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E' deceduto il fratello Vito Fraese

Ultimo Aggiornamento: 09/11/2016 07:07
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03/11/2016 16:39
 
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La sua Biografia nella W 15/12/10

Ho visto il potere della verità biblica
Narrato da Vito Fraese


VI DICE niente il nome Trentinara? No? Trentinara non è che un piccolo paese a sud di Napoli. È lì che nacquero i miei genitori e Angelo, il mio fratello maggiore. Dopo la nascita di Angelo, papà e mamma emigrarono negli Stati Uniti e si stabilirono a Rochester, nello stato di New York, dove nel 1926 nacqui io. Nel 1922 mio padre ebbe i primi contatti con gli Studenti Biblici, come erano chiamati allora i testimoni di Geova. Ben presto sia lui che mia madre divennero Studenti Biblici.

Papà, pur essendo una persona calma e riflessiva, si indignava davanti alle ingiustizie e non sopportava che il clero tenesse la gente nell’ignoranza. Per questo non perdeva occasione di parlare ad altri delle verità bibliche. Dopo essere andato in pensione, intraprese il servizio a tempo pieno compiendolo fino all’età di 74 anni, quando lo dovette interrompere per via della salute e degli inverni rigidi. Tuttavia, continuò a dedicare dalle 40 alle 60 ore al mese all’opera di predicazione fino a oltre 90 anni. Il suo esempio ebbe un profondo effetto su di me. Anche se trovava il tempo per scherzare, papà era un uomo serio. “La verità bisogna viverla seriamente”, diceva sempre.

Papà e mamma fecero del loro meglio per insegnare a ognuno dei cinque figli la Parola di Dio. Il 23 agosto 1943 mi battezzai, e nel giugno del 1944 intrapresi il servizio di pioniere. A Geneva, nello stato di New York, mia sorella Carmela faceva la pioniera insieme alla sua compagna, Fern, una ragazza esuberante. Non mi ci volle molto per capire che Fern era la donna con cui volevo condividere il resto della mia vita, e nell’agosto del 1946 ci sposammo.

L’opera missionaria

Dopo il matrimonio Fern ed io servimmo come pionieri speciali in due congregazioni, Geneva e Norwich, nello stato di New York. Poi nell’agosto del 1948 avemmo il grandissimo privilegio di frequentare la 12a classe della Scuola missionaria di Galaad. Dopo di che fummo mandati in Italia, a Napoli, insieme a Carl e Joanne Ridgeway, un’altra coppia di missionari. A quel tempo Napoli cercava di riprendersi dalle devastazioni della guerra. Era difficile trovare casa e per alcuni mesi abitammo in un piccolo appartamento di due stanze.

Ero cresciuto sentendo i miei genitori parlare napoletano. Così il mio italiano, anche se con l’inevitabile inflessione americana, era sufficientemente comprensibile. Fern ebbe qualche difficoltà in più con la lingua, ma col tempo devo dire che non solo ha recuperato lo svantaggio ma mi ha sorpassato.

Inizialmente a Napoli le uniche persone interessate che trovammo erano i componenti di una famiglia di quattro persone che vendevano sigarette di contrabbando. Una di loro, Teresa, nel corso della giornata lavorativa subiva un’incredibile trasformazione. Al mattino, per via delle sigarette che teneva nascoste nelle molte tasche della gonna, sembrava molto grassa, ma la sera, come per incanto, diventava magra come uno stuzzicadenti. La verità trasformò completamente questa famiglia, di cui in seguito 16 componenti divennero Testimoni. Ora nella città di Napoli i testimoni di Geova sono quasi 3.700.

Opposizione alla nostra opera

Eravamo a Napoli solo da nove mesi quando le autorità costrinsero noi e i Ridgeway a lasciare la città. Andammo in Svizzera per circa un mese. Poi rientrammo in Italia con un visto turistico. Io e Fern fummo inviati a Torino. All’inizio una donna ci affittò una camera con l’uso del bagno e della cucina. Quando anche i Ridgeway arrivarono a Torino, affittammo insieme un appartamento. Alla fine eravamo cinque coppie di missionari che vivevano nella stessa casa.
Nel 1955 fummo costretti dalle autorità a lasciare Torino, ma erano già state poste le basi per la formazione di quattro nuove congregazioni e c’erano fratelli nominati in grado di prendersene cura. Le autorità ci dissero: “Siamo sicuri che quando voi americani ve ne sarete andati via, quello che avete costruito andrà a catafascio”. Ma l’incremento che c’è stato in seguito dimostra che il successo dell’opera dipende da Dio. Oggi a Torino ci sono più di 4.600 proclamatori e 56 congregazioni.

Firenze: una città stupenda

La nostra destinazione successiva fu Firenze. Avevamo sentito parlare spesso di questa città: mia sorella Carmela e suo marito Merlin Hartzler vi servivano come missionari. Ma viverci era un’altra cosa. Piazza della Signoria, Ponte Vecchio, Piazzale Michelangelo, Palazzo Pitti: una città stupenda! Ma ancor più straordinario fu vedere la reazione di alcuni fiorentini alla predicazione della buona notizia.

Studiammo la Bibbia con una famiglia e i genitori si battezzarono. Pur essendo battezzato, il padre aveva continuato a fumare. Nel 1973 La Torre di Guardia spiegò che fumare è una pratica impura ed esortò i lettori a vincere tale vizio. I figli maggiori implorarono il padre di smettere di fumare; lui promise di farlo, ma poi non mantenne la promessa. Una sera la madre mandò bruscamente via i due gemelli di nove anni che le avevano chiesto di fare una preghiera insieme prima di andare a letto. Poi, dispiaciuta, andò nella loro cameretta, ma i bambini avevano già pregato. “Cosa avete detto nella preghiera?” chiese la madre. Risposta: “Geova, per piacere, aiuta papà a smettere di fumare”. La donna chiamò subito il marito: “Vieni ad ascoltare la preghiera dei tuoi figli”. Nel sentirli, il marito scoppiò a piangere: “Non fumerò mai più una sigaretta!”, disse. Stavolta mantenne la promessa. Ora oltre 15 componenti della famiglia sono testimoni di Geova.

Servizio in Africa

Nel 1959 fummo trasferiti a Mogadiscio, in Somalia, insieme ad altri due missionari: mio fratello Angelo e Arturo Leveris. Al nostro arrivo la situazione politica era molto delicata. Il governo italiano, per conto dell’ONU, doveva condurre la Somalia all’indipendenza. Ma la situazione diventava sempre più critica.

Alcuni degli italiani con cui iniziammo a studiare lasciarono il paese e non fu possibile organizzare una congregazione a Mogadiscio.
In quel periodo il sorvegliante di zona suggerì che prestassi servizio come suo assistente. Così cominciammo a fare visite nei paesi vicini. Alcuni con cui iniziammo a studiare fecero progresso, ma dovettero lasciare il loro paese a motivo dell’opposizione. Altri rimasero anche se dovettero sopportare indicibili sofferenze. Quando ripensiamo al loro amore per Geova e a ciò che hanno dovuto soffrire per rimanere fedeli i nostri occhi si riempiono ancora di lacrime.


In Somalia e in Eritrea il caldo e l’umidità erano a volte insopportabili. Alcuni cibi locali contribuivano notevolmente ad aumentare la sensazione di calore. La prima volta che mangiammo uno di questi piatti tipici in casa di uno studente biblico mia moglie disse scherzando che le sue orecchie “si erano accese come dei semafori rossi”!

Quando Angelo e Arturo furono trasferiti altrove, noi rimanemmo soli. Il fatto di non avere fratelli che potessero in qualche modo incoraggiarci, se da una parte non fu facile da sopportare, dall’altra ci aiutò ad avvicinarci maggiormente a Geova e a confidare di più in lui. E anche le visite che facevamo nei paesi dove l’opera era proscritta furono per noi fonte di incoraggiamento.

In Somalia affrontammo qualche difficoltà di ordine pratico. Ad esempio, non avendo un frigorifero, compravamo di volta in volta solo la quantità di cibo che avremmo consumato quel giorno, che si trattasse di tranci di pesce martello o frutti locali come manghi, papaie, pompelmi, noci di cocco e banane. Spesso dovevamo combattere con grossi insetti che atterravano sul nostro collo mentre conducevamo gli studi biblici a domicilio. Meno male che per spostarci avevamo una Lambretta, e così non dovevamo camminare per ore sotto il sole rovente.

Ritorno in Italia

Nel 1961, grazie all’aiuto di fratelli generosi, tornammo in Italia su una bananiera in occasione dell’assemblea internazionale che doveva tenersi proprio a Torino. Lì ci fu comunicato che saremmo stati spostati. Nel settembre del 1962 ritornammo in Italia, dove cominciai a prestare servizio come sorvegliante di circoscrizione. Riuscimmo a comprare una Topolino, un’auto di piccola cilindrata con cui viaggiammo per cinque anni in due circoscrizioni.

Dopo aver sopportato il caldo dell’Africa ora ci trovammo a fare i conti con il freddo. Il primo inverno visitammo una congregazione ai piedi delle Alpi. Una notte dormimmo sopra il fienile in una camera senza riscaldamento. Faceva talmente freddo che fummo costretti ad andare a letto col cappotto. Quella notte per il freddo morirono quattro galline e due cani!

In seguito prestai servizio anche come sorvegliante di distretto. In quegli anni percorremmo tutta l’Italia. In alcune zone, come Calabria e Sicilia, ci siamo recati più e più volte. Abbiamo incoraggiato i giovani a crescere spiritualmente fino a rendersi idonei per servire come anziani, ministri viaggianti o beteliti.

Abbiamo imparato molto da fratelli e sorelle fedeli che hanno servito Geova con dedizione. Abbiamo apprezzato le loro qualità come la completa lealtà a Geova, la generosità, l’amore per i fratelli e lo spirito di sacrificio e di adattabilità. Abbiamo assistito a matrimoni celebrati nelle Sale del Regno da Testimoni riconosciuti come ministri di culto dallo Stato, cosa un tempo impensabile in Italia. I proclamatori non si riuniscono più nella cucina di fratelli su panche di legno, come anni addietro a Torino, ma nella maggioranza dei casi in belle Sale del Regno che fanno onore a Geova. Non teniamo più assemblee in cinema di secondo ordine, ma in spaziose Sale delle Assemblee. Abbiamo avuto la gioia di vedere i proclamatori aumentare fino a oltre 243.000. Quando arrivammo in Italia erano appena 490.

Abbiamo fatto la scelta giusta

Abbiamo anche avuto le nostre difficoltà, tra cui nostalgia e malattie. Fern provava nostalgia di casa ogni volta che vedeva il mare. Inoltre ha dovuto affrontare tre interventi chirurgici seri. In un’occasione, andando a fare uno studio biblico, fu aggredita da un’oppositrice a colpi di forca e zappa e finì all’ospedale.

Anche se in alcune circostanze abbiamo dovuto combattere contro lo scoraggiamento, siamo rimasti in ‘aspettativa di Geova’, come dice Lamentazioni 3:24. Geova è un Dio di conforto. In uno di questi periodi Fern ricevette dal fratello Knorr una bellissima lettera di incoraggiamento. Egli scrisse che, essendo nato proprio vicino a Bethlehem, in Pennsylvania, dove Fern iniziò il servizio di pioniera, sapeva bene che le donne di quella zona come lei, discendenti dei vecchi coloni tedeschi, sono forti e tenaci. Aveva ragione. Nel corso del tempo abbiamo ricevuto incoraggiamento in molti modi e da molti fratelli e sorelle.

Nonostante le difficoltà, abbiamo cercato di mantenere vivo lo zelo per il ministero. Scherzando Fern dice che lo spirito zelante è come il Lambrusco, un ottimo vino italiano effervescente: “Non dobbiamo lasciare che perda la sua effervescenza”. Dopo oltre 40 anni di servizio nella circoscrizione e nel distretto, abbiamo ricevuto il privilegio di visitare e organizzare gruppi e congregazioni di varie lingue che predicano a persone provenienti da paesi come Bangladesh, Cina, Eritrea, Etiopia, Filippine, Ghana, India, Nigeria, Srī Lanka, ecc. Non basterebbe un libro per raccontare il modo meraviglioso in cui il potere della Parola di Dio ha trasformato la vita di tante persone che hanno gustato la misericordia di Geova. — Mic. 7:18, 19.
Preghiamo Geova ogni giorno perché continui a darci la forza emotiva e fisica per continuare a svolgere il nostro ministero. La gioia del Signore è la nostra forza; fa brillare i nostri occhi e ci dà la consapevolezza di aver fatto la scelta giusta nella vita mentre diffondiamo la verità biblica. — Efes. 3:7; Col. 1:29.
03/11/2016 16:49
 
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Re: Re:
Condiglianze ai parenti!

Simon
03/11/2016 19:15
 
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Mi dispiace aver letto questa triste notizia....
Ho conosciuto Fraese negli anni 80 e poi l'ho rivisto ancora dopo parecchi anni...
Sicuramente un fratello di spessore spirituale!!!

Condoglianze sincere alla famiglia...
04/11/2016 15:29
 
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È venuto nella mia congregazione con anche la moglie
04/11/2016 15:30
 
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È stato molto incoraggiante
04/11/2016 21:35
 
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io l'ho conosciuto di persona...ottima persona, un fratello veramente in gamba con una moglie amabile e sincera, una coppia brillante , zelante e piena di amore per la congregazione e la verità, mi unisco al dolore dei tanti. [SM=g7364]
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Nella vita non ci sono problemi ma.....soluzioni.
06/11/2016 00:04
 
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Ho avuto il privilegio di conoscere Vito e Fern Fraese negli anni 90 quando fu il nostro sorvegliante di distretto.

Condoglianze alla famiglia
06/11/2016 12:17
 
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Città: PIOMBINO
Età: 85
Vito Fraese
io non ho conosciuto di persona questo nostro fratello ..ma lo conoscevo ugualmente.....tante condoglianze alla famiglia..
08/11/2016 20:26
 
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09/11/2016 07:07
 
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TdG
Mi piace di più ricordarmelo così come lo rivedremo nel Regno di Dio.

Ho delle piacevoli esperienze con lui e sua moglie.

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“Non aver timore, poiché io sono con te. Non guardare in giro,
poiché io sono il tuo Dio. Di sicuro ti fortificherò.
Sì, realmente ti aiuterò. Sì, davvero ti sorreggerò fermamente
con la mia destra di giustizia”.
(Isaia 41:10)

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