....: Scrittura del Giorno :....

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Argo.50
00mercoledì 23 settembre 2020 00:11
Mercoledì 23 settembre
Smetti di considerare contaminate le cose che Dio ha purificato (Atti 10:15)
Pietro era perplesso. Mentre si chiedeva cosa gli stesse cercando di dire quella voce, erano arrivati gli uomini mandati da Cornelio. A quel punto lo spirito santo disse a Pietro di seguirli, e lui senza esitare andò con loro a casa di Cornelio. Se si fosse basato solo sulle apparenze, Pietro non avrebbe mai messo piede a casa di Cornelio. Gli ebrei infatti non entravano in casa dei gentili. Allora perché Pietro decise di andare? Nonostante i forti pregiudizi che aveva, fu molto colpito dalla visione e dalle rassicuranti istruzioni ricevute attraverso lo spirito santo. Dopo aver ascoltato Cornelio, Pietro si sentì spinto a dichiarare: “Ora capisco veramente che Dio non è parziale, ma in ogni nazione accetta chi lo teme e fa ciò che è giusto” (Atti 10:34, 35). Questo nuovo principio relativo all’imparzialità avrà entusiasmato Pietro. w18.08 9 parr. 3-4
Argo.50
00giovedì 24 settembre 2020 00:15
Giovedì 24 settembre
Odiate ciò che è male (Amos 5:15)
Ovviamente evitiamo i comportamenti che Dio odia. Ma ci sono altre attività o campi della vita su cui la Bibbia non dà comandi specifici. In queste situazioni, come possiamo capire cosa piace a Dio? È qui che entra in gioco la nostra coscienza educata secondo la Bibbia. Spinto dall’amore, Geova ci ha dato dei princìpi che guidano la nostra coscienza. Lui stesso ci dice: “Io, Geova, sono il tuo Dio, colui che ti insegna per il tuo bene, colui che ti guida lungo la via in cui devi camminare” (Isa. 48:17, 18). Se riflettiamo con attenzione sui princìpi biblici facendo in modo che ci tocchino il cuore, possiamo correggere e modellare la nostra coscienza. Questo ci aiuterà a prendere decisioni sagge. Un principio è una verità o dottrina fondamentale che sta alla base di un ragionamento o di un’azione. Capire i princìpi ci permette di comprendere il modo di pensare di chi ci ha dato le leggi, cioè Geova, e le ragioni per cui ce le ha date. w18.06 17 par. 5; 18 parr. 8-10
Argo.50
00venerdì 25 settembre 2020 00:06
Venerdì 25 settembre
È lecito pagare il tributo a Cesare o no? (Matt. 22:17)
I sostenitori di Erode avevano sollevato l’argomento sperando che Gesù dicesse di non pagare quella tassa; così avrebbero potuto accusarlo di sedizione. Se invece avesse detto di pagarla, Gesù avrebbe potuto perdere il sostegno dei suoi seguaci. Gesù restò neutrale sulla questione delle tasse. Ovviamente sapeva che c’era molta corruzione tra gli esattori di tasse, ma non si soffermò su questo. Non voleva farsi distrarre dall’unica vera soluzione ai problemi: il Regno di Dio. In questo modo ha dato l’esempio a tutti i suoi seguaci. I cristiani non devono lasciarsi coinvolgere in questioni politiche, neanche quando sembra si tratti di una giusta causa. Piuttosto che soffermarsi sulle ingiustizie e crearsi forti opinioni o esprimere la propria contrarietà, cercano “il Regno e la giustizia di Dio” (Matt. 6:33). Molti testimoni di Geova si sono liberati dalle forti idee politiche che avevano un tempo. w18.06 6 parr. 9-11
Argo.50
00sabato 26 settembre 2020 00:21
Sabato 26 settembre
I figli del vero Dio notarono che quelle donne erano molto belle (Gen. 6:2)
Forse Satana tentò quegli angeli sleali non solo con la prospettiva di avere rapporti sessuali ma anche con la promessa di avere il dominio sugli esseri umani. Il suo obiettivo era probabilmente impedire che, come era stato profetizzato, arrivasse la ‘discendenza della donna’ (Gen. 3:15). Geova comunque non glielo permise: con il diluvio mandò a monte i piani di Satana e dei demòni. L’immoralità e l’orgoglio sono esche da non sottovalutare. Per secoli gli angeli che seguirono Satana avevano servito al cospetto di Dio, eppure permisero a desideri sbagliati di mettere radici e di crescere in loro. Allo stesso modo, noi possiamo aver servito per decenni nella parte terrena dell’organizzazione di Dio, ma desideri impuri possono mettere radici anche se ci troviamo in questo ambiente spiritualmente sano (1 Cor. 10:12). È importante quindi che ci analizziamo costantemente per vedere cosa abbiamo nel cuore, che respingiamo i pensieri immorali e che soffochiamo l’orgoglio (Gal. 5:26; Col. 3:5). w18.05 25 parr. 11-12

Argo.50
00domenica 27 settembre 2020 00:13
Domenica 27 settembre
Ho nel cuore un grande dolore e una sofferenza continua (Rom. 9:2)
Paolo si sentiva scoraggiato perché i giudei rifiutavano il messaggio del Regno. Eppure non perse mai le speranze. Nella stessa lettera ai cristiani di Roma, Paolo spiegò cosa provava per quei giudei: “Ciò che il mio cuore desidera e per cui supplico Dio è che essi siano salvati. Infatti rendo loro testimonianza che hanno zelo per Dio, ma non secondo una conoscenza accurata” (Rom. 10:1, 2). Paolo disse che continuava a predicare a quei giudei perché questo era ‘ciò che il suo cuore desiderava’; voleva sinceramente che si salvassero (Rom. 11:13, 14). Supplicava Dio perché li aiutasse ad accettare il messaggio del Regno. Paolo aggiunse: “Hanno zelo per Dio”. Vedeva il buono che c’era negli altri, il loro potenziale. Se lo zelo viene ben indirizzato, persone dal cuore sincero possono trasformarsi in zelanti discepoli di Cristo, come Paolo sapeva per esperienza personale. w18.05 13 par. 4; 15-16 parr. 13-14

Argo.50
00lunedì 28 settembre 2020 00:11
Lunedì 28 settembre
[Pronunciate] parole buone che edifichino secondo la necessità e facciano bene a chi le ascolta (Efes. 4:29)
Ognuno di noi dovrebbe essere attento a capire i bisogni degli altri. Paolo disse ai cristiani ebrei: “Rinvigorite le mani fiacche e le ginocchia deboli, e continuate a fare sentieri diritti per i vostri piedi, affinché ciò che è zoppicante non si sloghi, ma guarisca” (Ebr. 12:12, 13). Tutti noi, giovani compresi, possiamo edificarci a vicenda con parole incoraggianti. Paolo diede questo consiglio: “Se dunque c’è qualche incoraggiamento in Cristo, qualche consolazione che nasce dall’amore, qualche comunione di spirito, se ci sono tenero affetto e compassione, rendete completa la mia gioia avendo lo stesso modo di pensare e lo stesso amore, essendo perfettamente uniti e dello stesso pensiero. Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma, con umiltà, considerate gli altri superiori a voi; non cercate solamente il vostro interesse, ma anche quello degli altri” (Filip. 2:1-4). w18.04 22 par. 10; 23 par. 12

Argo.50
00martedì 29 settembre 2020 00:03
Martedì 29 settembre
Siate come persone libere, usando la vostra libertà come schiavi di Dio (1 Piet. 2:16)
Lo scopo per cui Geova ci ha liberato tramite Gesù dalla legge del peccato e della morte è quello di permetterci di vivere una vita dedicata a Lui come Suoi schiavi. Il modo migliore di usare la nostra libertà è impegnarsi al massimo per raggiungere obiettivi spirituali. Questo ci impedirà di diventare di nuovo schiavi delle ambizioni e dei desideri tipici del mondo (Gal. 5:16). Pensiamo per esempio al patriarca Noè e alla sua famiglia. Vivevano in un mondo violento e immorale, eppure evitarono di lasciarsi influenzare dai desideri e dagli obiettivi delle persone che li circondavano. Come ci riuscirono? Si dedicarono con impegno alle attività che Geova aveva comandato loro di compiere: costruire l’arca, preparare provviste per sé e per gli animali, e avvertire la gente. Infatti leggiamo: “Noè fece tutto ciò che Dio gli aveva comandato. Fece proprio così” (Gen. 6:22). Questo permise a lui e alla sua famiglia di sopravvivere alla fine di quel mondo (Ebr. 11:7). w18.04 10 par. 8; 11 parr. 11-12

Argo.50
00mercoledì 30 settembre 2020 00:06
Mercoledì 30 settembre
Ti darò tutta questa autorità e lo splendore di questi regni, perché essa mi è stata data e io la do a chi voglio (Luca 4:6)
Satana e i demòni usano non solo i governi ma anche la falsa religione e il sistema commerciale per sviare “l’intera terra abitata” (Riv. 12:9). Attraverso la falsa religione Satana diffonde menzogne su Geova. Inoltre sembra essere deciso a far dimenticare il nome di Dio a più persone possibili (Ger. 23:26, 27). Di conseguenza molti vengono ingannati; infatti pensano in buona fede di adorare Dio ma in realtà adorano demòni (1 Cor. 10:20; 2 Cor. 11:13-15). Satana diffonde menzogne anche usando il sistema commerciale. Questo sistema, per esempio, spesso insegna che il modo migliore per essere felici è avere tanti soldi e cose materiali (Prov. 18:11). Quelli che credono a questa bugia passano la vita a servire la “Ricchezza” anziché Dio (Matt. 6:24). Col tempo il loro amore per le cose materiali può soffocare l’amore per Dio (Matt. 13:22; 1 Giov. 2:15, 16). w18.05 23 parr. 6-7
Argo.50
00giovedì 1 ottobre 2020 00:06
Giovedì 1° ottobre
Piangete con quelli che piangono (Rom. 12:15)
A differenza di Geova e di Gesù, noi non siamo capaci di vedere cosa c’è nel cuore delle persone. Ma possiamo comunque cercare di capire quali sono i loro sentimenti e i loro bisogni (2 Cor. 11:29). Al contrario della gente egoista che ci circonda, vogliamo avere a cuore non “solamente il [nostro] interesse, ma anche quello degli altri” (Filip. 2:4). In particolare gli anziani devono avere empatia per gli altri. Geova li considera responsabili del modo in cui trattano le pecore che ha affidato loro (Ebr. 13:17). Gli anziani devono capire cosa provano i fratelli e le sorelle per poterli aiutare. Come possono mostrare empatia? Un anziano che mostra empatia trascorre del tempo con i fratelli. Fa loro domande e poi li ascolta con attenzione e pazienza. Questo è particolarmente importante se un fratello o una sorella vuole esprimere quello che prova ma fa fatica a trovare le parole (Prov. 20:5). Usando volentieri il suo tempo per gli altri, un anziano rafforza il legame di amicizia, fiducia e amore tra lui e i fratelli (Atti 20:37). w19.03 17 parr. 14-17

Argo.50
00venerdì 2 ottobre 2020 00:04
Venerdì 2 ottobre
Come mele d’oro in vassoi d’argento lavorato è una parola detta al momento giusto (Prov. 25:11)
Possiamo paragonare la gratitudine a un buon pasto. Sicuramente c’è più gusto quando lo condividiamo con altri. Quando gli altri dimostrano che ci sono grati, ci sentiamo felici. Quando siamo noi a dimostrare la nostra gratitudine rendiamo felici gli altri. Se una persona sa che le siamo grati per l’aiuto che ci ha dato, è contenta di aver fatto qualcosa per noi. Di conseguenza l’amicizia tra noi e quella persona si rafforza. Come indica la scrittura di oggi, quello che diciamo per esprimere gratitudine ha un grande valore. Immaginiamo quanto dev’essere bello un vassoio d’argento con dentro delle mele d’oro. Sicuramente sarebbe un regalo dal valore notevole! Quello che diciamo agli altri per esprimere gratitudine può avere lo stesso valore. Inoltre una mela d’oro dura nel tempo. In modo simile, le nostre parole di apprezzamento possono avere un grande effetto sugli altri, che probabilmente le ricorderanno per il resto della loro vita. w19.02 15 parr. 5-6

Argo.50
00sabato 3 ottobre 2020 00:07
Sabato 3 ottobre
L’uomo è diventato simile a uno di noi nel conoscere il bene e il male (Gen. 3:22)
Quando mangiarono il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male, Adamo ed Eva dimostrarono chiaramente che non avevano fiducia in Geova e nelle sue norme. Scelsero di stabilire da soli cosa è giusto e cosa è sbagliato. Ma rifletti sui risultati della loro scelta: persero l’amicizia di Geova e la possibilità di vivere per sempre. Inoltre trasmisero il peccato e la morte ai loro figli (Rom. 5:12). Vediamo la differenza tra il comportamento di Adamo ed Eva e quello di un eunuco etiope. Quando Filippo gli diede testimonianza, l’eunuco fu così grato per quello che Geova e Gesù avevano fatto per lui che si battezzò immediatamente (Atti 8:34-38). Quando ci dedichiamo a Dio e, come l’eunuco, ci battezziamo, dimostriamo chiaramente che siamo grati a Geova e Gesù per quello che hanno fatto per noi. Dimostriamo anche di avere fiducia in Geova e di riconoscere che deve essere lui a stabilire cosa è giusto e cosa è sbagliato. w19.03 2 parr. 1-2
Argo.50
00domenica 4 ottobre 2020 00:32
Domenica 4 ottobre
Non rinuncerò alla mia integrità! (Giob. 27:5)
Per i servitori di Dio essere integri significa amarlo con tutto il cuore ed essergli completamente devoti, così da prendere decisioni che tengano conto prima di tutto della sua volontà. Nella Bibbia la parola tradotta “integrità” si riferisce a qualcosa di completo, intero o sano. Ad esempio, gli animali sacrificati a Geova dovevano essere sani (Lev. 22:21, 22). I servitori di Dio non potevano offrire un animale a cui mancava una gamba, un orecchio o un occhio. Non potevano neppure offrire animali malati. Per Geova era importante che l’animale fosse sano e senza difetti (Mal. 1:6-9). Non è difficile capire perché. Infatti quando compriamo qualcosa, ad esempio un frutto, un attrezzo o un libro, vogliamo che sia completo e intatto. Non ne scegliamo uno rovinato o a cui manca qualche pezzo. Allo stesso modo, Geova vuole che il nostro amore e la nostra lealtà nei suoi confronti siano completi. w19.02 3 par. 3

Argo.50
00lunedì 5 ottobre 2020 00:01
Lunedì 5 ottobre
Quanto amo la tua legge! Su di essa rifletto tutto il giorno (Sal. 119:97)
Per salvaguardare il nostro cuore, non basta respingere le influenze negative; dobbiamo anche far entrare quelle positive. Nelle antiche città circondate da mura il guardiano chiudeva le porte per fermare le invasioni nemiche, ma in altre occasioni le apriva per far portare all’interno cibo e altre provviste. Se non avesse mai aperto le porte, gli abitanti della città avrebbero sofferto la fame. In modo simile, dobbiamo aprire regolarmente le porte del nostro cuore per far entrare i pensieri di Dio. La Bibbia contiene i pensieri di Geova. Quindi ogni volta che la leggiamo lasciamo che questi influiscano sul nostro modo di pensare, sui nostri sentimenti e sulle nostre azioni. Inoltre per trarre il massimo dalla lettura della Bibbia è fondamentale pregare perché lui ci aiuti a ‘vedere chiaramente le meraviglie’ della sua Parola (Sal. 119:18). Dobbiamo anche meditare su quello che leggiamo. Quando preghiamo, leggiamo e meditiamo, la Parola di Dio agisce “nel profondo del [nostro] cuore”, e così impariamo ad amare il modo di pensare di Geova (Prov. 4:20-22). w19.01 18 parr. 14-15

Argo.50
00martedì 6 ottobre 2020 00:06
Martedì 6 ottobre
Offriamo sempre a Dio un sacrificio di lode (Ebr. 13:15)
Geova sa che capacità e circostanze variano da persona a persona. Quindi apprezza profondamente i sacrifici che siamo in grado di offrirgli. Pensiamo ai tipi di sacrifici che accettava dagli israeliti. Alcuni di loro potevano offrire un agnello o un capretto, ma i più poveri magari offrivano “due tortore o due piccoli di piccione”. Se non riuscivano a offrire nemmeno quello, allora Geova accettava “un decimo di efa di fior di farina” (Lev. 5:7, 11). La farina costava di meno, ma Geova apprezzava lo stesso quel sacrificio, a patto che si trattasse di “fior di farina”, cioè farina di ottima qualità. Dio la pensa allo stesso modo oggi. Non pretende che tutti, quando commentano, siano eloquenti come Apollo o convincenti come Paolo (Atti 18:24; 26:28). Geova vuole soltanto che commentiamo dandogli il meglio, in base a quello che riusciamo a fare. Per esempio, Geova considerò molto preziosa l’offerta della vedova, anche se fu solo di due monetine, perché gli aveva dato il meglio che poteva (Luca 21:1-4). w19.01 8-9 parr. 3-5

Argo.50
00mercoledì 7 ottobre 2020 00:05
Mercoledì 7 ottobre
Sarete odiati da tutti a causa del mio nome (Matt. 10:22)

Essendo seguaci di Cristo ci aspettiamo di essere odiati. Gesù infatti predisse che durante gli ultimi giorni i suoi discepoli sarebbero stati oggetto di violenta persecuzione (Matt. 24:9; Giov. 15:20). La profezia di Isaia dice che i nostri nemici non solo ci avrebbero odiato, ma avrebbero usato vari tipi di armi contro di noi. Tra le armi utilizzate ci sono subdoli inganni, sfacciate bugie e brutale persecuzione (Matt. 5:11). Geova non impedisce ai nemici di usare le loro armi per attaccarci (Efes. 6:12; Riv. 12:17). Ma non dobbiamo avere paura. Geova ha detto che “nessun’arma” utilizzata contro di noi “avrà successo” (Isa. 54:17). Come un muro che blocca gli effetti distruttivi di una pioggia violenta, Geova ci protegge dal “soffio dei tiranni” (Isa. 25:4, 5). I nostri nemici non riusciranno mai a danneggiarci in modo permanente (Isa. 65:17). Tutti i nemici dei servitori di Dio “saranno annientati, scompariranno” (Isa. 41:11, 12). w19.01 6-7 parr. 13-16

Argo.50
00giovedì 8 ottobre 2020 00:06
Giovedì 8 ottobre
Dove c’è lo spirito di Geova c’è libertà (2 Cor. 3:17)
Se ti piace la libertà è perché è così che Geova ti ha creato. Lui infatti ama la libertà. Allo stesso tempo però desidera proteggerti, e per questo vuole che usi la libertà in modo responsabile. Forse conosci dei ragazzi che guardano materiale pornografico, hanno una condotta immorale in campo sessuale, praticano sport estremi, si drogano o esagerano con l’alcol. Cose come queste possono dare un momentaneo piacere o una scarica di adrenalina. Ma spesso si pagano a caro prezzo, con malattie, dipendenze o perfino la morte (Gal. 6:7, 8). È ovvio che la libertà che questi ragazzi pensano di avere è solo una crudele illusione (Tito 3:3). Ubbidire a Dio invece è per il tuo bene e ti rende davvero libero (Sal. 19:7-11). Inoltre, se usi saggiamente la tua libertà, cioè scegli di ubbidire alle leggi e ai princìpi di Dio, dimostri a lui e ai tuoi genitori che sei una persona affidabile. Così i tuoi genitori probabilmente ti concederanno più libertà (Rom. 8:21). w18.12 22-23 parr. 16-17

Argo.50
00venerdì 9 ottobre 2020 00:06
Venerdì 9 ottobre
L’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno una sola carne (Gen. 2:24)
Con il peccato di Adamo cambiarono molte cose. Da quel momento subentrò la morte, e questa influì sul matrimonio. Infatti l’apostolo Paolo, spiegando che i cristiani non erano più sotto la Legge mosaica, scrisse che la morte mette fine al matrimonio e che il coniuge rimasto solo è libero di risposarsi (Rom. 7:1-3). La Legge che Dio diede alla nazione d’Israele conteneva molte norme sul matrimonio. Facciamo un esempio. Ancora prima che Dio desse la Legge, si era diffusa l’usanza della poligamia. La Legge fornì norme che la regolamentavano e che tutelavano donne e bambini in caso di maltrattamenti. Se un israelita sposava una schiava e poi prendeva una seconda moglie, doveva continuare a rispettare i suoi doveri verso la prima moglie senza toglierle niente. Dio richiedeva che la proteggesse, si prendesse cura di lei e le provvedesse tutto il necessario (Eso. 21:9, 10). Anche se oggi non osserviamo più la Legge mosaica, le sue norme ci aiutano a capire quanto Dio consideri prezioso il matrimonio. Vogliamo senz’altro considerarlo allo stesso modo. w18.12 10 par. 3; 11 parr. 5-6

Argo.50
00sabato 10 ottobre 2020 00:13
Sabato 10 ottobre
Non credereste nemmeno se ve lo raccontassero (Abac. 1:5)
Dopo avergli espresso le sue paure e preoccupazioni, Abacuc probabilmente si chiedeva come Geova avrebbe reagito. Proprio come un Padre, Geova fu comprensivo nei suoi confronti, perché gli voleva bene e sapeva quanto stesse soffrendo. Non lo rimproverò per essersi lamentato, ma gli disse cosa sarebbe presto successo agli ebrei ribelli. È possibile che Abacuc sia stata la prima persona a cui Geova rivelò che di lì a poco sarebbe stata fatta giustizia. Geova spiegò ad Abacuc che stava per intervenire. Con l’espressione “ai vostri giorni”, Geova fece capire che il giudizio sarebbe avvenuto durante la vita del profeta o dei suoi contemporanei. Avrebbe usato i caldei, cioè i babilonesi, per punire i violenti e malvagi abitanti di Giuda. Questa non era la risposta che Abacuc si aspettava, perché voleva dire che gli israeliti avrebbero sofferto ancora di più. w18.11 15 parr. 7-8
Argo.50
00domenica 11 ottobre 2020 00:03
Domenica 11 ottobre
Dio vuole che ogni tipo di persona sia salvata e giunga all’accurata conoscenza della verità (1 Tim. 2:4)
Che opinione abbiamo delle tante persone che non conoscono ancora la verità? L’apostolo Paolo non si limitò a predicare agli ebrei che conoscevano già qualcosa riguardo a Dio. Durante il suo primo viaggio missionario, ad esempio, gli abitanti di Listra scambiarono lui e Barnaba per delle divinità, l’incarnazione dei falsi dèi Zeus ed Hermes. Paolo e Barnaba approfittarono della situazione per godersi un po’ di popolarità? Pensarono forse che questa potesse essere una pausa meritata, dopo le persecuzioni subite nelle ultime due città in cui erano stati? Si convinsero che magari un po’ di pubblicità li avrebbe aiutati a promuovere la buona notizia? Niente affatto! Si strapparono immediatamente le vesti e si precipitarono in mezzo alla folla, gridando: “Perché fate questo? Anche noi siamo esseri umani e abbiamo le stesse fragilità che avete voi” (Atti 14:8-15). w18.09 5 parr. 8-9

Argo.50
00lunedì 12 ottobre 2020 00:04
Lunedì 12 ottobre
Non sapete che gli ingiusti non erediteranno il Regno di Dio? E alcuni di voi erano persone del genere. Ma siete stati lavati, siete stati dichiarati giusti (1 Cor. 6:9, 11)
Per accettare la verità e vivere secondo le norme esposte nella Bibbia, dobbiamo essere pronti a cambiare il nostro modo di pensare e di agire. A questo proposito Pietro scrisse: “Come figli ubbidienti, smettete di farvi modellare dai desideri che avevate in passato, quando eravate nell’ignoranza, ma [...] diventate anche voi santi in tutta la vostra condotta” (1 Piet. 1:14, 15). Gli abitanti di Corinto erano persone moralmente corrotte, quindi per accettare la verità ed essere puri agli occhi di Geova dovevano fare grossi cambiamenti. Anche oggi molti hanno accettato la verità e smesso di praticare ciò che Dio odia. Pietro si riferiva a cambiamenti di questo tipo quando scrisse: “È già abbastanza il tempo che avete passato a fare la volontà delle nazioni, tempo in cui vi davate a comportamenti sfrontati, passioni incontrollate, ubriachezze, feste sfrenate, bevute di gruppo e illecite pratiche idolatriche” (1 Piet. 4:3). w18.11 6 par. 13
Argo.50
00martedì 13 ottobre 2020 00:08
Martedì 13 ottobre
Tutti quelli che avevano la giusta disposizione per ricevere la vita eterna diventarono credenti (Atti 13:48)
Come facciamo a trovare quelli che hanno “la giusta disposizione per ricevere la vita eterna”? Come per i cristiani del I secolo, l’unico modo è predicare. Gesù infatti disse: “In qualunque città o villaggio entriate, cercate chi è meritevole” (Matt. 10:11). Ovviamente non ci aspettiamo che una persona orgogliosa o non interessata alle cose spirituali ascolti la buona notizia. Siamo alla ricerca di persone umili che vogliono trovare la verità. Possiamo paragonare questa ricerca a quello che faceva Gesù quando era falegname. Per poter costruire un mobile, una porta, un giogo o altro, doveva prima di tutto trovare il legno adatto. Dopodiché poteva prendere i suoi attrezzi e usare le sue capacità per realizzare quell’oggetto. Anche noi oggi dobbiamo prima trovare “chi è meritevole” e poi possiamo usare i nostri strumenti e le nostre capacità per aiutarlo a diventare un discepolo (Matt. 28:19, 20). w18.10 12 parr. 3-4

Argo.50
00mercoledì 14 ottobre 2020 00:07
Mercoledì 14 ottobre
Filippo scese nella città di Samaria e si mise a predicare il Cristo (Atti 8:5)
Filippo l’evangelizzatore si concentrò sul suo ministero anche quando la sua vita subì dei cambiamenti, e per questo è un ottimo esempio da imitare. Filippo stava svolgendo un nuovo incarico di servizio a Gerusalemme (Atti 6:1-6). Poi tutto cambiò: Stefano fu assassinato e scoppiò una forte persecuzione, che costrinse i cristiani a fuggire dalla città. Filippo però voleva continuare a darsi da fare per Geova. Andò quindi a predicare a Samaria, una città in cui molti non conoscevano ancora la buona notizia (Matt. 10:5; Atti 8:1). Filippo era disposto ad andare ovunque lo spirito di Dio lo avesse portato, e così Geova lo usò per predicare in nuovi territori. A differenza di molti ebrei che disprezzavano i samaritani e li maltrattavano, Filippo non ebbe pregiudizi e parlò loro della buona notizia. Il risultato fu che “le folle, unanimi, [prestarono] attenzione a quello che Filippo diceva” (Atti 8:6-8). Filippo negli anni rimase concentrato sul suo ministero. Di conseguenza Geova continuò a benedire lui e la sua famiglia (Atti 21:8, 9). w18.10 30 parr. 14-16

Argo.50
00giovedì 15 ottobre 2020 00:15
Giovedì 15 ottobre
Interessiamoci gli uni degli altri per spronarci all’amore e alle opere eccellenti (Ebr. 10:24)
Una volta, nella regione della Decapoli, alcune persone andarono da Gesù e “gli portarono un sordo che aveva difficoltà a parlare” (Mar. 7:31-35). Gesù non lo guarì davanti a tutti, ma “lo prese in disparte”. Questo perché, a causa dei suoi problemi fisici, l’uomo probabilmente si sentiva a disagio in mezzo a una folla. Forse percependo questo disagio Gesù decise di guarirlo in privato. Noi ovviamente non possiamo compiere miracoli, ma dovremmo tenere conto dei bisogni e dei sentimenti dei nostri fratelli. Gesù capì come si sentiva quell’uomo e fu premuroso con lui. Anche noi dovremmo mostrare considerazione a chi è anziano o malato. La caratteristica più importante della congregazione cristiana è l’amore, non l’efficienza (Giov. 13:34, 35). L’amore ci spinge a fare tutto il possibile per aiutare fratelli e sorelle avanti con gli anni o con disabilità a frequentare le adunanze e partecipare all’opera di predicazione. Li aiutiamo anche se ci costa uno sforzo in più o se quello che possono fare è limitato (Matt. 13:23). w18.09 29-30 parr. 7-8

Argo.50
00venerdì 16 ottobre 2020 00:18
Venerdì 16 ottobre
Ciascuno di noi cerchi di far piacere al prossimo per il suo bene, per edificarlo (Rom. 15:2)
Geova considera ogni suo servitore estremamente prezioso. Gesù, che ha dato la sua vita come riscatto, prova gli stessi sentimenti (Gal. 2:20). Anche noi vogliamo molto bene ai nostri fratelli e alle nostre sorelle, quindi li trattiamo con tenerezza e amore. Se “cerchiamo quello che contribuisce alla pace e all’edificazione reciproca”, riusciremo a essere incoraggianti (Rom. 14:19). Non vediamo l’ora di vivere nel Paradiso, dove non avremo motivo di essere scoraggiati! Non ci saranno più malattie, guerre, morte, persecuzioni, problemi familiari né delusioni di nessun tipo. Una volta passati i 1.000 anni gli esseri umani avranno raggiunto la perfezione. Chi supererà la prova finale sarà adottato come figlio terreno di Geova Dio e avrà “la gloriosa libertà dei figli di Dio” (Rom. 8:21). Continuiamo quindi a rafforzare gli altri con il nostro amore e aiutiamoci a vicenda in modo da entrare nel meraviglioso nuovo mondo che Dio ci promette. w18.09 14 par. 10; 16 par. 18

Argo.50
00sabato 17 ottobre 2020 00:09
Sabato 17 ottobre
Quanto amo la tua legge! Su di essa rifletto tutto il giorno (Sal. 119:97)
Studiare la Parola di Dio non significa leggere in maniera superficiale o semplicemente sottolineare le risposte. Significa cercare di imparare qualcosa di nuovo su Geova, sul suo modo di pensare e di agire. Dovremmo capire perché Geova dice di fare o non fare qualcosa e riflettere sui cambiamenti che dobbiamo apportare al nostro modo di pensare o alla nostra vita. Anche se non riusciremo a soffermarci sempre su tutti questi punti, ogni volta che studiamo ci sarà comunque utile dedicare magari la metà del tempo alla meditazione (1 Tim. 4:15). Quando meditiamo regolarmente sulla Parola di Dio ‘ci accertiamo’ del fatto che il modo di ragionare di Geova è perfetto. Iniziamo così a vedere le cose dal suo punto di vista e ci sentiamo in sintonia con i suoi pensieri. La nostra mente viene ‘rinnovata’ e sviluppiamo un nuovo modo di pensare: il modo di pensare di Geova (Rom. 12:2). w18.11 24 parr. 5-6
https://wol.jw.org/it/wol/h/r6/lp-i
Argo.50
00domenica 18 ottobre 2020 00:08
Domenica 18 ottobre
Siamo collaboratori di Dio (1 Cor. 3:9)
Nel I secolo Paolo definì sé stesso e altri cristiani “collaboratori di Dio” perché svolgevano il compito di piantare e innaffiare i semi della verità del Regno (1 Cor. 3:6). Anche noi possiamo essere “collaboratori di Dio” usando generosamente tempo, risorse ed energie per svolgere l’opera di predicazione che ci ha affidato. Questo è davvero un grande onore per noi! Quando usiamo con generosità tempo ed energie per predicare e fare discepoli proviamo grande gioia. Come molti fratelli e sorelle possono confermare, poche cose danno più soddisfazione che studiare la Bibbia con persone che fanno progressi spirituali. Vedere i loro visi raggianti quando capiscono le verità bibliche, rafforzano la loro fede, fanno cambiamenti nella loro vita e iniziano a parlare ad altri della verità ci rende molto felici. Gesù provò la stessa felicità quando i 70 che aveva mandato a predicare “tornarono pieni di gioia” per i buoni risultati ottenuti (Luca 10:17-21). w18.08 20 parr. 11-12

Argo.50
00lunedì 19 ottobre 2020 00:07
Lunedì 19 ottobre
Chi confida nel proprio cuore è stupido (Prov. 28:26)
Se facciamo troppo affidamento su noi stessi potremmo cominciare a pensare che non ci serve conoscere tutti i fatti per capire bene una situazione. Anche i contrasti con i fratelli della congregazione sono un motivo per cui potremmo far fatica a valutare le cose nel modo giusto. Se continuiamo a soffermarci su questi contrasti, potremmo iniziare a guardare il fratello o la sorella con un certo sospetto. Di conseguenza, se dovessimo sentire qualcosa di negativo sul suo conto potremmo crederci subito. Da questo capiamo che sentimenti negativi, come invidia e gelosia, possono portarci a dare giudizi che non si basano sui fatti (1 Tim. 6:4, 5). Perciò non dobbiamo permettere che in noi ci siano sentimenti negativi verso gli altri. Geova infatti ci chiede di amare i nostri fratelli e di perdonarli volentieri (Col. 3:12-14). w18.08 6 par. 15; 7 par. 18
Argo.50
00martedì 20 ottobre 2020 00:04
Martedì 20 ottobre
A Geova appartengono i cieli e la terra con tutto quello che contiene (Deut. 10:14)
Geova ha creato gli esseri umani, e per questo gli appartengono (Sal. 100:3; Riv. 4:11). Tuttavia, nel corso della storia Dio ha scelto gruppi di persone perché gli appartenessero in modo speciale. Il Salmo 135 si riferisce ai fedeli adoratori di Geova dell’antico Israele definendoli la “sua speciale proprietà” (Sal. 135:4). Inoltre, Osea predisse che alcuni non ebrei sarebbero diventati il popolo di Geova (Osea 2:23). La profezia di Osea si adempì quando Geova incluse dei non ebrei tra quelli che avrebbero regnato insieme a Cristo (Atti 10:45; Rom. 9:23-26). Questa “nazione santa” è la “speciale proprietà” di Geova, perché i suoi membri sono stati unti con lo spirito santo e sono stati scelti per vivere in cielo (1 Piet. 2:9, 10). Che dire della maggior parte dei cristiani fedeli dei nostri giorni che hanno la speranza terrena? Geova chiama anche loro il “mio popolo” e i “miei eletti” (Isa. 65:22). w18.07 22 parr. 1-2

Argo.50
00mercoledì 21 ottobre 2020 00:11
Mercoledì 21 ottobre
Abbiate lo stesso modo di pensare di Cristo Gesù, [il quale] svuotò sé stesso e assunse la forma di uno schiavo (Filip. 2:5, 7)
I veri cristiani imitano Gesù, l’esempio perfetto di come essere generosi (Matt. 20:28). Facciamo quindi bene a chiederci: “Posso imitare ancora meglio l’esempio di Gesù?” (1 Piet. 2:21). Avremo l’approvazione di Geova se, come lui e Gesù, ci preoccuperemo del benessere degli altri e faremo il possibile per aiutarli. Attraverso la parabola del buon samaritano Gesù fece capire che i suoi seguaci dovevano essere disposti a fare più del dovuto per aiutare gli altri, indipendentemente da chi fossero e da dove venissero (Luca 10:29-37). Ma perché Gesù raccontò questa parabola? Un ebreo gli aveva chiesto: “Chi è davvero il mio prossimo?” Dalla risposta di Gesù è chiaro che, come il samaritano, dobbiamo essere generosi se vogliamo avere l’approvazione di Dio. w18.08 19 parr. 5-6

Argo.50
00giovedì 22 ottobre 2020 00:13
Giovedì 22 ottobre
L’angelo le disse: “Buongiorno, grandemente favorita! Geova è con te” (Luca 1:28)
Geova continuò a dare onore a Maria ricompensandola per la fedeltà con cui si era presa cura di Gesù. Infatti fece in modo che alcune delle cose che disse e fece venissero riportate nella Bibbia. A quanto pare Maria non poté viaggiare insieme a Gesù durante i tre anni e mezzo del suo ministero. Probabilmente, essendo vedova, per lei era meglio restare a Nazaret. Per questo non visse tante esperienze significative che ebbero altri. Al momento della morte di Gesù, però, lei era lì con lui (Giov. 19:26). In seguito si trovava a Gerusalemme insieme ai discepoli nei giorni che precedettero la Pentecoste, giorno in cui fu versato lo spirito santo (Atti 1:13, 14). Con tutta probabilità fu tra coloro che vennero unti. Questo significa che le fu data l’opportunità di vivere in cielo insieme a Gesù per l’eternità. Davvero una ricompensa meravigliosa per il suo fedele servizio! w18.07 9 par. 11; 10 par. 14

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