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Ultimo Aggiornamento: 12/03/2024 17:51
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16/08/2012 06:57
 
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Mangiare cacao contro l'Alzehimer
Una ricerca dell’Università dell’Aquila



Una moderata quantità giornaliera di cioccolato aiuta il cervello a mantenersi giovane e allontana il rischio di demenza

A volte sembra che tutto ciò che è buono abbia anche la caratteristica di fare male alla salute, ma il cioccolato è pronto a sfatare questa credenza. Il cacao infatti può essere annoverato tra le sostanze buone e appaganti per la gola che hanno anche il pregio di far bene. A patto che, naturalmente, lo si consumi in modiche quantità e all'interno di una dieta equilibrata.

LO STUDIO - Questa confortante verità viene infatti consolidata da una ricerca italiana che aggiunge un'altra importante virtù al cacao, capace di frenare il declino cognitivo che interessa il 6 per cento degli over 70. In polvere, sotto forma di tavoletta o di bevanda, poco importa: l'ultimo potere del cacao pare sia quello di contrastare l'Alzheimer. Oltre a essere un antidepressivo e un antiossidante, a migliorare le funzioni dei vasi sanguigni e a ridurre la pressione, questa sostanza che ha anche il vantaggio di essere buona vanta la capacità di contrastare l'invecchiamento delle cellule cerebrali. Lo ha scoperto l'équipe coordinata dal professor Giovambattista Desideri, della Divisione Geriatrica dell'Università dell'Aquila, in uno studio pubblicato sul giornale Hypertension.

GRAZIE AI FLAVONOLI - E' tutto merito dei flavonoli del cacao, ovvero dei composti appartenenti alla classe dei flavonoidi: nelle giuste dosi sarebbe infatti grazie a questi componenti naturali che il cacao aiuterebbe a frenare il declino cognitivo. Lo studio ha cpoinvolto novanta persone anziane già interessate da un declino cognitivo lieve, condizione che comporta la perdita di memoria e che può progredire fino ad arrivare alla demenza e all'Azheimer.

TRE GRUPPI, TRE DOSI DIVERSE - I partecipanti sono stati suddivisi poi in tre gruppi, a ciascuno dei quali è stata somministrata una quantità variabile di bevanda contenente flavonoli per un periodo di otto settimane. Le quantità distribuite sono state rispettivamente di 990 mg, 520 mg e 45 mg. Per isolare l'effetto dei flavonoli del cacao inoltre sono state inibite tutte le altre sostanze che possono contenere questi composti. Alla fine dell'esperimento i volontari sono stati poi sottoposti ad alcuni test neurofisiologici per misurarne la memoria, i riflessi cognitivi, la velocità di ragionamento ed è risultato che coloro che avevano assunto i flavonoli in dosi medio-alte registravano performance congitive migliori.

CONCLUSIONI – Il ruolo chiave dei flavonoli del cacao, secondo i ricercatori, sta soprattutto nel ridurre l'insulino-resistenza, ovvero la reattività dell'organismo all'ormone che controlla gli zuccheri. Se il cacao mantiene il cervello giovane sarebbe infatti proprio grazie alla riduzione della resistenza all'insulina, clinicamente correlata al miglioramento delle performance mentali.


www.corriere.it/salute/12_agosto_15/cacao-contro-alzheimer_7931935c-e6d2-11e1-aa6d-129c31caec...
23/08/2012 21:15
 
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Un rimedio antico contro un male moderno

Da un’erba un possibile aiuto contro il cancro del seno


Quando si parla di “rimedi della nonna” si pensa sempre ai rimedi nostrani a base di alimenti, ortaggi ed erbe aromatiche. Tuttavia, nonostante la medicina popolare negli ultimi anni sia tornata alla ribalta, spesso ottenendo risultati molto efficaci nella cura dei disturbi più comuni, nessuno pensa che questo tipo di approccio alla salute si possa trovare anche nell’antica tradizione orientale.

Ed è proprio questa a essere stata oggetto di studio da parte degli scienziati della Aston University e del Russell Hall Hospital, a conoscenza che nella cultura popolare si consiglia di adoperare una tisana preparata con erbe locali proprio per la cura di alcuni tipi di cancro come quello al seno.
Questo “tè medicinale” viene preparato con una pianta conosciuta con il nome di “manto vergine” (virgin’s mantle). La notizia, riportata recentemente sul Daily Mail, spiega come un estratto vegetale di questa pianta sia in grado di uccidere le cellule cancerogene in provetta.

Non si tratta, quindi, di una scoperta recente ma di un rimedio antichissimo volto proprio all’utilizzo come anticancerogeno relegato, come sempre accade, a una credenza popolare.
Dai risultati dello studio è emerso che la virgin’s mantle contiene potentissimi agenti anticancerogeni che sono in grado di agire singolarmente, o in combinazione, per evitare la proliferazione delle cellule tumorali.
Le prove di laboratorio che sono state condotte hanno confermato l’arresto della crescita delle cellule tumorali dopo sole cinque ore dall’applicazione. E, dopo 24 ore totali, tutte le cellule tumorali erano morte.

Il nome botanico del manto vergine è Fagonia cretica, una pianta che cresce per lo più in zone aride e desertiche dell’India, del Pakistan, dell’Africa e in parte minore anche dell’Europa.
Secondo Helen Griffiths Amtul Carmichael, coordinatrice dello studio, una semplice tisana preparata con l’estratto di Fagonia distrugge le cellule tumorali ma, a differenza della chemioterapia convenzionale, non distrugge le cellule sane.
Anche gli effetti collaterali vengono ridotti al minimo: nessun rischio di perdere i capelli, disturbi intestinali o ematici.

La sua capacità di eliminare il tumore è anche dovuta alla potenzialità di un meccanismo intrinseco in grado di evitare difetti del DNA delle cellule che normalmente resistono alla crescita del tumore. E’ questo, infatti, che di norma permette al cancro di stabilirsi e crescere nel corpo umano.
Il primo a utilizzare seriamente questo medicamento è stato un piccolo ospedale pakistano che ha adopera questa tisana da ormai quarant’anni proprio per curare il cancro al seno.
La professoressa Carmichael spiega che le pazienti dell’ospedale hanno potuto godere di una remissione del cancro e «anche se non si può utilizzare ancora la parola “cura” in questa fase, le persone vivono per lungo tempo senza perdere i capelli o mettere su molti chili, o sperimentare altri effetti collaterali tossici associati alla chemioterapia; quindi siamo fiduciosi circa il contributo che può darci questo estratto».

Ovviamente i ricercatori specificano che sono ancora necessari rigorosi test di sicurezza prima di concepire un nuovo farmaco che contenga questo estratto.
E’ anche da tener presente che fino a oggi la tisana è sempre stata utilizzata da e per la popolazione asiatica, ma potrebbero verificarsi anche effetti avversi sulle persone di razza caucasica.
Lo studio, attualmente pubblicato sulla rivista scientifica PLoS ONE ha quindi bisogno di ulteriori verifiche, tuttavia, può essere un buon trampolino di lancio per concepire farmaci anticancerogeni meno invasivi della classica chemioterapia.

www3.lastampa.it/benessere/sezioni/medicina/articolo/lstp...
15/09/2012 13:38
 
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Quei 30 secondi cambiano la vita

Non superate i cento. E, se possibile, mantenete una media consona, intorno ai 70-80, prevedendo che se siete particolarmente agitati o avete appena fatto uno sforzo la velocità può crescere ancora. Non si parla di limiti di velocità, ma di battiti del cuore.

Il contachilometri, in questo caso, va attivato da ogni persona ed è la misurazione del polso. L’ideale è farla una volta a settimana, magari appena svegli. Importante è non rilevare il polso dopo aver fatto colazione per evitare effetti “agitanti” legati al caffè e all’assunzione di cibo, né attendere la prima sigaretta della mattina, visto che la nicotina tende ad accelerare i battiti. Come fare? Semplice. Mettete l’indice e il medio della mano sul polso dell’altro braccio, rivolto verso l’alto. E, solo per trenta secondi, cercate di percepire i segnali che il cuore vi manda. Tutte le pulsazioni dovrebbero essere uguali: se percepite irregolarità o cambiamenti di intensità, o comunque se vi accorgete che si superano i cento battiti al minuto - basta moltiplicare per due il numero ottenuto, visto che la misurazione dura trenta secondi - parlatene con il vostro medico. Questa rilevazione è ancora più importante se, ogni tanto, si hanno palpitazioni o affanno. Va associata a un assiduo controllo della pressione.

Utile per tutti, la semplice misurazione delle pulsazioni diventa fondamentale per chi ha più di cinquant’anni. Dopo questa età salgono i rischi di andare incontro ad alterazioni del ritmo del cuore, e in particolare alla fibrillazione atriale, la più diffusa forma di aritmia, che spesso dà sintomi limitati, come la semplice stanchezza o le temporanee palpitazioni.

Ancora oggi, quasi in un caso su tre questa condizione non viene riconosciuta per tempo e mette il cuore, ma soprattutto il cervello, a rischio. Il perché è semplice: i battiti alterati possono creare infatti disturbi nella normale circolazione del sangue, che quindi tende a formare piccoli coaguli. Se questi si spostano poi attraverso le arterie verso i vasi che irrorano il cervello, possono determinare uno stop della circolazione in un’area cerebrale. Risultato: chi soffre di fibrillazione atriale vede aumentare fino a cinque volte il rischio di andare incontro ad un ictus cerebrale.

Come se non bastasse le lesioni al cervello in presenza di aritmia sono mediamente più gravi e quindi potenzialmente mortali. «Questa forma di aritmia è particolarmente frequente e in Italia interessa il due per cento della popolazione. Ne soffrono soprattutto gli anziani, specie se ipertesi, con malattie delle valvole cardiache, patologie respiratorie e scompenso cardiaco» spiega Massimo Zoni Berisso, responsabile della Struttura semplice di Aritmologia della Asl 3 Genovese e organizzatore, con Stefano Domenicucci, del convegno internazionale sul tema in programma nel capoluogo ligure il prossimo ottobre, riferendo i dat Questo dato è emerso da una ricerca condotta in tutta Italia attraverso questionari somministrati a 233 medici di medicina generale, che hanno fornito dati su 295.906 pazienti.

Per questo è fondamentale educare le persone a valutare la regolarità del polso, per poi parlarne immediatamente con il medico in caso di alterazioni, perché riconoscendo precocemente la situazione si possono mettere in atto le cure più efficaci a mantenere controllato il quadro e ridurre il rischio che si sviluppi un ictus cerebrale».

E così, da un semplice controllo del polso si può arrivare a proteggere il cervello. La fibrillazione atriale, che può avere intensità e gravità diverse, viene infatti curata con due tipi di farmaci. Una possibilità è offerta dalla terapia anticoagulante, che mira ad evitare che si formino piccoli coaguli all’interno del cuore: peraltro, sono attesi nuovi farmaci che ridurre il ricorso ai continui controlli. Si possono poi impiegare farmaci che agiscono direttamente per mantenere il battito nella normalità. «In ogni caso, quando il quadro diventa invalidante e non più controllabile, si può ricorrere all’ablazione» dice Berisso «questa procedura necessita di apparecchiature complesse per la sua esecuzione, in particolare di strumenti che consentono di realizzare una mappa del cuore per poi individuare il punto in cui nascono i battiti anomali e per raggiungerli e curarli successivamente con cateteri specifici».

In pratica, con questa tecnica, che va applicata solo in casi selezionati, si porta un sottilissimo filamento a diretto contatto con l’area del cuore da cui partono gli stimoli “sbagliati”, che a loro volta danno il via alle aritmie. Distruggendo con il calore questo pugno di cellule si può arrivare a bloccare sul nascere la sorgente dei battiti alterati, riportando il ritmo del cuore alla normalità.

www.ilsecoloxix.it/p/magazine/2012/09/10/APRt5ZPD-quei_secondi_cambia...
05/10/2012 17:46
 
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Il limone funziona contro i calcoli renali



Il disturbo si può prevenire bevendo mezzo bicchiere di succo al giorno. «Meglio dei farmaci, non ha controindicazioni»

Bere mezzo bicchiere di succo di limone al giorno è il rimedio naturale per combattere calcoli renali e coliche, disturbi dolorosi di cui soffre il 18% degli italiani. Lo dice uno studio degli Ospedali Riuniti di Bergamo in collaborazione con l’Istituto Mario Negri e il Consorzio del limone di Siracusa Igp. Il lavoro ha coinvolto medici, ricercatori e agricoltori, per dimostrare le proprietà del limone nella prevenzione e cura di questa malattia; meglio dei farmaci comunemente utilizzati, che comportano effetti collaterali non tollerati da quasi un terzo dei pazienti.

CITRATO - Era noto che il consumo di agrumi, accompagnato da una dieta specifica, fosse benefico in questa malattia ma la novità è che sia proprio il limone il più efficace per combatterla. Il suo contenuto in citrato è di 42,9 grammi per chilo, cinque volte superiore rispetto all’arancia. Quindi è sufficiente la spremuta di 3 o 4 frutti per ottenere l’analogo risultato ottenuto da una medicina a base di citrato di potassio. «Siamo di fronte a una grande notizia - spiega Giuseppe Renuzzi dell’Istituto Mario Negri -, considerando che la calcolosi renale, o da ossalato di calcio, è un problema molto diffuso nel nostro Paese, con oltre 6,5 milioni di persone toccate da questa patologia». Tra l’altro, si tratta di un disturbo ad altissimo coefficiente di ricadute: i calcoli si riformano in un paziente su tre in un arco temporale che va dai 2 ai 5 anni. Questo impone ai pazienti un continuo monitoraggio della situazione e una particolare attenzione alla dieta.

www.corriere.it/salute/nutrizione/12_ottobre_04/limone-calcoli-renali_cdd79b3a-0e15-11e2-a908-14f31466de...
23/10/2012 20:38
 
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Asma e allergie: potrebbe essere la carne

Una dieta ricca di carne o grassi saturi può causare asma e allergie come la cosiddetta febbre da fieno, o rinite allergica

Una dieta che comprende alte quantità di carne e grassi saturi è stata trovata essere collegata a un aumentato rischio di sviluppare l’asma (AS) e l’asma o febbre da fieno (HF/AS) da un nuovo studio condotto dai ricercatori australiani della University of Western Sydney e pubblicato sul Nutrition Journal.

Il dottor Richard Rosenkranz e colleghi hanno coinvolto nello studio oltre 156mila uomini e donne, di cui è stato analizzato lo stile di vita e la dieta seguita.

I dati raccolti hanno permesso di rilevare come la dieta seguita sortisse effetti differenti se uomini o donne. Nello specifico, i ricercatori hanno fatto seguire ai volontari maschi o femmine due tipi di dieta in cui si prevedeva che assumessero gli alimenti suddivisi in due diverse modalità. Gli uomini: carne rossa o formaggio; frutta o verdura; pollame o pesce; cereali o alcol. Le donne: carne rossa; frutta o verdura; pollame o pesce; cereali o alcol; pane integrale o formaggio.

Le prime analisi hanno permesso ai ricercatori di stabilire che il consumo maggiore di carne e alimenti in genere ricchi di grassi saturi hanno fatto aumentare dal 10% al 25% il rischio di sviluppare una forma di asma (AS) e/o asma o rinite allergica (AS/HF).
Come accennato, tuttavia, vi erano differenze di risposta alla dieta da parte di maschi e femmine.

Se in linea generale i ricercatori hanno scoperto che il consumo di carne era direttamente collegato con l’asma; quando si trattava di formaggio il rischio aumentava soltanto negli uomini, mentre nelle donne pare avesse un effetto protettivo, così come il pane integrale.

Anche il pollame e il pesce sono stati collegati all’aumento del rischio di asma e febbre da fieno, in entrambi i sessi.

«Osservando le analisi per entrambi i sessi – spiega nella nota UWS il dottor Rosenkranz – le diete in genere ad alto contenuto di carne, in particolare le diete caratterizzate da un maggiore consumo di pollame, pesce e carni rosse e lavorate nelle femmine, e le diete caratterizzate da una maggiore quantità di carne rossa, carni lavorate, e il consumo di formaggio nei maschi, sembrano essere fattori di rischio diagnosi per AS e AS/HF in questa popolazione».

Come detto, uno dei maggiori imputati per l’aumento dei casi di allergia e/o febbre da fieno (rinite allergica) si ritiene sia il modello di dieta occidentale che favorisce il consumo di cibi contenenti grassi saturi. Da qui il consiglio di far pendere il piatto della bilancia a favore di alimenti vegetali, ricchi di sostanze benefiche e fibra.

www.lastampa.it/2012/10/23/scienza/benessere/alimentazione/asma-e-allergie-potrebbe-essere-la-carne-3BCcp9CeHqfN6MaS7jVJIL/pag...
09/12/2012 18:59
 
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Scudo alimentare
Il cibo come armatura per l'inverno


Ecco gli alimenti alleati della salute e del benessere che proteggono l'organismo


La formula per il benessere invernale? Licopene + zinco (pesce o carne) + frutta e verdura, per avere vitamina C e altri elementi ad azione positiva, come gli oligoelementi e le fibre + probiotici.

Questa la ricetta ideale per equipaggiare l'organismo contro il generale inverno secondo un rapporto rilasciato dagli esperti della Fondazione Istituto Danone. La colonnina di mercurio che scende mette a dura prova e bisogna utilizzare l'alimentazione come uno scudo.

Un menu-armatura

Annamaria Castellazzi, direttore del Centro interuniversitario di ricerca su immunità e nutrizione presso l’Università di Pavia consiglia: "Come primo piatto si può privilegiare il condimento con una leggera salsa di pomodoro per offrire all’organismo il licopene, che ha un’efficace azione antiossidante. In alternativa, una fetta di pizza, ovviamente sempre con pomodoro. Per il secondo, pesce dei nostri mari, particolarmente ricco di zinco, minerale che entra in gioco nei meccanismi di difesa dell’organismo, da consumarsi insieme alla verdura, per avere subito a disposizione sostanze antiossidanti, necessarie per aiutare il nostro organismo ad assorbire gli acidi grassi buoni del pesce. Ricchi di zinco sono anche carni, uova e legumi. Per il contorno meglio le verdure di stagione, magari della famiglia delle crocifere, come cavoli e cavolfiori, che hanno dimostrato di poter rinforzare il sistema immunitario. E poi frutta, dall’arancia al limone al mandarino, magari da gustare anche sotto forma di spremute colorate e gustose, per disporre di vitamina C. Non dimenticare, poi, di assumere probiotici, sostenitori del sistema immunitario proprio nel momento in cui siamo più esposti alle infezioni causate dai virus e che possono rappresentare un ulteriore sostegno anche per chi è stato vaccinato. E infine liquidi, sotto forma di semplice acqua o passati di verdura".

Proteggere l'intestino

La logica dell’alimentazione integrata, che preveda di offrire all’organismo ciò di cui ha bisogno sfruttando quanto offre la stagione, appare ideale per favorire il lavoro del sistema immunitario dell’intestino, una vera e propria barriera contro le infezioni.

Lorenzo Morelli, preside della Facoltà di Agraria dell’Università Cattolica a Piacenza commenta: "L’intestino è abitato da numerose popolazioni batteriche chiamate eubiotiche. Gli stress termici e i bruschi mutamenti di temperatura, così come una dieta povera di frutta e verdura possono determinare un calo delle difese naturali dell’intestino, rendendolo meno “pronto” a reagire a eventuali attacchi esterni, e quindi rischia maggiormente di trovarsi esposto ad infezioni, soprattutto di natura virale. L’assunzione regolare di probiotici nell’ambito di una dieta ricca e variegata è in grado di favorire il benessere della flora intestinale. E quindi può essere d’aiuto, specie se si ricorre a terapie antibiotiche che possono alterare la normale flora intestinale".

www.tgcom24.mediaset.it/salute/articoli/1072166/il-cibo-come-armatura-per-linver...
18/01/2013 06:34
 
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Il tè nero fa bene al cuore



Per anni gli esperti si sono spesi a decantare i benefici straordinari di infusi esotici, utili all'organismo ma a volte lontani dalle abitudini più comuni. Per chi ama il buon vecchio tè nero arriva finalmente una bella notizia: farebbe bene anche al cuore!

Secondo uno studio condotto dai ricercatori della Facoltà di Medicina e Farmacologia della University of Western Australia infatti, il tè nero sarebbe un ottimo alleato contro le malattie cardiache, in quanto proteggerebbe i vasi sanguigni dai danni ossidativi.
Per ora l'esperimento è stato svolto sui topi, ma il risultato sarebbe rilevante anche per l'uomo: si è infatti scoperto che la quercetina, flavonoide contenuto proprio nel tè nero, migliora gli effetti della vitamina C rafforzando il tessuto connettivo attorno ai vasi sanguigni e capillari.



I flavonoidi sono contenuti in tutti i tipi di tè, ma quello nero contiene più quercetina rispetto agli altri. Precedenti studi, suggerivano già che queste sostanze potessero ridurre la pressione sanguigna e diminuire il rischio di un possibile sviluppo di arteriosclerosi, ossia l’accumulo di placca nelle arterie. «Studi futuri che analizzino l’effetto dei flavonoidi sulle malattie cardiovascolari dovrebbero considerare l’utilizzo di combinazioni di flavonoidi, così come le fonti alimentari di flavonoidi», affermano gli scienziati della University of Western Australia Natalie Ward e Kevin Croft che hanno condotto lo studio.

Ma il tè nero non agisce solo sul cuore. Come gli altri tipi di tè è anche noto per la sua azione antinfiammatoria nei confronti delle mucose gastro-intestinali (essendo alcalino, neutralizza e combatte l’acidità). Inoltre ha potere diuretico e digestivo, stimolando il metabolismo soprattutto di reni e fegato e favorendo l’eliminazione delle sostanze nocive.

Insomma non c'è bisogno di cercare erbe strane per il proprio infuso: il tè classico è un ottimo toccasana. Basta non esagerare con i biscotti! [SM=g27990]

it.lifestyle.yahoo.com/blog/lo-cucino-io-al-microonde/te-nero-fa-bene-al-cuore-121105...


14/02/2013 06:26
 
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ALLARME ASMA in Italia, malattie respiratorie in crescita, ecco cosa fare per combatterle

L’asma, per definizione quella patologia infiammatoria caratterizzata da ostruzione generalmente reversibile delle vie aeree inferiori, causa secondo le ultime stime circa 495 morti, un valore per gli esperti preoccupante che mostra purtroppo ampi margini di crescita. L'asma colpisce in media il 7 % della popolazione italiana, e spesso coloro che ne sono affetti presentano problematiche di salute che influenzano anche stile di vita e rendimento ad esempio di tipo scolastico o lavorativo. Insomma, una patologia da temere e curare, che invece è troppo frequentemente trascurata dai malati stessi. Dalle analisi dell'Organizzazione mondiale della Sanità e di organi competenti, inoltre, la La BPCO (bronco pneumopatia cronico ostruttiva) provoca ogni anno nel mondo 3 milioni e 280 mila morti e in futuro si calcola che possa divenire addirittura la terza causa di morte nel mondo. Anche i dati italiani sono assai preoccupanti: la BPCO colpisce tra l’8 e il 12% della popolazione adulta. I fumatori sono i soggetti piu' a rischio.


A tal riguardo è importante quindi la prevenzione, e soprattutto sono fondamentali le cure giuste. I dati di un'indagine Doxa condotta su un campione di circa 2000 italiani fa emergere che gli inalatori e i cosiddetti spray specifici per asma e malattie respiratorie come bronchite cronica, sono usati poco e anche male, eppure risultano essere al momento il mezzo piu' efficace per curare tali malattie. Questa è sicuramente la causa principale per i medici della diffusione e della cronicizzazione di asma e patologie simili. «Pillole e iniezioni sono percepite come cure più efficaci rispetto alla terapia per via inalatoria - spiega Giorgio Walter Canonica, direttore della Clinica di Malattie dell'apparato respiratorio dell'Università di Genova e presidente eletto di Interasthma - Global Asthma Association -. Per di più, sentirsi prescrivere un farmaco considerato blando spinge i pazienti a credere che anche la malattia di cui soffrono sia, tutto sommato, di poco conto. Così, nel giro di un anno la maggioranza non si cura più» Inoltre «se il medico spiega il corretto uso dell'inalatore, un paziente su due riesce a erogare bene la terapia; leggendo da solo il foglietto illustrativo dello spray, invece, appena 1 su 5 ci riesce - specifica Canonica -. Ma occorre spendere tempo, facendo provare l'apparecchio al paziente e assicurandosi nelle visite successive che non faccia errori. E se per qualche motivo si deve cambiare l'erogatore, mai dare per scontato che il paziente sappia gestirlo comunque: l'aderenza alla terapia dopo un cambio di spray crolla a picco, se il medico non spiega la "novità"».

www.inmeteo.net/blog/2013/02/14/allarme-asma-italia-malattie-respiratorie-crescita-ecco-cosa-fare-per-comb...
15/02/2013 17:32
 
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Zucchero per guarire le ferite


“Attira” l’acqua fuori ed evita la moltiplicazione dei batteri


La ferita guarisce prima se si cura con lo zucchero, è la teoria che un infermiere dello Zimbabwe, Moses Murandu, sta sperimentando, nell’ospedale di Birmingham in Gran Bretagna.



Ha visto usare questo rimedio nella propria famiglia per anni e la sua tesi è che lo zucchero “attiri” l’acqua fuori dalle ferite, evitando la moltiplicazione dei batteri.



I primi risultati della sperimentazione, condotta su 35 pazienti, sono incoraggianti e sembrano dimostrare anche un recupero più rapido, come spiega la Bbc.

Uno dei pazienti trattati aveva subito l’amputazione di parte della gamba e una vena gli era stata rimossa lasciandogli una ferita non guarita bene.



Con lo zucchero, il miglioramento è stato netto: «È stato rivoluzionario - racconta il paziente - La ferita era molto profonda. Moses ha usato un barattolo intero di zucchero, ma due settimane dopo dovevo usare solo 4-5 cucchiaini. Il mio recupero è diventato molto più veloce. All’inizio ero scettico, ma ora sono impressionato».


Il trattamento si pensa che funzioni perché, applicando lo zucchero sulla ferita, l’acqua presente si asciuga ”affamando” così i batteri che hanno bisogno del liquido per crescere.

www.lastampa.it/2013/02/15/scienza/zucchero-per-guarire-le-ferite-RhmLTop7LHPvHWeTM0V7hP/pag...
01/03/2013 22:01
 
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Tensione premestruale: un aiuto dai broccoli


I broccoli e gli altri alimenti ricchi di ferro non eme possono aiutare nel combattere la tensione premestruale nelle donne. Foto: ©photoxpress.

Assumere alimenti che contengono ferro non eme, come i broccoli, i semi di sesamo o le albicocche, riduce il rischio per una donna di soffrire di tensione premestruale e aiuta a combatterla


Molte donne durante il mese si trovano a dover fare i conti con ansia, nervosismo, irrequietezza, malumore… e, in alcuni casi, anche con sintomi fisici come mal di pancia o di testa.
Sono gli effetti della cosiddetta tensione premestruale, o PMT, che si può presentare puntuale ogni mese prima del ciclo.

Questa condizione, per alcune donne, può assumere valenze di vero e proprio tormento. Gli effetti sull’umore possono divenire fastidiosi e rendere difficile il quieto vivere quotidiano.
Non sapendo spesso dare spiegazione, non è raro che si possa credere di avere problemi mentali e, magari, ricorrere all’uso – non giustificato – di psicofarmaci, con tutte le conseguenze del caso.

Per tutte le donne che soffrono di questa condizione o che vogliono prevenirla, una buona notizia arriva dai ricercatori delle università del Massachusetts di Amherst e Harvard, i quali hanno condotto uno studio in cui si è scoperto come il mangiare alimenti che contengono ferro non-eme (tipico delle verdure) sia utile nel ridurre il rischio e prevenire la PMT. Nel caso poi già si soffra di questa sindrome, questi stessi alimenti possono aiutare a combatterla.
La presenza di questo minerale in alimenti come i broccoli, o per esempio i semi di sesamo e le albicocche, promuoverebbe la produzione di serotonina da parte del cervello, che va a regolare l’umore.

Per arrivare a queste conclusioni, i ricercatori hanno coinvolto circa 3.000 infermiere donna, le quali sono state seguite per 10 anni.
Le infermiere sono state selezionate tra coloro che avevano dichiarato di soffrire di tensione premestruale e, all’inizio dello studio, tutte quante presentavano questa sindrome.
Al termine dello studio, 10 anni più tardi, a soltanto più un terzo di queste è stata diagnosticata la PMT, e due terzi delle partecipanti non la presentavano più.

Per comprendere quali fossero i motivi per cui molte infermiere non soffrivano più di PMT, i ricercatori hanno analizzato la dieta seguita, trovando un legame tra l’assunzione di buone quantità di ferro non-eme e un minore sviluppo della tensione premestruale.
Tra gli alimenti che contengono maggiore presenza di ferro non-eme ci sono proprio i broccoli, con 1 mg per 100 g di prodotto edibile; i semi di sesamo tostati invece ne contengono 14,8 mg per 100 g e le albicocche secche 6,3 mg, sempre per 100 g.

I risultati dello studio, pubblicato sull’American Journal of Epidemiology, hanno mostrato che la correlazione tra l’apporto di ferro non-eme e la tensione premestruale era di 20 mg o più al giorno per vedere ridurre il rischio di soffrirne dal 30% al 40%, rispetto alle donne che assumevano minori quantitativi di questo minerale.
Ecco pertanto come una dieta corretta, che preveda l’assunzione di cibi ricchi di ferro non-eme possa essere salutare e d’aiuto per le donne che soffrono di tensione, o sindrome premestruale.

www.lastampa.it/2013/02/28/scienza/benessere/salute/tensione-premestruale-un-aiuto-dai-broccoli-bvki5e1eIzLvuwEtMtYO4H/pag...
15/04/2013 06:08
 
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Aveva ragione Shakespeare, il rosmarino rinforza la memoria


Olio essenziale rinforza quella 'prospettica', su compiti futuri

L'aroma di rosmarino puo' rinforzare la memoria e aveva quindi ragione William Shakespeare che, in Amleto, fa dire ad Ofelia ''ecco del rosmarino, questo e' per la rimembranza..''. Lo ricorda The Telegraph che, insieme a molti altri quotidiani inglesi riporta con grande risalto una ricerca condotta dai ricercatori dell'unita' di neuroscienze cognitive umane della University of Northumbria di Newcastle, in Inghilterra. Gli studiosi hanno sottoposto 66 soggetti sani a test di memoria svolti in stanze profumate con olio di rosmarino oppure no. Chi aveva eseguito i test nelle camere aromatizzate ha dato migliori e piu' pronte risposte rispetto a chi ha partecipato stando invece nelle stanze prive di odore.

Nella ricerca, spiegata oggi in una nota dell'universita' britannica e presentata alla conferenza annuale della British Psychological Society in corso ad Harrogate, sono state disperse 4 gocce di olio di rosmarino attraverso un diffusore automatico prima dell'ingresso dei volontari nella stanza. Ha spiegato Mark Moss, che ha diretto la ricerca: ''Avevamo gia' indagato le capacita' dell'aroma di rosmarino nel rinforzare la memoria nel lungo termine, ora abbiamo voluto indagare le capacita' di memoria cosiddetta prospettica, cioe' di progetto o di impegno, che ci induce a ricordare compiti futuri, come ad esempio dover spedire una cartolina di auguri o prendere dei farmaci ad orari stabiliti''. Ha sottolineato il ricercatore: ''Abbiamo anche sottoposto i volontari alle analisi del sangue e scoperto che i soggetti che avevano fatto i test nelle stanze profumate avevano piu' elevate quantita' di un composto, l'1,8 cineolo, nel sangue. Il composto e' presente fra i componenti dell'olio essenziale di rosmarino e agisce sui sistemi biochimici che sono alla base della memoria, questo ci fa anche dedurre che l'influenza dell'aroma sia mediata farmacologicamente''.

www.ansa.it/saluteebenessere/notizie/rubriche/medicina/2013/04/09/Aveva-ragione-Shakespeare-rosmarino-rinforza-memoria_8524...
02/05/2013 17:55
 
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02/05/2013 18:16
 
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Stanchezza di primavera: sì alla dieta dei colori


Contrastare l’insonnia prediligendo il blu di melanzane e frutti di bosco. Non sono idee per colorare la tavola: è solo uno degli esempi della dieta dei colori. Utile a combattere gli effetti
negativi legati all’arrivo della primavera (primi tra tutti spossatezza e difficoltà a concentrarsi), questa dieta suggerisce di scegliere i cibi in base ai loro colori e agli effetti che determinano.

Del resto la cromoterapia ha origini antichissime, in India la medicina ayurvedica associa i colori all'influenza che questi esercitano sui chakra; anche la medicina cinese utilizza i colori per curare molte malattie. Più scientificamente è stato dimostrato che i fitopigmenti, le sostanze responsabili del colore degli alimenti, hanno proprietà specifiche in grado di arginare vari disturbi e proteggere l'organismo.

Il colore rosso, quello di arance, peperoni, melograno, pomodori e fragole ha effetti antiossidanti e protegge la pelle da eritemi e invecchiamento. Gli alimenti di colore verde (cavoli, rucola e spinaci ma anche fave e piselli), aiutano a combattere l'influenza e favoriscono la circolazione, quelli di colore viola (mirtilli, prugne, uva e fichi), a curare le patologie cardiovascolari.

Il bianco di aglio, pere e mandorle combatte il colesterolo cattivo, il giallo-arancio di carote, albicocche e zucche contiene le indispensabili vitamine A, B e C mentre il marrone di cioccolato e legumi e il grigio tenue della crusca sono importanti fonti di magnesio.

salute.ilgazzettino.it/alimentazione/notizie/dieta_dei_colori_stanchezza_primavera/2664...
30/05/2013 18:44
 
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Allarme antidolorifici,

aumentano il rischio di ictus e infarto
L'uso prolungato di antinfiammatori della famiglia dei FANS aumenta di un terzo la morte per eventi cardiovascolari



L'uso prolungato di certi antidolorifici della famiglia dei FANS, farmaci antinfiammatori non steroidei, è associato a un aumento di circa un terzo del rischio di infarto, ictus e morte per eventi cardiovascolari. Alcuni dei principi attivi legati a tale rischio sono il diclofenac e l'ibuprofene, mentre il naprossene non aumenta tale rischio, probabilmente perchè ha effetti protettivi che contrastano la potenziale cardiotossicità. Sono i risultati allarmanti di una importante meta-analisi realizzata da ricercatori del MRC Clinical Trial Service Unit & Epidemiological Studies Unit (CTSU) presso la University of Oxford diretti dal professor Colin Baigent, in collaborazione con il professor Carlo Patrono, Ordinario di farmacologia all'Università Cattolica di Roma e finanziata dal Medical Research Council e dalla British Heart Foundation.

PAZIENTI A RISCHIO - La ricerca è stata pubblicata sulla rivista The Lancet e suggerisce che la scelta di una terapia di lunga durata con FANS debba essere fatta in modo ragionato, scegliendo l'antidolorifico giusto, soprattutto se il paziente è già a rischio cardiovascolare, e informando adeguatamente il paziente circa i potenziali rischi legati a questi farmaci. Già in passato si era evidenziato un rischio infarto maggiore per soggetti che assumevano alcuni FANS di nuova generazione detti inibitori selettivi dell'enzima COX-2, quali celecoxib e etoricoxib, un dato confermato dal nuovo studio sulla base di tutta l'evidenza oggi disponibile.

LA RICERCA - Così i ricercatori hanno considerato i risultati di 639 trial clinici per un totale di oltre 300.000 persone coinvolte e analizzato i dati dei singoli pazienti al fine di predire l'entità degli effetti avversi dei diversi FANS in particolari tipi di pazienti, in cura con alte dosi e per un tempo prolungato. Per questi è emerso un rischio più elevato di complicanze vascolari, soprattutto a livello cardiaco, e un rischio da 2 a 4 volte superiore di emorragia gastrointestinale, che tuttavia raramente risulta fatale. Si calcola che per ogni 1000 soggetti trattati in questo modo si verificano tre infarti in più (che non si verificherebbero se i soggetti non fossero in cura con FANS) di cui uno con esito fatale.

Il professor Baigent sottolinea che «questi rischi riguardano le persone con artrosi o artrite che hanno bisogno di alte dosi di FANS e di una terapia prolungata. È verosimile che un breve trattamento con dosi più basse degli stessi farmaci sia relativamente sicuro».

www.corriere.it/salute/cardiologia/13_maggio_30/antidolorifici-infarto-ictus_84ce4bd4-c907-11e2-b696-db4a64575c...
09/07/2013 20:43
 
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Zenzero, il piccante che risana

Lo zenzero è una spezia molto versatile che può dare gusto ai piatti e una marcia in più alla salute.




Non c’è Paese orientale che non conosca l’uso dello zenzero.
E con ragione: è infatti una delle spezie più versatili sia in cucina che in fatto di salute. Ben lo sanno in Cina e in India che lo aggiungono spesso ai loro piatti, non solo per insaporirli, ma anche per promuovere il proprio benessere.

Ma non solo; nel Nord America è usanza bere una sorta di soft drink denominato Ginger Ale che oltre a essere molto gustosa, aiuta a prevenire mal d’auto e problemi digestivi. Mentre in Giappone lo utilizzano più spesso nella preparazioni caramellate insieme a pesce o molluschi.

In qualunque modo si scelga di consumarlo, è certo che lo zenzero vanta numerose proprietà salutistiche. In Cina, per esempio, si usa tradizionalmente per prevenire malattie influenzali, ma è sfruttato in tutto l’oriente per le sue virtù digestive e antinausea. Quest’ultimo effetto sembra essere utile qualsiasi sia la sua origine: gravidanza, chinetosi, chemioterapia eccetera. Tuttavia, pare debba essere assunto con precauzione dalle persone che soffrono di ulcera gastrica e calcoli biliari. Marcato anche l’effetto antidiarroico, sfruttato soprattutto dalle popolazioni povere, ma utilissimo anche per noi.

Gli impacchi di zenzero, invece, riducono dolori – compresi mal di testa e mal di denti – febbre, raffreddore, influenza e problemi circolatori.

Per chi invece si sente sempre stanco e apatico, sembra essere d’aiuto una gustosa tisana a base di zenzero fresco. Tisana che, tra l’altro, aiuta anche in caso di pasti abbondanti o cibi difficili a digerire.

Secondo recenti studi condotti dal Laboratorio di Alimenti e Biodinamica della Nagoya University Graduate School of Sciences Bioagricultural del Giappone, gli effetti isolati di alcune specie di Zenzero tra cui il gingerolo e la curcumina hanno mostrato un potente effetto citotossico contro alcuni tipi di tumori.

Il Dipartimento di sperimentazioni terapeutiche presso l’Università del Texas ha messo in evidenza un ruolo neuroprotettivo attivo contro numerose malattie neurodegenerative come l’Alzheimer, la malattia di Parkinson, la sclerosi multipla, il tumore cerebrale e la meningite. Questo spiega come mai nel subcontinente asiatico, dove il consumo di zenzero è particolarmente elevato, tali malattie siano in numero nettamente inferiore rispetto all’Occidente.

Non da meno è lo studio condotto dal Department of Cell Biology and Anatomy, dell’Università dell’Arizona, che ha rilevato marcati effetti antinfiammatori dei composti derivati dal rizoma di zenzero, in particolare nell’inibizione della produzione di fattori implicati nella necrosi tumorale.

Infine, ricordiamo l’azione protettiva sullo stomaco, rilevata attraverso uno studio condotto su modello animale. Ad alcuni ratti sono stati somministrati acido salicilico e altre sostanze nocive per lo stomaco in maniera da causare lesioni a livello gastrico. I ratti che assumevano lo zenzero hanno ottenuto una protezione marcata (circa l’85%) della mucosa dello stomaco.

Ecco, quindi, come una semplice spezia, se utilizzata quotidianamente in cucina, oltre a rendere i piatti più gustosi può aiutare a prevenire tutta una serie di disturbi, più o meno seri.

www.lastampa.it/2013/07/09/scienza/benessere/alimentazione/zenzero-il-piccante-che-risana-BU3hKuIh0I6gFURW1DVyfL/pag...

12/07/2013 16:27
 
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Perché è importante lavarsi (bene) le mani

L'igiene delle mani è una sana abitudine che non tutti osservano. In questo caso può essere fonte di infezioni.

L’igiene delle mani è fondamentale, specie d’estate e con il caldo quando il rischio di contaminazioni e infezioni è più alto per via della maggiore attività e diffusione batterica


Lavarsi bene le mani è sempre importante, in ogni stagione.
D’inverno spesso può fare la differenza quando vi è rischio di contagio influenzale, per esempio. Ma anche d’estate, quando con il caldo proliferano maggiormente i batteri responsabili di diversi tipi d’infezioni: da quelle alimentari a quelle fecali, fungine e così via.

Assicurarsi di aver pulito bene le mani è indispensabile dopo aver trascorso del tempo fuori, ed essere venuti in contatto con oggetti potenzialmente contaminati. Ma lo è soprattutto dopo essere stati per esempio in una toilette (magari in autogrill o in un qualsiasi altro locale pubblico). Questo è infatti ancora il punto dolente per la maggioranza delle persone: secondo un recente studio, infatti, sono ancora molte le persone che trascurano la sana abitudine di lavarsi correttamente le mani.

Lo studio, condotto su quasi 4.000 soggetti ha evidenziato come ancora il 60% delle persone non si lavano in modo corretto le mani.
Nello specifico, il 10,3% proprio non se le lava; il 22% se le lava, ma senza sapone e, infine, soltanto il 5,3% le lava per più di 15 secondi. Più indisciplinati sono risultati essere i maschi, con il 15% di essi che disdegna il lavaggio delle mani, contro il 7,1% delle femmine che evita accuratamente l’acqua.

E’ chiaro che a fronte di un contatto con agenti patogeni, il non lavarsi del tutto le mani, lavarle male o per poco tempo ci può esporre al serio rischio d’infezione.

Secondo gli esperti, è importante tenere le mani sotto il getto d’acqua per almeno 20 secondi, sfregandole bene e con l’aiuto del sapone. In questo modo possiamo essere più tranquilli ed evitare di rovinarci la salute e, se siamo in vacanza, anche quest’ultima.

I sintomi di un’infezione da germi patogeni come salmonella, E. coli e compagnia bella possono essere molto violenti e, in alcuni casi, richiedere anche il ricovero in ospedale. Ricordiamocelo la prossima volta che non abbiamo voglia di lavarci le mani.

www.lastampa.it/2013/07/12/scienza/benessere/perche-e-importante-lavarsi-bene-le-mani-1Cxbp3xVDUHzrZkgUjklXK/pag...
27/07/2013 16:34
 
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Ambrosia: la nuova allergia estiva
Finora era presente solo al nord Italia. Adesso a Roma colpisce tre piccoli su 10

Il Messaggero racconta oggi di una nuova (per Roma) allergia estiva, che si chiama Ambrosia e colpisce soprattutto i bambini:




Naso chiuso, congiuntivite, pruri- to sono i sintomi «molto intensi a livello nasale e congiuntivale, me- no per fortuna a livello bronchia- le», spiega Alessandro Fiocchi, re- sponsabile di Allergologia del Bambino Gesù, milanese, da sei mesi a Roma e per questo partico- larmente attento alla possibile dif- fusione. Il polline d’ambrosia è fat- to di uncini, frutti spinosi che si at- taccano ai vestiti, alle ali degli uccelli, agli pneumatici dei veicoli negli aeroporti e nelle autostrade. «L’allergia esplode con il caldo. E’ probabile che duri anche a settem- bre e arrivi fino a ottobre, se il tem- po mite di Roma si conferma. E’ giusto che la gente ne sia a cono- scenza».

I rimedi?

Spray nasali, antistaminici, colliri e naturalmente chi può un sog- giorno in montagna. «Si cura co- me le altre pollinosi, anche se c’è da tener presente che quella al- l’ambrosia è una rinite particolar- mente forte e può essere necessa- rio spingere le dosi oltre a quelle delle graminacee. Fortunatamen- te i vaccini sono molto efficaci». A volte si accoppia alle allergie ali- mentari, tipo kiwi e banana.

www.giornalettismo.com/archives/1049301/ambrosia-la-nuova-allergia...
21/11/2013 18:15
 
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Aria nella pancia cause e rimedi

La pancia gonfia è un odioso malessere che colpisce spesso un pò a tutti. L'aria nella pancia è dovuta allo stile di vita ma anche ad intolleranze alimentari. Quale rimedio?

La pancia gonfia è un malessere che colpisce soprattutto le donne e si manifesta con una sensazione di pesantezza, eccessivo gonfiore e dolore.

Spesso l‘aria nella pancia si sente dopo i pasti e porta con sé anche stipsi o diarrea.
Le cause della pancia gonfia sono svariate, si parte dalle intolleranze alimentari agli stili di vita scorretti. In alcuni casi si parla di aerofagia, cioè quando inghiottiamo aria attraverso un pasto veloce oppure con un eccessivo impiego di gomme da masticare.

Può capitare che determinati alimenti causino gas intestinale; per esempio i legumi come i fagioli, i ceci ma anche le cipolle e i cavoli provocano gonfiore e episodi di diarrea. Il latte e gli zuccheri raffinati sono tra le cause di gonfiori e coliti, soprattutto se il soggetto risulta intollerante al lattosio.

Tra le cause di questo sgradevole problema c’è il colon irritato. La colite si cura sia con la dieta sia con una vita meno stressata e frenetica. E’ infatti risaputo che nei momenti di super lavoro o in momenti particolarmente critici della vita, la tensione si accumuli nella pancia e sfoci in episodi di diarrea o stipsi. Spesso le preoccupazioni o i problemi non sfogati causano gonfiori addominali e tensioni dolorose; si tratta di un circolo vizioso perché, vedendosi con la pancia gonfia, aumenta il sentimento di disagio che acuisce, anziché placare il nostro malessere.

Se avete questo tipo di problema è consigliabile cercare di vivere in maniera più tranquilla, di alimentarsi in modo regolare ed equilibrato e di fare attività motoria ogni giorno.
Per le donne l’aria nella pancia può essere legato al periodo premestruale o durante la gravidanza, quando le alterazioni ormonali influiscono su tutto l’organismo.

I rimedi più diretti per ritrovare un addome piatto sono semplici regole di igiene alimentare. Ridurre le bevande gassate e i prodotti lievitati. Mangiare pietanze preparate in maniera semplice e non troppo condite. Le verdure crude creano problemi di fermentazione, quindi è meglio assumerle cotte in maniera veloce, senza troppi grassi. Mangiare con calma, lentamente, masticando bene ogni boccone e stando seduti. Smettere di fumare e provare alcune pastiglie naturali in grado di assorbire i gas intestinali in eccesso.

Evitiamo per un periodo le fritture, i condimenti eccessivi e impieghiamo spezie ed aromi. Beviamo acqua naturale in quantità, ed integriamo con tisane che possano allieviare il meteorismo come il finocchio, l’anice e la liquirizia. Molto bene anche la camomilla che ha un effetto anti spasmodico ed induce il rilassamento delle pareti dello stomaco.

Facciamo piccoli pasti, senza grandi abbuffate e non durante il pranzo non facciamo prendere dalla fretta. Se soffriamo di stipsi cerchiamo di favorire l transito intestinale bevendo almeno 1 litro e mezzo di acqua al giorno, facendo movimento fisico almeno per mezz’ora e alimentandoci con cereali integrali, fibre e frutta.
Se il problema non si risolve e si ripete nel tempo, è il caso di rivolgersi ad un medico specialista che provvederà a prescrivervi tutti gli esami necessari, compresi quelli per valutare possibili intolleranze al lattosio, al glutine o al sorbitolo.

www.tuttasalute.net/15993/aria-nella-pancia-cause-e-rim...
21/11/2013 22:53
 
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GANODERMA LUCIDUM - REISHI


Il Ganoderma Lucidum, detto anche Reishi o Ling Zhi, è un particolare fungo che per crescere predilige il legno di quercia o di castagno.
E’ un integratore naturale davvero potente ed unico nel suo genere; non è commestibile come un normale fungo in quanto è estremamente legnoso e amaro, ma è considerata una sostanza alimentare con comprovate caratteristiche benefiche.

Il Ganoderma Lucidum è composto da 150 Antiossidanti. E' una fonte ricchissima di Germanio organico, Omega 3, Betaglucani, Vitamina B e C, Ferro, Magnesio, Calcio, Proteine vegetali
Un ricchissima bibliografia scientifica ne attesta straordinarie proprietà benefiche finalmente oggi conosciute anche in Europa, dopo una lunga storia sviluppatasi in Oriente, oltre 4.000 anni.

Il Ganoderma Lucidum è una delle medicine tradizionali cinesi più famose. La sua rarità (ne cresceva uno ogni 10.000 querce) lo rendeva così prezioso che poteva permetterselo soltanto la Famiglia Imperiale, acquistandolo a "peso d'oro": per un chilo di Ganoderma, davano un chilo di oro!

Per millenni è stato acclamato come “erba divina”, “fungo miracoloso”, “fungo dell’immortalità” o “elisir di lunga vita”, ed è stato venerato come erba dalle proprietà eccezionali.
Oltre all’azione sul fisico, gli è stata attribuita anche un’azione dal punto di vista psico-emozionale: di esso si dice che “calma la mente” e per questo viene prescritto con successo nei casi di ansia, nervosismo, insonnia. Agisce sul sistema nervoso in maniera molto profonda, e permette il ripristinarsi di un’armonia tra corpo e spirito.

I dati sulle sue proprietà terapeutiche sono accuratamente documentati da centinaia di lavori scientifici e negli ultimi trent’anni moltissime ricerche condotte in Cina, Giappone, Stati Uniti e Regno Unito hanno dimostrato che l’utilizzo costante del Reishi è di aiuto concreto nel trattamento di molte patologie: dall’asma all’herpes zoster, dall’ipercolesterolemia all’ipertensione, dal cancro alle malattie cardiovascolari.
Il Reishi ha una spiccata funzione adattogena, e grazie alle sue molteplici proprietà terapeutiche, assurge al ruolo di vera e propria medicina.

Al Ganoderma lucidum sono state attribuite moltissime proprietà terapeutiche: immunomodulanti, antitumorali, antiallergiche, antiipertensive, antinfiammatorie, antimicrobiche, antidiabetiche, antiaggreganti piastriniche, ipocolesterolemizzanti, ipoglicemizzanti, antiossidanti, analgesiche, cardiotoniche, epatoprotettive, e altro …

Il Reishi può essere considerato uno dei rimedi più efficaci al fine di aiutare l’organismo a mantenere uno stato di equilibrio funzionale ad una soddisfacente condizione di salute psicofisica, oltre che a ripristinare l’equilibrio perduto in presenza di una malattia. Ecco alcuni campi in cui il Reishi agisce sull'organismo:

1. Riduce il livello di colesterolo nel sangue.


2. Riduce il livello degli zuccheri nel sangue e ripristina le funzioni del pancreas.

3. Riduce la quantità dei lipidi nel sangue e stabilizza la membrana dei globuli rossi.

4. Diminuisce il numero dei trombociti, eliminando i rischi di trombosi.

5. Migliora la funzione delle ghiandole surrenali, e mantiene in equilibrio il sistema endocrino.

6. Aiuta l`organismo a formare un sistema immunitario più potente ed equilibrato .

7. Prevenzione e cura delle cardiopatie, nelle forme di insufficienza coronarica.

8. Previene la senilità, mantenendo giovane l`organismo.

9. Riduce gli effetti secondari dei medicinali.

10. Impedisce la degenerazione degli organi.

11. Previene le allergie provocate da differenti antigeni.

12. Previene e tratta i tumori, inibendo la formazione di metastasi delle cellule cancerogene.

13. Riduce la degenerazione dei tessuti.

14. Inibisce l`attività del virus dell`herpes simplex e blocca lo sviluppo dei virus influenzali.

15. Forme asteniche, nevrotiche, affaticamento mentale, stress, miastenia e distrofia muscolare.

16. Riduce i dolori provocati dal cancro.

17. Mitiga gli effetti delle malattie neurodegenerative come l`Alzheimer

18. Malattie della pelle e del lupus eritematoso.

19. Forme asteniche, nevrotiche, affaticamento mentale, stress, miastenia e distrofia muscolare.

20. Riesce a contrastare le disfunzioni della tiroide e a prevenirla

Il Ganoderma viene impiegato già da millenni per curare molti altri disturbi, come: • acne • allergie • disturbi legati all’età • angina pectoris • stati di panico e depressioni • artrite • asma • pancreatiti • ipertensione arteriosa • bronchite cronica • allevia gli effetti di chemioterapia e radioterapia • diabete • fragilità articolare • prevenzione all’infarto • dolori lungo i vasi coronari • disturbi del ritmo cardiaco • previene cancro e altre malattie tumorali • epatiti e ipertrofia del fegato • enfisemi polmonari • ulcere gastriche e duodenali • reumatismi e altre infiammazioni articolari • insonnia • previene la trombosi • disturbi del climaterio • ferite e piaghe

Il Ganoderma o Reishi, ha proprietà: • stimolanti • depuranti • cardiotoniche • rinforzanti del sistema immunitario • ricostituenti • tonificanti.

Controindicazioni

Non esistono controindicazioni nell'assunzione del Ganoderma Lucidum. Può essere assunto dai 2-3 anni di vita in sù. Anche per le donne in stato di gravidanza, non ci sono indicazioni contrarie.

E' opportuno che evitino di assumerlo, coloro che hanno subito un trapianto d'organi negli ultimi anni. Coloro che prendono la cardioaspirina, è consigliabile che distanziano l'assunzione del Ganoderma almeno 3 ore prima o dopo.

Riguardo ai sintomi dell’assunzione di Ganoderma, il presidente della Japan Reishi Association, ha spiegato che durante i primi giorni può capitare di avvertire vertigini, mal di ossa o cambiamenti intestinali. Questi sono sintomi normali causati dall’attività di disintossicazione del Ganoderma nell’organismo che possono variare da persona a persona, ma che in ogni caso, durano solo qualche giorno mentre il corpo si abitua.

reishi.altervista.org/cos%C3%A8-il-ganoderma.html
22/11/2013 11:09
 
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Grazie Amy. Ma il ganoderma si trova in erboristeria? Ho letto anche l'articolo sui benefici dei limoni. Impressionante!
[SM=g8861] [SM=x1408424]
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