Un errore di comunicazione tr banca e Inps ha scatenato l’equivoco. L’Ente pensionistico: «Errore rimediato, riceverà quanto dovuto senza ritardi»
claudio laugeri
Pubblicato il
26 Gennaio 2021
TORINO. Cancellato con un «clic». «Lei risulta morto», dice l’impiegato del San Paolo a Alfredo Mongelli, in pensione dopo aver lavorato per 42 anni come funzionario in un’azienda specializzata in vernici. «L’ho presa quasi sul ridere, mia moglie un po’ meno», scherza al telefono. La chiamata dalla banca era per avvisarlo che «non mi avrebbero pagato la pensione a febbraio, dal momento che risultavo morto». E questo avveniva il 21 gennaio, il giorno dopo aver incassato l’assegno del mese. «L’impiegato sapeva che ero vivo e mi ha chiamato – spiega Mongelli -. Ho tentato di chiarire la questione con l’Inps, ma c’è stato nulla da fare». Accesso alla piattaforma web, credenziali per l’applicazione sul cellulare: tutto cancellato. Già, perché era morto. Il pensionato ha chiamato il «call center», ha cercato di spiegare all’operatore che era un errore, ma ha ottenuto soltanto un appuntamento per il 28 gennaio. Così, ha scritto alla rubrica Specchio dei Tempi de La Stampa.
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