Cosa spinge i nostri ragazzi verso la Jihad

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(SimonLeBon)
00lunedì 26 giugno 2017 22:37
Cosa spinge i nostri ragazzi verso la Jihad


lorenzo vidino

La storia è di quelle che colpiscono l’immaginazione: due ragazzi italiani dai nomi comuni, Lara Bombonati di Tortona e Francesco Cascio di Trapani, che si convertono all’islam, ne adottano l’interpretazione più estrema, si recano in Siria per unirsi a milizie jihadiste, lui muore, lei viene arrestata una volta ritornata in Italia.

Due domande vengono spontanee. Si tratta di una storia isolata o abbiamo altri casi simili? E che cosa può aver motivato i due? Per quanto riguarda la prima domanda, va detto che, come per molte altre dinamiche legate alla radicalizzazione jihadista, l’Italia si trova a confrontarsi con molti fenomeni visti in altri Paesi europei, ma da noi, fortunatamente, presenti per ora solo su scala minore. Innanzitutto, le conversioni. In molti Paesi occidentali i convertiti rappresentano tra il 20 e il 30 per cento dei soggetti arrestati per terrorismo o che sono diventati foreign fighters. Alcuni di loro, quali il cinquantaduenne attentatore di Westminster, hanno compiuto attentati eclatanti in Europa. Ma sono decine gli europei che hanno compiuto attentati suicidi in Siria e Iraq (fanno particolarmente impressione le immagini di alcuni adolescenti scandinavi, biondi e sbarbati, che dichiarano la loro fedeltà allo Stato Islamico prima di compiere azioni suicide). Ed anche il ruolo delle donne nel mondo jihadista non è nuovo. Le autorità francesi hanno rivelato che il 25% dei soggetti arrestati per terrorismo sono donne, spesso giovanissime e convertite. E ci sono centinaia di musulmane europee, convertite e non, che hanno raggiunto la Siria, in alcuni casi insieme al marito in altre sposandosi con un soldato del Califfato conosciuto lì (quelle che gli inglesi chiamano jihadi brides, spose della jihad).

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www.lastampa.it/2017/06/26/cultura/opinioni/editoriali/cosa-spinge-i-nostri-ragazzi-verso-la-jihad-dOgwu5RA9lzQF0z4lU1wNP/pag...
(SimonLeBon)
00lunedì 26 giugno 2017 22:38
Re:
Non saprei che dire. Essere insoddisfatti della propria religione famigliare è legittimo, ognuno è libero di cambiarla.
Diventare violento a motivo di quella scelta è discutibile, soprattutto trovando Dio come scusa.

Simon
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