Re: Re:
(Gladio), 31/10/2009 11.40:
Non capisco la tua ilarità,ho detto chiaramente che il sito è di parte...........e ho aggiunto di prendere le informazioni con le pinze.........a parte le faccine simpatiche nn hai aggiunto nulla alla discussione......vuoi darci ora un parere?
Nel frattempo aspettiamo altre opinioni.
SALUTI
Ve lo do...ve lo do...
Solo mi sembrava veramente spiritoso l'affiancare la lettura di un sito di parte...all'appellativo ad una "lettura scevra di pregiudizi".
Tornando a noi...la traduzione non è la trasposizione letterale di una parola in ebraico/aramaico o greco in un altra lingua.
La traduzione è l'interpretazione del brano e la sua resa in altra lingua.
E' ovvio che durante questo procedimento si perdano tantissime cose...ed è inevitabile in ogni caso.
Questo è il motivo per il quale l'esegesi la si deve fare sulla base del testo in lingua originale e sulla base di una profonda cultura relativa al contesto storico-culturale nel quale il testo sacro è stato scritto.
La resa in italiano del testo deve cercare di trasmettere al lettore il senso di ciò che è scritto in greco o in ebraico o in aramaico.
Infatti i modi di dire in greco, in ebraico o in aramaico...e le varie allusioni (di cui i libri della Bibbia sono pieni zeppi), se vengono tradotti letteralmente in italiano NON CI PERMETTONO DI CAPIRE ciò che lo scrittore voleva comunicare.
Perchè?
Perchè noi, ignoranti della sua lingua, dei suoi costumi, dei suoi modi di dire, ecc....ci troveremmo di fronte a qualcosa che secondo i nostri costumi, la nostra lingua, i nostri modi di dire e di esprimerci NON HA SENSO.
Rischieremmo così di travisare.
Inoltre le lingue moderne, come l'italiano, non sono qualcosa di statico...ma sono qualcosa in continuo movimento.
Quindi ogni tanto hanno bisogno di una revisione che tenga conto della variazione delle varie accezioni linguistiche.
Ciao
Mauri.