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Giustino e l'immortalità dell'anima

Ultimo Aggiornamento: 01/03/2018 07:02
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19/07/2010 02:41
 
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Per Barnabino


“Citare un teologo anglicano in un trafiletto senza alcuna pretesa di completezza (si tratta di una specie di rassegna stampa) per cui non vedo come possa significare sposarne le tesi.”



Significa sposarne le tesi per la banalissima ragione che alla fine l’articolo chiude con una chiosa che dice che “dunque”, alla luce di quanto espresso sopra, tutti i cristiani di oggi sono eretici. A Giustino viene attribuita la tesi che chiunque creda a tipi di sopravvivenza che siano qualcos’altro rispetto alla risurrezione è un eretico, e siccome questa è esattamente la tesi della WTS, che crede solo alla risurrezione, allora il ragionamento fatto dalla rivista è che in base agli antichi cristiani, e Giustino ne è testimone, chi crede all’immortalità dell’anima come protestanti e cattolici è un eretico. Il procedimento è questo.


“ La WTS si era già espressa in merito a Giustino nella W1970, che per altro tu hai citato...”



Se si era espressa nell’articolo del 1970, e sapeva che Giustino non era contro la sopravvivenza dell’anima, perché mai hanno riportato quella citazione e quel commento pur sapendo che davano ad intendere un’idea errata? Ho già detto che non si vede proprio che vantaggio ti venga a continuare ad insistere con questa rivista del 1970, la quale dimostra il contrario di quello per cui tu la vorresti usare, giacché prova che, se si ricordavano il contenuto dell’articolo di 12 anni prima, allora sapevano che Giustino non è contro l’immortalità dell’anima così come concepita dal cristianesimo, e dunque sapevano che stavano utilizzando un falso.
Inoltre io non ho citato la rivista del 1970, ho citato le coordinate temporali di quella rivista. Quanto al contenuto, stavo citando, come tu stesso mi hai fatto notare, la rivista del 1982.


“forse prima di parlare di "clamorosi falsi" avresti dovuto prenderti la briga di controllare.”



Cambia la data, il falso resta.


“Ripeto: allora prenditela con quel teologo laureato che crea confusione... tanto più che si tratta di un teologo chiamato a rispondere alle domande dei lettori su un quotidiano.



Non capisco proprio perché il fatto che debba prendermela con quel teologo implichi che non dovrei prendermela con la WTS. E’ o non è a sua volta utilizzatrice di questo falso fabbricato da altri? Come già detto non so se fosse in buonafede o in malafede citandolo, ma questo è tutto. Questo tuo insistere sul fatto che 12 anni prima avessero chiarito cosa credeva Giustino potrebbe far pensare che fossero in malafede, giacché citavano una posizione che sapevano infondata. Ma sono disposto a concedere loro che forse non ricordavano quanto scritto 12 anni prima.


“Il "clamoroso falso" lo ha fatto quel teologo ed è prima di tutto con lui che dovevi prendertela, invece nel tuo post non dici mai che la WTS si è limitata a fare una citazione attribuendo alla WTS non una citazione ma la paternitàdi quel taglio.”



La mia frase è perfettamente corretta, giacché si limita a dire che la rivista cita un pezzo di Giustino decurtato. Che la citazione sia all’interno della citazione di qualcun altro, non toglie che sia una citazione all’interno della rivista, esattamente come il fatto che debba prendermela in primo luogo con questo teologo non implica che non possa prendermela in secondo luogo con la WTS.


“Si, ma la citazione in quella rivista non è decurtata dalla WTS, è quella che si trova nella domanda pubblicata nel quotidiano. “



E allora? Come già detto questo non toglie che sia un falso, il che è esattamente quello che sto dicendo. Ho già riconosciuto che non ho le prove che sia un falso in malafede, mi sembra dunque che, fatto salvo l’onestà ipotetico del redattore della rivista per mancanza di prove della sua malafede, lo si possa solo accusare di non conoscere la teologia di Giustino e di essersi bevuto quell’articolo di giornale. Il che, ancora a sua discolpa, non è una cosa così grave, perché essere buoni storici non implica essere competenti su un singolo autore.


“Ma WTS non lo fa proprio, si limita a riportare un articolo e trarre delle conseguenze in base a quello che dice quel teologo, in una rassegna di articoli senza alcuna pretesa di completezza. “



Si ma vedi non capisco che senso ha da parte tua ribadire che la posizione su Giustino era già stata espressa nell’articolo del 1970. Se infatti la posizione era quella del ‘70, allora, trarre delle conseguenze da un pezzo altrui che si sa essere falso, è prova di malafede. Come fai a dire che “non lo fa proprio” se, guarda caso, sfruttando il fatto che quell’articolo presenta Giustino allineato alla WTS in materia escatologica, chiosa alla fine del brano dicendo che si può quindi dire che oggi la maggioranza dei cosiddetti cristiani siano “eretici”?
Che senso ha riportare articoli che, guarda caso ti danno ragione, ma che tu sai essere distorti nel presentare il contenuto? Sarebbe come se io sapessi che una fonte, che so, Tertulliano, è contraria alla perpetua verginità di Maria, poi però trovo un articolo di un teologo incompetente che fraintende una citazione di Tertulliano e scrive che pensava il contrario. Che onestà avrai se, pur sapendo che Tertulliano è contro la perpetua verginità di Maria, citassi un articolo in cui si fa sembrare che Tertulliano dica il contrario di quello che io so che in realtà dice?


“Io, se guardi la risposta, pensavo che tu parlassi della posizione complessiva della WTS”



Ma quale posizione complessiva? Mia frase dice solo: “La Società nella Torre di Guardia del 15/04/1970 riportava questa citazione: “Se vi siete imbattuti in alcuni che si definiscono cristiani . . . che dicono che, una volta morti, la loro anima va in cielo, NON CREDETE CHE SIANO CRISTIANI”.”
Non sto dicendo che prendo in considerazione degli articoli multipli, dico che c’è un articolo in cui c’è una citazione. Ora, siccome la citazione non sta in quell’articolo, è evidente che non si può credere che, in una post che parla di quella citazione, io sia partito da quell’articolo. Sarebbe come se vedessimo che Cicerone cita un brano della Repubblica di Platone, ma erroneamente lo attribuisce al Simposio. Chi mai per fare l’esegesi del passo di Cicerone andrebbe a prendersi il Simposio, dove quella citazione non esiste, e non invece la Repubblica, da dove quella citazione è tratta?


“ Francamente non pensavo che una persona della tua intelligenza attribuisse alla WTS la citazione decurtata dal lettore e il parere del teologo. “



Gliele attribuisco nella misura in cui anche lei le usa e le assume per suo uso e consumo.


“Allora avresti specificare bene che il "clamoroso falos" lo a fatto un teologo anglicano, laureato in un'università che non è della Bible Belt e che la WTS (che altrove, in un articolo più specifico) lo ha citato in un arassegna stampa.”



Tutte queste specificazioni, non cambiano che questo è un falso. Il mio post era del tutto corretto: la frase è decurtata, da un’idea sbagliata di Giustino, e la WTS se ne serve per i suoi scopi di polemica anti-immortalista. Sapeva la WTS che era errata la citazione? Non lo so, e infatti non ho fatto processi di buona o malafede, mi sono limitato a dire che tra i tdG gira una citazione che è un falso clamoroso. A causa di quella rivista quella citazione ancora oggi gira, ed è stata citata pochi giorni fa, prima che io scrivessi il mio post sul forum di Achille, proprio in questo forum, da un ingenuo caduto anche lui nell’errore di credere che Giustino sia anti-immortalista.


“ Resta il fatto che tu non segnali in nessun modo che la WTS si limita a riportare l'opinione di altri in una rassegna stampa e non in un articolo di approfondimento specifico. “


Non si vede proprio perché avrei dovuto segnalarlo, nella misura in cui la WTS fa sua quest’opinione, che guarda caso collima con la sua.


“Ma con il teologo anglicano mi sembra un pò meno, visto che la sua paternità scompare dai tuoi strali polemici...”



L’ho definito un asino. Ti sembra poco? Per quanto ne so costui potrebbe anche essere una persona molto competente, semplicemente non è andato a verificare questa citazione.


“Non mi risulta che la WTS vada a controllare o censurare quello che scrivono i TdG, puoi chiedere a Gertoux, Arduni, Buon Spirito, Fontaine e altri che scrivono se hanno avuto censure da parte della WTS prima di pubblicare qualcosa.”



Da questo non si deduce che la WTS non li controlli, ma solo che non li censuri. Se non li censura è perché banalmente non hanno scritto nulla di eretico. Se avessero scritto contro dottrine della WTS, la censura sarebbe scattata. Pare invece che in casa cattolica scattino censure solo quando un teologo scrive qualcosa contro i dogmi. Tra i TdG al contrario nulla è chiamato dogma, ma tutto lo è, sicché se uno dei signori citati sopra scrivesse un libro contro un qualsiasi intendimento della WTS, ad esempio l’interpretazione delle profezie di Daniele, verrebbe censurato. Al contrario in casa cattolica ognuno dice quello che gli pare, purché non si tocchino dogmi, ma c’è tutta la libertà di questo mondo nel criticare il magistero ordinario non infallibile. Se un teologo cattolico può scrivere su micromega contro l’ultima enciclica del papa, non s’è mai visto invece un TdG scrive contro l’ultima Torre di Guardia e non venir sanzionato. Questo è quello che intendevo.


“In tutti i casi sarebbe bene che a Chiesa Anglicana facesse un pò più attenzione a quello che scrivono i teologi a livello mediatico, data la confusione che già esiste sulla questione dell'anima presso i fedele delle varie confessioni,”



I pareri storici non sono oggetto di dogma. Questo teologo anglicano non ha affermato che l’anima non esiste e che non vada in cielo, ha solo affermato che per i primi cristiani l’anima non esisteva e non andava in cielo. Sono cose diverse, perché il secondo è solo un parere storico, ma non nega il dogma. Per i TdG invece le due cose coinciderebbero, perché vivono con questo mito un tantino retrò della purezza originale, e dunque la dottrina giusta, la verità, è quella che credevano gli apostoli nel I secolo. Sicché, stabilire qual è la dottrina giusta, implica stabilire cosa credessero gli apostoli nel I secolo. Questo modo di pensare è ovviamente privo di ogni serietà, sia per lo scandaloso mito della purezza originale, sia perché chi ragiona così non ha un’ecclesiologia valida e non capisce il ruolo della Chiesa e dello Spirito Santo nella storia del dogma. La Chiesa anglicana ad esempio, siccome la pensa come quella cattolica su questo argomento, può credere al contempo che Gesù sia Dio e al contempo che Gesù quand’era in vita sulla terra non disse mai di essere Dio, né fosse consapevole di esserlo. Solo nella mente dei fondamentalisti protestanti le due cose devono coincidere, solo per chi è un tantino limitato e non capisce che la fede non si basa sul Gesù storico ma sulla Rivelazione e sulla comprensione che lo Spirito Santo ha inspirato alla Chiesa e agli agiografi che fanno parte di essa, cioè gli autori del NT. Ma bando alla ciance: quello che volevo dire è che il teologo anglicano in questione, da quel poco che è dato leggere, non ha detto nulla di eretico, ma s’è limitato a dare un parere storico.


“ i fedeli della tua chiesa, con tutti i suoi teologi, invece mi sembrano un pò in confusione. “



Non è confusione, è libertà di ricerca. Libertà che però non deve sconfinare nell’eterodossia, giacché inferno, purgatorio e paradiso sono dogmi tridentini. Si può fantasticare finché si vuole sulla nefesh e sulla salvezza dell’uomo intero, basta che non si perdano di vista alcuni punti fermi.


“E una nefesh disincarnata. Mi pare chiaro, basta leggere Paolo”



Paolo scrive in greco, quindi non può scrivere nefesh, e neppure esiste la parola disincarnata in Paolo.
Comunque, quando dico “anima disincarnata” in Giustino, parlo di qualcosa distinto dal corpo, immateriale, e sensibile.


“Ho smesso perché è chiaramente contradditoria ed poco chiara”



Troppo facile dichiarare un autore contraddittorio quando è scomodo. Invece di pensare che una persona non sappia quello che pensa, dovremmo farci un esame di coscienza e renderci conto che forse siamo noi a non capire. O meglio, in questo caso, sei tu che fingi di non capire. Tutto si tiene…
Tutto la tua dimostrazione del fatto che Giustino sarebbe contraddittorio si basa sul fatto che alcuni l’hanno ritenuto tale, ma altro non sai dire o argomentare. Stai ripetendo come un disco rotto, senza capacità di spiegate quello che credi. Evidentemente pensi che dibattere voglia dire “il sig. x ha detto così”. Come già detto, e come Girgenti mostra, non c’è alcun bisogno di vedere contraddizioni: chi le scorge banalmente non ha saputo distinguere tra i due tipi di immortalità, e scambia passi contro l’immortalità platonica con passi contro l’immortalità tout court, andando in palla perché da una parte Giustino dice “le anime non sono immortali” e dall’altra le descrive in uno stato intermedio che attendono la resurrezione già divise in buoni e malvagi. Grazie al cielo non esistono solo studiosi incompetenti a questo mondo, e in questo caso serviva che dei filosofi (come Girgenti), spiegassero ai teologi, che il medio-platonismo non sanno neppure dove stia di casa, perché quelle che sono apparenti contraddizioni sono banalmente equivoci semantici, che alcuni interpreti, a digiuno di storia della filosofia, non hanno saputo riconoscere.


“Non è chiaro cosa intenda Giustino con lo "stato intermedio" in cui le anime attendono la risurrezione”



Come c’è da capire? Le affermazioni sono chiare: esiste, le anime sono senza i corpi, mantengono la sensibilità, la loro sorte è già divisa in giusti e malvagi. Quali sarebbero gli altri i passi che metterebbero in crisi queste cose acquisite?
Inoltre, per quanto sia poco chiara, di sicuro è chiara nel fatto che l’anima sopravviva alla morte del corpo, e dunque, al di là di una ipotetica certa nebulosità, l’articolo del 1982 dava certamente un’idea errata.


“né se tutte le anime o meno saranno risorte per essere punite o premiate”



Non dice da nessuna parte che alcune anime non saranno fatte risorgere.


“né se l'anima di riunisce al corpo”



Visto che prima non ce l’aveva, mentre da risorti ce l’hanno, mi sembra ovvio dedurre il passaggio intermedio.


“Ma nulla dice di questa "anima", né dove sia, né in quale stato



Ma come non dice dove sia? Si dice chiaramente: “Allora credo che le anime degli uomini soggiornino in un luogo migliore e quelle ingiuste e malvagie in uno peggiore, in attesa del momento del giudizio.”(Dial 5,3)
E cosa vorrebbe dire che “nulla dice di questa anima”? Cosa t’aspetti un papiro? Dice quello che serve, cioè che mantiene aisthesis, la sensibilità…


“Certo non è immortale, la credenza di Giustino è che a ricevere l'immortalità non sia quell'ectoplasma ma è la nefesh”



L’anima è tenuta dall’essere in Dio anche nello stato intermedio, altrimenti si dissolverebbe.
Si può dire a buon diritto che anche l’anima è immortale, difatti non muore mai. Se infatti quando la persona risorge è corpo ed anima come quando era in vita, e da risorto non morirà più, allora l’anima è stata vita in tutti e tre i momenti: 1)Era viva quand’era sulla Terra. 2)Era viva nello stato intermedio. 3)Sarà viva nella resurrezione, riunita al corpo a formare un uomo.
Ciò implica che l’uomo possa dire che la sua anima sia immortale perché Dio non la farà mai morire, né quando sarà disincarnata né quando sarà unita al corpo risorto o per la beatitudine eterna o per la pena eterna.


“ per Giustino a risorgere ed è la nefesh ed ad essere immortale è la nefesh e non un ectoplasma. “



Ma se l’anima era anche prima di risorgere il corpo, come è possibile negare che sia immortale (in senso non platonico), visto che non è mai morta né mai morirà?


“Da sempre per quanto ne sappia.”



E che cosa intendi con nefesh disincarnata? Te l’ho già chiesto, ma pari evasivo.


“ Per altro per i TdG non muore il corpo ma la nefesh. “



Se muore la nefesh, muore di conseguenza anche il corpo. Ma che cosa per il TdG esiste oltre al corpo nell’individuo? L’unica cosa potrebbe essere un respiro impersonale insufflato da Dio ed uguale per ogni creatura.


“Il problema, se mi premetti, invece esiste... banalizzare il problema supponendo che Giustino già credesse "in nuce" a quello che la chiesa ha elaborato nel corso dei secoli è, da un punto di vista storico, semplicemente ridicolo. “



Farmi dare del ridicolo in materia di storia da uno che crede ad Adamo ed Eva e alla composizione mosaica del Pentateuco non ha prezzo. Voi non potete dare lezioni di storia o di serietà metodologica a nessuno, dovreste solo tornare a nascondervi tra le pagine delle vostre Torre di Guardia perché proferire quello che c’è scritto in quelle pagine in qualsiasi istituzione scientifica creerebbe solo uno scoppio di risa rumoroso come l’esplosione atomica di una fabbrica di cristalli di Boemia.


banalizzare il problema supponendo che Giustino già credesse "in nuce" a quello che la chiesa ha elaborato nel corso dei secoli è, da un punto di vista storico, semplicemente ridicolo.”



Non è per nulla banale, e si basa sulla constatazione che questo è un santo della mia Chiesa. Puoi decidere di non vedervi una continuità con quello che insegna la mia Chiesa, ma mi dovresti spiegare dove starebbe la rottura. Ricapitolando: l’anima sopravvive alla morte del corpo, sopravvive disincarnata e mantiene la sensibilità fino al giorno del giudizio finale, tuttavia c’è anche un giudizio particolare prima di questo perché le due tipologie di anime, buoni e malvagi, stanno in luoghi diversi, uno migliore e l’altro peggiore. L’anima non è immortale per sé stessa, ma per partecipazione a Dio, quindi, se egli volesse, potrebbe uccidere un’anima. Tutto questo che ho appena elencato nella ricapitolazione è identico in Giustino e nella Chiesa Cattolica attuale. E’ molto più che un credere “in nuce”, è una dottrina quasi identica. Se ti scandalizzano affermazioni come “le anime muoiono” e le trovi dissonanti con quanto potresti sentire in un discorso cattolico è perché banalmente non ti sei mai dato alla Summa Theologiae del dottor Angelico, altrimenti sapresti che è Dio che tiene nell’essere ogni cosa creata.


“ la WTS stessa cita tranquillamente il Kittel, il Bauer o altro... qualcuno li dovrà pur consultare quedsto strumenti, o pensi che i "vecchietti" li consultino da soli, in gran segreto, insieme a Playboy mentre vanno in bagno? “


Ah, ma loro sono quelli che devono preparare il cibo, quindi è ovvio che debbano consultare il tutto. E’ il gregge quello che non è previsto consulti nulla, essendo sufficiente il buon cibo spirituale.


“Scusami ma insistendo su questi argomenti ti rendi ridicolo, dato che ne sappiamo molto più di te di come agisce la WTS”


Già ma una cosa chiamata strategia teocrati vi autorizza ad essere per così dire evasivi…


“ Una cosa è certa, non esiste alcuna circolare che obblighi i TdG a non scrivere nulla o se lo fanno di sottoporre lo scritto alla censura preventiva della WTS.”



Una circolare del genere non esiste perché è impensabile che un TdG lo faccia, infatti la mania dell’editoria tra i TdG è recenti e si tratta di mosche bianche. Se e quando costoro inizieranno a diventare eterodossi, o più numerosi, sono sicuro di un solerte intervento dello Schiavo.


“Se un TdG con adeguata preparazione storica o teologica volesse scrivere su una di quelle riviste nessuno, ti assicuro, glielo impedirebbe. “



Non ho parlato di questo, ma dell’impensabilità di organizzare di una rivista di TdG, un forum cartaceo di dibattito teologico dove si discuta di teologia e si propongano veduta in parallelo agli organi di stampa ufficiali. Una cosa del genere è impensabile priorio perché tra i TdG non c’è un dibattito teologico interno agli adepti ma solo la pappa pronta spedita dall’alto.


“Il che non toglie l'influenza delle sue idee. Basta leggere altri articoli su Giustino. La WTS non ha mai pensato che gli scrittori del II secolo fossero privi di influenze esterne, se a te piace crederlo fallo pure, ma non è l'idea che hanno i testimoni di Geova! “



Io non ho mai parlato degli scrittori del II secolo in generale, ma di Giustino. E’ un po’ bizzarro dire che rigettò la filosofia, e poi trovarlo con le mani in pasta ad una dottrina che la WTS definirebbe “spiritista”, cioè credenza nelle anime disincarnate.


“E si è arrivati a quali conclusioni? “



Che sebbene la resurrezione sia l’evento centrale della nostra fede, la non sopravvivenza dell’anima farebbe sì che non si possa garantire una continuità individuale tra il risorto e il morto.


“E io ti ricordo che qui parliamo di Giustino, e che per Giustino ad essere immortali non sono le anime disincarnate ma la nefesh, “



Giustino dà ad “immortalità” un senso platonico, dunque in questo senso non sono immortali né le anime né la nefesh, perché Dio le rende tali e non lo sono per propria natura. Ma nel senso contemporaneo del termine, che non indica necessariamente una immortalità per essenza, siccome l’anima non muore mai, sia quando è incarnata sia quando è disincarnata, allora essa è dicibile immortale, non nel senso che non possa morire ma nel senso che non muore mai.


“Questo è lo stato intermedio, ma Giustino è poco chiaro rispetto a questo, al punto che Young parla di dissoluzione dell'anima. Possibile che in un articolo specifico si sbagli così grossolanamente? “



Ma che modo di ragionare usi? Abbiamo capito che sei alla frutta e non sai cosa rispondere, ma ti pare il caso di continuare a rispondere senza dire nulla di serio e solo per dare l’impressione ai tuoi confratelli, che non capiscono nulla né di quanto scrivo io né di quanto scrivi tu, che hai avuto l’ultima parola ergo, se anche non hanno capito un’acca, evidentemente avevi ragione tu? Cosa c’entra il fatto che un articolo sia specifico col fatto che non possa sbagliare? Ma stai scherzando? Il mondo accademico, su qualsiasi materia, è pieno di articoli scientifici che dicono l’uno il contrario dell’altro: è per questo che c’è un dibattito, e alla fine è lo sguardo intersoggettivo della comunità scientifica a selezionare l’opinione migliore, quella che rende conto di più fattori.
Se Young non può sbagliare perché è un “articolo specifico”, con la stessa argomentazione priva di senso io ti potrei replicare che Girgenti, che liquida Young, non può sbagliare, perché il suo è un lavoro specifico su Giustino. Ripetiamo quanto dice Girgenti di quest’idea:
“Alcuni hanno ritenuto contraddittoria la dottrina di Giustino, il quale oscillerebbe tra la mortalità e l’immortalità dell’anima. M.O. Young vedrebbe la soluzione nella dottrina della resurrezione dei corpi: l’anima morirebbe con il corpo e subirebbe una dissoluzione temporanea sino alla resurrezione dell’uomo, nella sua sostanzia unità di anima e corpo. (M.O. Young, Justin Martyr and the Death of the Soul, Studia Patristica XVI, 1985, Berlino, pp. 209-215) A noi sembra che, indipendentemente dalla resurrezione, Giustino sostenga semplicemente che l’anima sopravvive alla morte solo per esplicito volere di Dio; viceversa, si dissolverebbe” (Giuseppe Girgenti, Giustino Martire Il primo cristiano platonico, Milano, 1995, Vita e Pensiero, p. 128)

Dunque, sei in grado di articolare qualcosa o vuoi continuare a ripetere questo cognome a caso, il mitico Young, di cui non sai nulla a parte il nome, e che sventoli come un talismano pensando di impressionare qualcuno? Non è il continuare a citare questo nome, che per te è un’etichetta vuota letta su un libro, che ti potrà trarre dall’impaccio del fatto che non stai più argomentando un emerito nulla, incapace come sei di trovare contraddizioni nella mia esposizione dell’escatologia di Giustino.


“Dunque qui Giustino è influenzato dal dualismo ellenistico. “



Non occorre essere “dualisti” per essere “duali”, e sono stanco di ripeterlo. Per di più, sebbene certamente Giustino sia stato influenzato dall’ellenismo, non c’è bisogno per la dottrina della sopravvivenza dell’anima di andare a cercare fin là, giacché questa credenza è già presente nel giudaismo, e dunque poteva esserlo anche nel cristianesimo nascente, che altro non è se non una setta giudaica. Se poi a sua volta il giudaismo abbia mutuato questa componente dall’ellenismo è impossibile dirlo, io credo di sì, ma è irrilevante. Infatti il problema non è da dove una società tragga una dottrina, ma se quella dottrina sia vera e se fosse stata fatta propria anche dai seguaci di Gesù. Ma questa è un’altra storia, e non c’entra con questo topic su Giustino, dove s’è appurato che egli credeva che le anime sopravvivessero al corpo ed andassero in un luogo migliore, il che è esattamente il contrario di quanto la rivista del 1982 intendeva dare a bere ai suoi lettori. Questo era tutto quello che volevo mostrare.


“Anche qui Giustino è poco chiaro, perché non parla mai di anima che si riunisce al corpo risporto... “



Se prima stavano in un luogo (bello o brutto a seconda della probità in vita), e poi invece stanno coi loro corpi nella risurrezione, mi spieghi come è possibile che non si riuniscano?


“Inoltre "eternità" è "immortalità" sono la stessa cosa?”


Se eternità è un tempo infinito, allora, essendo l’anima punita in eterno, l’anima non morirà mai, per questo la dico immortale. Eternità ed immortalità sono la stessa cosa da questo punto di vista. Immortalità però non va intesa come il possesso naturale dell’immortalità alla maniera dei platonici.








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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)
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