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I figli non vanno a scuola, poca religione

Ultimo Aggiornamento: 01/03/2010 22:58
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01/03/2010 22:58
 
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Coppia tedesca ottiene asilo negli Usa


«Certi testi parlavano di diavoli, venivano forniti cattivi esempi». Ricorso dell'ente americano per l'immigrazione

WASHINGTON - Una famiglia tedesca ha chiesto e ha ottenuto asilo negli Stati Uniti, dove si era trasferita nel 2008, per un motivo senza precedenti: in Germania era imposto ai genitori di mandare i cinque figli a scuola, come stabilito dalla legge, mentre i genitori volevano farli studiare tutti a casa, anche per questioni religiose. Uwe e Hannelore Romeike, un pianista e una casalinga, hanno raccontato di essere stati perseguitati – multe fino a 11mila dollari, visite della polizia, minacce di sottrarre i bambini alla loro potestà - dopo che avevano tolto dalla scuola i bambini, il primo dei quali ha 12 anni. Lawrence Burman, un giudice del Tennessee, dove la famiglia si è stabilita, ne ha accolto l’istanza, dando loro ragione. La condotta delle autorità tedesche, ha sentenziato, Burman «è contraria a tutto ciò in cui noi americani crediamo».

«AVEVANO PROBLEMI A SCUOLA» - I genitori, ha aggiunto, si sono opposti allo Stato in base ai propri principi politici e religiosi, fanno parte di un gruppo sociale speciale che va tutelato. In America non è raro che i genitori insegnino ai figli a casa. Ma la motivazione politica e religiosa della sentenza ha destato scalpore, e ha indotto il New York Times a intervistare Uwe e Hannelore Romeike. La coppia ha spiegato che i figli, allevati secondo la Bibbia, avevano avuto problemi a scuola: «Non c’era disciplina, certi testi parlavano di diavoli, ai nostri figli venivano forniti cattivi, non buoni esempi». Non siamo fondamentalisti, hanno aggiunto i genitori, vogliamo solo che i bambini crescano bene, in Germania la pensano come noi anche altre famiglie. Uwe e Hannelore Romeike hanno precisato di avere scelto l’America il giorno che la polizia tedesca mise i loro figli in un furgone e li portò di forza a scuola. Riferisce il New York Times che la scelta fu suggerita dalla Home school defense association americana, un gruppo che si batte per il diritto delle famiglie di fare studiare i figli a casa. Nel 2006, il gruppo si appellò alla Corte europea dei diritti umani affinché la Germania riconoscesse tale diritto.

RICORSO DELL'ENTE IMMIGRAZIONE - Quando la Corte rifiutò di pronunciarsi, il gruppo tentò la strada dell’asilo in America. Il successo lo ha entusiasmato: «È un precedente importante» ha detto un suo portavoce. La reazione in Germania è stata concisa. Un funzionario dello stato di Baden-Wurtemberg, dove la famiglia Romeike risiedeva, ha ribattuto che la legge sulla scuola «mira a promuovere l’integrazione sociale e a conciliare le diverse religioni». La sentenza del giudice Burman potrebbe essere tuttavia annullata. La Immigration and customs enforcement, l’ente che sovrintende all’immigrazione in America, ha presentato ricorso contro la concessione dell’asilo alla famiglia Romeike. Gli esperti sono divisi. Ha commentato Philip Schrag dell' università di Georgetown: «La novità e che Burman ha individuato in essa un gruppo speciale».

Ennio Caretto
01 marzo 2010

www.corriere.it/esteri/10_marzo_01/famiglia-tedesca-asilo-stati-uniti-caretto_8de8cf1c-2560-11df-98c5-00144f02aa...
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