La pasta fa bene, anche in dieta
e il consiglio arriva dal Brasile
Al via la tredicesima edizione del World Pasta Day. Il paese sudamericano è il terzo produttore mondiale e il governo ha deciso di lanciare una campagna basata sul prodotto contro l'obesità di ELVIRA NASELLI
La tredicesima edizione del World Pasta Day quest'anno, dopo New York, approda in Brasile dove trecento delegati da tutto il mondo e scienziati provenienti da 15 paesi produttori e consumatori si incontrano per due giorni a partire da oggi per discutere il ruolo mondiale di penne e spaghetti in una alimentazione sana e bilanciata.
Non a caso è stato scelto il Brasile: nel paese si consumano soltanto 6,4 chili a testa di pasta all'anno, cifra bassissima se confrontata ai 26 chili italiani, ma in valore assoluto il paese sudamericano è al terzo posto, dopo Italia e Stati Uniti, grazie agli oltre 190 milioni di abitanti, con 1,2 milioni di tonnellate tra esparguetes (spaghetti), conchas (conchiglie), parafusos (fusilli) e talharins, le tagliatelle.
Nel paese sudamericano, che è anche terzo produttore mondiale di pasta, e primo del continente, la pasta verrà anche utilizzata per migliorare qualitativamente la dieta. Aumenta anche lì, infatti, e preoccupa molto, la percentuale di popolazione obesa. E la situazione è aggravata da regole alimentari non sane, con una dieta troppo ricca di carne, e troppo povera di fibra, legumi, frutta e verdura. Per questo il governo brasiliano ha deciso di utilizzare la popolarità della pasta per lanciare una campagna di prevenzione ed educazione alimentare contro l'anemia ferropriva, diffusissima nel paese, aggiungendo ferro e acido folico in alcuni alimenti, e tra questi anche la pasta.
Ma il paese principe per produzioni e consumi è ovviamente il nostro. Secondo il Censis, ben 2,1 milioni di persone mangiano pasta a pranzo e a cena sette giorni su sette. Ma il bello è che questa passione, vuoi per i costi contenuti che per la facilità di reperimento e dorse anche perché è buona, contagia anche chi nel nostro paese si trasferisce: secondo una recente ricerca realizzata da Gpf, infatti, l'89 per cento degli immigrati residenti in Italia la mangia abitualmente. E anche uno dei neoacquisti della Roma, Adriano, che deve dimagrire di dieci chili, ha la pasta nella dieta quotidiana.
Il motivo è semplice. L'apporto calorico della pasta, in sé, è abbastanza contenuto se si fa il confronto con altri alimenti: un etto di pasta di grano duro, che ha però un elevato potere saziante, dà un apporto di circa 350 calorie. Il punto critico è semmai il condimento, che può far crescere enormemente il conto delle calorie. Ma i carboidrati di mezze maniche e fusili hanno, però, il vantaggio di essere a rilascio lento e di fornire dunque energia in modo graduale. Sarà per questo che la mangiano molto anche gli sportivi. E persino Adriane Galisteu e Paola Oliveira, due delle più famose regine del carnevale di Rio de Janeiro, hanno dichiarato che due ore prima della sfilata si concedono un piatto di pasta per poter ballare meglio
Repubblica 25/10/2010
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“Non aver timore, poiché io sono con te. Non guardare in giro,
poiché io sono il tuo Dio. Di sicuro ti fortificherò.
Sì, realmente ti aiuterò. Sì, davvero ti sorreggerò fermamente
con la mia destra di giustizia”. (Isaia 41:10)
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