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la chiave per leggere l'Apocalisse

Ultimo Aggiornamento: 25/08/2010 19:38
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24/08/2010 23:34
 
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un saluto ad Aquila e a tutti
dopo tanto silenzio ( pur avendoti letto in molti interventi) stasera mi sei venuto in mente mentre leggevo e cosi ti (vi) faccio partecipe di ciò che leggevo. Spero che ti (vi) sia di consolazione perche per me lo è stato.Un saluto a te ea tutti.


(Apocalisse 1)
La chiave dell'Apocalisse è nel capitolo primo, anzi nel primo verso :
« La rivelazione di Gesù Cristo, la quale Iddio gli ha data, per far sapere ai Suoi servitori le cose che devono avvenire in breve tempo; ed egli l'ha dichiarata avendola mandata per il suo angelo a Giovanni suo servitore ».
Lo scopo del libro è, primieramente, quello di rivelare in un modo eccellente, e come prima non è stato fatto ancora, il Signore Gesù; rive-larLo ai Suoi servitori, e indicare loro le cose che è necessario avvengano in breve tempo; questo essendo il significato che si ricava dalla letterale traduzione. Il libro va letto con questa verità in vista: conoscere Gesù, e sapere le cose che Lui vuole siano subito compiute in ciascuno di noi.
Il servo è la figura di ogni vero servo, arrivato alla statura di udire, e passare il messaggio del libro. E' un uomo nascosto, in esilio. La sola storia che da di se stesso è di dire che è fratello e compagno nell'afflizione e nel regno, e nella sofferenza di Cristo, e che era nell'isola chiamata Patmo, per la parola di Dio, e per la testimonianza di Gesù Cristo. Null’altro dice di sé, perché lo scopo del libro è di presentare Gesù Cristo. Il servo era stato fedele nel passato, « il quale ha testimoniato della parola di Dio e della testimonianza di Gesù Cristo, e di tutte le cose che ha vedute ». Perciò può ricevere dippiù.
Una speciale beatitudine è promessa a chi legge, ascolta, serba le parole della profezia di questo libro. « Perciocché il tempo è vicino », cioè, arrivati alla statura Apocalittica, si è chiamati a vivere come se, da un momento all'altro, si debba incontrare Gesù. Il messaggio è a sette (alle sette) chiese che sono nell'Asia. Esso viene da Colui che è, che era, e che ha da venire; e dai sette spiriti che sono davanti al Suo trono, e da Gesù Cristo il Fedele testimonio, il primogenito dai morti, e il principale dei re della terra.
a E' - ERA - VENIENTE ». Nelle relazioni di Lui, mai perdere di vista tutti e tre i tempi. La memoria di passati benefici, la grazia del presente è un legame al passato e al futuro, per essere aperti a ricevere dippiù, specialmente ad attendere Lui stesso, che deve venire. E, con enfasi, prosegue : « Ad esso che ci ha amati, e ci ha lavati dai nostri peccati col Suo Sangue, e ci ha fatti Regno-Sacerdoti (questa è la vera traduzione) a Dio Suo Padre, a LUI la gloria, e l'imperio, nei secoli dei secoli. Amen ».
Un cenno sulla sua venuta: « Ecco! » l'avviso per dirci che si badi a ciò che si sta per dire. « Ecco, Egli viene colle nuvole, ed ogni occhio Lo vedrà, eziandio quelli che l'hanno trafitto; e tutte le nazioni della terra faranno cordoglio per Lui ». E noi non possiamo fare a meno di esclamare: « Beati quelli che fanno cordoglio ».
Quali nuvole, come, quando? Non pretendiamo rispondere a queste domande. Meglio che ciascuno impari da Lui. Ma vi è un tempo che Egli viene a ciascuno in modo speciale, prima di venire a tutti. Egli si nasconde dietro le nuvole (Salmo 97: 1-2). «Io sono l'Alfa e l'Omega (prima ed ultima lettera dell'Alfabeto, per dire che Lui è tutto il linguaggio), il principio e la fine, dice il Signore Iddio, che E'; che ERA, che HA da VENIRE, l'ONNIPOTENTE ».
Il tempo della Rivelazione dato a Giovanni e il come:
« Io era in ispirito nel giorno della domenica [giorno del Signore] ». L'invito è a vivere non più nella carne, e non in un giorno su sette, ma nell'intero giorno del Signore che è cominciato da quando abbiamo incontrato Lui.
« E udii dietro a me una gran voce, come d'una tromba ». « Dietro », come ad avvertirci che è necessario un ritorno a Lui, per prendere quello che ancora non abbiamo. Quel Personaggio, di dietro, che parla, e quel servo, davanti, che è obbligato a voltarsi per udire, ci dicono che ormai è tempo per noi di fermarci, per vivere, d'ora innanzi, faccia a faccia con Lui.
La voce diceva: « Io sono l'Alfa e l'Omega, il Primo e l'Ultimo; e ciò che tu vedi, scrivilo in un libro, e mandalo alle sette chiese, che sono in Asia: ad Efeso, ed a Smirne, ed a Pergamo, ed a Tiatiri, ed a Sardi, ed a Filadelfia, ed a Laodicea ».
Si noti la insistenza di questi « ed ». Non fermarti, fino a che non hai dato i sette messaggi.
« Ed in quello mi rivoltai, per veder la voce che aveva parlato meco ». Vedere la voce!... Sostanza, realtà in quella voce. « E rivoltomi, vidi sette candelieri d'oro. E in mezzo dei candelieri Uno simigliante ad un Figliuolo d'uomo, vestito d'una vesta lunga fino ai piedi, e cinto d'una cintura d'oro all'altezza del seno. E il Suo capo, e i Suoi capelli, erano candidi come lana bianca, a guisa di neve; e i suoi occhi somigliavano una fiamma di fuoco. E i suoi piedi erano simili a del calcolibano, a guisa che fossero stati infocati in una fornace; e la sua voce era come il suono di molte acque. Ed Egli aveva nella sua mano destra sette stelle; e dalla sua bocca usciva una spada a due tagli, acuta; e il suo sguardo era come il sole quando egli risplende nella sua forza ».
I particolari della descrizione ci porterebbero assai lontano, e al di là dei limiti che ci siamo proposti. Un rapido cenno: la voce prima, e poi la vista di Gesù; però Lui non isolato, ma in mezzo ai candelieri, per dirci che, d'ora in avanti, bisogna vedere Lui nel centro del Suo popolo. Candelieri. Tali vuole che siano le Sue chiese. Lui, candeliere, fa il suo popolo tanti candelieri. « D'oro ». Luce, olio, oro. Fede, pienezza di Spirito Santo, luce, Gesù nel centro. Non vedere Lui senza la chiesa, e non vedere la chiesa senza Lui.
Le descrizioni sono approssimative; il linguaggio umano è inadatto:
10 Spirito Santo supplisce alla deficienza. Capo e piedi, attraggono, simultaneamente, l'attenzione. Ciò che noi consideriamo l'uno più nobile, e gli altri grossolani, sono tutti luminosi in Lui. O che ancora parlasse, o che, alla vista del Personaggio, Giovanni ha compreso la voce, la cui musica era nel cuore, la voce viene descritta ora : « Come il suono di molte acque ». Le voci dei vari messaggeri, e di tutto ciò che tocca le corde dell'anima umana, erano, sono, in quella voce. Nella mano destra. che è simbolo di potenza, erano sette stelle; e dalla bocca usciva una spada a due tagli, acuta ». Realtà e penetrazione della Sua Parola. L'assieme è racchiuso nello sguardo splendente come il sole, quando risplende nella sua forza ».
La meraviglia non è che Giovanni cadesse a terra, ma che non fosse caduto prima. Egli riferisce : « E quando io l'ebbi veduto, caddi ai suoi piedi come morto ». E' lo stesso discepolo che nella santa cena ha posato
11 capo sul petto di Gesù; ma ora è un vecchio. Gesù gli appare in gloria. Conviene che Lui cresca, e l'uomo diminuisca. « Quando l'ebbi veduto B, non prima. Vedere Lui significa morire per sempre a noi. Ci pare d< essere morti a noi stessi, ma, tante volte, ci siamo illusi.
Come morto, ma ai suoi piedi. E là non si muore, ma si vive. Cadde nella direzione del suo cuore e dello sguardo, ai piedi del Signore.
E Gesù « mise la sua mano destra (la stessa che teneva le sette stelle) su Giovanni, e gli disse:
« Non temere; Io sono il primo e l'ultimo; e quel che vive; e sono stato morto; ma ecco ora sono vivente nei secoli dei secoli, Amen; ed ho le chiavi della morte e dell'inferno ».
In presenza della vita vittoriosa attraverso la morte, non si può morire. « Non temere ». La chiave è nella sua mano.
« Scrivi, adunque, le cose che tu hai vedute, e quelle che sono; e quelle che saranno d'ora innanzi; il misterio delle sette stelle, che tu hai vedute sopra la mia destra, e quelle dei sette candelieri.
Le sette stelle sono gli angeli [messaggeri] delle sette chiese; e i sette candelieri che tu hai veduti, sono le sette chiese ».
« Misterio » dunque abbisogna di rivelazione. E sono stelle, solo quegli angeli delle chiese mentovate dell'Asia? E solo quelle sette sono le chiese? Quelle sette stelle, e quei sette candelieri, sono simbolo di tutte le stelle, e di tutte le chiese che formano la sua Chiesa.
Essa, a mezzo di un ministerio di sette angeli (ministerio perfetto) è chiamata a ricevere sette definitivi messaggi, per essere portata all'incontro del Suo Sposo e Signore.
Il capitolo si chiude con a fronte questi due personaggi: il Signore, glorioso e potente, e il servo, morto e risuscitato. Attorno è solitudine, e perciò, l'attenzione del servo è concentrata all'Autore del messaggio, e al messaggio stesso. La chiesa, portata in questa condizione è abilitata a vedere e udire Lui.


Tante volte essere fedele alla lettera significa essere sommamente infedele al messaggio della stessa!
25/08/2010 19:33
 
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Re: un saluto ad Aquila e a tutti
walterbergamini, 24/08/2010 23.34:

dopo tanto silenzio ( pur avendoti letto in molti interventi) stasera mi sei venuto in mente mentre leggevo e cosi ti (vi) faccio partecipe di ciò che leggevo. Spero che ti (vi) sia di consolazione perche per me lo è stato.Un saluto a te ea tutti.


(Apocalisse 1)
La chiave dell'Apocalisse è nel capitolo primo, anzi nel primo verso :
« La rivelazione di Gesù Cristo, la quale Iddio gli ha data, per far sapere ai Suoi servitori le cose che devono avvenire in breve tempo; ed egli l'ha dichiarata avendola mandata per il suo angelo a Giovanni suo servitore ».
Lo scopo del libro è,

.....................



Grazie per essere di nuovo intervenuto sul forum, Walter, e grazie per avere pensato a me e ai miei fratelli a seguito di questa tua bellissima riflessione sul libro di Apocalisse, o Rivelazione.
Riflessione che faccio mia, e di cui sono lietissimo di divenire partecipe, con tutti i miei fratelli del forum.
In effetti, la chiave di lettura del libro (l' ultimo della Bibbia) sta proprio nei primi tre versetti: l' Apocalisse non è certamente (come si pensa generalmente nell' immaginario collettivo) un mero messaggio fatalistico di distruzione, ma al contrario una rivelazione che ci reca felicità, come è scritto nel versetto 3, poichè il "tempo fissato è vicino" (Rivelazione/Apocalisse 1:3).
La sublimazione della felicità la troviamo negli ultimi capitoli: la morte e l' Ades (la tomba comune del genere umano) non esisteranno più, scompariranno per sempre, perchè verranno gettate nel "lago di fuoco", simbolo di distruzione, annientamento (Rivelazione/Apocalisse 20:13-14)
E la meravigliosa visione dei "nuovi cieli e nuova terra"(Rivelazione/Apocalisse 21:1), con i "nuovi cieli", cioè la Nuova Gerusalemme, che, simbolicamente, "scenderà dal cielo, da Dio", con "Dio stesso che sarà con il genere umano", in senso anch' esso simbolico, come lo fu con gli israeliti (confronta Levitico 26:11-12): significa che l' umanità approvata da Dio sarà stata redenta dalle conseguenze e dagli effetti disastrosi del peccato adamico (Rivelazione/Apocalisse 21:2-3).
La splendida descrizione della nuova terra la troviamo nel versetto 4 del capitolo 21: le sofferenze saranno scomparse, un ricordo del passato.
Ciò è chiarissimo anche dalla lettura di Rivelazione/Apocalisse 22:1-2: il richiamo all' "albero della vita" del versetto 2 (nel testo greco qui vi è un singolare collettivo che può tradursi anche al plurale, cioè "alberi di vita") ci riporta inevitabilmente al paradiso edenico, e le foglie dell' albero ( o degli alberi) che servono per "la guarigione delle nazioni, o delle genti", stanno ad indicare che il sacrificio di riscatto di Cristo sarà stato applicato a tutto il genere umano ubbidiente (confronta Ebrei 5:9).
Sarà il compimento della redenzione, stabilita da Dio già in Eden, confronta Genesi 3:15!
Si adempirà definitivamente Genesi 22:18: "per mezzo del tuo seme tutte le nazioni della terra certamente si benediranno", come Geova promise al fedele patriarca Abraamo.
Si adempirà definitivamente la liberazione di cui parlò anche l' apostolo Paolo in Romani 8:21.
Da allora in poi il proposito originario di Dio si sarà realizzato (Genesi 1:28), Cristo porterà a termine definitivamente la sua missione messianica e redentrice, consegnerà il regno al Padre, e Dio sarà "omnia in omnibus", "tutto in tutti", per sempre! (1 Corinti 15:24-28).
Grazie Walter per la tua splendida riflessione, e se sono sempre così belle e profonde, scrivile più spesso.
Ciao.
[SM=g27987]


[Modificato da Aquila-58 25/08/2010 19:38]
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