Confutazione trasmissione Radio Maria del GRIS di ottobre 2013...

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viceadmintdg1
00sabato 5 ottobre 2013 17:03
su: schiavo fedele e discreto/cristologia/nomi di Dio
viceadmintdg1
00sabato 5 ottobre 2013 17:08
Dopo un breve preambolo, don Fiorino da la parola ad Aldo Lorenzi, del GRIS di Bergamo, che affronta l’argomento dello Schiavo fedele e discreto di cui si parla in Matteo 24:45, dicendo:


Questa dello Schiavo è una delle espressioni che ricorre con maggior frequenza nelle pubblicazioni WTS. Non a caso nella recente rivista Torre di Guardia del 15 luglio 2013 p. 20 leggiamo questa affermazione, circa l’importanza di identificare questo “Schiavo”:

“Lo schiavo fedele `e il canale attraverso il quale Gesù sta cibando i suoi veri seguaci in questo tempo della fine. E’ di fondamentale importanza capire chi è. Il nostro benessere spirituale e la nostra relazione con Dio, infatti, dipendono da questo canale”.

Durante i cento anni di storia le risposte circa l’identità di questo schiavo sono cambiate e sono state assunte posizione in contraddizione fra loro. Chi è realmente lo schiavo fedele discreto dunque?

Russell, il primo presidente della WTS, scrisse nella W ott-nov 1891 p. 291 che lo schiavo era formato dal piccolo gregge

Nelle successive riviste, in particolare a partire dal 1904 viene identificato con un singolo soggetto e precisamente con Russell stesso. Anche nella W del 1961 15 giugno p. 374, troviamo conferma di ciò.

Il secondo presidente Rutherford espresse 2 vedute contradditorie fra loro. W 1 dic 1916 pp. 5997-8: “La Torre di Guardia proclama senza alcuna esitazione che il fratello Russell è il servitore promesso…I fatti fisici mostrano che il fratello Russell possedeva tali requisiti. Ci sono prove conclusive che il fratello Russell rivestì l’incarico di quel servitore fedele e saggio. Satana vorrebbe negare l’evidenza che il fratello Russell rivestiva l’incarico di servitore fedele e saggio”.

Impressionanti queste dichiarazioni, ma negli anni successivi vengono
rinnegate.

Nella W 1 gen 1930 Rutherford infatti afferma: “Solo di recente il significato di questa profezia è stato compreso. Alcuni hanno espresso l’opinione che la sentinella sia un individuo ma questo è completamente sbagliato e contrario alle Scritture”

E’ a dir poco allucinante. Vengono accusati alcuni di aver espresso l’opinione che lo schiavo fosse un individuo e che ciò è contrario alle scritture. Ma non è stato altro che il pensiero di Rutherford che si contraddice. Prima dice che è satana a negare che Russell fosse lo Schiavo, poi invece dice che credere che lo schiavo fosse stato un individuo è sbagliato e contrario alle Scritture. Anche l’Annuario del 1976 p. 86 ci informa di questo cambiamento.

Con l’arrivo di Knorr, terzo presidente viene ribadito che lo “schiavo” è costituito dai 144000 unti viventi sulla terra in un qualsiasi tempo durante i 19 secoli trascorsi dalla pentecoste.

Ma veniamo al recente cambiamento di rotta della recente rivista Torre di Guardia del 15 luglio 2013 lo schiavo è definito a p. 20:

“Un piccolo gruppo di fratelli unti che sono direttamente impegnati a preparare e dispensare cibo spirituale durante la presenza di Cristo. Oggi questi fratelli unti compongono il Corpo Direttivo”.

Riassumendo i cambiamenti avvenuti negli ultimi 150 anni:

nel 1891 era il piccolo gregge, ossia l’insieme dei seri studenti biblici

nel 1904 era solo Russell

nel 1927 sino a giugno 2013 lo schiavo era l’insieme di tutti gli unti con lo spirito

nel 2013 lo schiavo viene identificato solo con gli unti che compongono il corpo direttivo ed esso verrà costituito sopra tutti i
suoi averi solo alla venuta di Cristo

E’ interessante sottolineare che nell’ultima rivista troviamo una decina di ammissioni da parte dello Schiavo di aver sbagliato. Che credibilità ha quindi questo Schiavo? Nei 4 articoli dedicati allo “Schiavo” della recente rivista Torre di Guardia del 15 luglio 2013 troviamo più di una decina di ammissioni di aver sbagliato.

Nonostante queste ammissioni di aver fallito più volte nei loro intendimenti, hanno la spudoratezza di concludere a p. 25 in questo modo:

“Gesù ha costituito questo schiavo fedele per fare in modo che i suoi veri seguaci, siano essi unti o altre pecore, ricevessero un rifornimento costante di opportuno cibo spirituale per lintera durata degli ultimi giorni”.

Ora mi rivolgo ai tdG in ascolto: quale cibo spirituale ti ha fornito lo schiavo fedele e discreto in cui riponi la tua fiducia?

Te ne do alcuni esempi:

Trapianti d’organo: nel 1963 erano consentiti. Nel 1968 erano considerati cannibaleschi e ripugnanti. Nel 1980 vengono nuovamente consentiti

Vaccinazioni: nel 1931 erano considerate demoniche. Mentre nel 1953 non lo erano più.

Caro TdG che sei in ascolto, come dice la Torre di Guarda, tu sai che è di fondamentale importanza capire chi è lo schiavo fedele!
Con questi continui cambiamenti, sei riuscito a capire chi è questo Schiavo? E’ importante riflettere su questi continui cambiamenti visto che a questo schiavo hai dedicato tanto tempo, le energie migliori e da questo Schiavo fai dipendere il tuo futuro e magari quello dei tuoi cari.



Parola a chi desidera replicare.
Aquila-58
00domenica 6 ottobre 2013 18:57
Grazie Admin,

viceadmintdg1, 04/10/2013 14:12:

Dopo un breve preambolo, don Fiorino da la parola ad Aldo Lorenzi, del GRIS di Bergamo, che affronta l’argomento dello Schiavo fedele e discreto di cui si parla in Matteo 24:45, dicendo:


Questa dello Schiavo è una delle espressioni che ricorre con maggior frequenza nelle pubblicazioni WTS. Non a caso nella recente rivista Torre di Guardia del 15 luglio 2013 p. 20 leggiamo questa affermazione, circa l’importanza di identificare questo “Schiavo”:

“Lo schiavo fedele `e il canale attraverso il quale Gesù sta cibando i suoi veri seguaci in questo tempo della fine. E’ di fondamentale importanza capire chi è. Il nostro benessere spirituale e la nostra relazione con Dio, infatti, dipendono da questo canale”.

Durante i cento anni di storia le risposte circa l’identità di questo schiavo sono cambiate e sono state assunte posizione in contraddizione fra loro. Chi è realmente lo schiavo fedele discreto dunque?

E’ interessante sottolineare che nell’ultima rivista troviamo una decina di ammissioni da parte dello Schiavo di aver sbagliato. Che credibilità ha quindi questo Schiavo? Nei 4 articoli dedicati allo “Schiavo” della recente rivista Torre di Guardia del 15 luglio 2013 troviamo più di una decina di ammissioni di aver sbagliato.

Nonostante queste ammissioni di aver fallito più volte nei loro intendimenti, hanno la spudoratezza di concludere a p. 25 in questo modo:

“Gesù ha costituito questo schiavo fedele per fare in modo che i suoi veri seguaci, siano essi unti o altre pecore, ricevessero un rifornimento costante di opportuno cibo spirituale per lintera durata degli ultimi giorni”.

Ora mi rivolgo ai tdG in ascolto: quale cibo spirituale ti ha fornito lo schiavo fedele e discreto in cui riponi la tua fiducia?


Caro TdG che sei in ascolto, come dice la Torre di Guarda, tu sai che è di fondamentale importanza capire chi è lo schiavo fedele!
Con questi continui cambiamenti, sei riuscito a capire chi è questo Schiavo? E’ importante riflettere su questi continui cambiamenti visto che a questo schiavo hai dedicato tanto tempo, le energie migliori e da questo Schiavo fai dipendere il tuo futuro e magari quello dei tuoi cari.



Parola a chi desidera replicare.



Accidenti, assomiglia quasi a un tentativo di…… proselitismo!
E pensare che solo pochi giorni fa, nel corso di un celebre dialogo con Eugenio Scalfari, lo stesso Papa Francesco ha dichiarato che” il proselitismo è una sciocchezza”.

Io credo, caro Lorenzi, che sia soprattutto lei a non aver capito chi sia lo schiavo fedele e discreto....certamente non noi!

Vediamo che cosa ne pensa una Bibbia cattolica tra le maggiori in circolazione:
"La prima [delle tre parabole, quella del servo fedele e discreto..] mette in scena un servo di Cristo incaricato di una funzione nella chiesa, come furono gli apostoli". (Bibbia di Gerusalemme, nota in calce a Mt. 24:45-51).

Secondo quello che dice la nota della Bibbia di Gerusalemme, quindi, lo schiavo fedele e discreto cosa doveva essere?
Un profeta infallibile, nel senso che riportava gli infallibili oracoli divini?
Oracolo. Parola del Signore a Israele per mezzo di Malachia” (Malachia 1:1 CEI).

Qui il profeta non parla di testa sua ma riporta fedelmente un oracolo divino come il pensiero divino o le profezie ispirate da Dio (confr. Zaccaria 7:12).
Questo oracolo, queste profezie sono infallibili, poiché siamo di fronte a un profeta che riporta fedelmente la parola divina.

Lo schiavo fedele e discreto deve essere così, ha questo compito?

Vediamo il testo greco di Mt. 24:45, con la fatidica domanda di Gesù:

"Tis ara estin ho pistos doulos kai fronimos hon katestesen ho kurios epi tes oiketeias autou tou dounai autois ten trofen en kairoi?"

Alla lettera si traduce:

Chi è dunque il servo fedele e prudente che costituì il Signore sui domestici di lui per dare loro il cibo a tempo (debito)?”

Si parlerà forse di cibo letterale, caro Lorenzi? Non credo e penso che lei sarà d’ accordo con me che si parli di cibo in senso spirituale.

Ora, la domanda stessa di Gesù fa intendere subito alcune cose basilari:

1) la domanda stessa di Gesù suppone che vi sia incertezza anche sulla stessa identità di questo schiavo o servo;
2) il suo compito NON E’ QUELLO DI FORNIRE INFALLIBILI ORACOLI DIVINI, ma di dare “cibo a tempo debito”, a suo tempo, gradualmente;
3) dalle parole di Gesù, non si evince che questo schiavo abbia alcun altro compito. Lei ne vede altri?

Non dovevamo e non dobbiamo, quindi, aspettarci un profeta infallibile nel riportare i sacri oracoli divini ma “qualcuno” che avesse ESCLUSIVAMENTE il compito di dare cibo a suo tempo, punto!

Questo comporta, cosa insita nella stessa domanda di Gesù come nel compito assegnato allo schiavo o servo, che perfino l’ identità stessa dello schiavo o servo dovesse essere compresa con gradualità, a maggior ragione il cibo a tempo debito che avesse fornito.

Lo schiavo fedele e discreto non ha alcun altro compito che questo, caro Lorenzi.

Il suo goffo tentativo di proselitismo presso i testimoni di Geova in ascolto (quanti?) di Radio Maria mi sembra miseramente naufragato.

(segue seconda parte...)
Aquila-58
00domenica 6 ottobre 2013 19:10
un ulteriore chiarimento.....


viceadmintdg1, 04/10/2013 14:12:


Riassumendo i cambiamenti avvenuti negli ultimi 150 anni:

nel 1981 era il piccolo gregge, ossia l’insieme dei seri studenti biblici

nel 1904 era solo Russell

nel 1927 sino a giugno 2013 lo schiavo era l’insieme di tutti gli unti con lo spirito

nel 2013 lo schiavo viene identificato solo con gli unti che compongono il corpo direttivo ed esso verrà costituito sopra tutti i
suoi averi solo alla venuta di Cristo

E’ interessante sottolineare che nell’ultima rivista troviamo una decina di ammissioni da parte dello Schiavo di aver sbagliato. Che credibilità ha quindi questo Schiavo? Nei 4 articoli dedicati allo “Schiavo” della recente rivista Torre di Guardia del 15 luglio 2013 troviamo più di una decina di ammissioni di aver sbagliato.

Nonostante queste ammissioni di aver fallito più volte nei loro intendimenti,




Per la nostra dottrina, il piccolo gregge equivale agli unti coeredi di Cristo (tra cui ovviamente Russell..) per cui non vedo dove siano questi......fallimenti di cui si parla...
Seconda poi, la Torre di Guardia del 15 luglio 2013 non parla affatto di errori o fallimenti.
Vediamo, ad esempio, cosa è scritto a pagina 20:

"In passato le nostre pubblicazioni affermavano che alla Pentecoste del 33 Gesù aveva costituito lo schiavo fedele sui suoi domestici, che lo schiavo rappresentava tutti i cristiani unti sulla terra, presi collettivamente, in un qualsiasi dato momento da allora; che i domestici erano sempre gli unti,ma presi individualmente; e che nel 1919 Gesù aveva costituito lo schiavo fedele sopra tutti i suoi averi, cioè su tutti gli interessi del Regno sulla terra.
Tuttavia, uno studio più approfondito, la meditazione e la preghiera hanno evidenziato la necessità di correggere il nostro intendimento delle parole di Gesù circa lo schiavo fedele e discreto
".

Caro Lorenzi, io capisco come lei debba per forza di cose "drammatizzare" le cose per far contento un certo pubblico da voi abituato ad ascoltare una versione distorta dei fatti concernenti i cristiani testimoni di Geova, ma la Torre di Guardia non parla affatto di
"ammissioni di aver sbagliato" o "di aver fallito più volte nei loro intendimenti".

Intanto non vi è una contraddizione tra un intendimento e un altro nè un tornare indietro rispetto ad un intendimento precedente, ma un affinamento progressivo dell' intendimento medesimo.
Del resto, come ho detto nella prima parte, lo schiavo fedele e discreto ha IL SOLO COMPITO di fornire "cibo a suo tempo", quindi in maniera graduale e questo prevede, gioco forza, che un intendimento vari nel corso del tempo, dell' evolversi delle cose e dell' adempimento delle profezie e non potrebbe essere altrimenti, giacchè lo schiavo, come detto, non è stato mai costituito per essere un profeta che riporta infallibili oracoli divini.

Tra l' altro, la Torre di Guardia pone l' accento sul fatto che "lo studio approfondito, la meditazione e la preghiera" hanno evidenziato la necessità di correggere l' intendimento.

Non si accenna a fallimenti, sbagli, altalene, un tornare avanti e indietro ma "la necessità di correggere il nostro intendimento".

Per far questo il Corpo Direttivo ha chiesto umilmente in preghiera a Dio, di farsi guidare dallo spirito santo e lo spirito stesso ha provveduto in tal senso (Lei può negare questo operato dello spirito?) affinchè lo schiavo possa assolvere il compito per cui è stato costituito.

Perchè non spiega queste cose agli ascoltatori di Radio Maria alla prossima trasmissione?


viceadmintdg1
00giovedì 10 ottobre 2013 10:37
Successivamente interviene don Paolo Sconocchini, del GRIS di Ancona. Incentra il suo intervento sulla cristologia dei tdG dicendo:



Anzitutto premetto che i tdG non sono considerati cristiani dal consiglio mondiale delle chiese perché essi non credono nella Trinità e nemmeno nella divinità di Cristo, inoltre perché essi non battezzano nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Per comprendere la cristologia dei tdG bisogna capire la loro visione di Dio. Essi hanno una concezione di Dio piuttosto materialista. Attribuiscono a Dio un corpo spirituale, con una mente e quindi con un cervello. Loro usano il termine spirituale, ma di fatto il corpo di Dio è inteso come se avesse uno spessore materiale, più o meno sottile, invisibile, un corpo con sensi di vista, udito ecc… è chiaro che con questa visione di Dio il concetto cristiano di Trinità diventa inammissibile!

Per i tdG Gesù prima di venire sulla terra era l’arcangelo Michele, la prima creatura di Dio e attraverso la quale crea tutto il resto. Era anche chiamato Parola di Dio. Ad un certo punto Dio trasferisce il corpo di Michele in Maria da cui nasce come uomo, Gesù Cristo. Dopo la morte, Dio fa sparire il corpo materiale di Gesù e Dio lo risuscita con un corpo spirituale. Infine lui tornerà fra breve per la battaglia di Armaghedon.

Mentre per noi Gesù è generato ma non creato, per loro creare e generare sono equivalenti. Leggiamo nel loro libro Cose nelle quali è impossibile che Dio menta p. 123:

“Ebbene, c’era dunque qualche persona di sesso femminile in cielo da cui Geova Dio generasse il suo unigenito Figlio?... l’unigenito Figlio fu l’originale e prima creazione diretta di Dio senza alcun intermediario come moglie o persona di sesso femminile. Inoltre, perché generò, non dobbiamo immaginare che Dio abbia un seno come una persona di sesso femminile. Dio non è femmina”.

Come vedete si tratta di una visione materialistica di Dio dovuta ad un letteralismo esasperato che li porta ad annullare le basi del cristianesimo. Infatti negano l’incarnazione. Per loro non è il figlio di Dio che si incarna in un corpo umano, ma il trasferimento dell’energia vitale di Michele che Geova trasferisce ad una cellula uovo nel ventre di Maria e la trasforma. E poi a tale energia vitale viene aggiunta la memoria posseduta quando Michele era in cielo.

Poi negano la risurrezione di Cristo. Il corpo di Cristo sarebbe stato fatto sparire da Dio. Il corpo del risorto era quindi una materializzazione momentanea che assomigliava al corpo di Gesù.

Ma cosa dice invece la Bibbia in merito a Gesù?
La Bibbia non dice che Gesù è un angelo ma addirittura afferma la superiorità di Gesù sugli angeli. Es in Ebrei 1:6 si legge:
“E di nuovo, quando introduce il primogenito nel mondo, dice: Lo adorino tutti gli angeli di Dio”.

Inizialmente anche loro tradussero in questo modo il versetto. Ma poi, rendendosi conto che questo testo confermava la divinità di Gesù si sbarazzano di questo testo nel seguente modo:
“Ma quando introduce di nuovo il suo Primogenito nella terra abitata, dice: “E tutti gli angeli di Dio gli rendano omaggio”.
Quindi l’adorazione viene trasformata in rendere omaggio, cosa ben diversa, perché l’adorazione si può rendere solo a Dio (confronta Apocalisse 22:8,9) mentre si può rendere omaggio a qualsiasi persona.

Ma questa non è l’unica manipolazione. Quasi tutti i passi che attestano la divinità di Cristo vengono manipolati. La più vistosa è quella del prologo di Giovanni 1:1:

"In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio".

Anche loro inizialmente, nella prima versione dell TNM tradussero "e la Parola era dio", anche se usarono la minuscola. Nella versione più recente invece hanno invece tradotto:

"In principio era la Parola, e la Parola era con Dio, e la Parola era un dio".

Quindi Gesù lo trasformano in "un dio", cioè una divinità di rango inferiore.

Ma se noi andiamo a vedere Giovanni 20:28, notiamo come Tommaso si rivolge al Cristo risorto:

"Rispondendo, Tommaso gli disse: “Mio Signore e mio Dio!”

Qui anche loro traducono bene, ma sbagliano l’interpretazione. Infatti non penso proprio che qui Tommaso pensasse che Gesù era l’arcangelo Michele quando gli rivolse quelle parole.
Quindi è evidente che se alla fine del Vangelo di Giovanni Gesù è Dio, non poteva essere un dio all’inizio del Vangelo, perché la Scrittura non si contraddice!

In conclusione, Logos, non significa solo parola, ma anche pensiero. Egli è il pensiero del Padre, generato dal Padre, come la mente genera il pensiero. Allo stesso modo il Verbo di Dio è generato non creato. Quindi il verbo eterno di Dio si è incarnato, assumendo un corpo umano, divenendo vero uomo e vero Dio. Quindi riconosciamo due nature nell’unica persona di Gesù Cristo.



Spazio alla replica
Aquila-58
00domenica 13 ottobre 2013 17:12
Cari lettori del forum e cari amici ascoltatori di Radio Maria, le argomentazioni di Sconocchini sul battesimo praticato dai cristiani testimoni di Geova, sulla concezione di Dio, sull’ Arcangelo Michele (su questo vi invito a leggere la discussione in corso proprio questi giorni
testimonidigeova.freeforumzone.leonardo.it/d/10713147/Ges-non-l-arcangelo-Michele-/discussi... )

sul corpo risorto di Cristo, sull’ “incarnazione”, su Gv. 1:1 relativamente alla traduzione “un dio”, su Ebrei 1:6 e su Gv. 20:28 sono già state ampiamente confutate decine e decine di volte nelle pagine di questo forum e nella stessa cartella delle risposte a Radio Maria, per cui non ritengo di alcuna utilità, per quel che mi riguarda, tornarci sopra inutilmente.

Piuttosto intendo concentrarmi sull’ ultima parte del ragionamento di Sconocchini, che è la seguente:


viceadmintdg1, 10/10/2013 10:37:


Successivamente interviene don Paolo Sconocchini, del GRIS di Ancona. Incentra il suo intervento sulla cristologia dicendo:
In conclusione, Logos, non significa solo parola, ma anche pensiero. Egli è il pensiero del Padre, generato dal Padre, come la mente genera il pensiero. Allo stesso modo il Verbo di Dio è generato non creato. Quindi il verbo eterno di Dio si è incarnato, assumendo un corpo umano, divenendo vero uomo e vero Dio. Quindi riconosciamo due nature nell’unica persona di Gesù Cristo.









(SEGUE………)

Aquila-58
00domenica 13 ottobre 2013 19:45
Grazie Admin,

viceadmintdg1, 10/10/2013 10:37:


Successivamente interviene don Paolo Sconocchini, del GRIS di Ancona. Incentra il suo intervento sulla cristologia dicendo:
In conclusione, Logos, non significa solo parola, ma anche pensiero. Egli è il pensiero del Padre, generato dal Padre, come la mente genera il pensiero. Allo stesso modo il Verbo di Dio è generato non creato. Quindi il verbo eterno di Dio si è incarnato, assumendo un corpo umano, divenendo vero uomo e vero Dio. Quindi riconosciamo due nature nell’unica persona di Gesù Cristo.




Spazio alla replica




Caro Sconocchini, Lei dice che il sostantivo logosnon significa solo Parola ma anche pensiero” e mi sembra, davvero, solo una grossa forzatura.

In primo luogo, per “pensiero”, il greco neotestamentario usa sostantivi come enthymesis (Mt. 9:4) o nous (Romani 11:34 ; 1 Cor. 1:10).

Secondo l’ autorevole Dizionario Esegetico del Nuovo Testamento di Balz e Schneider, a pagina 202-203, il sostantivo logos significa “parola, discorso, resa dei conti, predicazione, Logos (attenzione a quest’ ultimo significato, su cui tornerò……..)”.

Il Dizionario afferma che “la grande molteplicità dei significati lessicali di logos – parola, discorso, racconto, enunciato, detto, domanda, diceria, resa dei conti, predicazione, dottrina, chiamata, senso – si spiega soprattutto : a) in base a fondamenti filologici e b) in base a motivi teologici”.
Il Dizionario aggiunge anche: “L’ influsso che il concetto di logos ha esercitato sull’ interpretazione filosofica (la legge del mondo, del pensiero e della morale che veramente permane) da Eraclito fino a Hegel e Nietzsche, ha per l’ esegesi neotestamentaria uno scarso significato”.

"La radice del vocabolo logos (leg) presenta un vasto complesso di significati: “raccogliere, radunare, scegliere, aggiungere, enumerare, raccontare, dire”".
Inoltre il verbo lego significa “dire, chiamare” ed ha, tra i numerosi termini di cui è diventato parte costitutiva, il sostantivo logos come il sostantivo logion (“parola, frase, massima, detto”).


Secondo Sconocchini, il Logos giovanneo è “il pensiero del Padre, generato dal Padre, come la mente genera il pensiero. Allo stesso modo il Verbo di Dio è generato non creato”.
Questa affermazione dogmatica pone però una duplice questione.
Da un punto di vista strettamente scritturale è:
1) errata;
2) completamente indimostrabile.

Perché è errata?
Perché, scritturalmente parlando, il “pensiero”divino, perfino il più profondo “segreto divino” ci è stato fatto conoscere non “dal Logos eterno di Dio” bensì dalla spirito santo, che agisce come Paraclito (Gv. 16:7), si veda 1 Cor. 2:10-12 (CEI):

Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito: lo Spirito infatti conosce bene ogni cosa, anche la profondità di Dio. Chi infatti conosce i segreti dell’ uomo se non lo spirito dell’uomo che è in lui? Così anche i segreti di Dio nessuno li ha mai conosciuti se non lo Spirito di Dio. Ora, noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio per conoscere ciò che Dio ci ha donato”.

Più avanti, in 1 Cor. 2:16, Paolo afferma:
Chi mai ha conosciuto il pensiero (nous) del Signore in modo da poterlo consigliare?” (CEI) citando Isaia 40:13:

Chi ha diretto lo spirito (nous, "pensiero" nella LXX, ruach nel TM) del Signore e come consigliere lo ha istruito?” (CEI).

E’ quindi lo spirito di Dio e non il Logos che conosce il "pensiero" più profondo di Dio, perfino i suoi segreti, donandocene la conoscenza nella misura in cui Dio ha ritenuto di farlo per la nostra salvezza.

Paolo aggiunge: “Ora noi abbiamo il pensiero (nous) di Cristo” (1 Cor. 2:16 CEI), che non significa altro che il Cristo imitò talmente alla perfezione il Padre (Gv. 5:19) che un esame del modo di agire di Cristo e avere la sua “attitudine mentale”, ci aiuta a capire il modo di pensare di Geova (Rom. 15:5 ; Filip. 2:5).

Secondo punto: perché la sua affermazione dogmatica è completamente indimostrabile?
Perché lei, caro Sconocchini, sa molto bene che la questione non è così semplice come vorrebbe far credere agli ascoltatori di Radio Maria.

Per poter supportare la sua affermazione dogmatica, ovviamente, la Bibbia non le è per nulla sufficiente, di più, per poter affermare che “Egli è il pensiero del Padre, generato dal Padre, come la mente genera il pensiero. Allo stesso modo il Verbo di Dio è generato non creato. Quindi il verbo eterno di Dio si è incarnato, assumendo un corpo umano, divenendo vero uomo e vero Dio. Quindi riconosciamo due nature nell’unica persona di Gesù Cristo”, lei deve gioco forza, come condicio sine qua non, ricorrere alla filosofia dell’ immanenza.
Per poter dogmaticamente formulare un’ esistenza eterna del Logos, non è possibile prescindere da concetti indispensabili come quello della processione immanente in Dio per via di generazione, il concetto di sostanza divina, giacchè secondo il dogma il Padre dona al Figlio la propria sostanza per via di generazione, quindi spiegare che cosa significhi che il Figlio lo si chiama Logos perché “è generato dal Padre nel suo atto di conoscenza” , come afferma il dogma, infine spiegare che cosa sia un’ unione ipostatica, termine usato per descrivere il modo in cui Dio il Figlio prese su di se la “natura” umana rimanendo completamente Dio allo stesso tempo.

Oppure dobbiamo trincerarci dietro il mistero “della santissima trinità che non è solamente il mistero dell’ essere di Dio, ma primordialmente il mistero della fecondità della sua vita immanente”? (questo afferma il dogma….)

Dato che la veridicità di una dottrina come quella della trinità immanente deve passare al vaglio della Sacra Scrittura e sicuramente non viceversa, Bibbia alla mano, lei sa spiegare agli ascoltatori di Radio Maria che cosa sia esattamente:

1) una processione immanente in Dio per via di generazione?
2) Dove si accenna “in nuce”, nella Bibbia, a processioni riguardo al Figlio Unigenito di Dio?
3) Che cos’ è, Bibbia alla mano, la sostanza divina che il Padre trasmette al Figlio nell’ ambito della fecondità della vita immanente?
4) Che cos’ è, Bibbia alla mano, un’ unione ipostatica?


Le ricordo, caro Sconocchini, che queste sono solo alcune domande, ma lei sa benissimo che se non rispondiamo, stiamo parlando esattamente del nulla (oppure di filosofia...).
Lei sa perfettamente che senza la filosofia dell’ immanenza e senza l’ intero apparato metafisico greco che poi condusse a Nicea, la sua affermazione è biblicamente indimostrabile: è e resta una pura affermazione filosofica e nulla più e in cui noi cristiani testimoni di Geova non ci ricosciamo in nessuna maniera.

Cari lettori del forum, cari ascoltatori di Radio Maria che state leggendo, voi riconoscete un Dio del genere nell’ Iddio della Bibbia?

Il mistero dell’ essere e del primordiale mistero della fecondità della sua vita immanente?

Questo è l’ Iddio biblico, cari lettori e cari ascoltatori di Radio Maria che ci leggete?

Onestamente, caro Sconocchini, quanti ascoltatori di Radio Maria sarebbero capaci di comprendere questi concetti che definire astrusi è solo un eufemismo?

Lei obietterà che il Paraclito avrebbe condotto alla verità intera (Gv. 16:13), ma parimenti io potrei contro-obiettarle che il Paraclito medesimo abbia ispirato Paolo (2 Pt. 3:16) a scrivere che gli uomini si sarebbero allontanati dalla verità “per perdersi dietro alle favole” (2 Tim. 4:4) e allora come la mettiamo?

Il punto è che la sua affermazione dogmatica non regge l’ urto della Sacra Scrittura, anzi la sua affermazione ne risulta completamente sbriciolata.

Vediamo il tutto alla luce della Sacra Scrittura…


(SEGUE…..)
Aquila-58
00domenica 13 ottobre 2013 20:16
SEGUITO.....


Rivediamo i significati che il Dizionario Esegetico del Nuovo Testamento da del sostantivo logos, che significa “parola, discorso, resa dei conti, predicazione, Logos”.
Illuminante quest’ ultimo significato: il sostantivo logos significa anche…… Logos!
Vi è quindi un uso “personalizzato” del sostantivo riguardo al Cristo preesistente: Logos con la maiuscola.

E’ un gravissimo errore fare filosofia e confondere YHWH che parla, comanda, da il proprio oracolo e la propria espressione, per mezzo del suo spirito santo, ai profeti (Zaccaria 7:12) con la Persona spirituale Logos di Gv. 1:1.
Perchè?
Perchè il Logos di Gv. 1:1 è una Persona spirituale mediatrice della creazione (Gv. 1:3), che agisce in nome e per conto di Dio e questo è chiarissimo in Apoc, 19:13, l’ unico passo in cui Cristo viene chiamato “il Logos di Dio” in un contesto che non c’ entra nulla con l’ origine del Cristo preesistente, con la creazione divina, con il pensiero del Padre e con l’oracolo divino : proprio questa ricorrenza dimostra che il Logos (maiuscolo) non è “il pensiero o il verbo eterno del Padre incarnato”, ma è una Persona spirituale che ricopre l’ Ufficio Divino di Logos (che diviene quindi un titolo) fin dal principio (e per questo è chiamato theos in Gv. 1:1c in un senso non “ontologico”, per cui è indispensabile un “impianto metafisico” che è però biblicamente assente, ma che potremmo definire "funzionale", cosa tranquillamente accettata nel giudaismo e ciò riguarda anche il Figlio, si veda l’applicazione del Salmo 45:6 [45:7 CEI] al Cristo preesistente in Ebrei 1:8).

Egli è chiamato Logos sin dal principio perché Dio, nella sua prescienza stabilì già che avrebbe parlato definitivamente all’ uomo per mezzo di Lui (Ebrei 1:2): inoltre Dio può aver comunicato per mezzo del Logos sin dal principio con le creature spirituali, dato che sarebbe ben strano supporre l’ esistenza di una Parola…silenziosa in quel principio: se Egli è la Parola dal principio, deve aver parlato già in quel “principio”, ma con chi se non con le creature spirituali?

Ecco un esempio di che cosa sia un oracolo divino:

Allora mi fu rivolta questa parola di YHWH (logos kuriou nella LXX): così dice YHWH Dio d’ Israele”(Geremia 24:4-5 CEI).

In questo senso tutta la Scrittura è Parola di Dio, non perché la Bibbia che abbiamo in mano sia……”il Verbo eterno di Dio incarnato” (sarebbe meglio dire “incartato”) ma, banalmente, perché la Scrittura è theopneustos, “alitata da Dio” per mezzo del Suo Spirito, come detto in precedenza (2 Tim. 3:16).

La differenza tra oracolo divino e la Persona spirituale come il Cristo che ha il titolo di Logos di Dio (Apoc. 19:13) è evidentissima ad esempio da un passo come Atti 10:44:

Pietro stava ancora dicendo queste cose, quando lo Spirito Santo discese sopra tutti coloro che ascoltavano il logos [la Parola (maiuscolo)]” (CEI).

Che cos’ è il logos che Cornelio e gli altri ascoltarono da Pietro in Atti 10:44 se non l’ annuncio della morte, della risurrezione e del perdono dei peccati per mezzo di Gesù? (Atti 10:39-43).
Ed era questo annuncio la parola di Dio, il “logos di Dio” (la “parola [minuscolo] di Dio” CEI) che i pagani accolsero, come specificato in Atti 11:1!

Si veda anche Romani 3:2: che cosa sono “le logia di Dio” (“le parole di Dio”, CEI)? Sono gli oracoli divini che Dio diede per mezzo dei profeti e degli angeli, come visto in Zaccaria 7:12 e Atti 7:38, ma il logion di Dio è l’ espressione divina mentre il Logos di Dio (Apoc. 19:13) è Colui, Persona spirituale, che li fa conoscere (Gv, 14:24 ; 15:15 ; 17:14).

Il prologo giovanneo evidenzia l’ Ufficio Divino di Logos, ricoperto dal Cristo preesistente dal principio, perché nell’ economia del nuovo patto la sua testimonianza della verità (Gv. 18:37) è divenuta essenziale per la nostra salvezza, si confronti Gv. 1:4-5, 9-18.
E’ questa la “preoccupazione” giovannea, non il fare delle speculazioni di carattere metafisico sulla “natura del Logos del tutto inessenziali per la nostra salvezza (queste si)!


Cristo non è altro che il portatore della parola di Dio come dei comandamenti divini (Gv.12:49-50), così come i discepoli lo sarebbero stati a loro volta:
tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ ho fatto conoscere a voi” (Gv. 15:15)
se hanno osservato il mio logos [la mia parola] osserveranno anche la vostra” (Gv. 15:20).

Ci sarebbero moltissime altre cose da aggiungere, ma mi fermo qui per mancanza di tempo.

La ringrazio.
Barnaba1977
00lunedì 14 ottobre 2013 11:54

Anzitutto premetto che i tdG non sono considerati cristiani dal consiglio mondiale delle chiese perché essi non credono nella Trinità e nemmeno nella divinità di Cristo,



Non ci interessano i pareri di parte degli altri come non interessavano ai primi cristiani quando venivano definiti "setta".


inoltre perché essi non battezzano nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.



Sconocchini è, in questo caso, un bugiardo. Evitiamo di dire menzogne, per cortesia!
*** w10 15/3 p. 12 Battezzati “nel nome del Padre e del Figlio e dello spirito santo” ***
In maniera simile molti, dopo aver appreso la verità sul peccato ereditato, hanno accettato la “diagnosi” fornita dalla Bibbia e hanno compreso che Dio offre la “cura”. Tutti coloro che sono lontani dal Padre devono rivolgersi a Colui che può “curarli”. — Efes. 4:17-19.
[...]
Prima di allora non avevate stretto una relazione con il Creatore e non avevate una speranza fondata. Ma esercitando fede nel sangue versato da Gesù Cristo e battezzandovi avete stretto una relazione con il Padre. (Efes. 2:12, 13) L’apostolo Paolo scrisse: “Voi che una volta eravate esclusi e nemici perché la vostra mente era rivolta alle opere malvage, [Dio] vi ha ora riconciliati di nuovo mediante il corpo carnale di [Gesù] per mezzo della sua morte, per presentarvi santi e senza difetto”. — Col. 1:21, 22.
[...]
13 Essendo imperfetti, non siamo in grado di imitare Gesù alla perfezione. Nondimeno, dato che ci siamo dedicati a Dio con tutto il cuore, vogliamo imitare Gesù al meglio delle nostre capacità. Questo richiede che ci impegniamo di continuo per toglierci la vecchia personalità e rivestire la nuova. (Leggi Efesini 4:20-24). Quando ammiriamo un amico, probabilmente cerchiamo di imparare dal suo esempio e dalle sue buone qualità. Allo stesso modo, vogliamo imparare da Cristo e imitarlo.
14 C’è un altro modo in cui potete dimostrare di comprendere cosa implica essersi battezzati nel nome del Figlio. Dio “ha anche posto tutte le cose sotto i suoi piedi, e l’ha dato come capo su tutte le cose alla congregazione”. (Efes. 1:22) Perciò è giusto rispettare la maniera in cui Gesù guida coloro che si sono dedicati a Geova. Cristo si serve di uomini imperfetti nelle singole congregazioni, in particolare di uomini spiritualmente maturi, gli anziani nominati. Questi uomini vengono nominati “in vista del ristabilimento dei santi, . . . per l’edificazione del corpo del Cristo”. (Efes. 4:11, 12) Anche se un uomo imperfetto commette un errore, Gesù, in qualità di Re del Regno celeste, è in grado di trattare la questione nel momento e nel modo che ritiene opportuni. Ne siete convinti?
[...]
L’espressione “nel nome di” non si riferisce necessariamente al nome di una persona. Oggi si fanno molte cose “in nome della legge”: non in nome di una persona, ma nel rispetto delle leggi vigenti. Analogamente chi si battezza nel nome dello spirito santo accetta il fatto che lo spirito santo è la forza attiva di Geova, non una persona. Inoltre ne riconosce il ruolo nel proposito di Dio.
17 Lo studio delle Scritture non vi ha forse permesso di capire cos’è lo spirito santo? Ad esempio, avete appreso che la Bibbia fu scritta sotto la sua guida. (2 Tim. 3:16) Man mano che avete fatto progressi in senso spirituale, probabilmente avete compreso ancora meglio che “il Padre che è in cielo darà spirito santo a quelli che glielo chiedono”, voi compresi. (Luca 11:13) Verosimilmente avete visto lo spirito santo all’opera nella vostra vita. Se invece non vi siete ancora battezzati nel nome dello spirito santo, in base a questa promessa di Gesù potete aspettarvi vere benedizioni quando il Padre vi darà tale spirito.
18 È evidente che anche oggi Geova guida la congregazione cristiana per mezzo del suo spirito. Questo spirito inoltre aiuta ognuno di noi giorno dopo giorno. Il fatto che ci siamo battezzati nel nome dello spirito santo significa che ne riconosciamo il ruolo nella nostra vita e che cooperiamo con gratitudine con tale spirito.


Battezzarsi "nel nome del Padre, del Figlio e dello spirito santo" implica ben più di recitare una formuletta quando si bagna la testa di un bimbo inconsapevole...


Per comprendere la cristologia dei tdG bisogna capire la loro visione di Dio. Essi hanno una concezione di Dio piuttosto materialista. Attribuiscono a Dio un corpo spirituale, con una mente e quindi con un cervello.



??? Con un cervello???
Ma questo si è fatto di qualche sostanza psicotropica?!? Quando parliamo di "corpo spirituale", in realtà parliamo di qualcosa che trascende la materia e che quindi non possiamo spiegare con parole nostre.

(Giovanni 1:18)  Nessun uomo ha mai visto Dio;
(Giovanni 4:24)  Dio è uno Spirito



Loro usano il termine spirituale, ma di fatto il corpo di Dio è inteso come se avesse uno spessore materiale, più o meno sottile, invisibile, un corpo con sensi di vista, udito ecc… è chiaro che con questa visione di Dio il concetto cristiano di Trinità diventa inammissibile!



Ancora! Quelle di "vedere, udire, usare le mani" sono metafore! Ma questo è troppo complicato da capire... o no? [SM=g7422]


Per i tdG Gesù prima di venire sulla terra era l’arcangelo Michele, la prima creatura di Dio e attraverso la quale crea tutto il resto. Era anche chiamato Parola di Dio. Ad un certo punto Dio trasferisce il corpo di Michele in Maria da cui nasce come uomo, Gesù Cristo. Dopo la morte, Dio fa sparire il corpo materiale di Gesù e Dio lo risuscita con un corpo spirituale. Infine lui tornerà fra breve per la battaglia di Armaghedon.



Ecco un altro con la testa greca! Gesù non era "solo" l'arcangelo Michele, ma svolgeva anche il ruolo di arcangelo. Il nome Michele è dato a Gesù in funzione a quel ruolo, proprio come Abramo divenne Abraamo, Sara divenne Sarai, Giacobbe divenne Israele, ecc.
Michele significa "Chi è simile a Dio?", e ben si addice a colui il quale avrebbe lottato per rivendicare l'autorità del Padre. Che poi Michele sia o no Gesù, per noi non è un punto centrale della nostra dottrina, non siamo dogmatici su questo, e francamente poco ci importa che tale nostra concezione possa mandare in tilt chi è cresciuto col dogma che Gesù sia Dio.


Poi negano la risurrezione di Cristo. Il corpo di Cristo sarebbe stato fatto sparire da Dio. Il corpo del risorto era quindi una materializzazione momentanea che assomigliava al corpo di Gesù.

Ma cosa dice invece la Bibbia in merito a Gesù?
La Bibbia non dice che Gesù è un angelo ma addirittura afferma la superiorità di Gesù sugli angeli. Es in Ebrei 1:6 si legge:
“E di nuovo, quando introduce il primogenito nel mondo, dice: Lo adorino tutti gli angeli di Dio”.

Inizialmente anche loro tradussero in questo modo il versetto. Ma poi, rendendosi conto che questo testo confermava la divinità di Gesù si sbarazzano di questo testo nel seguente modo:
“Ma quando introduce di nuovo il suo Primogenito nella terra abitata, dice: “E tutti gli angeli di Dio gli rendano omaggio”.
Quindi l’adorazione viene trasformata in rendere omaggio, cosa ben diversa, perché l’adorazione si può rendere solo a Dio (confronta Apocalisse 22:8,9) mentre si può rendere omaggio a qualsiasi persona.



Ma va' a studiarti un po' di greco, va'! In Ebrei è usato il verbo proskyneo. Che significa questo verbo?
Il Thayer's dice:
It is used a. of homage shown to men of superior rank... b. of homage rendered to God and the ascended Christ, to heavenly beings, and to demons...

Traduco:
Viene usato a. come omaggio mostrato agli uomini di rango superiore ... b. come omaggio reso a Dio e Cristo asceso, agli esseri celesti, e ai demoni ...

Adesso, qualcuno può spiegarmi perché non dovremmo tradurre "rendere omaggio"?


Ma questa non è l’unica manipolazione. Quasi tutti i passi che attestano la divinità di Cristo vengono manipolati. La più vistosa è quella del prologo di Giovanni 1:1:

"In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio".

Anche loro inizialmente, nella prima versione dell TNM tradussero "e la Parola era dio", anche se usarono la minuscola. Nella versione più recente invece hanno invece tradotto:

"In principio era la Parola, e la Parola era con Dio, e la Parola era un dio".

Quindi Gesù lo trasformano in "un dio", cioè una divinità di rango inferiore.



Per chi non lo sapesse, noi non ragioniamo con la testolina greca dello Sconocchini. Per noi, ripetiamo, i concetti di sostanza e persona come concepiti dai filosofi non esistono nelle scritture. Quindi, Gesù non è un Dio minore, visto che essere Dio è un ruolo! Essere dio, significa essere divini, ovvero avere qualità divine. Anche moderni attori e cantanti, persino una "Comedia", sono stati definiti divini. Ma per chi è infarcito di filosofia greca, come purtroppo lo siamo la maggior parte di noi moderni europei, capire questo diventa arduo...


Ma se noi andiamo a vedere Giovanni 20:28, notiamo come Tommaso si rivolge al Cristo risorto:

"Rispondendo, Tommaso gli disse: “Mio Signore e mio Dio!”

Qui anche loro traducono bene, ma sbagliano l’interpretazione. Infatti non penso proprio che qui Tommaso pensasse che Gesù era l’arcangelo Michele quando gli rivolse quelle parole.
Quindi è evidente che se alla fine del Vangelo di Giovanni Gesù è Dio, non poteva essere un dio all’inizio del Vangelo, perché la Scrittura non si contraddice!



No comment... Sconocchini non deve pensare greco per comprenderci...


In conclusione, Logos, non significa solo parola, ma anche pensiero. Egli è il pensiero del Padre, generato dal Padre, come la mente genera il pensiero. Allo stesso modo il Verbo di Dio è generato non creato. Quindi il verbo eterno di Dio si è incarnato, assumendo un corpo umano, divenendo vero uomo e vero Dio. Quindi riconosciamo due nature nell’unica persona di Gesù Cristo.



Logos significa anche argomento, discorso, quindi? Lei vuole attribuire alle parole il significato più consono al suo tornaconto? Con noi non attacca! Gesù Cristo fu la più grandiosa, sorprendente ed abbagliante manifestazione della Parola di Dio, del suo amore e del compimento delle sue promesse. Le profezie messianiche, fin prima della nascita di Gesù incompiute, presero tutto d'un tratto forma e divennero palesi. Il patto Abraamico, il patto Edenico ed il patto davidico ricevono il loro sigillo e vengono fermamente stabiliti. Questo è il logos! Non un'accozzaglia di sproloqui filosofeggianti di cui non si capisce né per capo né per coda come possano influire su di noi e sul nostro futuro!
Barnaba1977
00giovedì 17 ottobre 2013 10:09
Un'ultima nota va sull'uso distorto che i nostri polemici oppositori fanno delle citazioni dalle nostre riviste. Questo punto è notevole perché quella delle citazioni distorte e decontestualizzate è un'accusa che sovente viene mossa a nostro indirizzo.

La frase incriminata è questa:


Leggiamo nel loro libro Cose nelle quali è impossibile che Dio menta p. 123:

“Ebbene, c’era dunque qualche persona di sesso femminile in cielo da cui Geova Dio generasse il suo unigenito Figlio?... l’unigenito Figlio fu l’originale e prima creazione diretta di Dio senza alcun intermediario come moglie o persona di sesso femminile. Inoltre, perché generò, non dobbiamo immaginare che Dio abbia un seno come una persona di sesso femminile. Dio non è femmina”.

Come vedete si tratta di una visione materialistica di Dio dovuta ad un letteralismo esasperato che li porta ad annullare le basi del cristianesimo. Infatti negano l’incarnazione. Per loro non è il figlio di Dio che si incarna in un corpo umano, ma il trasferimento dell’energia vitale di Michele che Geova trasferisce ad una cellula uovo nel ventre di Maria e la trasforma. E poi a tale energia vitale viene aggiunta la memoria posseduta quando Michele era in cielo.



Ma è davvero così, oppure il testo citato aveva altri intenti? La visione proposta è materialistica oppure no? Non senza fatica sono riuscito a recuperare il vetusto testo citato, poiché i nostri oppositori sono amanti del vintage ed ho trovato alcuni spunti interessanti. Non posso riportare tutto per motivi di spazio nella piattaforma, ma cercherò di riportare i fatti.

Il libro citato era un testo di studio per comprendere cosa insegnasse la Bibbia. Il capitolo in questione, il numero 4, aveva come intento quello di disegnare il quadro generale di quando non esisteva nulla, né lo spazio, né il tempo e nemmeno Gesù ma solo Dio, tracciando il sentiero che ha portato alle varie fasi della creazione, prima spirituale e poi materiale. Nel far questo l'autore, con il sostegno delle scritture, si fa strada anche attraverso credenze che esulano dal cristianesimo, parlando direttamente ai musulmani. Al paragrafo 7, infatti, dice:

7 Qui un musulmano riconoscerà che c’è una differenza fra il Corano e la Sacra Bibbia, e dovrà scegliere quale libro accettare come verace a questo riguardo. Il Corano, nella sua Sura XVII, versetto 111, dice: “Di’: ‘Lode sia a Dio, che non genera nessun figlio, e non ha nessun compagno nel (Suo) dominio: né (ha bisogno) Egli che alcuno Lo protegga dall’umiliazione: sì, magnificalo per la Sua grandezza e gloria’”. E nella Sura CXII, versetti 1-4, dice: “Di’: Egli è Dio, il Solo e Unico Dio, l’Eterno, Assoluto; Egli non genera, né è generato; e non c’è nessuno simile a Lui”.

Il paragrafo citato dallo Sconocchini arriva dopo che viene descritto il ruolo di Dio come creatore ed il ruolo di Gesù come principio della creazione. In particolare è l'incipit di un sottotema:

È QUALCHE COSA DI GENERATO UNA CREAZIONE?

13 Comunque, ci sono molti studenti della Sacra Bibbia che trovano difficoltà a capire che l’“unigenito Figlio di Dio” è anche una creazione. Essi dicono che fu generato da Dio ma non fu creato e che fu il principiatore o origine della creazione di Dio anziché il “principio della creazione di Dio”. (Rivelazione 3:14, VR; Ri) Ebbene, c’era dunque qualche persona di sesso femminile in cielo da cui Geova Dio generasse il suo unigenito Figlio? Se ci fosse stata, tale persona di sesso femminile sarebbe quindi stata prima dell’unigenito Figlio di Dio. Ma la Sacra Bibbia non insegna una tal cosa. Piuttosto, l’unigenito Figlio fu l’originale e prima creazione diretta di Dio senza alcun intermediario come moglie o persona di sesso femminile. Inoltre, perché generò, non dobbiamo immaginare che Dio abbia un seno come una persona di sesso femminile. Dio non è femmina.


Appare subito evidente al lettore che lo scrittore si rivolge a coloro che trovano difficoltà a capire che l’“unigenito Figlio di Dio” è anche una creazione. Questo scritto è rivolto ad un'ampia platea di lettori: indù, animisti, shintoisti, ecc. Chiaramente il discorso non è esclusivamente rivolto ai cristiani! Questo rende il fatto di parlare di sesso di Dio, di avere rapporti con un altro essere spirituale, ecc. una negatio principii, dove i principi sono radicati in altre fedi.

Non vi è nulla di errato nemmeno nella frase Dio non è femmina in quanto Dio non ha sesso, che è una qualità esclusivamente umana.

Si può quindi etichettare la credenza dei testimoni di Geova come "materialista" sulla base di un testo di studio concepito come testo per un'ampia platea di lettori dalle più svariate credenze? Sicuramente no! Lo Sconocchini, estrapolando alcune frasi dal contesto, ha fatto una sintesi completamente ingannevole del nostro pensiero. Questi sono i mezzucci subdoli usati dai nostri detrattori.
viceadmintdg1
00martedì 22 ottobre 2013 22:02
L’ultimo intervento è quello di don Battista Cadei, del GRIS di Bergamo, che segue la rubrica “Punti da chiarire”. Anche oggi continua sul tema dei nomi di Dio dicendo:


Il nome YHWH che i tdG pronunciano Geova, ma che va probabilmente vocalizzato come Yahvè, non compare mai nel NT. Nemmeno quando viene citato l’AT. Gli evangelisti infatti sostituiscono il Tetragramma con Signore.

Alcune Bibbie cattoliche nell’AT usano correntemente il nome Yahvè; altre invece lo sostituiscono con Signore. I tdG criticano questa sostituzione, ma noi rispondiamo che siamo in buona compagnia, visto che anche Matteo, Marco, Luca, Giovanni… hanno fatto la stessa cosa. Tanto più che il NT è il culmine della Rivelazione!

Faccio una precisazione ai cattolici. Anche se noi non condividiamo il loro punto di vista, siamo comunque tenuti al rispetto. Quindi dobbiamo evitare ogni storpiatura del loro nome. Anche se certi tdG mancano di rispetto verso il nostro credo, non siamo autorizzati a rendergli la pariglia, il Signore vede.

Inoltre vorrei precisare che quando usiamo i termini geovismo o geovista non è per mancare di rispetto ma solo per indicare che noi non abbiamo nulla contro le persone tdG ma semmai contro la loro dottrina e organizzazione.

Comunque i cattolici non hanno difficoltà ad usare la parola Yahvè. Infatti in alcune Bibbie e libri di spiritualità biblica usano il termine Yahvè. Ma negano che sia indispensabile usare questo nome. Al contrario per i tdG l’uso del nome di Dio è indispensabile.

Noi rispondiamo che l’affermazione dei tdG secondo cui sia necessario chiamare Dio per nome per distinguerlo, come si fa tra le persone, è un ragionamento umano non biblico. Dio infatti conosce i nostri pensieri ancor prima che li esprimiamo. Nel Salmo 139:4 si legge:

“la mia parola non è ancora sulla lingua e tu Signore già la conosci tutta”

Leggiamo anche la parabola del fariseo e del pubblicano in Luca 18:
13:

"Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore. 14 Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell'altro, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato»."

Notiamo che il pubblicano non usa il nome Geova, ma usa il termine Dio e Gesù dice che viene ascoltato e giustificato!

E’ vero che la Bibbia sottolinea l’importanza del nome di Dio. Ma non intende necessariamente il nome Geova. Si noti che quando Gesù insegna a pregare in Matteo 6, pur dicendo “sia santificato il tuo nome”, poi non dice Geova nostro ma “Padre nostro”. Quindi nell’unica preghiera che Gesù ci ha insegnato non dice di chiamare Dio con il nome di Geova ma dice di chiamarlo Padre!

Infine chiediamo ai tdG. Se tale nome è così fondamentale, perché in tutto il NT non compare mai?

Essi rispondono che tale nome venne successivamente eliminato dai copisti.

Ma qui entrano in contraddizione. Da una parte dicono che Dio ha fatto in modo che la Bibbia si sia conservata integra fino a noi nonostante lo sviluppo dell’apostasia. Dall’altro dicono che il nome Geova è essenziale, ma non si trova nel NT perché sarebbe stato eliminato dai copisti. Dobbiamo quindi credere o non credere che Dio è miracolosamente intervenuto a far si che la Bibbia si conservasse integra per 2000 anni nonostante fosse nelle mani della Chiesa apostata? Se è intervenuto miracolosamente per conservare la Bibbia ma non il nome divino, allora vuol dire che non è così essenziale che nel NT ci debba essere il nome di Dio Geova o Yahvè. Ma è corretto lasciare il testo del NT così come ci è stato preservato con la parola Signore o Dio al posto di Geova!



Parola a chi desidera replicare...
Aquila-58
00sabato 26 ottobre 2013 22:04
I PARTE:

Grazie Admin,

viceadmintdg1, 22/10/2013 15:25:

L’ultimo intervento è quello di don Battista Cadei, del GRIS di Bergamo, che segue la rubrica “Punti da chiarire”. Anche oggi continua sul tema dei nomi di Dio dicendo:

Il nome YHWH che i tdG pronunciano Geova, ma che va probabilmente vocalizzato come Yahvè, non compare mai nel NT. Nemmeno quando viene citato l’AT. Gli evangelisti infatti sostituiscono il Tetragramma con Signore.



Caro Cadei, qui ci sono due falsità che occorre rilevare.
La prima concerne la vocalizzazione “Yahvè”: raccontare che, probabilmente, è l’ esatta vocalizzazione equivale a dire una menzogna agli ascoltatori di Radio Maria, giacchè lei sa benissimo che, allo stato attuale, per la maggioranza degli studiosi anche la forma “Yahvè” è errata esattamente come le altre (nessuno conosce l’ esatta vocalizzazione del Nome, caro Cadei…).

Prova ne sia che tale pronuncia è sparita anche dalla note della cattolica Bibbia CEI e della cattolica Bibbia di Gerusalemme (le due maggiori bibbie cattoliche in circolazione…), che nelle edizioni 1971 riportavano in nota la forma Jahvè, mentre ora riportano solo il tetragramma , YHWH...
Non sarà per caso che Yahweh (o Jahvè) è una forma errata, altrimenti perchè toglierlo anche dalle note in calce? Non le viene il sospetto che sia cosi?
A me si…..

Si aggiunga che Yahvè non è ebraico, non è italiano (a differenza della forma Geova), è un ibrido e per giunta inesatto…….

Seconda falsità: il Nome non compare mai nel N.T., il punto è che questo non è completamente vero!
Il Nome c’ è quattro volte, in Apoc. 19:1,3, 4, 6.

Vediamo ad esempio il testo greco di Apoc. 19:1 per la parte che ci interessa:
Hallelouia; he soteria kai he doxa kai he dunamis tou theou hemon”.

Come traduce la CEI?

Alleluia! Salvezza, gloria e potenza sono del nostro Dio”.

Le domando, caro Cadei: Se una persona dovesse chiedermi che cosa significhi Hallelouia, dovrei forse rispondergli
Lodate il Signore”?
Non si vede perchè, visto che il greco mantiene la forma contratta del Nome Divino, iah.
Infatti Hallelouia, letteralmente, significa “lodate Iah”!
Attenzione: dato che mantiene la forma contratta Iah, in greco si sarebbe potuto anche traslitterare con “Hallelou- adonai”, ma ciò non è stato fatto….

Né ha alcun senso l’ obiezione che la forma contratta non equivalga al Nome Divino, giacchè non è affatto così per la Sacra Scrittura, infatti il salmista ispirato da Dio scrisse quanto segue:

Cantate a Dio, inneggiate al nome suo, celebrate il cavalcante nel deserto, con Iah, il suo nome ed esultate in presenza sua “ Salmo 68:4 interlineare ebraico italiano A. Vianello” [Salmo 68:5 CEI].

La stessa CEI qui rende “Iah” con “Signore (Iah nel testo ebraico) è il suo Nome”.

Quindi per il salmista ispirato da Dio anche la forma contratta Iah è equivalente al Nome di Dio…

Si controlli qui, per cortesia…..

www.scripture4all.org/OnlineInterlinear/Hebrew_Index.htm


viceadmintdg1, 22/10/2013 15:25:


Alcune Bibbie cattoliche nell’AT usano correntemente il nome Yahvè; altre invece lo sostituiscono con Signore. I tdG criticano questa sostituzione, ma noi rispondiamo che siamo in buona compagnia, visto che anche Matteo, Marco, Luca, Giovanni… hanno fatto la stessa cosa. Tanto più che il NT è il culmine della Rivelazione!




E abbiamo visto che proprio al culmine della Rivelazione, nel libro di Apocalisse, al capitolo 19, Giovanni riprende i salmi dell’ Hallel (Salmi 146-150) con il suo quadruplo Hallelouia, proprio a voler sottolineare che l’ Iddio che tutta la creazione, all’ unisono, deve lodare è lo stesso Iddio dell’ Antico Testamento col suo Nome eterno (Esodo 3:15), espresso in un inno di lode con la sua forma contratta.

Inoltre, dire che anche noi dobbiamo sostituire, anche nell’ A.T., YHWH con “Signore” perché gli apostoli e gli evangelisti hanno fatto altrettanto nelle loro citazioni anticotestamentarie è errato.

Innazitutto, che esistesse una “prassi apostolica” in tal senso non possiamo dirlo con certezza, visto che non abbiamo i manoscritti originali del N.T. e visti i testimoni che confermano la presenza del tetragramma ai tempi di Gesù nella LXX, come abbiamo già visto in un’ altra risposta datale recentemente sempre sul Nome divino, che i lettori possono andare a rivedere nella cartella delle risposte alle obiezioni di Radio Maria.

L’ obiezione è: “ragionando così, non potremmo più considerare come valido l’ intero N.T.” visto che non possediamo i manoscritti autografi, ma è obiezione risibile, giacchè non possiamo in alcun modo escludere che i copisti cristiano – gentili abbiano sostituito il tetragramma con Kyrios (e anzi, uno studio approfondito della materia indica che vi sono moltissimi indizi che portano in quella direzione…), mentre possiamo senz’ altro escludere che gli stessi abbiano sostituito con un altro testo l’ intero corpus neotestamentario originario......l’ obiezione quindi non regge!
Ma anche se ciò fosse vero, questo non costituirebbe una prassi.
Vogliamo leggere tutti insieme cosa dice Paolo in 1 Cor. 9:19-23?

L’ apostolo dice di fare tutto per amore della buona notizia e di essere “giudeo per i giudei, per guadagnare i giudei” (1 Cor. 9:20).
Paolo fece la medesima cosa quando arrivò nel tempio purificandosi cerimonialmente (Atti 21:26), pur dichiarando egli stesso di non essere sotto la Legge? (1 Cor. 9:20)?
E’ probabile che gli apostoli (Atti 14:14) abbiano rispettato questa massima paolina visto che, ovunque andassero (specie Paolo, Barnaba, Sila, Timoteo, ecc.) c’ erano i giudei della diaspora, oltre che i pagani: probabile quindi che rispettassero tale tradizione giudaica per "guadagnare quei giudei".

Converrà non dimenticare, caro Cadei, che il cristianesimo era appena alle origini!
Ma ciò non costituisce una prassi apostolica primo per le ragioni sopra evidenziate e, seconda poi, perchè oggi occorre dare testimonianza del Regno di Dio in tutto il mondo, prima che sopraggiunga la fine (Mt. 24:14) : il giudaismo con le sue tradizioni, alquanto vincolanti in epoca apostolica, visto che a quel tempo la predicazione avveniva essenzialmente nel mondo giudaico e in quello di cultura romano-ellenistica (Galati 2:9), poteva giustificare quel modus operandi mentre oggi il giudaismo è netta minoranza e non più determinante come in epoca apostolica, per cui non si vede perché ancor oggi dovremmo rispettare una tradizione a-scritturale giudaica…..

(segue seconda parte….)
Aquila-58
00sabato 26 ottobre 2013 23:02
II PARTE:

viceadmintdg1, 22/10/2013 15:25:



Faccio una precisazione ai cattolici. Anche se noi non condividiamo il loro punto di vista, siamo comunque tenuti al rispetto. Quindi dobbiamo evitare ogni storpiatura del loro nome. Anche se certi tdG mancano di rispetto verso il nostro credo, non siamo autorizzati a rendergli la pariglia, il Signore vede.




Certamente Egli vede anche la “guerra trentennale” che fate, con assiduità “encomiabile”, ai cristiani testimoni di Geova, come reagirà Egli, quel “giorno”?

viceadmintdg1, 22/10/2013 15:25:



Inoltre vorrei precisare che quando usiamo i termini geovismo o geovista non è per mancare di rispetto ma solo per indicare che noi non abbiamo nulla contro le persone tdG ma semmai contro la loro dottrina e organizzazione.




Ma lei sa che anche noi non condividiamo assolutamente nulla delle vostre dottrine, ma non per questo ci mettiamo a chiamarvi “papalini” o altri termini del genere, vi chiamiamo cristiani cattolici e vorremmo che anche voi ci chiamaste cristiani testimoni di Geova.
Ciò contribuirebbe ad un confronto più sereno….

viceadmintdg1, 22/10/2013 15:25:



Comunque i cattolici non hanno difficoltà ad usare la parola Yahvè. Infatti in alcune Bibbie e libri di spiritualità biblica usano il termine Yahvè. Ma negano che sia indispensabile usare questo nome. Al contrario per i tdG l’uso del nome di Dio è indispensabile.

Noi rispondiamo che l’affermazione dei tdG secondo cui sia necessario chiamare Dio per nome per distinguerlo, come si fa tra le persone, è un ragionamento umano non biblico. Dio infatti conosce i nostri pensieri ancor prima che li esprimiamo. Nel Salmo 139:4 si legge:

“la mia parola non è ancora sulla lingua e tu Signore già la conosci tutta”




Bene, ma perché chiamare qui Dio “Signore” laddove nel testo ebraico vi è il tetragramma? Perché non usate Yahvè, che ritenete la giusta vocalizzazione (???) dato che, come abbiamo visto sopra, non vi è alcuna base seria per supporre una precisa “prassi apostolica” di sostituzione?

viceadmintdg1, 22/10/2013 15:25:



Leggiamo anche la parabola del fariseo e del pubblicano in Luca 18:
13:

"Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore. 14 Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell'altro, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato»."

Notiamo che il pubblicano non usa il nome Geova, ma usa il termine Dio e Gesù dice che viene ascoltato e giustificato!




Ovvio che venga ascoltato e giustificato, giacchè non vi è alcun impedimento scritturale nel chiamare il Creatore del cielo e della terra con il titolo “Dio” né vi è alcun impedimento scritturale nel chiamare il Creatore medesimo con il suo Nome proprio eterno (Esodo 3:15), tuttavia, caro Cadei, lei qui si sta prendendo gioco degli ascoltatori di Radio Maria, in quanto lei sa benissimo che a quel tempo era ormai completamente invalsa la tradizione, tra i giudei, di non pronunciare il Nome, a maggior ragione nel tempio, laddove la cosa era consentita solo al Sommo Sacerdote e le ricordo che sia il fariseo che il pubblicano salirono nel tempio a pregare (Luca 18:10)!

Ma oggi vi è ancora un tempio letterale o non è il tempio dei cristiani spirituale? (1 Cor. 3:16-17 ; Ebrei 8:2 ; 9:11, 24)?
Quindi perché dovremmo, noi cristiani, continuare a rispettare una tradizione giudaica a-scritturale, può spiegarcelo bene Cadei?


viceadmintdg1, 22/10/2013 15:25:



E’ vero che la Bibbia sottolinea l’importanza del nome di Dio. Ma non intende necessariamente il nome Geova. Si noti che quando Gesù insegna a pregare in Matteo 6, pur dicendo “sia santificato il tuo nome”, poi non dice Geova nostro ma “Padre nostro”. Quindi nell’unica preghiera che Gesù ci ha insegnato non dice di chiamare Dio con il nome di Geova ma dice di chiamarlo Padre!




Guardi che questa è un' obiezione che potrà far colpo sugli ignari ascoltatori di Radio Maria ma che non regge!
Se è per questo, infatti, non dice neppure di chiamarlo, in preghiera: “Dio nostro che sei nei cieli”, ma questo impedirebbe forse di chiamare il nostro Creatore “Dio”? Ma come, prima lei ha detto che il pubblicano fu giustificato, a detta di Gesù, pur avendo chiamato il Creatore “Dio” e tuttavia, sulla base del suo ragionamento, non lo sarebbe più?

Innanzitutto il nome proprio di Dio è eterno, ovviamente fino a prova contraria (Esodo 3:15), nella preghiera modello non avrebbe avuto alcun senso l' esortazione a pregare: "Geova nostro che sei nei cieli".
Gesù ci vuole insegnare ad avere un rapporto più intimo con il nostro Creatore, con chi ci chiama, teneramente, "Figlio Mio" (Prov. 2:1 ; 3:1 ; 5:1) e insegnandoci a chiamarlo in preghiera Padre, ci aiuta ad acquistare questo rapporto più stretto con il Padre che è nei cieli (e ciò è chiarissimo dal contesto di Mt. 6:1-18) , ma questo non sostituisce in alcun modo il Nome Eterno di Dio di Esodo 3:15, né ci obbliga a farlo.


viceadmintdg1, 22/10/2013 15:25:



Infine chiediamo ai tdG. Se tale nome è così fondamentale, perché in tutto il NT non compare mai?





Abbiamo già visto che ciò non corrisponde al vero….

viceadmintdg1, 22/10/2013 15:25:



Essi rispondono che tale nome venne successivamente eliminato dai copisti.

Ma qui entrano in contraddizione. Da una parte dicono che Dio ha fatto in modo che la Bibbia si sia conservata integra fino a noi nonostante lo sviluppo dell’apostasia. Dall’altro dicono che il nome Geova è essenziale, ma non si trova nel NT perché sarebbe stato eliminato dai copisti. Dobbiamo quindi credere o non credere che Dio è miracolosamente intervenuto a far si che la Bibbia si conservasse integra per 2000 anni nonostante fosse nelle mani della Chiesa apostata? Se è intervenuto miracolosamente per conservare la Bibbia ma non il nome divino, allora vuol dire che non è così essenziale che nel NT ci debba essere il nome di Dio Geova o Yahvè. Ma è corretto lasciare il testo del NT così come ci è stato preservato con la parola Signore o Dio al posto di Geova!

Parola a chi desidera replicare...



Allora mi chiedo come mai in 2 Timoteo 1:18, la cattolicissima Bibbia CEI sostituisca kyrios con Dio:

"doie autoi ho kurios heurein eleos para kuriou en ekeinei tei hemerai".

La traduzione corretta è la seguente:

"Dia a lui il Signore di trovare misericordia presso il Signore in quel giorno".

Non mi risultano varianti testuali!

Dato che si viene a creare una situazione di totale confusione tra due Signori, che fa CEI?
Sostituisce kyrios con theos, Dio!


CEI infatti traduce:

"Gli conceda il Signore di trovare misericordia presso Dio in quel giorno".

Con quale criterio viene operata tale sostituzione senza uno straccio di variante testuale?

E guardi che questo giochetto viene fatto anche in sede anticotestamentaria:

Isaia 51:22:

Interlineare ebraico italiano A. Vianello:

"Così ha detto il Signore tuo YHWH e Dio tuo",

CEI:

"Così dice il Signore, tuo Dio, il tuo Dio...."

Idem in Isaia 61:1:

CEI: "Lo spirito del Signore Dio (YHWH nel testo ebraico!!!) è su di me....". [cari lettori, non potendo la CEI scrivere: Lo spirito del Signore Signore è su di me, pur di eliminare il tetragramma e non tentare neppure una vocalizzazione come Yahvè, ritenuta esatta, CEI sostituisce il tetragramma con Dio....]

Perché la CEI si prende queste licenze?
Semplice: perché si verrebbe a creare una situazione di totale confusione con tutti quei "Signori" al posto del tetragramma!


Tornando a noi, la sua obiezione non regge neppure stavolta: quando lei dice “se è intervenuto miracolosamente per conservare la Bibbia ma non il nome divino” dice una bugia.
Perché?
Perché il nome divino è giunto intatto sino a noi: le rammento che il significato del Nome Divino è racchiuso nelle consonanti YHWH e non nelle vocali.

Quindi oggi, grazie al paziente lavoro degli studiosi, siamo in grado di sapere anche il significato del tetragramma divino: il paragone con la Bibbia, con lo stesso corpus neotestamentario, davvero non regge.

La Bibbia è stata scritta per la salvezza dell’ uomo e ci è arrivata intatta a questo scopo, perché è la parola di Dio, incancellabile come il Nome Divino (Isaia 40:8), pervenutoci anch’ esso intatto nella parte consonantica che è ciò che ci interessa, dato che è nelle consonanti che è racchiuso il suo significato incomparabile!

E’ la PRONUNCIA ESATTA DEL TETRAGRAMMA che, evidentemente, non è essenziale per la salvezza! Mi capisce Cadei?

Ecco perché non vi è alcun errore nell’ usare la forma “Geova”, primo perché è vocalizzazione completamente corretta nella nostra lingua italiana (infatti tale forma compare anche in alcuni vocabolari), seconda poi perché essa permette di identificare immediatamente il referente e di comunicare all’ interlocutore di chi si sta parlando, cosa che non può fare il titolo di Signore, biblicamente espresso anche in riferimento ad angeli o per degli uomini…
La ringrazio.
admintdg2
00martedì 29 ottobre 2013 17:07

Il nome YHWH che i tdG pronunciano Geova, ma che va probabilmente vocalizzato come Yahvè, non compare mai nel NT. Nemmeno quando viene citato l’AT. Gli evangelisti infatti sostituiscono il Tetragramma con Signore.



A parte in Rivelazione capitolo 19, dove, nella traduzione CEI viene usata la parola “Alleluia” che significa “Lodate Iah” e dove Iah è la forma abbreviata di Yahvè, particolare che forse Le sfugge.


Alcune Bibbie cattoliche nell’AT usano correntemente il nome Yahvè; altre invece lo sostituiscono con Signore. I tdG criticano questa sostituzione, ma noi rispondiamo che siamo in buona compagnia, visto che anche Matteo, Marco, Luca, Giovanni… hanno fatto la stessa cosa. Tanto più che il NT è il culmine della Rivelazione!



E, scommettiamo che, sia quelle che lo usano che quelle che non lo usano, le considerate entrambe accettabili, vero? Il nome o c’è o non c’è. Se non criticate le traduzioni che contengono Yahvè, perché criticate la nostra traduzione che riporta il nome di Dio là dove deve essere riportato? Già, il problema è Geova...


Faccio una precisazione ai cattolici. Anche se noi non condividiamo il loro punto di vista, siamo comunque tenuti al rispetto. Quindi dobbiamo evitare ogni storpiatura del loro nome. Anche se certi tdG mancano di rispetto verso il nostro credo, non siamo autorizzati a rendergli la pariglia, il Signore vede.



Grazie per averlo ricordato ai cattolici, ma il problema del rispetto riguarda poco i suoi ascoltatori.
Sono altri che mancano di rispetto a noi e al nome di Dio, coloro che dichiarano di parlare nel Suo nome, ma che lo disonorano con le loro azioni.



Inoltre vorrei precisare che quando usiamo i termini geovismo o geovista non è per mancare di rispetto ma solo per indicare che noi non abbiamo nulla contro le persone tdG ma semmai contro la loro dottrina e organizzazione.



Questa si che è bella, il GRIS non ce l’ha con i singoli TdG ma con l’organizzazione dei TdG. Ma, perché il singolo TdG non fa parte dell’organizzazione dei TdG? Se gli si screditi l’organizzazione non stai screditando anche il singolo che si dichiara un suo appartenente?
La sua è un idea che nasce dalla sua appartenenza cattolica. Difatti se, per assurdo, in predicazione faccio notare ad un cattolico un errore del Cattolicesimo, questi, personalmente, non si sentirà minimamente coinvolto ma, penserà che sta sbagliando la sua religione mica lui.
Con noi funziona diversamente, caro don Cadei, se parla male della mia organizzazione automaticamente, per il mio senso di appartenenza, sta parlando male di me.



Comunque i cattolici non hanno difficoltà ad usare la parola Yahvè. Infatti in alcune Bibbie e libri di spiritualità biblica usano il termine Yahvè. Ma negano che sia indispensabile usare questo nome. Al contrario per i tdG l’uso del nome di Dio è indispensabile.



Che sia indispensabile usarlo o no, chi legge Romani 10:13 si potrà fare un idea: “Infatti: Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato”.
Mi chiedo quale nome, il cattolico viene invitato ad invocare?
Non conoscendo quello di Dio, non gli rimarrà che invocare centinaia di altri nomi, quelli di santi e madonne varie. In coscienza, non vi sentite responsabili di tutto ciò?



Noi rispondiamo che l’affermazione dei tdG secondo cui sia necessario chiamare Dio per nome per distinguerlo, come si fa tra le persone, è un ragionamento umano non biblico. Dio infatti conosce i nostri pensieri ancor prima che li esprimiamo. Nel Salmo 139:4 si legge:
“la mia parola non è ancora sulla lingua e tu Signore già la conosci tutta”



Potremmo, allora, fare pure a meno di pregare, tanto Dio sa quello che gli diciamo ancora prima di farlo. Eppure, la Bibbia ci parla di quanto sia importante farlo regolarmente. Perché allontanare cosi le persone da Dio, mi chiedo? Ed il rosario, cosa glielo fate recitare a fare, se sono tutte parole inutili?


Leggiamo anche la parabola del fariseo e del pubblicano in Luca 18: 13:

"Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore. 14 Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell'altro, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato»."
Notiamo che il pubblicano non usa il nome Geova, ma usa il termine Dio e Gesù dice che viene ascoltato e giustificato!



Quello di Gesù è un paragonare due modi di presentarsi in preghiera a Dio. Rispetto al fariseo, quel pubblicano viene ascoltato e giustificato, non perché non usa il nome di Dio ma, per la disposizione di cuore con cui si rivolge a Dio. Qui si parla di argomenti che pure i bambini dell’asilo comprenderebbero, caro don Cadei ed invece si cerca di cavare ragni da buchi che non ne contengono.


E’ vero che la Bibbia sottolinea l’importanza del nome di Dio. Ma non intende necessariamente il nome Geova. Si noti che quando Gesù insegna a pregare in Matteo 6, pur dicendo “sia santificato il tuo nome”, poi non dice Geova nostro ma “Padre nostro”. Quindi nell’unica preghiera che Gesù ci ha insegnato non dice di chiamare Dio con il nome di Geova ma dice di chiamarlo Padre!



Chiamatelo come volete, ma usate un NOME e non un titolo che sostituisce il nome. Nonostante Lei possa essere chiamato don, sacerdote, prelato, questo non toglie che Lei abbia non solo un NOME ma anche un cognome. Se Dio, nell'antichità si è dato un nome, chi siamo noi per decidere di non usarlo?
Cosa incredibile da tutte le traduzioni bibliche, vostre comprese, non è scomparso il nome con cui viene identificato il nemico di Dio, Satana il Diavolo, ma quello di Dio, Sì.



Infine chiediamo ai tdG. Se tale nome è così fondamentale, perché in tutto il NT non compare mai?

Essi rispondono che tale nome venne successivamente eliminato dai copisti.

Ma qui entrano in contraddizione. Da una parte dicono che Dio ha fatto in modo che la Bibbia si sia conservata integra fino a noi nonostante lo sviluppo dell’apostasia. Dall’altro dicono che il nome Geova è essenziale, ma non si trova nel NT perché sarebbe stato eliminato dai copisti. Dobbiamo quindi credere o non credere che Dio è miracolosamente intervenuto a far si che la Bibbia si conservasse integra per 2000 anni nonostante fosse nelle mani della Chiesa apostata? Se è intervenuto miracolosamente per conservare la Bibbia ma non il nome divino, allora vuol dire che non è così essenziale che nel NT ci debba essere il nome di Dio Geova o Yahvè. Ma è corretto lasciare il testo del NT così come ci è stato preservato con la parola Signore o Dio al posto di Geova!



Se ne parliamo, vuol dire che il Nome di Dio è sempre li, dove deve essere e quindi Dio lo ha preservato nonostante tutti i tentativi di eliminarlo.
In Esodo 3:15 si legge: Questo è il mio nome a tempo indefinito.
A distanza di oltre 4000 anni il Suo nome viene ancora invocato, santificato ed esaltato, non dovrebbe questo farla rallegrare, don Cadei?
Ci critichi pure per qualcos’altro ma non perché usiamo il Nome di Dio. Insegni a farlo anche a coloro che ascoltano le sue prediche.
viceadmintdg1
00giovedì 31 ottobre 2013 14:38
Con quest'ultima obiezione abbiamo concluso anche questo mese la confutazione delle critiche di Radio Maria a cura del GRIS!
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