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Il Corano più antico ritrovato finora in Sicilia risale alla dominazione araba

Ultimo Aggiornamento: 14/02/2024 06:50
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13/02/2024 18:09
 
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Il Corano più antico ritrovato finora in Sicilia risale alla dominazione araba
Frammenti del capitolo delle Api del Corano (IX secolo), ritrovati in Sicilia, riconoscono il ruolo fondamentale alle api e il valore terapeutico del miele.



Un frammento del Corano risalente al IX secolo d.C è la più antica testimonianza scritta della presenza musulmana in Sicilia, e ci ricorda le radici islamiche, oltre che cristiane, dell'isola. Su questo ritrovamento si è concluso un progetto di ricerca che ha coinvolto studiosi dell'Università Statale di Milano, dell'Archivio Diocesano e del Museo San Rocco di Trapani.

Ritrovamento casuale. La pergamena di pelle di pecora, era stata "riciclata" come copertina di un registro di annotazioni matrimoniali della prima metà del XVI secolo, nell'area di Calatafimi. I caratteri in antica lingua araba avevano però insospettito Paolo Barresi (Università Kore di Enna) e Michele Giacalone (presidente dell'associazione Amici del Museo San Rocco).

Le indagini. I due studiosi hanno invitato a Trapani Giuseppe Mandalà, docente di Storia dei Paesi islamici all'Università Statale di Milano, per esaminare il reperto. L'esperto ha riconosciuto i caratteri cufici, lo stile grafico della lingua araba che prende il nome dalla città di Kufa, dove sarebbe avvenuta, a partire da VII secolo d.C., la fase di elaborazione più antica della lingua araba. Il reperto è stato quindi attribuito all'epoca musulmana della Sicilia, della quale rimangono rare testimonianze scritte, come il Corano di Palermo, un manoscritto datato 982-983 d.C., di origine siciliana, conservato in gran parte a Istanbul.


Il potere delle api. La traduzione effettuata da Mandalà si riferisce ad alcuni versetti della sura (nome dei capitoli) delle Api (Corano, XVI: 8-11). Il riferimento alle api deriva dal versetto 68: "E il tuo Signore ispirò alle api: dimorate nelle montagne, negli alberi e negli edifici degli uomini". E nel versetto successivo: "(…) Scaturisce dai loro ventri un liquido dai diversi colori, in cui c'è guarigione per gli uomini".

Ispirazione divina. Secondo il Corano, Allah, il creatore, ispirò il comportamento dei diversi animali, oltre a quello degli esseri umani. Quanto al miele, i vari colori sono determinati dai fiori da cui le api prelevano il polline, la sura quindi ne riconosce il potere curativo.


Libertà religiosa. La dominazione araba in Sicilia iniziò nell'anno 827 e terminò nel 1061, con la conquista normanna di Palermo. I cristiani dell'isola, come documenta il libro di Cesare Capone Gli arabi e l'Europa medievale (Ananke, 2014), furono subordinati alla sharia, la legge islamica, ma non propriamente vessati. Venivano riconosciuti come dhimmi, cioè liberi di praticare la loro religione, di risiedere dove volevano e di scegliere i mestieri, anche se erano obbligati a pagare una tassa più alta rispetto a quella dei musulmani.

I dhimmi siciliani non dovevano convertirsi alla religione dei dominatori in applicazione del versetto coranico (Corano, II: 257) che recita: "Non vi sia costrizione nella fede". Anche gli Ebrei erano considerati dhimmi e liberi di professare.

Reciprocità. Tutto ciò deve avere contato quando al potere salì il cristiano Federico II. Nella sua Costituzione del Regno di Sicilia del 1231 è scritto: "A Ebrei e Saraceni concediamo le medesime garanzie perché non vogliamo che innocenti vengano perseguitati soltanto perché ebrei o musulmani."

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13/02/2024 18:15
 
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Re:
Amalia 52, 13.02.2024 18:09:

Il Corano più antico ritrovato finora in Sicilia risale alla dominazione araba
Frammenti del capitolo delle Api del Corano (IX secolo), ritrovati in Sicilia, riconoscono il ruolo fondamentale alle api e il valore terapeutico del miele.



Un frammento del Corano risalente al IX secolo d.C è la più antica testimonianza scritta della presenza musulmana in Sicilia, e ci ricorda le radici islamiche, oltre che cristiane, dell'isola. Su questo ritrovamento si è concluso un progetto di ricerca che ha coinvolto studiosi dell'Università Statale di Milano, dell'Archivio Diocesano e del Museo San Rocco di Trapani.

Ritrovamento casuale. La pergamena di pelle di pecora, era stata "riciclata" come copertina di un registro di annotazioni matrimoniali della prima metà del XVI secolo, nell'area di Calatafimi. I caratteri in antica lingua araba avevano però insospettito Paolo Barresi (Università Kore di Enna) e Michele Giacalone (presidente dell'associazione Amici del Museo San Rocco). ...



Wow, degno di nota, ma non sorprendente, che le scoperte più eclatanti si facciano "per caso"!

Simon

13/02/2024 22:14
 
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Come i rotoli del mar morto
14/02/2024 06:50
 
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Claudia Claudia (1lT5230325), 13.02.2024 22:14:

Come i rotoli del mar morto



Si, esatto, il miti vuole che siano stati scoperti inseguendo una capra che stava scappando...

Simon
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