La Commissione ONU per i diritti umani ha espresso una sentenza di condanna contro la Federazione Russa e chiesto l'immediata liberazione dei fedeli illegittimanente detenuti. Il 29 maggio 2019 ha emanato un documento in relazione al caso di Dmitry Mikhailov da Shuya (regione di Ivanovo). Il suo arresto è stato riconosciuto come manifestazione di discriminazione religiosa. Il documento sottolinea che le conclusioni contenute "riguardano tutti coloro che si trovano in circostanze simili a quelle in cui è presente il signor Mikhailov" (paragrafo 77).
Contro la persecuzione dei testimoni di Geova russi sono stati presentati ricorsi in tre diversi organismi internazionali: la Corte europea dei diritti umani, la Commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite e il Comitato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite. Il documento su Dmitry Mikhailov rappresenta la prima decisione di un'autorità internazionale. La decisione è stata presa il 26 aprile 2019 durante l'84ma sessione della Commissione ONU per i diritti umani..
Questi sono alcuni passaggi sul caso Mikhailov.
"Alla Commissione è risultato chiaro che il signor Mikhailov non ha fatto altro che esercitare il suo diritto alla libertà di religione in armonia con l'articolo 18 del Patto, e per questo è stato detenuto dalle autorità. Pertanto, la Commissione ritiene che la detenzione di Mikhailov rientra nella categoria II. La Commissione inoltra il caso al Relatore speciale sulla libertà di religione affinché compia le ulteriori relative azioni"(paragrafo 53).
"Mikhailov è solo uno del crescente numero di testimoni di Geova in Russia che sono stati detenuti, imprigionati e accusati di attività criminale per aver semplicemente esercitato il diritto alla libertà di religione" (paragrafo 76).
"Tenendo conto di tutte le circostanze del caso, la misura appropriata sarebbe la risoluzione del caso nei confronti del signor Mikhailov e la concessione del diritto a ricevere un risarcimento o una compensazione in altra forma per il danno subìto in conformità con il diritto internazionale" (paragrafo 80).
"La Commissione sollecita il governo a garantire un'indagine completa e indipendente sulle circostanze della privazione arbitraria della libertà del Sig. Dmitry Mikhailov e ad adottare le misure appropriate in relazione a coloro che si sono resi colpevoli di violazione dei suoi diritti" (paragrafo 81).
Dmitry Mikhailov e sua moglie, Elena, hanno appreso che per diversi mesi a partire dalla fine del 2017 i loro telefoni sono stati messi sotto controllo ed essi stessi sono stati oggetto di videoregistrazioni segrete allo scopo di documentare le loro adunanze di congregazione. Il 19 aprile 2018, il comitato investigativo della Federazione russa della regione di Ivanovo ha aperto una causa penale contro di lui, dopo è stata condotta una perquisizione a casa loro. Dmitrij è stato arrestato ed inviato al carcere per sei mesi. Successivamente è stata incriminata anche sua moglie. Questo caso penale si basa sulla decisione della Corte Suprema di sciogliere e bandire le attività di tutte le organizzazioni dei Testimoni di Geova in Russia. Dmitry è stato accusato di finanziare e sostenere un'organizzazione proibita, sebbene il diritto di praticare qualsiasi religione da parte della Corte Suprema non sia stato formalmente revocato.
Cos'è la Commissione ONU per i diritti umani? Si tratta di una struttura delle Nazioni Unite dedita ad indagare sui casi di detenzione in contrasto con gli standard internazionali stabiliti nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell'uomo e in altri documenti internazionali. La Commissione ha il diritto di ricevere informazioni dalle autorità e dalle organizzazioni non governative, di incontrare i detenuti e i membri delle loro famiglie al fine di accertare i fatti. La Commissione presenta le sue conclusioni e raccomandazioni ai governi, nonché al Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite. Sebbene le decisioni della Commissione non siano vincolanti per gli Stati, possono contribuire a cambiare l'atteggiamento delle autorità di fronte a una vasta risonanza internazionale.
Precedentemente, ricorsi alla Commissione sono stati fatti in Kazakistan e Corea del sud. Nel gennaio 2017, il sessantenne Teymur Akhmedov è stato arrestato e imprigionato nel Kazakistan. E' stato condannato a cinque anni solo per aver condiviso le sue convinzioni con gli altri. Dopo aver esaurito le possibilità di ricorso interne al Kazakistan Akhmedov ha presentato una denuncia alla Commissione ONU per i diritti umani in relazione alla sua detenzione.
L'ONU ha condannato le azioni delle autorità kazake e ha chiesto la liberazione del credente. Nell'aprile 2018, il presidente del Kazakistan ha concesso la grazia a Teimur Akhmedov. In Corea del Sud, i giovani testimoni di Geova finivano in prigione per il rifiuto di prestare servizio nelle forze armate. Nell'agosto 2018, la Commissione ONU ha chiesto l'immediata liberazione dei prigionieri di coscienza e la loro rimozione dai casellari giudiziari.
Entro il 2019, tutti i testimoni di Geova sono stati rilasciati.
Secondo le regole della Commissione, il governo russo è stato informato della risoluzione presa prima che il ricorrente stesso ne venisse a conoscenza. Il governo russo ha ora sei mesi di tempo per rispondere alla Commissione informandola se la causa penale contro Mikhailov è stata sospesa, se è stata provveduta una compensazione, se è stata condotta un'indagine nei confronti dei trasgressori dei diritti e con quale risultato, e se sono state apportate modifiche legislative in relazione a questa violazione dei diritti. La Commissione si riserva il diritto di svolgere le proprie indagini in relazione a questo caso.
Fonte:
jw-russia.org/news/19060517-905.html