Consiglio Ecumenico delle Chiese.

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barnabino
00mercoledì 19 ottobre 2011 14:35
I nostri detrattori sostengono che i testimoni di Geova non potrebbero dirsi cristiani non tanto perché questo emerga chiaramente dalle Scritture o dalla storia del cristianesimo, ma perché secondo il Consiglio Ecumenico delle Chiese credere o meno alla Trinità (non è però specificato esattamente secondo quale formulazione, giacché quella data è piuttosto vaga) sarebbe il requisito minimo per definirsi cristiani.

Ora, sarebbe interessante sapere a che titolo o con quale autorità, per i nostri detrattori, le opinioni di questo "consiglio" (a cui partecipano 337 chiese protestanti, anglicane e ortodosse, ma non quella cattolica, ad esempio) possa discriminare chi è cristiano e chi non lo è. Tanto più che non era questa l'intenzione del CEC che ha preso la trinità (o meglio "confessare il Signore Gesù Cristo come Dio e Salvatore, secondo le Scritture, e sforzarsi di rispondere insieme alla vocazione comune per la gloria di un solo Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo") come base per l'ecumenismo e non, come volgarmente viene detto, per discriminare chi sarebbe cristiano da chi non lo sarebbe. Chi non crede nella trinità sarebbe comunque un cristiano ma non ecumenico, altrimenti dovremmo escludere dalla definizione di cristianesimo lo stesso Ario o altri cristiani preniceni, che non erano trinitari o non lo erano in modo ortodosso.

Sarebbe inoltre da capire perché prendere questa definizione come assoluta, visto che si fonda solo sul giudizio di un gruppo, seppure allargato, ma comunque autoreferenziale. Sarebbe invece da capire in che senso ed in che contesto venne attribuito ai discepoli di Gesù il nome di "cristiani", quello dovrebbe essere il primo passo per definire chi sia "cristiano" e non un organismo composto interamente da membri di chiese trinitarie.

Shalom
L' Apostolo
00mercoledì 19 ottobre 2011 15:35
Nella Bibbia è più volte ripetuto il concetto apostolico che la "risurrezione" è la dottrina principale del cristianesimo e non credervi significa non essere cristiani. Un altro punto chiave è il credere che Gesù è il Messia Figlio di Dio e che sia stato un uomo. Non ci trovo altri pilastri.
Aquila-58
00mercoledì 19 ottobre 2011 21:47
Re:
Caro Barny,

barnabino, 19/10/2011 14.35:

I nostri detrattori sostengono che i testimoni di Geova non potrebbero dirsi cristiani non tanto perché questo emerga chiaramente dalle Scritture o dalla storia del cristianesimo, ma perché secondo il Consiglio Ecumenico delle Chiese credere o meno alla Trinità (non è però specificato esattamente secondo quale formulazione, giacché quella data è piuttosto vaga) sarebbe il requisito minimo per definirsi cristiani.




Si tratta, ovviamente, di una sciocchezza che viene ripetuta a piè pari, come un disco rotto, dai nostri detrattori.
Ci sono due condizioni essenziali e scritturali per essere considerati cristiani, cioè a dire discepoli di Gesù Cristo:
1) credere, esercitare fede nell' Unigenito Figlio di Dio, Colui che Dio ha mandato per la salvezza del mondo, vedi Gv. 3:16, e inoltre, cosa essenziale per essere considerati "cristiani" ed avere la speranza della salvezza, credere che Gesù è IL CRISTO (cioè l' Unto, il Messia) IL FIGLIO DI DIO, evidentemente nel senso Messianico del termine (Gv. 20:31).
I cristiani testimoni di Geova "confessano che Gesù Cristo è il Figlio di Dio" (1 Gv. 4:15; 1 Gv. 5:5), ma i cristiani testimoni di Geova credono che Gesù è IL CRISTO, IL FIGLIO DI DIO non secondo una valenza ontologica, cioè sulla base di una disciplina ellenistica postuma e completamente estranea al testo sacro, ma ci credono esattamente come ci credevano Giovanni, gli apostoli tutti e i discepoli del I secolo....
Non ci viene richiesto in alcun modo di credere nell' esistenza di un Dio Ontologico, come detto sulla base di una disciplina aristotelica completamente estranea alla trattazione e al corpus biblico, nè di credere che Gesù Cristo sia "della stessa sostanza del Padre" (Bibbia alla mano, che cos' è esattamente la "sostanza divina"? Non lo sappiamo, perchè il testo sacro non fa alcun ragionamento nè opera alcuna disquisizione sulla "natura divina", tanto da non dare della "natura o sostanza divina" neppure una definizione).
2) i discepoli di Cristo non si riconoscono sulla base di una dottrina di un dogma (per giunta a-biblico...), ma dall' amore reciproco (Gv. 13:35).

Per cui, i cristiani testimoni di Geova sono perfettamente cristiani.....agli occhi di Dio e di Gesù, non evidentemente agli occhi delle....chiese del Consiglio ecumenico, e ben poco ce ne importa!
Grazie.


L' Apostolo
00venerdì 21 ottobre 2011 10:32
In realtà oltre agli aspetti menzionati da me e da Aquila ci sarebbero altri fattori discriminanti per non definire qualcuno "cristiano". Ad esempio Gesù indicò l'amore come segno principale dei cristiani. Le Chiese del Consiglio Ecumenico, possono additare una storia libera da odio e assassini? La Guerra dei Trent' Anni fra Cattolici e Protestanti chi l'ha combattuta?
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