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GEOVA IL NOSTRO PILOTA

Ultimo Aggiornamento: 08/12/2010 18:59
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08/12/2010 18:28
 
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Carissimi. Preparandomi i punti notevoli di questa settimana ho notato u articolo che faceva l'applicazione di 2 Cronache 13:12 dove parla di abia.
Interessante la Svegliatevi che ne parlava.

G 81 8/1, 28
“Dio è il mio secondo pilota”: lo direste?
STAVANO facendo un viaggio negli Stati Uniti che attendevano da parecchio tempo e non erano abituati a vedere ciò che gli americani vedono così spesso: gli adesivi sui paraurti delle macchine. Durante il viaggio scoprirono che alcune scritte erano di tono serio, alcune erano solo intelligenti pubblicità, altre toccavano soggetti che è meglio ignorare e alcune erano semplici battute!
Essendo cristiani e vivamente interessati alla religione, erano particolarmente attratti dalle scritte contenenti un messaggio religioso. Ad esempio, su un adesivo c’era scritto con vanto: “Dio è il mio secondo pilota”.
È possibile che l’automobilista volesse dire semplicemente — se pure voleva dire qualcosa — che la sua relazione con Dio era molto intima, come quella che c’è tra il pilota di un aereo e il secondo pilota. Fino a questo punto, nulla da eccepire.
Il secondo pilota, come sapete, fa da assistente al pilota di un velivolo, ed è autorizzato ad esempio a prendere i comandi quando il comandante glielo ordina, o in caso di emergenza. Il secondo pilota è il comandante in seconda e viene dopo il primo pilota o il comandante stesso. Era sotto questo aspetto che il paragone sembrava fuori luogo, perché chi avrebbe la presunzione di dire che, nella relazione fra Dio e l’uomo, Dio sia solo il “comandante in seconda”?
Coloro che prendono le importanti decisioni della vita non tenendo conto dei principi divini, ma piuttosto basandosi esclusivamente sulle preferenze personali o sulla convenienza in realtà mettono Dio al secondo posto. Forse con errata sincerità ne fanno il loro “secondo pilota”, confidando nel suo aiuto qualora le decisioni che hanno prese vadano male, pensando di poterlo invitare, in caso di necessità, a prendere per così dire i comandi e a salvarli da un possibile atterraggio forzato.
Molti mettono Dio al posto di “secondo pilota” seguendo nella loro vita una strada religiosa senza tener debitamente conto delle indicazioni divine contenute nella Bibbia. Scelgono una religione in base ai vantaggi economici o sociali, alla convenienza o alle tradizioni, non perché si attiene ai principi e alle leggi di Dio. Devono dunque aspettarsi che Dio si senta obbligato a intervenire in caso di bisogno e faccia loro da “secondo pilota”?
Dwight D. Eisenhower disse una volta che in tempo di bisogno i soldati sul campo di battaglia ‘istintivamente chiedono aiuto a Dio’; egli affermò che “non ci sono atei nelle trincee”. Ma perché molti aspettano d’avere bisogno di Dio per pensarci seriamente? La vera fede si basa sull’accurata conoscenza, ed è sostenuta dalle opere. Chi considera Dio il suo “secondo pilota” non dà segno di vera fede. John Ruskin, scrittore, critico e artista inglese del XIX secolo, riassunse bene la cosa dicendo: “Chi offre a Dio il secondo posto non gli offre nessun posto”.
Riferire all’Onnipotente Dio l’espressione “comandante in seconda” equivale a svisare i fatti. Più volte, 50 per essere esatti, egli è chiamato l’“Altissimo” nelle Sacre Scritture. Il successo e la felicità dipendono dall’umile riconoscimento della posizione relativamente bassa dell’uomo rispetto alla posizione suprema di Geova.
L’esempio di Abia, re dell’antico regno di due tribù di Giuda, lo conferma. Trovandosi di fronte le forze militari del re Geroboamo d’Israele, che erano il doppio delle sue, disse agli avversari: “Ecco, con noi c’è a capo il vero Dio . . . non combattete contro Geova l’Iddio dei vostri antenati, poiché non avrete successo”. (II Cron. 13:12) Abia riconobbe che Geova era “a capo”, che era il loro celeste “comandante”, e fu per questo che i giudei al comando di Abia, il Suo rappresentante terreno, riuscirono a ottenere la vittoria nonostante le forze schiaccianti del nemico.
Riconoscendo umilmente la nostra posizione subordinata, avremo un’intima relazione con Dio, simile a quella esistente fra un pilota e il secondo pilota. Ma nella nostra mente non ci sarà mai nessun dubbio, neppure per un istante, su chi è ai comandi.

Geova davvero i aiuta a pilotare la nostra vita se noi lo ascoltiamo siceramente.
08/12/2010 18:59
 
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Interessante riflessione..

allora, invece di fare di Dio il nostro secondo pilota, nominiamolo nostro navigatore! [SM=g27985]


[Modificato da Giandujotta.50 08/12/2010 18:59]
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