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CRISTIANESIMO E OMOSESSUALITÀ

Ultimo Aggiornamento: 12/09/2020 12:48
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22/07/2011 19:20
 
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I testimoni di Geova sono omofobi?


CRISTIANESIMO E OMOSESSUALITÀ

I testimoni di Geova sono omofobi?




L’omofobia [NOTA 1] è un atteggiamento di avversione nei riguardi degli omosessuali in genere, ivi comprendendo gay, transessuali, lesbiche e bisessuali maschi e femmine. Tale avversione si palesa essenzialmente in due forme: quella della ‘paura’ di un fenomeno percepito come differente rispetto ad un orientamento maggioritario (l’eterosessualità), e quella dell’odio. Entrambe le accezioni sono a loro volta graduabili in un’ampia gamma di manifestazioni di diversa natura e intensità: la paura può variare dalla semplice diffidenza alla vera e propria ripugnanza, l’odio può rimanere allo stato di forma mentis, e quindi virtualmente non emergere mai nell’arco di una intera vita, o piuttosto riflettersi in una molteplicità di reazioni improntate alla discriminazione o all’aperta persecuzione. Sotto questo capitolo vanno iscritti i tristissimi episodi, che purtroppo continuano a verificarsi anche nei paesi civilizzati come l’Italia, di gay fatti oggetto di denigrazioni, sassaiole, tentativi di linciaggio e altre espressioni d’intolleranza, assolutamente e ovviamente inaccettabili da qualsiasi punto di vista le si voglia considerare. [NOTA 2]

Nel prendere atto di questa definizione di omofobia, compendiale ma realistica, si può rimanere soltanto sorpresi che tale ‘marchio’ sia stato a volte attribuito alla religione dei testimoni di Geova. E nemmeno è - a onor del vero - fra le accuse più frequenti, probabilmente per il suo risultare a tal punto stridente con il carattere mansueto dei fedeli di questa religione, da apparire agli stessi oppositori come scarsamente efficace. Per quanto contrari ai comportamenti omosessuali per le ragioni che saranno chiare sin dalla lettura del prossimo paragrafo, i testimoni di Geova non intraprendono guerre ideologiche di nessun genere, e, ove mai fosse necessario precisarlo, respingono come inconcepibile anche la semplice idea di passare alle vie di fatto; sono sempre pacifici e tolleranti dello stile di vita altrui, anche quando non condiviso, limitandosi ad opporre, con l’arma dell’esortazione scritturale, la coerente applicazione dei principi morali in cui credono. Essi si fanno guidare dal pensiero espresso da S.Paolo nella sua seconda epistola a Timoteo: “Lo schiavo del Signore non ha bisogno di contendere, ma di essere gentile verso tutti, qualificato per insegnare, mantenendosi a freno nel male, istruendo con mitezza quelli che non sono favorevolmente disposti” (2 Timoteo 2:23-25). Insomma, un approccio rispettoso e alieno da ostilità, al quale le rivendicazioni omosessuali non fanno in alcun modo eccezione.

Eppure c’è chi è di diverso avviso. Due comunità virtuali gay, ad esempio, definiscono i testimoni di Geova rispettivamente ‘una setta integralista’ e ‘una congrega religiosa a carattere omofobico’, con una perentorietà che peraltro - paradossalmente - emana da sé stessa inquietanti sentori di pregiudizio. Gli ex-tdG dissidenti hanno talvolta cavalcato di tali incursioni, sia pur timidamente (i predetti, innegabili rilievi suggeriscono prudenza), nella speranza di trovare un altro appiglio, di facile presa popolare in tempi di political correctness, alle loro campagne diffamatorie (“proviamo anche con l’omofobia, non si sa mai”). Questa accusa trova riscontri nelle pubblicazioni dell’Organizzazione? Qual è la posizione dei testimoni di Geova al riguardo, e quali le motivazioni? Si può onestamente affermare che vi sia traccia di omofobia nel credo, nella letteratura, negli atteggiamenti dei testimoni di Geova?

Per una visione sufficientemente ampia del problema è innanzitutto doveroso esaminare ciò che la Parola di Dio ha da dire al riguardo.

[Modificato da EverLastingLife 28/07/2011 12:04]
22/07/2011 19:23
 
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L’OMOSESSUALITÀ NELLA BIBBIA

La Sacra Bibbia tratta l’argomento dell’omosessualità ‘a macchia di leopardo’, ossia in vari luoghi, ma relativamente poche volte: in cinque occasioni ne parla espressamente come di un peccato meritevole di morte (nell’Antico Testamento, legge di Mosé) o di avverso giudizio (nel Nuovo, che sancisce il superamento della legge di Mosé).


Levitico 18:22: Non devi giacere con un maschio come giaci con una donna. È cosa detestabile.




Levitico 20:13: Nel caso che un uomo giaccia con un maschio come si giace con una donna, entrambi hanno fatto una cosa detestabile. Devono essere messi a morte immancabilmente. Il loro proprio sangue è su di loro.




Romani 1:24-32: Perciò Dio, secondo i desideri dei loro cuori, li ha abbandonati ad impurità, affinché i loro corpi siano disonorati fra loro, essi, che hanno cambiato la verità di Dio in menzogna e hanno venerato e reso sacro servizio alla creazione anziché a Colui che creò, il quale è benedetto per sempre. Amen. Per questo Dio li ha abbandonati a vergognosi appetiti sessuali, poiché le loro femmine hanno mutato il loro uso naturale in uno contro natura; e similmente anche i maschi hanno lasciato l’uso naturale della femmina e nella loro concupiscenza si sono infiammati violentemente gli uni verso gli altri, maschi con maschi, operando ciò che è osceno e ricevendo in se stessi la piena ricompensa dovuta al loro errore. E siccome non hanno approvato di ritenere Dio nell’accurata conoscenza, Dio li ha abbandonati a un disapprovato stato mentale, affinché facciano le cose sconvenienti, essendo essi pieni di ogni ingiustizia, malvagità, concupiscenza, malizia, essendo pieni d’invidia, assassinio, contesa, inganno, malignità, essendo sussurratori, maldicenti, odiatori di Dio, insolenti, superbi, millantatori, inventori di cose dannose, disubbidienti ai genitori, senza intendimento, falsi negli accordi, senza affezione naturale, spietati. Benché questi conoscano molto bene il giusto decreto di Dio, che quelli che praticano tali cose meritano la morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano quelli che le praticano.




1 Corinti 6:9-11: Che cosa! Non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non siate sviati. Né fornicatori, né idolatri, né adulteri, né uomini tenuti per scopi non naturali, né uomini che giacciono con uomini, né ladri, né avidi, né ubriaconi, né oltraggiatori, né rapaci erediteranno il regno di Dio. E questo eravate alcuni di voi. Ma siete stati lavati, ma siete stati santificati, ma siete stati dichiarati giusti nel nome del nostro Signore Gesù Cristo e con lo spirito del nostro Dio.




1 Timoteo 1:8-11: Ora noi sappiamo che la Legge è eccellente purché sia usata lecitamente, sapendo questo fatto, che la legge non è promulgata per il giusto, ma per gli illegali e gli insubordinati, gli empi e i peccatori, quelli privi di amorevole benignità e i profani, patricidi e matricidi, omicidi, fornicatori, uomini che giacciono con maschi, rapitori di uomini, bugiardi, spergiuri, e qualsiasi altra cosa che sia opposta al sano insegnamento secondo la gloriosa buona notizia del felice Dio, che mi fu affidata.




Altrove nella Parola di Dio si fa riferimento indiretto a rapporti omosessuali. C’è anzitutto il famoso racconto della distruzione di Sodoma e Gomorra; la natura del peccato di cui si resero colpevoli gli abitanti di queste città, pur non essendo specificata a chiare lettere, si desume ad esempio dal brano che segue, e cioè il tentativo di stupro da parte dei sodomiti ai danni degli angeli che Dio aveva inviato a Lot per avvertirlo della catastrofe imminente.


Genesi 19:4-11: Prima che potessero coricarsi, gli uomini della città, gli uomini di Sodoma, accerchiarono la casa, dal ragazzo al vecchio, tutto il popolo in una turba. E chiamavano Lot e gli dicevano: “Dove sono gli uomini che sono entrati da te questa notte? Portaceli fuori affinché abbiamo rapporti con loro”. Infine Lot uscì verso di loro all’ingresso, ma chiuse la porta dietro di sé. Quindi disse: “Vi prego, fratelli miei, non agite male. Vi prego, ecco, ho due figlie che non hanno mai avuto rapporti con un uomo. Vi prego, lasciate che ve le porti fuori. Quindi fate loro ciò che è bene ai vostri occhi. Solo non fate nulla a questi uomini, perché per questo sono venuti all’ombra del mio tetto”. A ciò dissero: “Fatti indietro!” E aggiunsero: “Quest’uomo solitario venne qui per risiedere come forestiero eppure vuole realmente fare da giudice. Ora faremo a te peggio che a loro”. E premevano gravemente sull’uomo, su Lot, e si accostavano per forzare la porta. Gli uomini stesero dunque le mani e trassero a sé Lot, nella casa, e chiusero la porta. Ma colpirono di cecità gli uomini che erano all’ingresso della casa, dal più piccolo al più grande, così che si stancavano cercando di trovare l’ingresso. [NOTA 3]




Da qui deriva anche l’etimologia del termine ‘sodomia’, il quale, come è noto, designa il genere di intimità sessuale ricorrente fra i gay maschi, così fornendo una conferma indiretta di tale interpretazione. Anche lo scrittore biblico Giuda riprende il racconto di Sodoma e Gomorra, citandone la ‘fornicazione in eccesso’ e ‘l’uso non naturale della carne’:


Giuda 7: Così anche Sodoma e Gomorra e le città vicine, dopo avere nella stessa maniera dei suddetti commesso fornicazione in eccesso ed essere andate dietro alla carne per uso non naturale, [ci] son poste davanti come esempio [ammonitore], subendo la punizione giudiziaria del fuoco eterno. [NOTA 4]




Infine, in due luoghi (Deuteronomio 23:17; 1Re 14:24) si parla del ‘prostituto del tempio’, verosimilmente uno schiavo effeminato che aveva relazione con uomini nel corso di vari riti pagani. La prima delle due occorrenze su citate è contestuale ad un brano biblico piuttosto discusso, dove (nella Traduzione del Nuovo Mondo usata dai testimoni di Geova e in molte altre) il sodomita è chiamato ‘cane’ (nota in calce: “Probabilmente un pederasta; uno che pratica il rapporto anale, specialmente con un ragazzo”).


Deuteronomio 23:18: Non devi portare nella casa di Geova tuo Dio il compenso di una meretrice né il prezzo di un cane per alcun voto, perché sono qualcosa di detestabile a Geova tuo Dio, sì, tutt’e due. [NOTA 5]



22/07/2011 19:24
 
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Soprattutto a partire dalla seconda metà del XX secolo, un novero ristretto di osservatori [NOTA 6] ha postulato, per questi brani, significati diversi da quelli che appaiono ad una prima lettura. [NOTA 7] Si è cercato di ricondurre il ‘peccato di Sodoma’ ad un problema di inospitalità; di porre i passi di Levitico in esclusiva relazione con consuetudini legate all’adorazione di idoli pagani; di inscrivere i commenti paolini dell’epistola ai Romani nel contesto dei rapporti di subordinazione esistenti fra le diverse classi sociali dell’antica Roma, che prevedevano l’atto omosessuale come espressione di dominio, ad esempio, dei signori verso i propri domestici asserviti. [NOTA 8] Dando credito a queste versioni, certo, viene da chiedersi per quale oscuro motivo la quasi totalità delle traduzioni bibliche renda tali passi in una maniera che dovrebbe allora essere giudicata fuorviante, tanto è poco equivocabile. Ecco come i medesimi versetti appaiono in varie traduzioni: [NOTA 9]


Levitico 18:22: Non avrai con un uomo relazioni carnali come si hanno con una donna: è cosa abominevole. [Riveduta Luzzi, 1925] [NOTA 10]




Levitico 20:13: E se uno giace carnalmente con maschio, amendue hanno fatto una cosa abbominevole: del tutto facciansi morire: sia il lor sangue sopra loro. [Diodati, 1641]




Romani 1:27: Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s'addiceva al loro traviamento. [Bibbia di Gerusalemme, 1991]




1 Corinti 6:9,10: Non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non illudetevi: […] né depravati, né sodomiti […] erediteranno il regno di Dio. [CEI, 2008]




1 Timoteo 1:8-10: Ora, noi sappiamo che la legge è buona, quando se ne fa un uso legittimo. Infatti non è stata fatta per i giusti, ma […] per quelli che sono immorali: gli omosessuali […] e coloro che fanno qualsiasi altra cosa contraria alla sana dottrina [La Parola è Vita, 1997] [NOTA 11]




Quale la posizione, al riguardo, dei lettori antichi? Nel commentare la Torah, Flavio Giuseppe conferma il tentativo da parte dei sodomiti di violentare sessualmente gli angeli; il suo giudizio sull'omosessualità emerge dalla descrizione dei costumi sessuali dei greci che si accoppiavano para physin (in modo pervertito, contro natura) [NOTA 12]. Filone dice che i sodomiti "si univano agli uomini, senza rispetto per la natura del sesso, che era lo stesso nel compagno passivo e attivo" [NOTA 13] e rincara la dose, aggiungendo che il vizio che si andava diffondendo "una volta era una vergogna persino nominarlo, ora è cosa di cui si gloriano non solo coloro che svolgono un ruolo attivo ma persino i passivi". [NOTA 14]

Quanto agli studiosi odierni, sia credenti che non, la maggioranza di essi concorda indubitabilmente con la comprensione più immediata del testo:


Gli atti omosessuali sono quindi considerati di estrema gravità, in quanto offendono direttamente la legge divina. Questo insegnamento è perfettamente coerente con il giudaismo di quest’epoca. Non viene indicata alcuna distinzione legata ad una questione di orientamento sessuale o di circostanze nell’atto. E’ l’atto in se stesso che viene condannato. (…) San Paolo presenta gli atti a carattere omosessuale, da parte degli uomini e da parte delle donne, come la conseguenza della collera di Dio. La ricerca si è concretizzata intorno alla natura precisa di questa omosessualità e all’interpretazione che doveva essere fatta di questo passaggio. L’Apostolo vuole illustrare la natura dell’empietà. A tal fine utilizza l’omosessualità, un vizio caratteristico dei pagani nella tradizione ebraica. (…) E’ ogni atto omosessuale nella sua materialità ad essere contrario alla volontà divina manifestata alle origini, a prescindere dal fatto che sia imposto o acconsentito. L’attenzione al significato letterale dei testi del Nuovo Testamento dimostra quindi chiaramente che gli atti omosessuali vengono considerati gravemente contrari alla Legge divina.” (Jean-Baptiste Edart, sacerdote, ricercatore, Prefetto degli studi presso il Pontifico Seminario Francese). [NOTA 15]




“Che la predicazione cristiana abbia negato l'omosessualità, sin dai suoi inizi, è cosa che (anche se talvolta negata) risulta con tutta evidenza alla lettura delle fonti“ (Eva Cantarella, scrittrice, giurista, docente universitario). [NOTA 16]




"E' significativo che nel contesto di queste preoccupazioni i passi di Lev 18,22 e 20,13 proibiscano e marchino come «abominevole» (to'eba) l'unione di un uomo con un altro («come si fa con una donna») e che nel capitolo 20 essa venga punita alla pari degli altri accoppiamenti proibiti. Alcuni Autori, per la verità, dicono che la condanna riguarderebbe soltanto l'omosessualità praticata nei culti pagani. Ma, se così fosse, un tale precetto non sarebbe stato messo nel contesto di norme, che riguardano i figli d'Israele e non invece eventuali pericoli derivanti da culti estranei. L'insieme, quindi, mira a evitare nella comunità degli israeliti ciò che si ritiene particolarmente pericoloso e dannoso per essa. Perciò, se la formulazione del sesto comandamento del Decalogo secondo il testo originale dice solo di «non commettere adulterio» (Es 20,14), sarebbe palesemente errato dedurne che esso permetta qualsiasi altro tipo di congiungimento carnale. (...) Sarebbe in ogni caso insostenibile la tesi secondo cui, fuori del culto, l'omosessualità sarebbe stata permessa in base a questi testi, così come sarebbe ridicolo dire che i vari tipi di adulterio proibiti in Lev 18 e 20 erano solo quelli dei culti pagani mentre gli altri sarebbero stati permessi" - Enzo Cortese, L'omosessualità nell'Antico Testamento, ne (L'Osservatore Romano, 8-3-1997). Enzo Cortese, sacerdote, Professore di Antico e Nuovo Testamento e Teologia presso lo Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme.




“L’episodio di Sodoma e Gomorra (cfr. Gn 19,1-29) attesta certamente che il fulcro della condanna è costituito dalla violazione della legge sacra dell’ospitalità, ma è anche contestualmente chiaro che la condanna dell’omosessualità vi è strettamente ed indissolubilmente connessa: i sodomiti violano la legge dell’ospitalità proprio perché vogliono compiere nei confronti degli ospiti degli atti malvagi. Il passaggio al Nuovo Testamento non implica nessuna attenuazione, anzi. La descrizione che san Paolo fa dei vizi della società romana comprende senza tentennamenti la pratica omosessuale che è coinvolta integralmente nella condanna: « Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s’addiceva al loro traviamento » (Rm 1,26-27). Sul punto il quadro è coerente ed unitario.” (Pietro Cantoni, docente dello Studio Teologico Interdiocesano di Camaiore). [NOTA 17]




[commentando Levitico 18:22; 20:13] “È altresì chiaro che l’interdetto colpisce l’unione carnale tra due uomini, non l’inclinazione tra loro. Ma bisogna aggiungere che, logicamente, tutto ciò che prepara la via all’atto proibito è ugualmente incluso nella proibizione della Torah. Conviene ricordare che di certo la Legge parla direttamente dell’unione omosessuale tra uomini” (Adrian Schenker, Dipartimento di Studi Biblici dell’Università di Friburgo). [NOTA 18]




“Nell'antichità mediterranea l'omosessualità - in particolare nelle forme della pederastia e dell'amore saffico - era praticata e culturalmente sostenuta non soltanto come possibile, ma come umanamente promozionale ed arricchente. La Bibbia, rispetto a questa prospettiva, è all'opposizione senza sconti e incertezze (cfr., per es., Lv 18,22; 20,13; Rm 1,27.32; 1Cor 6,9.10; Gal 5,19; 1Tm 1,10).” (Ernesto Borghi, insegnante di esegesi biblica, presidente dell'Associazione Biblica della Svizzera Italiana). [NOTA 19]



[Modificato da EverLastingLife 12/09/2020 12:47]
22/07/2011 19:25
 
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"[L'omosessualità] viene indubitabilmente annoverata in un catalogo di comportamenti giudicati riprovevoli. (...) L'omosessualità insieme a una serie di altri vizi (cfr [Romani] 1,29: «ogni sorta di malvagità») risulta conseguenza di un fatale scambio operato dall'uomo tra il Creatore e le sue creature. Alcuni autori hanno tentato di sminuire la portata radicale di questa condanna, ritenendo che Paolo pensi o a una depravazione in quanto connessa soltanto con l'idolatria, o all'omosessualità contraria alla natura propria di coloro che sono eterosessuali, oppure ancora pensando che l'espressione «contro natura» equivalga a «contro i comuni schemi delle convenzioni sociali» oppure infine che non si tratti di un vero peccato ma soltanto di uno degli aspetti meno gradevoli della società pagana. Interpretazioni del genere sono sostanzialmente artificiose, poiché perdono di vista il fatto che l'Apostolo sta argomentando in base a una prospettiva che non è di tipo culturale ma creaturale; infatti il tema di tutta la sezione epistolare 1,18-32 consiste nella successione e mutua integrazione di tre argomenti strettamente connessi: (1) l'effettiva possibilità di una conoscenza naturale di Dio da parte di tutti gli uomini (2) urta di fatto contro la perversione umana dell'idolatria che inverte tragicamente i ruoli della creatura e del Creatore, e (3) pertanto Dio consegna e quasi abbandona gli uomini a ogni sorta di malvagità che inevitabilmente ne conseguono." - R.Penna, Omosessualità e Nuovo Testamento, ne (L'Osservatore Romano, 12-3-1997). Romano Penna, biblista, Ordinario di Origini Cristiane nella Facoltà di Teologia della Pontificia Università Lateranense.




"Qualunque cosa si possa dire sugli orientamenti e sulle disposizioni individuali, Paolo avrebbe solo potuto ritenere ogni comportamento erotico omosessuale come contrario al piano previsto dal Creatore per la vita umana. Così da dover essere abbandonato al momento della conversione". - D.F. Wright, in Dictionary on Paul and His Letters, a cura di G.F. Hawthorne e R.P. Martin, Inter-Varsity Press, Downers Grove-Leicester 1993, p. 414. David F. Wright, storico, docente di Storia Ecclesiastica dell'Università di Edimburgo.



Parlando del racconto di Genesi 19, un’opera di consultazione afferma:


“Sono i viaggiatori maschili ad essere oggetto della bramosia degli uomini, e non le donne. Prendono in considerazione l’omosessualità presente sia in Israele che nelle popolazioni limitrofe. Questa è percepita esclusivamente attraverso un comportamento puntuale e non come stato psicologico. Questi atti sono gravi, essendo qualificati come “infamia/pazzia”“ (Innocent Himbaza, Dipartimento di Studi Biblici dell’Università di Friburgo). [NOTA 20]


Quindi, pur ammettendo che da questo specifico brano (in quanto governato da un’atmosfera di violenza e inciviltà) non si può evincere una condanna diretta dei rapporti omosessuali praticati per mutuo consenso, la stessa opera aggiunge:


“I testi dell’Antico Testamento formulano già, implicitamente o esplicitamente, un giudizio morale negativo sugli atti omosessuali. Anche se i racconti del libro della Genesi o dei Giudici hanno come primo oggetto la questione dell’ospitalità, l’omosessualità è un fattore aggravante dei crimini commessi. […] Sembra difficile sfuggire alla conclusione che la Bibbia non approva mai gli atti di natura omosessuale: essi sono contrari alla volontà del Dio creatore.[NOTA 21]



Riguardo agli sforzi prodotti per contestualizzare l’attacco di S.Paolo agli omosessuali, di cui al capitolo 1 dell’epistola ai Romani, allo scopo di epurarli da una possibile applicazione alle relazioni gay comunemente intese oggi, si legge:


“Il fatto che l’omosessualità non sia compresa nella Bibbia allo stesso modo in cui lo è oggi non invalida dunque affatto il giudizio formulato […] Sarebbe errato pensare che Paolo interpreti la Legge ignorando il contesto degli scritti veterotestamentari. Ciò non viene considerato dall’apostolo, perché le circostanze di uno scritto biblico non diminuiscono affatto il suo valore ispirato […] Il contesto storico è cambiato, ma la legge enunciata rimane valida […] Paolo indica come questo messaggio valga per tutta l’umanità e per tutti i tempi. Sarebbe dunque erroneo rifiutare il valore di questa analisi per il nostro tempo, con il pretesto di un contesto storico particolare. L’intenzione dell’autore è chiaramente universalizzante. Questo fatto contraddice ogni posizione che affermerebbe che gli atti sessuali non hanno un valore etico in sé, senza un riferimento alla vita delle persone, agli schemi culturali e alle circostanze. In tal caso, forme di sessualità riconosciute universalmente come aberranti (l’incesto, la pedofilia, la zoofilia, ecc.) sarebbero suscettibili un giorno di essere riconosciute come buone se corrispondenti, per esempio, agli schemi culturali di un’epoca!” [NOTA 22]


[Modificato da EverLastingLife 12/09/2020 12:28]
22/07/2011 19:26
 
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BIBBIA E RELAZIONI GAY: UNO SGUARDO ALLE RELIGIONI MAGGIORI


Le conseguenze sul piano pratico sono inevitabili: tutte le grandi religioni che tengono la Bibbia in conto di rivelazione divina, leggendo in essa una chiara disapprovazione dell’omosessualità (intesa come atto materiale), almeno a parole [NOTA 23] la riprovano.

Ciò sarà chiaro da un rapido sguardo ai tre ceppi della cristianità, il Cattolicesimo, le Chiese Ortodosse ed il Protestantesimo. Completano il quadro l’Ebraismo e l’Islam, che reputano la Bibbia, o almeno una parte di essa, come testo sacro. Di seguito si riporta una sintesi della posizione ufficiale (ove esistente) di tali religioni nei riguardi dell’omosessualità.

La nota contrarietà ‘nominale’ del CATTOLICESIMO rispetto ai rapporti gay deriva, oltre che da considerazioni di ordine teologico e antropologico, di nuovo dalla Bibbia. Ciò è chiaramente premesso sin dal Catechismo:


2357 L'omosessualità designa le relazioni tra uomini o donne che provano un'attrattiva sessuale, esclusiva o predominante, verso persone del medesimo sesso. Si manifesta in forme molto varie lungo i secoli e nelle differenti culture. La sua genesi psichica rimane in gran parte inspiegabile. Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, 238 la Tradizione ha sempre dichiarato che « gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati ». 239 Sono contrari alla legge naturale. Precludono all'atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati.



Da cui l’obbligo, per i fedeli cattolici con tendenze omosessuali, di vivere in castità (art. 2359). La nota (238) chiama in causa, oltre a Genesi 19, gli scritti paolini di Romani 1:24-27, 1 Corinti 6:9-10 e 1 Timoteo 1:10; per la Chiesa Cattolica il fondamento scritturale di tale posizione poggia comunque, prima ancora che sulle infiammate invettive di S.Paolo, sui principi esposti nelle primissime pagine della Scrittura: ad esempio Genesi 1:22 (‘Siate fecondi e moltiplicatevi’), che affida alla famiglia umana il compito della perpetuazione della vita attraverso il sesso, e Genesi 1:27 (‘Dio li creò maschio e femmina’).

Le interpretazioni alternative dei passi biblici di cui si è discusso nel capitolo precedente non trovano terreno fertile negli insegnamenti ufficiali della Chiesa. La Congregazione per la Dottrina della Fede ha osservato che «esiste un'evidente coerenza all'interno delle Scritture stesse sul comportamento omosessuale. Perciò la dottrina della Chiesa su questo punto non è basata solo su frasi isolate, da cui si possono trarre discutibili argomentazioni teologiche, ma piuttosto sul solido fondamento di una costante testimonianza biblica.» [NOTA 24]

Il Magistero ordinario della Chiesa è dunque risolutamente schierato contro la pratica dell’omosessualità; ed è anche troppo facile riscontrare dichiarazioni di ecclesiastici, di vario grado gerarchico, che si ricollegano alla Bibbia per deplorarla. Ne riportiamo qualcuna:


‘La Tradizione della Chiesa – e questa comprende non solo il magistero dei papi e dei vescovi, ma anche l’autorevole opinione dei Padri, dei Dottori e dei santi- è stata unanime nel condannare l’omosessualità come peccato gravissimo. Offro una velocissima carrellata di citazioni bibliche e di santi a tale riguardo. Nell’Antico Testamento il libro del Levitico afferma: “Non accoppiarti con un maschio come si fa con la donna: è cosa abominevole”(18,22). San Paolo nella prima lettera ai corinzi dichiara: “ Non illudetevi! Né i fornicatori, né gli idolatri, né gli effeminati, né i sodomiti erediteranno il Regno di Dio”(1Cor.,6,9-10).’ – don Marcello Stanzione, sacerdote, rifondatore della Comunità della Milizia di San Michele Arcangelo. [NOTA 25]




‘Non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia. Il matrimonio è santo, mentre le relazioni omosessuali contrastano con la legge morale naturale. Nella Sacra Scrittura le relazioni omosessuali sono condannate come gravi depravazioni (cf. Rm 1, 24-27; 1 Cor 6, 10; 1 Tm 1, 10)’ - Raffaello Martinelli, vescovo di Frascati, membro della Congregazione delle Cause dei Santi. [NOTA 26]




San Paolo afferma che alcune categorie di peccatori non entreranno nel Regno dei Cieli: " tra queste ci sono appunto i sodomiti. Quello di San Paolo é un avvertimento oggettivo, insomma fate attenzione perché seguendo quella via correte il rischio della esclusione”.’ - Serafino Sprovieri, arcivescovo emerito di Benevento. [NOTA 27]




L'ex presidente del Pontificio consiglio per la pastorale degli operatori sanitari, ora in pensione ma tuttora membro di varie congregazioni pontificie, ha citato in proposito un passaggio della Lettera di San Paolo ai Romani, capitolo primo, versetti 26 e 27, dove si parla di persone "impure" abbandonate a "passioni infami", martirio di coloro che hanno "disprezzato la conoscenza di Dio".’ - Javier Lozano Barragán, arcivescovo messicano, Presidente Emerito del Pontificio Consiglio della Pastorale per gli Operatori Sanitari. [NOTA 28]




CHIESA CATTOLICA ORTODOSSA: ancora una condanna, e ancora una condanna ingenerata “anche” (sebbene non “soltanto”, come nel caso dei cattolici) dalle Scritture. Valgano per tutti i seguenti passi dei Fondamenti della concezione sociale, Documento del Concilio Giubilare dei Vescovi della Chiesa Ortodossa Russa (2000):


XII.9. La sacra Scrittura e l'insegnamento della Chiesa deplorano inequivocabilmente i rapporti omosessuali, vedendo in essi un vizioso stravolgimento della natura umana creata da Dio. «Se uno ha rapporti con un uomo come con una donna, tutti e due hanno commesso un abominio» (Lv 20,13). La Bibbia narra del terribile castigo che Dio inflisse agli abitanti di Sodoma (Gn 19,1-19), secondo l'interpretazione dei santi padri, proprio per il peccato di sodomia. L'apostolo Paolo, nel descrivere la condizione morale del mondo pagano, colloca i rapporti omosessuali tra le «passioni più infami» e le «impurità» che disonorano il corpo umano: «Le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s'addiceva al loro traviamento» (Rm 1,26-27). «Non illudetevi... né effeminati, né sodomiti... erediteranno il regno di Dio», scrive l'Apostolo agli abitanti della corrotta Corinto (1 Cor 6,9-10).



22/07/2011 19:26
 
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L’enorme diversificazione delle odierne derivazioni luterane non consente di presentare una interpretazione biblica unitaria del PROTESTANTESIMO. È risaputo, poi, che la posizione di molte confessioni riconducibili a questo ceppo sia di tolleranza o anche di aperta approvazione dello stile di vita gay (avviene, in varia misura, fra valdesi, anglicani e metodisti). Rimangono comunque innumerevoli i leader protestanti che hanno rimarcato il verdetto di condanna che si può evincere dalle Scritture, come esemplificato di seguito.


“Noi riteniamo che il dato biblico sull'argomento è insuperabile; vale a dire che alla luce di quanto emerge dalle Scritture l'omosessualità non può essere ritenuta una condizione lecita. La nostra comprensione della Bibbia e l'esperienza delle nostre chiese ci inducono a credere che l'omosessualità è una condizione suscettibile di cambiamento e pertanto noi crediamo che per la grazia di Dio e attraverso l'incoraggiamento della comunità di fede un individuo possa vivere in armonia con i principi della Parola di Dio.” – Remo Cristallo, pastore pentecostale. [NOTA 29]




La legge morale di Dio condanna l’omosessualità di qualsiasi tipo: “Non avrai relazioni carnali con un uomo, come si hanno con una donna: è cosa abominevole. ...Se uno ha relazioni carnali con un uomo come si hanno con una donna, ambedue hanno commesso cosa abominevole; saranno certamente messi a morte; il loro sangue ricadrà su di loro" (Levitico 18:22; 20:13). Gli apologeti dell’omosessualità cercano di eludere le affermazioni chiare e non ambigue della legge di Dio torcendo la Scrittura con sofismi e varie giustificazioni. […] Le argomentazioni in favore dell’omosessualità non sono altro che pietose scuse per giustificare un comportamento che Dio odia e che chiaramente condanna: “Non sapete voi che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non v'ingannate: né i fornicatori, né gli idolatri, né gli adulteri, né gli effeminati, né gli omosessuali, né i ladri, né gli avari, né gli ubriaconi, né gli oltraggiatori, né i rapinatori erediteranno il regno di Dio” (1 Corinzi 6:9,10). L’omosessualità era condannata da Dio secoli prima che venisse promulgata la legge (ad es. Genesi 19). Essa è esplicitamente condannata dalla legge di Dio (Levitico 18:22; 20:13).” – rev. Brian Schwertley, della Chiesa Presbiteriana Riformata. [NOTA 30]




La fornicazione, in greco porneia, ha varie manifestazioni e una delle peggiori è proprio l'omosessualità, di cui parla Levitico, 18:22: "Non avrai con un uomo relazioni carnali come si hanno con una donna: è cosa abominevole" e nel capitolo 20:13, aggiunge: "Se uno ha con un uomo relazioni carnali come si hanno con una donna, tutti e due hanno commesso una cosa abominevole...". […] La Parola di Dio non cambia mai. La Sacra Bibbia è sempre la stessa e quello che in essa è scritto è l’unica verità. Anche se la società considerasse accettabile questo male, Dio non ha cambiato opinione e neppure noi che siamo di Cristo la dobbiamo cambiare. Nella lettera ai Romani, 1:18, è scritto: "L'ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ingiustizia degli uomini che soffocano la verità con l'ingiustizia". Dio è contro l’ingiustizia e il peccato. La Parola di Dio considera il rapporto carnale tra maschi un atto "infame". L’apostolo Paolo scrive: "Dio li ha abbandonati a passioni infami: infatti le loro donne hanno cambiato l'uso naturale in quello che è contro natura; similmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono infiammati nella loro libidine gli uni per gli altri commettendo uomini con uomini atti infami" (Romani, 1:26,27). Come è stato detto, in Levitico viene definito addirittura un atto "abominevole" agli occhi di Dio. Da quanto abbiamo letto possiamo capire in quali terribili condizioni spirituali si trova chi fa queste cose.” – pastore Veglio Jugovac, Chiesa Cristiana Evangelica. [NOTA 31]




Degno di nota anche questo riferimento alla Chiesa d’Inghilterra, riportato dalla Watch Tower nel 1980:


Il tanto discusso rapporto intitolato Homosexual Relationships della Chiesa d’Inghilterra fa questi commenti: “Con l’espressione ‘contro natura’ Paolo intende ciò che è ‘contro natura’ per l’umanità nel divino modello della creazione. Il comportamento omosessuale è in ogni caso una deviazione dal disegno creativo di Dio e, per usare le parole di uno scrittore, ‘nel contesto della creazione, tutte le relazioni omosessuali sono relazioni contro natura’”.

Il rapporto termina dicendo: “Le prove disponibili sembrano indicare chiaramente una condanna del comportamento omosessuale. Per molti la cosa si conclude così. Sosterranno che la Bibbia indica così chiaramente che Dio disapprova tale comportamento che dev’essere errato in ogni circostanza, e specialmente per i cristiani, i quali accettano la Bibbia come raccolta ispirata di scritti che fornisce autorevoli consigli per la condotta dell’uomo”. – Svegliatevi! dell’8/11/1980 pag.23.




Il giudizio degli attuali EBREI in tema di omosessualità è ovviamente mutuato dalla Torah (il pentateuco, che include la legge mosaica) ed è quindi di netta contrapposizione; il già citato passo di Levitico 18:22 recita: “Non avrai con [zachar] relazioni come si hanno con donna: è [to'eva]”. Zachar allude ad un individuo di sesso maschile. To’eva è tradotto come ‘abominio’, o, secondo un’altra lettura, come contrazione di un gruppo di parole ebraico che significano ‘deviazione da ciò che è naturale’. Come nei testimoni di Geova, il verdetto è riservato all’atto corporale (rapporti sodomitici) più che all’inclinazione omosessuale. A parte isolati tentativi di una diversa esegesi del brano, e malgrado l’esistenza di correnti, in seno al moderno ebraismo, improntate ad un certo ‘ammorbidimento’ nei confronti dei gay (un ammorbidimento ispirato a ‘comprensione’ e, non di rado, preliminare ad un percorso riabilitativo della persona omosessuale), la condanna dell’omosessualità è universalmente riconosciuta come imperativo divino.

Oltre al Corano, che proibisce apertamente l’omosessualità (ad esempio nella Sūrat al-Naml, 55, e nella Sūrat al-Ankabut, 28), l’ISLAM giudica divinamente ispirata la Torah (il pentateuco, comprensivo dei summenzionati brani di Genesi e Levitico) e credono Mūsā (Mosè), che ne è considerato lo scrittore umano, un profeta. Si può quindi ribadire quanto già osservato a proposito dei passi di Genesi e Levitico.

22/07/2011 19:26
 
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In questo che appare come un quadro sostanzialmente uniforme, è ben difficile bollare come ‘fondamentalista’ la lettura biblica dei testimoni di Geova in tema di omosessualità, cioè come se ne costituisse un aspetto peculiare. Esula dagli scopi di questa trattazione l’esprimere un giudizio di merito su tale condanna, nei riguardi della quale (da non testimoni di Geova, da non cristiani, da non credenti, da laici, da atei, come pure da cristiani e credenti ‘sui generis’) si possono evidentemente avere le opinioni più disparate. Ad esempio, anche riconoscendo il fatto che la Bibbia deplori lo stile di vita gay, si può dubitare che essa sia effettivamente l’espressione del pensiero divino. I testimoni di Geova però ne sono fermamente convinti; credono che le Scritture rivelino il pensiero e la visione delle cose di Dio in tutti gli aspetti della vita, anche e soprattutto in campo morale.

Pertanto, il rifiuto della pratica omosessuale nella fede dei testimoni di Geova, lungi dall’essere una presa di posizione moralistica o reazionaria, deriva dal rispetto che essi mostrano per le Sacre Scritture come espressione della volontà divina. [NOTA 32] È impossibile essere o diventare testimoni di Geova senza avere le idee chiare sulla liceità degli atti omosessuali, come è impossibile esserlo o diventarlo senza riporre piena fiducia nella Bibbia. Ergo, le critiche mosse a tale rifiuto (analoghe a quelle mosse alla maggioranza delle religioni della cristianità), trovando puntuale confutazione nell’autorità scritturale, risultano artificiose e impalpabili; oppure, secondo un differente punto di vista, dovrebbero essere piuttosto re-direzionate allo scopo di minare l’assunto iniziale di ispirazione divina del testo sacro. [NOTA 33] Oltre a ciò, i testimoni rivendicano il diritto individuale di possedere, e di affermare, le proprie convinzioni anche quando esse risultino impopolari o fuori moda:


Se qualcuno ti chiede: “Cosa pensi degli omosessuali?” Potresti rispondere: “Non ce l’ho con gli omosessuali, ma non trovo giusto quello che fanno”. Ricorda: se segui la legge morale della Bibbia scegli uno stile di vita, ed è tuo diritto farlo. (Giosuè 24:15) Non vergognarti delle tue idee. — Svegliatevi! 12/2010, pag.22, 23, articolo “I giovani chiedono - Come faccio a spiegare il punto di vista della Bibbia sull’omosessualità?” [NOTA 34]




Il ‘no’ alla condotta omosessuale è da sempre parte integrante dell’identità cristiana dei testimoni di Geova. Esemplare per limpidezza ed incisività è anche la seguente dichiarazione:


Un tribunale ecclesiastico protestante ha votato a favore del diritto di una chiesa di “eleggere un omosessuale dichiarato come anziano del proprio consiglio direttivo”, riporta il periodico Christian Century. Certi teologi sostengono addirittura che la fede in Gesù non sia essenziale per la salvezza. Credono che ebrei, musulmani e altri “possano avere le stesse probabilità [dei cristiani] di andare in cielo”, riferisce il New York Times. Immaginate un marxista che si batta a favore del capitalismo o un democratico che proponga la dittatura o un ambientalista che sostenga la deforestazione. “Un individuo del genere non può essere veramente marxista né democratico né ambientalista”, direte, e a ragione. Eppure, se considerate la diversità di vedute fra coloro che oggi si definiscono cristiani, troverete opinioni diametralmente opposte e spesso in contrasto con gli insegnamenti del Fondatore del cristianesimo, Gesù Cristo. Cosa fa pensare questo circa il tipo di cristianesimo che professano? – Torre di Guardia dell’1/6/00 pag. 3.


22/07/2011 19:27
 
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L’OMOSESSUALITÀ NELLE PUBBLICAZIONI DEI TESTIMONI DI GEOVA


Ecco dunque, la posizione ufficiale dei testimoni di Geova sull’omosessualità: la seguente citazione sia sufficiente a riassumerle tutte.


Sulla questione dell’omosessualità oggi molti, perfino alcuni ecclesiastici, minimizzano. La Bibbia, però, non lascia dubbi al riguardo. Ci dice che Geova Dio fece l’uomo e la donna, e che secondo il suo proposito i desideri sessuali dovevano essere soddisfatti solo fra marito e moglie. (Genesi 1:27, 28; 2:24) Non sorprende, quindi, che la Bibbia condanni gli atti omosessuali. — Romani 1:26, 27.

Naturalmente molti diranno che la Bibbia è superata. […] Ma perché alcuni sono così pronti ad affermare una cosa del genere? Spesso perché il punto di vista della Bibbia è in contrasto con il loro. Respingono la Parola di Dio perché insegna qualcosa di diverso da quello che vogliono credere loro. Questo però non è un modo obiettivo di vedere le cose e la Bibbia ci incoraggia a mettere da parte una mentalità così prevenuta. Anzi, nella sua Parola, Geova Dio ci esorta a ricordare che i suoi comandamenti sono per il nostro bene. (Isaia 48:17, 18) Ed è piuttosto logico. Dopo tutto, chi altri meglio del nostro Creatore sa come siamo fatti? – Svegliatevi! 02/2007 pp.28, 29.


Il verdetto è di condanna; la base, come argomentato nel capitolo precedente, è scritturale; l’accusa di pregiudizio è restituita al mittente, definendo come ‘prevenuta’ la mentalità di chi minimizza il peso dell’autorità biblica considerandola come inattuale o retrograda.

Le diverse critiche mosse a tale convincimento potrebbero essere riassunte e schematizzate in cinque serie principali:


1. nelle pubblicazioni WTS ricorrerebbero dichiarazioni omofobe;

2. le tendenze omosessuali sarebbero condannate di per sé stesse;

3. la WTS descriverebbe l’omosessualità come una ‘malattia’ dalla quale si può ‘guarire’;

4. le affezioni sessuali sarebbero indicate come flagello divino contro i gay;

5. gli omosessuali dichiarati sarebbero ostracizzati.


Le riproponiamo di seguito, accompagnate dalle rispettive confutazioni.
22/07/2011 19:28
 
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1. I commenti della Watch Tower tradiscono derive omofobe?


Che la tolleranza nei confronti di orientamenti sessuali ‘eterodossi’ sia un fenomeno recente è risaputo. Ci si può quindi giustamente meravigliare del fatto che, già negli anni ’70 e ’80, le pubblicazioni dell’Organizzazione di Geova, pur disapprovando senza possibilità di equivoco le pratiche omosessuali, denotassero uno stile più che sobrio e una mentalità del tutto aperta su tale delicato argomento. Le seguenti citazioni (che sono state scelte deliberatamente fra le più datate) ne costituiscono una prova:


In certi casi, a causa della natura del suo passato, è comprensibile che l’individuo non riesca per molti anni, forse mai in questo presente sistema di cose, a eliminare tutti gli effetti emotivi, fisici e sociali dell’omosessualità. Ma non si dovrebbe mai rinunciare alla lotta. Se il progresso a volte sembra lento, persistete e confidate nello spirito di Geova; col tempo questo darà buoni risultati. – Torre di Guardia 1/2/1975 p.73.




Le Sacre Scritture sono molto chiare. Sebbene molti cerchino di giustificare l’omosessualità, i fatti esposti nelle Scritture parlano da sé. Non è logico che il Creatore dell’uomo sappia ciò ch’è meglio per lui? Non dovremmo rivolgerci alla Fonte della vita per sapere come vivere in modo da avere la sua approvazione? Nel corso degli anni i testimoni di Geova hanno avuto il privilegio di aiutare un buon numero di omosessuali a intraprendere una vita più felice, per comportarsi nel modo approvato da Dio. Anche voi potete ricevere questo aiuto. – Svegliatevi! 8/11/1980 p.23.




Gli omosessuali che vogliono servire Dio devono accettare le sue condizioni, condizioni che sono chiaramente esposte nella Bibbia. Oggi, come nel I secolo, ci sono omosessuali che sono stati aiutati a ‘far morire le membra del loro corpo rispetto a fornicazione, impurità e appetito sessuale’. (Colossesi 3:5) Certo per alcuni questo non è stato facile, ma hanno imparato a far morire i loro desideri immorali allo stesso modo in cui molti eterosessuali han dovuto far morire i loro desideri errati nei confronti dell’altro sesso. Persone di entrambi i gruppi sono state aiutate anche frequentando regolarmente la vera congregazione cristiana, che può assisterli nel raggiungimento del loro obiettivo di ‘ripudiare l’empietà e i desideri mondani e vivere con giustizia e santa devozione’. — Tito 2:12. – Svegliatevi! 8/9/1989 p.13. [NOTA 35]



In tempi non sospetti, dunque, i gay erano trattati con la dignità e il riguardo che si riconoscono a delle persone da amare e rispettare come tutte le altre. L’atteggiamento prevalente, lo stesso che si riscontra oggi tra i testimoni di Geova e nella loro letteratura, era quello di recuperarli al favore divino, proprio in quanto uomini e donne perfettamente in grado di riscuotere l’approvazione di Geova come tutti gli altri esseri umani imperfetti.

È solo ovvio, per quanto detto nel capitolo precedente, che tale recupero passasse per un’inversione di rotta rispetto alla pratica omosessuale. Un approccio, certo, distante anni luce dal contegno (‘liberale’ o ‘compiacente’, secondo i punti di vista) che si andava parallelamente affermando nelle società civilizzate, sempre più orientato a considerare la ‘natura gay’ come congenita e da accettare serenamente, se non da incoraggiare; ma anche, senza dubbio, un approccio positivo e del tutto spoglio di pregiudizi.


Il medesimo equilibrio si riscontra in citazioni più recenti. Ad esempio:


A partire dagli anni ’60, quando l’omosessualità cominciò a essere praticata più apertamente, molte chiese discussero il problema, poi accolsero gli omosessuali nelle loro file. Adesso alcune chiese conferiscono ordini sacri a omosessuali. Per aiutare le persone sincere che facevano delle domande al riguardo, le pubblicazioni dei testimoni di Geova trattarono anche questi problemi. Ma i Testimoni non hanno mai avuto dubbi sul come vada considerata l’omosessualità. Perché no? Perché non ritengono che i consigli della Bibbia siano semplicemente opinioni di uomini d’altri tempi. (1 Tess. 2:13) Sono lieti di tenere studi biblici con omosessuali, affinché questi possano imparare a conoscere ciò che Geova richiede; persone del genere possono assistere alle adunanze dei Testimoni per ascoltare, ma nessuno che continua a praticare l’omosessualità può diventare testimone di Geova. — 1 Cor. 6:9-11; Giuda 7. – I Testimoni di Geova, proclamatori del Regno di Dio, pag. 174, 175.




Non scoraggiarti troppo se i sentimenti sbagliati persistono. Dio comprende il tuo stato d’animo ed è compassionevole con chi lotta per servirlo. (1 Giovanni 3:19, 20) Nel nuovo mondo l’umanità sarà guarita da tutti i mali che ci affliggono. (Rivelazione 21:3, 4) Nel frattempo, confida in Dio e combatti i desideri sbagliati. (Galati 6:9) Con il tempo e con sforzi decisi, forse anche i desideri sbagliati potranno diminuire. – Svegliatevi! 22/3/1995 pag. 22.




I cristiani non dovrebbero trattare tutti con rispetto, al di là del loro orientamento sessuale? Certo. La Bibbia afferma: “Onorate uomini di ogni sorta”. O come dice la versione Parola del Signore: “Rispettate tutti”. (1 Pietro 2:17) Pertanto, i cristiani non sono omofobi. Mostrano considerazione per tutti, inclusi i gay. — Svegliatevi! 12/2010 pag.23. [NOTA 36]




Particolarmente degno di nota l’articolo “I cristiani dovrebbero odiare gli omosessuali?”, del 1997, che si può considerare una ‘pietra miliare’ del genere.


Omosessuali e individui sospettati di omosessualità sono spesso il bersaglio di osservazioni sprezzanti, molestie e violenza. Persino capi religiosi hanno manifestato simile ostilità. Alcuni hanno ingaggiato quella che potrebbe sembrare una guerra personale contro gli omosessuali. Prendete, per esempio, i commenti di un vescovo della Chiesa Ortodossa Greca trasmessi recentemente dalla radio nazionale greca. Egli ha dichiarato: “Dio brucerà per sempre gli omosessuali nella pece infuocata dell’inferno. Le grida delle loro bocche ripugnanti risuoneranno per tutta l’eternità. I loro corpi perversi subiranno un tormento insopportabile”. È proprio vero? Cosa pensa Dio degli omosessuali?

La Bibbia non richiama in modo particolare l’attenzione sugli omosessuali come gruppo che i cristiani debbano ostracizzare o odiare. Per di più non insegna che Dio punirà gli omosessuali — né qualsiasi altra creatura — bruciandoli per sempre in un inferno di fuoco. — Confronta Romani 6:23. […]

Alcuni potrebbero anche provare un più forte senso di avversione o disgusto per l’omosessualità che per altri tipi di immoralità, considerando l’omosessualità un’innaturale perversione sessuale. Tuttavia, i cristiani dovrebbero odiare gli individui che praticano queste cose? […]. Noi non possiamo leggere il cuore. (Geremia 17:9, 10) Sarebbe sbagliato presumere che un uomo o una donna sia un incorreggibile nemico di Dio perché pratica cose sbagliate. In molti casi i trasgressori semplicemente non conoscono le norme di Dio. Quindi, generalmente parlando, i cristiani non si affrettano a odiare altri esseri umani. Anche se provano un forte senso di avversione per certi stili di vita, non cercano di fare del male ad altri, né provano rancore o astio verso di loro. Anzi, la Bibbia consiglia ai cristiani di essere “pacifici con tutti gli uomini”. — Romani 12:9, 17-19. […]

In armonia con ciò i cristiani non fanno bersaglio di ostilità, scherni o molestie omosessuali, né nessun altro. I veri cristiani considerano gli altri esseri umani potenziali discepoli di Cristo, e li trattano in modo rispettoso e dignitoso. La Bibbia dice: “Questo è eccellente e accettevole dinanzi al nostro Salvatore, Dio, il quale vuole che ogni sorta di uomini siano salvati e vengano all’accurata conoscenza della verità”. — 1 Timoteo 2:3, 4. […]

Gli omosessuali […] possono fare cambiamenti radicali nel proprio modo di pensare e di comportarsi, e molti sono effettivamente riusciti a compiere questa trasformazione. […] I cristiani accolgono chi si pente, di qualunque tipo di persona si tratti. Dopo essersi lasciati alle spalle le pratiche immorali, quali che fossero, tutti possono godere appieno i benefìci del perdono di Dio perché “Geova è buono verso tutti, e le sue misericordie sono su tutte le sue opere”. — Salmo 145:9.

I cristiani sono pronti a offrire il necessario sostegno spirituale anche a coloro che lottano ancora con tendenze omosessuali. Questo è in armonia con l’esempio di amore manifestato da Dio stesso, poiché la Bibbia dice: “Dio ci raccomanda il suo proprio amore in quanto, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo morì per noi”. — Romani 5:8. – Svegliatevi! 8/12/1997 pag. 13, 14.



22/07/2011 19:28
 
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Vi sembrano commenti ispirati da discriminazione o fanatismo intollerante? Francamente, viene da qualificare come ‘fanatico’ proprio chi cerca di ascrivere queste parole ad una matrice razzista, specie se le si raffronta a commenti - anche recenti - di autorevoli prelati cattolici (si veda in proposito l’appendice) o di altre confessioni religiose.

Un ultimo, doveroso rilievo di carattere giuridico. Secondo alcuni, le interferenze della cristianità nelle proposte di legalizzazione dei matrimoni gay (e questioni affini: tutele economiche delle coppie di fatto, eredità, adozioni) si configurerebbero come reazioni omofobe. Che si condivida tale valutazione o meno, una cosa è certa: all’organizzazione di Geova non potrà mai essere addebitata una colpa simile. Le pubblicazioni della WTS sull’omosessualità, come del resto su qualunque altra pratica di peccato, pongono l'accento sulla facoltà di ciascun individuo di decidere dalla propria vita (è la famosa dottrina del “libero arbitrio”). Oltre a ciò, la posizione di condanna assunta dai testimoni di Geova non dipende in alcun modo da rilievi di carattere sociale o antropologico o comunque extrascritturali; e infine la nota posizione di neutralità dei testimoni di Geova stronca sul nascere qualunque possibilità di ingerenza politica.

E non è una precisazione superflua: all’opposto, la Chiesa Cattolica nel 1992 dichiarava: “non vi è un diritto all'omosessualità, che pertanto non dovrebbe costituire la base per rivendicazioni giudiziali”. [NOTA 37] In occasione delle elezioni presidenziali del Nicaragua, la Conferenza Episcopale Nicaraguese ha chiesto che nel nuovo Codice Penale “si mantenga l'articolo 204 vigente che si riferisce alla sodomia”, che prevede la reclusione fino a 3 anni. “Abbiamo constatato una campagna internazionale diretta a dare legittimazione alle relazioni omosessuali, incluso la legalizzazione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso. Per questa ragione, è indispensabile che Voi proteggiate la famiglia composta da padre, madre e figli, nucleo fondamentale della società nicaraguense”. [NOTA 38] Ancora, nel 2008 Celestino Migliore, al tempo osservatore permanente della Santa Sede presso l’ONU, ha bocciato senza appello il progetto francese di depenalizzazione universale dell’omosessualità, sostenendo che tale mitigazione avrebbe creato “nuove e implacabili discriminazioni. Per esempio, gli Stati che non riconoscono l’unione tra persone dello stesso sesso come "matrimonio" verranno messi alla gogna e fatti oggetto di pressioni”. [NOTA 39] E il cardinale Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires, dopo che nel 2009 un giudice del suo paese aveva ordinato al Registro Civile di celebrare l’unione tra due uomini, ha definito le nozze gay “assolutamente illegali” aggiungendo che il governo argentino "ha mancato gravemente al suo dovere". [NOTA 40]

22/07/2011 19:29
 
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2. La natura omosessuale è stigmatizzata in sé? Persone con sentimenti omosessuali possono, cioè, essere testimoni di Geova?

Un’analisi puntuale delle pubblicazioni induce onestamente a rispondere nel modo più sintomatico a tali domande retoriche: rispettivamente ‘no’ e sì’. Il migliore riscontro è dato dal seguente brano dal libro Ragioniamo (la cui prima edizione risale al 1985) intitolato “Cosa pensano i veri cristiani di coloro che hanno avuto precedenti omosessuali?”


I veri cristiani sanno che anche desideri profondamente radicati, inclusi quelli che possono avere una base genetica o che implicano cause fisiche o fattori ambientali, non sono ostacoli insormontabili per chi desidera veramente piacere a Geova. Alcuni per natura sono molto emotivi. Forse un tempo avevano incontrollati accessi d’ira; ma, grazie alla conoscenza della volontà di Dio, al desiderio di piacergli e all’aiuto del suo spirito, sono riusciti a coltivare la padronanza di sé. Uno può essere alcolizzato, ma, con la giusta motivazione, può astenersi dal bere e non diventare così un ubriacone. In modo analogo, qualcuno può sentirsi fortemente attratto da persone dello stesso sesso, ma prestando ascolto ai consigli della Parola di Dio può mantenersi puro da pratiche omosessuali. (Vedi Efesini 4:17-24). Geova non ci permette di continuare a pensare che la condotta errata non faccia poi gran differenza; benevolmente ma con fermezza ci avverte delle conseguenze e provvede tutto l’aiuto necessario a coloro che desiderano ‘spogliarsi della vecchia personalità con le sue pratiche, e rivestirsi della nuova personalità’. — Col. 3:9, 10. – Ragioniamo facendo uso delle Scritture, pag. 353, 354.




Da un lato, dunque, non si esclude la possibilità di ricondurre i desideri omosessuali a cause genetiche o ambientali; dall’altro si riconosce che le persone con tali tendenze possono essere parte della congregazione cristiana, a patto di esercitare padronanza di sé. Proponiamo una raccolta di altre citazioni dello stesso tono:


Chi fa progresso nel desiderio di piacere a Dio non deve scoraggiarsi se non riesce immediatamente a liberare la sua mente e i suoi sentimenti da tutti i cattivi pensieri e le cattive emozioni. Deve però continuare a combattere, traendo incoraggiamento dal fatto che anche l’apostolo Paolo confessò di non essere capace di fare pienamente ciò che voleva fare. Ma non smise di lottare. – Torre di Guardia 1/11/1970 pag. 668.




Perché non cambiare condotta come quegli omosessuali del primo secolo e godere veramente la vita? Tutti coloro che desiderano proprio portare un cambiamento morale nella loro vita e metterla in armonia con la volontà di Dio per trovare la vera felicità sono invitati dagli editori di questa rivista a mettersi in contatto con i testimoni di Geova. Essi vogliono aiutarvi a conoscere come ‘avere la vita e averla in abbondanza’. — Giov. 10:10. – Svegliatevi! 8/12/1976 pag. 12.




L’omosessualità include il DESIDERIO [NOTA 41] sessuale per individui del proprio sesso. Tuttavia la Bibbia distingue fra la pratica di ciò che è male e i desideri o le inclinazioni peccaminose. Questi desideri possono essere presenti nonostante gli energici sforzi per sradicarli dalla mente e dal corpo. Possono esserci fratelli o sorelle cristiani che, a causa dell’ambiente in cui sono vissuti e forse di altri fattori, provano occasionalmente il desiderio di avere rapporti sessuali con individui del loro stesso sesso. Ma combattono questo desiderio innaturale di ispirazione demonica, e non cedono. Perciò non sono persone che praticano l’omosessualità. Tengono sotto controllo i loro pensieri, sapendo che se si lascia divenire fertile un desiderio errato, esso si tradurrà inevitabilmente in azioni errate. — Giacomo 1:14, 15; Colossesi 3:5-10.

Ciò che Dio condanna nella Bibbia […] è l’“attività erotica” o “comportamento sessuale” con una persona del proprio sesso. – Torre di Guardia 15/11/1983 pag. 26. [NOTA 42]




I cristiani del primo secolo non consideravano l’omosessualità come qualcosa di normale, come potevano esserlo gli occhi azzurri o la pelle scura. Quando donne omosessuali mutavano “il loro uso naturale in uno contro natura”, e uomini omosessuali facevano “ciò che è osceno” gli uni con gli altri, per quei cristiani equivaleva a coltivare “vergognosi appetiti sessuali”. — Romani 1:26, 27.

Ma come avviene con altri appetiti impuri e desideri dannosi, le tendenze omosessuali si possono dominare e anche vincere, dato che fanno parte della vecchia personalità di cui ci si deve spogliare. Nella congregazione di Corinto c’erano alcuni che erano stati omosessuali, e altri che erano stati ladri, avidi, ricattatori, ubriaconi, adulteri e idolatri. Eppure tutti questi erano cambiati. Erano stati “lavati . . . santificati . . . dichiarati giusti”. — I Corinti 6:9-11; Colossesi 3:5-11. – Svegliatevi! 22/3/1984 pag. 5.





A prescindere dalla causa, la cosa importante da comprendere è che la Bibbia condanna gli atti omosessuali. Pertanto, chi sta lottando contro desideri omosessuali ha davanti a sé un obiettivo raggiungibile: può decidere di non agire dietro la spinta di questi desideri. Facciamo un esempio. Qualcuno potrebbe essere “incline al furore”. (Proverbi 29:22) In passato può essersi lasciato andare, dando in escandescenze. Dopo aver studiato la Bibbia, però, si rende conto di dover coltivare la padronanza di sé. Significa questo che non si sentirà mai più ribollire di rabbia? No, ma dato che sa cosa dice la Bibbia sull’ira incontrollata si rifiuta di farsi sopraffare dai suoi sentimenti. Lo stesso vale per qualcuno che si sentiva attratto da una persona del suo stesso sesso e che ora ha appreso cosa dice la Bibbia delle pratiche omosessuali. In certi momenti potrebbe ancora provare un desiderio sbagliato, ma seguendo i consigli della Bibbia può evitare di agire spinto da quel desiderio.
È vero che i desideri omosessuali possono essere fortemente radicati. Puoi star certo, però, che anche desideri errati con radici profonde si possono estirpare. (1 Corinti 9:27; Efesini 4:22-24) In ultima analisi, sei tu ad avere il controllo sul tuo modo di vivere. (Matteo 7:13, 14; Romani 12:1, 2) E anche se c’è chi dice il contrario, sappi che si può imparare a controllare i propri impulsi, o perlomeno a non agire dietro la loro spinta. – Svegliatevi! 02/2007 pag. 29.




La Bibbia non parla dell’omosessualità dal punto di vista biologico, pur riconoscendo che certe caratteristiche possono essere profondamente radicate. (2 Corinti 10:4, 5) Anche se alcuni provano attrazione per persone dello stesso sesso, la Bibbia dice ai cristiani di rigettare gli atti omosessuali”. – Svegliatevi! del 12/2010, pag.23.




Risulterà già chiaro a questo punto come la WTS, specie negli ultimi anni, abbia sottolineato l’erroneità di una condotta piuttosto che di una inclinazione; i desideri omosessuali possono essere molto radicati, l’importante, per chi desidera ottenere e conservare l’approvazione di Geova è ‘mortificarli’ al fine di evitare ogni tentazione di tramutare tali desideri in realtà.

22/07/2011 19:29
 
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Purtroppo, il cronico malcostume della pedanteria, tipico di un certo campione di apostati dei testimoni di Geova, ha fatto (su questo tema come su altri) le sue immancabili vittime in termini di farisaici sofismi e leziosità assortite. Si pretenderebbe ad esempio che la Società condannasse la pratica omosessuale, ma salvandone integralmente l’orientamento, come se fosse ammissibile (o anche solo logico) ritenere che azioni peccaminose traggano origine da pensieri puri e moralmente irreprensibili. Ma è solo naturale che, nel credo dei testimoni, i pensieri omosessuali siano errati di per sé, e che ai fedeli che ne sono in balia sia caldamente esortato di respingerli già a livello mentale, cosa che da un lato garantisce un’ottima protezione dal rischio di intraprendere una pratica ritenuta condannata da Geova, dall’altro annulla (o contiene entro limiti accettabili) l’inevitabile tormento che deriverebbe dal fantasticare su emozioni che non si possono tradurre liberamente in atto. Con la stessa logica si può argomentare che, sebbene il possedere istinti omicidi sia ovviamente meno grave del commettere un ‘vero’ assassinio, tali istinti siano riprovevoli di per sé stessi e vadano quindi estirpati.

Il fatto che le tendenze gay siano connaturate all’individuo non decide del loro grado di liceità (si veda il già citato esempio dell’alcolista); intenzioni, stati d’animo, lusinghe e impulsi possono essere ‘vinti’ o repressi per amore di Dio e della sua espressa volontà. In larga misura essi possono permanere, e talora farsi sentire con veemenza, nonostante gli sforzi sinceri dell’individuo di arginarli, ma esiste in lui la facoltà di intraprendere una lotta costante, tenace e consapevole e di trarre beneficio dalla coscienza pura che Geova gli dona in cambio. Non c’è ragione di ritenere ‘crudele’ la richiesta di inibire tali sensazioni, non più di quanto lo sia il pretendere, come fanno le Scritture, che tutti i cristiani non sposati si astengano dai rapporti sessuali (1 Tessalonicesi 4:3-8): e c’è chi per scelta, o per necessità, o ancora per mancanza di valide occasioni, rimane in questa condizione per tutta la vita. Questo genere di astinenza trova peraltro rispondenze in vari ambienti: com‘è noto, si esige la castità dai sacerdoti cattolici, per i quali vige l’obbligo del celibato ecclesiastico; si tratta anche in questo caso di una scelta adottata dall’individuo nella convinzione che il Signore potrà alleviare le eventuali pene derivanti da tale sacrificio, deliberatamente perseguito. L’ideale a cui si tende, in ultima analisi, non è certo uno stravolgimento dei propri gusti sessuali, ma la castità. [NOTA 43]

[Modificato da EverLastingLife 23/07/2011 07:55]
22/07/2011 19:30
 
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3. Le pubblicazioni dei testimoni di Geova descrivono l’omosessualità come una malattia? Suggeriscono l’idea che un omosessuale possa ‘guarire’ e ‘diventare eterosessuale’?

Non c’è negli scritti della Società alcuna “ambizione” di mutare la natura omosessuale in eterosessuale, nonostante gli squallidi tentativi di qualche dissidente di dimostrare il contrario. E questo malgrado il fatto, che piaccia o meno, che la questione dell’orientamento sessuale sia ancora molto dibattuta, e tutt’altro che risolta, fra gli esperti nelle scienze mediche, antropologiche, psicologiche. La domanda di fondo è: omosessuali si nasce o si diventa? L’omosessualità è ‘scritta’ nei geni, o è un comportamento acquisito, o ancora un mix di entrambi i fattori? Negli anni sono state riportate svariate testimonianze al riguardo; spesso si tratta di dichiarazioni rilasciate da studiosi e dagli stessi omosessuali. Ad esempio:


Il dott. Martin Goldberg, professore aggiunto di psichiatria clinica presso la Scuola di Medicina dell’Università della Pennsylvania, scrive in Consultant del marzo 1972 che alcuni ‘fatti’ da molto tempo accettati sugli omosessuali in realtà sono miti. Uno di questi è che gli omosessuali siano di solito uomini. Un’altra supposizione è che l’omosessualità sia causata da qualche disturbo organico od ereditario. Ma il dott. Goldberg dichiara: “Per quello che so, non è stata stabilita nessuna convincente prova di una vera causa organica od ereditaria . . . La maggioranza dei moderni psichiatri considera l’omosessualità come un modello di comportamento che si acquista”. — Svegliatevi! dell’8/11/72, pag. 29.




Gli esperti sono quasi tutti d’accordo: la precisa causa dell’omosessualità è sconosciuta. (...) Darrel Johnson, che scrive per la rivista Gay-Vue, mostra che è così: “La persona ha evidentemente la possibilità di conformarsi a uno qualsiasi o a tutti i modelli sessuali. Per tale motivo, a un certo punto nel corso della vita finisce per sceglierne uno”. Warren Blumenfeld, coordinatore del Centro degli studenti omosessuali degli U.S.A., paragona addirittura la scelta fra i “modelli sessuali” all’acquisto di un’automobile; egli dice: ‘A qualcuno piace la Cadillac, a un altro una macchina sportiva’. — Svegliatevi! dell’8/12/76, pag. 11, 12.




L’omosessualità non è una malattia o un disturbo psicofisico congenito, bensì un ‘comportamento appreso’ che nella grande maggioranza dei casi può essere ‘disimparato’. “Lo affermano i due noti sessuologi americani William Masters e Virginia Johnson, dopo uno studio di oltre 15 anni su 300 soggetti omosessuali di ambo i sessi” in un loro libro di imminente pubblicazione. Essi affermano che, perché il loro trattamento psichiatrico di alcune settimane abbia successo nei soggetti omosessuali, “il desiderio di cambiare è molto importante”. — Svegliatevi! dell’8/3/80, pag. 29.




Un volume di aggiornamento dell’Encyclopædia Britannica riferisce: “Non è stato però identificato nessun gene specifico che predisponga all’omosessualità, e il lavoro fatto finora dovrà essere confermato da altri”. (1994 Britannica Book of the Year) In più, la rivista Scientific American osserva: “I comportamenti umani sono assai difficili da definire e, in pratica, ciò che si vuol fare risalire a una base genetica si può spiegare come effetto di fattori ambientali”. — Svegliatevi! del 22/3/95, pag. 8.




Un bollettino medico della Harvard University (The Harvard Medical School Mental Health Letter) sostiene: “È estremamente improbabile che i livelli ormonali prenatali influenzino . . . la sessualità umana.” — Svegliatevi! dell’8/2/95, pag. 15, 16.




L’articolo cita […] le parole del dott. Richard Pillard: “Ritenere che l’orientamento sessuale abbia una componente genetica è come dire: ‘Non è una colpa, e tanto meno colpa tua’”. Rafforzando ulteriormente questo argomento dell’“assenza di colpa”, Frederick Whitam, ricercatore in materia di omosessualità, fa notare che “la gente, quando si sente dire che l’omosessualità ha una base biologica, in genere tira un sospiro di sollievo. Le famiglie e gli omosessuali vengono sollevati dai sensi di colpa. Questo significa anche che la società non deve preoccuparsi se, ad esempio, gli insegnanti sono gay”.

A volte le cosiddette prove secondo cui le tendenze omosessuali sarebbero determinate da fattori genetici vengono presentate dai mezzi di informazione come se fossero concrete e decisive anziché speculative e insufficienti. La rivista New Statesman & Society modera l’entusiasmo generato da alcuni slanci retorici: “Il lettore, confuso, può aver facilmente trascurato la frammentarietà delle prove concrete, o addirittura la totale assenza di un fondamento per l’affermazione scandalosa sotto il profilo scientifico secondo cui la promiscuità sarebbe ‘codificata nei geni maschili e cablata nei circuiti cerebrali maschili’”. In un libro sul codice genetico David Suzuki e Joseph Levine esprimono la propria preoccupazione per le attuali ricerche in campo genetico: “Se da una parte è possibile sostenere che i geni influiscono sul comportamento in senso generale, dimostrare che uno specifico gene — o una coppia di geni, o anche un gruppo di geni — controlli effettivamente aspetti specifici delle risposte di un animale al suo ambiente è tutt’altra cosa. A questo punto è lecito chiedere se qualcuno ha mai trovato, nel senso stretto di localizzare e manipolare a livello molecolare, qualche tratto di DNA che influenzi comportamenti specifici in maniera prevedibile”. — Cracking the Code. — Svegliatevi! del 22/9/96, pag. 5.



22/07/2011 19:31
 
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Le correnti di pensiero improntate a demolire l’idea secondo cui l’omosessualità sarebbe congenita e non dipenderebbe da fattori ambientali sono tuttora molto diffuse. Ne è convinto ad esempio il noto psicologo italiano Willy Pasini, che solo pochi anni fa scriveva:


Ritengo che il crescente aumento del fenomeno dell’omosessualità maschile e femminile possa essere spiegata alla luce di alcune considerazioni di tipo socio-psicologiche. Innanzitutto, nelle famiglie di origine non c’è più il modello tradizionale, con un padre molto maschile e una madre molto femminile. Inoltre, l’ambiguità sessuale «piace», è diffusa e legalizzata, sia nella moda che nei personaggi più trendy del mondo dello spettacolo… Quindi la scelta omosessuale (sia maschile che femminile) è sempre più diffusa e tollerata. Non solo. Per alcune donne, scegliere una coppia omosessuale funziona da «rinforzo» dell’autostima, soprattutto per quelle che dipendevano dal desiderio maschile o che vivevano in un ambiente fortemente maschilista.…La mancanza di autostima e di fiducia in sé può portare alcuni uomini ad accarezzare la fantasia (che fa paura e rassicura al tempo stesso) di essere gay. Questo tipo di scelta, in realtà, serve ad evitare loro di trovarsi in situazioni perdenti con l’altro sesso. [NOTA 44]




Va detto però che la Società non ha ‘cavalcato’ più di tanto l’assenza di unanimità nel mondo scientifico sul tema dell’origine delle pulsioni omosessuali; anzi, si può onestamente affermare che non prenda al riguardo nemmeno una netta posizione. Nella letteratura recente non è mai incoraggiata l’idea secondo cui l’omosessualità sia una scelta consapevole, allo scopo di configurarla come una ‘colpa’ deliberata. Si considerino le seguenti dichiarazioni, che appaiono di tutt’altro tenore:


Le cause dell’omosessualità sono complesse […] in molti casi non si possono trovare spiegazioni semplici. Ad ogni modo, qualunque sia la causa che ha provocato un modo di pensare distorto, si può far molto per correggerlo. — Svegliatevi! del 22/03/95, pag. 22




Siamo vicini a chi lotta contro i propri impulsi sessuali. Come faceva notare l’articolo, le cause di questi problemi possono essere complesse. — Svegliatevi! del 22/07/04, pag. 30




Alcuni dicono che l’omosessualità è una questione genetica. Altri affermano che è un comportamento acquisito. Lo scopo di questo articolo non è di entrare nel merito del dibattito su quanto incidono i fattori ereditari e quanto quelli ambientali. In effetti, attribuire l’omosessualità a un’unica causa sarebbe una grossolana semplificazione. L’omosessualità, al pari di altri comportamenti, sembra essere qualcosa di molto più complesso. – Svegliatevi! 02/2007 pag. 29.




Anche la lettura ‘patologica’ dell’omosessualità, cioè come di una malattia mentale, non è mai stata perseguita; già negli anni ’80 venivano riportate citazioni di ricercatori (il cui punto di vista, per quei tempi, doveva apparire ‘pionieristico’ presso la pubblica opinione) orientati ad abbandonare tale veduta:


Gli omosessuali non sono malati” - Sotto questa intestazione, un articolo apparso su La Sicilia del 12 giugno 1979 dichiarava: “L’omosessualità non è una malattia o un disturbo psicofisico congenito” […] Lo affermano i due noti sessuologi americani William Masters e Virginia Johnson. — Svegliatevi! dell’8/3/80, pag. 29.




Un tempo gli esperti di igiene mentale consideravano l’omosessualità una malattia. Ma non aveva lo stesso Freud affermato che il comportamento omosessuale “non si può classificare tra le malattie”? Nel 1973 il consiglio di amministrazione dell’Ordine degli Psichiatri Americani dichiarò che “l’omosessualità . . . di per se stessa non costituisce necessariamente un disturbo mentale”. – Svegliatevi! del 22/03/84, pag. 5.




Neppure questa puntualizzazione dev’essere data per scontata: all’opposto, infatti, certi ecclesiastici della cristianità non si sono fatti scrupolo di sostenere questa tesi preconcetta, o quanto meno di qualificare la condizione omosessuale come una ‘tara’ di natura psicologica. Ad esempio mons. Paolo Rigon, Vicario Giudiziale della diocesi di Genova, ha parlato della necessità di una “cura” dell’omosessualità attraverso il ricorso alla psicoterapia, e anche in fretta, poiché l’omosessualità “incancrenita” non è superabile. [NOTA 45] Ha destato scalpore anche la nascita, specie negli USA, di certi gruppi, in seno sia al cattolicesimo che al protestantesimo, che propugnano la cosiddetta ‘pedagogia trasformazionale’: secondo quest’ultima si porrebbe ‘rimedio’ all’orientamento omosessuale obbligandosi a relazionarsi affettivamente con persone del sesso opposto e spingendosi a tal fine sino al matrimonio e alla procreazione. [NOTA 46]


Più ancora delle convinzioni ‘dotte’, diseguali e incostanti nel tempo, i testimoni di Geova sono interessati all’espresso parere della Parola di Dio, che in 1 Corinti 6:9, 10, citando il caso di alcuni cristiani con un passato omosessuale, dice fra l’altro: “Questo eravate alcuni di voi. Ma siete stati lavati, ma siete stati santificati, ma siete stati dichiarati giusti nel nome del nostro Signore Gesù Cristo e con lo spirito del nostro Dio”. Fatto interessante, nelle pubblicazioni dei testimoni di Geova è possibile leggere svariate esperienze di omosessuali attivi e dichiarati che hanno impresso profondi mutamenti alla propria vita dopo aver conosciuto Geova, il suo amore, la sua volontà e i suoi propositi. Da notare che diversi degli intervistati sembrano attestare il fatto che la propria omosessualità non avesse avuto una connotazione genetica, ma affondasse le radici nel proprio retaggio familiare e culturale; tutti ad ogni modo affermano di essere riusciti col tempo a dominare (e non ovviamente a modificare) le proprie inclinazioni, e qualcuno addirittura di essersi sposato.


22/07/2011 19:32
 
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Riportiamo una selezione di tali esperienze.


• “ERO OMOSESSUALE dall’età di otto anni; quando compii i ventitré anni ero assolutamente, indubitabilmente schiavo della mia carne. […] Ricordo ancora almeno 150 maschi coi quali mi abbandonai ripetutamente a ogni specie di perversione sessuale.
Segretamente sapevo che l’omosessualità era sbagliata. E alcuni anni fa, quando fui invitato a un’adunanza dei testimoni di Geova, cominciai a rinsaldare questa convinzione circa l’errore del comportamento omosessuale. Per di più, mi piaceva quello che udivo dai Testimoni. L’idea di vivere per sempre in una terra paradisiaca mi attraeva realmente. Era così piacevole, così confortante. Mi ero sempre chiesto perché il mondo è così com’è, con tanto odio, avidità ed egoismo. Mi chiedevo che speranza c’era per il futuro. I testimoni di Geova mi diedero le risposte. Ma neppure con ciò cambiai immediatamente la mia vita di omosessuale; sapevo che sarebbe stato difficile, perché mi piaceva moltissimo. […]

In seguito ci ricaddi. Ma non mi diedi per vinto. Detestavo ciò che avevo fatto e presi una più ferma risoluzione di non praticare di nuovo l’immoralità. Pochi probabilmente riusciranno a capire la lotta che sostenni, la tremenda agonia, giorno e notte, mentre la ‘carne’ implorava la soddisfazione sessuale. Col tempo vinsi la lotta, ma non con le mie proprie forze. Mi rivolsi continuamente a Dio in preghiera e gli chiesi il suo aiuto, ed egli effettivamente mi aiutò. Comunque, agii in armonia con le mie preghiere. […]

Col tempo abbandonai completamente ogni pratica omosessuale e fui accettato per il battesimo dai testimoni di Geova. Nel frattempo ho sposato una brava donna cristiana, e siamo veramente felici e contenti nella meravigliosa disposizione coniugale di Geova. Inoltre, sono servitore di ministero in una congregazione dei testimoni di Geova. Ma ciò che mi reca particolarmente piacere è che ora ho la coscienza pura, e so di condurre una vita approvata dall’Onnipotente Dio. – Torre di Guardia dell’1/2/75, pag. 71-72




“ERO OMOSESSUALE dall’età di 13 anni. In realtà non mi piaceva vivere; ero molto infelice e non volevo che si sapesse della mia vita. Volevo cambiare e sapevo che alcuni miei familiari erano testimoni di Geova. Sapevo che da qualche parte c’era una vita migliore. L’anno scorso avevo sentito alla televisione che ci sarebbe stata un’assemblea a Buffalo e decisi di venirci. […] Cominciai lo studio e abbandonai la vita immorale di prima per condurre una vita pura. Questo mi ha portato a dedicare la mia vita al servizio di Geova”. – Svegliatevi! dell’8/4/77, pag. 21





• “COME SONO grato a Dio perché ora sono diverso, perché ora vivo in un modo diverso e perché ora mi sento pulito e libero e fermamente orientato su valori duraturi! Sono stato liberato dalle tenebre per camminare nella meravigliosa luce di Dio. […]

Sono stato un omosessuale. Come ho potuto vivere così? Forse la situazione familiare: una famiglia con otto figli e un padre morto troppo presto. L’ambiente in cui vivevo, gli amici frequentati, questa società marcia nel suo insieme: tutto aveva inciso su di me. Così, fin dai primi anni della mia fanciullezza iniziai a compiere atti di condotta innaturale. […] Alcuni dicono che gli omosessuali sono degli anormali per nascita. Ma no, non è così! Posso assicurarvelo! È tutto un ambiente, un modo di pensare che penetra nella persona fin da giovane e la cambia profondamente, così profondamente che si pervertono, senza che essa se ne renda conto, sentimenti e pensieri. Arriva quindi a pensare in modo diverso e poi diviene ciò che pensa ed è diversa. Ma è un processo lento, non naturale, angoscioso, determinato dall’azione esterna su se stessi e sulla propria mente soprattutto, e non da un difetto genetico. […]

Già da ragazzo la mia famiglia aveva studiato con i Testimoni di Geova la Sacra Bibbia. Ma poi, essendo il mio cuore simile, almeno a quel tempo, a “luoghi rocciosi” (Matt. 13:20, 21), presto cessai di interessarmene. Passarono diversi anni. Infine ripresi lo studio, frequentando contemporaneamente le adunanze. Le delusioni della vita avevano inciso su di me facendomi ora prendere seriamente in considerazione le verità bibliche. Dovetti intraprendere una lotta serrata per cambiare la mia vita e convertirla alle cose buone. Ricordo che una sera, quando ormai le verità bibliche conosciute dieci anni prima incominciavano a operare in me, mi trovai di notte solo sulla terrazza di casa mia. Cominciai a meditare e riflettere pensando a Dio e piansi. Quel pianto mi fece bene, mi scese al cuore. Presi la determinazione di andare avanti nel cambiamento della mia condotta. Troncai quindi ogni legame con un passato burrascoso […]

Studiai per circa nove mesi la Parola di Dio e infine, nell’agosto del 1976, dedicai la mia vita a Geova Dio simboleggiandolo col battesimo, presentandomi come una nuova persona. Sì, sono davvero nuovo, e ora che la Parola di Dio ha potentemente operato in me trasformandomi, benché provi angoscia pensando al mio passato irripetibile, trovo anche nuovo coraggio nel confrontare la mia vita passata a quella attuale purificata, la mia disperazione ormai passata alla mia attuale vita quieta e felice con belle prospettive future.

Se mai qualche lettore avesse avuto la mia triste esperienza, a lui un particolare, forte incitamento: Coraggio! Si può cambiare. La Parola vivente di Geova Dio dice: “Né uomini che giacciono con uomini . . . erediteranno il regno di Dio. E questo ERAVATE alcuni di voi. Ma siete stati lavati, ma siete stati santificati, ma siete stati dichiarati giusti nel nome del nostro Signore Gesù Cristo e con lo spirito del nostro Dio”. (1 Cor. 6:9-11) Non è questo passo biblico una potente espressione di vittoria sulle cose basse che avviliscono l’umanità? – Svegliatevi! dell’8/1/78, pag. 25-27



22/07/2011 19:32
 
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• “HO SEMPRE gradito la compagnia di persone dell’altro sesso, e da adolescente ho avuto anch’io le mie ragazze. Nondimeno, anche da giovane mi sentivo attratto verso persone del mio sesso. […]

Conobbi l’uomo con cui sarei vissuto nei successivi dieci anni. Sin dall’inizio il mio nuovo partner ed io andammo veramente d’accordo. Gli volevo molto bene e cominciammo a metter su casa insieme pressappoco come farebbe una normale coppia di sposi. Consideravamo la nostra relazione come qualcosa di piuttosto unico e speciale. Nessuno dei due ci trovava qualcosa di bizzarro o di strano.

Eravamo una coppia molto felice. Il legame che ci univa era intenso, profondo e amorevole. Infatti, pensavamo che l’amore che univa noi due fosse più profondo di quello che osservavamo in molte relazioni eterosessuali. Sebbene avessimo molte occasioni di andare con altri, e non mancassero gli allettamenti, fummo sempre fedeli l’uno all’altro. Quei dieci anni che lui ed io passammo insieme furono fra i più felici della mia vita fino a quel tempo.
Un giorno mi capitò fra le mani una pubblicazione della Watch Tower. Non appena cominciai a leggerla, sin dalla primissima frase, nella mia mente non ci fu alcun dubbio che quella era la verità. Non riuscivo a trovare nulla da ridire in quello che leggevo. Non avevo obiezioni. Non avevo mai studiato la Bibbia, ma questo aveva l’accento della verità e ricordo di aver pensato: “Questa dev’essere la verità!” Ai miei occhi si presentarono delle alternative di cui non avevo mai conosciuto l’esistenza. Venuto a conoscenza della speranza che la Bibbia offre all’umanità, vidi tutto sotto una luce interamente diversa. Avevo molto tempo libero per riflettere. […]

Non mi ci volle molto per riconoscere che ero giunto a un bivio. Man mano che il mio apprezzamento per la verità biblica si approfondiva con lo studio, mi rendevo conto di dover cambiare vita, ma ci sarei riuscito? A questo punto sapevo tutto ciò che la Bibbia dice dell’omosessualità. Sebbene prima non mi fosse mai capitato di leggere le sue dichiarazioni, sentii istintivamente che quello che diceva era giusto. Certo non conducevo una vita naturale. Ma avevo bisogno di un motivo molto forte per voler trasformare la mia vita. Il mio crescente amore per Geova Dio fu ciò che mi spinse a cambiare. […]

Avrete sentito dire, come l’ho sentito io: “Gli omosessuali non cambiano”. Ma non fu così per me. Smisi, una volta per tutte. Ciò nonostante devo ancora fare dei cambiamenti nel mio modo di vivere. Com’è rassicurante ricordare che Geova capisce tutti i miei problemi! Mi sono reso conto che lui solo conosce le circostanze individuali e le vicende di ognuno e tiene conto dei danni causati dall’ambiente e in altri modi mentre amorevolmente ci guida mediante il suo spirito santo.[…]

Ho riscontrato che, se ci sforziamo di vincere la nostra debolezza, Geova ci rafforza. Sarebbe errato aspettarci un rimedio istantaneo. Ma con lo spirito di Geova che aiuta a esercitare padronanza, ho imparato che è possibile procedere nella via della verità e manifestare perseveranza cristiana […] Sono veramente grato delle amorevoli opportunità e dei consigli che Geova mi ha dato mediante la sua Parola, il suo spirito e la sua congregazione cristiana. È mio sincero desiderio conformarmi alla personalità cristiana, da cui dipende la vita, e vivere per recare sempre più lode al suo nome. — Svegliatevi! 8/11/80 pag. 17-20.




• “MIA SORELLA, una testimone di Geova, mi mostrò dei versetti biblici che condannano le pratiche omosessuali, ma io risposi semplicemente che non credevo nella Bibbia. Mi diede alcune riviste da leggere, fra cui una copia di Svegliatevi! contenente la storia di un uomo che si era trovato in una situazione simile (8 novembre 1980). Ed egli era riuscito a smettere le pratiche omosessuali. Presi a cuore la cosa, cominciai a esaminare la Bibbia e imparai quanto è efficace la preghiera. Col tempo accettai di fare uno studio biblico a domicilio e riuscii a smettere le pratiche omosessuali. Ora sono un servitore di Geova dedicato. Grazie a Svegliatevi! e all’ulteriore aiuto che ho ricevuto. – Svegliatevi! del 22/5/85 pag. 28.




• “PROVO SENTIMENTI omosessuali che sono contrari a ciò che Geova approva. Ho consultato parecchi specialisti, cosiddetti cristiani e non, i quali non riescono a capire perché non mi abbandono ai miei desideri. È semplice: amo Geova. È molto difficile resistere a questi desideri — a volte sembra quasi impossibile — ma ci si può riuscire. La domanda che mi sono dovuto porre era: “Chi amo di più: Geova o me stesso?” Ho scelto Geova. (Matteo 22:37) Ora, avendo mantenuto il mio amore e la mia lealtà verso Geova, sono più felice che quando amavo di più me stesso. Il mio messaggio per chi combatte questi sentimenti è: Se amate Dio come asserite, imparerete a confidare nel suo amore e nella sua forza e non nel vostro amore per i piaceri. – Svegliatevi! del 22/7/86, pag. 28.




• “HO TENDENZE omosessuali. Ero solito pensare che ‘o si è così o non lo si è’. Ma circa cinque anni fa cominciai a studiare la Bibbia con i testimoni di Geova. Dapprima non rivelai il mio problema. Ma infine parlai con due anziani cristiani ed essi mi aiutarono a diventare idoneo per il battesimo. […] Con l’aiuto di Geova e l’edificante istruzione impartita dalla sua organizzazione sarò in grado di perseverare. – Svegliatevi! dell’8/11/89, pag. 30.




• “DA ADOLESCENTE partecipai volontariamente a orge omosessuali, e a dir la verità quel genere di vita mi piaceva […] Volevo piacere a Dio e appresi dalla Bibbia che egli disapprovava il mio modo di vivere”, dice Eugenio. “Così decisi di diventare un altro, di vivere secondo le norme di Dio. Ogni giorno dovevo lottare contro pensieri negativi, osceni, che continuavano ad affacciarsi alla mia mente. Ero deciso a vincere questa battaglia e pregavo incessantemente Dio perché mi aiutasse. Dopo due anni il peggio era passato, anche se devo ancora essere severo con me stesso. Ma valeva la pena di lottare. Ora ho rispetto di me stesso, sono felicemente sposato e, quel che più conta, ho una buona relazione con Dio. So per esperienza personale che i cattivi pensieri, se ci si sforza davvero, possono essere scacciati prima che portino frutto”. – Torre di Guardia del 1/2/93, pag. 6




“PROVO SENTIMENTI omosessuali sin dalla pubertà. Sono stato educato come cristiano, per cui questi sentimenti mi turbavano veramente. Il senso di vergogna e di confusione era tale che non ero mai riuscito a confidarmi con qualcuno, neppure con i miei genitori. Ora sono sposato con una bella donna, ma di tanto in tanto questi desideri errati riaffiorano. Infine ho confidato a mia moglie il mio segreto e lei mi ha incoraggiato a parlarne con gli anziani della congregazione, che sono stati molto comprensivi e soccorrevoli. Se c’è qualcosa che posso dire a chi lotta contro sentimenti del genere è questo: Non teneteveli per voi. Parlatene con il vostro coniuge, i vostri genitori, un anziano o un amico fidato, ma non teneteveli dentro. – Svegliatevi! dell’8/12/95, pag. 30.




• “DA RAGAZZINO, mentre ero in collegio, fui coinvolto in pratiche omosessuali, anche se non avevo mai pensato di essere un omosessuale. I miei genitori avevano divorziato e io desideravo tanto l’affetto che non avevo mai ricevuto. Terminate le scuole adempii gli obblighi di leva. Nella camerata accanto alla mia c’era un gruppo di omosessuali. Invidiavo il loro modo di vivere, così cominciai a frequentarli. Dopo un anno mi consideravo un omosessuale. ‘Sono fatto così’, ragionavo, ‘e non posso farci niente’. […] Nel mio intimo capivo che questo tipo di relazione era innaturale e non aveva nessun futuro.

“Un giorno passai davanti a una Sala del Regno dei Testimoni di Geova mentre era in corso un’adunanza. Entrai e ascoltai il discorso, che parlava di future condizioni paradisiache. Dopo l’adunanza conobbi alcuni Testimoni e fui invitato all’assemblea. Vi andai e fu una rivelazione per me vedere famiglie felici che adoravano Dio insieme. Cominciai a studiare la Bibbia con i Testimoni. Pur a fatica cominciai a mettere in pratica quello che imparavo dalla Bibbia. Riuscii a liberarmi di tutte le pratiche impure. Dopo 14 mesi di studio dedicai la mia vita a Geova e mi battezzai. Per la prima volta nella vita avevo veri amici. Ho aiutato altri a conoscere la verità della Bibbia e ora servo come servitore di ministero nella congregazione cristiana. Geova mi ha veramente benedetto”. - Torre di Guardia dell’1/6/02, pag. 12.




• “NATHAN, CHE in passato era un omosessuale, ha detto: “Pensavo che non ce l’avrei mai fatta a smettere”. Invece con l’aiuto dello “spirito del nostro Dio” è riuscito a cambiare. (1 Corinti 6:11) Come ha riscontrato Nathan, nessun problema è troppo grande per Geova, che può darci la forza e l’aiuto di cui abbiamo bisogno per conformarci alle sue norme e ricevere le sue benedizioni. — Svegliatevi! dell’8/4/05 pag. 27.




In che senso, ed entro quali limiti, questi testimoni di Geova sarebbero ‘cambiati’ rispetto alla loro precedente esistenza e al loro orientamento omosessuali? Si tratta di una domanda alla quale solo i diretti interessati potrebbero fornire una risposta esauriente, e sarebbe comunque una risposta implicita, legata ai moti interiori, alla scoperta della fede e a una sensibilità in ogni caso ardua a esprimersi a parole. Rimane una certezza: indipendentemente dalla propria natura, si può senz’altro condurre un’esistenza gradita a Dio ed essere abbondantemente ripagati dalla sua approvazione e dalla sua pace.
[Modificato da EverLastingLife 22/07/2011 19:33]
22/07/2011 19:33
 
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4. La letteratura dei testimoni di Geova presenta l’AIDS (e altre malattie trasmesse per via sessuale) come un “castigo divino contro i gay”?


La realtà dei fatti è parecchio distante da questa ‘glossa’ sommaria che pare tratta da una epitome medievale. Le seguenti citazioni fanno luce sulla verità.


Vuol dire questo, come hanno asserito alcuni, che sia Dio a mandare il morbo dell’AIDS agli omosessuali? No, la Bibbia non lo dice. Piuttosto essi ‘mietono quello che seminano’. (Galati 6:7) La Parola di Dio enuncia questo principio: “Essi da parte loro hanno agito rovinosamente . . . è il loro proprio difetto”. — Deuteronomio 32:5.

L’AIDS[…] non è una malattia che colpisce solo gli omosessuali; si è diffusa anche tra uomini e donne eterosessuali. Uno dei modi in cui avviene è tramite uomini bisessuali che vengono infettati attraverso contatti sessuali con altri uomini e che poi infettano le donne con cui hanno rapporti. Anche i tossicodipendenti che assumono droga per via endovenosa possono trasmettere ad altri l’AIDS con lo scambio di siringhe e aghi contaminati. Dopo di che possono infettare gli uomini o le donne con cui hanno rapporti sessuali. In molti luoghi, inoltre, un’alta percentuale di prostitute ha l’AIDS ed esse la trasmettono ai clienti.

In Africa l’AIDS è molto diffusa tra gli eterosessuali. Ce l’ha un ugual numero di donne e di uomini. Sebbene in Europa, Stati Uniti e altrove la diffusione dell’AIDS fra eterosessuali non sia così estesa come in Africa, sta aumentando anche in questo gruppo. Quindi sempre più donne e uomini che non sono omosessuali o bisessuali prendono l’AIDS e la trasmettono ad altri. Un articolo diceva: “A New York l’AIDS è ormai la causa di morte numero uno fra le donne dai 25 ai 34 anni”. E purtroppo un gran numero di donne portatrici del virus dell’AIDS — circa il 50 per cento, secondo alcuni — partoriscono bambini affetti dalla malattia. – Svegliatevi! 8/10/88 pag. 10, 11.




Gli omosessuali non sono gli unici a essere promiscui: anche la società in generale ha adottato la moralità del “tutto è lecito”. Di conseguenza Harvey V. Fineberg, preside dell’Istituto di Sanità Pubblica della Harvard University, dice che l’AIDS si sta diffondendo “lentamente eppure inesorabilmente nella comunità eterosessuale”. – Svegliatevi! 22/4/86 pag. 8.




Non abbiamo né detto né sottinteso che l’AIDS sia il giudizio di Dio contro gli omosessuali. Le malattie fanno parte del peccato e dell’imperfezione che tutti abbiamo ereditato da Adamo. (Romani 5:12) […] Certe azioni hanno certe inevitabili conseguenze. Il fumatore di tabacco si espone a un rischio maggiore di contrarre il cancro del polmone. Chi abusa dell’alcool corre un rischio maggiore di ammalarsi di fegato. Il ghiottone si espone ai pericoli legati all’obesità. Non siamo stati noi a vedere un nesso fra l’omosessualità e l’AIDS, ma è un fatto stabilito dalla scienza medica. Pur non essendo espressioni del giudizio di Dio, le conseguenze specifiche sono legate a violazioni delle leggi di Dio. In Galati 6:7 è detto: “Non siate sviati: Dio non è da beffeggiare. Poiché qualunque cosa l’uomo semini, questa pure mieterà”. — Svegliatevi! 22/9/86 pag. 28.



Nelle pubblicazioni della WTS, pertanto, qualunque comportamento difforme dalle norme bibliche, essendo seguito dal biasimo divino, è considerato soggetto per natura alla raccolta di cattivi frutti, che non sono però ‘strali’ punitivi dal Regno dei Cieli, ma il banale risultato delle proprie azioni.




5. Gli omosessuali membri della comunità dei testimoni di Geova sono sottoposti ad ‘ostracismo sociale’?

Abbiamo a che fare con una asserzione maldestra nel migliore dei casi, ingannevole nel peggiore, perché riduce ad un caso particolare una presa di posizione molto più ampia e che nulla ha a che vedere con l’omofobia. È noto infatti che i membri di questo gruppo, applicando coerentemente i comandi scritturali, evitano i contatti con tutti gli ex-confratelli, risultando del tutto irrilevante la motivazione specifica che aveva portato alla loro espulsione (o auto-espulsione). Non esiste, cioè, alcuna avversione indirizzata ‘ad personam’ ai gay intesi come gruppo piuttosto che come singoli individui; l’omosessualità non è che uno stile di vita antiscritturale come altri, e chi lo pratica impunemente è considerato alla stessa stregua di chi si lascia andare ad avventure adulterine, al tabagismo o all’apostasia. Il seguente dialogo immaginario tratto da un articolo del 2009, destinato ai giovani lettori, può renderne l’idea:


- Cosa pensi degli omosessuali?
- Io non odio gli omosessuali, ma non approvo la loro scelta di vita.
- Non ti sembra di fare delle discriminazioni?
- No, perché sono contrario a qualunque forma di immoralità, che si tratti di omosessualità o altro. – Articolo della serie “I giovani chiedono” di Svegliatevi! 07/2009 pag. 25.




Mentre i testimoni di Geova sanzionano allo stesso modo tutti i trasgressori impenitenti della legge divina, senza distinzioni specifiche, è appena il caso di rilevare come, dal punto di vista dell’applicazione della pena, le diverse confessioni della cristianità (Chiesa Cattolica in testa) sembrano aver proclamato una vera e propria guerra personale contro i gay. Già il Concilio Ecumenico Lateranense III, tenutosi nel 1179, stabiliva che l’omosessuale laico venisse “scomunicato e rigorosamente tenuto lontano dalla comunità del fedeli"”, [NOTA 47] ma anche il diritto moderno non scherza: fino a pochi anni fa il ‘reato di sodomia’ era punito, per il laici, “con la pena dell’infamia "ipso facto" e con altre sanzioni da infliggersi a prudente giudizio del vescovo”; i sacerdoti implicati dovevano essere “sospesi, dichiarandoli infami, da ogni ufficio, beneficio, dignità, […] privati dell’eventuale stipendio e, nei casi più gravi […] deposti”. [NOTA 48]

Insomma, viene spontaneo invocare il proverbiale ‘pulpito’ da cui arriva la ‘predica’. Ad ogni modo, per una trattazione esauriente della pratica della disassociazione dei testimoni di Geova, delle sue origini scritturali e della sua portata, si faccia riferimento al seguente link:

www.tdgonline.net/indice/articoli/disassociazione.htm


*******

Ora che tutte le diverse critiche in materia di posizione dei testimoni di Geova sulla questione omosessuale sono state prese in esame e smontate una per una, non resta che riepilogare le conclusioni e tirarne le somme.


22/07/2011 19:34
 
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GLI APOSTATI E LA FOBIA DEL ‘DIVERSO’


Ci auguriamo che questa abbondante serie di prove documentate contribuisca a restituire la giusta immagine della posizione dei testimoni di Geova sull’argomento dell’omosessualità, ovvero quella di una equilibrata conciliazione di condanna morale indotta dalla chiara lezione biblica, benignità cristiana e genuina empatia, volta al fine della conquista del favore divino. Ma chi va in cerca di degenerazioni di stampo razzista non rimarrà deluso: una forma di intolleranza collegata a questo tema esiste, e si può evincere leggendo tra le righe della nostra considerazione.

Avendone il tempo, ci si può ‘divertire’ (per modo di dire, naturalmente) a rintracciare tutte le diverse forme di fobia sociale presenti nella comunità. È noto ad esempio che la xenofobia è l’avversione per gli stranieri, e non è difficile risalire al significato di termini composti quali negrofobia o ziganofobia. Chissà se in un momento futuro capiterà di leggere nei nostri vocabolari un neologismo come ‘jehowofobia’, inteso a descrivere quanti nel mondo provano, e forse non si fanno scrupolo di esprimere, odio nei riguardi dei testimoni di Geova. Già, ‘odio’: nulla di esagerato in tale definizione, come sa perfettamente chiunque segua le vicende dei membri di questo gruppo, duramente perseguitati non solo sotto il vecchio regime nazionalsocialista o quello sovietico, ma anche tuttora, nei paesi ove vigono ordinamenti totalitari. [NOTA 49] E forse qualche studioso di fenomeni sociali si ricorderà di attribuire tali aberrazioni (almeno in parte) all’operato di certi fuoriusciti dissidenti di questa religione, che, dopo essersi arbitrariamente appiccicati sulla giacca l’etichetta di informatori della pubblica opinione con pretesi scopi di denuncia sociale, finiscono con l’incoraggiare sentimenti di perplessità e sospetto, quando non di aperta ostilità, verso i Testimoni, sempre più visti come ‘diversi’ da temere ed emarginare: e, francamente, è lecito avanzare qualche dubbio sul fatto che tali esiti discriminatori siano… solo accidentali.

I testimoni di Geova comunque non temono particolarmente questi rigurgiti d’intolleranza; rimangono concentrati sull’opera che da sempre li impegna e li caratterizza; desiderano aiutare chiunque desideri ottenere il beneplacito di Geova Dio (e con esso la speranza di una vita eterna su una terra restituita allo stato paradisiaco) a raggiungere i propri obiettivi: e ciò a prescindere dall’orientamento sessuale dei singoli, come da ogni altra possibile discriminante. Essi restano convinti che un amore profondo e incondizionato per Dio rappresenta la vera chiave di volta per eradicare ogni genere di condotta peccaminosa. Hanno in grande stima e apprezzamento i propri fratelli e le proprie sorelle con tendenze omosessuali che vivono in castità, rappresentando così un prezioso esempio di temperanza e spirito di sacrificio per i conservi cristiani, e infine, sono fedeli al principio indicato da Pietro, santo e apostolo di Cristo: “abbiate intenso amore gli uni per gli altri, perché l’amore copre una moltitudine di peccati” – 1 Pietro 4:8.



22/07/2011 19:35
 
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Note in calce


[NOTA 1] In questo articolo, ove non diversamente specificato, la versione della Bibbia utilizzata è la Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture, edita dai testimoni di Geova. In tutte le citazioni del testo principale e delle note in calce l’uso del grassetto, del corsivo e del sottolineato, salvo diversa indicazione, è degli autori del presente articolo e assente nelle fonti originali. La Torre di Guardia, Svegliatevi!, I Testimoni di Geova, proclamatori del Regno di Dio e Ragioniamo facendo uso delle Scritture sono editi dalla Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania e, in Italia, dalla Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova.


[NOTA 2] Fatto rimarchevole, la Società ha espresso ripetutamente il proprio rincrescimento per la persecuzione degli omosessuali sotto il regime nazista (ad esempio: Svegliatevi! 8/5/2001 pag. 12; Svegliatevi! 07/09/2009 pag. 12; Torre di Guardia del 15/10/1980 pag. 8; Torre di Guardia 15/02/2006 pag. 32; Svegliatevi! 8/4/89 12-14) Nella Svegliatevi! dell’8/5/1993 a pag. 4 è riportato questo commento: ”Milioni di persone — ebrei, slavi, zingari, omosessuali e altri — sono state uccise, vittime della Germania nazista, solo a motivo di ciò che erano. Non avevano scampo, non avevano scelta. Sotto quel regime malvagio, la loro morte era inevitabile”. E nella Svegliatevi! dell’8/11/1993, a pag. 16, si può leggere: “Lo United States Holocaust Memorial Museum, un museo di Washington dedicato all’Olocausto che è stato inaugurato il 22 aprile 1993, documenta in modo austero e sobrio l’uso distorto che demagoghi senza morale hanno fatto della tecnologia creando un’indicibile macchina di morte. La mente vacilla di fronte al numero delle vittime inermi massacrate dalla tirannide nazista: circa sei milioni di ebrei e milioni di altre persone, tra cui polacchi, slavi, testimoni di Geova, zingari, omosessuali e disabili”.


[NOTA 3] Un racconto molto simile è riportato nel libro dei Giudici: gli abitanti della città beniaminita di Ghibea cercano di avere rapporti con un levita, ospite di un vecchio. Anche qui il tono del racconto è negativo al di là di ogni dubbio, e, a differenza del caso di Lot, l’esito è tragico: il levita offre in sua vece la propria concubina, che i beniaminiti violentano a morte. “Mentre facevano sentir bene il loro cuore, ecco, gli uomini della città, semplici uomini buoni a nulla, accerchiarono la casa, spingendosi gli uni gli altri contro la porta; e dicevano all’uomo vecchio, al proprietario della casa: “Fa uscire l’uomo che è entrato nella tua casa, affinché abbiamo rapporti con lui”. Allora il proprietario della casa uscì da loro e disse loro: “No, fratelli miei, non fate nulla di male, vi prego, giacché quest’uomo è entrato nella mia casa. Non commettete questa vergognosa follia. Ecco la mia figlia vergine e la sua concubina. Lasciate che ve le conduca fuori, vi prego, e violentatele e fate loro ciò che è bene ai vostri occhi. Ma a quest’uomo non dovete fare questa cosa vergognosa, folle”. E gli uomini non lo vollero ascoltare. Perciò l’uomo afferrò la sua concubina e la condusse fuori da loro; ed essi avevano rapporti con lei, e abusavano di lei tutta la notte fino al mattino, dopo di che la mandarono via all’ascendere dell’aurora. Quindi la donna venne sul far del mattino e cadde all’ingresso della casa dell’uomo dov’era il suo padrone, fino alla luce del giorno. Più tardi il padrone di lei si levò la mattina e aprì le porte della casa e uscì per avviarsi, ed ecco, la donna, la sua concubina, caduta all’ingresso della casa con le mani sulla soglia!” (Giudici 19:22-27)


[NOTA 4] La CEI (ed. 2008) rende ‘andarono dietro alla carne per uso non naturale’ come ‘seguirono vizi contro natura’.

A proposito di citazioni, si obietta che Cristo non menzionasse mai l’omosessualità (cfr. Torre di Guardia 15/10/89, pag. 29), il che è vero a stretto rigor di termini (in dialettica questa speculazione è chiamata argumentum ex silentio). Tuttavia, egli nominò la città di Sodoma in diverse occasioni (Matteo 10:15; 11:23, 24; Luca 10:12; 17:29) descrivendola come una città condannata, e ne ricordò anche la distruzione per decreto divino. Inoltre, Cristo usò spesso i termini ‘fornicazione’ e ‘adulterio’ [ad esempio in Matteo 5:32; 19:9; Marco 10:19, Rivelazione (Apocalisse) 2:14, 20], equivalenti delle parole greche porneia e moichatai, che abbracciano l’intero ventaglio di tutte le possibili relazioni sessuali extraconiugali e quindi illeciti, compresi i rapporti fra persone dello stesso sesso, non essendo contemplato nelle Scritture il matrimonio fra due uomini o fra due donne. Il Thayer’s and Smith's Bible Dictionary annovera fra i significati di porneia “adultery, fornication, homosexuality, lesbianism, intercourse with animals etc.” (www.biblestudytools.com). Si veda anche la Torre di Guardia del 1/2/1975, pag. 68-70.

Con analoga intenzione di biasimo, Sodoma è citata pure da S.Paolo nel-la lettera ai Romani (9:29) e da S.Pietro (2 Pietro 2:6-8). Circa quest’ultimo passo, va rilevato che nel versetto 7 occorre il greco aselgeia, traducibile come ‘lascivia’, ‘licenziosità’, ‘lussuria sfrenata’; la TNM rende ‘condotta dissoluta’, la CEI ‘condotta immorale’.


[NOTA 5] La bibbia CEI traduce similmente ‘il salario di un cane’. La nota in calce al versetto dice: “La prostituzione sacra era in largo uso nell’antico Oriente; il cane è l’uomo che si prostituiva”. Altrove è definito ‘ganimede’, ‘cinedo’ o ‘catamito’.


[NOTA 6] Si propone di seguito una bibliografia delle principali fonti di questo segno: J. Alison, Fede oltre il risentimento, Ancona, 2007, pp. 154-174; D. Bailey, Homosexuality and the western christian tradition, Londra, 1955; J. Boswell, Chistianity, Social Tollerance and Homosexuality, Chicago, Londra, 1980; Daniel A. Helminiak, What the Bible really says about Homosexuality, Alamo Square Distributors, Sacramento, 2000; T. Horner, Sex in the Bible, Tokyo, 1974 e Jonatha loved David, Homosexuality in biblical time, Philadelphia, 1978; J. McNeil, The church and the homosexuality, Kansas City, 1976; J. Milgrom, Leviticus 17-22, New York, Doubleday, 2000, pp. 1568-1659; S. Olyan, “’And with a male you shall not lie the lying Down of a Woman’: on the meaning and significance of Leviticus 18,22 and 20,13”, Journal of History of Sexuality, 5, 1994, pp. 179-206; T. Römer, L. Bonjour, L’omosessualità nella Bibbia e nell’antico Vicino Oriente, Claudiana Editrice, 2007; R.Scroggs, The new Testament and Homosexuality, Fortress Press, Philadelphia, 1983; J.T. Walsh, “Leviticus 18,22 and 20,13; who is Doing what to whom?”, Journal of Biblical Literature 120, 2001, pp. 201-209. Peraltro tali autori, accomunati dalla propensione a scardinare la lezione tradizionale dei brani biblici contro l’omosessualità, non di rado pervengono a tesi reciprocamente contrapposte; inoltre, le loro conclusioni appaiono generalmente improntate ad un cauto possibilismo piuttosto che a certezza; ad esempio, Römer ammette: “Contrairement au code Deuteronomique deux textes du livre du Levitique interdisent d'une manière speficique les rapports homosexuelles entre deux hommes : il s'agit de Levitique 18,22 et 20,13”: (‘due brani di Levitico proibiscono in modo specifico i rapporti omosessuali tra due uomini’); e ancora: “De l'autre coté, des theologiens homosexuels et sympatisants de la lutte des gays et des lesbiennes s'efforcent de demontrer qu'aucun texte biblique ne s'oppose vraiment à l'amour homosexuel. Les textes du Levitique, par exemple, ne parleraient pas de l'homosexualité en general, mais viseraient des pratiques orgiastiques de la population cananeenne.” Si noti l’uso del condizionale, parleraient, ‘I testi di Levitico non parlerebbero di omosessualità in generale…’


[NOTA 7] cfr. anche Svegliatevi! del 22/09/1972 pag. 26.


[NOTA 8] Interessante è, in proposito, il seguente commento della Torre di Guardia del 15/07/97, pag. 10: “La storia non ci dice con esattezza quanto fosse diffusa fra i romani l’omosessualità. Senza dubbio, però, risentirono dell’influenza dei loro predecessori greci, fra i quali l’omosessualità era ampiamente praticata. C’era la consuetudine che uomini di una certa età corrompessero giovinetti, prendendoli sotto la propria tutela e instaurando un rapporto maestro-allievo che spesso induceva i giovani ad accettare comportamenti sessuali devianti.”


[NOTA 9] Alla medesima matrice ‘revisionista’ si possono ricondurre vari tentativi di leggere in certi brani biblici, che coinvolgono personaggi di provata dedizione a Dio, allusioni a presunte relazioni omosessuali. È il caso di Re Davide e Gionatan (2 Samuele 1:26: “Sono angustiato per te, fratello mio Gionatan, Mi eri molto piacevole. Il tuo amore era per me più meraviglioso dell’amore delle donne”) del centurione romano del quale, in Luca 7, è detto che Gesù guarì uno schiavo che ‘gli era caro’, e, addirittura di Gesù stesso, per il suo legame con l’apostolo Giovanni, ‘che egli amava’ (Giovanni 13:23). Sulla fondatezza di tale ermeneutica (peraltro del tutto minoritaria) si veda, ad esempio, L’omosessualità nella Bibbia, di Himbaza – Schenker – Edart , trad. M.Zappella, San Paolo 2007


[NOTA 10] In calce al racconto di Genesi 19 (i sodomiti insidiano gli ospiti angelici di Lot) la Bibbia CEI (2° ediz,, 1974) dice: “Diffusa tra i Cananei, l’omosessualità è severamente proibita dalla legge mosaica (Lv 18,22-24; 20:13,23; Gdc 19,22)”
[Modificato da EverLastingLife 28/07/2011 11:50]
22/07/2011 19:36
 
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[NOTA 11] Tutte le traduzioni bibliche riferite sono facilmente consultabili on-line, ad esempio attraverso il portale www.laparola.net.


[NOTA 12] Titus Flavius Iosephus, Contro Apione, II, 273-275.


[NOTA 13] Filone di Alessandria, De Abrahamo, 133.


[NOTA 14] Filone di Alessandria, De Specialibus Legibus, III, 36-37. Analogo il giudizio nella Mishnah (Sanhedrin 7,4) e nel Testamento dei dodici patriarchi del II secolo a.C.


[NOTA 15] www.zenit.org , articolo “Bibbia e omosessualità” del 24/01/2009.


[NOTA 16] "Secondo natura, bisessualità nel mondo antico" (Rizzoli, 1988)


[NOTA 17] www.zenit.org , articolo “I riferimenti all’omosessualità nella Bibbia e la posizione della Chiesa” del 26/06/2007.


[NOTA 18] Himbaza – Schenker – Edart, L’omosessualità nella Bibbia, trad. M.Zappella, San Paolo 2007, pag. 59.


[NOTA 19] Il Corriere del Ticino, articolo “Bibbia, ignoranza e omosessualità” del 09/01/2009.


[NOTA 20] Himbaza – Schenker – Edart, L’omosessualità nella Bibbia, trad. M.Zappella, San Paolo 2007, pag. 101.


[Modificato da EverLastingLife 23/07/2011 07:42]
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