Congregazione battista esclude i coniugi di razze diverse
dalle funzioni religiose. «Ammesso solo il funerale»
Che le aree rurali del Kentucky non fossero all’avanguardia per i diritti civili era cosa nota, ma la decisione di una piccola chiesa battista di campagna di vietare le proprie attività alle coppie miste ha scatenato aspre polemiche in tutti gli Stati Uniti. I membri della Gulnare Freewill Baptist Church hanno approvato domenica scorsa, con 9 voti favorevoli e 6 contrari, la mozione sostenuta dall’ex pastore della congregazione Melvin Thompson. «La Gulnare Freewill Baptist Church non ammette i matrimoni misti, le cui parti non saranno accettate come membri e non potranno prestare servizio in chiesa o svolgere altre funzioni, fatta eccezione per i funerali», si legge nella dichiarazione di Thomson. Tutti saranno liberi di partecipare alle funzioni religiose della chiesa, ma le coppie miste non potranno diventarne membri.
IL CASO - Lo scorso giugno il pastore e alcuni fedeli avevano storto la bocca quando Stella Harville e il fidanzato Ticha Chikuni, un ventottenne dello Zimbabwe, avevano cantato insieme una canzone durante la messa. Al termine della funzione Thompson aveva comunicato al padre della ragazza che la coppia non avrebbe più potuto cantare. I ragazzi, che si erano incontrati durante gli studi al Georgetown College e che si sposeranno a luglio, frequentavano spesso la chiesa, dove Stella aveva anche fatto da segretaria per un breve periodo. Per gli Harville, i membri della congregazione erano come una grande famiglia allargata. Stella, che ha ventiquattro anni, è infatti figlia dell’ex diacono e attuale segretario della chiesa.
IL VOTO - La questione si è trascinata per mesi, fino a quando domenica scorsa l’ex pastore, che nel frattempo si è dimesso adducendo motivi di salute, ha portato la mozione davanti ai membri della chiesa. Solo 15 dei 42 fedeli hanno preso parte alla votazione, che ha avuto conseguenze disastrose per l’immagine della piccola congregazione religiosa. Il ritorno a vecchi pregiudizi razziali che si credevano ormai superati ha sollevato un polverone fra i membri della comunità ed ha raggiunto i vertici della Chiesa Battista. «Non siamo né bigotti né razzisti», ha specificato in un comunicato Keth Burden, segretario dell’associazione nazionale delle chiese battiste che raccoglie oltre 2.400 comunità. L’attuale pastore Stacy Stepp sta ora cercando di correre ai ripari, facendo forti pressioni per annullare il voto dello scandalo.
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