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Giustino e l'immortalità dell'anima

Ultimo Aggiornamento: 01/03/2018 07:02
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16/07/2010 05:29
 
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Re: Re:
Mi riprendo in maniera meno sintetica, anche se il tempo mi perseguita sempre.

e si Dio l'immortalità la dà a tutti fedeli e infedeli, angeli e demoni, e la dà nel momento che li fa venire all'esistenza, e decide che non gliela toglierà mai.

La natura non esiste come qualcosa che si genera da se, uomo donna angelo o la qualsiasi, la natura la decide Dio; e se Dio decide che la vita di quell'anima non abbia mai da finire, buona o cattiva, non importa, allora la sua decisione stabilisce la sua natura, e se si tratta di natura immortale, magari intesa generata creata o sostenuta in continuazione da Dio, diventa, è in ogni caso natura, anche con inizio temporale.

E immortalità non significa eternità in senso atemporale poichè in tal senso solo Dio è eterno, poichè l'immortalità di una creatura ha avuto in ogni caso un inizio come come creatura di Dio ; e che non abbia mai da finire, la rende semplicemente eterna o immortale.
Ma nel caso dell'uomo come Adamo o la sua discendenza, di certo non si tratta di natura immortale, e che appartiene solo agli spiriti, ma semplicemente e specificatamente di vita eterna; anche se entrambe contemplano il concetto di eternità.

Da quel che ho capito, secondo il pensiero errato di alcuni cattolici, poly; o del cattolicesimo; Immortale significa essere non soggetto a una morte naturale; quindi di natura immortale.

Mentre la sua morte potrebbe essere causata dall'intervento divino.

(Ma Il poly confonde e non conosce dell'insegnamento dei tg, e cioè che cè distinzione tra vita eterna e immortalità).

Comunque per poter dire questo dobbiamo avere un contesto, uno stralcio di prova che ci faccia comprendere che l'immortalità concessa ai santi e di cui scrive l'apostolo Paolo la si intende solo in questo modo cattolico, e non che Dio stesso non possa più mettere a morte una sua creatura, perchè immortale a 360 gradi.


Per altro va da se che la continuazione della esistenza dell'anima alla morte del corpo ,rende tale unità corporea assolutamente priva di senso e contro sua natura celeste di spirito.

L'anima se fosse uno spirito vivente, e il corpo solo un vestito, una prigione, in realtà violenterebbe se stessa vivendo una forma esistenziale che non gli appartiene, e che è quella materiale.

Sarebbe come se una anima viva la vita delle scimmie, dei pesci, dei serpenti, una sorta di trasmigrazione in un corpo o forma vivente che non ha nulla ha che fare con la propria essenza di spirito.

Sarebbe come se un uomo vada a dimorare nel corpo di un altro uomo.

Che poi lo spirito vivente e il corpo vivente sono due nature distinte, cioè entrambe capaci di pensare e amare e in modo a se stanti o indipendente l'una dall'altra , lo fa comprendere chiaramente Paolo in 1 Corinti 15, quando pone l'alternativa di quale corpo avrebbe rivestito il morto che doveva tornare in vita alla risurrezione, cioè se con quello di polvere o quello celeste mediante mutazione di natura umana.

Questo implicando chiaramente che la personalità o seme spirituale del cristiano poteva ritornare alla vita cosciente mediante una delle due forme di vita, ciò significando che la carne è in grado da sola di far rivivere la personalità cristiana o seme di tali sante persone che sono morte.



Nella natura celeste i santi avrebbero trovato l'immortalità , come Adamo nella natura carnale avrebbe trovato l'eternità,che è cosa ben differente dall'immortalità,e questo come ricompensa se si sarebbe mostrato fedele.
.



Che l'anima sia atemporale..perchè eterna, e quindi può ricongiungersi a ritroso nel tempo con il suo corpo non ancora dissolto, (per avere continuità altrimenti oggettivamente risulterebbe una clonazione,questo valendo per chi ha dei volontari o involontari limiti razionali e di consapevolezza interiore); è pura teoria astratta, quanto la favola di cappuccetto rosso e i sette nani.

Poichè dovremmo essere atemporali anche quando siamo uniti con il corpo, e se non lo siamo allora si che il corpo diventa prigione per la vera essenza di tale anima.

In pratica se la morte dell'anima significa semplicemente che dal punto di vista di Dio è morta, questo doveva valere anche per il suo corpo.
Ma se il suo corpo muore in modo reale concreto e per punizione,( tipo Cora) questo nega che la punizione di Dio o che il salario del peccato sia essere semplicemente morti dal punto di vista per Dio, o lontani da lui; troppo comodo) o perchè si va in qualche forno elettrico, o fesseria del genere che rivela una mentalità contorta prevaricatrice, costrittrice in nome della assoluta totale oggettiva violenza continuata perpetuamente, degna di demoni.

Non solo ma se consiste nell'essere lontani da Dio [SM=x1408403] io direi che più che punizione sarebbe una liberazione dal vivere una forma di vita che non è la sua come spirito immortale; immortale perchè non soltanto non soggetta alla morte, ma sopratutto perchè uno spirito non può morire cascando ad esempio dentro una voragine, o ferendosi in qualche modo.


Inoltre un anima atemporale per essere veramente tale non dovrebbe avere mai un inizio temporale [SM=x1408399], il che sarebbe eclatante contraddizione porre la creatura in questo modo, praticamente facendola Dio [SM=x1408403]


In sintesi leggo solo violenza in queste congetture di origine spiritica.

E continuo a leggere congetture prevaricatici della vera libertà dei figli di Dio, libertà da strumentalizzazione di ogni sorta, libertà da menzogne di ispirazione demonica.






saluti
[Modificato da dispensa. 16/07/2010 05:45]
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