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I Numeri dell'universo. Tutto è matematica.

Ultimo Aggiornamento: 11/05/2011 09:12
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10/05/2011 13:06
 
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Processo evolutivo o intelligent design?
Ciao a tutti

Secondo il “principio antropico” e le nuove interpretazioni delle teorie scientifiche, i valori che caratterizzano le principali costanti esistenti nell’universo, sono il frutto di un processo evolutivo. In un multiverso brulicante di universi. Dove continuamente si generano universi, alcuni universi, dopo una serie di giochi di probabilità si rendono adatti alla vita. Il nostro universo è uno di questi.

Ma che spreco di universi! Questa interpretazione non è diversa dalla teoria dei molti mondi di Hugh Everett. Quella che in ogni istante per ogni evento si duplicherebbe un nuovo universo. Con altrettante copie di noi stessi. Pensiamo a quanti eventi accadono in ogni secondo in tutto l’universo e che numero enorme di universi dovrebbero formarsi? Siamo di fronte ad un numero infinito di universi. Questo è uno spreco ancora maggiore di universi. A che cosa serve tutto questo? Evidentemente c’è qualcosa che non va in queste interpretazioni.

Un intelligent design, invece sarebbe la spiegazione migliore. Costanti universali calibrate per formare un universo adatto alla vita (anche se queste costanti come scoperto ultimamente potrebbero cambiare nel tempo). O meglio per ospitare come prodotto finale l’uomo, la creatura più intelligente di tutte le altre creature animali. Perché per ospitare l’uomo? Il principio antropico, lo interpreterei più come concetto che generi un universo a misura d’uomo. Infatti “antropico” che deriva da “antropos (uomo)”, può solo significare “universo adatto ad ospitare principalmente l’uomo” e non solo la vita in senso generale. In questo contesto sarebbe sufficiente un solo universo o al limite un multiverso inteso come motore che faccia funzionare il nostro universo e altri universi che abbiano uno scopo.

Saluti
anto_netti
10/05/2011 13:10
 
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Presento qui di seguito due libri che parlano di questo argomento sulle costanti universali.

“I numeri dell'universo. Le costanti di natura e la teoria del tutto”.
Autore: Barrow John D.
Edizioni: Mondadori (collana Oscar saggi)

Presentazione di www.ibs.it

Le costanti di natura, vale a dire "i numeri dell'universo", sono le leggi fondamentali della fisica, la cui validità è indipendente dallo spazio e dal tempo in cui vengono applicate per lo studio dei fenomeni naturali. Secondo i più recenti studi di astrofisica questi capisaldi fisici sarebbero: la gravità, la velocità della luce, l'elettromagnetismo e la meccanica quantistica. Barrow racconta in che modo e perché queste leggi rappresentano gli assi cartesiani del mondo in cui viviamo e come la loro progressiva messa a punto sia una serie continua di passi in avanti verso la formulazione di quell'unica e grande teoria del tutto a cui la scienza aspira ormai da anni.

Commento di Fausto Intilla (Inventore-divulgatore scientifico)

I più recenti risultati della ricerca scientifica hanno portato all'identificazione di quei numeri misteriosi che stanno alla radice di tutti i fenomeni del mondo e ne determinano il ripetersi sempre uguale. Sono i numeri dell'universo: quei valori che definiscono l'intensità della forza di gravità e del magnetismo, la velocità della luce o la massa delle più piccole particelle di materia. Nel libro John D. Barrow conduce in un'emozionante esplorazione dei loro enigmi: perché hanno certi valori e non altri? Sono davvero "costanti", oppure, come nuove ricerche dimostrerebbero, evolvono nel tempo? Le costanti di natura sono allo stesso tempo l'espressione della nostra più vasta conoscenza e della nostra più profonda ignoranza del cosmo.

Alcuni commenti dei lettori

Perché i numeri "naturali" - vale a dire non quelli antropomorfi, ma quelli ricavati dalle costanti di natura - sono così enormi o minuscoli? E queste "costanti", sono davvero costanti? Sono indipendenti tra di loro? E cosa succederebbe all'universo se i loro valori fossero diversi? A tutte queste domande cerca di dare una risposta John Barrow in questo suo saggio dal titolo purtroppo maltradotto che così ripercorre la fisica teorica del ventesimo secolo, fino ad un accento della teoria delle superstringhe, dove veniamo a scoprire che il nostro universo potrebbe avere tutta una serie di dimensioni spaziali "impacchettate". La prosa di Barrow è davvero accattivante e ben tradotta, e permette al lettore di farsi un'idea davvero chiara di quale sia il significato intrinseco delle varie teorie scientifiche, e di perché il principio antropico (il fatto cioè che viviamo in un universo perfettamente adatto alla vita) non sia necessariamente una stranezza. Mi resta però qualche dubbio su tutte le citazioni alle precedenti opere di Barrow, quasi come se volesse dire che non sta bene leggere questo suo libro senza sapere tutto il resto...

Riesce a spiegare in semplici parole concetti difficili e teorici. Se avete un minimo interesse per i fondamenti della fisica ma anche per le derivazioni filosofiche che essa implica, questo libro è un must. E' scritto così bene sì da coinvolgere anche neofiti e/o distratti.

Un ottimo libro su questioni centrali della fisica. Barrow ha una scrittura accattivante e grande capacita' divulgativa.

“I nove numeri del cosmo. L'origine e la natura del nostro universo”.
Autore: Rowan Robinson Michael
Edizioni: Editori Riuniti (collana Futura)

Presentazione di www.ibs.it

Qual è l'età dell'universo? Quanto pesa il vuoto? Come si formano le galassie? Per rispondere a queste e ad altre domande Rowan-Robinson ha scelto una via semplice e originale: quella di partire da nove numeri che definiscono alcune caratteristiche fondamentali dell'universo. Lungo la strada si incontrano, spiegate in modo accessibile e affascinante, alcune delle idee che hanno segnato la scienza contemporanea, dalla teoria quantistica alla teoria generale della relatività, fino a giungere ai settori di ricerca più innovativi e discussi, come la teoria delle superstringhe. "I nove numeri del cosmo" offre un resoconto magistrale di ciò che sappiamo e di ciò che non sappiamo sull'origine e la natura del nostro universo.

Saluti
anto_netti
10/05/2011 14:07
 
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cosa avrebbe dimostrato che le costanti non sono costanti?
10/05/2011 14:16
 
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Re: Processo evolutivo o intelligent design?
Caro Anto_netti

anto_netti, 10/05/2011 13.06:

Ciao a tutti

Un intelligent design, invece sarebbe la spiegazione migliore. Costanti universali calibrate per formare un universo adatto alla vita (anche se queste costanti come scoperto ultimamente potrebbero cambiare nel tempo). O meglio per ospitare come prodotto finale l’uomo, la creatura più intelligente di tutte le altre creature animali.



Parlaci di queste costanti che potrebbero cambiare nel tempo? Lo avrebbero fatto per ospitare noi? E come lo si dimostra/ipotizza? E lo potrebbero fare in futuro?

Leo

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Il "mistero" non permette lo scontro, ma favorisce l'unità tra ricerca e offerta della verità!
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10/05/2011 15:16
 
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Re:
(Naaman), 10/05/2011 14.07:

cosa avrebbe dimostrato che le costanti non sono costanti?



Un solo articolo della rivista "Le Scienze", ne aveva parlato. Si stanno accorgendo che le costanti universali, non sono poi tanto costanti. Non dimostra niente. Per il momento sono sempre delle costanti universali, che fanno mantenere l'universo nel modo in cui lo conosciamo. Ma gli ultimi studi hanno messo in evidenza che possono cambiare.

Quali sono le risposte? Boh! L'universo sta andando incontro alla morte entropica? Vogliamo rispondere da un punto di vista Biblico? Beh! La creazione è sottoposta alla futilità per via del peccato. Una volta che sarà risolta la contesa universale, Dio ricomincerà a creare e le costanti universali potrebbero essere calibrate di nuovo. Oppure un'altra risposta potrebbe essere che il cambiamento delle costanti universali potrebbe dire che stanno variando per poter continuare ad ospitare l'uomo nell'universo.

Per maggiori dettagli scientifici, però datemi il tempo di andare a ripescare la rivista.

Ciao
anto_netti
10/05/2011 15:25
 
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Re: Re: Processo evolutivo o intelligent design?
LeonardoN, 10/05/2011 14.16:

Caro Anto_netti



Parlaci di queste costanti che potrebbero cambiare nel tempo? Lo avrebbero fatto per ospitare noi? E come lo si dimostra/ipotizza? E lo potrebbero fare in futuro?

Leo




Come ho risposto anche a (Naaman), potrebbe anche essere che le costanti stiano cambiando per continuare ad ospitare noi. Ma chi può dirlo. Per il momento quello che è interessante è che le costanti universali sono calibrate per ospitare noi.

Che le costanti universali stiano cambiando nel tempo, lo hanno ipotizzato, con nuove misurazioni più accurate e precise. Ma è una cosa proiettata più verso il futuro.

Quando avrò ripescato la rivista, potrò dire qualcosa di più preciso. E' difficile ricordarsi tutto quello che è stato detto nella rivista in maniera più dettagliata. A grandi linee, più o meno è quello che ho detto fino adesso.

Ciao
anto_netti
[Modificato da anto_netti 10/05/2011 15:27]
10/05/2011 17:08
 
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una volta girovagando per il WEb ho letto l'affermazione di uno studioso
che diceva:

Tutto l'Universo nella sua maestosa grandezza e complessità è il minimo indispensabile per la creazione della Terra e la vita in essa!!!


Ho trovato questa affermazione da Brivido!!!!

peccato che non sono più riuscito a ripescare la fonte,

In pratica l'Universo sarebbe stato necessario per la sintesi di tutti gli elementi per la costruzione della Terra e la vita,

un pò come la realizzazione di una vettura lunga 4 metri, richiede delle fabbriche enormemente più grandi e complesse.

Saluti
11/05/2011 09:12
 
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Re:
DUEL., 10/05/2011 17.08:


una volta girovagando per il WEb ho letto l'affermazione di uno studioso
che diceva:

Tutto l'Universo nella sua maestosa grandezza e complessità è il minimo indispensabile per la creazione della Terra e la vita in essa!!!


Ho trovato questa affermazione da Brivido!!!!

peccato che non sono più riuscito a ripescare la fonte,

In pratica l'Universo sarebbe stato necessario per la sintesi di tutti gli elementi per la costruzione della Terra e la vita,

un pò come la realizzazione di una vettura lunga 4 metri, richiede delle fabbriche enormemente più grandi e complesse.

Saluti



Anch'io ho sentito parlare di questa cosa. Ma non mi ricordo se l'ho vista sul web, se l'ho letta in qualche rivista o se me l'ha detta qualcuno. Siccome leggo tante cose è difficile ricordarsi tutti i particolari. Di solito uno si ricorda le cose importanti.

Ciao
anto_netti

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