Confutazione trasmissione radiomaria del gris di febbraio 2012...

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viceadmintdg1
00martedì 14 febbraio 2012 11:57
...sulla TNM (Mc 12:25; 26,27; 29 )
viceadmintdg1
00martedì 14 febbraio 2012 12:10
Come di consueto il gruppo p greco, accolto all'interno della trasmissione del GRIS di Radio Maria, continua con l'analisi dei versetti del Vagelo di Marco. Ecco la prima obiezione


Marco 12:25: Poiché quando sorgono dai morti, gli uomini non si sposano né le donne sono date in matrimonio, ma sono come gli angeli nei cieli.

Notiamo che qui è usato il verbo sorgere in luogo di risorgere. In effetti per loro non si tratta di una vera risurrezione, ma semplicemente di una ricreazione ossia di un clone, di una riproduzione di quella persona morta, ma non certo di una risurrezione, che consiste invece nel riportare in vita per l’eternità proprio quel corpo che era morto, non un clone. Ne abbiamo il principale esempio proprio nella resurrezione di Gesù. In Luca 24:38, 39 si legge:

"Ed egli disse loro: “Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? 39 Vedete le mie mani e i miei piedi, che sono proprio io; toccatemi e vedete, perché uno spirito non ha carne ed ossa come vedete che ho io”...

Il Vangelo è chiaro; chi compare è proprio Gesù col suo copro, non un clone conservato nella memoria di Dio, come insegna la Società Torre di Guardia.

Idem in Giovanni 20:19, 20: "Perciò, quando si fece tardi quel giorno, il primo della settimana, e, benché dov’erano i discepoli le porte fossero serrate per timore dei giudei, Gesù venne e stette in mezzo a loro, dicendo: “Abbiate pace”. 20 E dopo aver detto questo mostrò loro le mani e il fianco. Quindi i discepoli si rallegrarono vedendo il Signore".

Anche qui notiamo che i discepoli vedevano proprio il Signore non una sua riproduzione. Era proprio Gesù con il suo corpo non era un clone!

Infine vogliamo far notare che qui il versetto insegna che tutti i risorti saranno come angeli nei cieli, si angeli in cielo, non su una futura terra paradisiaca. Non ci saranno discriminazioni, tutti e non solo i 144000 saranno nei cieli come gli angeli!



Spazio alle risposte...
Aquila-58
00martedì 14 febbraio 2012 20:16
Grazie Admin......


viceadmintdg1, 12/02/2012 11.19:

Come di consueto il gruppo p greco continua con l'analisi dei versetti del Vangelo di Marco. Ecco la prima obiezione

Marco 12:25: Poiché quando sorgono dai morti, gli uomini non si sposano né le donne sono date in matrimonio, ma sono come gli angeli nei cieli.

Notiamo che qui è usato il verbo sorgere in luogo di risorgere.




Abbiamo già parlato di questo, e con santa pazienza andiamo a ripetere.
La TNM usa sempre "sorgere" come traduzione del verbo greco anistemi, che secondo il Dizionario Esegetico del Nuovo Testamento significa “alzare, alzarsi, levarsi, risorgere” (pagina 276), mentre usa il sostantivo "risurrezione" come traduzione del greco "anastasis" ....
per accorgersene, non c' è bisogno di allontanarsi troppo.
Basta infatti restare nello stesso contesto. Vediamo
:
"Marco 12:23 - TNM: "Nella risurrezione ("anastasis", sostantivo), di quale di loro sarà moglie? Poichè i sette l' ebbero in moglie"
"Marco 12:25 - TNM: "Poiché quando sorgono ("anistemi", verbo) dai morti, gli uomini non si sposano né le donne sono date in matrimonio, ma sono come gli angeli nei cieli"

Mi pare che qui si parli di risurrezione, e non di qualcos' altro....

viceadmintdg1, 12/02/2012 11.19:



In effetti per loro non si tratta di una vera risurrezione, ma semplicemente di una ricreazione ossia di un clone, di una riproduzione di quella persona morta, ma non certo di una risurrezione, che consiste invece nel riportare in vita per l’eternità proprio quel corpo che era morto, non un clone.




Ma la storia del clone non ha letteralmente senso, e i cristiani testimoni di Geova non pensano affatto che quello che verrà risorto sarà un clone!
La continuità fra la vita presente e quella futura è garantita non dall' immortalità di un "quid spirituale cosciente" che sopravvive alla morte, perpetuando la personalità del defunto, ma dalla fedeltà a Dio che darà la vita eterna a coloro che esercitano fede nel Figlio Suo Gesù Cristo alla parousìa e nella risurrezione dell' "ultimo giorno" (Gv. 6:39-40). 
Questo è chiarissimo dall' estensione del significato di nefesh che Gesù opera, riguardo alla psychè neotestamentaria, leggendo ad esempio leggendo Matteo 6:25.
Associando la psychè al cibo e alle bevande, Gesù mostra che essa include l' aspetto fisico della vita, e tuttavia coloro che esercitano fede in lui possono elevare i propri desideri e i propri pensieri verso le cose relative ai “nuovi cieli e alla nuova terra”. In tal modo Gesù estende il significato di psychè alla ricerca di qualcosa di più elevato, cioè la vita eterna che in lui è stata donata all' umanità. Resta il fatto, però, che associando la psychè agli alimenti e alle bevande, Gesù mostra come la psychè costituisca l' aspetto fisico dell' esistenza e non una componente immateriale della nostra natura. 
L' insegnamento di Gesù secondo cui per salvare la propria psychè bisogna essere disposti a rinunciare ad essa ("chi vuol salvare la sua psychè la perderà, ma chi perde la sua psychè per amor mio e della buona notizia (o vangelo) la salverà", Marco 8:35) permette a Cristo di ampliare il concetto di nefesh, come detto: basta leggere anche altri passi, oltre quello già citato, come Mt. 16:25, 10:39 ; Luca 9:24 ; 17:33 ; Gv. 12:25! 

La psychè è si la vita fisica, ma Gesù vi include la vita eterna che è offerta a coloro che sono disposti a donare la propria esistenza, la propria psychè, per causa sua. 
  
Resta inteso che, in attesa della risurrezione nell' ultimo giorno, anche nel N.T come nell' A.T. (Gv. 6:40; Daniele 12.13), i morti continuano ad essere koimethentas, “dormienti” e il loro sonno un sonno inconsapevole.
  
Ma che cosa significa che il defunto vive nella memoria di Dio? Innanzitutto, come detto, Dio ha di nuovo in mano il suo spirito (Ecclesiaste/Qoelet 12:7), cioè la sua forza vitale (Giacomo 2:26 ; Giobbe 27:3), e gliela ridarà di nuovo alla risurrezione (Salmo 104:29-30).

Il defunto si trova nel suo stato di sonno incosciente, e proprio la fedeltà a Dio (Gv. 12:25 - CEI: "chi ama la propria vita (psychè) la perde, e chi odia la propria vita (psychè) in questo mondo, la conserverà per la vita eterna") insieme al suo sonno inconsapevole, garantiscono la sua continuità.

Il defunto si addormenta in un sonno inconsapevole e si risveglierà quando Dio lo richiamerà per mezzo di Gesù (Gv. 5:28-29). 
Quella che si rialzerà non sarà un clone, ma la stessa persona.

Dio è Onnipotente, e per Lui ogni cosa è possibile (Mt.19:26): pensare che Dio debba aver bisogno della sopravvivenza di un "quid" spirituale immortale per garantire la continuità della persona e per far si che Egli riporti in vita la stessa persona, equivale a dargli dell' impotente, a negare la Sua Onnipotenza.
Come ho già avuto modo di dire in un' altra obiezione simile DIO NON HA BISOGNO DI NULLA, ASSOLUTAMENTE DI NULLA, E PUO' RIPORTARE IN VITA LA MEDESIMA PERSONA CHE DORME NELLA MORTE E CHE GLI E' STATA FEDELE, SENZA LA SOPRAVVIVENZA DI ALCUN "QUID" IMMORTALE SPIRITUALE!

Gli addormentati nella morte, i dormienti, non si trovano al cospetto di Dio in un paradiso etereo in attesa di un ricongiungimento col corpo, poichè le due cose sarebbero assolutamente inscindibili tra loro, ma dove la Bibbia parla di un simile ricongiungimento "quid" spirituale immortale/corpo glorioso?
Ce lo sanno spiegare gli amici del gruppo p greco?

Essi dormono il loro sonno della morte, in attesa dell' unica speranza biblica: la risurrezione. 

Questa è l' escatologia biblica, il resto sono invenzioni provenienti dalla fertile mente dei teologi! 

viceadmintdg1, 12/02/2012 11.19:


Ne abbiamo il principale esempio proprio nella resurrezione di Gesù. In Luca 24:38, 39 si legge:

"Ed egli disse loro: “Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? 39 Vedete le mie mani e i miei piedi, che sono proprio io; toccatemi e vedete, perché uno spirito non ha carne ed ossa come vedete che ho io”...

Il Vangelo è chiaro; chi compare è proprio Gesù col suo copro, non un clone conservato nella memoria di Dio, come insegna la Società Torre di Guardia.




Ribadito che la Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova non insegna neppure lontanamente la risurrezione di un clone, come ho ampiamente spiegati sopra, mi pare chiaro che Cristo abbia solo materializzato il suo corpo, come fecero gli angeli che andarono a mangiare a casa di Lot (Genesi 19:1-3)....del resto, è scritto che Gesù "apparve sotto altro aspetto (morphè) a due di loro mentre era in cammino verso la campagna" (Marco 16:12 - CEI).....quindi Gesù non apparve sempre con lo stesso corpo che aveva in precedenza, e questa è una delle ragioni per cui non lo riconobbero immediatamente, ne Maria Maddalena nè i discepoli di Emmaus, vedasi ad esempio (Gv. 20:11-18 ; Luca 24:13-31)....

viceadmintdg1, 12/02/2012 11.19:


Idem in Giovanni 20:19, 20: "Perciò, quando si fece tardi quel giorno, il primo della settimana, e, benché dov’erano i discepoli le porte fossero serrate per timore dei giudei, Gesù venne e stette in mezzo a loro, dicendo: “Abbiate pace”. 20 E dopo aver detto questo mostrò loro le mani e il fianco. Quindi i discepoli si rallegrarono vedendo il Signore".




Già spiegato sopra...

viceadmintdg1, 12/02/2012 11.19:


Anche qui notiamo che i discepoli vedevano proprio il Signore non una sua riproduzione. Era proprio Gesù con il suo corpo non era un clone!




Di nuovo con il clone! [SM=g27987]

viceadmintdg1, 12/02/2012 11.19:


Infine vogliamo far notare che qui il versetto insegna che tutti i risorti saranno come angeli nei cieli, si angeli in cielo, non su una futura terra paradisiaca.




E' un discorso che non ha senso!
Gesù non disse che saranno angeli del cielo, ma come angeli del cielo, cioè non potranno sposarsi nè procreare.....voglio ricordare agli amici del gruppo p greco che i cristiani, a detta dell' apostolo Pietro, attendono "nuovi cieli e nuova terra" (2 Pt. 3:13), mentre evidentemente gli amici del gruppo p greco attendono solo "nuovi cieli e nuovi cieli"....contenti loro!
Noi ci atteniamo alla Sacra Scrittura!

viceadmintdg1, 12/02/2012 11.19:


Non ci saranno discriminazioni, tutti e non solo i 144000 saranno nei cieli come gli angeli!






E chi l' ha detto!
Di coloro che regneranno in cielo (2 Timoteo 2:12), viene detto che "regneranno sulla terra" (Rivelazione/Apocalisse 5:10).
Gli ascoltatori di Radio Maria certamente non avranno l' opportunità di saperlo, leggendo la Bibbia CEI (ma visitando questo forum, si....), tuttavia in Ebrei 2:5, dove la CEI medesima traduce: "Non certo a degli angeli Dio ha sottomesso il mondo futuro, del quale parliamo", dove la stessa traduzione rende con "mondo", troviamo il sostantivo greco oikoumene, che SIGNIFICA SOLO E SOLTANTO "terra abitata"....ergo, la terra abitata futura sarà sotto il dominio di Cristo e dei santi coeredi celesti, come già aveva profetizzato Daniele (Daniele 7:13-14, 18, 27).
I giusti riceveranno il regno preparato per loro "dalla fondazione del mondo" (Mt. 25:34, confronta Salmo 37:29), e saranno governati da Cristo e coeredi celesti, il cui regno celeste è stato preordinato "prima delle fondazione del mondo" (Efesini 1:4-5 ; 1 Pt. 1:20), precisamente in Eden, in Genesi 3:15....il seme la cui identità fu poi resa manifesta al patriarca Abraamo (Genesi 22:18 , Galati 3:16,29):

"per mezzo del tuo seme tutte le nazioni della terra certamente si benediranno".....
barnabino
00martedì 14 febbraio 2012 23:06

che consiste invece nel riportare in vita per l’eternità proprio quel corpo che era morto, non un clone



Paradosso cattolico: gli atomi del morto vengono mangiate dai vermi, i vermi e parti degli atomi del morto finiscono nelle verdure, mangiate da altri animali che entrano nella catena alimentare... per cui nel mio e nel vostro corpo ci sono milioni di atomi appartenenti a persone morte nei secoli passati. Tenendo conto che l'evento della risurrezione della carne è posto dai cattolici in un futuro remoto ed indefinito possiamo immaginare che tutti condivideremo gli atomi uno dell'altro... poiché deve risuscitare "proprio quel corpo", dunque con gli stessi identici atomi, potrà essere risorto solo un morto, il primo proprietario originale, tutti gli altri non verranno risorti, altrimenti lo dovrebbero essere con altri atomi, della stessa specie ma non quelli originali, e dunque diventerebbero dei cloni...

Shalom [SM=g27985]
viceadmintdg1
00mercoledì 15 febbraio 2012 11:36
Bene. Passiamo ora alla seconda obiezione del P-greco:


Marco 12:26, 27: "Ma riguardo ai morti, che sono destati, non avete letto nel libro di Mosè, nel racconto del roveto, come Dio gli disse: ‘Io sono l’Iddio di Abraamo e l’Iddio di Isacco e l’Iddio di Giacobbe’? 27 Egli non è l’Iddio dei morti, ma dei viventi. Voi vi sbagliate di molto”.

Bene, ed ora poniamo molta attenzione. Si afferma che Dio è il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe e nel contempo è definito il Dio dei viventi, pur essendo i patriarchi morti da tempo. Questo significa che pur essendo morti fisicamente da tempo erano tutt’ora viventi, che esistono ancora, non sono andati nel nulla, qualcosa di loro continua ad esistere. Questo qualcosa non può che essere il loro spirito o la loro anima, essendo la materia disfatta.

Notiamo che alla fine del versetto vien detto “Voi vi sbagliate di molto”. Questa frase è proprio adatta per essere rivola alla Società Torre di Guardia.



Lascio la parola a chi vuole replicare...
barnabino
00mercoledì 15 febbraio 2012 15:53
Il problema è, molto banalmente, che sono le conclusioni di Radio Maria ad essere arbitrarie, infatti qui la questione sollevata dai sadducei non era se "qualcosa" sopravvivesse alla morte, ma la risurrezione dei morti, tanto è vero che i sadducei avevano posto il problema legale di chi doveva essere moglie una vedova di sette fratelli nella risurrezione, evidentemente la risurrezione era considerata "carnale" e non "spirituale".


Questo significa che pur essendo morti fisicamente da tempo erano tutt’ora viventi, che esistono ancora, non sono andati nel nulla, qualcosa di loro continua ad esistere



Non viene detto nulla di tutto questo, Gesù per fornire una prova della risurrezione carnale (in base alla questione posta dai sadducei) dice che dal punto di vista di Dio coloro che sono nello Sheol non sono morti, ma viventi, dato che Dio ha il potere di risorgerli. Tanto è vero che il passo parallelo di Luca 20 infatti dice: "Egli non è l’Iddio dei morti, ma dei viventi, poiché per lui [o "dal suo punto di vista"] sono tutti viventi".


Questo qualcosa non può che essere il loro spirito o la loro anima, essendo la materia disfatta



Questa è una conclusione del tutto arbitraria che non è permessa dal testo, che non accenna mai né allo spirito né all'anima, piuttosto Gesù sempre in Luca 20 precisa che "i morti sono destati" e non le loro anime o i loro spiriti. Per Gesù la speranza è quella di una risurrezione dei morti e ne diede prova quando era sulla terra, risuscitando Lazzaro alla vita terrena e non come uno spirito. Quella era la risurrezione che si attendeva Marta nell'ultimo giorno.


Notiamo che alla fine del versetto vien detto “Voi vi sbagliate di molto”. Questa frase è proprio adatta per essere rivola alla Società Torre di Guardia.



Detto molto francamente questo tono, già di per sé, inficia la serietà delle affermazioni di Radio Maria. Non sono certo questi i toni che ci si aspetterebbe da degli esegeti.

Shalom
Aquila-58
00giovedì 16 febbraio 2012 11:20
Che altro aggiungere a quanto già magistralmente esposto da Barnabino....

Giustamente, Barnabino ha messo in risalto il sinottico lucano del passo di Marco 12:26-27.
E infatti, ritengo che proprio Luca 20:37-38 sia necessario per comprendere meglio.


Innanzitutto, qui come in Marco si parla di risurrezione, e le risurrezioni dei koimethentas, cioè dei “dormienti”, in base all' escatologia biblica, avvengono durante la parousìa di Cristo e nell' ultimo giorno (1 Tess. 4:13-17 , 1 Cor. 15:22-23).

Il testo greco di Luca 20:37-38, letteralmente, si può tradurre come segue:

che poi risuscitino i morti anche Mosè rivelò al roveto , come dice: il Signore [quindi Geova] (è) il Dio di Abraamo e di Isacco e di Giacobbe. Dio allora non è dei morti, ma dei viventi. Tutti infatti in lui vivono”.

Cerchiamo di capire il senso dell' espressione greca “pantes gar autoi zosin”, cioè “IN LUI tutti vivono”. Perchè Gesù afferma questo?

Significa forse i "dormienti" si trovino comunque al cospetto di Dio nella beatitudine celeste per mezzo di un "quid" spirituale immortale cosciente che perpetua la loro personalità?

Direi che non c' è alcuna base per realizzare ciò dal passo marciano così come dal sinottico lucano.

Che significato ha quindi il passo?

Semplice: senza filosofeggiare troppo, io dico che c' è un versetto biblico che lo rende, a mio parere, chiarissimo, ed è quello di Romani 4:17, il cui testo greco è il seguente:

"kathos gegraptai hoti Patera pollon ethnon tetheika se, katenanti hou episteusen theou tou zoiopoiountos tous nekrous kai kalountos ta me onta hos onta",

alla lettera:

"Come è scritto Padre di molte genti ho posto te di fronte al quale credette a Dio il facente vivere i morti e chiamante le cose non essenti come essenti".

La TNM rende così il passo:
"Come è scritto: "Ti ho costituito padre di molte nazioni"). Questo avvenne dinanzi a Colui nel quale ebbe fede, Dio, che fa vivere i morti e chiama le cose che non sono come se fossero".

L' accostamento tra le due cose ( i morti e le cose che non sono...) mi sembra assai illuminante!

Infatti, così come per Geova, le cose che ancora debbono accadere sono già accadute, nello stesso modo i morti che ancora debbono risorgere, per Lui, sono già risorti, sono già viventi.

La continuità fra la vita presente e quella futura è garantita non dall' immortalità di un "quid spirituale cosciente" che sopravvive alla morte, perpetuando la personalità del defunto, ma dalla fedeltà a Dio che darà la vita eterna a coloro che esercitano nel Figlio Suo Gesù Cristo alla parousìa e nella risurrezione dell' "ultimo giorno" (Gv. 6:39-40).

Questo è chiarissimo dall' estensione del significato di nefesh che Gesù opera, riguardo alla psychè neotestamentaria, dal perdere e dal guadagnare la psychè per amore di Cristo e della buona notizia o vangelo, e basta leggere passi come Marco 8:35, Matteo 16:25, 10:39 ; Luca 9:24 ; 17:33 ; Gv. 12:25.

Il defunto si trova nel suo stato di sonno incosciente, e proprio la fedeltà a Dio unitamente al suo sonno inconsapevole, garantiscono la sua continuità.

Attenzione: i due aspetti sono inscindibili: colui che è morto restando fedele a Dio e a Suo Figlio Cristo Gesù dorme il suo sonno della morte.
Egli si risveglierà quando Dio lo richiamerà per mezzo di Gesù (Gv. 5:28-29).

Quella che si rialzerà non sarà un clone (come qualcuno tenta di metterci in bocca), ma la stessa persona.

Ne ho già parlato, ma converrà ribadirlo: immaginare che Dio abbia bisogno della sopravvivenza di un "quid" spirituale immortale per garantire la continuità della persona e per far si che Egli riporti in vita la stessa persona, equivale a negare l' Onnipotenza di Dio, o a considerare Dio impotente, se si preferisce...

Come ho già detto, DIO NON HA BISOGNO DI NULLA ,MA PROPRIO DI NULLA, E PUO' RIPORTARE IN VITA LA MEDESIMA PERSONA CHE DORME NELLA MORTE E CHE GLI E' STATA FEDELE, SENZA LA SOPRAVVIVENZA DI ALCUN "QUID" IMMORTALE SPIRITUALE!

La metafora del sonno, usata dalla Bibbia per descrivere la morte, serve proprio a esplicitare questa verità.
viceadmintdg1
00sabato 18 febbraio 2012 11:39
Siamo giunti all'ultima obiezione del Gruppo P-greco. Questa volta sono stati più sintetici.


Marco 12:29: “Gesù rispose: “Il primo è: ‘Ascolta, Israele: Geova nostro Dio è un solo Geova”

Geova è un solo Geova?! Questa mania di voler mettere il nome Geova ovunque trasforma questo versetto in una affermazione che oserei dire è alquanto strana. Gesù cita la preghiera importante e cara agli israeliti lo Shemà Israel che nella TNM diviene qualcosa di assurdo!

Leggiamo ora come la Bibbia della CEI rende questo versetto:

“Gesù rispose: «Il primo è: Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l'unico Signore”

Beh non possiamo che notare che nella TNM la parola Signore viene trascurata e negletta per sostituirla con la parola Geova. Ma il Sacro nome di Dio era stato sostituito per timore reverenziale dagli israeliti con la parola Adonai = Signore, rimasta anche nel NT. La parola Geova, vogliamo ricordarlo, è nata da un errore di interpretazione del testo masoretico ben 1500 anni dopo Cristo (Vedi opuscolo Il nome divino che durerà per sempre p. 18).



Parola a chi vuole replicare...
barnabino
00sabato 18 febbraio 2012 12:03
La polemica di Radio Maria sull'uso del Nome Divino nel Nuovo Testamento non è nuova e meriterebbe ben altra tribuna che non questa per dare una risposta esaustiva, comunque provvisoriamente si può dire che:

1. Gesù ovviamente parlava aramaico e citava dal Testo Ebraico, non da quello greco, e non esistono prove che all'inizio del I secolo fosse invasa l'abitudine di sostituire YHWH con ADONAI

2. Qualunque cosa disse Gesù il testo sotteso era quello ebraico e dunque ADONAI/KURIOS non indica semplicemente "signore" (adon) ma indica il Nome Divino e dunque è corretto che il traduttori qui comunichi il corretto referente al lettore italiano

3. Seppure Marco qui citasse la LXX sappiamo che nel I secolo, per quanto ci è dato sapere dai mss che abbiamo di quell'epoca, continuava a mantenere il Nome Divino ebraico (in diverse forme) nel testo greco, senza sostituirlo con KURIOS

Dunque se parliamo dal punto della vista della resa del testo la polemica di Radio Maria è poco comprensibile, perché se il traduttore deve rendere il senso e non la lettera è evidente che il senso di quel KURIOS in greco non è quello di "signore" ma è chiaramente usato come sostituto di "Geova", pertanto tradurre "Geova" comunica al lettore moderno esattamente quello che Adonai poteva comunicare al lettore del I secolo e oggi non comunicherebbe più, giacché non siano più abituati all'eventuale sistema del kerè/qetib a cui era avezzo un eventuale lettore/scrittore del I secolo.

C'è poi da dire che in alcuni casi Radio Maria fa affermazioni false e del tutto gratuite, infatti dice


nella TNM la parola Signore viene trascurata e negletta per sostituirla con la parola Geova



Questo è del tutto falso, infatti la TNM non trascura né sostituisce KURIOS con il Nome Divino in modo sistematico ma solo in 237 luoghi segnalati in nota. Tale sostituzione non è mai arbitraria, ma segue precisi principi filologici esplicitati nell'introduzione.


Ma il Sacro nome di Dio era stato sostituito per timore reverenziale dagli israeliti con la parola Adonai = Signore, rimasta anche nel NT



Gli ebrei non sostituirono mai il tetragramma nel testo, al massimo (ma come abbiamo detto gli studiosi hanno delle riserve su quando invalse quest'abitudine) ma tutt'al più quando dovevano pronunciarlo, il tetragramma continuò invece ad essere scritto ed anche in greco per molto secoli nelle versioni di origine giudaica, pertanto non ci capisce perché i discepoli di Gesù avrebbero dovute seguire una pratica differente.


La parola Geova, vogliamo ricordarlo, è nata da un errore di interpretazione del testo masoretico ben 1500 anni dopo Cristo (Vedi opuscolo Il nome divino che durerà per sempre p. 18)



Questo non saprei dire proprio cosa c'entra, si vede che il gruppo pi-greco è un po' a corto di idee... infatti sono gli stessi TdG che dicono che la forma Geova è solo l'italianizzazione comunque del Nome Divino e non l'originale pronuncia ebraica, non mi pare che Radio Maria dica nulla di nuovo,

Shalom
viceadmintdg1
00lunedì 20 febbraio 2012 15:21
[SM=g28002]
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