'Ci abbiamo provato, non ci sono le condizioni per restare'
03 aprile, 15:17
(ANSA) L'AQUILA - Si sono sposati il 18 aprile 2009, 12 giorni dopo il terremoto, per dare un segnale forte finalizzato a far risollevare la città. Ora la coppia protagonista del primo matrimonio, con rito civile, dopo il tragico sisma, getta la spugna andando via dall'Aquila "perché é una città senza futuro".
Nel secondo anniversario, all'Ansa è la signora Maria Chiara Aio, 34enne impiegata, ad annunciare l'addio: per la verità il marito, Massimo Marinelli - (35), ingegnere, ma di professione tatuatore (prima del sisma aveva un'attività in centro storico) - si è trasferito a Roma dal gennaio del 2010 dopo aver perso il lavoro. Lei lo seguirà a breve. "La situazione mi amareggia, ma non ci sono le condizioni per restare, ce l'ho messa tutta - spiega -. E' una conclusione forzata, non vedo futuro in questa città, nonostante gli sforzi di tante persone perché ci sono, non vedo una situazione positiva nella quale non mi sentirei di fare vivere un eventuale figlio. Per ora. Se poi cambieranno, vedremo. Però ora non ci sono spazi, parchi, centri di aggregazione, non c'é rilancio economico, vedo solo distruzione, non solo come strutture, ma anche nelle coscienze".
La signora Aio, che vive con i genitori nel progetto Case, parla anche se chiarisce che il marito non avrebbe accettato alcuna intervista; d'altra parte, la difficoltà era già emersa il giorno del matrimonio. Per questo c'é anche il rifiuto di farsi fotografare. "Non abbiamo il desiderio - chiarisce - di avere neanche le foto del matrimonio, del quale, purtroppo, non abbiamo un ricordo bello. Per quanto accaduto non ce lo siamo potuti godere. Abbiamo pensato di rifarlo in forma privata". Nonostante la posizione ben definita e il tono delle parole molto deciso, per i due giovani non è stato facile: "Per un giovane che vuole costruirsi un futuro, è terribile, la forza di reagire la troveremo insieme, affronteremo purtroppo la situazione lontani. Non è facile lasciare famiglia ed effetti, ma siamo convinti spiega ancora la giovane donna -. All'Aquila non c'é assolutamente una situazione controllata, è sfuggita di mano, i cittadini sono impotenti, è un po' una lotta contro i mulini a vento. Devo dire che non è solo L'Aquila ma proprio il sistema italiano che ci rende impotenti. Siamo un granello di sabbia". Che cosa dice suo marito? "E' contento che abbandoni questa città, mi ha dato il tempo possibile - conclude - per ricredermi, sono arrivate indicazioni negative e lo seguirò".