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FALLACIA

Ultimo Aggiornamento: 31/10/2009 10:09
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31/10/2009 10:09
 
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5 errori di logica: non cadeteci

“NESSUNO vi inganni con parole vuote”. Questo consiglio fu dato quasi 2.000 anni fa ed è ancora più che mai valido. Oggi siamo bombardati da voci suadenti: dive del cinema che fanno la pubblicità a cosmetici, uomini politici che presentano i loro programmi, venditori che reclamizzano prodotti, ecclesiastici che espongono dottrine. Molto spesso queste voci suadenti si dimostrano ingannevoli, poco più che parole vuote. Eppure la gente in generale cade facilmente nell’inganno.
Spesso questo avviene perché non si distingue tra verità ed errore. Gli esperti di logica usano il termine “fallacia” per indicare qualsiasi allontanamento dal ragionamento logico. La fallacia è un sofisma, un argomento infondato o ingannevole, la cui conclusione non si basa su premesse o dichiarazioni precedenti. Tuttavia, è molto facile cadere in questi errori perché fanno leva sui sentimenti, non sulla ragione.
Un segreto per evitare l’inganno è quello di sapere come opera un sofisma. Esaminiamo perciò cinque comuni errori di questo genere, allo scopo di affinare la “facoltà di ragionare” che Dio ci ha data. — Romani 12:1.

ERRORE N. 1

Screditare la persona In questo caso si tenta di confutare o demolire una dichiarazione o un argomento perfettamente valido muovendo una critica irrilevante alla persona che lo presenta.
Prendiamo un esempio dalla Bibbia. In un’occasione Gesù Cristo cercò di spiegare il soggetto della sua futura morte e risurrezione. Erano concetti nuovi e difficili per i suoi ascoltatori. Ma anziché soppesare gli aspetti positivi degli insegnamenti di Gesù, alcuni si scagliarono contro la persona di Gesù, dicendo: “Ha un demonio ed è pazzo. Perché lo ascoltate?” — Giovanni 10:20; confronta Atti 26:24, 25.
Com’è facile affibbiare a qualcuno l’etichetta di “stupido”, “pazzo” o “disinformato” quando dice qualcosa che non vogliamo sentire! Una tattica analoga consiste nello screditare la persona con sottili insinuazioni. Esempi tipici sono: “Se tu comprendessi veramente la cosa, non la penseresti così”, oppure: “Ci credi solo perché ti dicono di crederci”.
Ma sebbene le critiche personali, sottili e non, possano essere intimidatorie e persuasive, non smentiscono mai quello che è stato detto. Attenti dunque a non cadere in questo errore!

ERRORE N. 2

Far valere il peso dell’autorità Questa forma di intimidazione verbale consiste nel fare appello alle autorevoli dichiarazioni di cosiddetti esperti o di gente famosa. Certo, è solo naturale chiedere consiglio a chi ne sa più di noi su una cosa. Ma non sempre il ricorso all’autorità si basa sul ragionamento logico.
Supponiamo che il medico vi dica: “Lei ha la malaria”. Voi rispondete: “Come lo sa, dottore?” Sarebbe irragionevole da parte sua dire: “Sono un medico, per cui ne so molto più di lei su queste cose. Mi creda, lei ha la malaria”. Anche se probabilmente la sua diagnosi è corretta, è falso ragionare che avete la malaria solo perché lo dice lui. Sarebbe molto più proficuo per lui considerare i fatti: i vostri sintomi, i risultati degli esami del sangue, ecc.
Un caso in cui si fece valere il peso dell’autorità allo scopo di intimorire è quello narrato in Giovanni 7:32-49. Apprendiamo che erano stati mandati degli ufficiali ad arrestare Gesù Cristo. Ma essi furono così colpiti dal suo insegnamento che anziché arrestarlo, dissero ai superiori: “Nessun altro uomo ha mai parlato così”. Rispondendo, i nemici di Gesù dissero: “Non siete stati sviati anche voi, vero? Nessuno dei governanti o dei farisei ha riposto fede in lui, non è vero?” Si noti che non fu fatto nessun tentativo per confutare l’insegnamento di Gesù. Piuttosto i capi giudei usarono la loro autorità di “esperti” in materia di Legge mosaica come pretesto per non tener conto di quello che diceva Gesù.
Fatto interessante, oggi gli ecclesiastici ricorrono come si sa a tattiche simili quando non riescono a provare con la Bibbia insegnamenti quali quello della Trinità, dell’immortalità dell’anima e dell’inferno di fuoco.
Il ricorso a voci falsamente autorevoli è frequente anche nel mondo della pubblicità, dove personaggi celebri fanno dichiarazioni in campi molto lontani da quello in cui essi sono esperti. Un campione di golf vi incoraggia a comprare una fotocopiatrice. Un noto calciatore reclamizza frigoriferi. Un atleta olimpionico vi raccomanda un certo cereale per la colazione. Molti non si soffermano a pensare che queste “autorità” probabilmente sanno poco o nulla dei prodotti a cui fanno pubblicità.
Rendetevi conto, inoltre, che perfino autentici esperti — come chiunque altro — possono essere influenzati. Un ricercatore con molte lauree può sostenere che fumare tabacco sia innocuo. Ma se lavora per l’industria del tabacco, la testimonianza di un tale “esperto” non è forse sospetta?

ERRORE N. 3

Seguire la corrente In questo caso si fa leva sui sentimenti, sui pregiudizi e sulle credenze diffuse. La maggior parte delle persone è conformista. In genere rifuggiamo dal pensiero di esprimerci apertamente contro le opinioni prevalenti. Questa tendenza a considerare automaticamente corretta l’opinione della maggioranza viene sfruttata in modo molto efficace per incoraggiare a ‘seguire la corrente’.
Per esempio, una nota rivista americana conteneva una pubblicità in cui si vedevano alcune persone sorridenti, ciascuna con un bicchiere di rum in mano. La figura era accompagnata dallo slogan: “È quel che sta succedendo. Da un capo all’altro dell’America, la gente si sta convertendo al . . . rum”. Questo è uno sfacciato invito a ‘seguire la corrente’.
Ma anche se altri pensano o fanno qualcosa, dovete proprio pensarla o farla anche voi? Inoltre, l’opinione comunemente accettata non è proprio il metro per misurare la verità. Nel corso dei secoli sono state estesamente accettate idee di ogni sorta che col tempo si sono dimostrate errate. Tuttavia, la gente continua a seguire la corrente. Il motto ‘Tanto lo fanno tutti!’ spinge la gente a drogarsi, commettere adulterio, derubare il datore di lavoro e frodare il fisco.
In effetti, però, non tutti fanno queste cose. E anche se le fanno, non è una buona ragione perché le facciate anche voi. Una buona regola di condotta generale è il consiglio dato in Esodo 23:2: “Non devi seguire la folla per fini empi”.

ERRORE N. 4

Offrire una sola alternativa In questo caso, quella che può essere un’ampia possibilità di scelta viene ridotta a due sole possibilità. Per esempio qualcuno può sentirsi dire: ‘O accetti la trasfusione di sangue o muori’. Ai testimoni di Geova viene fatto spesso un ragionamento del genere a causa della loro decisione basata sulla Bibbia di ‘astenersi dal sangue’ in qualsiasi forma. (Atti 15:29) Qual è il punto debole di questo ragionamento? Esclude altre possibilità valide. I fatti mostrano che esistono cure alternative, e la maggioranza delle operazioni può essere eseguita felicemente senza trasfusioni di sangue. Medici capaci operano spesso con una perdita minima di sangue. Un’altra possibilità è l’impiego di liquidi non ematici, gli espansori del volume plasmatico. Inoltre, molti hanno ricevuto trasfusioni di sangue e sono morti. Allo stesso modo, molti hanno rifiutato il sangue e sono vissuti. Questo tipo di ragionamento, quindi, non regge.
Perciò, quando vi è posta davanti una sola alternativa, chiedetevi: ‘Ci sono veramente solo due possibilità tra cui scegliere? Potrebbero essercene altre?’

ERRORE N. 5

Approccio semplicistico È il caso in cui una dichiarazione o un argomento non tiene conto di fatti rilevanti, semplificando troppo quella che può essere una questione complessa.
È vero, non c’è nulla di male a semplificare un soggetto complicato: i bravi insegnanti lo fanno di continuo. Ma a volte una faccenda è semplificata fino al punto di falsare la verità. Per esempio, potreste leggere: ‘Il rapido aumento demografico è la causa della povertà nei paesi in via di sviluppo’. C’è del vero in questa affermazione, ma essa non tiene conto di altri fattori importanti, come ad esempio scelte politiche sbagliate, sfruttamento commerciale e andamento del clima.
L’approccio semplicistico ha causato molti concetti errati riguardo alla Parola di Dio, la Bibbia. Considerate, ad esempio, il racconto di Atti 16:30, 31. Si narra che un carceriere fece una domanda riguardo alla salvezza. Paolo rispose: “Credi nel Signore Gesù e sarai salvato”. Da queste parole molti hanno dedotto che per ottenere la salvezza basti accettare Gesù mentalmente!
Questo significa semplificare troppo le cose. Certo, è essenziale credere in Gesù come nostro Redentore. Ma è anche necessario credere in ciò che Gesù insegnò e comandò, acquistare pieno intendimento delle verità bibliche. Questo è indicato dal fatto che successivamente Paolo e Sila “annunciarono la parola di Geova [al carceriere] e a tutti quelli della sua casa”. (Atti 16:32) Per avere la salvezza si richiede anche ubbidienza. In seguito Paolo lo mostrò quando scrisse che Gesù “divenne per tutti quelli che gli ubbidiscono responsabile di salvezza eterna”. — Ebrei 5:9.
Un antico proverbio dice: “Chiunque è inesperto ripone fede in ogni parola, ma l’accorto considera i suoi passi”. (Proverbi 14:15) Perciò non cadete in questi errori. Imparate a distinguere fra legittime critiche a quanto viene detto e ignobili tentativi di screditare la persona. Non fatevi ingannare da chi ricorre ingiustamente al peso dell’“autorità”, da chi vi esorta a seguire la corrente, da chi vi offre una sola alternativa o da chi semplifica in modo esagerato le cose, specie quando è in gioco qualcosa di così importante come la verità in materia di religione. Esaminate tutti i fatti, o, per citare la Bibbia, “accertatevi di ogni cosa”. — 1 Tessalonicesi 5:21.


Svegliatevi 1990 22/5 pagine 12-14
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