2 Corinti 13: 14 (13 versione Cei)

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operman
00martedì 20 maggio 2008 17:03
In un recente discorso il Papa ha citato le parole di 2 Corinti 13:14 (13 CEI) dopo queste parole:

Questa rivelazione di Dio si è pienamente delineata nel Nuovo Testamento, grazie al­la parola di Cristo. Gesù ci ha manifestato il volto di Dio, uno nell’essenza e trino nelle persone: Dio è amore, Amore Padre-Amore Figlio- Amore Spirito Santo. Ed è proprio nel nome di questo Dio che l’apostolo Paolo sa­luta la comunità di Corinto: «La grazia del Si­gnore Gesù Cristo, l’amore di Dio [Padre] e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi» ( 2 Cor 13,13).

Il semplice fatto che le tre persone vengano citate in un versetto dimostra l'esistenza della trinità?
decorlanzi
00martedì 20 maggio 2008 17:13
UN Pò DI CATECHISMO:

I. «Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo»

232 I cristiani vengono battezzati « nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo » (Mt 28,19). Prima rispondono: « Credo » alla triplice domanda con cui ad essi si chiede di confessare la loro fede nel Padre, nel Figlio e nello Spirito: « Fides omnium christianorum in Trinitate consistit – La fede di tutti i cristiani si fonda sulla Trinità ». 276

233 I cristiani sono battezzati « nel nome » – e non « nei nomi » – del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo; 277 infatti non vi è che un solo Dio, il Padre onnipotente e il Figlio suo unigenito e lo Spirito Santo: la Santissima Trinità.

234 Il mistero della Santissima Trinità è il mistero centrale della fede e della vita cristiana. È il mistero di Dio in se stesso. È quindi la sorgente di tutti gli altri misteri della fede; è la luce che li illumina. È l'insegnamento fondamentale ed essenziale nella « gerarchia delle verità » di fede. 278 «Tutta la storia della salvezza è la storia del rivelarsi del Dio vero e unico: Padre, Figlio e Spirito Santo, il quale riconcilia e unisce a sé coloro che sono separati dal peccato ». 279

235 In questo paragrafo, si esporrà in breve in qual modo è stato rivelato il mistero della Beata Trinità (I), come la Chiesa ha formulato la dottrina della fede in questo mistero (II), e infine, come, attraverso le missioni divine del Figlio e dello Spirito Santo, Dio Padre realizza il suo « benevolo disegno » di creazione, redenzione e santificazione (III).

236 I Padri della Chiesa fanno una distinzione tra la 1,@8@(\" e l'?Æi@<@µ\", designando con il primo termine il mistero della vita intima del Dio-Trinità, e con il secondo tutte le opere di Dio, con le quali egli si rivela e comunica la sua vita. Attraverso l'Economia ci è rivelata la Teologia; ma, inversamente, è la Teologia che illumina tutta l'Economia. Le opere di Dio rivelano chi egli è in se stesso; e, inversamente, il mistero del suo Essere intimo illumina l'intelligenza di tutte le sue opere. Avviene così, analogicamente, tra le persone umane. La persona si mostra attraverso le sue azioni, e, quanto più conosciamo una persona, tanto più comprendiamo le sue azioni.

237 La Trinità è un mistero della fede in senso stretto, uno dei « misteri nascosti in Dio, che non possono essere conosciuti se non sono divinamente rivelati ». 280 Indubbiamente Dio ha lasciato tracce del suo essere trinitario nell'opera della creazione e nella sua rivelazione lungo il corso dell'Antico Testamento. Ma l'intimità del suo Essere come Trinità Santa costituisce un mistero inaccessibile alla sola ragione, come pure alla fede d'Israele, prima dell'incarnazione del Figlio di Dio e dell'invio dello Spirito Santo.

II. La rivelazione di Dio come Trinità

Il Padre rivelato dal Figlio

238 In molte religioni Dio viene invocato come « Padre ». Spesso la divinità è considerata come « padre degli dèi e degli uomini ». Presso Israele, Dio è chiamato Padre in quanto Creatore del mondo. 281 Ancor più Dio è Padre in forza dell'Alleanza e del dono della Legge fatto a Israele, suo « figlio primogenito » (Es 4,22). È anche chiamato Padre del re d'Israele. 282 In modo particolarissimo egli è « il Padre dei poveri », dell'orfano, della vedova, che sono sotto la sua protezione amorosa. 283

239 Chiamando Dio con il nome di « Padre », il linguaggio della fede mette in luce soprattutto due aspetti: che Dio è origine primaria di tutto e autorità trascendente, e che, al tempo stesso, è bontà e sollecitudine d'amore per tutti i suoi figli. Questa tenerezza paterna di Dio può anche essere espressa con l'immagine della maternità, 284 che indica ancor meglio l'immanenza di Dio, l'intimità tra Dio e la sua creatura. Il linguaggio della fede si rifà così all'esperienza umana dei genitori che, in certo qual modo, sono per l'uomo i primi rappresentanti di Dio. Tale esperienza, però, mostra anche che i genitori umani possono sbagliare e sfigurare il volto della paternità e della maternità. Conviene perciò ricordare che Dio trascende la distinzione umana dei sessi. Egli non è né uomo né donna, egli è Dio. Trascende pertanto la paternità e la maternità umane, 285 pur essendone l'origine e il modello: 286 nessuno è padre quanto Dio.

240 Gesù ha rivelato che Dio è « Padre » in un senso inaudito: non lo è soltanto in quanto Creatore; egli è eternamente Padre in relazione al Figlio suo unigenito, il quale non è eternamente Figlio se non in relazione al Padre suo: « Nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare » (Mt 11,27).

241 Per questo gli Apostoli confessano Gesù come « il Verbo » che « in principio [...] era presso Dio e il Verbo era Dio » (Gv 1,1), come colui che « è immagine del Dio invisibile » (Col 1,15) e « irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza » (Eb 1,3).

242 Sulla loro scia, seguendo la Tradizione apostolica, la Chiesa nel 325, nel primo Concilio Ecumenico di Nicea, ha confessato che il Figlio è « consostanziale al Padre », 287 cioè un solo Dio con lui. Il secondo Concilio Ecumenico, riunito a Costantinopoli nel 381, ha conservato tale espressione nella sua formulazione del Credo di Nicea ed ha confessato « il Figlio unigenito di Dio, generato dal Padre prima di tutti i secoli, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato non creato, della stessa sostanza del Padre ». 288

Il Padre e il Figlio rivelati dallo Spirito

243 Prima della sua pasqua, Gesù annunzia l'invio di un « altro Paraclito » (Difensore), lo Spirito Santo. Lo Spirito che opera fin dalla creazione, 289 che già aveva « parlato per mezzo dei profeti»,290 dimorerà presso i discepoli e sarà in loro, 291 per insegnare loro ogni cosa 292 e guidarli « alla verità tutta intera » (Gv 16,13). Lo Spirito Santo è in tal modo rivelato come un'altra Persona divina in rapporto a Gesù e al Padre.

244 L'origine eterna dello Spirito si rivela nella sua missione nel tempo. Lo Spirito Santo è inviato agli Apostoli e alla Chiesa sia dal Padre nel nome del Figlio, sia dal Figlio in persona, dopo il suo ritorno al Padre. 293 L'invio della Persona dello Spirito dopo la glorificazione di Gesù 294 rivela in pienezza il mistero della Santissima Trinità.

245 La fede apostolica riguardante lo Spirito è stata confessata dal secondo Concilio Ecumenico nel 381 a Costantinopoli: crediamo « nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre ». 295 Così la Chiesa riconosce il Padre come « la fonte e l'origine di tutta la divinità ». 296 L'origine eterna dello Spirito Santo non è tuttavia senza legame con quella del Figlio: « Lo Spirito Santo, che è la terza Persona della Trinità, è Dio, uno e uguale al Padre e al Figlio, della stessa sostanza e anche della stessa natura. [...] Tuttavia, non si dice che egli è soltanto lo Spirito del Padre, ma che è, ad un tempo, lo Spirito del Padre e del Figlio ». 297 Il Credo del Concilio di Costantinopoli della Chiesa confessa: « Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato ». 298

246 La tradizione latina del Credo confessa che lo Spirito « procede dal Padre e dal Figlio [Filioque] ». Il Concilio di Firenze, nel 1439, esplicita: « Lo Spirito Santo ha la sua essenza e il suo essere sussistente ad un tempo dal Padre e dal Figlio e [...] procede eternamente dall'uno e dall'altro come da un solo principio e per una sola spirazione [...]. E poiché tutto quello che è del Padre, lo stesso Padre lo ha donato al suo unico Figlio generandolo, ad eccezione del suo essere Padre, anche questo procedere dello Spirito Santo a partire dal Figlio, lo riceve dall'eternità dal suo Padre che ha generato il Figlio stesso ». 299

247 L'affermazione del Filioque mancava nel Simbolo confessato a Costantinopoli nel 381. Ma, sulla base di un'antica tradizione latina e alessandrina, il Papa san Leone l'aveva già dogmaticamente confessata nel 447, 300 prima che Roma conoscesse e ricevesse, nel 451, durante il Concilio di Calcedonia, il Simbolo del 381. L'uso di questa formula nel Credo è entrato a poco a poco nella liturgia latina (tra i secoli VIII e XI). L'introduzione della parola Filioque nel Simbolo niceno-costantinopolitano da parte della liturgia latina costituisce tuttavia, ancora oggi, un punto di divergenza con le Chiese ortodosse.

248 La tradizione orientale mette innanzi tutto in rilievo che il Padre, in rapporto allo Spirito, è l'origine prima. Confessando che lo Spirito « procede dal Padre » (Gv 15,26), afferma che lo Spirito procede dal Padre attraverso il Figlio. 301 La tradizione occidentale dà maggior risalto alla comunione consostanziale tra il Padre e il Figlio affermando che lo Spirito procede dal Padre e dal Figlio (Filioque). Lo dice « lecitamente e ragionevolmente »; 302 infatti l'ordine eterno delle Persone divine nella loro comunione consostanziale implica che il Padre sia l'origine prima dello Spirito in quanto « principio senza principio », 303 ma pure che, in quanto Padre del Figlio unigenito, egli con lui sia « l'unico principio dal quale procede lo Spirito Santo ». 304 Questa legittima complementarità, se non viene inasprita, non scalfisce l'identità della fede nella realtà del medesimo mistero confessato.

III. La Santissima Trinità nella dottrina della fede

La formazione del dogma trinitario

249 La verità rivelata della Santissima Trinità è stata, fin dalle origini, alla radice della fede vivente della Chiesa, principalmente per mezzo del Battesimo. Trova la sua espressione nella regola della fede battesimale, formulata nella predicazione, nella catechesi e nella preghiera della Chiesa. Simili formulazioni compaiono già negli scritti apostolici, come ad esempio questo saluto, ripreso nella liturgia eucaristica: « La grazia del Signore Gesù Cristo, l'amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi » (2 Cor 13,13). 305

250 Nel corso dei primi secoli, la Chiesa ha cercato di formulare in maniera più esplicita la sua fede trinitaria, sia per approfondire la propria intelligenza della fede, sia per difenderla contro errori che la alteravano. Fu questa l'opera degli antichi Concili, aiutati dalla ricerca teologica dei Padri della Chiesa e sostenuti dal senso della fede del popolo cristiano.

251 Per la formulazione del dogma della Trinità, la Chiesa ha dovuto sviluppare una terminologia propria ricorrendo a nozioni di origine filosofica: « sostanza », « persona » o « ipostasi », « relazione », ecc. Così facendo, non ha sottoposto la fede ad una sapienza umana, ma ha dato un significato nuovo, insolito a questi termini assunti ora a significare anche un mistero inesprimibile, « infinitamente al di là di tutto ciò che possiamo concepire a misura d'uomo ». 306

252 La Chiesa adopera il termine « sostanza » (reso talvolta anche con « essenza » o « natura ») per designare l'Essere divino nella sua unità, il termine « persona » o « ipostasi » per designare il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo nella loro reale distinzione reciproca, il termine « relazione » per designare il fatto che la distinzione tra le Persone divine sta nel riferimento delle une alle altre.

Il dogma della Santissima Trinità

253 La Trinità è Una. Noi non confessiamo tre dèi, ma un Dio solo in tre Persone: « la Trinità consostanziale ». 307 Le Persone divine non si dividono l'unica divinità, ma ciascuna di esse è Dio tutto intero: « Il Padre è tutto ciò che è il Figlio, il Figlio tutto ciò che è il Padre, lo Spirito Santo tutto ciò che è il Padre e il Figlio, cioè un unico Dio quanto alla natura ». 308 « Ognuna delle tre Persone è quella realtà, cioè la sostanza, l'essenza o la natura divina ». 309

254 Le Persone divine sono realmente distinte tra loro. « Dio è unico ma non solitario ». 310 «Padre», «Figlio» e «Spirito Santo» non sono semplicemente nomi che indicano modalità dell'Essere divino; essi infatti sono realmente distinti tra loro: « Il Figlio non è il Padre, il Padre non è il Figlio, e lo Spirito Santo non è il Padre o il Figlio ». 311 Sono distinti tra loro per le loro relazioni di origine: « È il Padre che genera, il Figlio che è generato, lo Spirito Santo che procede ». 312 L'Unità divina è Trina.

255 Le Persone divine sono relative le une alle altre. La distinzione reale delle Persone divine tra loro, poiché non divide l'unità divina, risiede esclusivamente nelle relazioni che le mettono in riferimento le une alle altre: « Nei nomi relativi delle Persone, il Padre è riferito al Figlio, il Figlio al Padre, lo Spirito Santo all'uno e all'altro; quando si parla di queste tre Persone considerandone le relazioni, si crede tuttavia in una sola natura o sostanza ». 313 Infatti « tutto è una cosa sola in loro, dove non si opponga la relazione ». 314 « Per questa unità il Padre è tutto nel Figlio, tutto nello Spirito Santo; il Figlio tutto nel Padre, tutto nello Spirito Santo; lo Spirito Santo è tutto nel Padre, tutto nel Figlio ». 315

256 Ai catecumeni di Costantinopoli san Gregorio Nazianzeno, detto anche « il Teologo », consegna questa sintesi della fede trinitaria:

« Innanzi tutto, conservatemi questo prezioso deposito, per il quale io vivo e combatto, con il quale voglio morire, che mi rende capace di sopportare ogni male e di disprezzare tutti i piaceri: intendo dire la professione di fede nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo. Io oggi ve la affido. Con essa fra poco vi immergerò nell'acqua e da essa vi trarrò. Ve la dono, questa professione, come compagna e patrona di tutta la vostra vita. Vi do una sola divinità e potenza, che è Uno in Tre, e contiene i Tre in modo distinto. Divinità senza differenza di sostanza o di natura, senza grado superiore che eleva, o inferiore che abbassa [...]. Di tre infiniti è l'infinita connaturalità. Ciascuno considerato in sé è Dio tutto intiero [...]. Dio le tre Persone considerate insieme [...]. Ho appena incominciato a pensare all'Unità ed eccomi immerso nello splendore della Trinità. Ho appena incominciato a pensare alla Trinità ed ecco che l'Unità mi sazia... ». 316

IV. Le operazioni divine e le missioni trinitarie

257 « O lux, beata Trinitas et principalis Unitas – O luce, Trinità beata e originaria Unità! ». 317 Dio è eterna beatitudine, vita immortale, luce senza tramonto. Dio è amore: Padre, Figlio e Spirito Santo. Dio liberamente vuole comunicare la gloria della sua vita beata. Tale è il disegno della « sua benevolenza » (Ef 1,9), disegno che ha concepito prima della creazione del mondo nel suo Figlio diletto, « predestinandoci ad essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo » (Ef 1,5), cioè « ad essere conformi all'immagine del Figlio suo » (Rm 8,29), in forza dello « Spirito da figli adottivi » (Rm 8,15). Questo progetto è una « grazia che ci è stata data... fin dall'eternità » (2 Tm 1,9) e che ha come sorgente l'amore trinitario. Si dispiega nell'opera della creazione, in tutta la storia della salvezza dopo la caduta, nella missione del Figlio e in quella dello Spirito, che si prolunga nella missione della Chiesa. 318

258 Tutta l'Economia divina è l'opera comune delle tre Persone divine. Infatti, la Trinità, come ha una sola e medesima natura, così ha una sola e medesima operazione. 319 « Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo non sono tre principi della creazione, ma un solo principio ». 320 Tuttavia, ogni Persona divina compie l'operazione comune secondo la sua personale proprietà. Così la Chiesa rifacendosi al Nuovo Testamento 321 professa: « Uno infatti è Dio Padre, dal quale sono tutte le cose; uno il Signore Gesù Cristo, mediante il quale sono tutte le cose; uno è lo Spirito Santo, nel quale sono tutte le cose ». 322 Le missioni divine dell'incarnazione del Figlio e del dono dello Spirito Santo sono quelle che particolarmente manifestano le proprietà delle Persone divine.

259 Tutta l'economia divina, opera comune e insieme personale, fa conoscere tanto la proprietà delle Persone divine, quanto la loro unica natura. Parimenti, tutta la vita cristiana è comunione con ognuna delle Persone divine, senza in alcun modo separarle. Chi rende gloria al Padre lo fa per il Figlio nello Spirito Santo; chi segue Cristo, lo fa perché il Padre lo attira 323 e perché lo Spirito lo guida. 324

260 Il fine ultimo dell'intera economia divina è che tutte le creature entrino nell'unità perfetta della Beatissima Trinità. 325 Ma fin d'ora siamo chiamati ad essere abitati dalla Santissima Trinità. Dice infatti il Signore: « Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui » (Gv 14,23):

« O mio Dio, Trinità che adoro, aiutami a dimenticarmi completamente, per stabilirmi in te, immobile e serena come se la mia anima fosse già nell'eternità; nulla possa turbare la mia pace né farmi uscire da te, o mio Immutabile, ma che ogni minuto mi porti più addentro nella profondità del tuo mistero! Pacifica la mia anima; fanne il tuo cielo, la tua dimora amata e il luogo del tuo riposo. Che io non ti lasci mai sola, ma che sia lì, con tutta me stessa, tutta vigile nella mia fede, tutta adorante, tutta offerta alla tua azione creatrice ». 326

In sintesi

261 Il mistero della Santissima Trinità è il mistero centrale della fede e della vita cristiana. Soltanto Dio può darcene la conoscenza rivelandosi come Padre, Figlio e Spirito Santo.

262 L'incarnazione del Figlio di Dio rivela che Dio è il Padre eterno e che il Figlio è consostanziale al Padre, cioè che in lui e con lui è lo stesso unico Dio.

263 La missione dello Spirito Santo, che il Padre manda nel nome del Figlio 327 e che il Figlio manda « dal Padre » (Gv 15,26), rivela che egli è con loro lo stesso unico Dio. « Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato ». 328

264 « Lo Spirito Santo procede, primariamente, dal Padre e, per il dono eterno che il Padre ne fa al Figlio, procede dal Padre e dal Figlio in comunione ». 329

265 Attraverso la grazia del Battesimo « nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo» (Mt 28,19), siamo chiamati ad aver parte alla vita della Beata Trinità, quaggiù nell'oscurità della fede, e, oltre la morte, nella luce eterna. 330

266 « La fede cattolica consiste nel venerare un Dio solo nella Trinità, e la Trinità nell'Unità, senza confusione di Persone né separazione della sostanza: altra infatti è la Persona del Padre, altra quella del Figlio, altra quella dello Spirito Santo; ma unica è la divinità del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, uguale la gloria, coeterna la maestà ». 331

267 Inseparabili nella loro sostanza, le Persone divine sono inseparabili anche nelle loro operazioni. Ma nell'unica operazione divina ogni Persona manifesta ciò che le è proprio nella Trinità, soprattutto nelle missioni divine dell'incarnazione del Figlio e del dono dello Spirito Santo.






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(276) San Cesario d'Arles, Expositio vel traditio Symboli (sermo 9): CCL 103, 47.

(277) Cf Papa Vigilio, Professione di fede (552): DS 415.

(278) Cf Congregazione per il Clero, Direttorio catechistico generale, 43: AAS 64 (1972) 123.

(279) Congregazione per il Clero, Direttorio catechistico generale, 47: AAS 64 (1972) 125.

(280) Concilio Vaticano I, Cost. dogm. Dei Filius, c. 4: DS 3015.

(281) Cf Dt 32,6; Ml 2,10.

(282) Cf 2 Sam 7,14.

(283) Cf Sal 68,6.

(284) Cf Is 66,13; Sal 131,2.

(285) Cf Sal 27,10.

(286) Cf Ef 3,14-15; Is 49,15.

(287) Simbolo di Nicea: DS 125.

(288) Simbolo niceno-costantinopolitano: DS 150.

(289) Cf Gn 1,2.

(290) Simbolo niceno-costantinopolitano: DS 150.

(291) Cf Gv 14,17.

(292) Cf Gv 14,26.

(293) Cf Gv 14,26; 15,26; 16,14.

(294) Cf Gv 7,39.

(295) Simbolo niceno-costantinopolitano: DS 150.

(296) Concilio di Toledo VI (anno 638), De Trinitate et de Filio Dei Redemptore incarnato: DS 490.

(297) Concilio di Toledo XI (anno 675), Symbolum: DS 527.

(298) Simbolo niceno-costantinopolitano: DS 150.

(299) Concilio di Firenze, Decretum pro Graecis: DS 1300-1301.

(300) Cf San Leone Magno, Lettera Quam laudabiliter: DS 284.

(301) Cf Concilio Vaticano II, Decr. Ad gentes, 2: AAS 58 (1966) 948.

(302) Concilio di Firenze, Decretum pro Graecis (anno 1439): DS 1302.

(303) Concilio di Firenze, Decretum pro Iacobitis (anno 1442): DS 1331.

(304) Concilio di Lione II, Constitutio de Summa Trinitate et fide catholica (1274): DS 850.

(305) Cf 1 Cor 12,4-6; Ef 4,4-6.

(306) Paolo VI, Credo del popolo di Dio, 9: AAS 60 (1968) 437.

(307) Concilio di Costantinopoli II (anno 553), Anathematismi de tribus Capitulis, 1: DS 421.

(308) Concilio di Toledo XI (anno 675), Symbolum: DS 530.

(309) Concilio Lateranense IV (anno 1215), Cap. 2, De errore abbatis Ioachim: DS 804.

(310) Fides Damasi: DS 71.

(311) Concilio di Toledo XI (anno 675), Symbolum: DS 530.

(312) Concilio Lateranense IV (anno 1215), Cap. 2, De errore abbatis Ioachim: DS 804.

(313) Concilio di Toledo XI (anno 675), Symbolum: DS 528.

(314) Concilio di Firenze, Decretum pro Iacobitis (anno 1442): DS 1330.

(315) Concilio di Firenze, Decretum pro Iacobitis (1442): DS 1331.

(316) San Gregorio Nazianzeno, Oratio, 40, 41: SC 358, 292-294 (PG 36, 417).

(317) Inno ai Secondi Vespri della Domenica, Settimane 2 e 4: Liturgia Horarum, editio typica altera, v. 3 (Libreria Editrice Vaticana 1986) p. 736 e 997; v. 4 (Libreria Editrice Vaticana 1987) p. 686 e 947.

(318) Cf Concilio Vaticano II, Decr. Ad gentes, 2-9: AAS 58 (1966) 948-958.

(319) Cf Concilio di Costantinopoli II (anno 553), Anathematismi de tribus Capitulis, 1: DS 421.

(320) Concilio di Firenze, Decretum pro Iacobitis (1442): DS 1331.

(321) Cf 1 Cor 8,6.

(322) Concilio di Costantinopoli II (anno 553), Anathematismi de tribus Capitulis, 1: DS 421.

(323) Cf Gv 6,44.

(324) Cf Rm 8,14.

(325) Cf Gv 17,21-23.

(326) Beata Elisabetta della Trinità, Élévation à la Trinité: Ecrits spirituels, 50, ed. M.M. Philipon (Parigi 1949) p. 80.

(327) Cf Gv 14,26.

(328) Simbolo niceno-costantinopolitano: DS 150.

(329) Sant'Agostino, De Trinitate, 15, 26, 47: CCL 50A, 529 (PL 42, 1095).

(330) Paolo VI, Credo del popolo di Dio, 9: AAS 60 (1968) 436.

(331) Simbolo « Quicumque »: DS 75.

christofer2006
00martedì 20 maggio 2008 17:16

Il semplice fatto che le tre persone vengano citate in un versetto dimostra l'esistenza della trinità?


Prima ancora chiederei:

il fatto che tre entità (padre, figlio e spirito santo) siano menzionate insieme, le rende tutte delle persone?
operman
00martedì 20 maggio 2008 17:22
Re:
decorlanzi, 20/05/2008 17.13:



UN Pò DI CATECHISMO:




Meno male che è un pò! E per commentare un versetto della Bibbia i cattolici dovrebbero leggersi il Catechismo?
Per agevolarci, non potresti citare, sempre dal catechismo, una risposta veloce alla domanda della discussione?


decorlanzi
00martedì 20 maggio 2008 17:24
TI AIUTO ECCOTI LA RISPOSTA:

La fede cattolica consiste nel venerare un Dio solo nella Trinità, e la Trinità nell'Unità, senza confusione di Persone né separazione della sostanza: altra infatti è la Persona del Padre, altra quella del Figlio, altra quella dello Spirito Santo; ma unica è la divinità del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, uguale la gloria, coeterna la maestà ». 331


Barnaba1977
00martedì 20 maggio 2008 17:24
Prima ancora chiederei: ma il fatto che qualcuno scriva dei post così lunghi, rende accettabile la dottrina della trinità? [SM=x1408406]

Scherzi a parte, con la sola Bibbia è impossibile dimostrare con sufficiente chiarezza la dottrina trinitaria.
operman
00martedì 20 maggio 2008 17:27
Re:
christofer2006, 20/05/2008 17.16:


Il semplice fatto che le tre persone vengano citate in un versetto dimostra l'esistenza della trinità?


Prima ancora chiederei:

il fatto che tre entità (padre, figlio e spirito santo) siano menzionate insieme, le rende tutte delle persone?



Hai ragione, Cris. Tre entità, non persone. Ho usato un termine "cattolico". Sarà stato il fatto di avere usato una citazione del Papa. [SM=x1408406]
christofer2006
00martedì 20 maggio 2008 17:29
Re: Re:
operman, 20/05/2008 17.27:



Hai ragione, Cris. Tre entità, non persone. Ho usato un termine "cattolico". Sarà stato il fatto di avere usato una citazione del Papa. [SM=x1408406]



No problem, era solo una precisazione! [SM=x75]

operman
00martedì 20 maggio 2008 17:31
Re:
decorlanzi, 20/05/2008 17.24:

TI AIUTO ECCOTI LA RISPOSTA:

La fede cattolica consiste nel venerare un Dio solo nella Trinità, e la Trinità nell'Unità, senza confusione di Persone né separazione della sostanza: altra infatti è la Persona del Padre, altra quella del Figlio, altra quella dello Spirito Santo; ma unica è la divinità del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, uguale la gloria, coeterna la maestà ». 331






E tutto questo lo si evince da 2 Corinti 13:14 (13 Cei)?

E se non andiamo [SM=g8266]
Decorlanzi, se questo pensiero ufficiale della CC lo dovresti dire a parole tue, come lo spiegheresti ad una persona che non crede alla trinità?
HYUNDAY1982
00martedì 20 maggio 2008 20:56
Re:
decorlanzi, 20/05/2008 17.24:

TI AIUTO ECCOTI LA RISPOSTA:

La fede cattolica consiste nel venerare un Dio solo nella Trinità, e la Trinità nell'Unità, senza confusione di Persone né separazione della sostanza: altra infatti è la Persona del Padre, altra quella del Figlio, altra quella dello Spirito Santo; ma unica è la divinità del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, uguale la gloria, coeterna la maestà ». 331






se vuoi sostenere una dottrina dovresti farlo con la bibbia.
2Timoteo 3:16 Tutta la Scrittura infatti è ispirata da Dio e utile per insegnare, convincere, correggere e formare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.CEI
barnabino
00martedì 20 maggio 2008 22:20

La fede cattolica consiste nel venerare un Dio solo nella Trinità, e la Trinità nell'Unità, senza confusione di Persone né separazione della sostanza: altra infatti è la Persona del Padre, altra quella del Figlio, altra quella dello Spirito Santo; ma unica è la divinità del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, uguale la gloria, coeterna la maestà



Non mi pare che tutto questo possa essere dedotto o trasparire dal versetto in questione, tanto più che ci sono due traduzioni possibili visto che l'ultimo genitivo può ossere sia d'oggetto che di soggetto.

Nessuna formula psuedotrinitaria presente nelle scritture viene normalmente letta come dogmatica dai biblisti seri, certo, poi ci sono quelli che prendono lo stipendio da Ratzinger. [SM=g7574]

Shalom
decorlanzi
00martedì 20 maggio 2008 22:52
Re:
barnabino, 20/05/2008 22.20:




Nessuna formula psuedotrinitaria presente nelle scritture viene normalmente letta come dogmatica dai biblisti seri, certo, poi ci sono quelli che prendono lo stipendio da Ratzinger. [SM=g7574]

Shalom




ORMAI una cosa l'ho capita, qualsiasi idea diversa dalla vostra viene schernita,allora visto che siamo in tema di risate, rido pure io infondo non guasta... [SM=x1408403] [SM=x1408403] [SM=x1408403]
jw from africa
00martedì 20 maggio 2008 23:17
Re:
decorlanzi, 20/05/2008 17.13:

242 Sulla loro scia, seguendo la Tradizione apostolica, la Chiesa nel 325, nel primo Concilio Ecumenico di Nicea, ha confessato che il Figlio è « consostanziale al Padre




Seguendo la tradizione apostolica?!?

[SM=x1408414]

Pace

Ali




barnabino
00martedì 20 maggio 2008 23:49
Caro Gian Luca,


ORMAI una cosa l'ho capita, qualsiasi idea diversa dalla vostra viene schernita,allora visto che siamo in tema di risate, rido pure io infondo non guasta...



Non si tratta di schernire nulla... ma se dici che da 2 Corinti 13:14 si possa dedurre che si deve "venerare un Dio solo nella Trinità, e la Trinità nell'Unità, senza confusione di Persone né separazione della sostanza: altra infatti è la Persona del Padre, altra quella del Figlio, altra quella dello Spirito Santo; ma unica è la divinità del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, uguale la gloria, coeterna la maestà" allora questo davvero desta ilirità, perchè non posso davvero capirfe da dove lo si possa dedurre leggendo quelle parole, tanto più, come ti ho spiegato, che il genitivi può essere tanto di oggetto che di soggetto!

Io vorrei solo che meditassi un pò su questo, e non sono certo io o noi a dire che le formule pseudotrinitarie che si trovano nelle Scrittire non abbiano nulla a che fare con il dogma trinitario.

Shalom
operman
00mercoledì 21 maggio 2008 07:54
Re: Re:
decorlanzi, 20/05/2008 22.52:




ORMAI una cosa l'ho capita, qualsiasi idea diversa dalla vostra viene schernita,allora visto che siamo in tema di risate, rido pure io infondo non guasta... [SM=x1408403] [SM=x1408403] [SM=x1408403]




In questo caso no, Decorlanzi.
Dopo che hai riportato la definizione della trinità: La fede cattolica consiste nel venerare un Dio solo nella Trinità, e la Trinità nell'Unità, senza confusione di Persone né separazione della sostanza: altra infatti è la Persona del Padre, altra quella del Figlio, altra quella dello Spirito Santo; ma unica è la divinità del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, uguale la gloria, coeterna la maestà ». 331
Ti avevo chiesto: Decorlanzi, se questo pensiero ufficiale della CC lo dovresti dire a parole tue, come lo spiegheresti ad una persona che non crede alla trinità?
Fino ad ora non hai risposto e quindi su quale idea diversa sei stato schernito? [SM=g8925]
dispensa.
00giovedì 22 maggio 2008 12:09
Tanto per.

Caro cavalier Decore, in nome di chi stai insegnando codesta dottrina trinitaria?
Risposta :In nomi di Francesco, di Poly, in nomi di Costantino..di Agostino....ecc..
pavel43
00giovedì 22 maggio 2008 19:28
Poiché la discussione è stata aperta su parole del papa ridiamogli parola

"Dio è amore" (1 Gv 4, 8.16).Egli non è solitudine infinita, ma comunione di luce e di amore, vita donata e ricevuta in un eterno dialogo(…)Egli stesso si è fatto conoscere così. Chi incontra il Cristo ed entra con Lui in un rapporto di amicizia, accoglie la stessa Comunione (…) nella propria anima, secondo la promessa di Gesù ai discepoli: "Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui" (Gv 14, 23).

spigolando qua e là
“Seguendo la tradizione apostolica?!?”
seguendo la tradizione apostolica!!!
“poi ci sono quelli che prendono lo stipendio da Ratzinger”
pare che Ratzinger se la cavi bene anche da solo, come trovi L’introduzione al cristianesimo?
“se vuoi sostenere una dottrina dovresti farlo con la bibbia”
appunto
“come lo spiegheresti ad una persona che non crede alla trinità?”
semplicemente così
Pavel
dispensa.
00domenica 25 maggio 2008 08:35
Puoi avere dei se infiniti, stare tra migliaia di persone, ma sarai sempre solo, se non possiedi in te stesso la chiave con cui relazionarti con gli altri tale da essere uno con loro in spirito.

Difatti " Ama il tuo prossimo come te stesso" e quindi Dio" si basa sulla capacità di amare non in rapporto agli altri ma a te stesso; ciò vuol dire che chi si odia, o è in conflitto in se, non potrà mai comunicare con l'altro in modo costruttivo, e che chiamiamo come via di amore.
Dio conosce se stesso, ciò che è in se, non negli altri, e pertanto offre la sua armonia esistenziale interiore, costruita su sacri valori, affinchè la sua immagine impersonale nell'uomo, divenga anche immagine sostanziale di se, mediante cui l'uomo può conoscere in se l'amore potendolo perciò esternare agli altri, relazionarsi con essi, in modo veramente unificatrice o costruttivo.Anche se siamo soltanto all'inizio del viaggio..

Un sole individuale che non ha in se energia dinamica, conoscenza cognitiva perchè dia luce, non potrà mai accendersi per il semplice contatto fisico con un altro sole.
Chi non si accende, può anche accettare che il se di un altro venga ad abitare in lui, nel suo buio esistenziale, ma la luce che darà non sarà mai la sua. Sarà un portalampada, ma mai la lampada. Un robbottino.
Secoli di conversioni forzate hanno lasciato la loro traccia, perfino nel battesimo di un incosciente.

Agostino era affascinato dal manicheismo,, nel quale si fondevano elementi di Zoroastrismo, Buddismo e Cristianesimo.
Ma sopratutto nel buddismo si trova il concetto di essere uno con il dio, in termini incorporei, così che essi stessi sono dio.
In questo modo si perpetua quello che si volle ambire in Eden.

Nei sistemi sociali creati dalle concezioni buddiste, il se è un errore, poichè non si può governare lasciando ai se, le loro esigenze individuali, per le quali ciascuno è dio di se stesso.
Pertanto si raccoglie la loro individualità in uno stato quiescente non pensante, in uno stato di nirvana o estatico, per dargli così la possibilità di sentirsi dei condividendo con la forza cosmica, il potere e la sua mente.
In questo modo si risolve il problema del governare da parte della forza armonica creatrice, e il se di tutti i suoi figli avendo partecipazione impersonale, condividendone il potere, non si sentono dominati, perchè in modo oggettivo dominano con essa.
E non ce metodo migliore , non violento, quello di convincere i se ad annullarsi per far posto alla forza mediante cui con partecipazione oggettiva ne possono condividere conoscenza e potere.

Emm devo andare adesso, se no faccio tardi alla comitiva, saluti.

Quello accusato dagli ex sul modello ultimo, contro i tg, in realtà riflette le loro stesse vie in senso preteso di bene, avendo loro assimilato le vie cattoliche, o semplicemente usate.
Ovviamente c è cattolico e cattolico, quello stretto è quello che più corrisponde al modello manicheista.
Comunque il dimorare di Dio nei suoi figli, o essere uno, per me testimone cristiano di Geova, ha tutt’altro significato interiore, e valore pratico.
Quello manicheista non mi interessa affatto, anche in versione amorevole o moderna. Ne ha la forma ma non la sostanza divina.
L'uomo sa solo copiare caricature di quello creato e che creerà il vero Dio.
Così che lo stesso inteso bene, è solo bene apparente, non è vero bene, anzi .




pavel43
00domenica 25 maggio 2008 12:01
Per Dispensa

Senza aver la pretesa di aver capito tutti permettimi di citare e commentare

“Puoi avere dei se infiniti, stare tra migliaia di persone, ma sarai sempre solo, se non possiedi in te stesso la chiave con cui relazionarti con gli altri tale da essere uno con loro in spirito.”

In quanto fatti a Sua immagine e somiglianza a tutti è stata donata la chiave, siamo liberi di usarla per aprirci al prossimo o per chiuderci in noi.

”Difatti " Ama il tuo prossimo come te stesso" e quindi Dio" si basa sulla capacità di amare non in rapporto agli altri ma a te stesso;”

Siamo sempre allo stesso punto la capacità di amare ci è donata, è già una relazione

“ciò vuol dire che chi si odia, o è in conflitto in se, non potrà mai comunicare con l'altro in modo costruttivo, e che chiamiamo come via di amore.”

Per qualche motivo ha perso la consapevolezza della capacità di amare

”Dio conosce se stesso, ciò che è in se,”

non c’è dubbio

“non negli altri,”

quali altri? Ogni “altro da Dio” non può che essere una sua creatura e quindi da lui conosciuta

“e pertanto offre la sua armonia esistenziale interiore, costruita su sacri valori, affinchè la sua immagine impersonale nell'uomo, divenga anche immagine sostanziale di se, mediante cui l'uomo può conoscere in se l'amore potendolo perciò esternare agli altri, relazionarsi con essi, in modo veramente unificatrice o costruttivo.Anche se siamo soltanto all'inizio del viaggio.”

Potrei anche concordare salvo vedere nella sua armonia una relazione

”Un sole individuale che non ha in se energia dinamica, conoscenza cognitiva perchè dia luce, non potrà mai accendersi per il semplice contatto fisico con un altro sole. Chi non si accende, può anche accettare che il se di un altro venga ad abitare in lui, nel suo buio esistenziale, ma la luce che darà non sarà mai la sua.Sarà un portalampada, ma mai la lampada. Un robbottino.”

Finchè siamo in vita la “possibilità di amare” c’è e può sempre essere risvegliata

”Secoli di conversioni forzate hanno lasciato la loro traccia, perfino nel battesimo di un incosciente. “

personalmente ringrazio i miei genitori di aver fatto questa scelta

”Agostino era affascinato dal manicheismo”

che dopo la conversione ha combattuto per tutta la vita

Sul Buddismo non mi pronuncio

”Ovviamente c è cattolico e cattolico, quello stretto è quello che più corrisponde al modello manicheista.
Comunque il dimorare di Dio nei suoi figli, o essere uno, per me testimone cristiano di Geova, ha tutt’altro significato interiore, e valore pratico.
Quello manicheista non mi interessa affatto, anche in versione amorevole o moderna. Ne ha la forma ma non la sostanza divina.
L'uomo sa solo copiare caricature di quello creato e che creerà il vero Dio.
Così che lo stesso inteso bene, è solo bene apparente, non è vero bene, anzi “.

Mi sapresti spiegare la relazione cattolicesimo-manicheismo?

Ciao
Pavel
jw from africa
00domenica 25 maggio 2008 20:56
Re:
pavel43, 22/05/2008 19.28:

Poiché la discussione è stata aperta su parole del papa ridiamogli parola

"Dio è amore" (1 Gv 4, 8.16).Egli non è solitudine infinita, ma comunione di luce e di amore, vita donata e ricevuta in un eterno dialogo(…)Egli stesso si è fatto conoscere così. Chi incontra il Cristo ed entra con Lui in un rapporto di amicizia, accoglie la stessa Comunione (…) nella propria anima, secondo la promessa di Gesù ai discepoli: "Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui" (Gv 14, 23).

spigolando qua e là
“Seguendo la tradizione apostolica?!?”
seguendo la tradizione apostolica!!!
“poi ci sono quelli che prendono lo stipendio da Ratzinger”
pare che Ratzinger se la cavi bene anche da solo, come trovi L’introduzione al cristianesimo?
“se vuoi sostenere una dottrina dovresti farlo con la bibbia”
appunto
“come lo spiegheresti ad una persona che non crede alla trinità?”
semplicemente così
Pavel





Non capisco come le parole del Papa da te citate diano una spiegazione biblica della trinità.
dispensa.
00domenica 25 maggio 2008 21:28

Difatti " Ama il tuo prossimo come te stesso" e quindi Dio" si basa sulla capacità di amare non in rapporto agli altri ma a te stesso;” Giudeo.

Siamo sempre allo stesso punto la capacità di amare ci è donata, è già una relazione



è già una relazione? No è un software. Pure dogmatico.

L'uomo non è una macchina programmata, la chiave è si emotiva e razionale ma di tipo impersonale...

L'immagine impersonale di Dio, vissuta nell'uomo, è semplicemente la sua capacità di provare emozioni e di pensare. In base al libero arbitrio può scegliere di dare posto nel proprio cuore anche al senso del giusto, e che è anch'esso una emozione; oppure di amare un'idea che all'atto pratico può diventare la negazione dell'amore di relazione.

Se così non fosse, l'uomo non avrebbe avuto bisogno che Gesù gli rivelasse la parola di amore da parte del Padre,la sua sapienza.
A parte i dieci comandamenti, chiave relazionatrice generale.
Se così non fosse l'uomo sarebbe Dio.

La chiave impersonale da sola senza validi valori relazionali, pure ispirati, sarebbe come la vita, il sangue di Cristo senza un corpo mediante cui esprimersi, identificarsi.
La chiave dell'uomo in se stessa è come il suo concetto di evoluzione biologica, come mostro speranzoso di diventare qualcosa di vivo, cioè di acquisire la sapienza necessaria per diventare uno con gli altri e il creato, e dunque non in conflitto, fino alla finale autodistruzione.

E come la conoscenza della vita era in Dio, prima che la vita fosse, così pure la chiave dell'amore nella sua completezza, era in Lui prima che l'amore relazionale fosse.


quali altri? Ogni “altro da Dio” non può che essere una sua creatura e quindi da lui conosciuta



Se Dio per conoscere o avere amore interiore per il senso profondo del buono del bello del giusto, del sacro, e quindi "amore per se stesso", aveva bisogno di fare esperienza negli altri o per gli altri, allora sarebbe stato un essere imperfetto, simile agli esseri umani che devono farne esperienza con l'altro per scoprire ad esempio che il loro senso del giusto non è realistico quando si pone ad essere con un altro.
E che pertanto devono rivedere il loro concetto di amor proprio.


Sarà un portalampada, ma mai la lampada. Un robbottino.”



Finchè siamo in vita la “possibilità di amare” c’è e può sempre essere risvegliata



Per risvegliata, per caso intendi mediante lo stesso modo in cui un pentecostale ottiene il risveglio venendo ad abitare lo spirito persona in Lui?


Che una madre decida che cibo deve dare al suo bambino, in che chiesa deve portarlo, è un conto, ma che lo iscriva al partito, determinando la sua scelta futura di adulto, è sempre una forzatura.


”Agostino era affascinato dal manicheismo”

che dopo la conversione ha combattuto per tutta la vita




Così ha creduto o ha fatto sembrare lui e gli altri appartenenti a quella organizzazione religiosa; quando in realtà hanno semplicemente interiorizzato il paganesimo nella sostanza morale battezzandola nella forma cristiana, e viceversa.
pavel43
00lunedì 26 maggio 2008 10:25
Per Alì

“Non capisco come le parole del Papa da te citate diano una spiegazione biblica della trinità.”

Dio è amore, l’amore è relazione, Dio è relazione, chi vive nell’amicizia di Dio è coinvolto in questa relazione.
E’ una delle vie che portano al mistero trinitario
Meglio delle mie parole è rileggere il passo biblico già postato .

Per Dispensa

Qui affermi:

“è già una relazione? No è un software.”

E qui ci ripensi

”L'uomo non è una macchina programmata”

“In base al libero arbitrio può scegliere di….”

Vero
“Se così non fosse, l'uomo non avrebbe avuto bisogno che Gesù….”

D’accordo

“E come la conoscenza della vita era in Dio, prima che la vita fosse, così pure la chiave dell'amore nella sua completezza, era in Lui prima che l'amore relazionale fosse.”

L’amore in Dio è stato relazionale fin dal principio

“Se Dio per conoscere o avere amore interiore per il senso profondo del buono del bello del giusto, del sacro, e quindi "amore per se stesso", aveva bisogno di fare esperienza negli altri o per gli altri, allora sarebbe stato un essere imperfetto,”

e’ vero,ma io questo non l’ho detto

“Per risvegliata, per caso intendi mediante lo stesso modo in cui un pentecostale ottiene il risveglio venendo ad abitare lo spirito persona in Lui?”

Non conosco i pentecostali, sono un cattolico ordinario, ma mi sento di affermare che a tutti nella vita può capitare ciò che è capitato a Paolo sulla via di Damasco anche se in modo meno eclatante.

“Che una madre decida che cibo deve dare al suo bambino, in che chiesa deve portarlo, è un conto, ma che lo iscriva al partito, determinando la sua scelta futura di adulto, è sempre una forzatura.”

E’ semplicemente orribile!

Per Agostino se non l’hai già fatto leggi le “Confessioni” , sono certo che ti piacerà, troverai uno spirito indagatore fra dubbi e certezze analogo al tuo modo di argomentare, in senso letterario è godibile come un autore moderno.

Pavel
barnabino
00lunedì 26 maggio 2008 10:32
Caro Pavel,


Dio è amore, l’amore è relazione, Dio è relazione, chi vive nell’amicizia di Dio è coinvolto in questa relazione.
E’ una delle vie che portano al mistero trinitario



Mi pare che abbiamo già discusso su questo argomento, abbastanza abusato per la verità, e dedotto che l'idea di relazione non deve essere necessariamente legata al concetto di "trinità".

Le scritture ci pare che descrivano questa relazione in altri termini, senza ricorrere a credi "misterici" di carattere ellenistico più che biblico. La stessa scrittura che tu citi ("Dio è amore") è citata fuori e contro il contesto: Giovanni infatti non parla di amore in quanto relazione con lo spirito santo o Gesù, ma di amore in quanto manifestazione della Legge divina.

Detto questo il tema era la scritture di 2 Corinti 13:14... sinceramente mi pare una forzatura pensare che Paolo qui pensasse alla relazione trinitaria come viene definita dalla tua chiesa, non ne vedo davvero i presupposti.

Shalom
barnabino
00lunedì 26 maggio 2008 10:49

L’amore in Dio è stato relazionale fin dal principio



Dal principio di che cosa?

E perchè proprio una relazione trinitaria e non infinita?

E cosa è relazione per Dio? Dio è fuori dal tempo, per lui la relazione con le sue creature è stata eterna, perchè dal suo punto di vista le sue creature sono da sempre in lui. E poi, in che contesto è 1 Giovanni 4:8? Non si parla di amore in relazione alla relazione trinitaria, dove lo leggi? Non è possibile fare ermeneutica senza tener conto del contesto...

Secondo me siamo solo su un terreno di speculazione filosofica, che non ci dice nulla, se non esemplificarci come la trinità sia un prodotto non biblico ma , appunto, filosofico. Costruzione magari bellissima, ma estranea alla Rivelazione.

Shalom [SM=x74]
pavel43
00lunedì 26 maggio 2008 12:32
Caro Barnabino
scrivi
“Mi pare che abbiamo già discusso su questo argomento, abbastanza abusato per la verità, e dedotto che l'idea di relazione non deve essere necessariamente legata al concetto di "trinità".
La discussione si è aperta su citazione Corinti e parole del papa che andavano nella direzione che ho seguito. Potevi chiudere all’inizio postando subito quanto scrivi adesso.
Poi strada facendo altre divagazioni dipendono dagli interventi.
Chiudo
Pavel
barnabino
00lunedì 26 maggio 2008 13:43

Potevi chiudere all’inizio postando subito quanto scrivi adesso



La discussione può continuare tranquillamente, era solo da capire la connessione tra la partecipazione di cui si parla in Corinti ed il concetto di ralazione trinitario di cui hai parlato tu.

Shalom [SM=x74]
dispensa.
00lunedì 26 maggio 2008 16:20
In nomi di Paolo si può dire?

L’amore in Dio è stato relazionale fin dal principio



é stato, ti verrebbe meglio tradurlo, con secondo me è stato relazionale fin dal principio. Poi per la persona di Dio non possiamo dire di principio, ma di eternità.

Sto girando in tondo.
SE tu non hai ne sapienza, ne sentimento per mostrare amore in senso buono o in senso male, cosa vorresti mai relazionare con un altro? Come puoi scambiare ciò che non conosci e ne hai? Non lo potresti fare con nessuno, nemmeno con un tuo clone esterno o interno a te, pure se gemello per nascita, o coeterno che sia.
Quindi prima di ogni cosa deve essere in te l'amore, anche fossi una trinità di dei.
La formula relazione =trinità, non dice proprio nulla, che poi se la direbbe io stesso sarei una quaternità in base alle mie relazioni famigliari.
La relazione è un effetto dell'amore, non la causa.
Io relaziono con i miei colleghi di lavoro...ma questo non fa nascere in automatico il mio affetto fraterno..anzi alcuni più li conosci e più vorresti esserne lontano.



è già una relazione? No è un software.”

E qui ci ripensi

”L'uomo non è una macchina programmata”



[SM=x1408399] He! He Non era un ripensamento, era un pò tutto.
Sotware lo trovo riduttivo rispetto a umano, ma mi rendeva bene l'idea che ne deduco dai 'tuoi' presupposti teorici. Senza offesa.
jw from africa
00lunedì 26 maggio 2008 22:45
Io non capisco veramente cosa c'entra la "relazione" con il concetto di trinità. Siamo tutti d'accordo che tra Dio e Gesù c'è una speciale relazione, ma...

Io onestamente non ci capisco più niente... è un segreto!
di Pulcinella....

Pace

Ali



barnabino
00lunedì 26 maggio 2008 23:17

Io onestamente non ci capisco più niente... è un segreto!



Per riassumere il concetto, i trinitari affermano che poichè "Dio è amore" non può esserci stato un tempo in cui era "solo" poichè non avrebbe avuto nessuno da amare... detto molto in soldoni.

Shalom

jw from africa
00mercoledì 28 maggio 2008 01:34
Re:


Per riassumere il concetto, i trinitari affermano che poichè "Dio è amore" non può esserci stato un tempo in cui era "solo" poichè non avrebbe avuto nessuno da amare... detto molto in soldoni.

Shalom




[SM=x1408403] [SM=x1408403] [SM=x1408403] [SM=x1408403]
Questa è buona....

Dio ha avuto un inizio? No.

Gesù? Direi proprio di si. Lo dice la loro scrittura preferita, Giovanni 1:1.

Quindi, anche se Gesù facesse parte dello stesso Dio, sarebbe una sua "scissione" successiva....

Quindi in ogni caso, prima della venuta all'esistenza del tempo stesso, e di Gesù, Dio era solo.

Pace

Ali


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