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Come aiutare chi ha perso una persona cara

Ultimo Aggiornamento: 07/10/2010 07:09
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21/09/2010 18:49
 
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L’aiuto che altri possono dare

“SE POSSO aiutarti, fammelo sapere”, potremmo dire a un amico o a un parente che ha appena avuto un lutto in famiglia. E siamo sinceri. Faremmo qualsiasi cosa per aiutarlo.

Ma quella persona ci telefonerà mai per dirci: “C’è qualcosa che potresti fare per aiutarmi”? Di solito non succede. È chiaro che se vogliamo veramente assistere e confortare qualcuno che è addolorato per la perdita di un suo caro dobbiamo essere noi a prendere l’iniziativa.

Un proverbio biblico dice: “Come mele d’oro in cesellature d’argento è la parola pronunciata a suo tempo”. (Proverbi 25:11; 15:23) È saggio sapere cosa dire e cosa non dire, cosa fare e cosa non fare. Ecco alcuni utili suggerimenti basati su ciò che è stato detto a Svegliatevi! da familiari di defunti.

Cosa fare . . .

Ascoltate: Una delle cose più utili che si possano fare per chi ha perso un suo caro è quella di partecipare al suo dolore ascoltandolo. Chiedete dunque: “Desideri parlarne?” Lasciate che sia lui o lei a decidere. Rammentando il tempo in cui morì suo padre Tina dice: “Mi faceva molto piacere quando altri mi chiedevano cos’era accaduto e poi ascoltavano veramente”. Ascoltate dunque con pazienza e comprensione. “Piangete con le persone che piangono”, suggerisce la Bibbia. — Romani 12:15; Giacomo 1:19.

Siate rassicuranti: Assicurate loro che hanno fatto tutto il possibile (oppure dite qualsiasi altra cosa che sapete essere vera e positiva). Rassicurateli dicendo loro che forse quello che provano non è affatto strano. Raccontate loro di altri che conoscete e che sono riusciti a superare una perdita simile. — Proverbi 16:24; I Tessalonicesi 5:11, 14.

Siate disponibili: Rendetevi disponibili non solo i primi giorni quando sono presenti molti amici e parenti, ma anche mesi dopo quando gli altri sono tornati alla loro vita normale. “I nostri amici facevano in modo che le nostre serate fossero così piene che non dovevamo passare troppo tempo a casa da soli”, spiega Teresa, che ha perso un figlio in un incidente stradale. “Questo ci aiutò a combattere il senso di vuoto che provavamo”. — Confronta Atti 28:15.
Prendete l’iniziativa: “Molti si sono rimboccati le maniche e hanno fatto quel che c’era da fare”, rammenta Cindy. “Non si sono limitati a chiedere: ‘Cosa posso fare?’” Prendete dunque l’iniziativa. Anziché dire: “Vieni quando vuoi”, stabilite il giorno e l’ora. Se dapprima la persona rifiuta, non vi date per vinti troppo facilmente. Siate come l’ospitale Lidia menzionata nella Bibbia. Luca dice che, dopo averli invitati a casa sua, ‘li costrinse ad accettare’. — Atti 16:15, CEI.

Aspettatevi sentimenti negativi: Non vi meravigliate troppo per quello che potranno dire dapprima i familiari del defunto. Rammentate che forse sono adirati e si sentono in colpa. Se sfogano la loro ira su di voi, dovrete avere discernimento e compassione per non irritarvi a vostra volta. — Colossesi 3:12, 13.
Scrivete una lettera: Il valore di una lettera di condoglianze è spesso dimenticato. Cindy osserva: “Un’amica mi scrisse una bella lettera. Mi fu di grande aiuto perché potei rileggerla più volte”. Non c’è bisogno che la lettera sia lunga, è sufficiente che sia scritta col cuore.

Pregate con loro: Non sottovalutate il valore delle vostre preghiere con e per i familiari del defunto. La Bibbia dice: “La supplicazione del giusto . . . ha molta forza”. (Giacomo 5:16) Per esempio, udendovi pregare per loro possono essere aiutati a superare sentimenti negativi come il senso di colpa. — Confronta Giacomo 5:13-15.

Cosa non fare . . .

Non insistete perché smettano di affliggersi: “Su, su, non piangere”, potremmo voler dire. Ma forse è meglio lasciare scorrere le lacrime. “Penso sia importante lasciare sfogare i familiari del defunto”, dice Caterina, ripensando alla morte del marito. — Romani 12:15.
Non dite: ‘Puoi avere un altro bambino’: “Non sopportavo mi dicessero che potevo avere un altro bambino”, rammenta Teresa. Forse le intenzioni sono buone, ma dire a un genitore che il suo bambino morto può essere sostituito può ferirlo come i “colpi di una spada”. (Proverbi 12:18) Un bambino non può mai sostituirne completamente un altro.

Non evitate necessariamente di menzionare il defunto: “Tanti non menzionavano neppure il nome di mio figlio Jimmy né ne parlavano”, rammenta Geneal. “Devo ammettere che rimanevo piuttosto male quando gli altri si comportavano così”. Perciò non cambiate necessariamente argomento. Chiedete alla persona se sente il bisogno di parlare del suo caro. Ad alcuni fa piacere sentire gli amici parlare delle speciali qualità che avevano reso il defunto caro al loro cuore.
Non affrettatevi a dire: ‘È stato meglio così’: Non è sempre confortante cercare di trovare qualcosa di positivo nella morte. Cindy rammenta: “Altri dicevano: ‘Non soffre’, oppure: ‘Almeno è in pace’. Ma io non volevo sentire questo”.

Forse è meglio non dire: ‘So come ti senti’: Lo sapete veramente? Ad esempio, potete sapere cosa prova un genitore quando gli muore un figlio se voi stessi non lo avete provato? E anche se aveste perso un figlio, rendetevi conto che altri possono non sentirsi esattamente come vi sentivate voi. — Confronta Lamentazioni 1:12.

Per aiutare chi ha perso una persona cara dovrete mostrare compassione, discernimento e tanto amore. Non aspettate che sia il familiare del defunto a venire da voi. Non dite semplicemente: “Se posso aiutarti . . .” Prendete l’iniziativa e fate qualcosa di utile.
Fonte:g 8/8/85
21/09/2010 18:56
 
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Vero aiuto al momento giusto

Si può veramente trovare aiuto nella congregazione cristiana? Sì, e gli esempi che seguono illustrano una varietà di situazioni in cui la congregazione può essere d’aiuto.

◆ Perdita di una persona cara. Anna perse il marito, deceduto per una malattia cronica. “Da allora ho ricevuto tanto amore dalla fratellanza cristiana”, dice. “Il mio cuore, anziché infrangersi, ha continuato a battere grazie alle continue parole buone e incoraggianti dei miei compagni di fede, inclusi i loro affettuosi abbracci, e ne sono grata a Geova. Il loro amore mi ha sorretta, sollevata, mi ha fatto sentire teneramente assistita”. Forse anche voi avete provato l’esperienza traumatica di perdere una persona cara. In momenti simili i componenti della congregazione possono dare molto conforto e sostegno emotivo, cose di cui si ha tanto bisogno. [SM=g28002]
21/09/2010 18:59
 
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Come affrontare il dolore

Molti che hanno subìto un lutto riscontrano che parlarne può essere una buona valvola di sfogo. È interessante notare, ad esempio, come si espresse Giobbe, un personaggio biblico sul quale si abbatterono varie sciagure, tra cui la perdita dei suoi dieci figli. Disse: “La mia anima prova certamente disgusto della mia vita. Darò certamente sfogo alla mia preoccupazione circa me stesso. Parlerò, sì, nell’amarezza della mia anima!” (Giobbe 1:2, 18, 19; 10:1) Notate che Giobbe aveva bisogno di ‘dare sfogo’ alle sue preoccupazioni. In che modo? Giobbe disse: “Parlerò”.

Paulo, che ha perso la madre, dice: “Parlare della mamma è una delle cose che mi hanno aiutato”. Pertanto parlare dei vostri sentimenti con un amico fidato può darvi un po’ di sollievo. (Proverbi 17:17) Dopo aver perso la madre, Yone chiese ai suoi fratelli cristiani di andarla a trovare più spesso. “Parlare mi ha aiutato ad alleviare la sofferenza”, ricorda. Anche voi riscontrerete che dare voce ai vostri sentimenti e parlarne con qualcuno che sa ascoltare vi aiuterà a gestirli meglio.

Può anche essere utile scrivere. Chi ha difficoltà a parlare dei propri sentimenti può trovare più facile metterli per iscritto. Dopo la morte di Saul e Gionatan, il fedele Davide compose un cantico molto triste in cui riversò tutta la sua angoscia. Questo canto funebre carico di emozioni divenne poi parte del libro biblico di Secondo Samuele. — 2 Samuele 1:17-27.

Anche piangere può servire a sfogarsi. “Per ogni cosa c’è un tempo fissato, sì, . . . un tempo per piangere”, dice la Bibbia. (Ecclesiaste 3:1, 4) Quando muore qualcuno che amate è certamente il “tempo per piangere”. In questi casi non c’è nulla di cui vergognarsi. Nella Bibbia ci sono molti esempi di uomini e donne fedeli che diedero sfogo al dolore piangendo. (Genesi 23:2; 2 Samuele 1:11, 12) Quando si avvicinò alla tomba del suo caro amico Lazzaro, che era morto da poco, Gesù Cristo “cedette alle lacrime”. — Giovanni 11:33, 35.

Metabolizzare il dolore richiede pazienza, perché è possibile che siate soggetti a repentini sbalzi d’umore. Tenete presente che non dovete vergognarvi delle vostre lacrime. Molte persone fedeli hanno riscontrato che piangere per il dolore è una tappa naturale e necessaria del processo di guarigione.
Accostatevi a Dio

La Bibbia dice: “Accostatevi a Dio, ed egli si accosterà a voi”. (Giacomo 4:8) Uno dei modi principali per accostarsi a Dio è la preghiera. Non sottovalutatene l’importanza. La Bibbia fa questa confortante promessa: “Geova è vicino a quelli che hanno il cuore rotto; e salva quelli che sono di spirito affranto”. (Salmo 34:18) Inoltre assicura: “Getta su Geova stesso il tuo peso, ed egli stesso ti sosterrà”. (Salmo 55:22) Prima abbiamo visto che per molti è stato utile parlare dei propri sentimenti con un amico fidato. A maggior ragione, vi sarà di grande aiuto esternare i vostri sentimenti a Dio, che promette di ‘confortare i cuori’. — 2 Tessalonicesi 2:16, 17.

Paulo, menzionato in precedenza, ha detto: “Quando non riuscivo più a sopportare il dolore e pensavo di non farcela, mi inginocchiavo e pregavo Dio. Lo imploravo di aiutarmi”. Paulo è sicuro che la preghiera lo ha aiutato veramente. Anche voi scoprirete che in risposta alle vostre persistenti preghiere “l’Iddio di ogni conforto” vi darà il coraggio e la forza necessari. — 2 Corinti 1:3, 4; Romani 12:12.

La speranza della risurrezione

Gesù disse: “Io sono la risurrezione e la vita. Chi esercita fede in me, benché muoia, tornerà in vita”. (Giovanni 11:25) La Bibbia insegna che i morti vivranno di nuovo. Mentre Gesù era sulla terra, dimostrò di poter risuscitare i morti. In un’occasione risuscitò una ragazzina di 12 anni. Quale fu la reazione dei genitori? “Furono presi da grande estasi”. (Marco 5:42) Sotto il dominio del suo Regno il Re celeste Gesù Cristo riporterà in vita qui sulla terra, in condizioni di giustizia e pace, un numero incalcolabile di persone. (Atti 24:15; 2 Pietro 3:13) Immaginate che emozione quando i morti torneranno in vita e si uniranno ai loro cari!

Claudete, che ha perso il figlio Renato in una sciagura aerea, ha una sua foto sul frigorifero. Spesso la guarda e dice fra sé: ‘Ci rivedremo nella risurrezione’. Leonardo immagina il padre tornare in vita nel nuovo mondo promesso da Dio. Per loro, come per moltissimi altri che hanno perso una persona cara, la speranza della risurrezione è davvero fonte di conforto. Può esserlo anche per voi.

Fonte:w 1/7/08
21/09/2010 19:08
 
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Quando la morte ci strappa un familiare, questa grande perdita può provocare profondo cordoglio. Abraamo pianse la morte dell’amata moglie Sara. (Genesi 23:2) Anche Gesù, un uomo perfetto, “cedette alle lacrime” quando morì il suo amico Lazzaro. (Giovanni 11:35) È naturale essere tristi quando la morte ci priva di una persona che amiamo. I cristiani però sanno che ci sarà una risurrezione. (Atti 24:15) Per questo motivo ‘non si rattristano come fanno gli altri che non hanno speranza’. — 1 Tessalonicesi 4:13.

Come possiamo sopportare il dolore di un lutto? Forse sarà utile fare un esempio. In genere quando un amico parte per un viaggio non proviamo un senso di vuoto incolmabile, perché ci aspettiamo di vederlo tornare. Considerare alla stessa stregua la morte di un cristiano fedele può alleviare il nostro dolore, perché sappiamo che ha la prospettiva di essere risuscitato. — Ecclesiaste 7:1.

La completa fiducia nell’“Iddio di ogni conforto” ci aiuterà a sopportare un lutto. (2 Corinti 1:3, 4) Ci sarà anche utile riflettere sulla vita di Anna, una donna del I secolo che rimase vedova dopo soli sette anni di matrimonio. A 84 anni rendeva ancora sacro servizio a Geova nel tempio. (Luca 2:36-38) La vita devota l’aiutò senz’altro ad affrontare il dolore e la solitudine. La regolare partecipazione alle attività cristiane, compresa l’opera di predicazione del Regno, può aiutarci a sopportare le conseguenze di un lutto.
Fonte:w 15/7/07
21/09/2010 19:13
 
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I sorveglianti cristiani, anche se forse sono molto occupati, dovrebbero prendere l’iniziativa nel provvedere conforto al gregge.

Ricordano che il loro esempio, Gesù, il Pastore eccellente, fu incaricato di ‘fasciare quelli che avevano il cuore rotto e confortare tutti quelli che facevano lutto’. (Isaia 61:1, 2; Giovanni 10:14) Gesù non offrì tale conforto solo quando gli era comodo farlo. Quando Lazzaro morì, Gesù fu disposto a fare uno sforzo per andare dai parenti di lui e partecipare al loro dolore. — Giovanni 11:11, 17, 33.
Anche se un cristiano non è in grado di dire molto ai parenti di un defunto a un funerale, la sua stessa presenza può avere un buon effetto. Per i familiari in lutto può essere molto confortante vedere che molti membri della congregazione cristiana, giovani e vecchi, partecipano al loro dolore. Ricordate il commento che fecero alcuni giudei quando Gesù andò dalle sorelle di Lazzaro, addolorate per la sua morte: “Vedi, che affetto aveva per lui!” (Giovanni 11:36)

Parenti, vicini o soci d’affari increduli che hanno assistito al funerale di un cristiano hanno ricevuto una buona impressione dal vasto numero di Testimoni presenti, e questo li ha resi meglio disposti nei confronti delle verità bibliche considerate.

I Testimoni presenti dovrebbero adeguare il loro comportamento alla circostanza. Anche se sanno che il defunto non sta soffrendo e sono certi che tutti i leali saranno risuscitati, capiscono bene che ‘c’è un tempo per piangere e un tempo per ridere, un tempo per fare lamento e un tempo per saltare’. (Ecclesiaste 3:4) Un funerale o una cerimonia commemorativa non sono momenti adatti per conversare a voce alta o in tono scherzoso. Sono occasioni in cui mostrare empatia, in armonia con il consiglio: “Rallegratevi con quelli che si rallegrano; piangete con quelli che piangono”. — Romani 12:15.

Fonte:w 15/10/90
07/10/2010 07:09
 
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Quando affrontiamo prove simili Geova ci provvede l’aiuto necessario. (Salmo 94:19) Dio esaudisce le preghiere dei suoi servitori, come è dimostrato dalla preghiera di Salomone all’inaugurazione del tempio di Geova. Salomone pregò Dio: “Qualunque preghiera, qualunque richiesta di favore venga fatta da parte di qualsiasi uomo o di tutto il tuo popolo Israele, perché conoscono ciascuno la piaga del suo proprio cuore, e realmente stendano le palme delle mani verso questa casa, allora voglia tu stesso udire dai cieli, tuo stabilito luogo di dimora, e devi perdonare e agire e dare a ciascuno secondo tutte le sue vie, perché conosci il suo cuore (poiché solo tu stesso conosci bene il cuore di tutti i figli del genere umano); affinché ti temano tutti i giorni che sono in vita sulla superficie del suolo che desti ai nostri antenati”. — 1 Re 8:38-40.


Alcuni suggerimenti pratici

Fate assegnamento sugli amici: Non esitate a lasciarvi aiutare da altri se si offrono di farlo e avete davvero bisogno di aiuto. Comprendete che questo potrebbe essere il loro modo per dimostrarvi ciò che provano; forse non riescono a trovare le parole giuste. — Proverbi 18:24.

Abbiate cura della vostra salute: Il dolore può logorarvi, specie all’inizio. Il vostro corpo ha più che mai bisogno di riposo sufficiente, esercizio sano e nutrimento appropriato. Potrebbe essere opportuno farvi controllare periodicamente dal vostro medico.

Rimandate le decisioni importanti: Se possibile, aspettate almeno finché siete in grado di ragionare più chiaramente prima di decidere cose come vendere la casa o cambiare lavoro. (Proverbi 21:5) Una vedova ricordava che alcuni giorni dopo la morte del marito aveva dato via molti dei suoi effetti personali. Poi si era resa conto di aver dato via ricordi preziosi.

Siate pazienti con voi stessi: Il dolore spesso dura più a lungo di quanto si pensa. Ogni anno ricordi della persona cara possono riacutizzarlo. Foto, canzoni o persino odori particolari possono far scoppiare in lacrime. Uno studio scientifico sull’argomento spiega a questo proposito: “Il familiare del defunto può passare penosamente e rapidamente da uno stato d’animo all’altro, alternando momenti in cui evita ciò che gli ricorda il morto a momenti in cui si culla di proposito nei ricordi”. Pensate alle preziose promesse di Geova. — Filippesi 4:8, 9.

Siate indulgenti con gli altri: Cercate di essere pazienti. Comprendete il loro imbarazzo. Non sapendo cosa dire, forse dicono goffamente la cosa sbagliata. — Colossesi 3:12, 13.

Evitate di ricorrere a sedativi o all’alcool per sopportare il dolore: Il sollievo dato dai sedativi o dall’alcool nel migliore dei casi è temporaneo. I sedativi vanno presi solo sotto controllo medico. Ma state attenti; molti danno assuefazione. Inoltre possono far perdurare il dolore. Un patologo avverte: “La tragedia dev’essere sopportata, sofferta e infine spiegata in modo razionale, e ritardare tutto ciò stordendo inutilmente la [persona] con sedativi può prolungare o alterare questo processo”. Si troverà sollievo duraturo meditando sui grandiosi propositi di Geova. — Salmo 1:2; 119:97.

Riprendete una vita normale: Forse sulle prime dovrete costringervi ad andare a lavorare, a fare la spesa o ad assolvere altre responsabilità. Ma riscontrerete che vi farà molto bene rientrare nella normale routine. Tenetevi occupati con opere cristiane. — Confronta 1 Corinti 15:58.

Non abbiate paura che il dolore si attenui: Per quanto possa sembrare strano, alcuni che hanno perso una persona cara hanno paura che il dolore si attenui, pensando che ciò potrebbe indicare che non amano più lo scomparso. Non è affatto così. Quando il dolore si attenua affiorano preziosi ricordi che senza dubbio non vi abbandoneranno mai. — Ecclesiaste 3:1, 4.

Non siate troppo ansiosi: Forse vi preoccupate e pensate: ‘Che ne sarà ora di me?’ La Bibbia consiglia di affrontare un giorno alla volta. “Mi è veramente di aiuto vivere giorno per giorno”, spiega una vedova. Gesù disse ai discepoli: “Non siate mai ansiosi del domani, poiché il domani avrà le proprie ansietà”. — Matteo 6:25-34.

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