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Pericope dell'adultera: autentica?

Ultimo Aggiornamento: 10/05/2019 11:21
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03/05/2019 14:05
 
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Ho scaricato e letto il suo lavoro su Academia
Sicuramente non sono ferrato come lei sul fronte della critica testuale (e per questo chiedevo il suo parere) ma quello che non mi convince non sono i testimoni di Geova o le sue conclusioni ma i fondamenti della critica testuale che nessuno spiega in modo chiaro.

La mia domanda ridotta ai minimi termini è:

perché mai Metzger, Nestle Aland, Wescott e Hort preferiscono in modo assoluto Alef e Vaticano al Codice Alessandrino e ad alcuni manoscritti autorevoli ed antichissimi della Vetus latina ?

Lei dice che ho scritto un sacco di inesattezze che dovrebbe impiegare ore per correggere quanto ha scritto e che mi mancano le basi della materia. Potrebbe benissimo avere ragione.

La prego però di non rispondermi come fanno gli scienziati moderni, quando un fondamentalista evangelico o un tdG convinto critica la teoria dell'evoluzione oppure anche quando uno studente liceale fa qualche obiezione alla teoria della relatività.... purtroppo è un dejà vu che permette sicuramente di tagliare velocemente i discorsi e di dare un'apparenza di forza a chi lo utilizza ma non favorisce sempre la piena comprensione dei problemi.

Lei mi dice se ho letto qualcosa a proposito.

Da povero ignorante, le rispondo che ho letto qualcosa e concordo con Lei che ci sono studi ed opinioni davvero demenziali .....e magari accettano la pericope solo perché qualche concilio della Chiesa la difende o perché è contenuta nella vecchie King James o nel Textus Receptus (che è davvero corrotto).

Un po' meno demenziali mi sono parsi comunque alcuni lavori, abbastanza recenti.

Le propongo solo gli ultimi due che ho letto di recente....


J. Knust and T. Wasserman, To Cast the First Stone: The Transmission of a Gospel Story, 2018, Princeton University Press

C. Keith, Recent and Previous Research on the Pericope Adulterae (John 7.53-8.11) , 2008, Currents in Biblical Research CBR vol. 6.3, pp. 377-404

Forse se non pensa che stia sfidando la sua fede, ne potremmo parlare pacatamente.....


[Modificato da domingo7 03/05/2019 14:13]
03/05/2019 14:42
 
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Caro Domingo.


Quello che dico vale per l'adultera ma vale anche e soprattutto per il "mi" di Giovanni 14,14 dove la critica testuale snobba totalmente il Codice Alessandrino e molti manoscritti della Vetus Latina



C'è comunque da dire che per quanto riguarda Giovanni 14,14 le valutazioni della critica sono decisamente meno drastiche e di fatto a spostare la lancetta verso il "mi" è stata soprattutto l'antichita del p66.

Shalom
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03/05/2019 14:59
 
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C'è comunque da dire che per quanto riguarda Giovanni 14,14 le valutazioni della critica sono decisamente meno drastiche e di fatto a spostare la lancetta verso il "mi" è stata soprattutto l'antichita del p66.



Il "mi" è comunque poco logico e cacofonico
O "mi chiederete" oppure "chiederete nel mio nome"

"Mi chiederete nel mio nome" a qualsiasi persona che non abbia il sangue avvelenato dall'intolleranza verso i tdG oppure da una fede sregolata verso la critica testuale sembra davvero .... un bisticcio di parole...
03/05/2019 17:57
 
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barnabino, 03/05/2019 13.55:

quale ti sembra l'argomento decisamente meno convincente?



Ok Barnabino, va bene ma come sai sono arcistufo di perdere tempo dietro a questo riconosciutissimo apocrifo.

Sig. Domingo, lei aveva iniziato a corrispondere con me a livello privato scrivendomi "All'episodio dell'adultera sono forse un po' troppo affezionato". SU QUESTO SONO PERFETTAMENTE D'ACCORDO CON LEI.

Caro Barnabino, faccio come dici. Ecco un esempio.
Domingo scrive: "Una domanda nasce spontanea e non è limitata solo all'episodio dell'adultera: perché mai gli studiosi di critica testuale attribuiscono tantissima importanza a Codice greci del IV secolo (Alef e Vaticano) e snobbano totalmente il codice Alessandrino del V secolo e le versioni ed i Codici Latini del II-III-IV secolo?"

Barnabino, tu che sei un fratello serio e intelligente, non riconosci subito che c'è un problema in questa domanda?
Leggi bene: PERCHE' QUESTI "attribuiscono tantissima importanza", "e snobbano totalmente...?"
Carissimo amico mio, non riconosci già un problema? La domanda presuppone un spiacevolissimo fatto non dimostrato nel contesto, che tra l'altro non corrisponde nemmeno a verità. Barnabino! Fratello mio!
Quindi si cerca qualcuno che spieghi perché mai questi cattivi abbiano fatto ciò! E per di più sono "gli studiosi di critica testuale".

E questo Barnabino è solo un esempio perché ti rispetto e volevo accontentarti. Un abbraccio!

Saluti anche a lei Sig.Domingo e per favore si ricordi che la traduzione usata dai Testimoni di Geova non c'entra nulla. Anche la Chiesa Cattolica dice che il brano in questione è stato aggiunto al Vangelo da altra mano.







[Modificato da TNM 03/05/2019 17:59]
03/05/2019 18:36
 
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Non voglio contendere più ma dico solo che sono più preoccupato degli atei o quasi atei che spesso si occupano di critica testuale che della TNM ....

Non lo dire troppo in giro, ma paradossalmente (come cattolico) avrei più fiducia del vostro corpo direttivo di Brooklin (che almeno è sicuramente credente) che di tanti critici testuali che spesso analizzano e vivisezionano la Bibbia senza un briciolo di fede ...
03/05/2019 18:58
 
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Kurt e Barbara Aland, Bruce M. Metzger, Frederick F. Bruce, Edgar J. Goodspeed, Philip W. Comfort, Carlo M. Martini e gli altri studiosi di cui parlo nei miei studi SONO OD ERANO TUTTE PERSONE CREDENTI.

Anche questo, lo sminuire gli uomini di scienza suggerendo una loro parzialità di giudizio quando non siamo in grado di contestare le loro argomentazioni dotte è pratica arcinota quanto da evitare.




03/05/2019 19:04
 
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Re:
domingo7, 03/05/2019 14.59:


C'è comunque da dire che per quanto riguarda Giovanni 14,14 le valutazioni della critica sono decisamente meno drastiche e di fatto a spostare la lancetta verso il "mi" è stata soprattutto l'antichita del p66.



Il "mi" è comunque poco logico e cacofonico
O "mi chiederete" oppure "chiederete nel mio nome"

"Mi chiederete nel mio nome" a qualsiasi persona che non abbia il sangue avvelenato dall'intolleranza verso i tdG oppure da una fede sregolata verso la critica testuale sembra davvero .... un bisticcio di parole...




esatto, soprattutto se pensiamo che poco prima Gesù disse che "nessuno viene al Padre se non per mezzo di me", in primis nella preghiera, che è il più grande atto di culto…..


03/05/2019 19:05
 
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Giovanni 14:14 è fuori dall'argomento di questa discussione.

03/05/2019 19:06
 
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Re:
TNM, 03/05/2019 19.05:

Giovanni 14:14 è fuori dall'argomento di questa discussione.





okay


03/05/2019 20:38
 
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Kurt e Barbara Aland, Bruce M. Metzger, Frederick F. Bruce, Edgar J. Goodspeed, Philip W. Comfort, Carlo M. Martini e gli altri studiosi di cui parlo nei miei studi SONO OD ERANO TUTTE PERSONE CREDENTI.

Anche questo, lo sminuire gli uomini di scienza suggerendo una loro parzialità di giudizio quando non siamo in grado di contestare le loro argomentazioni dotte è pratica arcinota quanto da evitare.



E' credente pure Daniel Wallace, il pupillo di Bruce Metzger ma moltissimi critici del XIX secolo non lo sono stati, soprattutto coloro che combinavano la critica testuale alla critica storica ed al pensiero liberale (e questo non lo dico solo io ma anche il Pastore Russel)

Quanto a Wescott ed Hort erano certamente credenti…. però molto molto a modo loro ….
03/05/2019 23:21
 
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Caro TNM,


Quindi si cerca qualcuno che spieghi perché mai questi cattivi abbiano fatto ciò! E per di più sono "gli studiosi di critica testuale"



Non so se Domingo abbia un qualche interesse di difendere l'autenticità della pericope dell'adultera (che in qualche modo difende anche Fontaine, mi pare) e non mi interessa, ma la domanda che pone, cioè perché in genere la critica testuale moderna ritiene che si debba dare la precedenza al tipo testuale alessandrino su quello bizantino. Questa domanda va oltre la questione della pericope dell'adultera e probabilmente meriterebbe una discussione a parte che nulla ha a che vedere con la pericope dell'adultera.

Shalom
[Modificato da barnabino 03/05/2019 23:25]
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03/05/2019 23:28
 
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Magari avesse posto quella questione! Rileggi.
03/05/2019 23:48
 
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Comunque l'argomento non è banale, visto che gli evangelici spesso rifiutano decisamente la precedenza del tipo alessandrino, non so se per ragioni ideologiche o altro.

Shalom
[Modificato da barnabino 03/05/2019 23:54]
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04/05/2019 00:23
 
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Magari avesse posto quella questione! Rileggi.



Vedo di essere sincero: non ho interessi secondari a difendere la pericope dell'adultera come penso non abbiano interessi secondari i tdG a toglierla dalla Bibbia (fino a prova contraria penso che i tdG non lapidino nessuna donna per quanto adultera e che non vietino neppure categoricamente ai mariti di perdonare mogli adultere che siano veramente e onestamente pentite)

L'episodio dell'adultera però mi è simpatico, sia per il lato umano di Cristo che si mette dalla parte delle donne sia per il lato legale irreprensibile di Nostro Signore che evita di arrogarsi poteri e giudizi non legalmente riconosciutigli dall'autorità costutuita.

Sicuramente questo può agire sul qualche mia intemperanza verbale e me ne dispiace.

Il problema dei postulati della critica testuale però è molto serio e non sono affatto convinto di alcune ipotesi di partenza che vengono date per vere, senza essere mai dimostrate in modo convincente.

Se leggo quanto dice "A Textual Commentary of The Greek New Testament" di Bruce Metzger a proposito dell'episodio dell'adultera non posso che rimanere meravigliato di come viene presentato il problema: la pericope manca qui, qui, qui e qui .....nel Sinaitico, nel Vaticano, in quasi tutti i codici greci e in alcuni manoscritti della Vetus Latina ....

Benissimo ma perché non dire anche chiaramente che è presente in un sacco di Codici della Vetus latina (mica solo nel Beza ma nel Palatino, Corbiense, Sarzanense, Veronense, Usseriano Primo, Usseriano Secondo, Claromontano, Gatiano, Holmense, Fossatense, Sangermanense Primo, Sangermanense Secondo, Colbertino .... di cui i primi cinque potrebbero essere antichi come il Sinaitico e il Vaticano).

Inoltre il Codice Alessandrino non davvero fornisce alcuna indicazione sulla presenza o sulla mancanza della pericope dell'adultera, perché non contiene un'ampia parte del Vangelo di Giovanni (cioè dal versetto 6,50 al versetto 8,52) in cui la pericope è compresa.

Lo stesso si può dire del Codice C di Efrem, perché, oltre alla pericope dell'adultera, mancano consistenti parti del Vangelo di Giovanni e soprattutto un ampio brano in cui l'episodio in questione è largamente contenuto (Giovanni 7,17 - 8,28)

Cosa dice invece il Metzger ?

I codici A e C sono difettosi in questa parte di John, ma è altamente probabile che nessuno dei due contenesse il pericope, poiché un'attenta misurazione rivela che non ci sarebbe stato spazio sufficiente sui fogli mancanti per includere la sezione insieme al resto del testo.

Manca una mega fetta del Vangelo di Giovanni (dove potrebbe starci di tutto e di più) e la critica testuale conclude quasi con sicurezza granitica che nella parte che manca non ci sarebbe spazio per l'adultera.

Mancano due capitoli nel Codice Alessandrino e quasi un capitolo intero nel Codice C di Efrem e quasi sicuramente non ci sarebbe spazio per undici versetti.....


Mio nonno mi raccontava che tutto il protestantesimo snobbava con ferocia la Volgata (e la corrispondente traduzione italiana del Martini) perché la Diodati era stata tradotta dai testi originali greci e non dal latino.

Leggendo Bruce Metzger capita invece di scoprire che i codici di riferimento della Diodati, della King James e della Bibbia di Lutero erano scadenti (e corrispondevano al Textus Receptus di Erasmo da Rotterdam), mentre la Vulgata (per il Nuovo Testamento) era molto vicina al cosiddetto testo neutrale di Wescott e Hort.

Ma come riconosce lo stesso Metzger (e non solo lui) Girolamo andò al testo ebraico abbandonando la Settanta per il Vecchio Testamento, mentre per il Nuovo Testamento si limitò a selezionare e revisionare alcuni codici della Vetus Latina molto servili e letterali ma alquanto apprezzati.

In estrema sintesi cosa avevano i traduttori greci del IV secolo che i traduttori latini del II secolo non possedevano?

E qui onestamente rimango perplesso ...

Ma se mie perplessità fanno arrabbiare qualche cristiano in buona fede, penso davvero di non dovere insistere oltre ....





[Modificato da domingo7 04/05/2019 00:38]
04/05/2019 09:00
 
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Re: TNM
domingo7, 04/05/2019 00:23:




Magari avesse posto quella questione! Rileggi.



Vedo di essere sincero: non ho interessi secondari a difendere la pericope dell'adultera come penso non abbiano interessi secondari i tdG a toglierla dalla Bibbia (fino a prova contraria penso che i tdG non lapidino nessuna donna per quanto adultera e che non vietino neppure categoricamente ai mariti di perdonare mogli adultere che siano veramente e onestamente pentite)

L'episodio dell'adultera però mi è simpatico, sia per il lato umano di Cristo che si mette dalla parte delle donne sia per il lato legale irreprensibile di Nostro Signore che evita di arrogarsi poteri e giudizi non legalmente riconosciutigli dall'autorità costutuita.



Caro Domingo,

Ti posso confermare che i tdG non lapidano nessuna e nessuno, di questi giorni.

domingo7, 04/05/2019 00:23:



Sicuramente questo può agire sul qualche mia intemperanza verbale e me ne dispiace.

Il problema dei postulati della critica testuale però è molto serio e non sono affatto convinto di alcune ipotesi di partenza che vengono date per vere, senza essere mai dimostrate in modo convincente.

Se leggo quanto dice "A Textual Commentary of The Greek New Testament" di Bruce Metzger a proposito dell'episodio dell'adultera non posso che rimanere meravigliato di come viene presentato il problema: la pericope manca qui, qui, qui e qui .....nel Sinaitico, nel Vaticano, in quasi tutti i codici greci e in alcuni manoscritti della Vetus Latina ....

Benissimo ma perché non dire anche chiaramente che è presente in un sacco di Codici della Vetus latina (mica solo nel Beza ma nel Palatino, Corbiense, Sarzanense, Veronense, Usseriano Primo, Usseriano Secondo, Claromontano, Gatiano, Holmense, Fossatense, Sangermanense Primo, Sangermanense Secondo, Colbertino .... di cui i primi cinque potrebbero essere antichi come il Sinaitico e il Vaticano).

Inoltre il Codice Alessandrino non davvero fornisce alcuna indicazione sulla presenza o sulla mancanza della pericope dell'adultera, perché non contiene un'ampia parte del Vangelo di Giovanni (cioè dal versetto 6,50 al versetto 8,52) in cui la pericope è compresa.

Lo stesso si può dire del Codice C di Efrem, perché, oltre alla pericope dell'adultera, mancano consistenti parti del Vangelo di Giovanni e soprattutto un ampio brano in cui l'episodio in questione è largamente contenuto (Giovanni 7,17 - 8,28) ....



Di solito vengono addotte ragioni di antichità ma anche di indipendenza testuale per preferire una famiglia di manoscritti all'altra.

Di recente ho letto un ragionamento che probabilmente non è cosi' nuovo, ma che in breve metteva in risalto il fatto che i manoscritti meglio conservati potrebbero essere stati, per paradosso, quelli meno autorevoli e quindi meno letti: per questo motivo si sarebbero conservati, a scapito dei piu' autorevoli, che si sarebbero logorati per via dell'uso naturale di questi supporti di scrittura, antichi e fragili.

Io sono a favore di una salomonica menzione in nota del testo orientale, nelle tante occasioni in cui si discosta dall'occidentale.

Simon
08/05/2019 00:10
 
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Copio e incollo da questo commentario sulla pericope dell'adultera :

La genuinità della sezione che principia in Giovanni 7:53 e va fino a Giovanni 8:11 presenta più difficoltà che qualsiasi altra porzione dei Vangeli, dal punto di vista della critica del testo. Alcuni, considerandola come spuria, l'omettono del tutto; altri invece mantengono con calore, così la genuinità del racconto, come il suo nesso inappuntabile col contesto; mentre una terza classe di critici la riconoscono bensì come porzione autentica del racconto evangelico, ma negano che sia di Giovanni, e che si debba lasciare al posto che occupa attualmente. Mettendo così dinanzi agli occhi dei lettori le principali opinioni che prevalgono relativamente a questo passo, è giusto riconoscere che alcuni di quelli che rigettano il racconto che principia in Giovanni 8:3, ricevono, come facenti parte di questo Vangelo, i tre vers. precedenti Giovanni 7:53-8:2, i quali uniscono in modo naturalissimo i fatti di un nuovo giorno con quelli del gran giorno della festa. Non si può negare che l'evidenza esterna contro questo passo sia molto forte. Esso manca nei quattro MSS più antichi, cioè nei codici Sinaitico "Alessandrino" "A" Vaticano "B" e di Efrem "C", come pure in quattro altri MSS unciali di gran valore. Non l'hanno più di cinquanta manoscritti corsivi, e le versioni Peshito, Filossenia Egiziana, Armena e tre o quattro copie dell'Itala. Origene, Tertulliano, Cipriano, Cirillo e Crisostomo non ne parlano mai nei loro scritti. Ma il peso di questa testimonianza esterna resta grandemente indebolito dal fatto che nei Codici A e C, non sol manca questo passo, ma manca pure buona parte del contesto; quei manoscritti dunque non provano nulla né da una parte né dall'altra. Nel primo, l'interruzione va da Giovanni 6:50; Giovanni 8:1-53; nel secondo da Giovanni 7:3; Giovanni 8:1-34. Due dei MSS unciali, il Codice Regio di Parigi "L" e il Codice di S. Gallo "A" presentano uno spazio in bianco, come se il copista avesse omesso qualche cosa. L'evidenza interna che si accampa contro questo passo si è che esso interrompe il seguito del racconto, mentre Giovanni 8:12 è il seguito naturale di Giovanni 7:52; che la lingua e specialmente le particelle di questo frammento sono assai dissimili dallo stile ordinario del nostro Evangelista; che siccome Giovanni non parla mai del monte degli Ulivi, il vederlo qui mentovato dà dei sospetti riguardo alla autenticità dell'intero passo. A ciò si aggiunge che non corrisponde a questo periodo della vita di Gesù il fargli passare la notte su quella montagna. Come prova che questo passo è spurio si allega pure che i MSS in cui lo si trova non lo riportano tutti al medesimo posto. Alcuni infatti lo hanno, come le nostre Bibbie, al principio del cap. 8; altri, alla fine dell'Evangelo, alcuni perfino lo mettono dopo Luca 21:37, come se fosse affine alle domande in quel capitolo riferite, e che furon fatte dai Giudei per tentare Gesù.
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Nella vita non ci sono problemi ma.....soluzioni.
08/05/2019 10:18
 
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Riflettendo con la propria testa
L'accettazione della pericope dell'adultera nel canone biblico è legata, più che all'autorità delle passate decisioni delle varie confessioni cristiane, all'elevato numero di antichi manoscritti latini che la contengono e alla grande quantità di citazioni fatte dagli scrittori cristiani dei primi secoli. Se è vero che per circa mezzo millennio la pericope scomparve dai codici greci più autorevoli, è anche vero che ricomparve in un enorme numero di manoscritti bizantini verso il IX-X secolo. Nella tradizione e nella liturgia occidentale, la pericope sopravvisse comunque grazie all'autorità di Gerolamo (che ne garantì la presenza in molti codici greci del IV secolo), mentre nelle chiese orientali continuò a rimanere nel canone biblico grazie al testus receptus della tradizione koiné.

La critica testuale dovrebbe pertanto dimostrare:

1) che tutti i migliori manoscritti latini del II-III secolo siano peggiori dei codici greci del IV secolo, sebbene Gerolamo li abbia utilizzati per rivedere il Nuovo Testamento nella Vulgata;


2) che Gerolamo abbia spudoratamente mentito quando raccontò come la pericope fosse presente in molti manoscritti greci e latini, alla fine del IV secolo: "Nel Vangelo secondo Giovanni, si trova, in molte delle copie greche e latine, la storia dell'adultera che fu accusata dinanzi al Signore." (Gerolamo, Contro Pelagio, II, 17, 4). Inoltre lo stesso Girolamo affermò chiaramente di aver "reso fedele il Nuovo Testamento all’originale greco e di aver tradotto l’Antico Testamento dall’ebraico" [Gli uomini illustri, CXXXV];


3) che le testimonianze dei numerosissimi cristiani dell'antichità, spesso anteriori al Codice Vaticano Sinaitico, siano totalmente inattendibili;


4) che nel II-III secolo, su influenza degli eretici Montano, Tertulliano e Novaziano (che criticavano duramente la possibilità di rimettere i peccati di adulterio, omicidio ed apostasia), molte eresie e correnti rigoriste ed ascetiche non abbiano eliminato la pericope


Fa riflettere a tal proposito la testimonianza di Paciano di Barcellona - vescovo nel 365, cioè circa nello stesso periodo in cui veniva prodotto il Codex Sinaiticus - che menzionò così l'episodio dell'adultera, accusando i novaziani di averlo rimosso dalla lettura del vangelo: "O Novaziani, perché tardare a chiedere occhio per occhio, dente per dente e chiedere vita per la vita? Perché aspettate di rinnovare ancora una volta la pratica della circoncisione e il sabato? Uccidete il ladro. Stone il petulante. Scegliete di non leggere nel Vangelo che il Signore ha risparmiato perfino l'adultera che ha confessato, quando nessuno l'ha condannata; che assolse la peccattrice che lavò i suoi piedi con le lacrime; che consegnò Raab a Gerico, ... che ha liberato Tamar dalla sentenza del Patriarca; che anche quando i Sodomiti perirono, non distrusse le figlie di Lot .. [Lettera a Symproniano, Lettera III, 39].
[Modificato da domingo7 08/05/2019 10:20]
08/05/2019 20:21
 
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Caro TNM,

Come viene spiegata però dalla critica la sua presenza nella Vulgata? Girolamo lavorò alla Vulgata dal 382, che mss utilizzò?

Shalom
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08/05/2019 22:40
 
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Grazie, dunque anche i mss più antichi della Vg mancano della pericope?

Shalom
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08/05/2019 23:22
 
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Il Codex Fuldensis del 541-546 e il Codex Amiatinus del 716 sono i migliori manoscritti della Vulgata e come vedi sono tardi rispetto alla Vetus Latina.
Per di più il Fuldensis non ha il testo dei Vangeli vero e proprio ma una specie di Diatessaron.
Quindi sono ben lontani dal lavoro originale di Girolamo.


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