....: Scrittura del Giorno :....

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Argo.50
00lunedì 30 marzo 2020 00:13
Lunedì 30 marzo
Tutti quelli che avevano la giusta disposizione per ricevere la vita eterna diventarono credenti (Atti 13:48)
Se siamo pazienti con le persone che incontriamo nel ministero, non ci aspetteremo che capiscano o accettino subito le verità bibliche. Per esempio, vediamo come potremmo aiutare qualcuno a capire in cosa consiste la speranza della vita eterna in un paradiso sulla terra. Molti credono che la morte sia la fine di tutto o che tutti i buoni vadano in cielo. Un fratello racconta quale metodo ha trovato efficace. Innanzitutto, legge Genesi 1:28. Poi chiede al suo interlocutore dove Dio voleva che gli esseri umani vivessero e che tipo di vita dovevano avere. La maggioranza delle persone risponde che gli uomini dovevano vivere sulla terra ed essere felici. Poi il fratello legge Isaia 55:11 e chiede se il proposito di Dio sia cambiato. Spesso la risposta è no. Infine il fratello legge Salmo 37:10, 11 e chiede come sarà il futuro del genere umano. Usando la Bibbia in questo modo, ha aiutato molti a capire che è ancora volontà di Dio che le persone buone vivano per sempre nel Paradiso sulla terra. w19.03 24 parr. 14-15; 25 par. 19
Argo.50
00martedì 31 marzo 2020 00:11
Martedì 31 marzo
Ascoltatelo (Matt. 17:5)
Geova rese chiaro quanto desidera che noi ascoltiamo suo Figlio e gli ubbidiamo. Gesù insegnò con amore ai suoi seguaci a predicare la buona notizia, e ricordò loro più volte di vigilare (Matt. 24:42; 28:19, 20). Li esortò anche a continuare a fare ogni sforzo e a non arrendersi mai (Luca 13:24). Gesù sottolineò quanto era importante che i suoi discepoli si amassero gli uni gli altri, rimanessero uniti e osservassero i suoi comandamenti (Giov. 15:10, 12, 13). Questi consigli sono validi ancora oggi. Gesù disse: “Chiunque è dalla parte della verità ascolta la mia voce” (Giov. 18:37). Dimostriamo di ascoltare la voce di Gesù quando ‘continuiamo a sopportarci gli uni gli altri e a perdonarci senza riserve’ (Col. 3:13; Luca 17:3, 4). Inoltre ascoltiamo la sua voce predicando con zelo la buona notizia “sia in tempi favorevoli che difficili” (2 Tim. 4:2). w19.03 10 parr. 9-10

Argo.50
00mercoledì 1 aprile 2020 00:10
Mercoledì 1° aprile
Gesù disse a Pietro: “Va’ dietro a me, Satana! [...] I tuoi pensieri non sono quelli di Dio, ma degli uomini” (Matt. 16:23)
E noi? Abbiamo lo stesso modo di pensare di Dio o del mondo? Abbiamo già fatto dei cambiamenti per adeguare il nostro comportamento alle norme di Dio. Ma che dire del nostro modo di pensare? Ci stiamo impegnando perché diventi sempre più simile a quello di Geova? Per pensarla come lui bisogna fare uno sforzo. Invece per adeguarsi al modo di pensare del mondo non bisogna fare nessuno sforzo, perché lo spirito del mondo è ovunque (Efes. 2:2). Inoltre, il modo di pensare del mondo può fare molta presa su di noi, dato che ci porta a concentrarci su noi stessi. Pensarla come Geova è difficile, mentre pensarla come il mondo è fin troppo facile. Se però lasciamo che il mondo influisca sul nostro modo di pensare, tenderemo a essere egoisti e a voler decidere da soli cos’è giusto e cos’è sbagliato (Mar. 7:21, 22). È quindi fondamentale fare in modo che i nostri pensieri siano “quelli di Dio”, e non quelli “degli uomini”. w18.11 18 par. 1; 19 parr. 3-4

Argo.50
00giovedì 2 aprile 2020 00:12
Giovedì 2 aprile
Questo è mio Figlio, il mio amato Figlio, che io ho approvato (Matt. 3:17)
Gesù dev’essere stato molto incoraggiato quando in tre occasioni Geova gli diede onore parlando direttamente dal cielo! Quando fu battezzato nel Giordano, Geova disse le parole riportate sopra. Sembra che Giovanni Battista sia stato l’unico testimone di quell’evento. Poi, circa un anno prima della morte di Gesù, tre dei suoi apostoli sentirono Geova dire: “Questo è mio Figlio, il mio amato Figlio, che io ho approvato. Ascoltatelo” (Matt. 17:5). E pochi giorni prima che Gesù morisse, Geova parlò di nuovo a suo Figlio dal cielo (Giov. 12:28). Gesù sapeva che sarebbe stato falsamente accusato di bestemmia e che sarebbe andato incontro a una morte umiliante. Eppure pregò Geova: “Non come voglio io, ma come vuoi tu”. E aggiunse: “Si compia la tua volontà” (Matt. 26:39, 42). ‘Sopportò il palo di tortura senza curarsi del disonore’ e senza cercare di essere onorato dal mondo, ma solo da suo Padre (Ebr. 12:2). w18.07 10 parr. 15-16
Lettura della Bibbia per la Commemorazione: (fatti avvenuti dopo il tramonto: 9 nisan) Marco 14:3-9

Argo.50
00venerdì 3 aprile 2020 00:15
Venerdì 3 aprile
Padre, se vuoi, allontana da me questo calice (Luca 22:42)
Subito dopo aver istituito la Cena del Signore, Gesù dimostrò un coraggio straordinario. Infatti accettò di fare la volontà di suo Padre anche se questo significava essere messo a morte con l’accusa di bestemmia, un crimine vergognoso (Matt. 26:65, 66). Rimase perfettamente integro, e in questo modo diede onore al nome di Geova, sostenne la sovranità di Dio e offrì agli esseri umani pentiti la possibilità di vivere per sempre. Allo stesso tempo, preparò i suoi discepoli per quello che presto avrebbero affrontato. Gesù dimostrò coraggio anche perché mise da parte le preoccupazioni che poteva avere e si concentrò sui bisogni dei suoi apostoli fedeli. Dopo aver mandato via Giuda, istituì una semplice celebrazione che avrebbe ricordato ai suoi seguaci unti i benefìci derivanti dal suo sangue e dal nuovo patto (1 Cor. 10:16, 17). w19.01 22 parr. 7-8
Lettura della Bibbia per la Commemorazione: (fatti avvenuti di giorno: 9 nisan) Marco 11:1-11
Argo.50
00sabato 4 aprile 2020 00:10
Sabato 4 aprile
Padre, glorifica il tuo nome (Giov. 12:28)
In risposta, Geova disse dal cielo: “L’ho glorificato e lo glorificherò di nuovo”. Gesù era turbato perché sentiva la grande responsabilità di rimanere fedele a suo Padre. Era consapevole del fatto che sarebbe stato brutalmente flagellato e avrebbe subìto una morte atroce (Matt. 26:38). Ma più di ogni altra cosa Gesù voleva glorificare il nome di suo Padre. Fu accusato di bestemmia, ed era preoccupato che la sua morte recasse disonore a Dio. Come Gesù, anche noi potremmo essere preoccupati quando il nome di Geova viene infangato. Forse, come lui, stiamo subendo delle ingiustizie. O forse siamo turbati da bugie che gli oppositori diffondono su di noi. Magari pensiamo all’impatto negativo che queste notizie hanno sul nome di Geova. In situazioni come queste le parole di Geova possono darci molto conforto. Geova glorificherà sempre il suo nome (Sal. 94:22, 23; Isa. 65:17). w19.03 11-12 parr. 14-16
Lettura della Bibbia per la Commemorazione: (fatti avvenuti di giorno: 10 nisan) Marco 11:12-19
Argo.50
00domenica 5 aprile 2020 00:03
Domenica 5 aprile
Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva soffrire molto [ed] essere ucciso (Matt. 16:21)
I discepoli di Gesù sono senza parole! L’uomo che secondo loro avrebbe ristabilito il regno di Israele ha appena detto che dovrà soffrire e poi morire. Il primo a parlare è l’apostolo Pietro, che dice: “Sii buono con te stesso, Signore; questo non ti succederà mai”. Gesù allora risponde: “Va’ dietro a me, Satana! Tu sei per me una pietra d’inciampo, perché i tuoi pensieri non sono quelli di Dio, ma degli uomini” (Matt. 16:22, 23; Atti 1:6). Con quelle parole Gesù fece capire chiaramente che esiste una distinzione tra il modo di pensare di Dio e le idee di questo mondo controllato da Satana (1 Giov. 5:19). Le parole di Pietro riflettevano l’atteggiamento tipico del mondo, che spinge a guardare con egoismo ai propri interessi. Gesù invece sapeva che quello non era il modo di pensare di suo Padre. Con la risposta che diede a Pietro, infatti, dimostrò che la pensava come Geova e che si rifiutava di adottare il modo di pensare del mondo. w18.11 18 parr. 1-2
Lettura della Bibbia per la Commemorazione: (fatti avvenuti di giorno: 11 nisan) Marco 11:20–12:27, 41-44

Argo.50
00lunedì 6 aprile 2020 00:22
Lunedì 6 aprile
Proclamate la morte del Signore, finché lui non verrà (1 Cor. 11:26)
Immaginiamo quello che vede Geova quando in tutto il mondo milioni di persone si riuniscono per la Cena del Signore. Lui non vede semplicemente una folla numerosa, ma ogni singola persona. Ad esempio, nota chi è presente fedelmente anno dopo anno. Tra questi forse c’è chi sta affrontando dura persecuzione, oppure chi di solito non frequenta le adunanze, ma considera la Commemorazione un evento importante a cui non può mancare. Geova nota anche chi assiste alla Commemorazione per la prima volta, magari per semplice curiosità. Ovviamente a Geova fa piacere vedere così tante persone presenti (Luca 22:19). Comunque, la cosa che più gli interessa è la ragione per cui sono presenti. Sono i motivi che contano di più per lui. Quanto a noi, siamo ansiosi di imparare da Geova e dalla sua organizzazione? (Isa. 30:20; Giov. 6:45). w19.01 26 parr. 1-3
Lettura della Bibbia per la Commemorazione: (fatti avvenuti di giorno: 12 nisan) Marco 14:1, 2, 10, 11; Matteo 26:1-5, 14-16
Argo.50
00martedì 7 aprile 2020 00:15
Data della Commemorazione
Dopo il tramonto
Martedì 7 aprile
Cristo è morto per noi (Rom. 5:8)
Gesù è stato disposto non solo a morire per i suoi discepoli, ma anche a vivere ogni singolo giorno mettendo i loro interessi prima dei suoi. Per esempio, stava insieme ai suoi seguaci anche quando era stanco o emotivamente sotto pressione (Luca 22:39-46). Inoltre si concentrava su quello che poteva dare agli altri e non su quello che poteva ottenere da loro (Matt. 20:28). Al mondo esiste un’unica famiglia spirituale di veri cristiani. Noi ne facciamo parte, e siamo felici di impiegare più tempo possibile per invitare altri a unirsi a noi. Più di tutto però ci interessa aiutare “quelli che appartengono alla nostra famiglia della fede”, ma che sono inattivi (Gal. 6:10). Dimostriamo di amarli quando li incoraggiamo a venire alle adunanze, e soprattutto alla Commemorazione. Come Geova e Gesù, proviamo una profonda gioia quando un inattivo ritorna da Geova (Matt. 18:14). w19.01 28 par. 12; 29 parr. 14-15
Lettura della Bibbia per la Commemorazione: (fatti avvenuti di giorno: 13 nisan) Marco 14:12-16; Matteo 26:17-19 (fatti avvenuti dopo il tramonto: 14 nisan) Marco 14:17-72

Argo.50
00mercoledì 8 aprile 2020 00:10
Mercoledì 8 aprile
Questo rappresenta il mio corpo. Questo rappresenta il mio “sangue del patto” (Matt. 26:26-28)
Quando istituì la Commemorazione della sua morte, Gesù usò quello che era avanzato dalla cena pasquale: il pane senza lievito e il vino. Disse ai suoi apostoli che quelle due semplici cose rappresentavano il suo corpo e il suo sangue perfetti, che di lì a poco avrebbe offerto come sacrificio per loro. Gli apostoli non saranno stati sorpresi dalla semplicità di questa nuova e importante celebrazione. Vediamo perché. Alcuni mesi prima, in casa dei suoi cari amici Lazzaro, Marta e Maria, Gesù stava insegnando. Invece di ascoltarlo, Marta era impegnata a preparare un ricco pasto per quell’occasione speciale. Con gentilezza Gesù aveva corretto Marta, facendole notare che un pasto elaborato non era sempre necessario (Luca 10:40-42). In seguito, a poche ore dalla sua morte di sacrificio, Gesù mise in pratica il consiglio che lui stesso aveva dato a Marta. Infatti fece in modo che la Commemorazione si svolgesse in maniera semplice. w19.01 20-21 parr. 3-4
Lettura della Bibbia per la Commemorazione: (fatti avvenuti di giorno: 14 nisan) Marco 15:1-47

Argo.50
00giovedì 9 aprile 2020 00:19
Giovedì 9 aprile
Padre, glorificami al tuo fianco con la gloria che avevo (Giov. 17:5)
Geova decise di ricompensare Gesù in un modo inaspettato. Quando lo risuscitò, ‘lo innalzò a una posizione superiore’ e gli diede qualcosa che nessuno aveva mai ricevuto prima: la vita immortale in cielo (Filip. 2:9; 1 Tim. 6:16). Geova ricompensò in maniera davvero straordinaria il fedele servizio reso da Gesù! Cosa ci aiuterà a mantenere il desiderio di essere notati e apprezzati da Geova e non dal mondo? Dobbiamo ricordare che Geova apprezza e ricompensa sempre i suoi servitori fedeli e che spesso li ricompensa in modi inaspettati. Non riusciamo neanche a immaginare in quali modi Geova ci ricompenserà in futuro! Ma per ora, mentre in questa società malvagia affrontiamo problemi e difficoltà, non dimentichiamo che questo mondo presto scomparirà (1 Giov. 2:17). Il nostro Padre, Geova, ci ama e ‘non è ingiusto da dimenticare la nostra opera e l’amore che abbiamo dimostrato per il suo nome’ (Ebr. 6:10). w18.07 11 parr. 17-18
Lettura della Bibbia per la Commemorazione: (fatti avvenuti di giorno: 15 nisan) Matteo 27:62-66 (fatti avvenuti dopo il tramonto: 16 nisan) Marco 16:1

Argo.50
00venerdì 10 aprile 2020 00:13
Venerdì 10 aprile
Prego affinché siano tutti uno (Giov. 17:20, 21)
Per Gesù l’unità era importante. Durante la sua ultima cena con gli apostoli, infatti, espresse in preghiera il desiderio che tutti i suoi discepoli fossero uniti, proprio come lui e suo Padre sono uniti. La loro unità avrebbe dimostrato chiaramente che Geova aveva mandato Gesù sulla terra per fare la Sua volontà. L’amore sarebbe stata una caratteristica dei veri discepoli di Cristo e avrebbe contribuito alla loro unità (Giov. 13:34, 35). Il fatto che Gesù abbia sottolineato l’importanza di essere uniti è comprensibile. Aveva notato una certa mancanza di unità o armonia tra gli apostoli. Per esempio, come era già successo, durante la sua ultima cena con loro nacque una discussione “su chi fra loro dovesse essere considerato il più grande” (Luca 22:24-27; Mar. 9:33, 34). In un’altra occasione Giacomo e Giovanni chiesero a Gesù di poter avere nel suo Regno dei posti importanti, proprio accanto a lui (Mar. 10:35-40). w18.06 8 parr. 1-2
Lettura della Bibbia per la Commemorazione: (fatti avvenuti di giorno: 16 nisan) Marco 16:2-8
Argo.50
00sabato 11 aprile 2020 00:18
Sabato 11 aprile
L’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno una sola carne (Gen. 2:24)
Geova vuole che marito e moglie sviluppino un amore così forte che duri per tutta la vita (Matt. 19:3-6). L’adulterio è una delle azioni più crudeli che una persona possa compiere nei confronti del coniuge. Ecco perché veniva proibito dal settimo dei Dieci Comandamenti (Deut. 5:18). L’adulterio è un peccato “contro Dio” e rivela una grande mancanza di amore verso il coniuge (Gen. 39:7-9). Le ferite emotive di chi è vittima di un tradimento possono metterci anni a guarire. Inoltre Geova si interessa molto dei bambini e vuole che siano felici e al sicuro. Geova richiedeva che i genitori soddisfacessero non solo i bisogni fisici dei figli, ma anche quelli spirituali. Dovevano cogliere ogni opportunità per aiutarli ad amare Geova e ad apprezzare la sua Legge (Deut. 6:6-9; 7:13). I genitori non dovevano considerare i figli come un oggetto di loro proprietà che potevano trascurare o maltrattare, ma come un’eredità, un regalo di Geova di cui dovevano avere cura (Sal. 127:3). w19.02 21 parr. 5, 7

Argo.50
00domenica 12 aprile 2020 00:14
Domenica 12 aprile
Dio saprà della mia integrità (Giob. 31:6)
Giobbe mantenne l’integrità concentrandosi sulla speranza che Dio lo avrebbe ricompensato. Era certo che la sua integrità era importante per Dio. Nonostante le prove che affrontò, aveva fiducia che Geova alla fine lo avrebbe ricompensato. Questa fiducia lo spinse a fare di tutto per rimanere integro. Geova fu così contento di vedere l’integrità di Giobbe che lo ricompensò abbondantemente quando era ancora un uomo imperfetto (Giob. 42:12-17; Giac. 5:11). E in futuro Giobbe riceverà ricompense ancora maggiori. Dio non è cambiato (Mal. 3:6). Se non dimentichiamo mai che Dio apprezza la nostra integrità, rafforzeremo sempre di più la nostra speranza in un futuro meraviglioso (1 Tess. 5:8, 9). A volte potremmo pensare di essere i soli a lottare per mantenere l’integrità, ma in realtà non saremo mai soli. Milioni di altre persone fedeli in tutto il mondo si impegnano per rimanere integre. Inoltre saremo come i tanti personaggi fedeli del passato che mantennero l’integrità perfino davanti alla minaccia di morte (Ebr. 11:36-38; 12:1). w19.02 7 parr. 15-16

Argo.50
00lunedì 13 aprile 2020 00:01
Lunedì 13 aprile
Siate tutti concordi, mostrate empatia, affetto fraterno, tenera compassione e umiltà (1 Piet. 3:8)
Trascorso il periodo della Commemorazione, facciamo bene a chiederci: “Come posso imitare ancora di più Gesù mostrando amore agli altri? Mi interesso più di me stesso o dei miei fratelli? Mi aspetto da loro più di quello che possono fare o conosco i loro limiti e ne tengo conto?” Vogliamo sempre imitare Gesù e ‘mostrare empatia’. La Commemorazione della morte di Cristo non si dovrà osservare ancora per molto. Quando Gesù “verrà” durante la grande tribolazione, il rimanente dei “suoi eletti” verrà radunato in cielo, e la Commemorazione non verrà più celebrata (1 Cor. 11:26; Matt. 24:31). Possiamo essere certi che, anche quando la Commemorazione non sarà più celebrata, i servitori di Geova custodiranno il ricordo di questa semplice cena come simbolo della più grande dimostrazione di umiltà, coraggio e amore da parte di un essere umano. w19.01 25 parr. 17-19

Argo.50
00martedì 14 aprile 2020 00:14
Martedì 14 aprile
Tu gradisci la verità nell’animo di una persona. Insegna dunque la vera sapienza al mio intimo più profondo (Sal. 51:6)
Per capire quanto è importante prendersi cura di quello che siamo interiormente, pensiamo alla nostra salute fisica. Per stare bene fisicamente dobbiamo mangiare cibo sano e mantenerci attivi facendo regolarmente esercizio. In modo simile, per stare bene spiritualmente dobbiamo nutrirci di sano cibo spirituale e mantenere attiva la nostra fede in Geova. Questo significa mettere in pratica ciò che impariamo e parlare ad altri della nostra fede (Rom. 10:8-10; Giac. 2:26). Inoltre, per capire se stiamo bene non dobbiamo basarci solo sul nostro aspetto: potremmo pensare di essere in salute mentre in realtà dentro siamo malati. Allo stesso modo, potremmo pensare di avere una fede forte perché svolgiamo diverse attività teocratiche, ma dentro di noi forse si stanno sviluppando desideri sbagliati (1 Cor. 10:12; Giac. 1:14, 15). Non dimentichiamo che Satana vuole contagiarci con il suo modo di pensare. w19.01 15 parr. 4-5

Argo.50
00mercoledì 15 aprile 2020 00:02
Mercoledì 15 aprile
Va’, e anche tu fa’ la stessa cosa (Luca 10:37)
Potremmo chiederci: “Sto facendo anch’io ‘la stessa cosa’, ovvero ciò che fece il buon samaritano?” (Luca 10:30-35). “Posso fare di più per mostrare misericordia e aiutare chi sta soffrendo? Per esempio, posso offrire aiuto pratico ai fratelli avanti con gli anni, alle vedove e a chi non ha i genitori nella verità? Posso prendere l’iniziativa nel ‘confortare chi è depresso’?” (1 Tess. 5:14; Giac. 1:27). Essere misericordiosi è un modo per dare qualcosa agli altri, e Gesù disse che dare rende felici. Inoltre ci fa avere l’approvazione di Geova (Atti 20:35; Ebr. 13:16). Parlando di chi mostra misericordia, il re Davide disse: “Geova lo custodirà e lo conserverà in vita, e lui sarà dichiarato felice sulla terra” (Sal. 41:1, 2). Se mostriamo misericordia e compassione agli altri, Geova sarà misericordioso con noi, e questo ci farà essere felici per sempre (Giac. 2:13). w18.09 19-20 parr. 11-12
johnny01
00mercoledì 15 aprile 2020 02:22
Argo.50
00giovedì 16 aprile 2020 00:10
Giovedì 16 aprile
Non aver paura, perché io sono con te. Non essere ansioso, perché io sono il tuo Dio. Ti rafforzerò, ti aiuterò (Isa. 41:10)
Un giorno una sorella di nome Yoshiko ricevette una brutta notizia. Il suo medico le disse che le rimanevano solo pochi mesi di vita. Come reagì Yoshiko? Ripensò a uno dei suoi versetti preferiti, la scrittura di oggi. Rimase tranquilla e poi disse al medico che non aveva paura, perché sentiva che Geova le aveva afferrato la mano per sostenerla. Le parole confortanti di questo versetto hanno aiutato la nostra cara sorella a confidare completamente in Geova. Possono aiutare anche noi a mantenere la calma quando affrontiamo situazioni difficili. Geova ispirò Isaia a scrivere queste parole per dare conforto agli ebrei che sarebbero stati portati in esilio a Babilonia. Geova però fece in modo che quel messaggio fosse reso disponibile non solo agli ebrei in esilio, ma anche a tutti i suoi servitori fino ai nostri giorni (Isa. 40:8; Rom. 15:4). Dato che oggi viviamo in “tempi difficili”, abbiamo più che mai bisogno dell’incoraggiamento contenuto nel libro di Isaia (2 Tim. 3:1). w19.01 2 parr. 1-2

Argo.50
00venerdì 17 aprile 2020 00:14
Venerdì 17 aprile
Se il non credente decide di separarsi, si separi (1 Cor. 7:15)
In casi del genere, i coniugi rimarrebbero sposati e, pur vivendo separati, affronterebbero comunque difficoltà. L’apostolo Paolo fornì alle coppie questa ragione per rimanere insieme: “Il marito non credente [...] è santificato in relazione alla moglie, e la moglie non credente è santificata in relazione al fratello; altrimenti i vostri figli sarebbero impuri, mentre ora sono santi” (1 Cor. 7:14). Molti cristiani che hanno deciso nonostante le difficoltà di rimanere con il loro coniuge non Testimone possono dire che ne è valsa la pena, perché ora il loro coniuge serve Geova (1 Cor. 7:16; 1 Piet. 3:1, 2). Oggi, nelle congregazioni di tutto il mondo, vediamo tantissimi matrimoni felici. Se pensiamo alla nostra congregazione, ci vengono di sicuro in mente molte coppie in cui marito e moglie si amano e si rispettano. Con il loro esempio dimostrano che il matrimonio può davvero essere un legame che onora Geova (Ebr. 13:4). w18.12 14 parr. 18-19
Argo.50
00sabato 18 aprile 2020 00:04
Sabato 18 aprile
Geova Dio piantò un giardino in Eden e vi mise l’uomo che aveva formato (Gen. 2:8)
Il termine “Eden” significa “piacere” o “delizia”, infatti quel giardino era un luogo davvero stupendo. C’erano paesaggi incantevoli, cibo in abbondanza e pace tra l’uomo e gli animali (Gen. 1:29-31). Il termine ebraico per “giardino” in greco è reso paràdeisos. Un’opera di consultazione spiega che questo termine evocava nella mente di un viaggiatore greco l’immagine di un “ampio parco aperto, recintato per evitare ogni danno, che mantiene intatta la sua naturale bellezza, con foreste di alberi maestosi, molti dei quali da frutto, irrigato da limpidi fiumi, sulle cui rive pascolano grandi branchi di antilopi o pecore” (Cyclopedia of Biblical, Theological, and Ecclesiastical Literature, a cura di J. McClintock e J. Strong; confronta Genesi 2:15, 16). Dio mise Adamo ed Eva in un paradiso del genere. Ma disubbidendo, Adamo ed Eva persero il privilegio di vivere nel Paradiso, e lo persero anche i loro discendenti (Gen. 3:23, 24). A quanto pare quel giardino continuò a esistere fino al diluvio dei giorni di Noè, anche se non era più abitato da esseri umani. w18.12 3-4 parr. 3-5

Giandujotta.50
00domenica 19 aprile 2020 00:03
Domenica 19 aprile
Io, Geova, sono colui che ti insegna per il tuo bene (Isa. 48:17)
I genitori cercano di trasmettere ai figli dei valori. Se nella vita si lasceranno guidare dai valori che hanno imparato dai genitori, molto probabilmente i figli prenderanno buone decisioni e si risparmieranno un bel po’ di problemi e preoccupazioni. Come un bravo genitore, Geova vuole che i suoi figli abbiano la miglior vita possibile (Isa. 48:18). Ecco perché provvede dei princìpi basilari che riguardano l’ambito morale e i rapporti con gli altri. In questi campi ci invita ad avere il suo modo di pensare e i suoi valori. Questo non ci priva della libertà, anzi ci aiuta a migliorare ed elevare la nostra capacità di ragionare (Sal. 92:5; Prov. 2:1-5; Isa. 55:9). Pensare come Geova ci permette di prendere buone decisioni e allo stesso tempo di esprimere appieno la nostra personalità (Sal. 1:2, 3). Avere lo stesso modo di pensare di Geova ha davvero un effetto positivo sulla nostra vita! w18.11 19-20 parr. 7-8
Argo.50
00lunedì 20 aprile 2020 00:11
Lunedì 20 aprile
Parlano di voi in modo offensivo (1 Piet. 4:4)
Se vogliamo continuare a “camminare nella verità” non dobbiamo farci influenzare da chi non serve Geova. Quando abbiamo accettato la verità i nostri rapporti con amici e parenti non Testimoni sono cambiati. Alcuni di loro hanno rispettato la nostra scelta, mentre altri si sono opposti. Familiari, colleghi di lavoro e compagni di scuola potrebbero tentare di convincerci a partecipare a feste che Dio disapprova. Come possiamo evitare di farci condizionare al punto di festeggiare insieme a loro? Dobbiamo avere chiaro in mente perché Geova condanna certe usanze. Può esserci utile rileggere quello che dicono le pubblicazioni riguardo alle origini delle feste e delle ricorrenze più comuni. Ricordando a noi stessi i motivi per cui non partecipiamo a queste celebrazioni, rafforziamo la convinzione che il nostro comportamento è “gradito al Signore” (Efes. 5:10). Se ci fidiamo di Geova e della sua Parola, non ci lasceremo intimorire da quello che pensano gli altri (Prov. 29:25). w18.11 11 parr. 10, 12
Argo.50
00martedì 21 aprile 2020 00:26
Martedì 21 aprile
Geova era con Giuseppe e Geova gli faceva riuscire bene tutto (Gen. 39:23)
Davanti a un cambiamento inaspettato potremmo farci prendere così tanto dall’ansia da non riuscire a pensare ad altro. Giuseppe avrebbe avuto tutti i motivi per farsi paralizzare dall’ansia. Decise però di sfruttare al meglio la situazione per dare a Geova qualcosa da benedire. Infatti, esattamente come quando aveva lavorato per Potifar, fece il possibile per portare a termine qualunque compito gli affidasse il capo della prigione (Gen. 39:21, 22). Come Giuseppe, potremmo trovarci in una situazione in cui possiamo fare poco o niente per cambiare le cose. Comunque, se continuiamo ad avere pazienza e ci diamo da fare per trarre il meglio dalle nostre circostanze, daremo a Geova qualcosa da benedire (Sal. 37:5). Come scrisse l’apostolo Paolo, davanti a un problema forse “siamo perplessi”, ma non saremo mai disperati (2 Cor. 4:8; nt.). Se restiamo concentrati sul nostro ministero, possiamo essere certi che Geova sarà con noi. w18.10 29 parr. 11, 13
Argo.50
00mercoledì 22 aprile 2020 00:14
Mercoledì 22 aprile
Dio non è ingiusto da dimenticare la vostra opera e l’amore che avete dimostrato per il suo nome (Ebr. 6:10)
Come ci sentiamo quando qualcuno che conosciamo e rispettiamo non ricorda il nostro nome o, peggio ancora, non ci nota nemmeno? Ci restiamo male, perché a nessuno piace sentirsi ignorato. E non vogliamo semplicemente essere notati: desideriamo essere apprezzati per quello che siamo e che abbiamo fatto (Num. 11:16; nt.; Giob. 31:6). Come molti altri desideri, però, quello di sentirsi apprezzati può essere portato agli eccessi dalla nostra imperfezione. Potrebbe spingerci a metterci in mostra. Il mondo di Satana alimenta il desiderio di notorietà e gratificazione, desiderio che ci fa distogliere l’attenzione dal nostro Padre celeste Geova, l’unico che merita di essere onorato e adorato (Riv. 4:11). w18.07 7 parr. 1-2

Argo.50
00giovedì 23 aprile 2020 00:04
Giovedì 23 aprile
Tutto il mondo è in potere del Malvagio (1 Giov. 5:19)

Per questo motivo non ci sorprende che Satana e i suoi demòni spingano le persone molto influenti a ‘dire menzogne’ (1 Tim. 4:1, 2). A causa delle menzogne che insegnano, gli esponenti religiosi hanno una colpa particolarmente grave. Infatti chi accetta i loro insegnamenti falsi e fa qualcosa che Dio condanna rischia di perdere la possibilità di vivere per sempre (Osea 4:9). Sapendo che i capi religiosi dei suoi giorni ingannavano le persone, Gesù disse loro apertamente: “Guai a voi, scribi e farisei, ipocriti! Attraversate mare e terra per fare un proselito [o “convertito”, nt.] e, quando lo è diventato, lo rendete soggetto alla Geenna [la distruzione eterna] il doppio di voi” (Matt. 23:15). Gesù condannò quei capi religiosi senza mezzi termini accusandoli di avere “il Diavolo per padre”, un “omicida” (Giov. 8:44). w18.10 7 parr. 5-6

BETORDO
00giovedì 23 aprile 2020 11:29
lo rendete soggetto alla Geenna il doppio di voi
Perchè il doppio di voi?
Valentina7979
00giovedì 23 aprile 2020 17:46
BETORDO, 23/04/2020 11:29:

lo rendete soggetto alla Geenna il doppio di voi
Perchè il doppio di voi?

Ne parla una torre di guardia del 15 gennaio 2008...dove si legge (che forse alcuni che divenivano proseliti dei farisei erano stati grandi peccatori. Convertendosi all'estremismo dei farisei, però peggiorano la propria condizione, magari diventando ancora più estremisti dei loro riprovevoli insegnanti. Perciò erano 'soggetti alla Geenna'il doppio di quando lo erano i farisei....😉
Argo.50
00venerdì 24 aprile 2020 00:16
Venerdì 24 aprile
Felici voi quando vi insulteranno [e] vi perseguiteranno per causa mia (Matt. 5:11)
Cosa intendeva dire Gesù? Lui stesso aggiunse: “Rallegratevi ed esultate, perché la vostra ricompensa è grande nei cieli; allo stesso modo, infatti, perseguitarono i profeti prima di voi” (Matt. 5:12). In un’occasione gli apostoli furono picchiati e fu ordinato loro di smettere di predicare, eppure “se ne andarono dal Sinedrio, rallegrandosi”. Non erano certo contenti di aver subìto quelle violenze, ma ‘si rallegrarono perché erano stati ritenuti degni di essere disonorati per il nome di Gesù’ (Atti 5:41). Anche noi oggi perseveriamo con gioia quando soffriamo ‘per il nome di Gesù’ o quando affrontiamo situazioni difficili (Giac. 1:2-4). Come nel caso degli apostoli, non ci piace soffrire o essere perseguitati. Se però manterremo la nostra integrità durante le prove, Geova ci darà il coraggio di cui abbiamo bisogno per perseverare. Quando abbiamo l’approvazione del “felice Dio”, possiamo essere felici nonostante la persecuzione o l’opposizione in famiglia (1 Tim. 1:11). w18.09 21 parr. 18-20

Argo.50
00sabato 25 aprile 2020 00:07
Sabato 25 aprile
Sono pieni di affanni e dolore (Sal. 90:10)
Molti in questi “tempi difficili” soffrono in misura più o meno grave di disturbi emotivi e tantissime persone sentono di non farcela più (2 Tim. 3:1-5). Secondo alcune stime ogni anno ci sono più di 800.000 suicidi, in media uno ogni 40 secondi. Triste a dirsi, anche alcuni nostri fratelli hanno ceduto sotto il peso delle difficoltà emotive e si sono tolti la vita. Molti altri fratelli e sorelle, anche se non arrivano al punto di voler morire, affrontano situazioni difficili e hanno bisogno del nostro amore. Alcuni sono vittime di persecuzione o insulti. Altri sono oggetto di critiche o pettegolezzi sul posto di lavoro. Altri ancora sono esausti perché costretti a lavorare tanto o in condizioni molto stressanti. E poi c’è chi a casa lotta con estenuanti problemi familiari, forse a causa di continue critiche da parte del coniuge non Testimone. A motivo di situazioni come queste, tanti fratelli e sorelle sono fisicamente ed emotivamente a pezzi. w18.09 13 parr. 3, 5
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