....: Scrittura del Giorno :....

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Argo.50
00sabato 25 luglio 2020 00:18
Sabato 25 luglio
Rifletto sulle tue esortazioni (Sal. 119:99)
Se vogliamo che le leggi di Dio ci guidino, dobbiamo imparare ad amarle e a rispettarle (Amos 5:15). Possiamo riuscirci se impariamo a vedere le cose come le vede Geova. Immaginate di non riuscire a dormire bene. Il vostro medico vi dice di seguire una dieta, di svolgere un po’ di attività fisica e di fare dei cambiamenti nel vostro stile di vita. Dopo aver seguito i suoi consigli, vi rendete conto che funzionano. Probabilmente siete molto grati al vostro medico per avervi aiutato a migliorare la qualità della vostra vita! In maniera simile, il nostro Creatore ci ha dato delle leggi che possono proteggerci dalle conseguenze dolorose del peccato, permettendoci così di migliorare la qualità della nostra vita. Le leggi riportate nella Bibbia vietano ad esempio la menzogna, l’inganno, il furto, l’immoralità sessuale, la violenza e lo spiritismo (Prov. 6:16-19; Riv. 21:8). Quando vediamo gli ottimi risultati che si ottengono facendo le cose come vuole Geova, proviamo ancora più amore e gratitudine per lui e per le sue leggi. w18.06 17 parr. 5-6

Argo.50
00domenica 26 luglio 2020 00:05
Domenica 26 luglio
Sei tu il re dei giudei? (Giov. 18:33)
Per tutta la durata della sua carica Pilato si preoccupò di evitare disordini politici e forse aveva paura che Gesù potesse fomentare una rivolta. Ma Gesù gli rispose: “Il mio Regno non fa parte di questo mondo” (Giov. 18:36). Non si sarebbe fatto coinvolgere nella politica, perché il suo Regno doveva essere in cielo. Disse a Pilato che sulla terra la sua opera era “rendere testimonianza riguardo alla verità” (Giov. 18:37). Se, come Gesù, capiamo chiaramente qual è l’opera che ci è stata affidata, eviteremo di simpatizzare, anche solo dentro di noi, per un certo movimento indipendentista. A volte può essere difficile. “La gente nella nostra zona è sempre più radicale”, osserva un sorvegliante viaggiante. “Predomina uno spirito nazionalistico, e molti sono sicuri che l’indipendenza politica migliorerà la loro vita. Fortunatamente, i fratelli hanno salvaguardato la loro unità cristiana concentrandosi sulla predicazione della buona notizia del Regno. Hanno fiducia che Dio eliminerà l’ingiustizia e gli altri problemi che affrontiamo”. w18.06 4-5 parr. 6-7
Argo.50
00lunedì 27 luglio 2020 00:44
Lunedì 27 luglio
Opponetevi al Diavolo, e lui fuggirà da voi (Giac. 4:7)
Solo tre libri delle Scritture Ebraiche — 1 Cronache, Giobbe e Zaccaria — contengono l’appellativo “Satana”, che significa “uno che oppone resistenza”. Perché prima dell’arrivo del Messia fu detto così poco sul nostro nemico? A quanto pare Geova non dedicò ampie parti delle Scritture Ebraiche a Satana e a quello che fa perché non voleva dargli troppa importanza. Geova ispirò le Scritture Ebraiche principalmente per aiutare a identificare il Messia e per condurre il suo popolo a lui (Luca 24:44; Gal. 3:24). Quando poi il Messia arrivò, Geova usò lui e i suoi discepoli per rivelare molte delle informazioni che conosciamo su Satana e gli angeli che lo seguirono. Questo è appropriato, dato che Geova si servirà proprio di Gesù e degli unti che regneranno con lui per distruggere Satana e i suoi sostenitori (Rom. 16:20; Riv. 17:14; 20:10). Ricordiamo che il potere del Diavolo ha dei limiti. Abbiamo la protezione di Geova, di Gesù e degli angeli fedeli. Con il loro aiuto possiamo resistere al nostro nemico. w18.05 22-23 parr. 2-4
Argo.50
00martedì 28 luglio 2020 00:07
Martedì 28 luglio
Egli toglie ogni tralcio che in me non porta frutto (Giov. 15:2)

Geova ci considera suoi servitori solo se portiamo frutto (Matt. 13:23; 21:43). Visto che ogni cristiano deve portare frutto, nella parabola riportata in Giovanni 15:1-5 questa azione non può riferirsi al fare nuovi discepoli (Matt. 28:19). Altrimenti i fedeli Testimoni che non ci riescono perché predicano in un territorio dove pochi ascoltano sarebbero come quei tralci che non portano frutto. Ma una conclusione del genere è inconcepibile! Non possiamo costringere nessuno a diventare un discepolo. E poi Geova è un Dio d’amore, quindi non scarterebbe mai un suo servitore che non riesce a fare qualcosa che è al di fuori della sua portata. Geova richiede da noi solo quello che siamo davvero in grado di fare (Deut. 30:11-14). Cosa significa, quindi, portare frutto? Deve trattarsi di un’attività che tutti noi possiamo compiere: la predicazione della buona notizia del Regno di Dio (Matt. 24:14). w18.05 14 parr. 8-9

Argo.50
00mercoledì 29 luglio 2020 00:10
Mercoledì 29 luglio
Voi avete il Diavolo per padre. Lui è bugiardo e padre della menzogna (Giov. 8:44)
Oggi la falsa religione ha molti rappresentanti; alcuni si fanno chiamare con titoli come pastore, prete, rabbino e così via. Come i farisei, anche loro “soffocano la verità” della Parola di Dio e “hanno scambiato la verità di Dio con la menzogna” (Rom. 1:18, 25). Diffondono insegnamenti falsi come l’inferno, l’immortalità dell’anima e la reincarnazione, e promuovono l’idea assurda che Dio accetti l’omosessualità e il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Anche i politici hanno ingannato le persone con le loro bugie. Ben presto però diranno una delle menzogne più grandi quando affermeranno di aver raggiunto “pace e sicurezza”. Ma la Bibbia dice che “allora si abbatterà su di loro un’improvvisa distruzione”. Perciò non facciamoci ingannare dal loro tentativo di minimizzare l’effettiva instabilità di questo sistema di cose! Sappiamo molto bene qual è la verità: “il giorno di Geova verrà proprio come un ladro di notte” (1 Tess. 5:1-4). w18.10 7-8 parr. 6-8

Argo.50
00giovedì 30 luglio 2020 00:12
Giovedì 30 luglio
Dovete assistere quelli che sono deboli e dovete ricordarvi delle parole del Signore Gesù, che disse: “C’è più felicità nel dare che nel ricevere” (Atti 20:35)
Gesù Cristo dà incoraggiamento e guida a chi in questi tempi difficili è abbattuto e scoraggiato attraverso i “principi”, anziani che sono unti o che appartengono alle altre pecore. È proprio così: gli anziani non sono “padroni” della fede degli altri, ma “compagni d’opera” per la gioia dei fratelli (Isa. 32:1, 2; 2 Cor. 1:24). L’apostolo Paolo è un ottimo esempio per gli anziani. In un’occasione scrisse ai cristiani di Tessalonica, che erano perseguitati: “Nel nostro tenero affetto per voi, eravamo decisi non solo a trasmettervi la buona notizia di Dio, ma anche a darvi noi stessi, tanto ci eravate divenuti cari” (1 Tess. 2:8). Mostrando che non sempre basta una parola di incoraggiamento, Paolo disse agli anziani di Efeso le parole della scrittura di oggi. w18.04 21-22 parr. 6-8

Argo.50
00venerdì 31 luglio 2020 00:07
Venerdì 31 luglio
Geova è lo Spirito, e dove c’è lo spirito di Geova c’è libertà (2 Cor. 3:17)
Per avere questa libertà e goderne i benefìci dobbiamo ‘convertirci a Geova’, cioè instaurare un rapporto personale con lui (2 Cor. 3:16). Quando erano nel deserto, gli israeliti non vedevano in modo spirituale quello che Geova stava facendo per loro. Avevano indurito il loro cuore; era come se il loro cuore e la loro mente fossero coperti da un velo, e questo li portava a concentrarsi solo su come usare in modo carnale, o egoistico, la libertà appena ottenuta con l’uscita dall’Egitto (Ebr. 3:8-10). La libertà che deriva dallo spirito di Geova, comunque, è più di una liberazione dalla schiavitù letterale. Lo spirito di Geova può fare qualcosa che gli esseri umani non potranno mai fare: rendere liberi dalla schiavitù del peccato e della morte, oltre che dalla schiavitù della falsa religione e delle sue pratiche (Rom. 6:23; 8:2). Che libertà straordinaria! Si può godere di questa libertà anche quando si è in prigione o in schiavitù (Gen. 39:20-23). w18.04 9 parr. 3-5

Argo.50
00sabato 1 agosto 2020 00:14
Sabato 1° agosto
Dio ci raccomanda il suo amore: infatti mentre eravamo ancora peccatori Cristo è morto per noi (Rom. 5:8)
Le adunanze ci ricordano regolarmente ciò che Geova e suo Figlio hanno fatto per noi. La nostra profonda gratitudine ci spinge a imitare Gesù in tutto quello che facciamo (2 Cor. 5:14, 15). Inoltre, il nostro cuore ci spinge a lodare Geova per aver provveduto il riscatto. Alle adunanze possiamo lodarlo esprimendo con i nostri commenti quello che abbiamo nel cuore. Dimostriamo quanto è profondo il nostro amore per Geova e suo Figlio essendo disposti a fare sacrifici per loro. Andare alle adunanze spesso richiede dei sacrifici da parte nostra. Molte congregazioni tengono un’adunanza la sera di un giorno lavorativo, quando probabilmente siamo tutti stanchi. Un’altra adunanza si tiene il fine settimana, quando gli altri si riposano. Senza dubbio Geova nota gli sforzi che facciamo per essere presenti alle adunanze anche quando siamo stanchi. Più grande è il sacrificio che facciamo per assistere alle adunanze, più Geova apprezza l’amore che gli mostriamo (Mar. 12:41-44). w19.01 28-29 parr. 12-13

Argo.50
00domenica 2 agosto 2020 00:09
Domenica 2 agosto
Vedendola, il Signore ne ebbe compassione (Luca 7:13)
Gesù aveva vissuto alcune delle difficoltà che affrontavano le persone. Ad esempio, a quanto pare crebbe in una famiglia povera. Lavorando con il suo padre adottivo, Giuseppe, imparò a svolgere lavori pesanti (Matt. 13:55; Mar. 6:3). Inoltre, sembra che Giuseppe fosse morto prima che Gesù iniziasse il suo ministero. È quindi probabile che Gesù avesse provato il dolore provocato dalla perdita di una persona cara. E Gesù sapeva anche cosa significava vivere in una famiglia in cui i componenti hanno idee religiose diverse (Giov. 7:5). Queste e altre circostanze avranno aiutato Gesù a capire i problemi e i sentimenti delle persone comuni. La sua empatia era particolarmente evidente in occasione dei suoi miracoli. Gesù non compiva miracoli semplicemente per senso del dovere. Quando vedeva qualcuno che soffriva era “mosso a compassione” (Matt. 20:29-34; Mar. 1:40-42). Capiva perfettamente ciò che provavano le persone e voleva aiutarle (Mar. 7:32-35; Luca 7:12-15). w19.03 16 parr. 10-11

Argo.50
00lunedì 3 agosto 2020 00:09
Lunedì 3 agosto
Continuate a sopportarvi gli uni gli altri (Col. 3:13)
Era l’ultima sera di Gesù sulla terra. Pensiamo a come si sarà sentito. Sarebbe rimasto perfettamente fedele fino alla morte? Era in gioco la vita di miliardi di persone (Rom. 5:18, 19). Cosa ancora più importante, ci andava di mezzo la reputazione di suo Padre (Giob. 2:4). Come se non bastasse, durante quell’ultima cena la conversazione degli apostoli degenerò in “un’accesa discussione su chi fra loro dovesse essere considerato il più grande”. Eppure, invece di arrabbiarsi, Gesù reagì con mitezza. In modo gentile ma fermo, spiegò loro ancora una volta quale atteggiamento dovevano avere, e in seguito li lodò per il loro leale sostegno (Luca 22:24-28; Giov. 13:1-5, 12-15). Possiamo imitare Gesù e mantenere la calma anche quando siamo sotto pressione se teniamo a mente che tutti diciamo e facciamo cose che irritano gli altri (Prov. 12:18; Giac. 3:2, 5). Inoltre cerchiamo di notare i lati positivi degli altri e di lodarli (Efes. 4:29). w19.02 11-12 parr. 16-17

Argo.50
00martedì 4 agosto 2020 00:02
Martedì 4 agosto
Giustizia e diritto sono la base del tuo trono (Sal. 89:14)
La Legge mosaica riduceva il rischio che una persona venisse accusata falsamente di un reato. Il presunto trasgressore aveva il diritto di sapere chi lo stava accusando (Deut. 19:16-19; 25:1). Perché fosse condannato doveva esserci la testimonianza di almeno due persone (Deut. 17:6; 19:15). Cosa succedeva se un israelita commetteva un reato e veniva visto soltanto da un testimone? Non poteva pensare di farla franca: Geova sapeva cos’era accaduto. Geova non agisce mai in modo ingiusto, e in questo ci dà un esempio perfetto. Ricompensa chi segue con lealtà le sue norme e punisce chi abusa del proprio potere (2 Sam. 22:21-23; Ezec. 9:9, 10). Potrebbe sembrare che alcuni che fanno cose cattive non vengano puniti, ma quando Geova lo ritiene opportuno fa in modo che sia fatta giustizia (Prov. 28:13). Chi non si pente prima o poi scopre che “è terribile cadere nelle mani dell’Iddio vivente” (Ebr. 10:30, 31). w19.02 23-24 parr. 20-21
Argo.50
00mercoledì 5 agosto 2020 00:08
Mercoledì 5 agosto
Non c’è più stato in Israele un profeta come Mosè, che Geova conosceva molto bene (Deut. 34:10)
Mosè si rivolgeva continuamente a Geova per ricevere consigli e guida. La Bibbia dice che “rimase saldo come se vedesse colui che è invisibile” (Ebr. 11:24-27). Meno di due mesi dopo che gli israeliti avevano lasciato l’Egitto, e ancor prima che arrivassero al monte Sinai, sorse un grave problema. Il popolo iniziò a lamentarsi per la mancanza d’acqua e a mormorare contro Mosè. La situazione si fece così seria che “Mosè, implorando Geova, disse: ‘Che cosa devo fare con questo popolo? Ancora un po’ e mi lapiderà!’” (Eso. 17:4). Geova rispose dandogli istruzioni chiare: doveva prendere il suo bastone e colpire la roccia in Horeb. La narrazione dice: “Mosè fece così davanti agli occhi degli anziani d’Israele”. L’acqua uscì in abbondanza e gli israeliti bevvero a volontà; così il problema fu risolto (Eso. 17:5, 6). w18.07 13 parr. 4-5

Argo.50
00giovedì 6 agosto 2020 00:03
Giovedì 6 agosto
L’amore edifica (1 Cor. 8:1)
Un mezzo che Geova usa per rafforzarci con il suo amore è la congregazione. Possiamo ricambiare il suo amore amando i nostri fratelli e sostenendoli, sia dal punto di vista spirituale che emotivo (1 Giov. 4:19-21). L’apostolo Paolo esortò i cristiani dicendo: “Continuate a incoraggiarvi e a edificarvi a vicenda, come state già facendo” (1 Tess. 5:11). Ognuno di noi, non solo gli anziani, può seguire l’esempio di Geova e di Gesù, ed edificare i fratelli e le sorelle consolandoli e rafforzandoli (Rom. 15:1, 2). Chi nella congregazione soffre di disturbi emotivi potrebbe aver bisogno di uno specialista e di terapie o farmaci adatti (Luca 5:31). Gli anziani e gli altri componenti della congregazione riconoscono con modestia di non avere la preparazione medica per gestire queste situazioni. Comunque, che siamo anziani o no, tutti abbiamo la responsabilità di “confortare chi è depresso”, “sostenere i deboli” ed “essere pazienti con tutti” (1 Tess. 5:14). w18.09 14 parr. 10-11

Argo.50
00venerdì 7 agosto 2020 00:08
Venerdì 7 agosto
Non essere ansioso, perché io sono il tuo Dio (Isa. 41:10)
Rafforzeremo la nostra fiducia in Geova se impareremo a conoscerlo meglio. E l’unico modo per conoscere Dio davvero bene è leggere con attenzione la Bibbia e poi meditare su quello che abbiamo letto. Nella Bibbia troviamo esempi di come Geova ha protetto i suoi servitori nel passato. Quello che leggiamo è attendibile e ci dà la certezza che anche oggi lui si prenderà cura di noi. Ad esempio, pensiamo alla bella immagine che Isaia usa per descrivere il modo in cui Geova ci protegge. Paragonando Geova a un pastore e i suoi servitori ad agnelli, Isaia dice: “Con il suo braccio radunerà gli agnelli, e li porterà sul petto” (Isa. 40:11). Quando percepiamo che Geova ci sta tenendo tra le sue potenti braccia, ci sentiamo in pace e al sicuro. Per riuscire a mantenere la calma quando affrontiamo problemi, meditiamo sulle rassicuranti parole della scrittura di oggi. Ci rafforzeranno in vista delle difficoltà che dovremo affrontare. w19.01 7 parr. 17-18

Argo.50
00sabato 8 agosto 2020 00:18
Sabato 8 agosto
Fare la tua volontà, o mio Dio, è la mia gioia (Sal. 40:8)
Hai degli obiettivi spirituali che vorresti raggiungere? Magari stai cercando di leggere la Bibbia tutti i giorni, di migliorare il modo in cui ti esprimi per partecipare alle adunanze in modo più significativo o di diventare un insegnante più capace nel ministero. Cosa provi quando ottieni dei risultati o altri ti fanno notare che stai migliorando? Sicuramente ne sei felice e ti senti soddisfatto. Ed è giusto che sia così, perché come Gesù stai facendo la volontà di Geova (Prov. 27:11). Quando sei concentrato su degli obiettivi spirituali ti impegni in cose che ti rendono felice e che danno un senso alla tua vita. L’apostolo Paolo scrisse: “Siate saldi, irremovibili, e abbiate sempre molto da fare nell’opera del Signore, sapendo che la vostra fatica nel Signore non è inutile” (1 Cor. 15:58). Chi invece vive cercando di raggiungere gli obiettivi di questo mondo, anche se riesce a fare soldi e ad avere una brillante carriera, si rende conto che in realtà prova un grande vuoto (Luca 9:25). w18.12 22 parr. 12-13

Argo.50
00domenica 9 agosto 2020 00:06
Domenica 9 agosto
I giusti erediteranno la terra (Sal. 37:29)
Davide stava parlando di un tempo in cui gli esseri umani sulla terra avrebbero ubbidito ai giusti princìpi di Dio (2 Piet. 3:13). La profezia contenuta in Isaia 65:22 dice: “I giorni del mio popolo saranno come i giorni dell’albero”. Questo significa che le persone vivranno per migliaia di anni. In base alle parole di Rivelazione 21:1-4, “la morte non ci sarà più”. Dio riverserà molte benedizioni sulle persone che lo serviranno nel nuovo mondo. Quando Adamo ed Eva persero il privilegio di vivere per sempre nel Paradiso non tutto andò perduto. Dio promise che avrebbe benedetto gli abitanti della terra. In seguito Davide scrisse che i mansueti e i giusti avrebbero ereditato la terra e vi avrebbero abitato per sempre (Sal. 37:11). Le profezie di Isaia ci fanno pregustare quanto sarà meraviglioso vivere nel Paradiso sulla terra (Isa. 11:6-9; 35:5-10; 65:21-23). Quando si adempiranno? Quando la promessa che Gesù fece al criminale giudeo diventerà realtà (Luca 23:43). Ognuno di noi ha la possibilità di vivere in quel Paradiso! w18.12 7 parr. 22-23

Argo.50
00lunedì 10 agosto 2020 00:17
Lunedì 10 agosto
Più di ogni altra cosa, salvaguarda il tuo cuore (Prov. 4:23)
Dato che non possiamo uscire letteralmente dal mondo, è inevitabile venire a contatto con alcune delle sue idee (1 Cor. 5:9, 10). Ad esempio, attraverso l’opera di predicazione ci confrontiamo con convinzioni religiose errate, e questo è inevitabile. Comunque, non significa che dobbiamo soffermarci su queste idee o accettarle. Come Gesù, dovremmo essere pronti a respingere i pensieri che Satana vorrebbe che avessimo. Un altro modo in cui possiamo proteggerci è quello di evitare ogni contatto non necessario con le idee del mondo. Per esempio è importante fare attenzione alle amicizie che scegliamo. La Bibbia avverte che se stiamo spesso in compagnia di persone che non adorano Geova, il loro modo di pensare influirà su di noi (Prov. 13:20; 1 Cor. 15:12, 32, 33). Se inoltre evitiamo passatempi che promuovono la teoria dell’evoluzione, la violenza o l’immoralità, non permetteremo a idee che sono “contro la conoscenza di Dio” di avvelenare il nostro modo di pensare (2 Cor. 10:5). w18.11 21 parr. 16-17

Argo.50
00martedì 11 agosto 2020 00:05
Martedì 11 agosto
Camminerò nella tua verità (Sal. 86:11)
Cosa può aiutarci a continuare a camminare nella verità? Dobbiamo cogliere tutte le opportunità per insegnare ad altri le verità della Bibbia. Dobbiamo, per così dire, avere una buona presa sulla nostra spada spirituale, “la parola di Dio” (Efes. 6:17). Ognuno di noi può imparare a “maneggiare correttamente la parola della verità”, cioè diventare un insegnante capace (2 Tim. 2:15). Man mano che usiamo la Bibbia per insegnare la verità ad altri e per aiutarli a respingere idee sbagliate, imprimiamo sempre di più le norme di Geova nella nostra mente e nel nostro cuore. Questo ci rende sempre più determinati a continuare a “camminare nella verità”. La verità è un dono prezioso di Geova. Grazie a questo dono possiamo avere la cosa a cui teniamo di più in assoluto: una stretta amicizia con il nostro Padre celeste. Geova ci ha già insegnato molte cose, ma questo è solo l’inizio! Ha promesso che continuerà a istruirci per tutta l’eternità. Quindi vogliamo custodire la verità come una perla preziosa; vogliamo continuare ad ‘acquistare la verità e non venderla mai’ (Prov. 23:23). w18.11 8 par. 2; 12 parr. 15-17

Argo.50
00mercoledì 12 agosto 2020 00:16
Mercoledì 12 agosto
Noè fu un predicatore di giustizia (2 Piet. 2:5)
Quando prima del diluvio predicava alle persone, Noè le avrà sicuramente avvertite che stava per arrivare una distruzione. Gesù infatti disse: “Come nei giorni prima del diluvio mangiavano e bevevano, gli uomini si sposavano e le donne erano date in moglie, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e li spazzò via tutti, così sarà la presenza del Figlio dell’uomo” (Matt. 24:38, 39). Le persone erano indifferenti, ma Noè continuò a predicare fedelmente il messaggio di avvertimento che Geova gli aveva trasmesso. Oggi predichiamo il messaggio del Regno per dare alle persone l’opportunità di conoscere cosa farà Dio per l’umanità. Anche noi, come Geova, desideriamo tanto che le persone accettino il messaggio e ‘continuino a vivere’ (Ezec. 18:23). Allo stesso tempo, quando predichiamo di casa in casa e in luoghi pubblici, avvertiamo più persone possibili del fatto che il Regno di Dio verrà e distruggerà questo mondo malvagio (Ezec. 3:18, 19; Dan. 2:44; Riv. 14:6, 7). w18.05 19 parr. 8-9

Argo.50
00giovedì 13 agosto 2020 00:01
Giovedì 13 agosto
Chi testimonia con fedeltà dichiarerà il vero (Prov. 12:17)

Supponiamo che le autorità del paese in cui viviamo impongano delle restrizioni alla nostra opera. Cosa dovremmo fare se ci interrogassero per avere informazioni sui fratelli? Dovremmo dire tutto quello che sappiamo? Cosa fece Gesù mentre veniva interrogato da un governatore romano? In armonia con il principio scritturale in base al quale c’è “un tempo per tacere e un tempo per parlare”, Gesù scelse di non rispondere a tutte le domande (Eccl. 3:1, 7; Matt. 27:11-14). In circostanze simili dobbiamo essere discreti e cauti in modo da non mettere in pericolo i nostri fratelli (Prov. 10:19; 11:12). Immaginiamo il caso in cui un nostro amico o un nostro parente abbia commesso un peccato grave e noi ne fossimo a conoscenza. Cosa faremo? ‘Dichiareremo il vero’. Abbiamo la responsabilità di dire agli anziani tutta la verità, senza distorcere i fatti. Gli anziani hanno il diritto di sapere come sono andate le cose. Solo così possono stabilire il modo migliore per aiutare il trasgressore a riallacciare la sua amicizia con Geova (Giac. 5:14, 15). w18.10 10 parr. 17-18

Argo.50
00venerdì 14 agosto 2020 00:16
Venerdì 14 agosto
Continuate a incoraggiarvi e a edificarvi a vicenda (1 Tess. 5:11)
Un modo in cui possiamo rafforzare gli altri con il nostro amore è quello di ascoltarli con attenzione (Giac. 1:19). Ascoltare gli altri con empatia è una dimostrazione di amore. Con tatto e gentilezza potremmo fare delle domande per cercare di capire come si sente chi è scoraggiato. Questo ci permetterà di dare l’incoraggiamento necessario. Inoltre, dalle nostre espressioni facciali dovrebbe essere evidente che il nostro interesse è sincero. Quando parliamo con un fratello che sta soffrendo, ascoltiamolo con pazienza senza interrompere. In questo modo riusciremo a capire meglio i suoi sentimenti, e per lui sarà più facile avere fiducia in noi e ascoltarci quando cerchiamo di incoraggiarlo. Se gli altri capiscono che ci interessiamo sinceramente di loro si sentiranno davvero confortati. w18.09 14 par. 10; 15 par. 13
Argo.50
00sabato 15 agosto 2020 00:04
Sabato 15 agosto
Acquista la verità (Prov. 23:23)
Chi “acquista la verità” deve per forza rinunciare a parte del suo tempo. Infatti ci vuole tempo per ascoltare il messaggio del Regno, leggere la Bibbia e le pubblicazioni bibliche, studiare la Bibbia a livello individuale, prepararsi per le adunanze e frequentarle. Dobbiamo prenderci il tempo, o ‘riscattarlo’, rinunciando ad attività meno importanti (Efes. 5:15, 16, nt.). Di quanto tempo c’è bisogno per imparare le verità fondamentali della Bibbia? Dipende da persona a persona. È anche vero che non ci sono limiti a quello che possiamo imparare sulla sapienza di Geova, sul suo modo di agire e sulle sue opere (Rom. 11:33). Paragonando la verità a “un modesto fiorellino”, il primo numero della Torre di Guardia diceva: “Non accontentatevi di un singolo fiore di verità. Se ne fosse bastato uno, non ce ne sarebbero stati altri. Continuate a raccoglierne, cercatene sempre degli altri”. Anche quando vivremo per l’eternità, continueremo a imparare cose nuove su Geova. È importante che ognuno di noi usi il tempo saggiamente in modo da imparare quanto più possibile in base alle proprie circostanze. w18.11 4 par. 7

Argo.50
00domenica 16 agosto 2020 00:07
Domenica 16 agosto
Mariti, continuate ad amare le vostre mogli (Efes. 5:25)
I mariti vengono incoraggiati a vivere con le loro mogli “mostrando loro considerazione”, o “comprendendole” (1 Piet. 3:7; nt.). Un marito premuroso è anche comprensivo. Riconosce che sua moglie, essendo il suo complemento, è diversa da lui sotto tanti punti di vista. Ma sa anche che questo non la rende affatto inferiore a lui (Gen. 2:18). Tiene quindi conto dei sentimenti della moglie e la tratta con dignità e rispetto. Un marito premuroso, che tiene conto dei sentimenti della moglie, è anche attento al modo in cui si comporta con le altre donne. Non si metterà mai a flirtare, e non mostrerà ad altre donne un interesse inopportuno; non lo farà nemmeno quando usa i social o naviga in Internet (Giob. 31:1). È leale a sua moglie, e non solo perché la ama, ma anche perché ama Dio e odia il male (Sal. 19:14; 97:10). w18.09 29 parr. 3-4

Argo.50
00lunedì 17 agosto 2020 00:08
Lunedì 17 agosto
Chi si comporta fra tutti voi come il minore, quello è grande (Luca 9:48)
Mettere in pratica quello che impariamo dalla Parola di Dio non è sempre facile. Per fare ciò che è giusto, infatti, ci vuole umiltà, ma rimanere umili può essere davvero difficile. In questi “ultimi giorni” siamo circondati da persone ‘egoiste, attaccate al denaro, gradasse, superbe e senza autocontrollo’ (2 Tim. 3:1-3). A volte quelli che mostrano queste caratteristiche sembrano riuscire nella vita, e noi potremmo cominciare a invidiarli pur disapprovando il loro comportamento (Sal. 37:1; 73:3). Qualcuno potrebbe chiedersi: “Vale davvero la pena di mettere gli interessi degli altri prima dei miei? Comportandomi ‘come il minore’ verrò ancora rispettato?” Se ci facciamo contagiare dallo spirito egoistico di questo mondo danneggeremo la nostra identità cristiana e l’atmosfera amorevole nella congregazione. Se invece analizziamo i buoni esempi dei personaggi descritti nella Bibbia e li imitiamo otterremo buoni risultati. w18.09 3 par. 1

Argo.50
00martedì 18 agosto 2020 00:01
Martedì 18 agosto
C’è felicità nel dare (Atti 20:35)
C’è stato un tempo in cui Geova era completamente da solo. In seguito però decise di trasmettere il dono della vita a delle creature intelligenti in cielo e sulla terra. Questo perché a lui, che è il “felice Dio”, piace fare ‘doni buoni’ (1 Tim. 1:11; Giac. 1:17). E dato che desidera che anche noi siamo felici, ci insegna a essere generosi (Rom. 1:20). Gli uomini sono stati creati a immagine di Dio (Gen. 1:27). Questo significa che abbiamo le sue stesse qualità. Perciò, possiamo essere felici e soddisfatti se, come lui, ci interessiamo degli altri e siamo generosi (Filip. 2:3, 4; Giac. 1:5). È così che siamo stati creati. Quindi, pur essendo imperfetti, siamo in grado di imitare la generosità di Geova. Dato che desidera che lo imitiamo, lui è contento quando siamo generosi (Efes. 5:1). w18.08 18 parr. 1-2; 19 par. 4

Argo.50
00mercoledì 19 agosto 2020 00:03
Mercoledì 19 agosto
Le mie pecore ascoltano la mia voce (Giov. 10:27)
I seguaci di Cristo dimostrano di ascoltare Gesù non solo prestando attenzione alle sue parole ma anche mettendole in pratica. Non si lasciano distrarre dalle “preoccupazioni della vita” (Luca 21:34). Al contrario, per loro la cosa più importante è ubbidire ai comandi di Gesù, anche quando si trovano in situazioni difficili. In casi del genere, i nostri fratelli rimangono fedeli a Geova a qualunque costo. Un altro modo in cui possiamo dimostrare che stiamo ascoltando Gesù è collaborare con coloro a cui lui ha affidato l’incarico di guidarci (Ebr. 13:7, 17). Nell’organizzazione di Dio ci sono stati molti cambiamenti negli ultimi anni, riguardanti ad esempio strumenti e metodi nuovi da usare nel ministero, il modo in cui ora si svolge l’adunanza infrasettimanale e il sistema con cui costruiamo, ristrutturiamo e manteniamo in buono stato le nostre Sale del Regno. Siamo veramente grati del modo attento e amorevole in cui veniamo guidati. Siamo certi che Geova benedirà gli sforzi che facciamo per seguire le istruzioni della sua organizzazione. w19.03 10-11 parr. 11-12

Argo.50
00giovedì 20 agosto 2020 00:04
Giovedì 20 agosto
Così non saremo più portati qua e là per mezzo dell’inganno degli uomini (Efes. 4:14)
Non possiamo fidarci di informazioni che sono vere solo in parte! Riflettiamo su quello che accadde agli israeliti che vivevano nella parte occidentale del Giordano ai giorni di Giosuè (Gios. 22:9-34). Fu loro riferito che gli israeliti che vivevano dall’altra parte avevano costruito un imponente altare. Fin lì era tutto vero. Basandosi su quelle informazioni incomplete, gli israeliti della parte occidentale conclusero che i loro fratelli si erano ribellati a Geova (Gios. 22:9-12). Prima di attaccare, però, inviarono una delegazione di uomini fidati per essere sicuri di conoscere bene i fatti. Cosa scoprirono? Gli israeliti della parte orientale avevano costruito quell’altare non per fare sacrifici a dèi pagani, ma perché così tutti avrebbero saputo che anche loro erano leali servitori di Geova. Gli israeliti della parte occidentale saranno stati felici di essersi presi il tempo per conoscere tutti i fatti, evitando così di far guerra ai loro fratelli! w18.08 5 parr. 9-10

Argo.50
00venerdì 21 agosto 2020 00:04
Venerdì 21 agosto
Chi pensa di stare in piedi badi di non cadere (1 Cor. 10:12)

Come indicò Paolo, anche chi serve Geova può commettere azioni sbagliate. Quelli che cedono alle tentazioni possono pensare di avere ancora l’approvazione di Geova. Ma per avere la sua approvazione non basta semplicemente desiderare di essere suoi amici o affermare di essergli leali (1 Cor. 10:1-5). Gli israeliti diventarono impazienti quando Mosè tardò a scendere dal Sinai. Anche noi potremmo diventare impazienti se pensassimo che il giorno di giudizio di Geova e il nuovo mondo stiano tardando ad arrivare. L’adempimento di queste promesse potrebbe sembrarci troppo lontano, oppure troppo bello per essere vero. Se non controlliamo questi pensieri, potremmo iniziare a concentrarci su quello che vorremmo noi e non sulla volontà di Geova. Con il tempo potremmo allontanarci da lui e alla fine fare cose che non avremmo mai immaginato quando eravamo spiritualmente forti. w18.07 21 parr. 17-18

Argo.50
00sabato 22 agosto 2020 00:05
Sabato 22 agosto
Esaudirò anche questa tua richiesta, perché hai ottenuto il mio favore e ti conosco bene (Eso. 33:17)
Geova potrebbe dire lo stesso di noi. Ma cosa dobbiamo fare per essere conosciuti da Geova? Dobbiamo amarlo e dedicargli la nostra vita (1 Cor. 8:3). È importante comunque non perdere la preziosa amicizia che abbiamo con il nostro Padre celeste. Anche noi, come i cristiani della Galazia a cui scrisse Paolo, dobbiamo evitare di essere schiavi dei “deboli e miseri princìpi basilari” di questo mondo, il che include non ricercare la notorietà e il successo che offre (Gal. 4:9). Quei primi cristiani erano già “conosciuti da Dio”. Si stavano però ‘volgendo di nuovo’ a cose di nessun valore. Era come se Paolo dicesse: “Ora che siete arrivati a questo punto, perché volete tornare alle cose stupide e inutili che vi siete lasciati dietro?” w18.07 8 parr. 5-6

Argo.50
00domenica 23 agosto 2020 00:14
Domenica 23 agosto
Il saggio ascolta e acquisisce più istruzione (Prov. 1:5)
Per capire cosa è giusto e cosa è sbagliato, non dobbiamo per forza subire le conseguenze che derivano dal disubbidire alle leggi di Dio. Possiamo imparare dagli errori commessi da persone vissute nel passato e di cui si parla nella Parola di Dio. L’istruzione migliore in assoluto viene da Dio, e un modo per riceverla è leggere i racconti contenuti nella Bibbia e rifletterci su. Pensiamo, ad esempio, al dolore che avrà provato il re Davide dopo aver disubbidito a una legge di Geova e aver commesso adulterio con Betsabea (2 Sam. 12:7-14). Mentre meditiamo su questo racconto, chiediamoci: “In che modo il re Davide avrebbe potuto risparmiarsi le sofferenze provate dopo l’adulterio con Betsabea? Se mi trovassi davanti a una tentazione simile, avrei la forza di resistere? Fuggirei come fece Giuseppe, oppure cederei come fece Davide?” (Gen. 39:11-15). Se riflettiamo con attenzione sulle terribili conseguenze del peccato, riusciremo sempre di più a ‘odiare ciò che è male’ (Amos 5:15). w18.06 17 parr. 5, 7

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