Re: Re: Re:
Friedrich.C, 11/20/2013 7:41 PM:
Bravo, ottima scelta. Spero sia un hobby, perché con la filologia probabilmente si ottengono magre soddisfazioni professionali...
No purtroppo o per fortuna è professione, anche se comunque non mi ritengo insoddisfatto della mia scelta.
Allora ti faccio i miei auguri. Piace anche a me come approfondimento, ma purtroppo faccio fatica a chiamarla "scienza" perché si sforza di avere un certo metodo, ma mettere insieme regole davvero valide, soprattutto se parliamo di lingue "morte", è un'impresa improba e a volte ingrata.
Friedrich.C:
Il problema di fondo è "Ego eimì", che ha diverse traduzioni e che potrebbe essere quasi una sostituzione o un epitteto del nome divino (secondo la mia analisi filologica).
Un ultimo appunto : è chiaro che io ho citato il verbo greco della traduzione dei Settanta ma ovviamente l'analisi è stata compiuta sull'Antico Testamento.
Grazie e buona serata
Simon:
Vai direttamente al sodo. Prendi nota che "Ego eimi'" in realtà non è nè "il Nome" divino nè "un nome" divino, cioè un'espressione usata per indicare Dio. "Ego eimi" è semplicemente il verbo essere.
Se tu trovi il contrario, puoi mostrare dove.
Simon
Friedrich.C:
Non ho trovato il contrario, o meglio non l'ho trovato in modo dimostrabile, sono solo teorie esposte da diversi studiosi che hanno acceso in me un dubbio
Ti propongo il versetto di Giovanni 9,9: "Alcuni dicevano: “È lui”. Altri dicevano: “Niente affatto, ma gli somiglia”. L’uomo diceva: “Sono io”."
o meglio:
"αλλοι ελεγον οτι ουτος εστιν αλλοι ελεγον ουχι αλλα ομοιος αυτω εστιν εκεινος ελεγεν οτι εγω ειμι"
Come vedi il presunto "nome" è menzionato, senza alcuna relazione a Dio.
Simon
p.s. L'importante nella vita è essere contenti di quel che si fa, e farlo con piacere. Se è il tuo caso, ti auguro di continuare!