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Allo studio a Cuba un nuovo vaccino contro il tumore al polmone

Ultimo Aggiornamento: 12/09/2011 20:55
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12/09/2011 20:55
 
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Potrebbe rallentare la malattia. Ma niente «viaggi della speranza»: il preparato deve essere ancora verificato a livello scientifico. E i precedenti invitano alla prudenza



MILANO - Un vaccino terapeutico contro il cancro al polmone è in sperimentazione sull’uomo a Cuba, dove i ricercatori stanno studiando anche la possibilità di una sua applicazione per altri tipi di tumore. Il prodotto è stato sviluppato negli ultimi 15 anni dal Centro di immunologia molecolare dell'Avana. Spiegano gli specialisti che lo stanno utilizzando: “Non può prevenire la malattia, ma sembra migliorare lo stato dei pazienti gravi”. Una speranza, ancora nulla di più. Occorre che anche i centri di ricerca di altri Paesi possano sudiarne meccanismi e ricadute cliniche. Non è la prima volta che annunci simili, senza il supporto di pubblicazioni scientifiche o di confronto in ambito congressuale, alimentino più il “turismo sanitario” o i “viaggi della speranza” che una costruttiva lotta al cancro. Che è internazionale e che non può dipendere dal business, di qualunque matrice sia. La commercializzazione della medicina a Cuba sembra, comunque, un passo che anticipa le esportazioni (sempre dopo l’approvazione delle agenzie del farmaco americana ed europea), se si considera che il cancro al polmone colpisce quasi cinque milioni di persone nel mondo e che provoca la morte di un milione di queste ogni anno.

IL MECCANISMO -La ricercatrice Gisela Gonzalez, a capo del progetto, spiega che il «vaccino offre la possibilità di convertire il cancro avanzato in una malattia cronica controllabile, poiché genera anticorpi contro le proteine che scatenano la mancanza di controllo nei processi di proliferazione cellulare». E già questo, se trovasse riscontro su un numero di pazienti adeguato e in studi clinici condotti in varie parti del mondo, sarebbe un notevole successo scientifico. Il cui merito andrebbe tutto ai ricercatori cubani. Al momento, però, il “vaccino” è stato registrato (sette mesi fa) solo a Cuba e solo per il polmone. Sono in corso studi per un suo utilizzo anche contro i tumori alla prostata, all'utero e al seno. Il medicinale è stato finora dato a malati in fase terminale che non hanno alternative di cura. Alla base del prodotto ci sarebbe una proteina umana legata alla proliferazione cellulare.

NIENTE ILLUSIONI - Cuba sta lavorando a progetti di vaccini terapeutici contro il cancro dal 1990, per volontà anche di Fidel Castro che, non va dimenticato, è da tempo malato. Forse di tumore, anche se alcuni medici smentiscono. Il padre della rivoluzione cubana, che ha compiuto 85 anni il 13 agosto, può "vivere fino a 140 anni", ha detto uno dei suoi ex medici, Eugenio Selman-Housein, durante l'inaugurazione di un seminario internazionale sui centenari a L'Avana. E’ certo che gli investimenti nel campo della ricerca sul cancro da parte del governo cubano sono decuplicati negli ultimi quindici anni. Gli scienziati cubani, però, vogliono evitare di diffondere false speranze su queste terapie sperimentali, applicando alla lettera seri protocolli di ricerca e sperimentazione internazionali. Anche perché, di recente, sono stati “macchiati” come reputazione dal caso del Vitadox, un prodotto anticancerogeno derivato da una tossina dello scorpione blu (un veleno estratto colpendo con una piccola scarica elettrica i grandi scorpioni, ma senza ucciderli) allevato appositamente e che, negli ultimi anni, ha portato nell’isola migliaia di europei (circa 8.000 italiani) e nordamericani. Secondo i produttori, il Vitadox, in circa 10 mila malati di cancro, ha «migliorato la qualità della vita» e «rallentato la crescita del tumore». Senza tuttavia curarlo definitivamente. Insomma, un buon rimedio palliativo. Sembra agire contro l’angiogenesi, cioè i nuovi vasi sanguigni che il tumore crea per “alimentarsi”. Grazie al tam tam su Internet, le ambasciate cubane in varie parti del mondo sono state subissate di richieste. I “viaggi della speranza” si sono moltiplicati, così come il via vai di corrieri del farmaco, alcuni veri e propri speculatori. Con cicli di cura “spacciati” a 900 euro a confezione (circa un mese). Sulla validità scientifica del veleno dello scorpione blu c’è finora solo la parola di chi ha creato il mercato. Ricorda i vari rimedi “miracolosi” che hanno attraversato negli anni anche il nostro Paese. A volte creando vere crisi politiche. Con il senno di poi, alzi la mano chi è a conoscenza di reali guarigioni dovute a uno dei tanti sieri, cocktail o vaccini saliti alla ribalta mediatica prima che a quella scientifica.

www.corriere.it/salute/sportello_cancro/11_settembre_11/tuomre-polmone-vaccino-cuba_94973ff0-dc53-11e0-a4d3-b67952ef5c...
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