamo indicazioni chiare che Gesù accettasse l'idea ellenistica dell'immortalità dell'anima, abbandonando la concezione tradizionale.


A parte i brani del NT dove si ha piena evidenza di tale concezione (parabola del ricco epulone)...



A parte che si tratta di una parabola sulla morte spirituale e non di un insegnamento sulla morte letterale, ma in quella parabola non si parla di "anime" o di "quid" ma di persone vere e proprie e non si evince che siano "immortali" o "quid spirituali".


Inoltre, come ho appena detto sopra, si sta facendo riferimento al NT che cita e si riferisce alla LXX



Si, ho capito quello che dici, ma dove citerebbe con precisione il canone lungo e dove in dettaglio rispetto a questo tema? Non lo dici o lo dai per scontato?


E che ci sono due idee teologiche che vengono percorse e che poi si ricongiungono.



Devi ancora dimostrarmi quando e come avviene, se avviene, questo presunto "ricongiungimento", non lo vedo e tu non citi alcun passo in proposito.


Nel libro della Sapienza NON ESISTE l'idea teologica della resurrezione della carne. Viene invece sviluppata quella di un premio o di una pena dopo la morte fisica



Si, ma non capisco da quale passi escludi l'idea du una risurrezione, l'idea di un "premio" o "pena" dopo la morte non vedo come possa escludere l'idea di risurrezione, dalla carne o dello spirito che sia. Per Sapienza si risusciterebbe come angeli, cioè in che stato sarebbero premiati i giusti dopo la morte?


Quando trovi scritto:

"Dio ha creato l'uomo per l'immortalità"

"I giusti al contrario vivono per sempre,
la loro ricompensa è presso il Signore
e l'Altissimo ha cura di loro."

"quando gli sarà richiesto l'uso fatto
dell'anima sua"

"ma non far tornare uno spirito già esalato,
nè liberare un'anima già accolta negli inferi".

Si sta facendo riferimento all'immortalità che va oltre al corpo.



Non capisco perché. Si parla di "uomo" di uso "dell'anime", cioè della vita e così "liberare un'anima dell'inferno" indica solo che tale persona è liberata dalla morte, cioè è risuscitata, lo stesso il passo successivo... non capisco in base a cosa escludi la concezione antropologica tradizionale e l'idea di risurrezione. [SM=g8019]


L'anima(quid spirituale) immortale sopravvive alla morte del corpo e, dopo la morte, trova la punizione o il premio.



Scusami, ma questo "quid" non è proprio un "quid" ma è un essere spirituale, come potrebbe essere un angelo, e dunque le figure di Lazzaro e del Ricco secondo te sarebbero esseri spirituali, angeli, che sono puniti o ricompensati e vivono in cielo insieme ?


secondo l’autorevole testimonianza dello storico ebraico Giuseppe Flavio (37 d.C. –103 d.C.) “I Farisei … credono alla immortalità delle anime, e che sotto terra vi siano ricompense e punizioni per coloro che seguirono la virtù o il vizio: eterno castigo è la sorte delle anime cattive, mentre le anime buone ricevono un facile transito a una nuova vita



Dunque ritieni che Gesù avesse abbracciato o condividesse la credenza farisaica circa il destino dei morti? Dove deduci che Gesù era fariseo?


L'anima spirituale non è qualcosa di materiale ma fa parte delle realtà invisibili, come ne fanno parte Dio, gli angeli ed i demòni.



Appunto, l'anima non è un "quid" ma uno spirito inteso come essere spirituale, capace di pensare, vivere e persino di materializzarsi. Insomma l'anima è un angelo.


Il "controllo divino" è impartito nell'istante della sua creazione. Così Dio ha voluto, così è



Dunque Dio avrebbe creato Adamo immortale...


Fanno parte di quella tradizione ebraica della quale ho parlato appena qui sopra.



Tradizione di cui però non troviamo alcuna citazione o traccia nel NT.


Ripeto perchè sia chiaro: voi avete già la vostra teologia monolitica che, se sgarra di 1mm relativamente a ciò, si vede crollare tutto quanto come un castello di carte...



Mi pare che sia lo stesso per te, altrimenti non ti affanneresti tanto a cercare in "tradizioni di uomini" le stampelle per questa ipotetico "quid" che sopravvive alla morte du cui, per adesso, nulla si dice nel NT...


E' l'essenza stessa della persona che è qualcosa di immateriale, cioè, di spirituale.



Dunque l'essenza della persona sarebbe un angelo?


Nessuna tautologia è una questione di esegesi critico-storica e di evidenza scritturale.



L'esegesi prevederebbe la discussione di passi biblici, qui mi dice che è così perché è così... come metodo mi pare poco storico e soprattutto poco critico.


Come ti ho mostrato sopra e come affermava anche Mera, la tradizione rabbinica ai tempi di Gesù...ed il NT stesso avvalorano la fede nel giudizio particolare, dopo la morte, che destina le anime al premo o alla pena



Non abbiamo alcuna prova che Gesù condividessa la tradizione rabbinica, anzi, mi pare che dicesse che insegnavano "tradizioni di uomini". Rispetto la "giudizio" non vedo come possa avvallorare l'idea di un'anima immortale... boh.


In base al fatto che il concetto di resurrezione della carne non è espresso nè esplicitamente nè implicitamente nel libro della Sapienza.



Ma non mi pare neppure escluso, né c'è alcun riferimento ad una risurrezione come "spiriti".

Shalom
[Modificato da barnabino 08/11/2009 20:27]
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FORUM TESTIMONI DI GEOVA
09/11/2009 00:00
 
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Caro MauriF,

Gesuano non è una storpiatura, esiste nella lingua italiana ed ha un significato ben preciso.



Appena prima che venisse coniato era una "storpiatura"...giusto?
E' il tempo che rende o meno un determinato appellativo una storpiatura o meno?



Non l'ho certa usata in un contesto non appropriato per definire i discepoli di Gesù.



Perchè filologicamente il fatto che si stia facendo una storpiatura o meno dipenderebbe da un determinato contesto o da un determinato riferimento ad un gruppo di persone?
Voglio capire a quale regola filologica stavi facendo riferimento...



Si, evita le precisazioni inutili. Ti chiedevo dove, in base a quel canone, evinciamo che Gesù e i suoi discepoli condividessero la visione antropologica ellenistica piuttosto che quella tradizionale dell'AT palestinese.



Invece mi sembra che siano proprio precisazioni necessarie perchè non credo che tu abbia le idee molto chiare in merito.

L'AT palestinese non esiste se guardi al NT, poichè il NT si rifà alla Septuaginta e quindi al "canone lungo".
Il canone lungo contiene i deuterocanonici che ti ho evidenziato.

A parte il fatto che il concetto ci "immortalità dell'anima" è qualcosa di presente in entrambe le idee teologiche sull'aldilà...
In particolare il fatto che si creda che vi sia una punizione o un premio oltre la morte fa parte delle idee teologice dei libri più prossimi all'epoca apostolica del canone lungo.



Si, ma ripeto, le tradizioni potevano essere varie, i farisei ad esempio credevano alla risurrezione, i sadducei la negavano. Ora, ti chiedo dove troviamo indicazioni chiare che Gesù accettasse l'idea ellenistica dell'immortalità dell'anima, abbandonando la concezione tradizionale.



No, non stiamo parlando della resurrezione, che è un'altra cosa...
Stiamo parlando della fede in un premio o di una punizione oltre la morte.
Come ti ho già citato i Farisei credevano in questo...come lo credeva anche Gesù secondo quanto riporta il NT.
L'idea dell'immortalità dell'anima non è esclusivamente un'idea ellenistica...ma è un'idea anche palestinese.
E' anche quella che tu chiami "concezione tradizionale".



A parte che si tratta di una parabola sulla morte spirituale e non di un insegnamento sulla morte letterale, ma in quella parabola non si parla di "anime" o di "quid" ma di persone vere e proprie e non si evince che siano "immortali" o "quid spirituali".



No, si tratta di una parabola che evidenzia il fatto che Gesù appoggiava questa visione particolare di un aldilà dove l'anima spirituale del giusto riceveva il premio (seno d'Abramo) mentre l'empio riceveva la punizione (tormenti del ricco epulone).

In quella parabola si parla di anime (quid spirituali) che sono persone vere e proprie.
E si evince che siano immortali visto che il loro destino è la punizione od il premio...lì sembra risolversi la teodice divina.

E questa è l'idea espressa nel libro della Sapienza, come ho già detto.



Si, ho capito quello che dici, ma dove citerebbe con precisione il canone lungo e dove in dettaglio rispetto a questo tema? Non lo dici o lo dai per scontato?



Lo do per scontato perchè è un dato di fatto dal punto di vista critico-storico:
www.scripturecatholic.com/septuagint.html



Devi ancora dimostrarmi quando e come avviene, se avviene, questo presunto "ricongiungimento", non lo vedo e tu non citi alcun passo in proposito.



Il ricongiungimento è chiaro.
Vi è un giudizio particolare ed un giudizio universale che coincide con la resurrezione della carne.
Vi è una prima morte dopo la quale viene il giudizio (particolare)...e vi è una seconda morte o la vita eterna quando verrà il Signore nella gloria ed ogni carne risorgerà per un giudizio di condanna o di vita eterna.

Questo è il vertice della maturazione della teologia sull'aldilà.
Il perfetto sposarsi teologico della teodicea divina e del destino dell'umanità.
Ed il tutto è sostenuto dai versetti che ti ho citato direttamente od attaverso la pagina del sito che it ho linikato.



Si, ma non capisco da quale passi escludi l'idea du una risurrezione, l'idea di un "premio" o "pena" dopo la morte non vedo come possa escludere l'idea di risurrezione, dalla carne o dello spirito che sia. Per Sapienza si risusciterebbe come angeli, cioè in che stato sarebbero premiati i giusti dopo la morte?



No, nel libro della Sapienza, come ho già detto, non vi sono passi che includano l'idea della resurrezione.

Non è che ti devo trovare un passo che dice "non si risorge"...mi basta dirti che non vi è un singolo passo che fa riferimento alla resurrezione della carne.
E non ce ne sono.

Il libro della Sapienza è fatto da ebrei di cultura greca che, di fronte allo scandalo rappresentato dal non manifestarsi della giustizia divina in questa vita...ha optato per l'idea di una giustizia nell'aldilà.

Di contro il libro dei Maccabei che è stato scritto da ebrei di cultura palestinese, dinnanzi allo stesso scandalo hanno risposto con il concetto di resurrezione della carne, entro la quale la giustizia divina si sarebbe espressa.



Non capisco perché. Si parla di "uomo" di uso "dell'anime", cioè della vita e così "liberare un'anima dell'inferno" indica solo che tale persona è liberata dalla morte, cioè è risuscitata, lo stesso il passo successivo... non capisco in base a cosa escludi la concezione antropologica tradizionale e l'idea di risurrezione. [SM=g8019]



Perchè, come ho spiegato sopra, il concetto di resurrezione della carne non fa parte dell'idea teologica espressa dal libro della Sapienza.
E' una questione critico-storica.
Stiamo parlando di un preciso contesto teologico che nulla ha a che vedere con idee teologiche relative alla resurrezione della carne.

Queste ultime sono presenti presso la cultura palestinese, non presso quella greca.

Il contesto è quello del Fedone e Dell'Anima di Platone.


Scusami, ma questo "quid" non è proprio un "quid" ma è un essere spirituale, come potrebbe essere un angelo, e dunque le figure di Lazzaro e del Ricco secondo te sarebbero esseri spirituali, angeli, che sono puniti o ricompensati e vivono in cielo insieme ?



L'angelo è un essere puramente spirituale.
L'uomo invece è spirito(anima spirituale) + corpo.

Queste sono le due nature, differenti, di due creature distinte: l'angelo e l'uomo.

L'anima spirituale è l'essenza della persona stessa, ma non ne contiene la completezza.
Ogni uomo è anima spirituale + corpo.
La separazione dell'anima spirituale dal proprio corpo equivale alla morte fisica.

La punizione del ricco epulone è una condizione della sua anima spirituale per la quale soffre i tormenti causati dalla sua condotta in vita.
Il premio di Lazzaro, viceversa, è una condizione della sua anima spirituale per la quale gode della consolazione che segue alla sua buona condotta in vita.



Dunque ritieni che Gesù avesse abbracciato o condividesse la credenza farisaica circa il destino dei morti? Dove deduci che Gesù era fariseo?



Condividere la credenza farisaica circa il destino dei morti non significa essere fariseo...
Significa condividerne una credenza.

A parte questo "piccolo" particolare Gesù si contrappone ai sadducei relativamente a questi concetti...ed è estraneo dalla teologia essena.

Inoltre la parabola del ricco epulone è eloquente in merito a questo:

"I Farisei … credono alla immortalità delle anime, e che sotto terra vi siano ricompense e punizioni per coloro che seguirono la virtù o il vizio: eterno castigo è la sorte delle anime cattive, mentre le anime buone ricevono un facile transito a una nuova vita"

....

"Luca 16:22 Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto.
Luca 16:23 Stando nell'inferno tra i tormenti, levò gli occhi e vide di lontano Abramo e Lazzaro accanto a lui.
Luca 16:24 Allora gridando disse: Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell'acqua la punta del dito e bagnarmi la lingua, perché questa fiamma mi tortura.
Luca 16:25 Ma Abramo rispose: Figlio, ricordati che hai ricevuto i tuoi beni durante la vita e Lazzaro parimenti i suoi mali; ora invece lui è consolato e tu sei in mezzo ai tormenti."


E' una cosa tremendamente palese e schiacciante...



Appunto, l'anima non è un "quid" ma uno spirito inteso come essere spirituale, capace di pensare, vivere e persino di materializzarsi. Insomma l'anima è un angelo.



Vedi sopra.
La natura angelica è di "puro spirito"...diversamente l'uomo è uno "spirito incarnato".

Quel "quid" spirituale è l'essenza di noi stessi che, però, a differenza degli esseri puramente spirituali, quali sono gli angeli, non rappresenta la nostra completezza.
La nostra natura di uomini è pienamente espressa esclusivamente quando la nostra anima spirituale è congiunta al nostro corpo.

Per tale motivo il fatto che la nostra nima spirituale sia separata dal corpo equivale alla morte fisica.



Dunque Dio avrebbe creato Adamo immortale...



Esatto.
Sia inquanto all'anima spirituale...che, dall'istante in cui è stata creata mai verrà meno...
Sia inquanto la morte non era ancora entrata nel mondo e, quindi, la sua anima spirituale non poteva separarsi dal suo corpo.



Tradizione di cui però non troviamo alcuna citazione o traccia nel NT.



Questa è una tua affermazione gratuita ed ampiamente smentita da quanto ho già spiegato qui sopra.



Mi pare che sia lo stesso per te, altrimenti non ti affanneresti tanto a cercare in "tradizioni di uomini" le stampelle per questa ipotetico "quid" che sopravvive alla morte du cui, per adesso, nulla si dice nel NT...



Ahh...no. ;)
Come puoi vedere le affermazioni che ho fatto ho potuto copiosamente argomentarle su base scritturale.



Dunque l'essenza della persona sarebbe un angelo?



No, perchè l'angelo è un essere puramente spirituale e la sua natura è completamente espressa dal suo essere puro spirito.

Invece ciascuno di noi è anima spirituale + corpo...e se viene meno il corpo la nostra natura risulta come monca.
Per tale motivo noi siamo morti, senza il corpo...e siamo vivi quando la nostra anima spirituale è unita al nostro corpo.



L'esegesi prevederebbe la discussione di passi biblici, qui mi dice che è così perché è così... come metodo mi pare poco storico e soprattutto poco critico.



Non è vero, ti ho già apportato le argomentazioni storiche e critiche che sostengono quanto ho affermato.



Non abbiamo alcuna prova che Gesù condividessa la tradizione rabbinica, anzi, mi pare che dicesse che insegnavano "tradizioni di uomini". Rispetto la "giudizio" non vedo come possa avvallorare l'idea di un'anima immortale... boh.



Quando parlava di "tradizioni di uomini" non stava parlando di quello che intendi tu.
Parlava di una falsa tradizione, non della tradizione in generale.

Inoltre le prove che Gesù condividesse le tradizioni ebraiche relativamente alla teologia sull'aldilà ce le da il NT stesso ed i suoi riferimenti alla LXX ed al canone lungo, nonchè agli evidenti paralleli fra la documentata tradizione ebraica presente in quel tempo in palestina...e ciò che è scritto nel NT (parabola del ricco epulone, come esempio palese).



Ma non mi pare neppure escluso, né c'è alcun riferimento ad una risurrezione come "spiriti".

Shalom



Non c'è alcun riferimento alla resurrezione poichè, come ho già spiegato sopra, il concetto di resurrezione della carne (come "spiriti" non esiste e non è mai esistita...) è un'idea teologica tipica dell'ebraismo palestinese, non di quello greco che, come ho già spiegato, si rifaceva ai concetti platonici di sopravvivenza cosciente dell'anima e di punizione o premio dopo la morte.

Notte,
Mauri.


09/11/2009 19:23
 
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Caro MauriF,


Appena prima che venisse coniato era una "storpiatura"...giusto?
E' il tempo che rende o meno un determinato appellativo una storpiatura o meno?



No, è il contesto. Per definire Dio esiste già una parola, così per i suoi testimoni, non c'è alcun bisogno di storpiare il nome né del primo né dei secondo.


L'AT palestinese non esiste se guardi al NT, poichè il NT si rifà alla Septuaginta e quindi al "canone lungo". Il canone lungo contiene i deuterocanonici che ti ho evidenziato



Che li contenesse la LXX nel IV secolo non significa che li contenesse quella palestinese, non significa che fossero considerati canonici, né che Gesù li avesse mai citati.

Ma questa è una discussione oziosa: infatti ti chiedo dei riferimenti specifici di quei libri nel NT rispetto alla concezione antropologica che aveva Gesù.


In particolare il fatto che si creda che vi sia una punizione o un premio oltre la morte fa parte delle idee teologice dei libri più prossimi all'epoca apostolica del canone lungo.



Ripeto: non si capisce cosa questo abbia a che fare con l'immortalità dell'anima.


Stiamo parlando della fede in un premio o di una punizione oltre la morte



E io ti ripeto, questa fede è assolutamente coerente con la risurrezione, in cui per altro credeva Gesù, cosa c'entra l'immortalità dell'anima?


L'idea dell'immortalità dell'anima non è esclusivamente un'idea ellenistica...ma è un'idea anche palestinese.



E allora? Spiegami dove deduci che Gesù avrebbe abbracciato questo concetto di origine ellenistica.


No, si tratta di una parabola che evidenzia il fatto che Gesù appoggiava questa visione particolare di un aldilà dove l'anima spirituale del giusto riceveva il premio (seno d'Abramo) mentre l'empio riceveva la punizione (tormenti del ricco epulone).



Ma resta un parabola, un esempio, una storia raccontata per insegnare qualcosa d'altro.


In quella parabola si parla di anime (quid spirituali) che sono persone vere e proprie.



Scusa, ma se sono "persone vere e proprie" non sono "quid spirituali". Dove leggi infatt che Lazzaro e "spirituale" o il ricco è "spirituale"? In quel racconto io vedo persone in carne ed ossa.


E questa è l'idea espressa nel libro della Sapienza, come ho già detto.



A dire il vero devi ancora nostrarmi i versetti in cui si parla di questi "quid spirituali".


Lo do per scontato perchè è un dato di fatto dal punto di vista critico-storico



Se è un "dato di fatto" non dovresti aver difficolotà a trovare passi in proposito, invece mi sembri un pò in affanno su questo punto...


Vi è un giudizio particolare ed un giudizio universale che coincide con la resurrezione della carne.



Non lo leggo in nessun passo di Sapienza, se permetti, né del NT. Fammi vedere questi benedetti versetti e ne discutiamo... o forse non sono così chiari?


No, nel libro della Sapienza, come ho già detto, non vi sono passi che includano l'idea della resurrezione.



Sapienza dunque parla solo della "retribuzione" dopo la morte, ma non mi pare che neghi la risurrezione, infatti dici che non c'è neppure un versetto che possa negarla...


Questo è il vertice della maturazione della teologia sull'aldilà.



Dunque non è presente nei testi, è una "maturazione", non si capisce rispetto a che cosa però... rispetto alla concezione ellenistica?


Il libro della Sapienza è fatto da ebrei di cultura greca che, di fronte allo scandalo rappresentato dal non manifestarsi della giustizia divina in questa vita...ha optato per l'idea di una giustizia nell'aldilà.



E allora? Come questo può negare la risurrezione?


Perchè, come ho spiegato sopra, il concetto di resurrezione della carne non fa parte dell'idea teologica espressa dal libro della Sapienza



Si, lo stai ripetendo, ma ti chiedo perché lo dici. In base a queli passi. Dove sapienza parla di "quid spirituali" e non di esseri che risorgeranno? E come questa concezione sarebbe ripresa da Gesù? Voglio dire: dove Gesù cita e dimostra di conoscere e condividere le conclusione di quel testo su questo argomento?

Capisci che non basta che Sapienza dica una cosa per ipotizzare che Gesù la condividesse il contesto del Fedone e Dell'Anima di Platone. .


L'angelo è un essere puramente spirituale. L'uomo invece è spirito(anima spirituale) + corpo



Dunque l'angelo è solo spirito, e se l'uomo perde il corpo diventa un angelo... se capisco bene.


L'anima spirituale è l'essenza della persona stessa, ma non ne contiene la completezza.



Dunque l'anima non può essere Lazzaro o il Ricco, rappresentati invece conun corpo, come persone o al più come spiriti, angeli. E qualcosa di incosciente, un "essenza". Mi pare un pò incoerente rispetto a quello che dici della parabola di Lazzaro.


La separazione dell'anima spirituale dal proprio corpo equivale alla morte fisica.



Si ma Lazzaro e il ricco continuano a vivere come angeli, hanno un corpo, parlano, ecc... come esseri vivi ma senza un corpo carnale.


Condividere la credenza farisaica circa il destino dei morti non significa essere fariseo... Significa condividerne una credenza



E perché Gesù dovrebbe seguire proprio questa credenza che aveva origine umane, dalla grecia?


La natura angelica è di "puro spirito"...diversamente l'uomo è uno "spirito incarnato"



E allora? Tolta la carne, alla morte, rimane lo "spirito" e il morto sarebbe, a quanto capisco dalla tua teoria, non un "quid" ma un angelo, un essere spirituale.


Quel "quid" spirituale è l'essenza di noi stessi che, però, a differenza degli esseri puramente spirituali, quali sono gli angeli, non rappresenta la nostra completezza



Ma però è comunque dotata di un corpo, come quello di Lazzaro che ha un corpo nella parabola di Gesù.


Per tale motivo noi siamo morti, senza il corpo...



Ma se l'anima è immortale non capisco perché dici che siamo morti. Senza corpo l'uomo vive ancora, Lazzaro e il Ricco sono rappresentanti vivi e vegeti, non inconsci o dormienti in attesa del corpo.

Shalom [SM=g8050]


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