Ciao,
la pentecoste è chiamata anche festa della mietitura” (Eso 23:16) o “festa delle settimane” (Eso 34:22) oppure anche “il giorno dei primi frutti maturi”. (Nu 28:26)
La festa di Pentecoste veniva celebrata alla fine della mietitura dell’orzo ed era un tempo di gioia, com’è indicato dall’offerta di comunione che veniva presentata dalla congregazione e data al sacerdote. Questa offerta inoltre denotava una pacifica relazione con Geova. Allo stesso tempo l’offerta per il peccato ricordava agli israeliti che erano peccatori, ed era una supplica rivolta a Dio perché li perdonasse e li purificasse. L’olocausto doppio serviva come espressione tangibile della loro gratitudine per la generosità di Dio e anche come segno che si impegnavano con tutto il cuore a rispettare la loro relazione di patto con Lui.
Non solo era particolarmente appropriato che in quel giorno gli israeliti rendessero grazie a Geova, ma non dovevano nemmeno dimenticare i fratelli poveri. Infatti, dopo aver dato le istruzioni per la festa, Geova comandò: “E quando mietete la messe del vostro paese, non devi proseguire fino a completare l’orlo del tuo campo quando mieti, e non devi raccogliere la spigolatura della tua messe. Devi lasciarli per l’afflitto e per il residente forestiero. Io sono Geova vostro Dio”. (Le 23:22) Così il povero sarebbe stato davvero incoraggiato a ringraziare il Signore e a godersi la festa insieme a tutti gli altri. Durante questa festa si facevano anche molte offerte personali di primizie della mietitura.
Secondo fonti rabbiniche, dopo l’esilio i partecipanti salivano abitualmente a Gerusalemme il giorno prima che iniziasse la festa e là preparavano tutto il necessario per la celebrazione. La sera gli squilli di tromba annunciavano che stava per iniziare il giorno festivo. (Nu 10:10) L’altare dell’olocausto veniva purificato, e le porte del tempio venivano aperte subito dopo mezzanotte ai sacerdoti e al popolo che avrebbe portato nel cortile le vittime per gli olocausti e per le offerte di ringraziamento, le quali dovevano essere esaminate dai sacerdoti. Alfred Edersheim osserva: “Prima del sacrificio del mattino tutti gli olocausti e le offerte di pace che il popolo intendeva portare alla festa dovevano essere esaminati dai sacerdoti officianti. Data la quantità, ci doveva essere un gran da fare, finché l’annuncio che la luce del mattino aveva raggiunto Ebron non poneva fine a tutti i preparativi, dando il segnale per il consueto sacrificio del mattino”. — The Temple, 1874, p. 228.
Una volta offerto il normale sacrificio quotidiano del mattino, si portavano i sacrifici festivi descritti in Numeri 28:26-30. Poi era la volta delle offerte proprie di Pentecoste: i pani da agitare con i relativi sacrifici. (Le 23:18-20) Dopo che erano stati agitati, uno dei pani andava al sommo sacerdote e l’altro veniva diviso fra tutti i sacerdoti officianti.
Saluti
[Modificato da Morby968 13/11/2009 19:19]