Confutazione trasmissione radio Maria del GRIS di giugno 2021..

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00domenica 6 giugno 2021 21:10
... i tdG e la società civile
viceadmintdg1
00domenica 6 giugno 2021 21:20
Il primo intervento è a cura di don Franco Fiorino, il conduttore, che affonda il tema i tdG e la società civile dicendo:


Secondo i tdG tutto il mondo è sotto il dominio di satana e quindi riducono al minimo le relazioni sociali col mondo. Giustificano ciò sulla base del versetto biblico di Giovanni 17:16:
"Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo"

Questo li porta ad una serie di divieti assurdi. Ad esempio sono scoraggiati dal partecipare ad attività extrascolastiche e extralavorative con i non tdG, dal mandare i figli all’università, dal partecipare alla vita politica e dal salutare la bandiera, nonché dal divieto a prestare il servizio militare.
Gesù che è il punto di riferimento della nostra prassi, aveva invece un altro modo di agire. infatti si legge in proposito nel Compendio della dottrina sociale della chiesa, a cura del Pontificio consiglio della giustizia e della pace, che raccomando ai fratelli cattolici di leggere insieme alla Bibbia e al Catechismo della Chiesa Cattolica:

Gesù e l'autorità politica, n. 379:
Gesù rifiuta il potere oppressivo e dispotico dei capi sulle nazioni (cfr. mc 10,42) e la loro pretesa di farsi chiamare benefattori (cfr. Lc 22,25), ma non contesta mai direttamente le autorità del Suo tempo. Nella diatriba sul tributo da dare a Cesare (cfr. Mc12,13-17; Mt 22,15-22; Lc 20,20-26), Egli afferma che occorre dare a Dio quello che è di Dio, condannando implicitamente ogni tentativo di divinizzazione e di assolutizzazione del potere temporale: solo Dio può esigere tutto dall'uomo. Nello stesso tempo, il potere temporale ha diritto a ciò che gli è dovuto: Gesù non considera ingiusto il tributo a Cesare. Gesù, il Messia promesso, ha combattuto e sconfitto la tentazione di un messianismo politico, caratterizzato dal dominio sulle Nazioni (cfr. Mt 4,8- 11; Lc 4,5-8). Egli è il Figlio dell'uomo venuto « per servire e dare la propria vita » (Mc 10,45; cfr. Mt 20,24-28;Lc 22,24-27). Ai Suoi discepoli che discutono su chi sia il più grande, il Signore insegna a farsi ultimi e a servire tutti (cfr. Mc 9,33-35), indicando ai figli di Zebedèo, Giacomo e Giovanni, che ambiscono a sedersi alla Sua destra, il cammino della croce (cfr. Mc10,35-40; Mt 20,20-23).

Quindi il cristiano può e deve partecipare alla vita sociale e politica. Leggiamo nella I lettera di San Paolo a Timoteo 2:1-6:

1 Ti raccomando dunque, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, 2 per i re e per tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo trascorrere una vita calma e tranquilla con tutta pietà e dignità. 3 Questa è una cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro salvatore, 4 il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità. 5 Uno solo, infatti, è Dio e uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù, 6 che ha dato se stesso in riscatto per tutti. Questa testimonianza egli l'ha data nei tempi stabiliti.

Da questo brano biblico si comprende chiaramente il rapporto che ogni cristiano è chiamato ad avere con il potere politico.
Questo legame importante con la società civile e con lo stato lo troviamo ben esplicitato anche in quest’altro scritto cristiano antichissimo, del II secolo, la lettera a Diognieto:

"I cristiani nel mondo: Risiedono poi in città sia greche che barbare, così come capita, e pur seguendo nel modo di vestirsi, nel modo di mangiare e nel resto della vita i costumi del luogo, si propongono una forma di vita meravigliosa e, come tutti hanno ammesso, incredibile. Abitano ognuno nella propria patria, ma come fossero stranieri; rispettano e adempiono tutti i doveri dei cittadini, e si sobbarcano tutti gli oneri come fossero stranieri; ogni regione straniera è la loro patria, eppure ogni patria per essi è terra straniera".

Anche da qui si comprende che il modo di interpretare dei tdG è fallace. Bisogna intendere correttamente le parole del Vangelo di Giovanni capitolo 17 sopra menzionato. Il concetto di mondo può essere inteso infatti in 2 modi, uno negativo come mondo alienato da Dio, ma anche in senso positivo come il mondo amato da Dio e per il quale Dio ha mandato suo figlio per la salvezza, come leggiamo in Giovanni 3:16:

"Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna."

Non ha senso quindi questo rifiuto della vita sociale e politica, non si può demonizzare tutto.

Quindi ricordiamo che ogni cristiano deve avere una partecipazione alla vita sociale. E’ un dovere e un diritto, perché Gesà Cristo ha sanato tutta l’umanità.

Concludo ricordando la riflessione del cardinale Martini che ci ricorda che lo stato nel quale il cristiano è chiamato a collaborare è uno stato che “ha iscritto nella sua dinamica il bene comune, che senta come invalicabile il rispetto di ogni persona, che riconosca le realtà sociali a tutti i livelli e questo è proprio lo stato che emerge dalla nostra Costituzione... che è per il bene comune, per il bene di tutti”.



Lascio la parola a chi desidera replicare...
Pino2019
00lunedì 7 giugno 2021 07:49
Re:


Lascio la parola a chi desidera replicare...




I testimoni di Geova si mantengono neutrali politicamente i motivi sono evidenziati in questo articolo:

www.jw.org/it/testimoni-di-geova/domande-frequenti/neutralit%C3%A0-p...

Vorrei sottolineare quanto detto da queste opere di consultazione riguardo i primi cristiani:

“Pur credendo fosse loro dovere rispettare le autorità governative, i primi cristiani non credevano nella partecipazione alla politica” (Beyond Good Intentions—A Biblical View of Politics). Similmente, il libro On the Road to Civilization afferma che i primi cristiani “non ricoprivano cariche politiche”.

I TdG come i primi cristiani rispettano le autorità ubbidendo alle leggi e pagando scrupolosamente le tasse e fanno del loro meglio per il bene della comunità nella quale vivono ma si mantengono politicamente neutrali.

Del resto è solo assurdo pensare ad un Gesù o ai suoi discepoli politicamente attivi. Quale partito dell' epoca avrebbero sostenuto? Il partito di Erode? Quello dei Farisei? Il partito degli Zeloti? Avrebbero sostenuto la politica dell' impero romano?
Oppure Cristo aveva fondato il suo partito? Cristo disse che il suo regno non fa parte di questo mondo e quando cercarono di farlo re si nascose.


Altra critica da rispedire al mittente è quella che pensate addirittura i TdG non combattono per il proprio paese, mi risulta che i cristiani da sempre predichino la pace e non la guerra.

Per chi fosse interessato qual' è la nostra posizione può leggere questo articolo:

www.jw.org/it/testimoni-di-geova/domande-frequenti/perch%C3%A9-non-andate-in...

Anche qui sottolineo cosa dicono queste opere di consultazione:

Un’enciclopedia afferma: “I primi seguaci di Gesù rifiutavano la guerra e il servizio militare”, riconoscendo che ciò era “incompatibile con l’etica di Gesù basata sull’amore e con il comando di amare i propri nemici” (Encyclopedia of Religion and War). Sulla stessa falsariga, il teologo tedesco Peter Meinhold disse dei primi discepoli di Gesù: “Essere cristiano e soldato era considerato inconciliabile”.




M71
10lunedì 7 giugno 2021 17:18

Secondo i tdG tutto il mondo è sotto il dominio di satana e quindi riducono al minimo le relazioni sociali col mondo. Giustificano ciò sulla base del versetto biblico di Giovanni 17:16: "Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo"


Non secondo i TdG, piuttosto secondo le Scritture tutto il mondo è sotto il dominio satanico:
1 Gv. 5:19 "Tutto il mondo è in potere del Malvagio"
Gv. 12:31 "Ora c’è il giudizio di questo mondo; ora il governante di questo mondo sarà scacciato"


Questo li porta ad una serie di divieti assurdi. Ad esempio sono scoraggiati dal partecipare ad attività extrascolastiche e extralavorative con i non tdG, dal mandare i figli all’università, dal partecipare alla vita politica e dal salutare la bandiera, nonché dal divieto a prestare il servizio militare.


Intanto lo "scoraggiare" non costituisce un "divieto", tutt'al più un consiglio paterno.
Per quanto concerne la scelta di non prestare servizio militare, esiste un precedente stabilito dai primi cristiani, come attesta The Encyclopedia of Religion: “I primi padri della chiesa, fra cui Tertulliano e Origene, sostenevano che ai cristiani era vietato uccidere un essere umano, principio che impediva loro di far parte dell’esercito romano”.

Anche il prof. Cecil J. Cadoux, in The Early Church and the World, scrive: “Almeno fino al tempo di Marco Aurelio [161-180 E.V.], nessun cristiano avrebbe fatto il soldato dopo il battesimo”.
I cristiani Testimoni di Geova non calpestano la propria coscienza addestrata in base a principi biblici ben chiari sulla questione: Giovanni 13:34, 35; 1 Pietro 2:17; Isaia 2:2-4; Matteo 26:52; Romani 12:18; 14:19; 2 Corinti 10:4; Ebrei 12:14.

C'è piuttosto da rimarcare che la storia attesta un cambiamento di rotta proprio in seno alla Chiesa Cattolica avvenuto intorno al IV sec:

“Molti cristiani, [...] sotto gli imperatori pagani, avevano degli scrupoli religiosi per quanto riguarda il servizio militare, e rifiutavano categoricamente di impugnare le armi oppure disertavano. Il Sinodo [di Arles, tenuto nel 314 E.V.], in considerazione dei cambiamenti introdotti da Costantino, sancì per i cristiani l’obbligo di fare la guerra, [...] perché la Chiesa è in pace sotto un principe amichevole con i cristiani”. — C. J. Hefele, A History of the Christian Councils


Gesù rifiuta il potere oppressivo e dispotico dei capi sulle nazioni (cfr. mc 10,42) e la loro pretesa di farsi chiamare benefattori (cfr. Lc 22,25), ma non contesta mai direttamente le autorità del Suo tempo.

Nella diatriba sul tributo da dare a Cesare (cfr. Mc12,13-17; Mt 22,15-22; Lc 20,20-26), Egli afferma che occorre dare a Dio quello che è di Dio, condannando implicitamente ogni tentativo di divinizzazione e di assolutizzazione del potere temporale: solo Dio può esigere tutto dall'uomo. Nello stesso tempo, il potere temporale ha diritto a ciò che gli è dovuto: Gesù non considera ingiusto il tributo a Cesare.


Infatti i TdG sono ampiamente riconosciuti da tutti come cittadini esemplari e rispettosi della legge. Non sono mai riportati casi di cronaca per sommosse civili o rivolte capeggiate da TdG.

Vogliamo chiederci se accade lo stesso per i componenti di altre denominazioni religiose?


Gesù, il Messia promesso, ha combattuto e sconfitto la tentazione di un messianismo politico, caratterizzato dal dominio sulle Nazioni (cfr. Mt 4,8- 11; Lc 4,5-8).


Corretto: Gesù fu la prova vivente del significato di "non far parte di questo mondo": non aveva nulla a che fare con la politica dei suoi giorni, ma non ne intralciava l'esercizio di autorità.


Egli è il Figlio dell'uomo venuto « per servire e dare la propria vita » (Mc 10,45; cfr. Mt 20,24-28;Lc 22,24-27).


Pertanto Gesù non venne per ricoprire il ruolo di leader politico né con l'intento di incoraggiare i suoi seguaci a farlo.


Ai Suoi discepoli che discutono su chi sia il più grande, il Signore insegna a farsi ultimi e a servire tutti (cfr. Mc 9,33-35), indicando ai figli di Zebedèo, Giacomo e Giovanni, che ambiscono a sedersi alla Sua destra, il cammino della croce (cfr. Mc10,35-40; Mt 20,20-23).


Ulteriore prova che il cristiano non deve aspirare a posizioni preminenti, né in ambito ecclessiastico né in ambito sociale, dal momento che Gesù non stabilì mai alcun precedente.


Quindi il cristiano può e deve partecipare alla vita sociale e politica.


In che senso? Dopo aver esaminato la vita e gli insegnamenti di Gesù, conclude negando tutto??


Leggiamo nella I lettera di San Paolo a Timoteo 2:1-6:
1 Ti raccomando dunque, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, 2 per i re e per tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo trascorrere una vita calma e tranquilla con tutta pietà e dignità. 3 Questa è una cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro salvatore, 4 il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità. 5 Uno solo, infatti, è Dio e uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù, 6 che ha dato se stesso in riscatto per tutti. Questa testimonianza egli l'ha data nei tempi stabiliti.Da questo brano biblico si comprende chiaramente il rapporto che ogni cristiano è chiamato ad avere con il potere politico.


Certo: il cristiano deve pregare in favore di "quelli che stanno al potere" soprattutto quando questi possono prendere decisioni che influiscono sulla loro vita e sulla loro libertà religiosa. Non leggo "imbracciare le armi" o "partecipare alla vita politica", in un'ipotetica ascesa al potere temporale condannato proprio da Gesù con i suoi insegnamenti.


Questo legame importante con la società civile e con lo stato lo troviamo ben esplicitato anche in quest’altro scritto cristiano antichissimo, del II secolo, la lettera a Diognieto:


Ah, ok. Si cercano conferme extrabibliche, ovviamente. Peccato che uscendo fuori dal contesto scritturale, si esce fuori anche dal sentiero tracciato da "Gesù che è il punto di riferimento della nostra prassi", secondo le parole dello stesso don Fiorino.


Anche da qui si comprende che il modo di interpretare dei tdG è fallace. Bisogna intendere correttamente le parole del Vangelo di Giovanni capitolo 17 sopra menzionato. Il concetto di mondo può essere inteso infatti in 2 modi, uno negativo come mondo alienato da Dio, ma anche in senso positivo come il mondo amato da Dio e per il quale Dio ha mandato suo figlio per la salvezza, come leggiamo in Giovanni 3:16:

"Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna."


Questo passo prova forse la necessità del cristiano di sostituirsi al Figlio unigenito di Dio, l'unico che possa offrire la vita eterna, partecipando ad attività sociali e politiche? Invita ad imbracciare le armi? A partecipare ad attività politiche?


Non ha senso quindi questo rifiuto della vita sociale e politica, non si può demonizzare tutto.


Chiamare in causa e rispettare il principio di neutralità cristiana, non è demonizzazione.
E' ben più facile annullare i principi di Cristo per restare al servizio del potere temporale che fare il contrario.

Mi piace concludere con una riflessione sulle parole che Gesù pronunciò al governatore romano: “Il mio Regno non fa parte di questo mondo. Se il mio Regno facesse parte di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai giudei. Ma, di fatto, il mio Regno non è di qui”. — Giov. 18:36

Perché Gesù disse che il suo Regno non faceva parte di quel mondo? E perché Gesù non chiamò mai i suoi servitori a combattere per la sua liberazione, se era un'opzione ammissibile?

Lo chiarisce bene il discepolo Giacomo quando spiegò il concetto di neutralità cristiana rispetto alle attività del "mondo":
“Adultere, non sapete che essere amici del mondo significa essere nemici di Dio? Perciò chi vuole essere amico del mondo si rende nemico di Dio.”Giac. 4:4

FONTE
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00lunedì 21 giugno 2021 11:37
Il successivo e ultimo intervento è a cura di Rocco Politi. Circa l'attendilita' delle critiche dei fuoriusciti rimandiamo, come di consueto, al seguente articolo del nostro sito TdGOnline:

I FUORIUSCITI DEI TESTIMONI DI GEOVA: TRA FENOMENOLOGIA E STATISTICA – Cosa dicono gli esperti
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