Come promesso riprendo in mano le dichiarazioni del duo Poly/amichetta di Poly (da qui in avanti “adP”), per metterle alla prova dei testi, che loro stessi si pregiano di citare.
Qui la sequenza ipotetica di una crocifissione tipica, secondo Poly/adP:
(H1) la crux poteva comprendere il patibulum o furca (il significato di entrambe e “trave” trasversale),
(H2) il patibulum veniva inchiodato allo stipes (il palo verticale),
(H3) le vittime trasportavano il patibulum prima della loro crocifissione, e
(H4) alle vittime venivano “allungate” le braccia sulla crux o patibulum.
Vediamo cosa dicono i testi, oggi di Plauto, che certo non era uno storico ma un noto commediografo. Per ognuno faccio un commento specifico, poi quello generale:
(1) Fateor, manus vobis do. Et post dabis sub furcis. Abi intro in crucem. - Lo confesso, vi tendo le mani. - Le metterai alla gogna (furcis) imbastita. - Vai tu in croce. (Persa, 885).
Si noti l’identificazione “
crux/croce” che è uno dei punti in discussione, mentre qui in traduzione viene data per scontata.
(2) Credo ego istoc extemplo tibi esse eundum actutum extra portam, dispessis manibus, patibulum quom habebis. “Ecco questa e la posizione giusta, proprio cosi, a braccia aperte, finirai in
croce fuori la porta della citta” (Lett: le mani distese e inchiodato al patibulum) (Miles Gloriosus, 359-360).
Anche se il mio latino è un po’ arrugginito, non posso fare a meno di stupirmi di questa traduzione e commento. “finirai in croce” è di nuovo una traduzione fantasiosa, che presuppone di conoscere già la risposta all’argomento in trattazione. E’ un tipico esempio di “ragionamento” circolare. Anche il commento in parentesi lascia molto perplessi: forse che si vuole identificare la “croce” con il “patibulum”? Da dove viene estratto poi il riferimento ai “
chiodi” non è dato saperlo. Anche in questo caso la fantasia del traduttore la fa da padrone.
(3) O carnuficium cribum, quod credo fore, ita te forabunt patibulatum per vias stimulis carnufices, si huc riveniate senex. Ah crivello da boia! Perche mi sa che cosi finirai, quando dovrai girare per le vie con tanto di forca al collo e ti ridurranno a colabrodo a furia di spuntonate, un giorno che tornera il padrone” (Lett: “ti riempiranno di buchi facendoti percorrere le strade con le braccia sul patibulum [patibulatum].”) (Mostellaria, 55-57).
Nuovamente traduzioni allegre: il “patibulatum”, cioè una persona, viene identificato la persona che partava la “
forca al collo”. Ammesso, per fede, che ci fosse un “patibulum” e non un “
patibulatum” sulla scena, la traduzione incoraggia l’identificazine “
patibulum” = “furca”, che è già di per sé molto discutibile. La traduzione che dovrebbe essere “letterale” fa ancora peggio: “con le braccia sul patibulum”. Primo, nel testo non c’è alcun riferimento alle braccia, né alla posizione. Secondo, si vuole forse identificare il “patibulum” con il “patibulatum”??
(4) Ego dabo ei talentum, primus qui in crucem excucurrerit; sed ea lege, ut offigantur bis pedes, bis brachia. Sono qui pronto a dare un talento tondo al primo che correra a farsi mettere in croce, ma a patto che gli inchiodino due volte i piedi e dune volte le mani (Mostellaria, 349-360).
Nuovamente ricorre l’identificazione “crux/croce”. Qui il “condannato” addirittura “corre”.
(5) Patibulum ferat per urbem, deinde adfigatur cruci. “Che porti attraverso la citta la forca (patibulum), e poi sia appiccicato ad una croce” (Carbonaria, fr. 2)
Si noti, “
appiccicare” sarebbe la resa di “
adfigere”, con una buona dose si immaginazione. Di seguito, si noti, ad essere attaccato alla “crux” è il
condannato, non il “
patibulum”.
Commento generale. Ovviamente Plauto non descrive alcuna esecuzione vera e propria, ma si immagina eventi e scene, spesso allo scopo di far ridere il pubblico. Controlliamo le ipotesi:
H1 e
H3 il “patibulum” manca in 1., 3. e 4. In 1. compare pero’ la “crux”. In 2. invece manca la “crux”. In 3. mandano sia “patibulum” che “crux”. In 4. non solo manca il “patibulum” ma il condannato “corre”.
H1 e H3 in Plauto sono poco consistenti, comunque piuttosto improbabili.
L’identificazione furca=patibulum è da dimostrare.
H2 manca sempre lo “stipes” e manca sempre l’”inchiodamento”.
H2 è completamente da respingere, sembra piuttosto il frutto della fantasia di Poly/adP.
H4 l’unico riferimento compare in 2. Si noti la forzatura della traduzione per cercare di farlo comparire anche in 3.
Anche H4 è da respingere come generalizzazione di una solo occorrenza nei 5 testi.
Conclusione: l’ipotetica ricostruzione di Poly/adP non trova praticamente alcun fondamento negli scritti di Plauto ma è da considerarsi piuttosto fantasiosa.
Simon
p.s. questo post ha richiesto 4'661 caratteri, comprese le citazioni dei testi e le ipotesti della controparte
[Modificato da (SimonLeBon) 05/09/2010 10:42]