Il sistema oggi ci impone,molte volte,di andare sempre di fretta senza soffermarci a guardare chi nella vita è stato più "sfortunato".
Può bastare veramente poco per riscaldare il cuore di chi è costretto a convivere con un handicap debilitante. Da un semplice sorriso al tempo che potremmo dedicare loro direttamente,conversando(se possibile) giocando o semplicemente facendogli compagnia per un po'.
Chi ha avuto l'opportunità di prestarsi per qualcuno in difficoltà,avrà senza dubbio riscontrato di essere il primo a trarre beneficio dal contatto col bisognoso. E non è un semplice sentirsi a posto con la coscienza,ma un arricchimento vero e proprio che ci permette di rivalutare la nostra scala di valori soffermandoci sulle cose veramente importanti.
Un sorriso o un abbraccio che riceviamo vale molto di più di quanto noi possiamo fare per chi è più sfortunato.
La storia di Shay lo dimostra.