donCadei:
Si sa che i tdG sostengono che Gesù morì non sulla croce ma su un palo, cosa ribadita anche nel recende libro del 2017 dedicato a Gesù Cristo Gesù, la via, la verità, la vita che in nota a p. 300 dice:
«Il termine greco usato nei Vangeli per “palo” è stauròs. Un’opera di consultazione afferma: “Staurós è un palo piantato diritto (palo a punta); può servire a molteplici usi, come erigere steccati[...]; può avere anche il significato speciale di palizzata” (Dizionario dei concetti biblici del NT, a cura di L. Coenen – E. Beyereuther – H. Bietebhard, EDB – pp. 414-432).
Domandiamo se tutto ciò è vero. La citazione è esatta e con questa citazione vogliono dimostrare, con l'autorità di un'opera di consultazione, che Gesù non è morto in croce. Però dice solo mezza verità. Infatti l'articolo, di una ventina di pagine, alle pagine 417-418 aggiunge che stauròs, riferito al NT e quindi a Gesù, indica la codanna a morte in croce secondo l'uso romano (condanna emessa dal governatore romano Ponzio Pilato).
Caro il mio Cadei,
mi permetta di rimarcare che la sua critica, anche in questo caso, risulta un po’ stantia, come copiata da libri ingialliti degli anni '80. Sono ormai decenni che lei e i suoi pari affermate che le citazioni contenute nelle pubblicazioni dei tdG sono farlocche, che ribaltano il senso dell’opera citata etc. etc. Mi fa piacere vedere che in fin dei conti anche lei conclude che “La citazione è esatta”.
Le devo però ricordare che per noi tdG e per la nostra vita cristiana è del tutto irrilevante sapere con esattezza la forma dello strumento di tortura ed esecuzione capitale usato per mettere a morte Gesù: noi non adoriamo né veneriamo questo oggetto, al contrario di quello che lei insegna a fare al “gregge” cattolico di cui si occupa.
Ma vediamo come continua il suo ragionamento:
donCadei:
Infatti l'articolo, di una ventina di pagine, alle pagine 417-418 aggiunge che stauròs, riferito al NT e quindi a Gesù, indica la codanna a morte in croce secondo l'uso romano (condanna emessa dal governatore romano Ponzio Pilato). Come avveniva? Essa consisteva nella « affissione a una croce vera e propria, del condannato ancora in vita... Il condannato portava la trave trasversale (patibulum) nel luogo fissato... È qui che ha la sua origine il detto “portare lo stauròs” tipica espressione per indicare la punizione di uno schiavo... Il condannato viene legato con le braccia tese alla trave, che forse poggia sulle spalle ».
Quando le braccia erano inchiodate, il condannato veniva innalzato sul palo già piantato in terra. I due pali formavano una croce, che poteva avere la forma del segno + o più probabilmente di una T maiuscola.
Come si vede, il menzionato Dizionario non nega, ma espressamente afferma come più probabile l'inchiodatura di Gesù a uno stauròs a forma di croce. Si noti: solo probabile, perché il Vangelo non descrive la forma del legno a cui fu inchiodato!
Caro il mio Cadei, temo che lei si “fidi ciecamente” delle ricostruzioni pseudo-storiche che legge, senza alcun senso critico.
Le faccio notare quanto segue:
a) Il cosiddetto “uso romano” non è attestato in alcuno scrittore dell’antichità. Non esisteva alcuna procedura ”romana” (né greca, né persiana) di “crocifissione” e le fonti storiche a nostra disposizione non la descrivono.
b) L’affissione del condannato allo “stauros” o alla “crux” è documentata, ma l’affissione del “patibulum” (il testo greco del NT non usa solo “stauros” ma anche “xylon”) allo “stipes” piantato in terra è documentato unicamente nella fantasia di qualche scrittore moderno e nella sua, che li legge senza senso critico.
c) Il trasporto del “patibulum” (il greco del NT usa “stauros”) era una punizione conosciuta già dai tempi di Plauto, ma non era per forza o anzi per nulla collegata alla pratica della “crocefissione”. Nello specifico, non c’è alcuna prova che il “patibulum” andasse a costituire la “traversa” di un’ipotetica croce a T.
d) L’unica salma di un condannato alla crocefissione nella zona e nel periodo storico in cui visse Gesù non riporta alcun segno di chiodi nelle braccia, mentre nei polpacci era ancora presente un chiodo conficcato in senso trasversale al piede. Tutto questo non è compatibile con la sua ricostruzione fantasiosa di “crocifissione”.
L’unica cosa quasi precisa che ha affermato è la seguente “Si noti: solo probabile, perché il Vangelo non descrive la forma del legno a cui fu inchiodato!”. Devo solo appuntare che il “legno” aveva certamente la forma di un palo, mentre il NT non chiarisce la forma dello strumento di esecuzione capitale su cui morì Gesù. E detto da una persona che invita i suoi fedeli alla “venerazione della croce a forma di T” mi sembra pradossale.
Tralascio la sua polemica altrettanto stantia sulla citazione dal Liddell-Scott e proseguo:
donCadei:
… Ci domandiamo come mai essi insistono con queste mutilazioni. La risposta è semplice: tutti i dizionari, dopo il significato 'palo', aggiungono che nel NT significa 'croce'. In tal caso i tdG scrivono che sono in errore i dizionari, mentre loro sono nella 'verità'.
Giusto per farle capire quanto sia in errore:
“Croce, crocefissione
A. Nome
Stauros (σταυρὸς, 4716) denota, primariamente, “un palo verticale o trave.” Su quello venivano inchiodati i malfattori per metterli a morte. Sia il nome che il verbo σταυροṑ, “attaccare a un trave o palo,” sono originariamente da distinguere dalla forma ecclesiastica di “croce” a due bracci. La forma di quest’ultima aveva le sue origini dalla Caldea, ed era usata come simbolo del dio Tammuz (avendo la forma della mistica tau, l’iniziale del suo nome) in quel paese e nei paesi circostanti, incluso l’Egitto.”
(Vine’s complete expository dictionary, Thomas Nelson Publishers, 1996. P. 138)
Le auguro buona lettura.
donCadei:
Qual è il motivo della loro avversione alla croce? Siccome pensano che tutto ciò che appartiene alla Chiesa Cattolica e in genere alla cristianità è satanico, hanno bisogno di trovare significati pagani nella croce e di dire che Gesù morì su un palo. Ma possono dimostrarlo solo con citazioni mutilate.
Invito i tdG amanti della verità a verificare le citazioni che leggono, se sono complete o no!
La questione è molto più semplice, caro Cadei (stavo per scrivere “Caldei”!), se il NT avesse specificato la forma dello strumento di esecuzione, tutti ne avrebbero preso atto, anche noi tdG. Dal momento che non è così, come si permette la sua chiesa di farne uno strumento di venerazione?
Come detto, il problema non è nostro.
Simon