Comando - Principio - Applicazione

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erevnitis
00domenica 26 febbraio 2017 12:08

Ecco la mia domanda.

Quando vengo confrontato ad un comando, bisogna individuarne il principio e poi farne delle applicazioni.

Vi do un esempio

COMANDO/ Astenetevi dal sangue
PRINCIPIO / Spesse volte il principio viene individuato con la domanda Perché, Esempio Perché astenersi dal sangue? Perché il sangue e sacro e santo agli occhi di Geova

PRINCIPIO/ sangue sacro e santo

APPLICAZIONE DEL PRINCIPIO/ Astenersi della trasfusione di sangue.

PRIMA DOMANDA/ A volte sentiamo da alcuni, che il principio è di astenersi dal sangue.
Perché diciamo che è un principio se in realtà si tratta di un comando?

SECONDA DOMANDA

Non riesco ad individuare leggendo la bibbia, se si tratta di un principio o di un comando.

Come fare?

Per esempio io leggo "purificatevi da ogni contaminazione"

Si tratta di un comando o un principio?

Questo è un esempio tra tanti.

Come faccio quando leggo la sacra scrittura ad indivuare se si tratta di un comando o un principio?

Vi ringrazio come sempre
Dante.V
00domenica 26 febbraio 2017 12:52
Generalmente un principio non è vincolato da applicazioni pragmatiche o temporali, esso vige in quanto tale e lo spettro d'azione abbraccia tutta l'esistenza. La violazione di un principio spesso non comporta conseguenze dirette per la sua mancata applicazione, ma può portare vesso l'infrazione di un comando o di una legge, che al contrario è specifica e limitata.

Il consiglio di Gerusalemme diede dei comandi: astenersi dal sangue, dalla fornicazione e dalle cose sacrificate agli idoli. Sono comandi specifici e limitati così come è la natura di una legge.

"Purificarsi da ogni contaminazione" invece non è specifico e il suo spettro d'azione copre un'ampia gamma d'attività. Chi decide cosa è contaminato? I comandi in primis, ma i comandi per loro natura sono localizzati e specifici per cui occorre esercitare le proprie facoltà di percezione per distinguere il bene dal male ed applicare personalmente ciò che il principio suggerisce anche laddove non esista una specifica legge o comando.
The.Witness
00lunedì 27 febbraio 2017 23:25
Una definizione di principio è “verità generale o fondamentale: legge, dottrina o proposizione generale e fondamentale sulla quale se ne basano altre o dalla quale ne discendono altre”. (Webster’s Third New International Dictionary)

Dunque, un principio è una verità fondamentale ed è alla base di certe leggi. Le leggi, però, possono cambiare e tendono a essere specifiche. I princìpi, invece, sono ampi e possono durare per sempre.

Come ben diceva Dante, "astenetevi dal sangue" è un comando o legge.

Perché dunque sentiamo dire che "astenetevi dal sangue" è anche un principio?

Perché come riportava quel dizionario, il termine principio può significare anche legge.
Rivediamo insieme la definizione: “verità generale o fondamentale: legge, dottrina o proposizione generale e fondamentale sulla quale se ne basano altre o dalla quale ne discendono altre”.

Dunque la conclusione è chiara. Se da una legge ne derivano altre, o su quella legge se ne basano altre, allora quella non è solo una legge ma diventa anche un principio.

Quindi anche se è una legge, in un certo senso è anche un principio, nel senso che è il criterio (o principio) con cui stabilisci per esempio di non accettare l'emotrasfusione.

Ecco perché a volte si fa confusione su questo termine..

I termini "principio" e "legge" hanno un loro significato principale e un loro significato secondario. Per discernere in che senso il nostro interlocutore usa questi termini dobbiamo conoscere entrambi i significati di entrambi i termini.

Per esempio "amare il prossimo" è un principio..

Eppure in Giacomo 2:8 viene chiamata legge regale: "Se, ora, voi praticate l’adempimento della legge regale secondo la scrittura: “Devi amare il tuo prossimo come te stesso”, fate molto bene."


'Andros'
00martedì 28 febbraio 2017 09:38
Re:
erevnitis, 26/02/2017 12.08:




COMANDO/ Astenetevi dal sangue
PRINCIPIO / Spesse volte il principio viene individuato con la domanda Perché, Esempio Perché astenersi dal sangue? Perché il sangue e sacro e santo agli occhi di Geova

PRINCIPIO/ sangue sacro e santo

APPLICAZIONE DEL PRINCIPIO/ Astenersi della trasfusione di sangue.

PRIMA DOMANDA/ A volte sentiamo da alcuni, che il principio è di astenersi dal sangue.
Perché diciamo che è un principio se in realtà si tratta di un comando?



Il principio ci consente di aver chiaro, ad ampio raggio, il pensiero di Dio al riguardo e, la legge (specifica nel tempo e nel contesto) ci aiuta a rispettate tale principio che resta eterno. Il comando può cambiare in virtù di nuove circostanze e situazioni.

Allargo il pensiero: il comando riportato sul cartello "non oltrepassare la linea gialla" è stato rimosso dalla mia Banca e sostituito da un erogatore di numeri che determina l'ordine di arrivo e consente ai clienti di attendere comodamente seduti l'arrivo del proprio turno. Il principio "ordine e rispetto" è inalterato, sono cambiate le direttive o i 'comandi' per ottenere identico risultato.

Prima che la scienza medica optasse per la trasfusione di plasma in sostituzione del salasso, il cristiano, consapevole del comando "astenetevi" legato al principio di sacralità, evitava anche tale uso illecito del tessuto liquido.

Proviamo ad immaginare che, un giorno, venga realizzata una compressa di colore bianco che ricopre al suo interno una modesta quantità di sangue iperconcentrato: che farà il cristiano, conscio del principio 'astenetevi'? Non si lascerà ingannare dalle accattivanti apparenze della compressa di nuova generazione e ricorderà immediatamente la legge legata al principio di sacralità.
erevnitis
00sabato 4 marzo 2017 19:52


I termini "principio" e "legge" hanno un loro significato principale e un loro significato secondario.

Dunque, un principio è una verità fondamentale ed è alla base di certe leggi. Le leggi, però, possono cambiare e tendono a essere specifiche. I princìpi, invece, sono ampi e possono durare per sempre. 




Come significato principale ho trovato questo riportato in una torre di guardia. Molto interessante sul fatto di discernere i princìpi e poi applicarli in ogni situazione della nostra vita.

9 Discernere e applicare i princìpi biblici non è così facile come seguire un insieme di leggi. Essendo imperfetti potremmo essere restii a fare lo sforzo necessario per ragionare in termini di princìpi. Di fronte a una decisione o a un dilemma, potremmo trovare più comodo seguire una regola. A volte potremmo rivolgerci a un cristiano maturo, forse un anziano di congregazione, aspettandoci che ci indichi una regola valevole nella nostra situazione. Forse però la Bibbia o le pubblicazioni bibliche non contengono una regola precisa, e anche se ci fosse, la regola potrebbe non valere in ogni tempo e in ogni circostanza.

Riguardo al significato secondario


Per esempio "amare il prossimo" è un principio.. 

Eppure in Giacomo 2:8 viene chiamata legge regale: "Se, ora, voi praticate l’adempimento della legge regale secondo la scrittura: “Devi amare il tuo prossimo come te stesso”, fate molto bene." 



La mia domanda è questa: Sul significato secondario, tutte le leggi possono essere chiamate princìpi?
Tutti i princìpi possono essere chiamate leggi? In poche parole , come significato secondario i due termini sono intercambiabili?
The.Witness
10lunedì 6 marzo 2017 23:11
1 ) Principio: verità fondamentale ed eterna.

Esempi di queste verità fondamentali ed eterne sono:

- La vita appartiene a Dio (Salmo 36:9)
- Il Creatore ha autorità sulla creazione (Isaia 29:16)
- Geova è un Dio di santità (Rivelazione 4:8)
ecc..

Questi menzionati sono principi nel vero senso della parola, sono verità fondamentali ed eterne.




2) A volte si riscontra che alcune leggi o comandi sono ampi. Essi diventano il criterio mediante il quale stabilisci di fare o non fare una determinata cosa che il comando non dice espressamente.

E' il caso del comando di cui si parlava nel post precedente cioè "astenetevi dal sangue". E' il criterio (o principio) con cui stabilisci per esempio di non accettare l'emotrasfusione.

Quando si verificano queste condizioni tali comandi o leggi possono essere chiamati anche principi, non ovviamente nel senso di verità fondamentale ed eterna.



In base al contesto probabilmente ti capiterà di notare che a volte il termine principio viene usato nel senso 1, a volte nel senso 2.
erevnitis
00martedì 7 marzo 2017 21:14
Re:




2) A volte si riscontra che alcune leggi o comandi sono ampi. Essi diventano il criterio mediante il quale stabilisci di fare o non fare una determinata cosa che il comando non dice espressamente.

E' il caso del comando di cui si parlava nel post precedente cioè "astenetevi dal sangue". E' il criterio (o principio) con cui stabilisci per esempio di non accettare l'emotrasfusione.

Quando si verificano queste condizioni tali comandi o leggi possono essere chiamati anche principi, non ovviamente nel senso di verità fondamentale ed eterna.



Stupendo, grazie di cuore
The.Witness
00martedì 14 marzo 2017 14:53
erevnitis, 04/03/2017 19.52:


Discernere e applicare i princìpi biblici non è così facile come seguire un insieme di leggi. Essendo imperfetti potremmo essere restii a fare lo sforzo necessario per ragionare in termini di princìpi. Di fronte a una decisione o a un dilemma, potremmo trovare più comodo seguire una regola. A volte potremmo rivolgerci a un cristiano maturo, forse un anziano di congregazione, aspettandoci che ci indichi una regola valevole nella nostra situazione. Forse però la Bibbia o le pubblicazioni bibliche non contengono una regola precisa, e anche se ci fosse, la regola potrebbe non valere in ogni tempo e in ogni circostanza.




Benefici derivanti dal conoscere i principi biblici

Conoscere bene una persona aiuta a capire cosa probabilmente avrebbe fatto in una data circostanza, non perché l'abbiamo vista affrontare quella specifica circostanza..ma perché conosciamo bene i criteri (o principi) che usa per decidere..

In maniera simile conoscere meglio Geova e suo figlio Gesù tramite i principi biblici ci permette di conoscere la sua mente, la mente di Cristo (1 Corinti 2:16) Più conosciamo i principi biblici, più possiamo dedurre cosa avrebbe fatto Gesù al nostro posto.

Inoltre, farsi guidare dai principi genera un'ubbidienza di cuore.
Si può ubbidire a una legge di malavoglia, forse solo per non incappare in una sanzione. Ubbidire a un principio, invece, non consente un atteggiamento del genere, perché è nella natura stessa dei principi che chi li segue lo faccia di cuore.

Infine, conoscere bene i principi biblici ci permette di sapere se un insegnamento ha il 'sapore' della verità o della menzogna.
erevnitis
00lunedì 2 ottobre 2017 21:26
Comunque mi rimangono delle domande!!
Faro alcuni esempi per completare il mio intendimento al riguardo.

1 - Nei comandi e nei principi subentra sempre un certo margine dove subentra la coscienza tranne quelli in cui sono molto formali come quelli per esempio in cui lo stato stabilisce leggi.

Diventa praticamente egli la nostra coscienza, lui stabilisce cosa è furto e cosa si puo fare e cosa non si puo fare senza nessun margine.

""Date a cesare le cose di Cesare"

Che dite?


erevnitis
00lunedì 2 ottobre 2017 22:19
Voglio dire tutto quello che stabilisce lo stato, dato che la bibbia dice "date a cesare le cose di cesare" se non si ubbidisce ovviamente dal momento che non si oppone a Geova Dio, dovrebbe essere peccato.

Sto parlando di tasse, leggi stradali sulla velocità, leggi su tutto direi. Non siamo più di fronte a principi oppure leggi in cui c'è sempre un margine di coscienza.

Lo stato decide e se lui non tollera determinate cose moi dovremmo ubbidire altrimenti c'è peccato!!

Poi ovviamente se tollera determinate cose anche se ci sono delle leggi stabilte sta alla coscienza di ognuno di noi mentre se non tollera non ci rimane che ubbidire.

Mi sembra di capire questo perché siamo di fronte ad un comando molto formale.
Aquila-58
00lunedì 2 ottobre 2017 22:24
Re:
erevnitis, 02/10/2017 22.19:



Lo stato decide e se lui non tollera determinate cose moi dovremmo ubbidire altrimenti c'è peccato!!





scusami se magari posso aver frainteso, ma il servizio militare?
Dobbiamo ubbidire anche a quello?


erevnitis
00lunedì 2 ottobre 2017 22:31
Caro Aquila come dicevo nel post 10 tutto quello che non va in contrasto con le leggi di Dio.
Quindi ovviamente il servizio militare contrasta con il volere di Geova.
"Dobbiamo ubbidire a Dio anziché gli uomini"

Che dici su quello che non contrasta ?
E peccato?
Aquila-58
00lunedì 2 ottobre 2017 22:42
Re:
erevnitis, 02/10/2017 22.31:

Caro Aquila come dicevo nel post 10 tutto quello che non va in contrasto con le leggi di Dio.
Quindi ovviamente il servizio militare contrasta con il volere di Geova.
"Dobbiamo ubbidire a Dio anziché gli uomini"

Che dici su quello che non contrasta ?
E peccato?




se disobbediamo a una legge dello Stato che non contrasta con quella Divina, è come se andassimo contro l' autorità costituita che è posta nella sua posizione da Dio, quindi ne riceveremo giudizio, sulla base di Romani 13:1-2


erevnitis
00lunedì 2 ottobre 2017 22:53
Quindi concordi che dal momento che decide una cosa dovremmo avere sottomissione questo vorrebbe dire che se la legge dice di andare a 90 km/orari se andiamo a 100 oppure 110 nonostante vediamo questa nostra velocità se non l'abbassiamo siamo anche di fronte ad un peccato volontario(non parlero del peccato contro lo spirito santo).

Andiamo avanti con il discorso

Nella bibbia si dice che le donne devono essere "sottomesse ai mariti in ogni cosa".

Il marito prende una decisione, la moglie non è d'accordo, il marito ascolta sua moglie ma egli rimane pur sempre nella sua decisione.

Anche qui siamo di fronte ad un comando molto formale, il marito che decide per la moglie ma questo discorso si estende anche per i figli con i genitori.

Se la moglie non ascolta comette peccato ?
Anche qui non mi sembra che ci sia un margine riguardo alla coscienza.
Aquila-58
00lunedì 2 ottobre 2017 23:01
Re:
erevnitis, 02/10/2017 22.53:

Quindi concordi che dal momento che decide una cosa dovremmo avere sottomissione questo vorrebbe dire che se la legge dice di andare a 90 km/orari se andiamo a 100 oppure 110 nonostante vediamo questa nostra velocità se non l'abbassiamo siamo anche di fronte ad un peccato volontario(non parlero del peccato contro lo spirito santo).

Andiamo avanti con il discorso

Nella bibbia si dice che le donne devono essere "sottomesse ai mariti in ogni cosa".

Il marito prende una decisione, la moglie non è d'accordo, il marito ascolta sua moglie ma egli rimane pur sempre nella sua decisione.

Anche qui siamo di fronte ad un comando molto formale, il marito che decide per la moglie ma questo discorso si estende anche per i figli con i genitori.

Se la moglie non ascolta comette peccato ?
Anche qui non mi sembra che ci sia un margine riguardo alla coscienza.




essere sottomesse, per la moglie cristiana, non significa che debba decidere sempre il marito......anche se eravamo in epoca precristiana, ricordiamoci di Sara che decise la sorte di Ismaele e Dio disse ad Abraamo di ascoltarla (Genesi 21:10-12)...
erevnitis
00lunedì 2 ottobre 2017 23:12
Re: Re:
Aquila-58, 02/10/2017 23:01:




essere sottomesse, per la moglie cristiana, non significa che debba decidere sempre il marito......anche se eravamo in epoca precristiana, ricordiamoci di Sara che decise la sorte di Ismaele e Dio disse ad Abraamo di ascoltarla (Genesi 21:10-12)...




Ma e Dio che dice ad Abraamo di ascoltare Sara, l'autorità superiore (non parlo del fatto che Sara per altro chiama suo marito mio signore, che vuol dire mio proprietario o mio padrone in cui i biblisti dicono cose che si possono condividere o meno legate alla cultura di allora), ma qui siamo di fronte ad una legge molto formale che in ultima analisi decide il marito.

Perche dovresti essere sottomesso a Cesare su ogni cosa e la moglie non al marito, non è Geova che chiede sottomissione alla moglie per ogni cosa come i figli ai genitori?

Ovviamente il marito tiene conto dei sentimenti della moglie ma la decisione ultima spetta a lui e Geova richiede sottomissione da parte della moglie, se non ubbidisce scritturalmente mi sembra che commetta peccato.





Aquila-58
00lunedì 2 ottobre 2017 23:17
Re: Re: Re:
erevnitis, 02/10/2017 23.12:




Ma e Dio che dice ad Abraamo di ascoltare Sara, l'autorità superiore (non parlo del fatto che Sara per altro chiama suo marito mio signore, che vuol dire mio proprietario o mio padrone in cui i biblisti dicono cose che si possono condividere o meno legate alla cultura di allora), ma qui siamo di fronte ad una legge molto formale che in ultima analisi decide il marito.

Perche dovresti essere sottomesso a Cesare su ogni cosa e la moglie non al marito, non è Geova che chiede sottomissione alla moglie per ogni cosa come i figli ai genitori?

Ovviamente il marito tiene conto dei sentimenti della moglie ma la decisione ultima spetta a lui e Geova richiede sottomissione da parte della moglie, se non ubbidisce scritturalmente mi sembra che commetta peccato.









ovvio che se la moglie e i figli non sono sottomessi al marito e padre, scritturalmente si comportano in maniera che Dio disapprova, su questo non ci piove....

erevnitis
00lunedì 2 ottobre 2017 23:20
Quindi concordi che la decisione ultima la prende il marito e se la moglie non ubbidisce commette peccato?

Esattamente come i figli con i genitori?

Aquila-58
00lunedì 2 ottobre 2017 23:23
Re:
erevnitis, 02/10/2017 23.20:

Quindi concordi che la decisione ultima la prende il marito e se la moglie non ubbidisce commette peccato?

Esattamente come i figli con i genitori?





incappano nella disapprovazione divina, fermo restando - ovviamente -
che in alcuni casi il marito può accettare la decisione della moglie, quando è il caso....

Ti saluto, vado a nanna


[SM=g7367]
erevnitis
00lunedì 2 ottobre 2017 23:30
Quindi mentre nei principi della bibbia e i comandi c'è sempre un margine riguardo alla coscienza.

Riguardo alle leggi di cesare questo margine svanisce la stessa cosa avviene con la moglie riguardo al marito e identica situazione per i figli riguardo i genitori.

Sono tre comandi molto formali in cui per sapere l'esatezza del comando basta riferirsi alle autorità costituite mentre diversa e la situazione con i principi e i comandi di Dio in cui ognuno di noi puo avere un intendimento diverso nel senso di cosa intendeva dire Geova Dio o cosa intendeva dire l'apostolo Paolo e molto difficile stabilirlo.

erevnitis
00lunedì 2 ottobre 2017 23:39
Faccio un esempio banale per esempio Paolo dice il comando "non siate inegualmente aggiogati"

Ovviamente Paolo parla del fatto di essere

1 - sposati solo nel signore

2 - Di evitare le cattive compagnie

Mentre per questi due il comando potrebbe essere molto formale anche se devo dire che il secondo ognuno potrebbe valutare cosa sono realmente le "cattive compagnie".

Per il terzo

Quello per esempio di mettersi in società commerciale con un incredulo
e bene alcuni fratelli potrebbero pensare che il comando si riferice anche a questo mentre altri non lo pensano affatto.

Questo avviene praticamente per tutti i comandi nella bibbia e i principi subentra entro certi limiti la coscienza mentre per quando riguarda le leggi di Cesare, le decisioni del marito e le decisioni dei genitori questi non possono far subentrare la nostra coscienza, il comando è molto formale si richiede sottomissione.

Concordate?
erevnitis
00martedì 3 ottobre 2017 18:26
Vorrei approffondire questa tematica che trovo molto interessante se è possibile darmi il vostro parere biblico.

Barnabino, aquila, Simon, Dante, the witness e altri, siete d'accordo con il post 20 e 21?
The.Witness
00martedì 3 ottobre 2017 19:08
erevnitis, 03/10/2017 18.26:

Vorrei approffondire questa tematica che trovo molto interessante se è possibile darmi il vostro parere biblico.

Barnabino, aquila, Simon, Dante, the witness e altri, siete d'accordo con il post 20 e 21?



Caro erevnitis,
anche se ciò che dici non è sbagliato, bada bene però che se preso alla lettera il tuo ragionamento potrebbe creare qualche problema..

Intendo dire che anche quando il comando è formale non sarei dell'opinione di dire "è così e basta".

Generalmente la nostra coscienza dovrebbe suggerirci quando stiamo scivolando nel legalismo o per usare le parole bibliche "stiamo divenendo troppo giusti" (Ecclesiaste 7:16)

Farò solo qualche cenno per il discorso della velocità in strada in relazione al dare a Cesare quel che è di Cesare..

Tu scrivevi

erevnitis, 02/10/2017 22.53:


...dovremmo avere sottomissione questo vorrebbe dire che se la legge dice di andare a 90 km/orari se andiamo a 100 oppure 110 nonostante vediamo questa nostra velocità se non l'abbassiamo siamo anche di fronte ad un peccato volontario...



Giusto ragionamento, ma immagino stiamo parlando di una normale guida nelle attività quotidiane..

Viceversa se mi trovo di fronte ad un'emergenza sanitaria cercherò di arrivare in ospedale il prima possibile, ed è probabile che non tutta la segnaletica inerente la velocità sarà rispettata.

Mi viene in mente un aneddoto. Qualche anno addietro mentre guidavo mi accorsi che il semaforo era rosso e mi fermai prontamente. Anche gli altri automobilisti fecero lo stesso, ma praticamente il semaforo non tornava sul verde a causa di un guasto.
Ora chiaramente non potevamo rimanere tutti fermi li..Segnalammo la cosa alle autorità e poi facendo attenzione passammo lo stesso.

Con questo non voglio sostenere che possiamo guidare come ci pare, ma credo che quando si tratta di "dare a Cesare quel che è di Cesare" dalla nostra condotta deve essere evidente che siamo di esempio sotto questo aspetto ma nello stesso tempo bisogna evitare di essere legalisti.


Aquila-58
00martedì 3 ottobre 2017 19:20
Re:
erevnitis, 02/10/2017 23.39:

Faccio un esempio banale per esempio Paolo dice il comando "non siate inegualmente aggiogati"

Ovviamente Paolo parla del fatto di essere

1 - sposati solo nel signore

2 - Di evitare le cattive compagnie

Mentre per questi due il comando potrebbe essere molto formale anche se devo dire che il secondo ognuno potrebbe valutare cosa sono realmente le "cattive compagnie".





persone che non vivono in armonia con i principi biblici e gli apostati, nel caso specifico del capitolo 15 di 1 Corinti.
Chi altri?

erevnitis, 02/10/2017 23.39:


Per il terzo

Quello per esempio di mettersi in società commerciale con un incredulo
e bene alcuni fratelli potrebbero pensare che il comando si riferice anche a questo mentre altri non lo pensano affatto.

Questo avviene praticamente per tutti i comandi nella bibbia e i principi subentra entro certi limiti la coscienza




perdonami, non mi è chiaro questo punto: in tutti i comandi neotestamentari, che espongono un principio e non un codice di leggi come la Legge Mosaica, subentra entro certi limiti la coscienza?
Puoi chiarire questo punto?

erevnitis, 02/10/2017 23.39:


mentre per quando riguarda le leggi di Cesare, le decisioni del marito e le decisioni dei genitori questi non possono far subentrare la nostra coscienza, il comando è molto formale si richiede sottomissione.

Concordate?




su questo si, naturalmente nell' elenco c' è anche il comando di astenersi dal sangue



erevnitis
00martedì 3 ottobre 2017 19:39
Caro witness



Generalmente la nostra coscienza dovrebbe suggerirci quando stiamo scivolando nel legalismo o per usare le parole bibliche "stiamo divenendo troppo giusti" (Ecclesiaste 7:16)



Infatti le scritture dicono di usare ragionevolezza e di non essere "troppo giusti" ma questo vale unicamente riguardo ai principi e ai comandi in cui puo subentrare la coscienza ma quando i comandi sono formali tu non puoi fare a meno.

Altrimenti dovrebbe essere lecito se stai morendo di fame in una città andare a rubare in un supermercato, non essere troppo giusto o essere ragionevole dovrebbe valere anche qui!!

Geova dice di non disprezzare colui che ruba perché ha fame ma è pur sempre un peccato.



Mi viene in mente un aneddoto. Qualche anno addietro mentre guidavo mi accorsi che il semaforo era rosso e mi fermai prontamente. Anche gli altri automobilisti fecero lo stesso, ma praticamente il semaforo non tornava sul verde a causa di un guasto.
Ora chiaramente non potevamo rimanere tutti fermi li..Segnalammo la cosa alle autorità e poi facendo attenzione passammo lo stesso.



E quello che dicevo nel post 10


Poi ovviamente se tollera determinate cose anche se ci sono delle leggi stabilte sta alla coscienza di ognuno di noi mentre se non tollera non ci rimane che ubbidire.



Non volevo andare in questi estremi poiché la legge capirà queste circostanze almeno lo spero, se per lei altre circostanze ingiuste e difficili sono comunque definiti reati allora sarà comunque un peccato che Geova capirà ma lo stato di emergenza non cancella il peccato. Io sto parlando di casi dove alla legge non importa, le tasse si devono pagare, leggi stradali, lei stabilisce cio che è furto e cio che non lo è ed altre leggi ancora.


erevnitis
00martedì 3 ottobre 2017 19:48
Caro Aquila


perdonami, non mi è chiaro questo punto: in tutti i comandi neotestamentari, che espongono un principio e non un codice di leggi come la Legge Mosaica, subentra entro certi limiti la coscienza?
Puoi chiarire questo punto?



Non credo riguardo al fatto di dare a cesare le cose di cesare per esempio oppure sposarsi solo nel signore




mentre per quando riguarda le leggi di Cesare, le decisioni del marito e le decisioni dei genitori questi non possono far subentrare la nostra coscienza, il comando è molto formale si richiede sottomissione.

Concordate?

su questo si, naturalmente nell' elenco c' è anche il comando di astenersi dal sangue



Riguardo al sangue c'è un certo margine dove la coscienza subentra, per alcuni le frazioni sono sangue per altri non lo sono.
Dal momento che con la tua coscienza il principio è implicato non esiste più nessun margine ma riguardo a Cesare é lui che decide!!!


The.Witness
00martedì 3 ottobre 2017 19:50
Re:
erevnitis, 03/10/2017 19.39:


...
Infatti le scritture dicono di usare ragionevolezza e di non essere "troppo giusti" ma questo vale unicamente riguardo ai principi e ai comandi in cui puo subentrare la coscienza ma quando i comandi sono formali tu non puoi fare a meno.

Altrimenti dovrebbe essere lecito se stai morendo di fame in una città andare a rubare in un supermercato, non essere troppo giusto o essere ragionevole dovrebbe valere anche qui!!
...



Ma io francamente andrei cauto sull'equiparare l'azione di andare a 100 km/h dove è indicato 90 km/h all'azione di rubare in un supermercato..




erevnitis
00martedì 3 ottobre 2017 19:52
Re: Re:
The.Witness, 03/10/2017 19:50:



Ma io francamente andrei cauto sull'equiparare l'azione di andare a 100 km/h dove è indicato 90 km/h all'azione di rubare in un supermercato..







Per me il principio rimane identico si tratta pur sempre di un peccato.
Se tu sai che la velocità è 90 km/h e vai a 100 oppure 110 km/h cosa dice la legge?
Lo consente ? No!!! Allora io devo dare a Cesare quello che vuole!!


Aquila-58
00martedì 3 ottobre 2017 22:06
Re:
erevnitis, 03/10/2017 19.48:

Caro Aquila


perdonami, non mi è chiaro questo punto: in tutti i comandi neotestamentari, che espongono un principio e non un codice di leggi come la Legge Mosaica, subentra entro certi limiti la coscienza?
Puoi chiarire questo punto?



Non credo riguardo al fatto di dare a cesare le cose di cesare per esempio oppure sposarsi solo nel signore




mentre per quando riguarda le leggi di Cesare, le decisioni del marito e le decisioni dei genitori questi non possono far subentrare la nostra coscienza, il comando è molto formale si richiede sottomissione.

Concordate?

su questo si, naturalmente nell' elenco c' è anche il comando di astenersi dal sangue



Riguardo al sangue c'è un certo margine dove la coscienza subentra, per alcuni le frazioni sono sangue per altri non lo sono.
Dal momento che con la tua coscienza il principio è implicato non esiste più nessun margine ma riguardo a Cesare é lui che decide!!!






ok, ora mi è più chiaro il tuo pensiero, su cui concordo


The.Witness
00martedì 3 ottobre 2017 22:25
Re: Re: Re:
erevnitis, 03/10/2017 19.52:



Per me il principio rimane identico si tratta pur sempre di un peccato.
Se tu sai che la velocità è 90 km/h e vai a 100 oppure 110 km/h cosa dice la legge?
Lo consente ? No!!! Allora io devo dare a Cesare quello che vuole!!





Geova ha provveduto ai cristiani un aiuto equilibrato nelle Scritture, così che possiamo (1) evitare di dare legalisticamente troppa importanza alle regole, cosa che può portare a una concezione meschina e rigida della vita e dell’adorazione, e (2) evitare di dare troppo risalto alla libertà di coscienza, cosa che ha condotto alcuni a giustificare addirittura il male con ragionamenti umani. w83 1/1 p. 19 par. 13

"..gli uomini imperfetti hanno la tendenza a giudicare le persone da ciò che fanno, anziché da ciò che sono. A volte possiamo addirittura giudicare noi stessi in questo modo. Possiamo arrivare al punto di essere ossessionati dal fare, come se fosse l’unico metro della nostra spiritualità. Potremmo dimenticare l’importanza di esaminare i nostri motivi. (Confronta 2 Corinti 5:12). Potremmo diventare rigidi legalisti che ‘scolano il moscerino ma inghiottono il cammello’, ubbidendo alla lettera della legge ma violandone lo spirito. — Matteo 23:24." w95 15/6 p. 16 par. 13

Nel 1916 l’Encyclopædia of Religion and Ethics a cura di James Hastings osservò che “la distinzione fra lealtà e legalismo si riscontra in ogni epoca e luogo”. E spiegava: “C’è il legalista che fa ciò che gli viene detto e non infrange le regole; tiene fede alla parola scritta, che può leggere. Anche il leale lo fa, ma su di lui . . . si può contare anche per altro: compie il suo dovere con tutta la mente, sintonizza il suo spirito con quello del fine da raggiungere”.

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