"E divennero credenti tutti quelli che erano destinati alla vita eterna"
Ho scoperto che la TNM traduce questo passo in maniera diversa rispetto a quasi tutte le bibbie in commercio cattoliche od evangeliche.
Infatti invece di tradurre "destinati, ordinati, preordinati, prestabiliti" traduce "disposti" mentre sembra che si intenda coloro che "sono stati disposti da Dio", attirati dal Padre e non dalla propria volontà.
Il Commentario de "La Parola.net" valdese difende la traduzione dei testimoni di Geova traducendo in maniera simile mentre altri siti dicono che è assolutamente sbagliata tale traduzione.
http://www.riforma.net/bibbia/domande/predestinati_disponibili.htm
http://lanuovavia.org/giacintobutindaro/2010/08/30/ordinati-a-vita-eterna-da-chi-quando-e-perche/
Ora vi copio due commentari biblici che sono giunti a conclusioni diverse:
1) Commentario Online del sito "La Parola.net"
Tutti coloro che erano ordinati in vita eterna credettero.
Queste parole sembrano esprimere, nel modo più crudo che si possa dare, l'idea della predestinazione individuale. Ed in questo senso le intese il Calvino: "Ordinatio ista nonnisi ad aeternum Dei consilium potest referri". "Questo "ordinare" non può essere riferito che all'eterno decreto di Dio" (Comment. in loco e Instit. 3, 24:2 e 13). Il Barde s'attiene alla spiegazione calvinista. "Il termine, egli dice, è un participio passivo, e significa: disposti, ordinati, come si legge in Senofonte ep' oktw tetagmenoi soldati disposti per otto. Il nostro testo, quindi, dopo aver messo in rilievo il lato umano della conversione Atti 13:46, mette ora con altrettanta chiarezza in evidenza la sovrana libertà di Dio in cotest'atto. Concetto essenzialmente paolino; non si può fare a meno di riconoscerlo, perché è la dottrina di Romani 8:28; 9:11; Efesini 1:4,11 ecc.". La parola dell'originale tetagmenoi ( tassw o tattw , pongo, colloco, ordino, regolo, schiero (in senso militare), metto in ordine di battaglia ecc.) non include affatto l'idea d'un decreto eterno; ond'è che il Bengel dice bene: "L'uomo non può disporsi, ordinarsi (se pur è lecito di dir così) a vita eterna, che mediante la fede; quindi, cotesta disposizione a vita eterna è divina. Luca non tratta predestinazione eterna; egli descrive quell'ordinamento o quella disposizione che si opera nello stesso tempo, in cui uno ode l'annunzio della salvazione in Cristo. Lo stesso verbo tattw ordino, dispongo, non è mai usato ad esprimere predestinazione eterna". Il fatto che il verbo ordinare, disporre, è un termine militare, ha persuaso il Wordsworth ed altri, a dare al nostro passo questo senso: "Tutti coloro che si erano schierati per andare innanzi nella via della vita eterna, credettero, cioè confessarono arditamente la loro fede, in faccia ad ogni sorta di pericoli". Nella quale spiegazione, il tetagmenoi del testo non è preso come passivo, ma come medio. La spiegazione più semplice, più naturale di questo passo mi pare connettersi col pensiero del Bengel essere questa. È un fatto che quando uno arriva ad afferrare la salvazione, ei non ci arriva a caso, o a capriccio; ei ci arriva per un concorso di circostanze, in cui è manifesta la mano della Provvidenza di Dio. Ognuno di noi lo sa per esperienza. Questa sapiente e provvida preparazione non incatena però l'individuo; il quale è lasciato libero di risolversi pel sì o pel no; di accettare o rifiutare il dono di Dio. In Atti 13:48, eccone di quelli che l'accettano e credono; in Atti 13 :46, eccone di quelli che lo rifiutano e si giudicano così da se stessi indegni della vita eterna. È innegabile che questa frase di Atti 13 :46 non ha senso se non si riconoscono alla libertà dell'individuo il diritto ed i mezzi di decidersi per Cristo.
Come renderemo noi dunque il tetagmenoi del testo? Io lo renderei così: E tutti quelli che erano disposti per la vita eterna, credettero; intendendo per quel disposti non una disposizione esterna, meccanica, forzata; ma una disposizione interna, dell'animo, individuale, nata e cresciuta in un'atmosfera santificata dalla Provvidenza di Dio. Si osservi che mentre il Bengel nota che il verbo tattw non è mai usato ad esprimere idee di predestinazione eterna, il nostro tetagmenoi si trova in Atti 20:13 nel senso di un uomo internamente disposto, determinato, deciso a fare una certa cosa: "Facemmo vela verso Asso, ove dovevamo riprendere Paolo; è lui che s'era deciso a far così ('outwV gar diatetagmenoV hn) ei preferiva far la strada a piedi". La locuzione del testo non ha nulla di straordinario; è locuzione comune, usuale; ma a noi è difficile di considerarla come tale, perché la ci appar sempre circondata dalle nebbie delle discussioni.
[URL=http://www.laparola.net/testo.php?versioni[]=Commentario&riferimento=Atti13]http://www.laparola.net/testo.php?versioni[]=Commentario&riferimento=Atti13
2) Commentario del sito web "Riforma" già indicato in alto all'inizio
Il termine “tetagmenoi” è nominativo, plurale, maschile, participio perfetto, passivo di “tasso”, che significa “disporre, stabilire in una certa condizione, dedicare ad un fine, destinare”, qui è passivo (non riflessivo), ed indica coloro che sono stati disposti, non “si sono disposti” né “si dispongono”.
La maggior parte delle accezioni del verbo sono passive, ed indicano subordinazione. Qualcuno stabilisce, prestabilisce.
http://www.riforma.net/bibbia/domande/predestinati_disponibili.htm