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..: Scrittura del Giorno :..

Ultimo Aggiornamento: 31/12/2011 08:39
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08/04/2011 07:12
 
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Venerdì 8 aprile

Non avete in voi l’amore di Dio. — Giov. 5:42.

Fra gli scribi e i farisei c’erano senz’altro uomini intelligenti che avevano sia conoscenza che le capacità per trasmetterla. Cosa rese il modo di insegnare di Gesù tanto diverso dal loro? I capi religiosi non avevano amore per le persone comuni, anzi le disprezzavano considerandole “gente maledetta”. (Giov. 7:49) Gesù, invece, provava pietà per loro, dato che erano “mal ridotte e disperse come pecore senza pastore”. (Matt. 9:36) Era premuroso, compassionevole e gentile. Per di più i capi religiosi non avevano vero amore per Dio. Al contrario, Gesù amava suo Padre e provava piacere nel fare la sua volontà. I capi religiosi torcevano le parole di Dio per perseguire i loro fini, mentre Gesù amava “la parola di Dio”: la insegnava, la spiegava, la difendeva e viveva secondo i suoi princìpi. (Luca 11:28) L’amore caratterizzava davvero tutto il suo essere, riflettendosi in ciò che insegnava e nel suo modo di trattare le persone. w09 15/7 3:3

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09/04/2011 07:05
 
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Sabato 9 aprile

Sii sobrio in ogni cosa, soffri il male, fa l’opera di evangelizzatore, compi pienamente il tuo ministero. — 2 Tim. 4:5.

‘Fare l’opera di evangelizzatore’ significa rendere più efficace il proprio ministero e aiutare altri a ottenere la salvezza. Questo richiede che si coltivi l’“arte di insegnare”. (2 Tim. 4:2) Partecipando al ministero con quelli che sono esperti imparerai dai loro metodi di insegnamento, proprio come fece Timoteo collaborando con Paolo. (1 Cor. 4:17) Riferendosi a coloro che aveva aiutato, Paolo disse che non solo aveva predicato loro la buona notizia ma aveva anche impartito loro ‘la sua propria anima’, cioè si era speso per aiutarli, perché voleva loro molto bene. (1 Tess. 2:8) Per seguire l’esempio di Paolo nel ministero devi avere anche tu la stessa “disposizione”, o atteggiamento, che ebbe Timoteo, il quale si prese genuinamente cura degli altri e ‘fece lo schiavo per promuovere la buona notizia’. (Filip. 2:19-23) Manifesti questo spirito altruistico nel ministero? w09 15/5 2:15, 18

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10/04/2011 07:55
 
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Domenica 10 aprile

Dio non è parziale, ma in ogni nazione l’uomo che lo teme e opera giustizia gli è accetto.
— Atti 10:34, 35.


Gesù dimostrò ai discepoli che Dio non favorisce una razza o una nazionalità rispetto a un’altra. (Giov. 4:5-26) Dovremmo quindi considerare tutte le persone nostro prossimo, mostrando amore persino a chi si comporta da nemico. (Matt. 5:43-45) Cosa intendeva però Paolo quando affermò che dobbiamo dire la verità al prossimo? (Efes. 4:25) Dire la verità implica fornire informazioni che corrispondono alla realtà, senza ricorrere ad alcun inganno. I veri cristiani non distorcono o travisano i fatti per fuorviare altri. ‘Aborriscono ciò che è malvagio’ e ‘aderiscono a ciò che è buono’. (Rom. 12:9) Imitando il “Dio di verità” dobbiamo sforzarci di essere onesti e franchi in ogni circostanza. (Sal. 15:1, 2; 31:5) Se scegliamo con cura le parole, possiamo risolvere con tatto persino situazioni imbarazzanti o scomode senza ricorrere all’inganno. — Col. 3:9, 10. w09 15/6 3:4, 5
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10/04/2011 12:28
 
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Argo.50, 10/04/2011 07.55:

Domenica 10 aprile

Dio non è parziale, ma in ogni nazione l’uomo che lo teme e opera giustizia gli è accetto.
— Atti 10:34, 35.


Gesù dimostrò ai discepoli che Dio non favorisce una razza o una nazionalità rispetto a un’altra. (Giov. 4:5-26) Dovremmo quindi considerare tutte le persone nostro prossimo, mostrando amore persino a chi si comporta da nemico. (Matt. 5:43-45) Cosa intendeva però Paolo quando affermò che dobbiamo dire la verità al prossimo? (Efes. 4:25) Dire la verità implica fornire informazioni che corrispondono alla realtà, senza ricorrere ad alcun inganno. I veri cristiani non distorcono o travisano i fatti per fuorviare altri. ‘Aborriscono ciò che è malvagio’ e ‘aderiscono a ciò che è buono’. (Rom. 12:9) Imitando il “Dio di verità” dobbiamo sforzarci di essere onesti e franchi in ogni circostanza. (Sal. 15:1, 2; 31:5) Se scegliamo con cura le parole, possiamo risolvere con tatto persino situazioni imbarazzanti o scomode senza ricorrere all’inganno. — Col. 3:9, 10. w09 15/6 3:4, 5




il nostro prossimo e' tutta l'umanita'
11/04/2011 07:02
 
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Lunedì 11 aprile

[Abbiate] fra voi la medesima attitudine mentale che ebbe Cristo Gesù. — Rom. 15:5.

Possiamo imparare tanto dalla fede di coloro che imitano Cristo da molti anni. Come Gesù, in genere questi servitori di Dio comprendono le imperfezioni altrui. Hanno imparato che mostrare compassione cristiana non solo aiuta a “portare le debolezze di quelli che non sono forti”, ma contribuisce anche all’unità e incoraggia l’intera congregazione a rispecchiare l’attitudine mentale di Cristo. (Rom. 15:1) Gesù mise in relazione l’essere ‘modesti di cuore’ con la mitezza, che fa parte del frutto dello spirito santo di Dio. (Matt. 11:29) Pertanto, oltre a studiare l’esempio di Gesù, abbiamo bisogno dello spirito santo di Geova per riuscire a imitare adeguatamente quell’esempio. Dovremmo pregare per avere lo spirito santo di Dio e sforzarci di coltivarne il frutto. (Gal. 5:22, 23) Seguendo in tal modo il modello di umiltà e mitezza lasciato da Gesù, rallegreremo il nostro Padre celeste, Geova. w09 15/9 1:8, 9
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11/04/2011 07:55
 
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l'atteggiamento mentale è molto importante nella vita -

chi ha un atteggiamento positivo riesce a essere felice anche in situazioni molto difficili - chi ha un atteggiamento negativo non è mai contento, nemmeno quando, obiettivamente, la vita gli sorride -


l’atteggiamento — positivo o negativo — si acquisisce
e Geova tramite Gesù che è stato il più grande uomo che sia mai esistito, ci ha rivelato qual'è il giusto atteggiamento mentale da avere -

imitiamo Gesù - il miglior esempio che ci sia


[SM=x1408424]
[Modificato da eliseba 11/04/2011 08:01]
12/04/2011 07:31
 
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Martedì 12 aprile

Il Figlio dell’uomo . . . è venuto . . . per dare la sua anima come riscatto in cambio di molti.
— Matt. 20:28.

La condotta di Gesù Cristo non può lasciarci indifferenti. Se pensiamo a quello che ha fatto per noi, il nostro amore nei suoi confronti aumenta. L’amore che Cristo mostrò all’intera umanità “ci costringe” a portare a termine il nostro incarico prima che venga la fine. (2 Cor. 5:14,15) Fu grazie a questo amore che Gesù poté fare ciò che Dio si era proposto per il genere umano. Ed è grazie al modello che Cristo ci lasciò perché lo seguissimo attentamente che ciascuno di noi può avere una parte in tale proposito. Questo richiede che coltiviamo l’amore per Dio nella misura più piena possibile. (Matt. 22:37) Attenendoci agli insegnamenti di Gesù e ubbidendo ai suoi comandi dimostriamo di amarlo e di essere determinati a sostenere la sovranità di Dio a ogni costo, proprio come fece lui. — Giov. 14:23, 24; 15:10. w09 15/12 4:9-11
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13/04/2011 06:51
 
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Mercoledì 13 aprile

Ciò che io insegno non è mio, ma appartiene a colui che mi ha mandato. — Giov. 7:16.

Sulla terra Gesù fu il “rappresentante del Padre”. (Giov. 16:27, 28) Anche se le sue credenziali come Messia erano indiscutibili, Gesù non fu accettato dalla stragrande maggioranza degli ebrei del I secolo. Perché? Perché essi avevano idee preconcette circa il Messia, come ad esempio che sarebbe stato un messia politico che li avrebbe liberati dall’oppressione dei romani. (Giov. 12:34) Non potevano quindi accettare il Messia che, come era stato profetizzato, fu disprezzato, evitato dagli uomini, fatto per le pene e per essere familiare con le infermità, e infine ucciso. (Isa. 53:3, 5) Perfino alcuni leali discepoli rimasero delusi perché Gesù non aveva portato la liberazione politica. Essi, però, rimasero leali e a suo tempo ricevettero accurato intendimento. — Luca 24:21. w09 15/12 3:10, 11

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14/04/2011 07:05
 
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Giovedì 14 aprile

Vi ho chiamati amici, perché tutte le cose che ho udito dal Padre mio ve le ho fatte conoscere.
— Giov. 15:15.


Gli uomini che quella sera si trovavano con Gesù nella stanza al piano superiore di una casa a Gerusalemme erano convinti che Gesù fosse il promesso Messia. (Giov. 6:68, 69) Sentirgli pronunciare le parole della scrittura di oggi dovette infondere in loro grande gioia. In linea di principio, queste parole rivolte da Gesù ai suoi fedeli apostoli si applicano oggi a tutti i cristiani unti e, per estensione, ai loro compagni delle “altre pecore”. (Giov. 10:16) Indipendentemente da chi siamo o dall’ambiente da cui proveniamo, possiamo avere l’onore di essere amici di Gesù. La sua amicizia è per noi della massima importanza, dal momento che essere suoi amici significa essere anche amici di Geova. Infatti è impossibile avvicinarsi a Geova senza prima avvicinarsi a Cristo. — Giov. 14:6, 21. w09 15/10 3:1, 2

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Venerdì 15 aprile

Vi ho dato il modello, affinché come vi ho fatto io, così facciate anche voi. — Giov. 13:15.

Ciò che Gesù fece lavando i piedi ai discepoli non era né una mera formalità, né un semplice gesto gentile. Prima di riferire quell’episodio, Giovanni scrisse: “Gesù, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine”. (Giov. 13:1) Fu l’amore per i discepoli che spinse Gesù a compiere un servizio normalmente affidato a uno schiavo. Ora essi dovevano umilmente compiere azioni che dimostrassero l’amore che avevano l’uno per l’altro. Indubbiamente il sincero amore fraterno dovrebbe spingerci a interessarci di tutti i nostri compagni di fede. L’apostolo Giovanni, a cui il Signore aveva lavato i piedi, esortò: “Figlioletti, non amiamo a parole né con la lingua, ma con opera e verità”. — 1 Giov. 3:18. w09 15/11 4:20, 21
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Sabato 16 aprile

Il rendere testimonianza a Gesù è ciò che ispira la profezia. — Riv. 19:10.

Dalla prima dichiarazione profetica di Geova, riportata in Genesi 3:15, alle gloriose visioni del libro di Rivelazione, si può avere una corretta comprensione delle profezie bibliche solo se si tiene conto del ruolo di Gesù in relazione al Regno messianico. Ciò spiega perché molte profezie delle Scritture Ebraiche sono oscure per chi non accetta Gesù quale Messia promesso. Spiega anche perché, agli occhi di chi non dà credito alle Scritture Ebraiche, le quali contengono molte profezie messianiche, Gesù è solo un grande uomo. Conoscere Gesù permette ai servitori di Dio di capire il significato delle profezie bibliche che devono ancora adempiersi. — 2 Cor. 1:20. w09 15/7 1:11

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17/04/2011 08:22
 
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Data della Commemorazione dopo il tramonto

Domenica 17 aprile

Tu sarai con me in Paradiso. — Luca 23:43.

Il malfattore a cui parlò Gesù non aveva bisogno che qualcuno gli spiegasse cos’era il Paradiso. Conosceva la speranza della vita eterna sulla terra nel mondo avvenire. Ciò che però richiedeva una spiegazione era il riferimento di Gesù alla speranza celeste. Quando disse che sarebbe andato in cielo a preparare un posto per loro, i discepoli non capirono a cosa si riferisse. (Giov. 14:2-5) Più tardi Gesù disse loro: “Quando quello sarà arrivato, lo spirito della verità, vi guiderà in tutta la verità”. (Giov. 16:13) Solo dopo la Pentecoste del 33 E.V. quando vennero unti con lo spirito di Dio per essere futuri re i seguaci di Gesù capirono che il loro trono sarebbe stato in cielo. — 1 Cor. 15:49; Col. 1:5; 1 Piet. 1:3, 4. w09 15/8 2:13, 14
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18/04/2011 06:46
 
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Lunedì 18 aprile

Noi predichiamo . . . Cristo Gesù quale Signore. — 2 Cor. 4:5.

Nella Bibbia il titolo “Cristo” viene usato in riferimento a Gesù in vari modi, come Gesù Cristo, Cristo Gesù e il Cristo. Fu lo stesso Gesù a usare per primo l’espressione “Gesù Cristo”, il nome seguito dal titolo. (Giov. 17:3) Ciò richiama l’attenzione su colui che fu mandato da Dio e che divenne il suo Unto. Nell’espressione “Cristo Gesù”, dove il titolo viene messo prima del nome, l’enfasi si sposta invece dalla persona alla posizione, o incarico, che ricopre. L’uso dell’espressione “il Cristo”, ossia il titolo preceduto dall’articolo determinativo, è un altro modo per mettere in risalto l’incarico di Gesù quale Messia. (Atti 5:42) A prescindere da come sia usato in relazione a Gesù, il titolo “Cristo” sottolinea che Gesù era l’Unto di Geova. w09 15/5 4:10, 11
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19/04/2011 07:30
 
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Martedì 19 aprile


Esaù . . . abbracciava [Giacobbe] e gli si gettava al collo e lo baciava, e proruppero in lacrime. — Gen. 33:4.

La preghiera può attenuare l’ansia. Temendo l’incontro con suo fratello gemello Esaù, Giacobbe pregò: “O Geova, . . . liberami, ti prego, dalla mano di mio fratello, dalla mano di Esaù, perché ho timore di lui, che venga e certamente mi assalga, madre e figli insieme. E tu, tu hai detto: ‘Senza dubbio ti tratterò bene e certamente costituirò il tuo seme come i granelli di sabbia del mare, che non si possono contare per la moltitudine’”. (Gen. 32:9-12) Dopo aver pregato, Giacobbe prese delle precauzioni per proteggere la propria famiglia, e la sua preghiera fu esaudita quando lui ed Esaù si rappacificarono. (Gen. 33:1-3) Se leggete attentamente la sua invocazione, noterete che non si limitò a chiedere aiuto. Giacobbe espresse la propria fede nel Seme promesso e la propria gratitudine per l’amorevole benignità di Dio. In modo simile, non dovremmo limitarci a rivolgere a Geova delle richieste, ma dovremmo anche esprimergli la nostra fede. w09 15/11 2:5, 6

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20/04/2011 07:21
 
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Mercoledì 20 aprile

[Presentate] i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, accettevole a Dio. — Rom. 12:1.

Geova apprezza i sacrifici che i suoi servitori fanno spontaneamente per esprimergli il loro amore e la loro sottomissione alla sua volontà. Nell’antichità egli accettava sacrifici animali di vario tipo come pure altre offerte. Gli israeliti facevano questi sacrifici secondo i dettami della Legge mosaica per ottenere il perdono dei peccati ed esprimere gratitudine. A noi che facciamo parte della congregazione cristiana Geova non chiede di offrire sacrifici materiali di questo genere. Nondimeno l’apostolo Paolo mostra che Geova si aspetta che gli offriamo dei sacrifici. Spiega che noi cristiani dobbiamo mostrare gratitudine vivendo una vita di sacrificio. A questo scopo dobbiamo rinnovare la nostra mente. A causa dell’imperfezione ereditata siamo soggetti alla “legge del peccato e della morte”. (Rom. 8:2) Dobbiamo perciò essere trasformati, ‘rinnovati nella forza che fa operare la nostra mente’, cambiando radicalmente le nostre inclinazioni. — Efes. 4:23. w09 15/10 1:1, 2

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21/04/2011 07:04
 
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Giovedì 21 aprile

Esci dall’uomo, spirito impuro. — Mar. 5:8.

Gesù si oppose con coraggio persino ai demoni. In un’occasione si trovò davanti un indemoniato talmente forte che nessuno l’aveva potuto legare con una catena. Per nulla intimorito Gesù espulse dall’uomo i molti demoni che lo tenevano sotto il loro controllo. (Mar. 5:1-13) Oggi Dio non dà ai cristiani il potere di compiere miracoli simili. Nondimeno, quando predichiamo e insegniamo anche noi dobbiamo ingaggiare una guerra spirituale contro Satana, colui che ha “accecato le menti degli increduli”. (2 Cor. 4:4) Come nel caso di Gesù, le nostre armi “non sono carnali, ma potenti mediante Dio per rovesciare cose fortemente trincerate”, cioè concetti religiosi profondamente radicati ma errati. (2 Cor. 10:4) L’esempio di Gesù può insegnarci molto su come usare queste armi spirituali. Il coraggio di Gesù non era semplice spavalderia ma si basava sulla fede. Dev’essere la stessa cosa per noi. — Mar. 4:40. w09 15/9 2:14, 15

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21/04/2011 09:02
 
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l’opera iniziata nel primo secolo non si è fermata - ha ricevuto maggiore impulso in questi “ultimi giorni”, raggiungendo ogni parte della terra -

abbiamo ogni motivo per continuare a dichiarare la Parola di Dio con coraggio - così come fecero Gesù Cristo e altri fedeli servitori di Dio nel primo secolo -

non ci diamo per vinti a causa dell’indifferenza delle persone, né ci lasciamo spaventare e ridurre al silenzio dall’opposizione - come Gesù, additiamo il Regno di Dio quale giusto governo per tutta la terra -



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22/04/2011 06:58
 
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Venerdì 22 aprile

Giosafat . . . volse la faccia per ricercare Geova. — 2 Cron. 20:3.

Di fronte alla minaccia delle forze congiunte di Ammon, di Moab e degli abitanti della regione montuosa di Seir, Giosafat rivolse a Geova una toccante supplica: “O nostro Dio, non eseguirai il giudizio su di loro? Poiché in noi non c’è potenza davanti a questa grande folla che ci viene contro”. (2 Cron. 20:12, 13) Dopo la preghiera di Giosafat, lo spirito di Geova spinse il levita Iahaziel a pronunciare parole che confortarono e incoraggiarono il popolo. (2 Cron. 20:14-17) A quel tempo Giosafat e il regno di Giuda furono guidati da Geova tramite Iahaziel. Oggi siamo confortati e guidati tramite la classe dello schiavo fedele e discreto. Vorremo sempre rispettare gli anziani nominati, che lavorano duramente per pascerci e mettere in pratica le istruzioni impartite dallo “schiavo fedele e discreto”, e cooperare con loro. — Matt. 24:45; 1 Tess. 5:12, 13. w09 15/6 1:9, 10

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23/04/2011 06:58
 
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Sabato 23 aprile

Sarai chiamato profeta dell’Altissimo. — Luca 1:76.

Un vero profeta è un ispirato portavoce di Geova, una persona che proclama le “magnifiche cose di Dio”. (Atti 2:11, 16, 17) La sua attività potrebbe includere l’annuncio di avvenimenti futuri, la rivelazione di aspetti del proposito di Geova e la proclamazione dei giudizi divini. Nel I secolo a.E.V. Zaccaria agì da profeta rivelando il proposito di Dio relativo al figlio Giovanni. Quel figlio diventò Giovanni il Battezzatore, che annunciò la venuta lungamente attesa del profeta più grande di Mosè, Gesù Cristo. (Giov. 1:23-36) Nel suo ruolo di profeta Gesù parlò della sua morte, predicendo come, dove e a opera di chi sarebbe morto. (Matt. 20:17-19) Inoltre, provocando stupore in chi l’ascoltava, Gesù predisse la distruzione di Gerusalemme e del tempio. (Mar. 13:1, 2) Le sue profezie arrivano ad abbracciare i nostri giorni. — Matt. 24:3-41. w09 15/4 4:10, 11
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23/04/2011 15:41
 
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Re:
Argo.50, 23/04/2011 06.58:

Sabato 23 aprile

Sarai chiamato profeta dell’Altissimo. — Luca 1:76.

Un vero profeta è un ispirato portavoce di Geova, una persona che proclama le “magnifiche cose di Dio”. (Atti 2:11, 16, 17) La sua attività potrebbe includere l’annuncio di avvenimenti futuri, la rivelazione di aspetti del proposito di Geova e la proclamazione dei giudizi divini. Nel I secolo a.E.V. Zaccaria agì da profeta rivelando il proposito di Dio relativo al figlio Giovanni. Quel figlio diventò Giovanni il Battezzatore, che annunciò la venuta lungamente attesa del profeta più grande di Mosè, Gesù Cristo. (Giov. 1:23-36) Nel suo ruolo di profeta Gesù parlò della sua morte, predicendo come, dove e a opera di chi sarebbe morto. (Matt. 20:17-19) Inoltre, provocando stupore in chi l’ascoltava, Gesù predisse la distruzione di Gerusalemme e del tempio. (Mar. 13:1, 2) Le sue profezie arrivano ad abbracciare i nostri giorni. — Matt. 24:3-41. w09 15/4 4:10, 11




Gesu' era un profeta
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